UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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shamona
00venerdì 18 giugno 2010 22:13
Re:
malabi, 18/06/2010 18.00:

Dona, le tue parole d'ordine sono azzeccatissime.



[SM=g27819] [SM=g27821] [SM=x47984] [SM=x47987] [SM=x47963] [SM=x47938] !


shamona
00sabato 19 giugno 2010 09:33
manu 62
00lunedì 21 giugno 2010 06:12
Laura!Tutto bene?Mi stai facendo preoccupare...
dirtydiana66
00lunedì 21 giugno 2010 06:22
cioa Laura ,mi associo a Manu sono un po' preoccupata anch'io...
BEAT IT 81
00lunedì 21 giugno 2010 08:45
Lalli, ma che fine hai fatto? Tutto ok? Mi associo anche io a Dirty e Manu. Fatti sentire presto!!! Baci Sara
SusannaM.
00lunedì 21 giugno 2010 11:43
Starà preparando un capitolo col botto!!
dirtydiana66
00lunedì 21 giugno 2010 19:38
Malabi dove sei! almeno un cenno ,sono preoccupata
malabi
00martedì 22 giugno 2010 00:59
Ragazze scusate ma ho avuto delle giornate parecchio intense, vi ringrazio per le vostra premura, va tutto bene solo che ho avuto poco tempo per scrivere, oltretutto il 27 ho lo spettacolo teatrale, che andrà in scena e ancora devo studiare la parte per bene perchè ho alcune lacune. Mi dispiace non aver postato più niente, spero domani di recuparare, perchè stasera non ce la faccio, sono appena rientrata e oggi sono in giro, tranne che per un paio d'ore di buco, da stamattina alle 9.

Abbiate pazienza, non vi abbandono solo che ci vorrebbero le giornate di 36 ore, perchè tra il lavoro, la figlia, la casa, i miei hobby e tutto il resto a volte non so a chi dare i resti.

Baci a tutte e aspettatemi.

Laura.
dirtydiana66
00martedì 22 giugno 2010 06:30
ok vai tranquilla! in bocca al lupo per lo spettacolo....certo che ti aspettiamo...
un abbraccio
shamona
00martedì 22 giugno 2010 08:31
Sempre presente.
Baci,Dona.
manu 62
00martedì 22 giugno 2010 10:38
In bocca al lupo!Quindi sei anche attrice...oltre che una bravissima scrittrice!Complimenti...un bacio.
BEAT IT 81
00martedì 22 giugno 2010 10:56
Tranquilla Lalli, qui ti aspettiamo tutte!!!!! In bocca al lupo x lo spettacolo ;-)))). Bacione Sara
mimma58
00martedì 22 giugno 2010 11:00
idem.anche se mi sono iscritta da poco vi seguo da parecchio.Quindi auguroni
malabi
00mercoledì 23 giugno 2010 03:51
48° Capitolo

Restiamo così persi uno nelle braccia dell’altra per molto tempo, poi io lentamente, mi sollevo perché ho dei brividi di freddo e cerco qualcosa da mettermi addosso, lui si gira su un fianco, si solleva su un gomito e appoggiando la testa alla sua mano, osserva, i miei movimenti, con sguardo dolce e attento, sorridendo.
Mentre afferro la sua camicia per mettermela addosso, accortami dei suoi occhi su di me gli dico:

“Scusa, prendo questa, ti dispiace?”

“Assolutamente no, anzi sono contento che indossi qualcosa di mio, oltre quella vecchissima e logora t-shirt.”
C
on un finto tono risentito, ribatto:

“Intanto non è affatto tua, perché me la sono comprata io, e poi non ti permetto di disprezzarla, perché sarà pure vecchia, ma è l’indumento a cui sono più affezionata in assoluto e poi non mi pare che a te sia tanto dispiaciuta, visto che l’hai portata per una notte intera.”

Lui ride, poi guardandomi allegro commenta:

“Questa camicia ti dona molto, il bianco ti sta benissimo, te l’ho detto dovresti vestirti sempre così.”

Mi guardo addosso con sguardo divertito e ridacchiando gli domando:

“Intendi sempre così, come sono adesso, cioè con la tua camicia addosso, senza niente sotto?”

Lui ride e allungando un braccio verso di me mi dice:

“Certo che no. Questo privilegio è riservato solo a me. Dai vieni qua a darmi un bacio.”

Mi inginocchio vicino a lui per baciarlo sulle labbra, ma mi trattiene con il braccio perché non si accontenta di un bacetto superficiale, quindi cercando di liberarmi dal suo abbraccio gli dico:

“Dai Miky, tirati su, non possiamo passare tutta la notte sul pavimento…….”

“Perché no? Chi ce lo impedisce. Si sta così bene su questo soffice tappeto.”

“Sì è vero si sta benissimo e il tappeto oltre a essere soffice è anche molto bello, ma io sto morendo di freddo. Qui a Las Vegas la notte si gela.”

“E’ vero, questo perché siamo praticamente in mezzo ad un deserto. A Los Angeles il clima è diverso, più mite.”

Come nomina LA, la sua voce cambia leggermente di tono, si fa un po’ più seria ed io ricordandomi della partenza imminente, distolgo gli occhi da lui, mi alzo e cambio d’umore, tuttavia per non darglielo a vedere mi dirigo verso lo stereo per cercare un cd qualsiasi, tanto per sottrarmi alla sua vista, ma lui che per tutto il tempo mi ha seguito con gli occhi mi fa:

“Hey, ragazza, cos’hai?”

Con tono disinvolto, cercando di sciogliere il nodo in gola che mi si sta formando, rispondo tutto d’un fiato:

“Niente, sto cercando un cd da far suonare. Ma non riesco a trovarlo.”

Lui, che ormai mi conosce benissimo, si alza, si infila i pantaloni, mi viene dietro cingendomi la vita con le sue braccia e baciandomi sulle guancia mi dice:

“Sei diventata triste, lo vedo. Ma non devi esserlo, perché per me non cambierà niente.”

Finalmente mi faccio coraggio, perché ora è arrivato il momento per affrontare quello che a me sta a cuore chiarire e che per troppe volte ho rimandato, per cui cercando di parlare lentamente per non farmi sopraffare dalla commozione, continuando a rovistare tra i cd senza nemmeno vederli, semplicemente spostandoli da una parte all’altra, gli chiedo:

“Ne sei proprio sicuro, Michael?”

