Riassunto della situazione
n questi giorni, articoli dai titoli a dir poco sensazionalistici - del tipo «Michael Jackson: riaperte le cause sui presunti abusi sessuali ai protagonisti di 'Leaving Neverland'» - stanno copiosamente emergendo sul web, creando confusione e disinformazione.
Ancora una volta, dunque, ci ritroviamo a dover fare chiarezza sul reale stato dei fatti; quello che i media non si premurano di riportare.
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NUOVA LEGGE: COSA CAMBIA DAVVERO?
Partiamo dalla famosa legge che, a partire dal 1° Gennaio 2020, ha subito delle sostanziali modifiche sulla scia del cosidetto "#MeeToo Movement": la sezione 340.1 del Codice di Procedura Civile statunitense.
Prima del Gennaio 2020, essa disponeva che le accuse di abuso sessuale nei confronti di soggetti non autori diretti del reato (nel nostro caso le società di Michael Jackson: MJJ Productions e MJJ Ventures, entrambe gestite dall'Estate) potevano essere presentate non oltre il 26° anno di età del querelante (colui che accusa).
Cosa è cambiato?
A partire dal 1° Gennaio 2020, le accuse di abuso sessuale su minore nei confronti di soggetti non direttamente autori del reato in questione possono essere presentate non oltre il 40° compleanno del querelante.
Dopo questa premessa, passiamo a parlare del caso specifico che vede Wade Robson e James Safechuck contro l'Estate di Michael Jackson e le relative società (MJJ Ventures e MJJ Productions).
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ROBSON E SAFECHUCK ALLA RISCOSSA?
Negli anni 2013/14, Wade Robson prima e James Safechuck poi citano in giudizio le due società del Re del Pop.
L’accusa è pesante, perché non solo puntano il dito contro il presunto predatore, Michael Jackson, ma mettono in mezzo gli impiegati delle stesse società, accusandoli di negligenza e cooperazione.
In altre parole, secondo i due accusatori, le suddette persone sapevano che Michael Jackson fosse un "predatore di bambini" e non solo hanno fatto finta di nulla, ma avrebbero addirittura favorito con accondiscendenza che certe aberranti azioni accadessero.
Ovviamente, il loro obiettivo è un risarcimento milionario, che a detta del giornalista investigativo Mike Smallcombe ammonterebbe alla cifra stratosferica di 1 miliardo e mezzo di dollari.
Nel 2017, il giudice archivia le azioni legali delle presunte vittime, in quanto sia Wade Robson che James Safechuck avevano superato il limite dei 26 anni di età imposto dalla legge.
Un parametro anagrafico che, tuttavia, non avrebbe costituito un ostacolo nel proseguire con la causa se i due querelanti avessero dimostrato che:
1. Le società di Michael Jackson conoscessero o avessero avuto ragione di conoscere qualsiasi condotta illegale del dipendente.
2. Che non avessero adottato misure ragionevoli per prevenire o evitare tale comportamento illecito.
Ovviamente, Robson e Safechuck non furono in grado di portare alcuna prova in merito, per cui il superamento del limite di età imposto dalla legge fu motivo sufficiente per rigettare la causa.
Ma non è tutto. Per quanto riguarda le accuse di negligenza e favoritismo, i due accusatori avrebbero dovuto provare che le società del cantante avessero il controllo sullo stesso Michael Jackson.
Quindi, come ha spiegato il giudice, doveva sussistere una capacità o un diritto di controllo da parte delle società.
Ma Michael Jackson era l'unico azionista e il solo proprietario della MJJ Productions e MJJ Ventures.
Questo significa che Michael Jackson aveva il controllo assoluto delle sue società e di tutti i dipendenti al loro interno, e né James Safechuck né Wade Robson sono riusciti a soddisfare i requisiti legali necessari per proseguire la loro battaglia legale.
Dunque, ad oggi, con la modifica apportata alla legge che estende a 40 anni il limite di età entro cui si possono presentare cause di abusi sessuali contro terzi, Wade Robson e James Safechuck hanno sicuramente più possibilità di ricorrere in Appello, ma le fondamenta su cui basano le loro richieste hanno i piedi di argilla e restano miserabilmente inconsistenti.
Inoltre - a nostro parere - se come "prova" dovessero aggiungere e presentare quella farsa di quattro ore, il rischio che il giudice rigetti nuovamente le loro istanze aumenterebbe esponenzialmente, viste le numerose discrepanze e menzogne comprovate evidenziate nel "documentario" stesso.
Insomma, l'ipotetico "punto di forza" rappresentato dalla meschina "fiction televisiva" è un'arma a doppio taglio che, se è riuscita a impietosire l'accondiscendente stampa borghese, lo stesso sarà molto più difficile fare in Corte d'Appello.
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MESEREAU DIFENDERÀ MICHAEL?
Per quanto concerne la posizione di Thomas Mesereau, il granitico avvocato difensore che, nel 2005, dimostrò l'innocenza di Michael Jackson in quello che i media definirono "il processo del secolo", circolano voci circa un suo diretto coinvolgimento in un eventuale processo tra Robson/Safechuck contro l'Estate del cantante.
Ebbene, Mesereau è sì consigliere dell'Estate, ma ufficialmente non si sa ancora se egli prenderà parte come avvocato difensore in prima linea, come accadde nel 2005.
Come di consueto, quando il nome di Michael Jackson compare sulle news, la distorsione dei fatti diviene un classico irrinunciabile per la maggior parte dei giornalisti.
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A cura di Marco Di Gregorio e Giusy Mascolo dal nostro Gruppo Facebook Michael Jackson FanSquare • ITALIA.