malabi
00giovedì 3 giugno 2010 02:56
39° Capitolo
Finalmente sola, o meglio, finalmente, tra un po’, sola con Michael, è questo che mi ripeto, non appena metto piede nel mio appartamento.
Prima di dirigermi in camera da letto per spogliarmi, perché ho voglia di stare in libertà, passo in salone per mettere su un po’ di musica, perché soprattutto, vorrei poter liberare la mia mente da tutti i pensieri tristi che ancora mi opprimono.
Scruto tra i cd, perché voglio ascoltare una canzone di Michael, che fin dal primo momento in cui l’ho ascoltata, ho considerato una tra le più belle che lui abbia mai scritto, Earth Song, la musica, le parole e la sua voce sono in questo brano, eccezionali; è un grido di ribellione, il suo, verso tutto lo scempio, che l’umanità sta perpetrando, ai danni di sé stessa, ma non solo, anch’io in questo momento vorrei urlare come lui, anche se con parola diverse, per sapere che cosa ne sarà del nostro amore, della nostra vita, del nostro futuro, suo, mio, nostro, se mai ce ne potrà essere, uno nostro.
Le prime note della canzone vibrano nell’aria, mentre il mio sguardo ricada sul cesto di fiori, che dalla mattina, troneggia al centro della sala, dove io, distratta dalla presenza di Michael, non ero ancora riuscita a trovare il biglietto che li accompagna, questa volta, tuttavia, riesco a vederlo subito e, con il cuore a mille, come sempre mi accade, quando si tratta di leggere un suo scritto, tento di decifrare, quello che lui, con la sua scrittura irregolare, mi ha dedicato:
“Amore mio, lo so che non posso chiedertelo, ma ti prego, non mi lasciare. Ho bisogno di te. Io ti amo con tutto il mio cuore. M.”
Resto con il cartoncino bianco in mano, mentre le lettere dell’alfabeto, che formano queste meravigliose parole, stanno danzando davanti ai miei occhi, perché le lacrime che scorrono veloci sulle mie guance, cadendo ad una a una sul biglietto e sulle mie mani, mi impediscono di rileggere, ciò che speravo, ma che ancor più temevo, lui mi potesse chiedere, perché ora, la mia disperazione è davvero incontenibile.
Scossa dai singhiozzi, con il suo biglietto ancora stretto tra le mani, entro nella mia camera, mi butto sul letto, per dare finalmente sfogo al mio dolore immenso, profondo, viscerale, piango senza freni, per me, per mia figlia, per lui, perché so di amarlo disperatamente, ma so anche, che quello che mi sta chiedendo è altrettanto disperato, perché da parte sua, è come un grido di aiuto, che però io non posso ascoltare, perché al di là dell’oceano, c’è la mia bambina adorata, che sta aspettando, con ansia, il mio ritorno e, io non posso, non voglio lasciarla, ma altrettanto, non posso e non voglio lasciare nemmeno Michael, perché so, che la mia vita senza di lui, non può più avere un senso.
Sono profondamente infelice e, quasi urlando per la disperazione, mentre chiedo a me stessa, cosa devo fare, sento Michael che sta cercando di sollevarmi verso di lui, nel vano tentativo di abbracciarmi, dicendo con voce preoccupata:
“Omiodio, tesoro, che hai? Perché stai piangendo così? Che è successo? Ti prego girati, guardami. Non fare così……………ti prego.”
Sentendo la sua voce, invece di calmarmi i miei singhiozzi aumentano, e lui, non sapendo più cosa fare, si distende vicino a me, per accarezzarmi e baciarmi sulla testa, tentando con ferma delicatezza di girare il mio viso verso il suo, mentre mi sussurra, di calmarmi, di non piangere così, perché vedermi in questo stato, lo fa soffrire moltissimo, poi, dopo essere riuscito a farmi voltare in parte verso di lui, per potermi abbracciare, riesce a sfilare da sotto il mio corpo, il braccio che tenevo ripiegato all’altezza del mio cuore, su cui avevo appoggiato, tenendolo stretto tra le mie dita, il suo biglietto, tutto accartocciato e reso quasi illeggibile dalle mie lacrime.
Michael, vedendo qualcosa nella mia mano, mentre cerca di impossessarsene dolcemente, chiede con apprensione:
“Che cos’è questo?”