Lui capisce che la questione non si risolverà con una o due frasi dolci, tenere ed amorose, per cui allentando la stretta e discostandosi per andarsi a sedere sul divano, risponde:

“Perché ne dobbiamo parlare proprio ora? E’ stata una serata perfetta.”

Rigirandomi ora di fronte, mi appoggio al mobile, lo guardo fisso, mentre lui fa altrettanto con me, mi guarda serio, sollevando il sopracciglio, in attesa, della mia risposta che arriva dopo qualche frazione di secondo:

“Perché è arrivato il momento, amore mio.”

Lui alza gli occhi al cielo e stringe le labbra, poi tornando a fissarmi, con un sottile tono ironico, mi dice:

“Ok, se proprio vuoi, parliamone. Sono qui, sono rilassato, abbiamo tutto il tempo, ti ascolto.”

Capisco che sta sulla difensiva, allora con dolcezza replico:

“Michael scusa, ma come puoi dirmi che non cambierà niente? Noi domani saremo a La, là ci sono i tuoi figli con cui tu vorrai, giustamente passare il maggior tempo possibile, perché sono due giorni che non li vedi, poi dopodomani tornerai a Neverland, perlomeno così hai detto ad Andrea, ed io resterò a Los Angeles, da dove partirò esattamente tra tre giorni per tornare in Italia, a casa mia, che dista dalla tua, soltanto 11.000 chilometri.”

Lui sempre con quel tono leggermente sarcastico ribatte:

“Per me 11.000 chilometri non costituiscono un problema. Sai quanti ne ho percorsi nella mia vita, almeno 1.000 volte tanto. Forse per te lo sono., ma per me no di sicuro.”

Mi rendo conto che questa conversazione sta prendendo una brutta piega, perché lui, forse infastidito dal fatto che io abbia voluto, in qualche modo “rovinare”, questa serata perfetta, non mi concede niente, anzi tutt’altro, al che io cercando di parlargli con tutta la dolcezza di cui sono capace che scaturisce dal grande amore che ho per lui, replico:

“Miky. Ma io non sto dicendo questo, volevo solo dire che non avremo più tanto tempo per noi, per poter stare assieme, per vederci, per frequentarci, ecco perché rispetto ad ora le cose cambieranno. I miei sentimenti per te, quelli no, perché io continuerò ad amarti come ti ho amato e ti amo adesso, anche da 1.000.000 di chilometri di distanza. Tu sai perfettamente che tipo di vita fai, ti devi occupare di far crescere i tuoi figli, da solo, perché a quanto ne so, non hanno nemmeno una madre che li segue………………”

Non mi fa finire nemmeno di parlare, perché come sente che io solo accenno alla madre dei suoi figli, mi fa un gesto con la mano, come a significare di non toccare questo argomento e si affretta a sottolineare:

“Questo non è un problema tuo.”

Resto fulminata dalla risposta, decisa e determinata, data con il preciso intento di ristabilire delle distanze, che io non avevo nessun’intenzione di colmare. Per cui guardandolo ora con occhi sofferenti, perché ancora una volta, solo sfiorando un argomento che fa parte della sua vita più intima e privata, mi ha tagliato nettamente fuori, con una voce bassa, che possa significargli quanto quella risposta mi abbia addolorata, lentamente preciso:

“Non mi hai nemmeno fatto finire di parlare e se tu fossi stato così gentile di ascoltare tutto quello che volevo dirti, avresti capito che il mio discorso non era assolutamente rivolto a voler toccare un argomento, che, tanto per amore di chiarezza, non ho mai avuta nessuna intenzione di approfondire, perché a me di questa questione non mi interessa assolutamente nulla. Comunque, come al solito sei stato molto bravo a farmi capire, che io nella tua vita sono solo di passaggio. Ne prendo atto e credo per davvero, che a questo punto, ogni altro discorso sia assolutamente superfluo ed io sono anche molto stanca.”

Mi muovo verso il divano per andare a raccogliere le mie cose, solo la biancheria intima, perché il vestito con le scarpe che lui mi aveva regalato, li lascio esattamente dove sono, mentre lui mi guarda, ma non so con quale espressione perché volutamente distolgo gli occhi da lui dato che, inevitabilmente, sono pieni di lacrime.
Mentre mi accingo a lasciare il salotto, sento che lui fa un suono con la bocca, poi con un tono, ora non più ironico ma quasi imperioso mi chiede:

“Cosa stai facendo?”

Non rispondo, non ce la faccio perchè le lacrime scendono e allora
lui mi ripete con durezza:

“Ti ho chiesto cosa stai facendo, perché non mi rispondi?”

Mi faccio forza e senza girarmi dico:

“Sto andando a dormire, dato che domattina devo essere pronta per le 6.

Scatta su dal divano e venendomi dietro mi prende per un braccio e mi fa girare con forza verso di lui, ma io non oppongo nessuna resistenza, perché mi sento come un fantoccio e resto a testa bassa, guardando nel vuoto.

Tenendomi sempre per il braccio, poi, ma allentando la stretta delle sue dita, cercando di controllarsi, con un tono più morbido, anche se all’inizio un po’ lamentoso, che via via si trasforma in una requisitoria durissima, mi dice:

“Ma perché, noi due, dobbiamo sempre litigare. Tu mi fai impazzire con il tuo carattere. Io ero così felice questa sera, sono stato così bene con te, ti ho amata con tutto me stesso, ma perché devi sempre rovinare tutto. Perché non riesci a capire che per me non è facile parlare di certe cose. Forse ho frainteso il tuo discorso, e non ti ho dato la possibilità di spiegarti, è vero, su questo hai ragione, ma perché ogni volta che io non voglio parlare di qualcosa, tu ti senti ferita e pensi che io lo faccia perché per me non conti niente. Perché pensi sempre questo? Ma cosa devo fare per dimostrarti che non è così? Prima quando eravamo al ristorante ti ho detto che non voglio perderti, che con te vorrei fare tante cose, ti ho detto che voglio che tua figlia e i miei possano stare insieme e poi, mentre eravamo là…..” e indica con la mano il punto in cui avevamo fatto l’amore, “………..ti ho ripetuto all’infinito che ti amo, che ti voglio, che ti desidero. Ma queste cose per te non contano, tu di tutte le parole piene d’amore, perché le mie erano d’ amore, dai peso solo ad una stupida frase, che ho detto così, solo perché pensavo che volessi parlare di un argomento di cui io non voglio parlare con nessuno. Possibile che tu non veda quanto ci tengo a te e quanto questo tuo atteggiamento mi faccia soffrire. Tu sei crudele con me, non io con te. Tu, tratti me come se io fossi, un passatempo piacevole della tua vacanza. Anche prima in macchina quando ti ho chiesto se ritorneremo insieme a Las Vegas, tu per non rispondermi mi hai baciato, allora sono io adesso che chiedo a te cosa vuoi fare, io quello che vorrei, te l’ho già detto più volte, anche troppe e qui ho sbagliato, è stata una mia debolezza, ma ora sta a te decidere, e mi devi rispondere, adesso, perché lo voglio sapere, ora, dato che, come hai detto tu, è arrivato il momento. E non mi interessa se sei stanca e vuoi andare a dormire, perché io non voglio, ora sono io che ne voglio parlare e voglio sentire cosa tu, hai da dire a me.”

