UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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malabi
00domenica 30 maggio 2010 04:13
per coloro che non me l'hanno detto, per favore mi fate sapere se vi è arrivato?
malabi
00domenica 30 maggio 2010 05:16
25° Capitolo

Non appena entro nel bar, Andrea si alza dal suo tavolo, per venirmi incontro, mi prende la mano, me la bacia, dopodiché, guardandomi con occhi ammirati, mi dice:

“Sei una favola. Sei talmente elegante, da far impallidire chiunque questa sera. Quando sei entrata, persino le sedie, si sono rigirate per guardarti.”

Mentre gli sorrido ribatto:

“Sempre il solito esagerato. Comunque anche tu non sei niente male.”

E’ infatti elegantissimo nel suo completo grigio scuro, camicia di seta di un delicatissimo rosa pallido, cravatta di seta grigia con delle sottilissime righine rosa. E’ indubbiamente affascinantissimo ed ho anch’io notato lo sguardo ammiratissimo delle donne presenti quando si è alzato per venirmi a salutare.

Con estrema galanteria mi aiuta ad accomodarmi e mi chiedo cosa prendo da bere. Gli chiedo cosa stia bevendo lui e alla sua risposta gli dico che va bene la stessa sua cosa.

Mentre sorseggiamo i nostri aperitivi, Andrea, con tono tra, il finto preoccupato e l’ironico bonario mi chiede:

“Allora, cos’hai da dirmi di così importante sui tuoi amici. Sto morendo dalla curiosità.”

Cerco di prendere un po’ di tempo per riordinare le idee e dopo un profondo sospiro gli rispondo:

“Andre, so per certo che quello che sto per dirti, ti farà sobbalzare sulla sedia, ma è inutile che ci giri tanto intorno, per cui, ecco……….qui a Las Vegas, sono ospite di………….. Michael……… Jackson!”

Il mio amico, mi guarda con occhi assolutamente sbigottiti e, per qualche secondo, rimane in silenzio con la bocca semi aperta. Cercando poi, di riprendersi dalla sorpresa, mi chiede:

“Ma chi…..? Quel……Michael Jackson,……….. la pop-star? No dai, non prendermi in giro,…………… non è possibile!”

Con estrema serietà rispondo:

“No, non è uno scherzo………E’ proprio lui!”

Lo sguardo di Andrea dallo sbigottito si trasforma in semi-serio e non può fare a meno di domandarmi:

“Scusa, ma tu che c’entri con Michael Jackson. Non avrei mai immaginato che potessi essere una sua fan, io ti ricordavo amante di un certo tipo di musica, un po’ più impegnata, eri anche una rocchettara sfegatata, quindi proprio non posso crederci……………”
Lo interrompo per dirgli:

“Prima di tutto, quando l’ho conosciuto non ero una sua fan, il nostro incontro è avvenuto per caso e, comunque, se prima non lo ero adesso lo sono, perché ritengo che la sua musica possa assolutamente competere con chiunque e, i testi di alcune sue canzoni sono eccezionali. Se non le conosci ti invito a documentarti.
Secondo poi, è una persona straordinaria, malgrado tutto quello che si scriva e si dica sul suo conto. E’ un uomo di una generosità illimitata, ha donato milioni di dollari ad ospedali, fondazioni, enti etc. ha fatto curare ed ha salvato dalla morte molti bambini. Ha talento da vendere, un carisma come pochi e, nel suo lavoro è un artista geniale. E’ intelligente, sensibile, legge moltissimo, è curioso di tutto, ed è un autodidatta, quindi ancora di più apprezzabile rispetto a chi, come noi invece la cultura se l’è fatta sui libri di scuola. E’ un uomo che ha sofferto molto ed ha pagato un prezzo altissimo per il suo successo. E’ gentile, timido ed introverso. E’ stato calunniato, diffamato ed umiliato, ma nonostante questo, non ha perso la speranza che questo mondo possa cambiare e, lavora molto affinché questo avvenga E’ talmente invidiato che molte persone farebbero la ola se potessero vederlo completamente distrutto. Io lo ammiro molto e sono certa che anche tu, quando lo conoscerai ne resterai affascinato.”

Detto questo, sorridendo riprendo a sorseggiare il mio aperitivo.

Andrea, che mentre parlavo, mi osservava con molta attenzione, dopo questa mia arringa mi dice, con tono serio:

“Da come ne parli, direi che tu sia proprio innamorata di lui, ma non per quello che hai detto, che per quanto ne so, potrebbe essere abbastanza vicino alla realtà, ma per il tono di voce che avevi, ti conosco abbastanza bene per dirti, che quelle parole scaturivano non dalla tua testa, ma direttamente dal tuo cuore, anzi sono la voce del tuo cuore, per non parlare poi, dei tuoi occhi………..Quelli no, non mi ingannano. Ricordo bene quello sguardo…………. Erano così appassionati, sognanti e brillanti come stelle e, più andavi avanti nell’elencare le sue qualità, più si illuminavano.”

Le sue parole hanno colto nel segno, per cui non riuscendo a sostenere il suo sguardo scrutatore, abbasso gli occhi, restando in silenzio.

Andrea allora, finendo di sorseggiare il suo drink, sentenzia:

“Se non dici nulla, vuol dire che è così. Quindi avete una storia?”

A questo punto reagisco:

“Non c’è nessuna storia. Siamo solo amici, anche se, non posso nasconderlo, provo molto affetto per lui, moltissimo.”

Lui però, non lasciando la presa, ribatte:

“Il che tradotto, significa che ne sei innamorata.”

Guardandolo dritto negli occhi con aria di sfida, replico:

“Anche se così fosse, che ci trovi di strano? Perché non potrei innamorarmi di uno come Michael Jackson?”

Lui accettando la sfida, risponde:

“Per come ti conosco, no. Non tu.”

“E perché, se è lecito?”

“Perché il suo personaggio rappresenta tutto quello che hai sempre combattuto. La ricchezza, il lusso sfrenato, il potere dei soldi, l’apparire invece che l’essere, il narcisismo, le manie di grandezza, la mitomania, la vacuità di un mondo fatto solo di immagine………………..”

Lo interrompo bruscamente per dirgli:

“Sì, ma per conoscere davvero una persona, non ci si può fermare alle apparenze. Bisogna andare oltre e leggere nell’anima e, t’assicuro che la sua, è bellissima.”

Lui a questo punto ribatte:

“Quello che dici sarà senz’altro vero, ma lui è anche tutto il resto. Non puoi prescindere da questo.”

Non posso fare a meno di aggiungere con veemenza:

“Comunque questa discussione è inutile, perché t’ho detto che tra noi c’è solo una grande amicizia e stima reciproca.”

Andrea guardandomi con un’espressione ironica, aggiunge.

“Sarà! Quindi, ti ha invitato a Las Vegas per amicizia?”

Con una faccia di bronzo, mentendo spudoratamente, rispondo:

“Certo. Possibile che voi maschi, dobbiate sempre pensare che se un uomo invita una donna da qualche parte, sia solo perché vuole portarsela a letto? Possibile, che tu abbia ancora questa mentalità, così tipicamente italiana, da pensare che tra un uomo e una donna non possa esistere una bella amicizia senza esserci altro?”

Lui ridendo afferma:

“No, tutt’altro, io credo fermamente nell’amicizia tra i due sessi, ma con una come te, permettimi di dire che è un po’ difficile non pensare al resto.”

Per mettere fine a questa conversazione, dico al mio amico che forse è ora di andare, e lui guardando l’orologio mi dice che ho ragione.

Ci alziamo e nella hall, trovo Tommy che ci stava aspettando per accompagnarci su, si avvicina a noi e rivolgendomi ad entrambi, dico:

“Andrea, ti presento Tommy, lui è una delle guardie del corpo di Michael.”

“Tommy, lui è Andrea, il mio amico italiano.”

Si stringono la mano, dopodichè tutti e tre ci avviamo verso l’ascensore.

Mentre stiamo salendo, Andrea mi dice ridendo in italiano:

“Non ci crederai ma sto’ colosso qui vicino mi inquieta alquanto, e sì che io non sono poi così piccolo. Ma questo…………..” gettando un’occhiata di stralcio a Tommy,“………..è davvero notevole come stazza.”

Al che ridendo lo rassicuro:

“Non preoccuparti è tenero come un agnellino………….”

Giunti al piano, mentre attraversiamo il corridoio, sento che la mia agitazione comincia a diventare incontrollabile. Ho le mani che mi sudano ed il cuore in gola perché, da questo momento in poi, non so cosa potrà accadere ma, soprattutto, non so se sarò in grado di gestire la situazione ed in più, sono emozionata come una ragazzina, all’idea di rivedere Michael, dopo quella brusca telefonata.

Il body-guard bussa alla porta e, prontamente un altro marcantonio di pari stazza, apre e subito dopo ci accompagna verso il salone, alla nostra sinistra.

Questo, è un ambiente molto più grande di quello della mia suite, anche se arredato più a o meno alla stessa maniera, con la differenza che il pianoforte è a coda e ci sono più poltrone e divani, disposti in più angoli.

E’ sicuramente più personalizzato, ci sono, infatti, oggetti sparsi che sicuramente non fanno parte dell’arredamento dell’hotel. Dal salone attraverso un grande arco posto al centro della parete si passa alla sala da pranzo.

Non appena facciamo la nostra entrata nella grande sala, Franky, elegantissimo, nel suo completo sportivo, ci viene subito incontro con il migliore dei suoi sorrisi, saluta prima me baciandomi sulle guance e poi con cordialità, tipicamente americana stringe la mano ad Andrea dicendogli, che è davvero onorato di fare la sua conoscenza, lo presento al mio amico, aggiungendo che lui è, appunto, un caro amico di Michael oltre che il suo braccio destro.

In piedi a pochi passi da Franky ci sono altre tre persone, due uomini e una donna, che stanno aspettando di essere presentati.
A quanto capisco, uno dei due uomini è appunto il marito dell’altra signora, entrambi di pelle nera, sulla quarantina anche loro, forse lei un po’ più giovane, di cui riesco a percepire a malapena i nomi e l’altro è un bianco un po’ più attempato.

Di Michael, ovviamente, nemmeno l’ombra.

Terminati i convenevoli delle presentazioni, Franky da perfetto padrone di casa, ci fa accomodare, mentre ci chiede cosa desideriamo bere, per Andrea un gin tonic, ma per me, che ho già la testa che mi gira per il drink preso giù al bar, oltretutto a stomaco vuoto, visto che sono ormai ventiquattro ore che non tocco cibo, un ginger-ale.

Mentre vengono preparati i drink, sento il mio stomaco chiuso in una morsa e, giro gli occhi intorno, disperatamente, per vedere se Michael compare.

Franky, porgendoci i nostri bicchieri, sempre con un sorriso disinvolto, ci comunica che Michael si scusa moltissimo, soprattutto con il mio amico, ma avendo avuto una giornata molto faticosa sta riposando, ma che se se la sentirà ci raggiungerà più tardi, senza però impedire a noi ospiti di iniziare a cenare senza di lui.

A queste parole, il mio cuore ha un tonfo mentre, la morsa allo stomaco, diventa vera e propria nausea.

Lo sapevo, ne ero certa! Sembrava troppo bello per essere vero!
Mi domando, con rabbia sempre più crescente, come ho fatto,ad essere così idiota da non aver preso in considerazione questa possibilità, che ormai conoscendo bene le sue perverse dinamiche mentali, avrei dovuto intuire, per evitare di restare intrappolata, un’altra volta, nei suoi giochetti infernali.

Senza tuttavia commentare le parole di Franky, mi limito soltanto a guardarlo con tutto il disappunto, la rabbia e l’umiliazione che i miei occhi possano esprimere, ma lui, capendo perfettamente, ciò che in quel momento mi sta passando per la testa, aggiunge:

“Miky è davvero costernato ma veramente, se in questo momento non è qui, non è per scortesia verso di te ed il tuo gradito ospite, ma solo per un malessere che spera, gli passerà presto.”

Dopo aver sottolineato questo, ci fa strada verso la sala da pranzo.

Nell’avviarci nell’altra stanza, Andrea dandomi il braccio, non perdendo mai il suo umorismo, mi dice a bassa voce, sorridendo:

“Ci tenevo a conoscerlo, soprattutto perché volevo farmi insegnare il Moonwalk………..mi sono sempre chiesto come faccia a farlo, ma pazienza, sarà per un’altra volta!”