Non riesco a vedere la sua espressione, perché ancora sto con la faccia sprofondata nel cuscino, ma sento lui che mormora:
“Oh my God. So that is why you're crying! ”
Dopo questo, silenzio, rotto solo, dalla musica che in sottofondo arriva dall’altra stanza, dal mio respiro ancora un po’ accelerato dagli sconquassi del mio pianto e dai suoi sospiri.
Dopo un tempo che a me pare interminabile, sento la sua mano sui miei capelli, che cerca di scostare dal mio viso, mentre ripete, mormorando:
“I am a fool……………I am a fool…………… I am a fool”
Poi, dandomi dei piccolo baci su tutto il mio viso, mi dice con voce profondamente addolorata:
“Perdonami, amore mio, lo so, sono stato un pazzo a scrivere quel biglietto, ma nel momento in cui l’ho fatto, ero così triste, pensando che tra poco non potrò più vederti, che non so cosa mia preso. So che leggerlo, ti ha causato dolore, perché so che questo, per te, è impossibile. Tu, hai tua figlia a Roma, che ti aspetta, so che non potresti vivere senza di lei, io non avrei mai dovuto chiederti questa cosa. Sono talmente dispiaciuto che non so come fare per rimediare. Ti prego perdonami.”
Sentendo le sue parole così tristi per lo stato in cui mi ha trovata, vengo di nuovo invasa da un immensa tenerezza per quest’uomo, che non riesco nemmeno più a definire, tanto è sorprendente, quindi sopraffatta dal desiderio di stringerlo forte a me, per fargli sentire, quanto lo ami perdutamente, gli butto le braccia al collo e abbracciandolo con uno struggimento disperato, finalmente gli parlo:
“Oh, Mike, sapessi quanto ti amo e quanto vorrei poter restare. Sono disperata perché, là c’è mia figlia, qua ci sei tu, ed io amo tutti e due al di sopra della mia vita. Lei è la mia bambina, tu sei il mio unico amore. Non puoi immaginare quanto vorrei restare, quanto desideri restare, ma non so come fare, sono disperata, amore mio. Lo so che se partirò, ti avrò perso per sempre, questo pensiero mi fa impazzire………………”
Lui, mentre mi bacia sugli occhi, sulle guance, sulla bocca, con tono sofferto, si affretta a dire:
“No, no, non è vero,……….. non dire così. Questo non succederà, te lo prometto………..Ti lo giuro……….”
Non riesce a finire la frase, perché io, posando la mia mano sulle sue labbra, per farlo tacere, riprendo a parlare:
“Shhhhh, non giurare……….. perché spesso accade, che i giuramenti, non li possiamo mantenere. Amore, lo so, che tu non vuoi che questo accada, ma abitiamo a 10.000 Km. di distanza. Ti rendi conto di quanto possa essere difficile incontrarci………vederci,……….poter passare un po’ ti tempo assieme……….”
Mi interrompe di nuovo e con tono accorato, ribatte:
“Ma io posso venire in Italia e, tu quando vuoi puoi, venire qui da me, puoi venire a casa mia, a Neverland, puoi venire con tua figlia, io desidererei molto conoscerla, vedrai tesoro, non sarà così difficile, ci sono gli aerei per fortuna………..Ti prego, non pensare che non ci vedremo più……….non è possibile…………… Io farò del tutto, ma tu devi credermi, devi avere fiducia in me……..”
Baciandolo anch’io e sempre tenendolo stretto, continuo:
“Amore mio, tu mi devi aiutare, tra noi due tu, devi essere il più forte, perché tu, sei il più forte, io da sola non ce la faccio. Tu hai i tuoi meravigliosi figli, la tua carriera, il tuo mondo, la tua musica, i tuoi fans che ti adorano, i tuoi progetti per salvare il mondo e i bambini più sfortunati. Io sono solo una meteora nella tua vita, perché hai troppo cose a cui pensare e, una volta partita, sono sicura che riuscirai presto a non pensare più a me, con tutti i tuoi impegni, con tutte le cose che hai da fare, con tutta le gente che incontrerai, non avrai nemmeno il tempo di pensarmi, la tua mente sarà distolta da altro……..”