Le sue ultime parole, pronunciate con una veemenza tale da riscuotermi finalmente dal mio atteggiamento quasi imbambolato, colpiscono drasticamente nel segno e mi rendo conto che questa volta ha tutte le ragioni per sentirsi lui, ferito e arrabbiato.
E’ vero, in fondo lui si è anche troppo esposto, considerato che stiamo parlando di un uomo che è quello che è, sono stata io invece ad eludere ogni volta questi discorsi con escamotage, che peraltro, aveva perfettamente intuito. Me l’ero cercata e non potevo più a questo punto accampare scuse di alcun tipo, mi aveva messa di fronte ad una scelta, che forse nemmeno lui avrebbe voluto che io facessi, ma io, ce l’avevo tirato per i capelli.

Sollevando, quindi finalmente la testa e asciugandomi le lacrime con il dorso della mano, lo guardo con occhi supplici, ma lui non risponde al mio sguardo interrogandomi con gli occhi, come per dirmi: “Allora? Guarda che sto aspettando”. Capisco quindi che niente potrà farlo recedere dalla sua volontà di sentirmi dire, quello che non voglio dire, per cui cercando di fare breccia nel suo cuore gli dico:

“Ti prego Michael, non chiedermi questo.”

Ma lui, puntiglioso e determinato mi risponde:

“E perché non dovrei chiedertelo, visto che tu poco fa lo hai chiesto a me? Perché tu puoi fare certe domande ed io no?”

Con un sospiro, mi rassegno ad affrontare il discorso, forse più doloroso della mia vita, senza però prima avergli detto:

“Ok, ne parliamo, ma prima voglio andare a mettermi qualcosa addosso, sono praticamente nuda ed ho freddo.”

Lui mi guarda, dalla testa ai piedi e mi fa un cenno con la testa di assenso, ma senza modificare il suo sguardo, che potrei definire, distante ma intenso.

Mi avvio verso il mio appartamento, non ho tempo per riflettere su ciò che è accaduto e su quello che succederà tra poco, mi infilo gli abiti che avevo indossato prima dell’invito a cena, cerco alla meno peggio di togliermi i segni del pianto dal mio viso e torno di là da lui, che nel frattempo si è infilato un t-shirt bianca e mi sta aspettando seduto sul divano, mentre io mi siedo di fronte a lui su una poltrona e gli chiedo se può versarmi una Vodka, lui si alza senza parlare e ritorna con un bicchiere riempito a metà, me lo porge dicendo:

“Ecco la tua Vodka.”

Si risiede esattamente dove era prima, con le braccia incrociate e mi fissa di nuovo con il sopracciglio alzato, in un’espressione di attesa.

Io, bevo pochi sorsi e riacquistando un po’ di sicurezza, solo parvente, gli chiedo:

“Ok. Allora che cosa vuoi sapere esattamente?”

Lui, gira gli occhi di lato e si morde le labbra, capisco che si sta davvero innervosendo, così dopo qualche attimo, con una voce bassa ma scandendo bene le parole, ribatte:

“Lo sai perfettamente cosa voglio sapere, non te lo ripeterò più, solo per darti la soddisfazione di sentirmelo dire.”
Allora, facendomi finalmente coraggio gli dico:

“Ok. Tu sai perfettamente che io ho una figlia piccola, che mi sta aspettando in Italia, quindi io non posso non partire e se tu, davvero mi ami, come dici, questa cosa non me l’avresti dovuta chiedere, perché io a te, una cosa del genere non l’avrei mai chiesta, sapendo quanto tu ami i tuoi figli.”

Lui, sempre fissandomi, con lo stesso tono di prima replica:

“Io non ti ho chiesto di non partire per sempre, io avrei voluto solo che tu potessi rimandare la partenza di qualche giorno, perché desideravo che tu venissi a casa nostra, solo per un pochino. In fondo, tua figlia non è sola, in questo momento è con il padre, che suppongo, per quanto possa essere spregevole con te, ami sua figlia, allo stesso modo in cui la ami tu. Ma non è questo il punto, non è rimandare la partenza di pochi giorni che può risolvere una situazione. Quello che vorrei sapere è se tu sei disposta ad esempio, quando è possibile, certo, a venire tu da me per dei periodi anche con lei, o ad incontrarci magari in qualche altro posto, per stare assieme. Ma da quello che tu mi ha detto ho capito che per te è persino impossibile poter fare questo, perché hai paura che il tuo ex marito possa fare qualche azione legale per portarti via la bambina. Io mi sono offerto di aiutarti, ma tu mi hai risposto che nessuno può farlo e che devi risolvere questa questione da sola. Ok, io non voglio mettermi in mezzo, ma quando io ti ho parlato di aiuto, intendevo un aiuto legale. Io sono assistito dai migliori avvocati d’America e loro, che trattano anche questioni internazionali, avrebbero saputo consigliarti come fare, o indirizzarti verso i migliori d’Italia in questo campo, per farti risolvere questa faccenda. Io non conosco le leggi italiane, ma a me sembra assurdo che tu non possa rifarti una vita, o decidere di fare un viaggio all’estero con tua figlia, solo perché tuo marito ti minaccia di toglierti qualsiasi diritto su di lei. Scusami ma lo trovo pazzesco, perché se è davvero così, vuol dire che tu, finchè lei non sarà grande, sarai prigioniera dei suoi ricatti. Io non posso credere che non ci sia una via d’uscita. Non lo dico per me, perché desidero che tu stia con me, ma per te, perché che io ci sia o no, tu avrai questi problemi sempre.”