Capendo però, il mio stato d’animo, stringendomi il braccio, aggiunge con dolcezza:

“Dai, non te la prendere, per me non c’è alcun problema, mi gusterò ugualmente la cena, che spero sia all’altezza del personaggio, anche senza la sua presenza.”

Gli rispondo con la voce strozzata:

“Scusa Andre, mi dispiace moltissimo, ho fatto una figura davvero pessima. Sono davvero mortificata.”

Lui, che in quelle parole percepisce tutta la mia sofferenza, cerca di rincuorarmi dicendo:

Lalli, l’importante per me, è passare questa serata insieme, per cui, di chi ci sia o non ci sia, a me non interessa affatto.”

Suggellando poi, questa affermazione, con un bacio sulla guancia, mi strizza l’occhio.

Gli sono grata per la sua galanteria, ma soprattutto per la sua dimostrazione d’affetto, per cui, rendendomi conto che non sia giusto guastargli la serata, mi faccio coraggio, sorrido e ricacciando indietro il malumore, mi accingo a sedermi a tavola, per gustare l’ottima cena, che, indiscutibilmente, è davvero all’altezza del personaggio.

Ci sediamo intorno ad una grande tavola ovale, apparecchiata con vasellame finissimo e stoviglie d’argento per sette persone, ci sediamo disponendoci, tre da una parte e tre dall’altra.

Io prendo posto tra Franky ed Andrea, mentre dall’altro lato del tavolo, la signora di colore tra suo marito e l’altro amico. Il posto a capotavola rimane, per ovvi motivi, vuoto.

Per tutta la durata del pasto, il mio affascinante amico, da grande affabulatore qual è, tiene banco, parlando dei più svariati argomenti, raccontando storie ed aneddoti, riguardanti soprattutto la sua carriera professorale alla Berkeley, che in più di qualche occasione vengono accolti dagli altri commensali, me compresa, con grandi risate e commenti altrettanto divertenti e salaci.

Prima che sia servito il dolce, uno degli ospiti di Michael, si rivolge a me chiedendomi se anch’io fossi qui a Las Vegas per seguire le conferenze sull’economia del terzo mondo.

Rispondo che mi trovo qui solo per una breve visita alla città e che il mio lavoro non ha nulla a che vedere con l’insegnamento.

Al che Andrea, tra il serio ed il faceto, specifica:

“Lei, è quella, che di solito, riesce a far piangere la gente per telefono, soprattutto all’approssimarsi del pagamento delle tasse, infatti molti, quando sentono la sua voce, arrivano a dire che sono morti, pur di non sapere quanto devono pagare!”

A questa battuta tutti rispondono con una risata e l’altro ospite aggiunge:

“Allora immagino che molti la odieranno.”

Lui pronto risponde:

“Ma come si fa ad odiare una simile creatura? E’ impossibile! Sono sicuro che molti dei suoi clienti, maschi naturalmente, ma forse anche no, solo per sentirla e vederla sarebbero disposti a pagare anche il doppio.”

Mentre dice queste parole, con un largo sorriso appoggia la sua mano sulla mia.

Imbarazzata abbasso gli occhi, poiché anche gli altri, in silenzio, stanno osservando il suo gesto affettuoso, quindi, facendo finta di nulla, sfilo la mia mano da sotto la sua, per portarmi il bicchiere alle labbra.

Andrea poi, continua:

“No, a parte gli scherzi, è davvero un peccato che lei non si sia dedicata all’insegnamento universitario, ne avrebbe avuto tutti i requisiti. Era la migliore in assoluto del nostro corso………..”

Si interrompe ridendo per aggiungere a bassa voce verso gli altri, come se stesse confidando un enorme segreto:

“………………….dopo di me ovviamente.”

Divertita, dandogli un piccolo schiaffetto sul braccio, replico con finta aria piccata:

“Bugiardo che non sei altro, non è vero e lo sai benissimo.”

Gli altri che sembrano allegramente coinvolti, da queste scaramucce, vogliono sapere maggiori particolari e Andrea, non facendosi pregare due volte, comincia a raccontare tutti i miei successi universitari, di quanto fossi attiva politicamente all’interno della facoltà, di quanto fossi insopportabilmente battagliera e femminista, di quanto fossi corteggiata dai ragazzi ed invidiata dalle ragazze e, di quanto l’avessi fatto penare, costringendolo a farmi una corte assidua per tre anni, con scarsissimi risultati.

Dopo questa descrizione con profusione di particolari, sentendomi posta al centro di un’attenzione che non desidero, mi rivolgo a lui in italiano con tono perentorio:

“Smettila, che mi metti in imbarazzo.”

Ma lui non dandomi peso prosegue:

“Vi posso solo dire, che era soprannominata la leonessa rossa, e questo vi può far capire che razza di caratterino avesse.”

L’altra donna, come cadendo dalle nuvole, chiede:

“Perché rossa? Per il colore dei capelli?”

Al che Andrea, ridendo, spiega:

“No, non per i capelli, bensì, per il colore politico.”

Negli astanti, noto che i loro sorrisi si raggelano un po’, e Franky intervenendo chiede:

“Allora, red lion, immagino che tu fossi comunista, ma non dirmi che lo sei ancora?”

Avrei voluto con tutto il mio cuore che la conversazione non prendesse questa piega, anche perché, in quel momento, la mia attenzione era stata colpita da qualcosa che non avevo notato prima.
La parete che avevo di fronte infatti, era completamente arredata da un bella libreria di legno, alla fine della quale c’era una porta, che ad una prima occhiata non sembrava tale poiché del tutto inserita nella struttura del mobile stesso e che, dal punto di osservazione in cui ero, mi sembrava semi socchiusa, da cui inoltre, mi pareva filtrasse una fievolissima luce.

Mi stavo chiedendo dove conducesse quella porta, ma perché soprattutto, fosse stata lasciata socchiusa, quando Franky richiama nuovamente la mia attenzione, specificando:

“Spero, con questa domanda, di non averti messo in imbarazzo.”

Distogliendo lo sguardo da quel piccolo spiraglio, che era per me come una calamita, replico sorridendo:

“Nessun imbarazzo, io non rinnego, a differenza di tanta gente, il mio passato. Però sai, ora parlare di comunismo con me, è come parlare di corda a casa dell’impiccato, ormai non ha più senso dire di esserlo, però certo sono rimasta di sinistra, anzi ad essere precisa estrema sinistra, come viene ormai definita da noi.”

Detto questo a testa alta, con un sorriso, giro lo sguardo intorno, sugli altri ospiti, fieramente.

Andrea, che oltre ad essere un gran parlatore, essendo molto più diplomatico di me, per riportare la conversazione sui binari giusti, aggiunge:

“In fondo ormai, anche in Italia, essere di destra o di sinistra è come dire qui negli States essere repubblicani o democratici, più o meno ha la stessa valenza.”

Senza replicare alcunché, continuo ad osservare verso quel lato della sala, non accorgendomi quasi, che nel frattempo, arrivati ormai alla fine della cena, Franky mi stesse chiedendo se volessi seguirlo in terrazza, per poterci fumare una sigaretta, mentre il mio amico, continua ad intrattenere gli altri ospiti, conversando amabilmente.
Mi alzo per seguirlo, ma soprattutto, per poter scrutare da vicino se quella, che mi appariva come una porta leggermente aperta, fosse davvero tale.

Passandoci davanti, finalmente, il mio dubbio diventa certezza, noto infatti, che effettivamente da quello spiraglio proviene una luce fioca.

Facendo finta di niente, esco sulla grande terrazza.
manu 62
00domenica 30 maggio 2010 07:09
ciao Malabi.belli questi capitoli ma chissa' perche' vedo guai all'orizzonte!potrei avere anch'io per favore il capitolo 21?ci terrei veramente tanto,ti prego...grazie.
dirtydiana66
00domenica 30 maggio 2010 08:59
caspita !!!!!!!!
sono senza parole.... hai messo un pò troppo "pepe", ma va bene cosi
sei fantastica continua così...e buon lavoro
PS. cerca di far sparire andrea
ciao
minamj
00domenica 30 maggio 2010 13:59
Grazieeeeeeee [SM=x47975] [SM=x47975] [SM=x47975]

Me li sono stampati tutti questi capitoli.......potevo vero? [SM=x47918]
Malabi,ma chi e' adesso Andrea? Che vuole? No no,un calcio nel sedere e via!!!!!
Certo che,se permetti ,Lalli ha delle pretese!!!Non puo' pensare che Michael la prenda bene questa cosa.Insomma,sto Andrea sara' anche un bell'uomo,ma dico io.....Michael [SM=x47962] [SM=x47962] [SM=x47962] .

E io che pensavo fosse Franky a mettere i bastoni fra le ruote [SM=x47926] .

Attendo fiduciosa,molto fiduciosa.

I complimenti pero',sono sempre rinnovati.

malabi
00domenica 30 maggio 2010 14:56
Re:
dirtydiana66, 30/05/2010 8.59:

caspita !!!!!!!!
sono senza parole.... hai messo un pò troppo "pepe", ma va bene cosi
sei fantastica continua così...e buon lavoro
PS. cerca di far sparire andrea
ciao




Non ci crederai ma Andrea, è fondamentale ai fini della storia. Poi capirai!
marty.jackson
00domenica 30 maggio 2010 15:28
mamma mia sono rimasta indietro di un sacco di capitoli o.ò posti alla velocità della luce e devo dire che mi piace la cosa [SM=g27828] me li sono letti tutti bellissimi davvero!! bravissima!! quando posti il prossimo sto morendo di curiosità!
malabi
00domenica 30 maggio 2010 16:08
26° Capitolo


Franky, in silenzio, mi offre una delle sue sigarette, che prendo, dicendo solo un laconico grazie.

Con la schiena rivolta verso la sala da pranzo, mentre mi godo il panorama sottostante, inizio a fumare, lui invece, seguendo il mio esempio, si appoggia di lato alla ringhiera e, mentre mi osserva attentamente, rompendo il silenzio, mi chiede:

“Sei arrabbiata vero?”

Non gli rispondo subito perché, in questo momento devo capire bene quale sia il mio stato d’animo dominante, quindi, dopo un’attenta riflessione, rispondo:

“Adesso non più, sono invece molto dispiaciuta ed anche irritata, soprattutto con me stessa.”

Al che Franky, ribatte:

“Se tu fossi anche arrabbiata lo capirei perfettamente. Immagino che ti sarai sentita molto in difficoltà con il tuo amico, dopo aver saputo che Mike non sarebbe stato presente.”

Con un mezzo sorriso, controbatto:

“Sì, in un primo momento, ma quello a cui lui teneva maggiormente, era passare la serata con me. Non gli interessava granché chi ci sarebbe stato o meno. E’ che io mi sono sentita un idiota, ma soprattutto per me stessa, perché avrei dovuto aspettarmelo, rifiutando immediatamente l’invito. Ma sai, in fondo io confido sempre che gli altri si comportino con me con la stessa correttezza e lealtà con cui io mi comporto con loro. Devo purtroppo constatare che invece molto spesso non è così.”

A questi mie parole pronunciate con un tono amareggiato, Franky cerca di spiegare:

“Ascolta ti prego, ti assicuro che non fosse nelle intenzioni di Michael giocarti questo scherzo. Quando mi ha chiesto di riferirti dell’invito, era assolutamente convinto di partecipare a questa cena con noi tutti ed era davvero contento, anche se molto curioso, di conoscere il professore, proprio perché gli sarebbe piaciuto affrontare con lui, visto che si occupa di economia, molti argomenti che tu sai quanto gli stiano a cuore, tipo la fame e la miseria che colpisce i paesi del terzo mondo. L’incontro di lavoro però si è protratto più del dovuto ed alla fine della riunione Mike era prostrato dalla stanchezza, anche perché, da quanto mi ha confidato, praticamente non dormiva da circa 36 ore, escluso un piccolo riposino che era riuscito a fare appena arrivati in hotel.
E’ dovuto andare a distendersi perché non riusciva a stare più in piedi. Lo so che quello che ti dico possa sembrare per te, la solita difesa ad oltranza di un comportamento di per sé indifendibile, ma hai la mia parola d’onore, che lui fosse terribilmente dispiaciuto, ed anzi, sono stato io ad insistere, affinché andasse a riposare, poiché, in un primo momento, non voleva nemmeno farlo.”