Lui, a queste mie parole, parlando con un tono di voce, non più sommesso, e afferrando il mio viso, stravolto dal pianto, tra le sue meravigliose grandi mani, protesta:
“Guardami, ti prego, guardami e ascoltami, come fai a pensare una cosa del genere, come fai a dire che tu per me sarai una meteora, eppure, mi sembra di avertelo detto, non una, ma più volte, che io ti amo, anzi lo dico nella tua lingua, Ti amo, sono pazzo di te, io quando sono insieme a te sono felice, sono sereno, perché di te mi piace tutto……..Mi piace come parli, quello che dici, come ridi, come sorridi, come ti vesti; mi fa impazzire il tuo modo di camminare, di muoverti, di guardarmi, di fare l’amore; mi piaci anche quando ti arrabbi, quando fumi, con tutto che detesto le sigarette; io adoro tutto di te, il tuo corpo, così morbido e caldo, le tue gambe così lunghe e ben fatte, il tuo seno così materno, il tuo bel viso, i tuoi occhi così grandi, intensi, profondi, la tua bocca che starei a baciare per ore; ma soprattutto adoro la tua testa, la tua anima, il tuo modo di essere. Quando non ci sei, mi manchi, e quando sono con te, starei sempre a guardarti, è successo fin dalla prima volta che ti ho vista, per me eri una calamita e, da quando ti ho di nuovo incontrata, nonostante sia passato tutto questo tempo, ho capito che quest’attrazione irresistibile che provavo per te, allora, è divenuta anche più forte, ora che ti ho rivista e che ho potuto conoscerti meglio. Io non…..posso non pensare a te…….Tu sei la mia medicina……….per la mia anima……..per la mia solitudine,………….. per la mia…………….”
Non riesce a finire di parlare, perché un singhiozzo smorzato gli fa morire le parole in gola. Mi abbraccia con forza, mentre cerca di ricacciare indietro la commozione, che lo sovrasta, mentre pensa, forse, alla sua sofferenza e alla mia.
Sento che per me non c’è scampo, di nuovo quest’uomo, riesce a scatenare in me, delle emozioni talmente contrastanti tra di loro che mi gettano in uno stato di esaltante prostrazione, sì, perché se ciò che mi ha appena detto, da una parte, è una bellissima dichiarazione d’amore, dall’altro capisco, che queste sue parole pesano ancora di più sul fardello di dolore che devo sopportare. Cercando quindi di riacquistare un minimo di discernimento, laddove questo è del tutto assente, baciandolo teneramente sulle labbra e prendendogli le mani, con dolcezza gli dico.
“Miky, ok, ma tu mi devi aiutare, perchè l’unica cosa bella che mi aspetta a casa, è mia figlia, per il resto, non c’è nulla di cui io possa rallegrarmi, neppure il mio lavoro, che di giorni in giorno diventa sempre più impegnativo e faticoso. Ecco perché ti chiedo di aiutarmi a superare questo momento, perché io, fin da ora sto soffrendo terribilmente, all’idea di lasciarti.”
Su queste ultime parole, nuovamente le mie lacrime, scendono copiose, bagnando tutta la spalla della sua camicia, dove ho appoggiato il mio viso, mentre lo tengo abbracciato stretto, lui però sentendo che sto di nuovo piangendo, con una mano mi accarezza i capelli, la testa, la nuca e con l’altra allaccia la mia vita stringendomi forte contro di sé, mentre con voce, bassa, profonda e a volte strozzata, tentando di consolarmi, mi dice:
“Scusa, hai ragione, mia meravigliosa, saggia ragazza. Mentre parlavi, dentro di me, dicevo che avevi ragione, perché è vero, tu a Roma hai una vita, sicuramente più difficile e dura della mia, hai una bambina da far crescere da sola, un marito, anzi un ex marito, che ti impedisce di vivere serenamente, devi lavorare duramente per poter mantenere la tua indipendenza economica, lottando quotidianamente per affermarti. Hai ragione, quando dici che ho tante cose a cui dedicarmi, a cui pensare, ho l’amore di tante persone, che però io non conosco, anche se devo loro moltissimo, per l’affetto, la dedizione, il sostegno che mi hanno sempre dimostrato, il loro amore per me è fondamentale, perché mi fa andare avanti, ma tu non hai idea di quale inferno io abbia passato in alcuni periodi della mia vita, tu non hai idea di che cosa voglia dire essere, calunniato, offeso, umiliato, fatto passare per un mostro, senza aver fatto nulla di quello, per cui sono stato accusato. Tu non hai idea di cosa significhi sapere che in tutto il mondo, la maggior parte della gente pensi che io sia un………….” qui nuovamente si blocca, per ricacciare indietro il pianto “………….un……………pervertito,…………….un……..essere……immondo,,,,,,,,,,che…….approfitta……..dei suoi soldi……….della sua fama……….per…………per.molestare………….dei……bambini………..innocenti…..malati………..”