Mentre lui parlava, la mia determinazione nel fargli capire che io una cosa del genere non avrei mai potuta farla, comincia a vacillare, perché in fondo quello che mi aveva detto era sacrosanto, ma questo mio problema, seppur enorme, era anche aggravato dai problemi che una relazione con lui, poteva comportare, per cui più ammorbidita gli rispondo:

“Ok Michael, su quello che hai detto posso darti ragione, ma ammesso che io risolva questa situazione al meglio, resta comunque il fatto che le nostre vite sono talmente diverse e lontane, non solo geograficamente. Tu sei una super-star e fai una vita da super-star, ed è giusto che sia così, ma io sono una che ha una vita normale, sono una donna normale, non sono nessuno. Tu, viaggi in continuazione per il mondo, stai tre giorni da una parte, due da un’altra, sei invitato ovunque, hai amici di fama mondiale, sei ospitato da Capi di Stato, Presidenti, Re e Primi Ministri, persino le altre celebrità, al tuo cospetto scompaiono, perché se tu vai da qualche parte, la folla è tutta per te. Io so, e non dirmi che non è vero, che al tuo fianco non potrò mai comparire, io so per certo che la nostra relazione dovrà essere nascosta agli occhi di tutti e dovremmo sempre nasconderci come ladri, per poter passare magari solo qualche ora assieme. Sono altrettanto sicura che a lungo andare, il fatto di poterci vedere sporadicamente, ti stancherà. Tu hai modo di incontrare donne molto più belle, giovani, interessanti e colte di me, che non hanno tutti i problemi che ho io, e forse quando qualcuna di queste, ti farà di nuovo perdere la testa, o ti interesserà molto di più di quanto possa fare io, tu mi abbandonerai, lo so è così, è inevitabile, ed io resterò di nuovo sola, e mi distruggerò nel tuo ricordo. Michael io ho sofferto troppo, nella mia vita e non voglio soffrire ancora, perché se questo che io credo, dovesse accadere, io potrei morire dal dolore e questo perché ti amo profondamente, come non ho mai amato nessuno prima d’ora, tu sei e sarai il mio grande amore…………..”

Qui mi devo interrompere perché la commozione mi sta di nuovo sovrastando, e mi accorgo che adesso anche lui ha abbassato gli occhi, ma cercando di trattenere il pianto, con voce rotta proseguo:

“…………..e tra tre giorni quando partirò, il mio cuore si spezzerà per il dispaicere, ma perlomeno potrò continuare a vivere nel ricordo di questi bellissimi momenti passati con te, che nessuno può portarmi via……..”

Mi fermo di nuovo portandomi una mano davanti gli occhi, per cercare di controllarmi.

Lui è rimasto silenzioso per tutto il tempo, ascoltando senza fare alcun movimento, poi lentamente mi guarda con occhi pieni di sofferenza e mi dice:

“Hai ragione, io non sono in condizione di poterti dare nessuna garanzia. Io ti amo molto, adesso è così, ma non so cosa accadrà tra sei mesi, un anno, o forse anche meno o più tempo, non lo so. Io ho appena affrontato un divorzio, il secondo, e faccio una vita che è al di fuori di qualsiasi schema. E’ più il tempo che passo negli alberghi che a casa, quindi non so nemmeno dirti ora quando potremmo incontrarci, dove e per quanto tempo. Se tu hai bisogno di certezze, io per ora non posso dartele, e non so nemmeno se potrò mai dartele, mi rendo conto che questo può essere inaccettabile, ma voglio dirti questo. Quando tu hai sposato il tuo ex, tu eri sicura di lui e lui di te, ma le cose poi non sono andate come pensavi, quindi cosa serve averle, se poi è la vita che molto spesso decide per noi? Un’altra cosa, perché io con te voglio essere sincero fino in fondo. E’ vero quello che dici, sicuramente la nostra relazione resterà segreta, deve restare segreta, per due motivi. Il primo fra tutti è che se solo i media venissero a sapere una cosa del genere, la tua vita sarebbe distrutta, questi sono capaci di andare a scavare nel tuo passato, per sapere chi sei, da dove vieni e se la relazione con me, sia vera, o costruita, se lo fai per amore o per interesse, ma non solo la tua vita sarebbe distrutta, ma anche quella delle persone che ti sono intorno, a te care, perché sono capaci di inventarsi le cose peggiori e ti garantisco, per quel poco che ti conosco, perché io l’ho vissuto sulla mia pelle, che questa pressione tu non la sopporteresti. Saresti inseguita, fotografata, non avresti più un attimo di libertà, dovresti guardarti sempre attorno per vedere se c’è qualche paparazzo, pronto a spiare qualsiasi tuo movimento. Diventerebbe per te una vita d’inferno. Io ormai ci sono abituato, ma tu non reggeresti allo stress e saresti tu a mettere fine a questa storia. Poi il secondo motivo è che io voglio tenere la mia privata al di fuori della curiosità dei media, ormai non tollero oltre la loro invadenza, mi fa star male, mi soffoca, mi toglie l’aria, quindi io farò il possibile affinchè questa cosa non trapeli e tu devi fare altrettanto, perché ti ripeto, e su questo puoi credermi sulla parola, che altrimenti per te, ma anche per tua figlia, sarebbe un inferno. Non c’entra niente il fatto che io frequenti tutte persone importanti, con il voler tenere nascosta qualcosa a cui tengo molto, non lo faccio perché non voglio che si sappia che ho una relazione con una donna normale, che non sia una celebrità, perché se pensi che sia questo il motivo, allora di me non hai capito proprio niente. Poi parlavi di altri incontri che io potrò fare, e tra queste ci saranno sicuramente donne più giovani, belle, etc. etc. Tu credi che fino ad ora io non le abbia mai incontrate? Tesoro, si può dire che, ovunque io vada, venga accolto oltre che dalle autorità, anche da un nutrito stuolo di belle donne, messe apposta lì per rendere il tutto più piacevole, e visto che già un'altra volta abbiamo fatto questo discorso, ma forse tu non l’hai compreso bene, oppure io non mi sono espresso bene, ti ripeto che io in una donna cerco altro. Ma poi ti chiedo, cosa ti fa pensare che anche a te non potrebbe succedere di innamorarti di un altro uomo? Anch’io potrei dirti le stesse cose, potresti stancarti anche tu di una relazione così difficile da coltivare per la distanza, per le nostre vite così diverse, o tu ti reputi immune da questa possibilità. E’ vero che il mio stile di vita, il mio lavoro mi offre più possibilità, ma queste opportunità io le ho sempre avute, e quante relazioni tu conosci mie? Non dico quelle accertate, ma anche presunte, si possono contare sulle dita di una mano, il che significa che non sono il tipo che lascia un cuore infranto ovunque vada. Quindi amore mio, da questo punto di vista siamo esattamente alla pari, se questo è quello che ti preoccupa. Tu mi hai detto che non vuoi soffrire più, lo so e ti capisco, ma tu pensi che invece io lo voglia fare? Tu pensi veramente che quando tu volerai in Italia, sarà solo il tuo cuore a spezzarsi? Tu credi, solo perché io mi chiamo Michael Jackson, che non abbia gli stessi sentimenti di tutti gli altri esseri umani e che il distacco da una persona, che io amo molto e che ammiro e stimo profondamente sia meno doloroso per me. Beh certo, in fondo io ho i miei figli, il mio successo, la mia carriera strepitosa, i miei milioni di fans, quindi secondo te, grazie a tutte queste cose, che sono è vero, una benedizione del cielo, io abbia meno tempo per pensare, che tu sei lontana, mentre ti vorrei vicina a me, per abbracciarti, baciarti, fare l’amore con te. Ah, dimenticavo, se proprio avessi il desiderio di fare l’amore, potrei farlo con chiunque io voglia, basta che schiocchi le dita, così, in fondo sono Michael Jackson, basta chiedere! Questo è quello che tu pensi di me, vero? Non che anch’io possa invece desiderare di fare l’amore solo con l’unica donna che vive dall’altra parte del mondo? Qualora tu non te ne fossi accorta, per me fare l’amore, non è solo una questione di sesso, non l’ho mai visto come uno maniere per poter sfogare i propri istinti, per me è l’unione di due anime, oltre che di due corpi, io mi devo sentire coinvolto, affettivamente, emotivamente, spiritualmente e mentalmente, altrimenti preferisco non farlo. Sono stato anche lunghi periodi senza, non è così importante se alla base non ci sono queste cose. Ti sembrerà impossibile, ma io l’ho sempre pensata così, per cui se questi sono i tuoi dubbi, levateli dalla testa. Spero di averti chiarito le idee finalmente. Ora sta a te decidere e mi auguro, per me, per te, per noi, che tu non voglia mettere fine a tutto questo, perché ora………..”