Dopo queste parole pronunciate da Franky, in maniera così sentita, in difesa del suo amico, rispondo:

“Non ho nessun elemento per non credere a quello che mi dici, tuttavia non posso fare a meno di pensare, che se Michael avesse avuto la compiacenza di dirmelo di persona, avvisandomi della sua assenza, io mi sarei potuta risparmiare il malessere che questa sua mancata presenza mi ha procurato, invece di delegare te, come al solito, a fare da suo portavoce. Avrebbe dimostrato di avere rispetto per me, ma soprattutto, di nutrire davvero quell’ affetto, che tanto dice di avere nei miei riguardi. Devo prendere atto invece, che non è così. Comportandosi come si è comportato, ha dimostrato invece che io per lui sono sullo stesso piano di una qualsiasi altra persona, magari anche sconosciuta, con la quale ha concordato un incontro, rimandato poi, all’ultimo momento per un qualsiasi motivo. E’ questo, Franky, che mi addolora profondamente, non la sua assenza; è il sapere, che lui non mi consideri nemmeno come una sua amica, poiché ad un’amica, invitata a cena, non si fa dire dal suo fidato collaboratore, o amico, o chi per lui, che il padrone di casa non sarà presente, lo si fa di persona, scusandosi. Sai, forse sono troppo europea per potermi adeguare alle usanze americane, che peraltro non conosco, ma questo da noi avrebbe significato una grave mancanza di rispetto, oltre che di arrogante maleducazione. Ovviamente sei libero di riferirgli parola per parola, comprese quest’ultime.”

Dopo questa “filippica”, mi accorgo che il mio amico, rimane in silenzio ad occhi bassi, ed io capisco di aver colpito nel segno, quindi aggiungo:

“Gli puoi anche dire, che tornerò a Los Angeles con un volo di linea, domani, in giornata, che comunque, lo ringrazio molto per l’ospitalità che mi è stata riservata e, per la squisita cena offerta.”

A queste mie parole, Franky, sollevando gli occhi con un sussulto per guardandomi con sguardo attonito, mi chiede un po’ balbettando:

“Co……….Come domani………parti da sola?………Dai per favore……..non prendere decisioni affrettate. Sono certo che parlando con Michael si chiarirà tutto. Quello che tu consideri una mancanza di rispetto, ti assicuro che non lo è. Se c’è una cosa che lui non farebbe mai, è offendere qualcuno. Lui è sempre molto attento a non urtare la sensibilità degli altri e, in particolar modo delle persone a cui è affezionato, proprio perché anche lui ha sofferto molto per come, molto spesso, gli altri abbiano invece calpestato la sua, di sensibilità.
Sai, il comportarsi così è per lui una cosa normale. E’ vero, hai ragione quando dici che avrebbe potuto dirtelo di persona, ma se non l’ha fatto, è perché non ha pensato che per te potesse essere così importante, non era in cattiva fede, è che solo per lui è un po’ routine, non so come spiegarti, ma devi tener sempre presente, la vita che Mike ha vissuto, sempre circondato da persone che parlano e agiscono in vece sua, quindi anche in questo caso, si è comportato come sempre.”

Ribadisco senza cedere:

“Evidentemente, Michael ed io, abbiamo dei pareri molto distanti, su cosa sia portare rispetto e, dimostrare affetto. Non è, credimi, con costosi regali, che questo si dimostra!”

Dico questo, pensando al costosissimo Rolex che mi aveva fatto trovare nel mio appartamento e, di cui, ne ero certa, Franky fosse perfettamente a conoscenza. Quindi proseguo:

“Capisco che lui sia sempre vissuto da super-star, capisco che il suo comportamento risenta, inevitabilmente, dell’influenza che il suo personaggio pubblico ha su quello privato, capisco anche che abbia avuto un’educazione, nonché degli insegnamenti completamente diversi dai miei e forse, anche da qualsiasi altra persona che invece ha avuto un’infanzia normale, ma non posso capire perché ogni volta che mi deve dire qualcosa di poco piacevole, debba sempre delegare te. Non è la prima volta che succede, ed io, lo confesso, sono un po’ stanca di questo atteggiamento, oltretutto, stare un’altra giornata assieme non cambierebbe niente allo stato dei fatti. Non so quanto lui abbia intenzione di fermarsi ancora a LA, ma io sicuramente tra quattro giorni partirò per l’Italia, dove mi aspetta la mia “normalissima” vita e soprattutto mia figlia, per cui mi sembra del tutto inutile prolungare qualcosa, la cui fine, è naturalmente già scritta e decisa.”

Mentre Franky sta iniziando a replicare, Andrea, uscendo sulla terrazza ci chiede con tono allegro se avessimo deciso di fumarci tutto il pacchetto di sigarette, una dopo l’altra, visto che era un bel po’, che il mio amico ed io, ci eravamo assentati.

La sua voce mi riporta con i piedi per terra e replicando solo con un: “Scusa, hai ragione,” mi volto per tornare dentro per raggiungere gli altri ospiti.

Nel momento in cui, però, anche Franky si sposta per seguirmi all’interno, noto che, oltre la porta a vetri della sala da pranzo, da un’altra finestra lasciata semi aperta, contigua a quella, leggermente più spostata verso la parte finale della terrazza, filtra una luce molto debole. Capisco che quella deve essere la finestra di una camera, il cui accesso è proprio quello della porta socchiusa, che avevo notato prima nella sala da pranzo.

Senza chiedere alcuna conferma mi convinco che in quella stanza ci sia Michael e, che probabilmente, abbia lasciato quelle porte socchiuse, forse, per ascoltare i nostri discorsi.

Mi pento però,subito di quello che ho pensato, dicendomi che sono davvero maligna, ma che probabilmente, quelle porte sono rimaste aperte solo per caso e, non con l’intenzione di ascoltare le nostre conversazioni, ammesso, tra l’altro, che in quella camera, ci sia per davvero Mike.

Rientrando, ci trasferiamo subito nel salotto, per continuare a bere e a conversare, mentre Franky, come al solito, va nell’angolo bar per preparare i drink. Andrea ed io ci sediamo vicini sullo stesso divano, e lui con un gesto molto protettivo, mi cinge le spalle con il braccio. Lo lascio fare, anche perché, in questo momento sentire il suo affetto, mi è di grande conforto, poi, senza farsi sentire dagli altri, con un tono di voce che nasconde una punta d’ansia, mi chiede:

“Come va, Lalli? Tutto a posto?”

Sorridendogli, gli rispondo che va tutto benissimo e che spero che anche per lui sia la medesima cosa.

Mi tranquillizza, giurandomi che, la serata è stata molto piacevole, che si è divertito e che ha gradito, in particolar modo, l’ottima cena.

Quando Franky si avvicina per porgerci i nostri bicchieri, noto che si sofferma, anche se solo per brevissimi istanti, sul braccio che il mio amico tiene intorno alle mie spalle e, nel momento in cui afferro il mio drink, mi sembra che lo sguardo che mi rivolge contrasti leggermente, con il largo sorriso che, invece, sta sfoderando, poiché noto che i suoi occhi abbiano un’espressione piuttosto severa.

E’ la sensazione di un momento, che camuffo, indirizzandogli un altrettanto cordialissimo sorriso, unito al mio sguardo di sfida che gli lancio, come per dire: “Allora, cosa ci trovi di strano?”

Riprendiamo a chiacchierare, quando, il nostro anfitrione, ci comunica, che a breve saremmo raggiunti da qualche altra persona loro amica, per proseguire la serata piacevolmente, ascoltando della buona musica e per chi ne avesse voglia anche ballare o suonare qualcosa al piano.

Dicendo questo, si rivolge soprattutto verso me, indicandomi con la mano.

Andrea, guardandomi con aria interrogativa, mi chiede:

“Non dirmi che hai ripreso a suonare il pianoforte? Allora stasera devi suonare per me.”

Con aria terrorizzata, mi affretto a rispondergli:

“Assolutamente no, non ho ripreso un bel niente, solo che qualche sera fa, invitati a casa di quel produttore americano con il quale mio padre è in affari, il mio “augusto genitore”, ha avuto la brillante idea di dirgli che ero bravissima a suonare, nonché a cantare, al che quello, ha voluto a tutti i costi che mi esibissi in qualche canzone italiana. Non sono riuscita a sottrarmi, così ho strimpellato e cantato qualcosa ma t’assicuro, molto indegnamente. Non ti dico la vergogna. Mi sarei voluta sotterrare.”

Al che Andrea, più che domandare, aggiunge:

“Suppongo, che a quella festa ci sia stato anche Franky, visto che si è rivolto a te, quando ha parlato di suonare il piano.”

Con disinvoltura rispondo:

“Sì c’era anche lui, anche se credo, che probabilmente abbia bevuto un po’ troppo, per ricordarsi che razza di figuraccia io abbia fatto, quindi stasera, non ho nessuna intenzione di fare il bis. Piuttosto, potresti suonare tu, che davvero eri molto bravo e credo, che tu lo sia anche adesso, per deliziarci un po’.”

Il mio amico, ridendo, mi dice:

“Beh, anch’io non suono da un po’, ma se davvero ti fa piacere lo farò per te, ma senza cantare, perché ricordiamoci dove siamo! Nella lussuosissima suite del Re del Pop, per cui, non ho alcuna intenzione di sottopormi al pubblico ludibrio.”

Lo guardo anch’io ridendo e aggiungo:

“Hai perfettamente ragione, meglio non rischiare!”

Mentre stavamo ancora parlando tra di noi, preceduti da una guardia del corpo di Michael, entrano nel salone altre quattro persone; un uomo e tre donne.

Procedendo nelle presentazioni, noto che due di loro sono veramente molto giovani, dovrebbero avere all’incirca tra i venticinque e i trent’anni, ma soprattutto sono molto, molto belle. La terza donna, anch’essa molto bella è, tuttavia, sicuramente più vecchia delle altre due di almeno una decina d’anni e, capisco, anche se non subito che è la compagna dell’uomo, anch’esso di piacevole aspetto, che è in loro compagnia.

Nel presentarmele Franky, specifica per così dire anche la loro “qualifica”, se così si può chiamare, artistica.

L’uomo, di nome David, e di cognome “vattela a pesca” è un produttore musicale, la sua compagna che si chiama Greta, è invece un’organizzatrice di eventi mondani, le altre due invece sono modelle.

I quattro nuovi arrivati sembrano essere molto intimi delle altre persone presenti, perché tutti si salutano con grandi abbracci e baci.
Ovviamente, dopo aver esaurito i molti convenevoli, che l’entrata di nuovi ospiti comporta, tutti, quasi all’unisono, chiedono di Michael, al che Franky ripete, com’è logico, la stessa versione che aveva sciorinato qualche ora prima a noi, aggiungendo che forse, prima o poi si farà vivo.

Una volta tutti seduti, con ognuno il proprio bicchiere in mano, si riprende a parlare ed inevitabilmente l’attenzione si concentra su Andrea e me, che siamo gli stranieri della festa.

Fortunatamente, il mio amico, che è dotato di una brillantissima dialettica e conosce, ovviamente, l’inglese perfettamente, parla per entrambi, poiché la mia testa, in questo momento, è da tutt’altra parte.

Penso a Michael, alle parole che mi ha detto Franky in terrazza, e a quanto davvero mi manchi. Saperlo lì, nella stesso appartamento, ma nascosto in un’altra stanza, mi fa stare male. Sento di nuovo lo stomaco chiudersi ed il mio cuore stretto in un pugno. Il desiderio di rivederlo è fortissimo e, il ricordo di quei momenti di intimità passati assieme, quando lo sentivo tutto per me, mi provocano un tale languore, misto una sorta di eccitazione così potente, che se solo comparisse ora in questa stanza, mi alzerei di scatto per andargli incontro, abbracciandolo e baciandolo, fregandomene completamente di tutto il resto.

Talmente persa nei miei pensieri, non mi accorgo neppure, che Franky si è allontanato dalla sala, mentre Andrea, parla amabilmente con una delle due modelle, sfoderando tutte le sue arti da seduttore; mi rincuoro pensando che, forse l’arrivo di queste due splendide ragazze, lo distolga dall’attenzione verso di me, per concentrarsi su una delle due, riuscendo a finire la serata, con un’altra delle sue tante conquiste.