Non voglio più ascoltare, non posso farlo, perché le sue parole mi stanno straziando l’anima, mi viene da piangere per la rabbia, per l’ingiustizia che lui ha dovuto subire, per la sua sofferenza, per il suo dolore, quindi lo interrompo per dirgli:
“Michael, ti prego, smettila, non parlare più di questo che per te è causa solo di sofferenza. Ti prego, è vero, hai ragione, i miei problemi in confronto a questa cosa tremenda che ti è capitata non sono nulla. Ti prego, così ci stiamo facendo solo del male. So che questo per te non è di nessuna consolazione, ma io ti amo ancor più, anche per questa cosa orribile che non meritavi. Tu sei una persona splendida e, io vorrei uccidere, chi ti ha fatto questo. Quando ho sentito questa notizia, nemmeno per un momento ho pensato che potesse essere vera, ho sofferto moltissimo per questo, perché ho immaginato la tua sofferenza, il tuo dolore profondo, la tua disillusione, tu che sei sempre stato fiducioso e cha hai dato tanto agli altri. E’ per questo motivo che non volevo sapere niente di te, perché ci stavo troppo male, ancor di più sapendo che non potevo fare nulla per aiutarti, ammesso che qualcuno abbia potuto farlo in quella situazione, ma soprattutto perché immaginavo che per te debba essere stato devastante, da tutti i punti di vista. Io ho sempre creduto in te, in quello che dicevi, in quello che facevi, tu sei un benefattore e questo il mondo, non può dimenticarlo. Ma possibile che la gente sia così idiota da non saper ragionare con la propria testa? Non lo sopporto questo, se c’è una cosa che mi fa tremendamente arrabbiare è la stupidità umana e purtroppo, come si dice da noi la madre degli stupidi è sempre incinta.”
Nel dire queste cose il mio tono di voce, da dolce e pacato è diventato veemente ed arrabbiato, quindi Michael, sentendomi così concitata, mi dice:
“Dai, non voglio che ti arrabbi per me, non ne parliamo più, perché è vero, questa cosa fa star male entrambi. Dai vieni qui, mia red lion, avrei voluto vederti, quando all’Università, parlavi alle assemblee, lo credo che facevi infiammare i cuori, mi dispiace non averti conosciuta all’epoca, ma da come ha parlato il tuo amico Professore, dovevi essere bellissima, ma su questo non ho dubbi, visto che lo sei anche adesso, non mi stancherò mai di dirtelo. Ti adoro.”
Dopodichè, cerca la mia bocca per baciarmi, ma improvvisamente, il trillo del telefono, ci fa sobbalzare, quindi a malincuore, guardando Miky, gli dico:
“Rispondi tu, è per te.”
Divincolandosi dalla mie braccia, afferra il cordless vicino al comodino e, con un tono poco convinto, risponde.
“Hallo, i’m me.”
Riesco a sentire che dall’altra parte sta parlando una voce maschile, mentre lui ascolta, alzando gli occhi al cielo, poi, sento che dice:
“Ok, arrivo tra un po’, ti do quelle carte, ma ci pensi tu a questi.”
La voce gli risponde qualcosa, ma lui replica, dicendo frasi che non riesco a capire perfettamente:
“Tu, sai già tutto, questi sono………..Bene, dirai, che ho avuto………….Adesso non ho voglia…......Ok, a dopo.”
Resta per un attimo pensieroso, poggiandosi il telefono sul petto, quindi sospirando, si rigira nuovamente per depositarlo al suo posto, mentre mi dice:
“Tesoro, sono in ritardo, non vorrei, ma devo andare, ma prima voglio dirti che cercherò di stare di là, il meno possibile, farò in modo che Franky si occupi di questa faccenda, perché, io in questo momento non ho nessuna voglia di discutere d’affari, anche se è una cosa importante, ma lui saprà cavarsela, devo solo prendere dei documenti per consegnarglieli, altrimenti non mi sarei fatto neanche vedere. Tu aspettami qui, torno subito, ma non voglio più vederti piangere, ti prego sorridimi, che quando mi sorridi, mi fai felice.”
Finalmente gli sorrido, lui mi cinge di nuovo la vita, stringendomi a sé, mentre mi bacia, con tutta la passione di cui è capace, ed io mi sento di nuovo morire dal desiderio di lui.