Si ferma, e deglutisce per ricacciare, anche lui, indietro la commozione, poi abbassando ancora di più il tono di voce, quasi bisbigliando, prosegue:

“………………perché, il mio dolore sarebbe……insopportabile.”

Mentre lo guardo, portarsi la mano davanti agli occhi, l’unica cosa a cui riesco a pensare è che lo amo cos’ tanto che non posso e non voglio distaccarmi da lui, quindi a bassa voce, lo chiamo:

“Michael, guardami, ti prego, resterò un altro po’ con te.”

Lui è il più forte, ha vinto di nuovo.
malabi
00mercoledì 23 giugno 2010 03:51
Re:
mimma58, 22/06/2010 11.00:

idem.anche se mi sono iscritta da poco vi seguo da parecchio.Quindi auguroni




Grazie mimma e ben arrivata.
manu 62
00mercoledì 23 giugno 2010 06:34
Mamma mia!Io sono incantata dal modo in cui scrivi!Sono senza parole...Certo che la "requisitoria" di Michael ti ha spiazzato eh?!E' stato onesto,lucido e sincero e io...lo adoro!E adoro anche te che hai deciso di restare!E non ha vinto lui...ha vinto l'amore che provate l'uno nei confronti dell'altro...
manu 62
00mercoledì 23 giugno 2010 06:35
Re: Re:
malabi, 23/06/2010 3.51:




Grazie mimma e ben arrivata.


Ben arrivata Mimma anche da parte mia.

shamona
00mercoledì 23 giugno 2010 08:54
Oh Lalli ... [SM=x47964] ...
SusannaM.
00mercoledì 23 giugno 2010 09:19
Brava, è un'altalena di emozioni fortissime, uno stress senza fine........
BEAT IT 81
00mercoledì 23 giugno 2010 09:35
Oh Lalli che emozione....sei pazzesca, davvero, il tuo modo di narrare e stupendo e tutte le volte è come essere lì nela stanza con te e Mike. La requisitoria di Michael è sincera, forte, vera, sono parole che colpiscono dritto il cuore e non è vero che ha vinto lui, ha vinto il vostro Amore che è così forte e bellissimo e che dovete proteggere e portare avanti con le unghie e coi denti. Lalli sei davvero grandiosa!!!! Nn vedo già l'ora di leggeer il seguito ;-))))). Bacione grosso Sara
malabi
00mercoledì 23 giugno 2010 14:43
Grazie ragazze, questo capitolo mi è costata fatica scriverlo perchè mi sono commossa per davvero.

Sono giorni tristissimi e oltretutto ogni sera ho le prove per il teatro, però cercherò di fare il possibile per proseguire.

Vi bacio tutte.

lalli
SusannaM.
00mercoledì 23 giugno 2010 14:52
Fai con calma, non essere triste, Lui è vivo nei nostri cuori.
BEAT IT 81
00mercoledì 23 giugno 2010 15:56
Re:
malabi, 23/06/2010 14.43:

Grazie ragazze, questo capitolo mi è costata fatica scriverlo perchè mi sono commossa per davvero.

Sono giorni tristissimi e oltretutto ogni sera ho le prove per il teatro, però cercherò di fare il possibile per proseguire.

Vi bacio tutte.

lalli




Grazie a te Lalli, come sempre.....X il prox capitolo tranquilla, non scapicollarti, posta quando riesci, ok? Tanto noi aspettiamo [SM=g27822] . Bacione grosso Sara
dirtydiana66
00mercoledì 23 giugno 2010 21:00
grazie Lalli, come sempre mi hai fatto emozionare, va tranquilla posta quando puoi .
in bocca al lupo per lo spettacolo
un abbraccio
shamona
00giovedì 24 giugno 2010 10:02
Passavo per darti il buongiorno ... [SM=x47938] .
Ciao.
malabi
00domenica 27 giugno 2010 06:57
Ragazze sono le 7 di mattina e ancora devo andare a dormire. Sono giorni durissim, in più sono tristissima.

Sappiate che vi penso e spero al più presto di proseguire con la mia storia che oerò vorrei continuare a scrivere quando sarò un po' meno triste.