Improvvisamente però, un altro pensiero orrendo, mi trapassa il cervello e con un’ansia che man mano si trasforma in angoscia crescente, mi chiedo:

“E se queste due fossero venute, una per Franky e l’altra per Michael?”

Al solo pensiero sento che sto sudando freddo, cosicchè, il leggero malessere che prima percepivo appena presente, con il delinearsi di questa ipotesi, diventa insopportabile ed improvvisamente, mi assale una nausea tale, che sono sul punto di vomitare.

Sto per alzarmi per poter correre in bagno, quando nel salone rientra Franky, che con uno dei suoi soliti smaglianti sorrisi, annuncia:
“Ragazzi, tra un po’, Michael ci raggiungerà.”

Sono talmente frastornata che non riesco nemmeno a capire cosa Franky abbia detto, poiché l’unica cosa, che la mia mente è riuscita a percepire è stata la parola, Michael.

Girando intorno il mio sguardo vuoto, per capire cosa stia accadendo, mentre, tutti gli altri si lasciano andare in esternazioni di compiacimento per quello che Franky ha appena annunciato, intuisco che forse le sue parole, siano foriere di una bella notizia. Nel momento esatto in cui penso di chiederne conferma ad Andrea, ecco che Mike, fa finalmente il suo ingresso nel salone, mentre io, per la grande emozione che la sua vista mi procura, chiudo semplicemente gli occhi, per cercare di calmare il mio cuore che mi sta letteralmente scoppiando nel petto.


















malabi
00domenica 30 maggio 2010 17:43
27° Capitolo


Nel momento in cui la figura di Michael si è stagliata nell’apertura dell’arco tra la camera da pranzo e il salone, ciascuno dei presenti è rimasto assolutamente immobile, interrompendo repentinamente, qualsiasi cosa stesse facendo in quel momento, per rivolgere la propria attenzione verso di lui, con una sorta di rispetto, direi, quasi reverenziale.

Nonostante che egli sia entrato, rivolgendoci il suo bellissimo sorriso, chiedendo scusa, con la sua voce gentile e flautata, per essersi presentato solo ora, nessuno degli ospiti per lunghissimi istanti riesce a fare un piccolissimo movimento.

La sua sola presenza è così ammaliatrice che l’ambiente circostante, sembra essere più luminoso e pervaso da una magia che rende ognuno di noi vittima di un incantesimo.

E’ talmente affascinante, seducente, carismatico che, mi accorgo, che anche gli uomini ne restano ammirati.

E’ elegantissimo nel suo completo nero, pantaloni con le pences e giacca accostata alla vita, lasciata aperta sopra una camicia di seta rossa, fermata al collo da una bellissima spilla di diamanti a tre anelli di forma quadrata, uniti tra loro da piccole fasce. I capelli sono ondulati, leggermente ricci, pettinati indietro a mezza coda e lasciati sciolti sul davanti. E’ leggermente truccato, fortunatamente non porta gli immancabili occhiali da sole, così è possibile vedere quanto siano grandi, belli e profondi i suoi occhi, messi ancora di più in risalto da una sottile linea nera che fa da contorno alle sue palpebre. Le sue bellissime labbra, sono colorate da un rossetto leggermente rosato e lucido.

Lo guardo estasiata perché sono colpita dalla sua bellezza strepitosa, non tanto quella legata all’aspetto fisico, su cui non c’è nulla da dire, ma è la bellezza della sua “aura”, dell’energia che sprigiona la sua sola presenza, che lo circonda come un campo magnetico da cui si è, inesorabilmente, attratti.

Dopo i primi momenti di silenzio, che hanno fatto seguito alle sue parole di scusa, tutti, più o meno, si riscuotono dall’immobilismo che li aveva colti, per cui, tra battimani, espressioni di gioia, nonchè di stupore, a turno si avvicinano per salutarlo con grandi abbracci, baci e complimenti vari, che lui ricambia con altrettanto calore ed entusiasmo, soprattutto, a me sembra, verso una delle due modelle, quella mora con la pelle leggermente olivastra, forse di origine latino-americana, della quale, pur non ricordandolo, al momento delle nostre presentazioni, si era presentata con un nome spagnoleggiante.

Ovviamente, anche Andrea ed io ci siamo alzati, rimanendo però un po’ indietro rispetto agli altri, cosicché, dopo aver esauriti i convenevoli di rito con i suoi amici, Michael si avvicina a noi e, salutando me, solo con un piccolo inchino verso la mano che gli avevo tesa, come per fare il gesto di baciarla, rivolgendosi
immediatamente dopo al mio amico, con uno stupendo e cordiale sorriso, mentre gli stringe con calore la mano, in un perfetto inglese, scandendo bene le parole, dice:

“Professore, sono molto onorato di fare la tua conoscenza.”

Andrea, anche lui, con altrettanta affabilità, risponde:

“L’onore ed il piacere è tutto mio. Ti ringrazio per la squisita ospitalità e per la cena davvero insuperabile.”

A queste parole, Michael ringrazia ed aggiunge, questa volta, rivolto a tutti e due:

“Sono davvero dispiaciuto di non essere stato presente, ma purtroppo, non mi sono sentito bene, spero che abbiate la bontà di perdonarmi. Il mio lavoro, molto spesso, ha dei ritmi talmente pressanti e stressanti che sono costretto a prendermi delle pause, non volute, per evitare di crollare; cosa che è già successa, per cui se mi accorgo prima, ma non sempre è così, che sto per cedere fisicamente, per evitare il peggio, devo a volte comportarmi in modo, da sembrare scortese e maleducato. Vi chiedo di nuovo scusa.”

Mi accorgo che mentre pronuncia le ultime frasi il suo sguardo si sofferma soprattutto su di me, per cui in quel momento, ho l’assoluta certezza che sia perfettamente a conoscenza della conversazione avvenuta in terrazza tra me e Franky.

Sentendomi in fallo, abbasso lo sguardo, pensando che me la farà sicuramente pagare, quindi resto in silenzio, fino a che Andrea, fortunatamente riprendendo la parola, risponde per tutti e due:

“Non c’è nessun motivo di scusarsi, capiamo perfettamente che un artista del tuo livello abbia una vita sicuramente più impegnata della nostra, quindi è del tutto legittimo e assolutamente giustificabile, prendersi un po’ di riposo, quando se ne ha bisogno. Mi auguro solo che ora tu stia meglio, pertanto, per quanto ci riguarda, perché mi sento autorizzato a parlare per tutti e due, ti assicuro che noi siamo stati comunque benissimo e, ti ringraziamo ancora per tutto.”

Noto che Michael, mentre guarda il mio amico, come sua abitudine, dritto negli occhi, ha un’espressione molto attenta e quasi sorpresa. Dal suo sguardo, capisco che Andre, gli deve aver fatto una buona impressione, per cui questo, almeno per ora, mi è un po’ di conforto; infatti, Mike, ribadedondogli il suo piacere nell’averlo come ospite, lo ringrazia ancora per la sua presenza.

Dopo aver quindi scambiato con noi queste frasi, più o meno di circostanza, rivolto anche altri ospiti, ci esorta a continuare la serata divertendoci, quindi si allontana da noi due, per avvicinarsi ad un altro gruppetto, formato esattamente dalle due modelle, che stanno parlando con Franky ed il signore un po’ più attempato, che ha cenato con noi, il cui nome è Nick.

Mettendomi di nuovo a sedere sul divano vicino ad Andrea, non posso fare a meno di seguire Michael con lo sguardo e, notare pertanto, che come egli si avvicina al gruppetto, cinge la modella sud-americana alla vita e, dopo aver scambiato qualche parola con lei, le dà un bacio sulla guancia.

Gli occhi mi si appannano, sento d’improvviso il mio sangue defluire dalle vene, poi una sensazione di gelo mi pervade dalla testa ai piedi, come se qualcuno mi avesse gettato addosso un secchio di ghiaccio, sono talmente annichilita, da quello che ho appena visto, che non capisco neppure ciò che il mio amico mi stia dicendo.

Lui però, accorgendosi della mia totale assenza, richiama la mia attenzione chiedendomi che cosa mi stia succedendo.

Gli rispondo che è solo un po’ di stanchezza e, di non preoccuparsi di nulla; che magari, mi servirebbe uscire un momento fuori per prendere un po’ d’aria, mentre lui, potrebbe prepararmi qualcosa da bere e portarmelo.

Lui prontamente si alza, per avvicinarsi al padrone di casa, probabilmente per chiedergli il permesso di preparare i drink. Lo seguo, ma prima di avviarmi verso la porta-finestra, mi fermo presso il gruppetto e senza degnare di uno sguardo nessuno, mi rivolgo al mio cavaliere con un sorriso, per poi lanciargli un’occhiata complice ed ammiccante, mentre, con un tono di voce basso e suadente gli parlo in italiano, con la speranza che Franky possa capire qualcosa per poterlo riferire a Michael:

“Andre, tesoro, mi sono dimenticata di dirti che vorrei una Vodka. Ti aspetto fuori, che qui l’aria è diventata, irrespirabile.”

Detto questo, sempre con lo stesso sorriso, domandando scusa, mi allontano per uscire sulla terrazza.

Una volta fuori, mi accendo la sigaretta fumandola questa volta con la schiena appoggiata alla ringhiera, naturalmente per poter osservare bene quello che succede all’interno, soprattutto per tenere d’occhio Michael che ora ha cambiato posizione, trovandosi proprio di faccia alla vetrata, sempre con lo “morona” accanto, ma essendo parzialmente coperto dagli altri, non riesco a visualizzare se abbia ancora il braccio intorno alla sua vita.

Mentalmente sto facendo un paragone tra me e lei e decisamente da questo confronto ne esco irrimediabilmente perdente.

E’ molto più giovane di me, è alta, magrissima, ha una pelle di un colore meraviglioso e dall’aspetto vellutato, ha un bellissimo viso dai lineamenti perfetti, occhi neri molto grandi a mandorla con lunghissime ciglia, una bocca molto carnosa e sensuale, gambe lunghissime ed affusolate come quelle di una gazzella, rese ancora più slanciate dal tacco a spillo e da un abito di lamé dorato cortissimo e attillatissimo che offre sul davanti un decoltè vertiginoso, mentre sul dietro, la fascia in maniera tale, da mettere in evidenza un sedere a mandolino, perfetto e sostenuto, tipico della maggior parte delle donne sud-americane.

Mentre i miei pensieri sono concentrati su questa meravigliosa creatura, che però in questo momento vorrei avere il potere di far sparire dalla mia vista e, soprattutto, da quella di Michael, Andrea mi raggiunge e porgendomi la mia Vodka ghiacciata, mi dice:

“Ma lo sai, che non avrei mai creduto che Michael Jackson fosse così amabile e gentile. A volte com’è vero che l’apparenza inganna. Pensa che credevo che fosse una persona presuntuosa, piena di sé, molto eccentrica ed egocentrica. Invece devo ammettere che è tutto l’opposto. Mi sembra invece un uomo molto timido e riservato. Ho notato anche che si imbarazza facilmente e, verso gli altri, ha un atteggiamento direi quasi umile, non certo come tante super-star, che qui riempiono le cronache con i loro atteggiamenti eccessivi, irrispettosi ed arroganti. Non capisco perché per anni la stampa si sia accanita contro di lui, dipingendolo come un personaggio strambo, solitario e pieno di misteri. A cominciare dallo sbiancamento della pelle, per finire poi con quelle terribili accuse di pedofilia, che devo dire la verità, all’epoca mi turbarono parecchio. Anche se io non sono un appassionato di questo tipo di notizie, ma qui in America, per mesi non si fece altro che parlare di questo, su tutti i giornali, notiziari e programmi televisivi. Non si poteva fare a meno di non sapere. Eravamo bombardati.”