Baci a tutte.
manu 62
00domenica 27 giugno 2010 07:39
Re:
malabi, 27/06/2010 6.57:

Ragazze sono le 7 di mattina e ancora devo andare a dormire. Sono giorni durissim, in più sono tristissima.

Sappiate che vi penso e spero al più presto di proseguire con la mia storia che oerò vorrei continuare a scrivere quando sarò un po' meno triste.

Baci a tutte.


Tranquilla Lalli...ti capisco benissimo...A presto!Un abbraccio.

shamona
00domenica 27 giugno 2010 09:00
Fai con calma.Un bacione.
malabi
00domenica 27 giugno 2010 18:09
49° Capitolo.

Appena pronunciate queste parole, lui mi guarda, sorride, allarga le braccia e mi dice:

“Dai, viene qui da me.”

Mi alzo e lui mi fa sedere, sopra le sue ginocchia, abbracciandomi forte, come se mi stesse cullando, poi con il viso appoggiato sulla mia spalla, aggiunge sospirando:

“Grazie amore mio, questo il più bel regalo che tu mi potessi fare, domani, quando saremo a LA ti farò conoscere i miei figli, poi se tu potrai, dopodomani partirai con noi per Neverland. Altrimenti ti manderò a prendere con la macchina il giorno dopo.”

Mi dice queste cose con un tono sollevato, allegro, ma io sto già pensando a come fare per aggiustare questo pasticcio in cui mi sono cacciata, anche perché non so se potrò tenere fede alla mia promessa, per cui, per non dargli completamente delle false speranza che poi per motivi di causa maggiore dovrò disattendere, mi affretto a precisare:

“Amore mio, voglio dirti però una cosa, ma ti prego di farmi parlare fino alla fine perché devi ascoltare e capire bene.”

Lui, cambiando espressione e con un tono più serio mi risponde:

“Ok. Dimmi, cosa c’è? Hai già cambiato idea?”

Sospirando, mi divincolo dal suo abbraccio e mi accomodo meglio per guardarlo, dritto negli occhi, perché voglia che lui capisca che quello che sto per dirgli è la verità, per cui comincio a parlare:

“Mike, ascolta, io farò del tutto per poter restare qualche giorno in più, ma non posso garantirti che questo sarà possibile………”,

Vedendo che lui già alza gli ochhi al cielo e serra le labbra, capisco che questo discorso non gli piace, però, prendendo il suo viso tra le mie mani, lo costringo a guardarmi e proseguo:

“Ti prego, ti ho detto di farmi finire, e guardami, perché voglio che tu mi guardi. Amore, intanto io dovrò dire a mio padre che dovrà affrontare un viaggio di 13 o 14 ore in aereo da solo, e questo già costituisce un problema, un grosso problema, perché lui ha una paura fottuta dell’aereo e uno dei motivi per cui mi ha chiesto di venire a Los Angeles, è proprio questo, perché non vuole viaggiare da solo, quindi questa cosa non gli piacerà e mi farà un sacco di storie, inoltre devo convincere mio padre, oltre che a questo anche a dire a tutti che io sono restata qui, per una scusa valida, validissima, altrimenti in Italia, di questo ne sono certa si scatenerebbe l’infermo, non tanto al lavoro, che sarebbe il meno dei miei guai, ma soprattutto con il mio ex-marito, che comincerà a piantare delle grane infinite, e l’unico scusa plausibile è che io stia talmente male da non essere in condizioni di poter viaggiare. Quindi mi dovrà inventare un malanno e mio padre dovrà accettare di reggere questa bugia, con tutti, perché dovrà essere lui a telefonare, visto che io sto male e non lo posso fare. Inoltre dovrò anche inventarmi che, necessariamente, stando io poco bene, non potevo essere certo lasciata da sola in albergo, quindi devo essere ospitata, perlomeno, questo è quello che dovrò dire, da qualcuno abbastanza amico, perché, il mio ex, con la scusa che mi figlia vorrà parlarmi, mi subisserà di telefonate, anche per sapere quando tornerò, perché lui mi dirà che non può più tenere la bambina, che non può chiedere altre ferie dal lavoro e cose di questo tipo. Forse per te sentire questi discorsi è assurdo, perché tu fai una vita in cui puoi disporre liberamente del tuo tempo, puoi decidere se partire, restare, rinviare, ma la gente comune, purtroppo, deve combattere giornalmente con questi problemi. Quindi, amore mio, io ci proverò, farò il possibile, cercherò di convincere papà a darmi una mano, ma se lui si rifiuta io devo partire, perché altrimenti i miei problemi sarebbero centuplicati. E non ultimo, ma certo non per importanza, c’è mia figlia, che è vero che è ancora piccola e non ha molto chiara la cognizione del tempo, ma sicuramente farà delle storie, perché già lo so, suo padre, già da oggi, magari per tranquillizzarla le starò dicendo, che io arriverò presto. Capisci Michael, perché non posso promettertelo al cento per cento?”

Lui ora, sta guardando da un’altra parte, ha tolto le braccia dalla mia vita e le ha appoggiate spalancate sulla spalliera del divano, lo guardo di profilo ed ha un’espressione dura, corrucciata, e fa un movimento serrato, con la mascella, so perfettamente che è contrariato ed innervosito, infatti dopo che io ho smesso di parlare, non replica nulla, poi senza guardarmi, facendo l’atto di volersi alzare, mi fa capire che mi devo spostare da quella posizione, mi alzo in piedi, sempre guardandolo, ma lui evita il mio sguardo come la peste, per cui, mentre si dirige, verso la sala da pranzo, mi dice parlandomi di spalle con un tono che non ammette repliche:

“Ok. Allora quando avrai risolto tutti questi problemi, mi farai sapere quale sono le tue decisioni. Ora vado a letto perché sono le 3 di notte, è tardi e domani devo essere in piedi presto per partire. Buona notte.”

Si avvia con passo deciso verso la sua camera, lasciandomi in piedi, qua al centro del salone, come una cretina, senza degnarmi di uno sguardo, senza mostrare di aver compreso le mie angosce, le mie perplessità, i miei problemi veri, non immaginari. Tuttavia, se la mia prima reazione a questo suo comportamento è stata di sorpresa lasciandomi completamente incapace di reagire, vedendolo sparire al’ di là dell’arco che conduce alla sala da pranzo, gli vado dietro cercando di raggiungerlo, e arrivata vicino, sono io ora che lo prendo per un braccio cercando di fermarlo per farlo ragionare, so che se adottassi un atteggiamento aggressivo, non riuscirei che a peggiorare la situazione, per cui, con delicatezza, lo prendo per un braccio, e parlandogli con estrema dolcezza, come si fa con un bambino, gli dico:

“Michael, perché fai così, perché ti sei arrabbiato, io ti stavo solo spiegando le mie difficoltà. Perché ti comporti così?”