Alle sue parole rispondo:

“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Sei troppo intelligente ed aperto per fermarti solo all’apparenza delle cose. E’ vero, Michael è proprio così, oltre ad essere dotato di un genio artistico innegabile, ha anche una sensibilità spiccatissima, In quanto allo sbiancamento poi, è solo la cattiveria e lo smodato desiderio di far quattrini, che ha fatto sì, che coloro che hanno in mano l’informazione, non abbiano mai dato rilievo alla notizia che, purtroppo, tale trasformazione, fosse causato dalla “vitiligine”, perché una volta detto questo, parlarne non sarebbe stato più di nessun interesse per il pubblico. Mentre invece insinuare il dubbio che la sua pelle cambiasse di colore a causa di chissà quali procedimenti chimici e di chissà quali cure segrete avrebbe fatto aumentare la tiratura di copie, facendo intascare agli editori molti soldi. Per le accuse di pedofilia invece ti posso dire che si è trattato di un’estorsione in piena regola, visto che il padre di quel ragazzino, ha ritirato le accuse una volta intascato un bel gruzzolo, si è parlato, infatti, di milioni di dollari. Ora vorrei chiederti, visto che anche tu sei padre, ma se tu avessi avuto, non dico la certezza, ma solo il dubbio che tuo figlio o tua figlia, fossero molestati da qualcuno, tu rinunceresti a portare avanti le accuse fino ad arrivare ad un giusto processo per far sì che chi si sia macchiato di un così orribile e disgustoso delitto possa essere incriminato ed assicurato alla giustizia, in cambio di vile denaro?”

Andrea, che mentre parlo, mi guarda con assoluta attenzione, mi risponde:

“Assolutamente no, per tutto l’oro del mondo, non baratterei mai il mio dolore, la mia angoscia di padre, la mia sofferenza che diventa cento volte maggiore poiché contiene anche quella di mio figlio, per nulla al mondo. Io vorrei giustizia.”

Replico:

“Ecco appunto è proprio quello che intendevo.”

Parlando con il mio amico, di questo argomento che mi premeva molto, ho rivolto la mia attenzione solo verso di lui, distraendomi dal resto, ma ora, dopo aver smesso di parlare, indirizzo nuovamente lo sguardo all’interno della sala. Non riesco più a vedere Michael e mi accorgo che qualcuno sta ballando.

Mi affretto quindi a tornare dentro per poter avere di nuovo una visuale completa, ma soprattutto, per vedere dove lui fosse finito, terrorizzata all’idea di trovarlo, magari, abbracciato alla “morona”.

Appena rientrati, noto che i mobili sono stati spostati, verso i lati del salone, per lasciare libero lo spazio al centro per permettere così, agli ospiti, di ballare.

Girando lo sguardo intorno, vedo Michael, seduto da solo su una poltrona mentre sta osservando, a me sembra, con molta attenzione ed interesse le due modelle che si stanno esibendo, una con Franky, e l’altra, la sud-americana, con Nick, in una scatenatissimo ballo caraibico. Inutile dire che le due si muovono con una padronanza del ritmo notevole ma soprattutto con una tale sensualità, che anche per noi donne è impossibile non seguire affascinate tutti quei movimenti di bacino, che nella “morona”, direi che sono quasi esasperati, tant’è che fermandosi di spalle, di fronte a Mike, gli agita il sedere con vistosissimi movimenti rotatori, a pochi centimetri dalla faccia.

Resto in piedi nel punto dove sono, per non perdermi nemmeno una frazione di secondo di questa scena, mentre tra gli “huahoo” ed applausi generali, mi accorgo che lui, per un attimo, abbassa lo sguardo visibilmente imbarazzato, per rialzarlo subito dopo, applaudendo e sorridendo soddisfatto.

Dopo questa esibizione, la tizia ritorna al centro della pista per riprendere a ballare con il suo cavaliere, anch’egli piuttosto esperto in questo genere di balli, mentre Franky continua a scatenarsi anche lui con la sua partner.

Andrea ed io ci dirigiamo verso un divano, posto ad angolo retto rispetto alla poltrona di Mike, ma nel momento in cui mi sto sedendo, mi accorgo che lui gira il viso verso di noi, osservandoci con una strana espressione. Non riesco a decifrare quello sguardo che prima d’ora non gli avevo mai visto. I suoi occhi sono come un po’ persi, tuttavia non riuscendo a dargli un giusto significato, fissandolo a mia volta, con fare ironico, alzo il bicchiere verso di lui, per ingurgitare l’ultimo goccio di Vodka residuo.

Al che lui, prendendo un bicchiere appoggiato su un piccolo tavolino posto di lato, fa altrettanto verso di me.

Finita la musica caraibica, Franky si avvicina allo stereo, dicendo:

“Ok. Adesso qualcosa più soft, così ci possiamo rilassare un po’.”

Mette su un cd di successi di Ray Charles, e alle prime note di “Georgia on My Mind”, Andrea, prendendomi per mano, mi dice:

“Dai, vieni a ballare. Questo non possiamo farcelo scappare.”

Vorrei dirgli di no, ma non posso, non con questa canzone, quindi lo seguo docile, fermandoci praticamente, di fronte a Mike.

Il mio cavalieri mi abbraccia e, iniziando a ballare un lento in piena regola, mi fissa con occhi molto intensi, poi sorridendo con dolcezza, mi chiede:

“Ti ricordi quando andammo a vedere il suo concerto assieme?”

Sostenendo il suo sguardo, con altrettanta intensità, rispondo:

“E come potrei dimenticarlo? Eravamo tutti e due esaltati per Ray Charles. Quel concerto è stato incredibile, con venti elementi d’orchestra, e lui che suonava quel piano con una tale bravura, che alla fine non riuscivamo a smettere di applaudire.”

Lui, ridendo di cuore, infatti, aggiunge:

“E’ verooo! Mi ricordo che per l’entusiasmo quasi mi slogo un polso, ed il giorno dopo mi facevano male ancora i palmi delle mani.”

Diventando poi, di nuovo serio, mentre mi abbraccia più stretta, mi fa:

“Ma ti ricordi, dopo il concerto, che è successo?”

Sorridendo, replico:

“Certo che me lo ricordo. Siamo andati a casa tua, perché i tuoi erano partiti, ed abbiamo fatto l’amore, per la prima volta, mentre sul giradischi, c’era il disco dei Ray, con questa canzone.”

Per dare quindi, alla conversazione un tono più leggero, ma per evitare, soprattutto, di cadere nel compiacimento malinconico dei vecchi bei ricordi, ironizzando, aggiungo:

“Sarò invecchiata, ma mica sono diventata così rimbambita da non ricordarmi proprio più niente.”

Ridiamo tutti e due, lui poi tenendomi sempre molto stretta, mi fa leggermente girare, per cui spostandomi, mi ritrovo di fronte a Michael, che mi sta fissando con la stessa espressione di prima, sempre però molto intensamente.

Il suo sguardo mi mette un po’ di ansia addosso, per cui, rivolgo di nuovo l’attenzione ad Andrea, che in quel momento mi sta sussurrando nell’orecchio:

“Per me quella serata è stata bellissima. Non potrò mai dimenticarla finchè vivrò. Ero così emozionato, perché finalmente, dopo tre anni, ti avevo tutta per me. Devo anche, aver fatto una pessima figura.”

Continuando ad usare un tono scherzoso proseguo:

“Diciamo che forse all’inizio, ma poi te la sei cavata alla grande, visto che abbiamo continuato per tutta la notte.”

Lui ridacchiando ribatte:

“Anche tu, adesso che ci penso, non sei stata niente male.”

Sul finire della canzone, stringendomi con affetto, mi dà un bacio a metà tra la guancia e le labbra, che ricambio, sempre sotto lo sguardo di Michael, fisso su di noi.



ChiccaMJ
00domenica 30 maggio 2010 19:30
Ciao Malabi!
mi sono iscritta solo oggi qui sul forum, ma leggo furtivamente la tua storia dall'inizio! mi piace molto! davvero!
volevo farti i miei complimenti e volevo chiederti se fosse possibile poter leggere il capitolo 21 così come lo hai scritto originariamente! [SM=x47981]
ludo.94
00domenica 30 maggio 2010 20:17
ciao malabi!!
mi sono iscritta proprio in questo momento ma leggevo la tua storia fin dall'inizio!! è molto bella senti è possibile avere il capitolo 21 per intero?? grazie in anticipo
ciao!!!
BEAT IT 81
00domenica 30 maggio 2010 20:53
Re: Re:
malabi, 30/05/2010 4.11:




Fatto cara.

Baci.




Ricevuto e già letto.....sono morta [SM=x47962] [SM=x47962] [SM=x47962] [SM=x47962] !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Cmq ti ho mandato Ffz di risposta ;-)))))))) . Ancora grazie mille. Baci Sara
ludo.94
00domenica 30 maggio 2010 21:02
scusa malabi ma non so dove cercare se me l'hai inviato... nella mia posta non c'è.. by ludo94!!!
BEAT IT 81
00domenica 30 maggio 2010 21:48
Ho letto adesso i nuovi capitolo....Oddio, nn so xè, ma prevedo grossi guai in vista, porca paletta, fra tutti e 2 avete proprio un bl caretterino!!!!! Finalmente si è svelato il tuo soprannome ;-)))) (ma sai che è anche il soprannome di una mia amica?!?). Dici che Andrea sarà un punto importante x lo svolgimento della storia, speriamo bene, xè mi sembra che Michael stia fumando dalla gelosia. Sono troppo curiosa di leggere come prosegue, ormai nn riesco più a stare senza i tuoi capitoli ;-))))))) . Bravissima!!!!!! Aspetto con ansia il seguito. Baci Sara
malabi
00domenica 30 maggio 2010 22:01
28° Capitolo


Non appena la musica di Georgia On My Mind, è finita, Michael si alza, e passandomi accanto, senza degnarmi di uno sguardo, va di filato verso lo stereo.

Lo osservo mentre armeggia tra i cd e, trovato quello che cercava, lo mette su, poi traffica un momento con il telecomando, fino a che risuonano le prime note di Blood On the Dance Floor, quindi girandosi di scatto, chiama per nome la “morona”, dicendole:

“Agnes, tesoro, vieni a ballare con me”.

E’ la prima volta che vedo Michael ballare, a due passi da me, e l’emozione mi travolge, come credo succeda a tutti gli altri che, immediatamente, si scostano per lasciargli spazio.

Non è il suo corpo che segue la musica, ma è la musica che si materializza, attraverso i movimenti, puliti, perfetti e sensualissimi del suo corpo e, se non fosse che sta ballando, con quella che prima, gli aveva sculettato davanti, me lo godrei con tutta me stessa, ma proprio non riesco a seguire solo lui, presa come sono dall’osservare, quanto si stringa o si strusci a lei, e viceversa.

Quello che vedo infatti non mi piace per niente, anche se devo ammettere, innegabilmente, che l’esibizione è di altissimo livello. Anche Agnes infatti fa la sua parte, e visto che la salsa è decisamente la sua specialità, segue benissimo Mike, che non perde occasione per stringerla a sé, più e più volte.

Sento che mi sta venendo un infarto, per la sofferenza che sto provando ora, mi manca il fiato, di nuovo ho le mani ghiacciate e non solo quelle.

Ad un tratto Mike, continuando a ballare si toglie la giacca, e la lancia proprio sul divano dove sono seduta, perché è quello più a portata di mano e, mentre questa plana sul cuscino vicino al mio, riesco a sentire il profumo di cui è impregnata, inevitabilmente, questo evoca, nella mia mente, l’emozione del ricordo bellissimo ed esaltante del momento d’amore vissuto con lui, solo qualche ora prima, ma che a me, dopo l’accadere degli ultimi eventi, sembra essere successo secoli fa. Anzi, mi trovo a chiedermi, se sia successo veramente o se sia tutto frutto di un sogno o, addirittura, della mia fervida immaginazione.

Vengo scossa da queste considerazioni, da un’altra serie di “Whuahu”, gridati a gran voce dagli altri ospiti, poiché in quel momento tutti e due i ballerini, stanno danzando, con i loro bacini protesi in avanti e, completamente attaccati l’uno all’altra.

Guardando le loro facce, noto che si stanno fissando con una tale intensità, che è evidente a tutti, che per suggellare quello che stanno mimando così bene, manchi solo una penetrazione in piena regola, ed il gioco è fatto.

Chiamalo gioco, per me, è una condanna a morte! Sono annichilita da quello che sto vedendo. E’ vero che siamo tra a mici, pensando di conoscerlo, non avrei davvero mai ritenuto che Michael, si lasciasse andare, davanti ad altre persone, a gesti così espliciti.

E’ vero che non l’ho mai visto ballare, almeno dal vivo, e comunque, anche se nei video, nonchè nei concerti, i suoi movimenti di danza sono stati sempre molto, molto sensuali, ho come l’impressione che stasera sia diverso, non so, è come se davvero i suoi freni inibitori si fossero completamente allentati, per dimostrare, non so bene se agli altri o, a sé stesso, che è ben capace di superare certi limiti.

E’ indubbio che quella sia molto bella, estremamente sexi e indiscutibilmente disponibile, tanto che Michael, ballando con lei in questo modo, le ha fatto capire molto esplicitamente che lui lo è altrettanto.

Vorrei urlare dalla rabbia, infatti, la mia reazione, a quello che ho appena visto, è di scappare da questo luogo, non dico la sua suite, ma andarmene da Las Vegas, per poter non pensare più, a tutto ciò, perché mi fa stare troppo, troppo male.

Finalmente la musica finisce, Michael abbraccia Agnes, le dà un piccolo bacio sulle labbra, poi si gira verso di noi per ringraziare degli applausi che stanno arrivando da parte di tutti, tranne che da me, ovviamente, accompagnati da complimenti a non finire e gridolini di soddisfazione, per l’esibizione appena avvenuta.

Andrea, in particolare, si rivolge a lui esternandogli tutta la sua ammirazione e, complimentandosi per la sua bravura.

Michael lo ringrazia, imbarazzato, facendo quella mossa con il labbro inferiore, tipica di quando è un po’ in difficoltà.
Lo so è adorabile, quando fa così, ma in questo momento sono talmente infuriata con lui che sarei capace di ucciderlo. Lo detesto con tutta me stessa, tanto che credo, di riuscire ad esprimere questo sentimento attraverso lo sguardo che gli lancio nel momento in cui si avvicina per riprendere la giacca. Lo fisso con una tale intensità, che non può fare a meno di ricambiare il mio sguardo, mi fa un mezzo sorriso, abbastanza tirato, poi io, ricambiandolo, gli dico in perfetto italiano, scandendo bene le parole:

“Ma quanto sei stronzo!”

Lo lascio lì, senza dargli il tempo di replicare alcunché, per andarmi a prendere qualcosa da bere.

Trangugito un’altra Vodka, per farmi coraggio, mentre mi avvicino a Franky per chiedergli di mettere su un tango e, soprattutto, se ha voglia di ballarlo con me, guardandomi con sorpresa, mi risponde che ne è entusiasta, mentre, sollecitamente, va a cercare la musica adatta.

Dato che il mio vestito da sera è lungo fino ai piedi ed ha la gonna molto larga, quindi poco adatta ad un ballo come il tango, me lo tiro su di lato, fin quasi all’attacco della coscia e, afferrando il fermaglio che mi tiene legati i capelli, lo uso per fermare il lembo dell’abito, come se fosse un gran fiocco.

Ovviamente, mi accorgo di suscitare l’attenzione dei presenti, mentre mi appresto a compiere queste manovre, tuttavia non presto nessuna attenzione ai loro sguardi interrogativi, anche perché sono abbastanza brilla, per cui, una volta sistematami, con una coscia completamente di fuori, i capelli sciolti e con il più bel sorriso di cui sono capace, passando vicino ad Agnes, sussurro in italiano, quasi stessi parlando tra me e me:

“Puttanella da strapazzo, guarda e impara cos’è la vera classe.”

Sentendomi borbottare qualcosa, lei mi guarda con un punto di domanda negli occhi, ma vedendo il mio finto sorriso, non mi presta attenzione più di tanto, quindi mi dirigo verso Franky che già mi sta aspettando in posizione, tra i commenti stupiti degli altri.
Mi attacco alla mano del mio partner, e tra me, nonostante che la testa mi giri un po’, prego di ricordarmi tutto quello che mia madre, aveva cercato di insegnarmi sul tango argentino, vent’anni prima. Non è la prima volta che ballo con lui, per cui, mi sento senz’altro molto più sicura.

Anche la coppia che aveva cenato con noi, comincia a ballare, ma poco dopo si ferma per guardarci, insieme agli altri, perché decisamente stiamo ballando alla grande.

Giro lo sguardo intorno, per cercare Michael, lo vedo, infatti, seduto sul divano, dove poco prima ero seduta io e da dove c’è una visuale perfetta. Vicino a lui, neanche a dirlo, c’è Agnes.

Ogni volta che, mentre compio le mie giravolte, mi ritrovo di fronte a lui, lo fisso intensamente con occhi di fuoco o per lo meno, credo che siano tali, perché è come se dai miei bulbi oculari uscissero vere e proprie fiamme, per incenerirlo.

Lui fa altrettanto, perché vedo che non distoglie mai lo sguardo da noi, a dispetto di quella che le sta vicino, che ogni tanto si avvicina a lui per parlargli.

Sarà l’effetto dell’alcol, che mi rende più sciolta e disinibita, ma mi rendo conto che sto ballando, come mai in vita mia abbia fatto. Mi muovo con una sensualità, molto più pacata e meno esplicita di quella di Agnes, tale da esprimere, tutta la passione e l’erotismo, che in questo momento sento esplodere, attraverso questa danza meravigliosa, che è il tango.

Seguo i movimenti di Franky senza nessuna fatica, mentre mi accorgo dal suo sorriso, nonchè dal suo sguardo, che anch’egli ne è davvero compiaciuto. Siamo veramente perfetti, riusciamo a ballare senza fare nemmeno il più piccolo errore, io mi affido completamente al mio cavaliere e, l’esibizione deve avere veramente una riuscita eccellente, giacché, con il finire della musica, nella sala, cala un silenzio irreale.

Dopo qualche interminabile secondo, mentre sono ancora avvinghiata a Franky, con la mia gamba sollevata e appoggiata sul suo fianco, è Andrea, il primo a parlare, battendo le mani entusiasta, seguito dagli altri ospiti, si avvicina a noi per farci i complimenti e per dire a voce alta:

“Sei stata straordinaria, un vero concentrato di passione, sensualità, classe e bellezza. E poi, ragazzi, che gambe! Ma come si può non amarti?”

Detto questo, mi prende la mano per baciarla, con un gesto di squisita galanteria, mentre anche Franky, ormai riacquistata la sua solita cordialità, inchinandosi,fa altrettanto, mentre aggiunge:

“E’ stato uno dei più bei tanghi della mia vita. Complimenti davvero, sei stata eccezionale. Mi piace talmente ballare con te, che potrei farlo per tutta la notte. Il professore ha ragione, sei riuscita ad esprimere tutto quello che lui ha detto, ma forse, anche di più. Davvero notevole.”

Rivolgendosi poi a Michael, gli chiede:

“Miky, ma hai visto che tango siamo riusciti a ballare? Hai visto quanto siamo stati bravi, anzi quanto, lei sia stata meravigliosa?”

Fino a quel momento non avevo più rivolto lo sguardo verso di lui, per cui, solo quando volto la testa per guardare nella sua direzione, mi accorgo che è in piedi, a pochi passi da noi, che sta applaudendo.
Con un sorriso affascinante, si avvicina per complimentarsi per l’esibizione, ma io senza dargli troppo peso lo ringrazio dicendo:

“Davvero troppo gentile. Ma niente a che vedere con la tua esibizione di prima. Il confronto non regge.”

Dico questo, con un largo sorriso, ma con un tono di voce che è prossimo ad una crisi isterica, oltretutto anche un po’ strascicato, mentre cerco di allontanarmi, per andarmi a fare un altro sorso di Vodka.

Mentre gli passo vicino, guardandolo dritto negli occhi, gli dico, “Sorry”, ma lui appoggia la sua mano sul mio braccio e, con voce un po’ più intensa mi dice:

“Spero che ora, mi farai l’onore di ballare con me.”

Io, che avevo abbassato gli occhi per guardare la sua mano, li alzo molto lentamente e fissandolo, come se l’avessi voluto uccidere, con il coraggio dovuto soprattutto a tutta le Vodka che mi ero fatta, gli rispondo:

“No, ora no, adesso vado a bere, forse dopo, se ne avrò voglia.”

Appena terminato di pronunciare queste parole, già mi vorrei tagliare la lingua per averle dette, perché lui, ovviamente, colpito in pieno come se lo avessi schiaffeggiato, toglie immediatamente la mano dal mio braccio e con una mezza risata, che in realtà nascondeva ben altro, mi risponde:

“Scusa, ma non stai bevendo un po’ troppo? Comunque, dopo, non ne avrò voglia io.”

Mentre si gira per allontanarsi, non soddisfatta, rispondo con una risatella isterica:

“Pazienza, vuol dire che non balleremo insieme. Me ne farò lo stesso una ragione.”

Quindi, come se non bastasse, aggiungo, questa volta in italiano:

“E poi a te che te ne frega, di quanto sto bevendo?”

Immediatamente dopo, vedendo che, neppure mi ha degnata di uno sguardo, maledicendomi per la mia stupidità, per il mio orgoglio, per il mio carattere schifoso, mi avvio verso l’angolo bar, con le lacrima agli occhi, ben consapevole di essermi giocata anche quest’ultima chance.

Andrea, che aveva seguito il tutto, da una posizione strategica, si avvicina a me e, accorgendosi della mia espressione stravolta, mi dice:

“Guarda che lui non sono io. Non credo che abbia la pazienza di correrti dietro per tre anni. Anzi, mi sa che di pazienza non ne abbia proprio. In fondo lui è Michael Jackson, la super-star che milioni di donne adorano, le quali, se solo potessero toccarlo per un istante, venderebbero la loro anima al diavolo. Scusa, se mi permetto di darti consigli, ma sono un uomo anch’io, quindi, certe dinamiche le conosco bene. Quello ha ballato con la bonona, solo per farti ingelosire, si vedeva lontano un miglio. Io non so cosa sia successo tra di voi, ma di una cosa sono certo, per tutta la serata, da quando è qui, ti ha guardato in continuazione, anche quando parlava con gli altri, ho notato che guardava dov’eri, per vedere cosa stessi facendo e, quando s’accorgeva che stavi parlando con me, ad esempio, il suo sguardo cambiava.”

A quelle parole, mi sento sciogliere, ma per mantenere ancora un briciolo di dignità, senza scoppiare a piangere, devo chiamare a raccolta tutte le mie forze e con forzosa disinvoltura, rispondo:

“Sei sempre il solito esagerato. Io di tutti questi sguardi che dici, non me ne sono proprio accorta. Anzi, a me è sembrato, esattamente il contrario.”

Allora lui ribatte:

“Tesoro, ma come fai a non essertene accorta. Quando ballavi il tango, ti mangiava con gli occhi. Non ha distolto lo sguardo da te nemmeno per una frazione di secondo. Era incantato ed affascinato. L’ho guardato bene. Pensa che ad un certo punto mi sembrava di essere ad una partita di tennis, perché giravo lo sguardo, da te a lui, in continuazione, per cui ti assicuro che, mentre ti fissava, i suoi occhi esprimevano molto di più che della semplice ammirazione, per come stavate ballando. Ora non vorrei dire una parola grossa, ma a me è sembrato amore. Credimi, lo so che quello che ti sto dicendo, va a mio discapito, perché te lo confesso, da quando ti ho rivista oggi, il mio solo desiderio è stato quello di poter fare di nuovo l’amore con te. Ho capito però, che sei troppo coinvolta ed innamorata ed io, ti voglio troppo bene, per non desiderare di vederti felice. Comunque poi, non potrei mai andare a letto con una donna, sapendo che, magari mentre è con me, pensa ad un altro. Sono troppo narcisista per poterlo accettare.”

Le parole di Andrea, hanno avuto su di me un effetto placebo, quindi, abbandonata tutta la mia finta sicurezza, ma soprattutto, capendo quanto davvero lui si stesse dimostrando un caro, anzi carissimo amico, guardandolo con riconoscenza e sorridendogli con gratitudine, gli dico:

“Hai ragione Andre, mi fa fatica ammetterlo, ma sono completamente persa, per lui. Erano anni che non mi innamoravo così e, che il mio cuore non batteva così tanto, solo a sentire il suo profumo; mi sembro una ragazzina alla sua prima cotta. Non so cosa devo fare, vorrei scappare ma non posso, è come se mi tenesse incatenata a lui. Non riesco, in questo stato emotivo, ad essere lucida, tanto più che ho anche la mente obnubilata dall’alcol, come se non bastasse l’amore! Andre, ti prego, dimmi che devo fare?”