Lui però, con un movimento del corpo, cerca di allontanare il braccio dalla mia mano e squadrandomi dalla testa ai piedi, come se guardasse uno scarafaggio, mi sillaba, tra i denti:

“Voglio andare a dormire, ora.”

Di nuovo mi gira le spalle e scompare dietro la porta della sua camera, che chiude, sbattendola quasi, lasciandomi sola con il la mia frustrazione, la mia rabbia e il mio dolore.

Ormai non posso fare più niente e so per certo che se solo osassi entrare nella sua stanza da letto, potrei scatenare il putiferio, quindi ritorno sui miei passi, non riuscendo nemmeno a piangere per quanto sono arrabbiata.

Ancora una volta, è ritornato ad essere il Michael Jackson a cui non si può dire di no, mi chiedo quindi quanto valga davvero la pena, che io stravolga la mia vita, mettendo a rischio persino i miei affetti più cari, per un uomo, che seppur amo da impazzire, non mostra la minima comprensione per quelli che, io ritengo essere i miei problemi primari.

Arrivata nel mio appartamento, mi siedo sul letto per cercare di raccogliere le idee, in questo momento non so se nei miei sentimenti prevalga il dolore o la rabbia, quindi resto quasi in stato catatonico, lasciando che i miei pensieri fluiscano in me senza controllo, rivivendo attimo per attimo queste due giornate straordinarie, per intensità di emozioni provate con lui; ripenso ai nostri momenti di intimità e il loro ricordo, mi provoca una fitta al basso ventre da togliermi il respiro, ma ripenso anche ai momenti di incomprensione ed agli scontri durissimi che tra noi ci sono stati, fino quasi a volerci distruggere ed annientare l’uno nel dolore dell’altra, tentando in questo modo di esorcizzare entrambi e ciascuno per sé stesso la propria sofferenza.

Ancora una volta devo ammettere con me stessa, che questa cosa è stata, è e sarà una follia, ed io non posso permettermi più di viverla, per cui, dopo aver lasciato che la rabbia lasciasse il posto alla rassegnazione, alzo il telefono per chiedere alla reception di passarmi la suite di Andrea, in questo momento l’unico a cui posso aggrapparmi per ricevere un po’ di conforto al mio cuore martoriato.

Dopo prolungati squilli, sento la sua voce, impastata dal sonno, che risponde:

“Hallo?”

Io, che non appena sento la sua voce, profonda e amica, non riesco più a trattenere le lacrime, gli dico:

“Andre, scusa, lo so che è un orario indecente, ma ho bisogno di te.”

E lui, cercando di risvegliarsi completamente, ma ancora un po’ impastato, mi chiede con tono preoccupato:

“Tesoro, che succede? Avete litigato vero?”

A questo punto, non riesco più a trattenere i singhiozzi e piangendo disperatamente ed irrefrenabilmente cerco di spiegargli quello che è successo, ma lui facendo fatica a capire il mio racconto, cerca per prima cosa di calmarmi, con parole piene di affetto, che io sto mendicando praticamente, per lenire la pena e la solitudine che alberga in me, e co un tono dolcissimo mi dice:

“Lalli, ti prego non fare così, calmati e cerca di spiegarmi bene, perché altrimenti se piangi così a dirotto non riesco a capire nulla di ciò che mi stai dicendo. Calmati tesoro, ti prego.”

Tirando su con il naso e tentando di recuperare un controllo che non ho, comincio a raccontare quello che era appena successo, tentando di far comprendere anche ad Andrea le mie ragioni, che nemmeno a dirlo, vivendo anche lui un vita riservata alla maggior parte degli esseri comuni, capisce perfettamente, e dopo avermi lasciata sfogare ribatte:

“Ok. Ho capito tutto. Ovviamente sarebbe superfluo dire che me l’aspettavo, perché sarebbe come infierire, e in questo momento è l’ultima cosa di cui tu hai bisogno. Ti chiedo solo, cosa hai intenzione di fare?”

Cercando di farmi coraggio nel pronunciare queste parole, che so essere in qualche maniera la mia condanna a morte, rispondo:

“Non voglio tornare con lui a LA, perché se solo lo rivedo, non sarò più capace di fare nulla. Tu a che ora hai il tuo volo?”

“Alle 10 di domattina.”

“E’ troppo tardi per me, io devo essere fuori di qui prima delle 6, ammesso che possa uscire, visto che la sicurezza ha le chiavi di questa prigione dorata. Comunque questo è l’ultimo problema, perché non credo che possano permettersi di impedirmi di andare via quando voglio. In ogni caso io cercherò di prenotare un volo prima, perché voglio lasciare Las Vegas il più in fretta possibile.”

Andrea, allora mi suggerisce, di chiamare subito la reception per farmi prenotare il primo volo disponibile, che però a suo avviso, considerati i tempi di trasferimento all’aeroporto, non potrà essere prima delle 7/7,30, ed aggiunge di fargli sapere subito cosa trovo, così lui tenterà di anticipare il suo volo, per farmi compagnia.

Lo ringrazio dal profondo del mio cuore e gli dico che è davvero una persona stupenda ed un amico come ce ne soni pochi, poi mentre sto per attaccare, mi domanda:

“Lalli, tu ti rendi conto di cosa scatenerà tutto questo, vero? Sei ben certa di voler agire così, perché io credo, che questa, il tuo Michael, non te la perdonerà, perché per quel poco che ho capito di lui, tu gli stai facendo un affronto grosso e non credo che lui ci passerà sopra tanto facilmente. Tu rischi davvero di perderlo definitivamente e di non vederlo mai più per tutta la tua vita.”

Le parole di Andrea, sono gocce di veleno, che stanno ancora di più intossicando la mia anima lacerata, e con la morte nel cuore, rispondo:

“Lo so, Andre. Ma forse è meglio così, tanto prima o poi questa storia sarebbe finita ed è meglio farlo adesso, prima che tra di noi ci si possa legare più di così, ammesso che io possa esserlo ancora di più di quanto lo sia ora, ma ci sono troppe complicazioni, troppe diversità, troppa distanza. Io sto solo anticipando i tempi, in maniera drastica è vero, ma credo che lui, si riprenderà abbastanza presto da questa avventura, ed io, dal canto mio, tornando in Italia, alla mia vita, spero di poter superare, col tempo, questa sofferenza. Ma adesso chiudo, altrimenti non riesco a fare in tempo per la prenotazione. Ciao a dopo.”