Lui pazientemente guardandomi negli occhi mi dice:

“Secondo me, sei ancora in tempo per rimediare, ora io chiederò a Franky di mettere su un bel disco, qualcosa di lento, insomma qualcosa che si possa ballare, adatto a lui, magari anche un altro tango, mentre tu, sorridendo, guardandolo intensamente, ti avvicini, gentilmente lo prendi per mano e gli dici che per te è un onore poter ballare con lui.”

Sempre più terrorizzata, gli rispondo

“Andrea, questo non è possibile, tu non lo conosci, per lui un no, è qualcosa di inconcepibile, sarebbe capace di farmi fare una figuraccia davanti a tutti, dicendomi che non gli va o magari peggio, che non ha nessuna voglia di ballare con me. Lo conosco bene, in questi giorni, mi ha fatto passare le pene dell’inferno. Cambiava umore da un momento all’altro, solo magari per una battuta o per……………vabbè è inutile che ti stia a raccontare, ma credimi non lo posso fare. Non qui, stasera, di fronte a tutti questi, ma soprattutto, di fronte a, quella.”

Mentre dico “quella”, indico con la testa verso la direzione di Agnes.

Rivolgendomi poi di nuovo ad Andrea, gli chiedo:

“Che sta facendo Michael? Oddio sono talmente agitata che ho perfino paura di guardare.”

Il mio amico, con santa pazienza, ma anche un po’ divertito, risponde:

“Niente, in questo momento è seduto sul divano e sta parlando con quella coppia che era con noi a tavola, insieme l’altra coppia che è arrivata dopo. Se può consolarti, ti dico anche, che sta è seduto di fronte a noi, guardando dalla nostra parte in continuazione. Più di questo che ti devo dire? Se ti avvicini adesso, sono certo che ballerà con te.”

Sempre più ostinata e terrorizzata, ribatto:

“Ma come ti viene in mente? Ti pare che mi avvicino e lo interrompo mentre sta parlando con degli ospiti? Forse tu non ti rendi conto, ma nessuno oserebbe farlo.”

Andrea, con aria sorniona, sorridendo, replica:

“Tesoro, io non sono, tutti gli altri.”

Quindi prendendomi per mano, con il suo smagliante sorriso ed il suo fascino indiscutibile, chiedendo scusa, si avvicina al mio amore, dicendogli:

“Scusami Michael, ti dispiace se mi siedo al piano per suonare un po’. Ho visto che quello che c’è qui è un bellissimo strumento e, visto che mi diletto a strimpellare, mi piacerebbe farlo, in tuo onore, per ringraziarti della bellissima serata.”

Non appena il mio geniale amico, pronuncia queste parole, Michael da perfetto padrone di casa, si alza immediatamente per accompagnare Andrea verso il pianoforte, mentre gli risponde, che è ben contento di sentirlo suonare, lo ringrazia per la sua disponibilità, poi rivolgendosi a tutti noi, ci annuncia che il professore, ci farà l’onore di suonarci qualcosa.
Il professore, inizia dapprima ad ascoltare se i tasti sono accordati al punto giusto, quindi, una volta convintosi che le note sono perfette, attacca con il suo repertorio preferito, che io conosco bene, i magici Beatles.

La prima canzone è Yesterday, la riconosco immediatamente, mentre mi avvicino a Michael che era rimasto in piedi, presso il pianoforte, noto che anche lui, non appena riconosce le prime note, sorride soddisfatto, poi girandosi verso la sala, mi vede, ed incrociando il mio sguardo, che in questo momento gli sta comunicando tutta la dolcezza, l’amore e la passione che nutro per lui, si sofferma a fissarmi intensamente, per cui io, facendomi coraggio, gli vado ancora più vicina, poi, prendendolo per mano, gli dico:

“Scusami, mi sono comportata in modo orribile. Ti prego, balliamo, lo desidero moltissimo.”

Lui mi guarda serio e, accennando un leggero sorriso, ribatte:

“E se ti dicessi, che non mi va, perché ora voglio bere qualcosa?”

Con gli occhi lucidi e, con la voce rotta dall’emozione, rispondo:

“Mi spezzeresti il cuore.”

Senza dire un parola, tenendo fissi i suoi occhi nei miei, raggiunge il centro del salone, mi circonda le spalle con le braccia ed inizia a ballare con me, mentre io in questo preciso istante, mi sento morire dalla felicità.
Eri_305
00domenica 30 maggio 2010 22:15
BELLOOOOOOOOOOOOOOO
manu 62
00domenica 30 maggio 2010 22:20
ma io adoro Andrea!certo che te e Michael avete un bel caratterino!lo so che sono insaziabile ma...ne vorrei un altro!PLEASEEEE!
ludo.94
00domenica 30 maggio 2010 22:21
oddio!! è bellissimo solo una cosa ma non dovresti essere incavolata con michael?? c'è se uno avesse baciato un'altra e avesse ballato in quel modo quando -nn so se è il termine giusto in questo caso- stava cn me, io gliene avrei dette quattro.... vabbè ke forse eri un pò brilla..xò.. cmq anche così è bellissimo soprattutto la frasetta che le dice michael alla fine ..quella mi è piciuta tantissimo!!! cmq tutti e due avete un bel caratterino eh! se non altro alla fine andrea si è dimostrato di aiuto e io che pensavo stesse per mettere i bastoni tra le ruote!!!
vabbè,attendo il prossimo cappy!!
dirtydiana66
00domenica 30 maggio 2010 22:28
waaaaaaawwwwwwwwww,,,,,io sto morendo sul serio...bella la sfida del ballo.....
voglio scusa vorrei leggere il prossimo adesso

ciao

BEAT IT 81
00domenica 30 maggio 2010 22:29
Grande Lalli !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Così si fa!!!!!!!! Ora capisco xè dicevi che andrea sarebbe stato fondamentale e dico che avevi proprio ragione ;-)))))), è stato assolutamente sincero e onesto come solo i veri amici sanno fare....Fantastico!!!!!!!!! Ti prego continua....Grazie. Baci Sara
malabi
00lunedì 31 maggio 2010 00:59
29° Capitolo


Stretta tra le sue braccia, seguendo la musica ad occhi chiusi, per un momento, mi sembra di dimenticare tutto, poi Michael spezza questo incantesimo dicendomi:

“Hai un’espressione così bella e rilassata………….io, vorrei vederti sempre così……..”

Aprendo gli occhi e guardandolo molto seriamente, rispondo:

“Amore mio, questo dipende, molto da te….”

Al che, con uno sguardo interrogativo, mi chiede:

“In che senso dipende da me?”

Non posso fare a meno di fulminarlo con gli occhi e con un tono di voce, senz’altro più risentito, gli ribatto:

“Dai Michael, come puoi chiedermi una cosa simile? Devo credere quindi che fino a poco fa, per te non sia successo niente?”

Lui sorridendo e guardandomi con uno sguardo furbetto replica:

“Sì, certo………Hai ballato uno splendido tango con Franky, che mi ha lasciato senza parole, non credevo ai miei occhi………..In quel ballo c’era tutto; passione, amore, rabbia, sofferenza, sensualità, desiderio ma tutto danzato con una classe, veramente rara. Devo ammettere che eri perfetta……….Se fosse stata un’audizione per scegliere dei ballerini di tango, ti avrei scelta subito………………..”

Lo interrompo per aggiungere:

“Ma dato che un’audizione per il tango, non la farai mai……..Invece avresti scelto sicuramente Agnes……… mi sembra che lei sia molto più adatta, per te……….ho visto che eravate in sintonia perfetta quando avete ballato Blood On The Dance Floor……………….In confronto In The Closet, con Naomi, era un video per educande.”

Michael, guardandomi ora con uno sguardo, sempre più divertito, mi chiede:

“Perché come ho ballato con Agnes? Eppure a me In The Closet, mi era sembrato molto spinto. Sai, spesso quando danzo, non mi rendo conto dei movimenti che il mio corpo fa, seguendo la musica e, anche in questo caso, non mi ricordo che cosa sia successo.”

Dopo questa affermazione, ma soprattutto, guardando i suoi occhi piuttosto divertiti gli rispondo:

“Non lo sai vero? Roba che mancava solo che la…………………”

Non conoscendo la parola esatta che potesse tradurre il termine che avrei detto se avessi parlato in italiano, proseguo parlando nella mia lingua:

“………………scopassi, davanti a tutti.”

Allora interrogandomi anche con lo sguardo, mi fa:

“What?”

Senza alcun turbamento, gli ribatto:

“Chiedilo al tuo amico Franky, dato che un po’ d’italiano lo parla, sicuramente saprà cosa significhi, questa parola.”

Michael, ridendo aggiunge:

“Certo che glielo chiedo. Gli devo anche domandare di un’altra parola che ho sentito prima……………”

Sapendo a cosa si stesse riferendo, facendo però finta di niente, lo interrompo nuovamente per dirgli:

“Quale parola?”

E lui:

“Quella che hai detto quando eri seduta sul divano e mi sono avvicinato per prendere la giacca………… sono sicuro che fosse una brutta parola, perché quando sono venuto in Italia, l’ho sentita spesso, anche se adesso non mi ricordo il significato, ma l’ho capito da come mi guardavi………….. Avevi degli occhi molto cattivi in quel momento, mi hai fatto quasi paura.”

Sempre più allibita, penso tra me:

“Vuoi vedere che adesso passo pure da cattiva?”

Non volendo però, sottostare minimamente a questo spudorato giramento di frittata, proseguo:

“Beh, dopo quello che avevo visto con Agnes………….. e non mi dire che non te lo ricordi, perché non ci credo! E’ da quando sei arrivato che ho notato, da parte tua, verso di lei, un atteggiamento molto più aperto, rispetto al resto dei tuoi ospiti. Con me, tanto per farti capire perché ero così arrabbiata con te, ti sei limitato a prendermi la mano e a fare un piccolo gesto di saluto, come se nemmeno ci conoscessimo. E chiaro che loro li conosci da molto più tempo, ma vorrei ricordarti, qualora tu te lo fossi dimenticato, che nemmeno 12 ore fa, tra noi due è successo qualcosa. Ora, io non so, il peso che possa avere avuto per te, fare all’amore con me, ma io, forse perché ho una mentalità europea, normalmente quando vado a letto con un uomo, mi aspetto come minimo, da parte sua, un po’ più di considerazione…………………..”

A questo punto mi interrompe per controbattere:

“Prima di tutto ti dico, che da parte mia la considerazione c’è stata, ho ordinato per te dei fiori e un regalo che ho fatto lasciare nella tua camera, e che tu nemmeno indossi. Secondo, tu sai che per quanto riguarda la mia privacy, non desidero che questa stia sulla bocca degli altri, anche se sono amici, è comunque gente che lavora nello show-business, per cui è sempre meglio essere prudenti! Terzo, tu eri qui con il tuo amico ed anche ex, perché lo so che siete stati assieme e, da come parla di te, si capisce che ancora gli piaci molto, quindi, non volevo metterti in imbarazzo, con atteggiamenti troppo affettuosi, visto che tu eri così felice di averlo rivisto, che pensavo…………………………….”

Qui si interrompe, fa una smorfia, gira gli occhi di lato, come per cercare le parole adatte, ma io approfitto di questa pausa per
rispondergli:

“Miky, posso chiamarti così? Ascoltami bene, perché quello che sto per dirti è difficile da esprimere in inglese, spero quindi che tu comprenda le mie parole. Ho molto gradito i tuoi fiori, sono bellissimi e quando li ho visti, il mio cuore batteva forte per l’emozione, sei stato un vero gentleman, ma poi quando ho visto quel regalo, così costoso………..mi sono chiesta che significato avesse. Non so come spiegartelo, lo so che tu me l’hai regalato con le migliori intenzioni, ed io ti ringrazio con tutto il mio cuore di questo. Ti prego di non offenderti ma quello che vorrei farti capire però, è che l’affetto non si dimostra regalando un “Rolex”, ma a me avrebbe reso più felice una tua chiamata, per dirmi che non potevi essere presente alla cena. Per me questo, avrebbe significato molto di più. L’orologio non l’ho indossato, perché avrei voluto chiederti di restituirlo, perché io proprio non lo posso accettare. Tutto qui.”