Appena interrompo la comunicazione con il mio amico, chiamo la reception per chiedere di prenotarmi, se possibile, un volo per Los Angeles a mio nome, nell’orario convenuto con Andrea. L’uomo dall’altra parte del telefono mi dice che farà il possibile e mi richiamerà a breve.

Finito di parlare con lui, in fretta tiro fuori la mia borsa da viaggio e ci ficco dentro le poche cose che mi ero portata, per il mio breve soggiorno, poi, raccolgo i pochi oggetti dal mio comodino, compreso il Rolex, che ripongo nella sua custodia, cerco nello scrittoio dello studio della carta e una penna per lasciare un biglietto vicino alla scatolina, che lascio sul tavolo del salotto della mia suite, dove mi siedo cercando di trovare le parole adatte a vergare una lettera d’addio, quindi comincio a scrivere:

“Mio caro ed amato Michael, torno a Los Angeles, con il primo volo disponibile, quando tu, leggerei queste mie poche righe, io non sarò più qui. Dopo la discussione di questa notte ho capito che davvero, io non sono in grado di poter reggere ai nostri forti contrasti caratteriali, che purtroppo a volte diventano insormontabile, e tu, soprattutto, di tutto hai bisogno tranne che di vivere, seppur brevemente, una relazione così problematica e poco tranquilla, come quelle che hai di sicuro con me. Dal canto mio, io non riesco a distaccarmi dai miei problemi, che se ai tuoi occhi possono sembrare stupidi e risolvibili, per me invece diventano a volte insormontabili, perché spesso mi mancano le energie necessarie per poterli superare, visto che è tutta una vita che combatto contro di loro, e la stanchezza ormai prende il sopravvento. Parto con la morte nel cuore, questo voglio che tu lo sappia e mai finirò di ringraziarti per i momenti di pura felicità, mai provata prima, che io ho passato con te. Qualsiasi cosa accadrà, da questo momento in poi, tu sei e sarai il più grande amore della mia vita, vorrei che tu, fossi sicuro e convinto di questo. Io ti ho amato e ti amerò da morire e se me ne vado così, è solo per proteggere te e me da questo amore, che potrebbe distruggere entrambi. Ti amo da impazzire. Per sempre tua.”

Piego diligentemente in due il foglio sul quale ho scritto, e lascio sopra di esso la scatolina del Rolex.

Torno poi in camera da letto per finire di raccogliere le mie cose, aspettando la chiamata dalla reception che mi annunci la conferma della prenotazione, che arriva infatti dopo qualche minuto, rispondo con una voce da oltretomba e sento l’uomo che mi dice:

“Signora, c’è la disponibilità di un volo sulla US Airways per le 7 di questa mattina, dal Mac Carran, che arriverà a Los Angeles alle 8,10, per lei va bene? Perché ho la compagnia in linea e devo confermare.”

Come un condannato a morte che sta aspettando l’iniezione letale, spingo lo stantuffo della siringa in vena e rispondo:

“Ok, va bene, può confermare. Grazie.”

Ecco è fatta, ho attraversato il punto di non ritorno, per cui come un automa, chiamo Andrea per comunicare anche a lui la mia conferma, il quale mi dice, che cercherà di spostare il suo volo per poter viaggiare con me.

Mentre mi guardo intorno per vedere se ho lasciato qualcosa, vedo la mia logora t-shirt, la guardo mentre mi ritorna alla mente la notte in cui lui l’aveva indossata, mentre io la cercavo disperatamente, e capisco che non posso prenderla su, perché la sola sua vista mi scatenerebbe tali e tanti dolorosi ricordi, che renderebbero la mia pena ancora più straziante, per cui ripiegandola con cura, lascio anche questa accanto all’orologio, sul tavolo del salotto.

Andrea dopo qualche minuto mi chiama per confermarmi che è riuscito a spostare il suo volo. Ma non solo ha trovato anche un posto vicino al mio, quindi mi dice:

“Lalli, dobbiamo essere alle 5,30 massimo alle 6 meno un quarto in aeroporto, ce la fai per le 4,30 ad essere nella hall?”

Gli rispondo che sono praticamente pronta e uscirò dalla suite tra 5 minuti, lui mi saluta e mette giù.

Prendo la mia borsa da viaggio, me la metta a tracolla, insieme alla mia borsetta, do un’ultima occhiata a quello che è stato

il luogo dove l'incanto e il sogno si incontrano, dove la logica si confonde, dove il cuore si lascia trasportare....un luogo che non vorresti mai lasciare.


e apro la porta per uscire sul corridoio dove un uomo della sicurezza vedendomi con la valigia in mano, mi guarda stupefatto e mi chiede:

“Scusi miss, ma dove sta andando?”

Ed io dissimulando qualsiasi tipo di tristezza e con un tono il più naturale possibile gli rispondo:

“Non riesco a dormire, vado giù al bar a bermi qualcosa, in camera da sola mi sto annoiando.”

L’uomo mi guarda un po’ insospettito e mi dice:

“Ma può lasciare il bagaglio in camera, ce ne occuperemo noi al momento della partenza.”

Con sguardo finto complice gli rispondo:

“No, perché ci sono cose, ehm tipicamenti femminili che potrebbero servirmi.”

Lui facendo un sorriso d’intesa si risolve finalmente ad accompagnarmi all’ascensore per condurmi nella hall, dove appena arrivata, mi saluta dicendomi:

“See You later.”

Nemmeno gli rispondo e mi guardo intorno per cercare Andrea, lo vedo subito, tanto a quell’ora la hall è semideserta, lui mi dà un bacio sulla guancia, prende il mio bagaglio e ci avviamo insieme verso l’uscita dell’albergo dove il portiere immediatamente fischia ad un taxi di passaggio. Entrambi saliamo a bordo, il mio amico dice all’autista la nostra destinazione e il taxi si avvia per le strade di Las Vegas, mentre io mi lascio alla spalle la mia felicità e il mio tormento, per andare incontro al mio unico, immenso e inconsolabile dolore.
Eri_305
00domenica 27 giugno 2010 18:38
nuuu
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