Mentre Andrea, continua a suonare altre canzoni dei Beatles, noi quasi non ci muoviamo più, troppo presi come siamo a parlare. Michael dopo questo mio discorso, tace, abbassa gli occhi e mordendosi il labbro replica:

“Io invece ci terrei molto che tu lo tenessi questo regalo, io desidero che tu lo metta al braccio, sempre, perché così ogni volta che lo guarderai per sapere che ora è, penserai a me anche se sarai dall’altra parte del mondo. Ho scelto apposta un orologio, perché so che è l’oggetto che si guarda di più in una giornata ed io ho bisogno di sapere che tu mi penserai più volte al giorno, anche se saremo terribilmente lontani………..”

Su queste parole si interrompe, perché sento nella sua voce un po’ di commozione, quindi fregandomene di tutto il resto, lo stringo forte a me, gli do un bacio sulla guancia e, con altrettanta commozione, gli rispondo:

“Ok Michael, ti ringrazio, e ti prometto che lo metterò sempre, ma ci tengo a dirti, che non avrei avuto bisogno di un orologio per pensarti, perché questo succederà comunque, so anche che ogni volta che accadrà, soffrirò anche moltissimo, perché tu non sarai vicino a me…………..Non voglio pensarci adesso, perché solo l’idea, che tra quattro giorni devo partire, mi fa star male……………………”

Insieme a quest’ultima frase, escono anche lacrime di dolore, ma lui, con la scusa di accompagnarmi verso l’angolo bar per versarci da bere, prendendomi per un braccio, mi dice:

“Vieni, usciamo un po’ fuori. Qui ci sono troppo occhi indiscreti.”

Appena lasciato il salone, le mie lacrime, che fino adesso ho cercato di trattenere, scendono copiose, sono profondamente triste, perché so che, tra poco, questo finirà ed io sento di nuovo il mio cuore spezzarsi dal dolore.

Rabbrividisco per il freddo, ma Michael si toglie la giacca per coprirmi e, cingendomi le spalle, mi conduce verso una parte più nascosta dalla visuale della sala.

Mi appoggia alla ringhiera, poi, mentre con la mano mi asciuga le lacrime, comincia a baciarmi sul viso con una tenerezza infinita e, con una voce dolcissima mi dice, quasi sussurrando:

“Amore mio, non piangere, non posso vederti piangere perché fai piangere anche me. Ti prego,………..non farlo, mi si spezza il cuore………………”

Accennando un pallido sorriso, gli rispondo:

“No, ti prego, anche tu no, altrimenti io non smetto più. Tu devi essere forte anche per me, perché io in questo momento non ce la faccio. Scusami, non so cosa mi sia preso, ma improvvisamente pensando a quanto mi mancherai, ho rivissuto tutta la sofferenza di otto anni fa………..Ti chiedo ancora scusa, mi dispiace davvero, mi sto comportando come una stupida…………Adesso passa, non voglio rovinarti la festa con i tuoi amici…………..Mi vergogno tanto………..”

A queste mie parole, lui mi abbraccia forte e sempre con un tono di voce dolce e sussurrato, mi tranquillizza dicendomi:

“Tesoro, non devi chiedermi scusa di niente………Sai quante volte io ho pianto? Non mi sono mai vergognato di farlo, perché,………perché le lacrime esprimono le emozioni,………..i sentimenti, il dolore, la gioia e solo le persone molto sensibili,………..come siamo tu ed io, possono capire cosa significano le lacrime di un altro………… Voglio dirti anche questo………non devi sentirti stupida! Ti prego di credermi,………….io ho una profonda stima di te e, ti ammiro anche moltissimo, per come hai affrontato tutte le cose brutte che la vita ti ha riservato, per come sei riuscita a cavartela, quasi sempre da sola, per come ami tua figlia, per come parli con lei……………. Sei una donna meravigliosa, sotto tutti i punti di vista, poi stasera, ne ho avuto la piena conferma……..”

Non posso fare a meno di chiedergli:

“Perché stasera?”

E lui, sorridendo con dolcezza, ammette:

“Perché ho sentito quello che il professore ha detto di te, da come ti ha descritta quando eri all’università, si sentiva una tale ammirazione nella voce ed anche molto, molto affetto per te…………..Ero sicuro che tu fossi una donna forte e determinata, l’ho saputo appena ti ho conosciuta, l’ho capito dal tuo sguardo, vivo, intenso, intelligente e così scrutatore che a volte, quando mi guardavi un po’ più a lungo, anche se non li vedevo, sentivo i tuoi occhi che mi penetravano fino in fondo alla mia anima. E’ dai tuoi occhi che io riesco a capire le tue emozioni, perché sono talmente espressivi, che non hai bisogno di dire parole, perché loro parlano per te…………………..devo ammettere, però che quando sei arrabbiata,…….un po’ mi fanno paura………………”

Scoppia a ridere e mi abbraccia di nuovo. Mentre ricambio il suo abbraccio, penso che la mia sensazione, a proposito di quella porta socchiusa vista durante la cena, sia stata esatta. Michael era in quella stanza, forse veramente per riposarsi, ma nello stesso momento voleva ascoltare anche i nostri discorsi.

Non posso fare a meno di dirglielo:

“L’ho immaginato che quella porta, fosse stata lasciata un po’ aperta perché tu eri là dentro e volevi sentire di cosa parlavamo………..”

Facendo finta di cadere dalle nuvole, mi chiede:

“Quale porta?”


Allora, io ridacchiando gli rispondo:

“Ti prego di non insultare la mia intelligenza. Mi hai appena detto che non pensi che sia stupida, ed ora mi tratti come tale?”

Lui sempre ridendo ribatte:

“Te ne sei accorta, vero? Pensavo che nessuno la notasse, e di solito nessuno la nota, perché è molto ben camuffata. Ma come hai fatto?

Gli rispondo molto sinceramente:

“Perché i miei occhi sono stati attirati proprio in quel punto. Forse è la tua energia, che mi attrae a te come una calamita, riuscendo a percepire la tua presenza anche se non ti vedo.”

Detto questo, mi abbraccia fortissimo, e baciandomi, ora sulle labbra mi dice:

“Lo sai che significa questo?”

“Non lo so. Per te cosa significa?”

Lui, sempre tra un bacio e l’altro mi risponde:

“Significa che tra di noi c’è molto “feeling”. Significa che le nostre anime sono in comunicazione. Significa che ci capiamo e ci amiamo.”

A queste parole ribatto:

“Io, so per certo che ti amo, ma non so, se per te sia lo stesso. A volte mi sembra che non ti interessi nulla di me, come prima, quando hai ballato con Agnes………………”

Un po’ infastidito, replica:

“Ecco che parli di nuovo di Agnes…………..Lei è solo un’amica, balla bene è vero e, mi piace molto danzare con lei…………..ma oltre a questo non c’è nient’altro……………Credimi, i suoi interessi sono di tutt’altro genere………..”

Su queste ultime parole, mi guarda fisso, ed alzando il sopracciglio, fa uno sguardo come per dire:

“Non hai capito di cosa sto parlando?”

Al che, con un tono di sorpresa, domando:

“Vuoi dire che è lesbica?”

Lui guardandomi sempre come prima, ribatte:

“L’hai detto tu. Io non ho detto niente………..”

Insisto, sempre più incredula:

“Ma dai, non è possibile! Ma se sprizza sensualità da tutti i pori…………..quando ha ballato con te, poi…………..sembrava che………beh…………….anche tu la guardavi in un modo………..No, non ci credo mi stai prendendo in giro!”

Al che Michael, con un atteggiamento sornione mi fa:

“Se non ci credi chiedilo a Franky. Guarda che lo sanno tutti, tranne te ed il tuo amico ovviamente. Ho ballato con lei in quel modo, proprio perché so, che lei, per gli uomini, non ha alcun interesse…………….”

Con finto tono arrabbiato, domando:

“Ok. Quindi mi stai dicendo anche che hai ballato così, per farmi arrabbiare, dato che ero l’unica a non sapere…………………..”

Michael ridendo, abbracciandomi stretta, risponde:

“A quanto pare, ci sono riuscito, perché ho visto nei tuoi occhi, davvero le fiamme dell’inferno. Quando mi hai guardato in quel modo però e, da come hai pronunciato quella frase in italiano, ho pensato che forse avevo esagerato………..Ho avuto paura che, davvero te ne andassi, per ritornare a LA, da sola…………….o che decidessi di andare via con il professore.”

Su quest’ultima frase gli chiedo a bruciapelo:

“Michael scusa, ma te lo devo domandare…………..intanto chi ti ha detto che Andrea è un mio ex, poi da come ne parli, mi sembra, che tu sia geloso di lui?”

Al che, con aria un po’ imbarazzata, mi risponde:

“No, non sono geloso………………..ma pensare che tu potessi passare la serata ed anche la notte con lui, mi ha fatto star male. Tu sei venuta qui con me e per me. Non per lui. In quanto poi ad essere il tuo ex, l’ho capito da come ti parlava, ti guardava e soprattutto da quello che ha detto di te. Si sentiva che era stato molto innamorato e, secondo me, lo è tutt’ora!”

A quest’ultima frase, ribatto:

“Ti sbagli, ora non lo è più. Vent’anni fa lo è stato sicuramente, ma ci siamo lasciati molto male, per colpa mia. Ma questo te lo racconterò un’altra volta, se ti interessa saperlo.”

Riflettendo poi su tutto il resto, non so se essere contenta di quello che mi ha detto, o no. Mi chiedo quindi, se la sua reazione non sia stata invece conseguente al pensiero, di non essere più al centro della mia attenzione, più che gelosia. Credo che conoscendolo, sia più attendibile la seconda ipotesi, infatti, in realtà, me l’ha quasi dichiarato esplicitamente.

Ricordandomi poi, che a ciò che gli avevo chiesto prima, riguardo al suo sentimento per me, non aveva risposto, cerco di riportare il discorso su quello che ancora mi stava a cuore.

“Prima, quando ti ho chiesto se anche tu mi ami, non mi hai risposto. Ora te lo richiedo di nuovo.”

Sempre tenendomi abbracciata, mi risponde:

“Io ti amo molto. Devi credermi. Lo so che a volte potresti pensare che non è così……….ma per me è difficile dimostrare quello che provo,………..questo io riesco a farlo bene solo con la musica e la danza……..Nei rapporti con le donne, a volte non mi sento a mio agio, già te l’ho detto! La mia mente è presa anche da altre cose, che considero importantissime, mentre invece le donne vorrebbero che si pensasse sempre e soltanto a loro, ma io questo, non lo posso proprio fare, non ci riesco, non ne sono capace. Non potrei mai concentrare tutti i miei interessi, solo su una donna………….Forse per te, questo non è il modo giusto per vivere una relazione, ma questo è il mio modo e, fino ad oggi, nessuna donna è riuscita a farmi cambiare.”

Resto in silenzio per un po’, riflettendo su quello che avevo appena ascoltato, poi cercando di raccogliere i miei pensieri, per formularli al meglio, replico:

“Miky, se a volte, il tuo comportamento mi ha fatto pensare che, da parte tua, non ci sia lo stesso interesse che io ho per te, è perché, in fondo io ti conosco molto poco, per cui, spesso, vengo tratta in inganno da alcuni atteggiamenti che non capisco, ma non per colpa tua. Sono io che ogni volta mi devo dire, che tu non sei un uomo come tutti gli altri. Tu vivi in un mondo totalmente distante dal mio: sei una celebrità; ovunque vai sei accolto dalle massime autorità e da migliaia di fans adoranti; sei stato ospite di capi di stato, di ministri, di reali…………..A volte penso, che tutto questo sia un sogno, fino al punto che, spesso mi chiedo, come ho fatto ad essere qui con te, poiché non mi sembra possibile!...........Con tutte la belle donne che hai avuto, senza parlare di quelle che ti girano attorno, più giovani di me, più disponibili, più famose, magari, anche meno problematiche e, con caratteri, sicuramente, più accomodanti del mio. Ecco quello che mi chiedo è: perché io?”

Lui guardandomi adesso, molto intensamente, con il suo splendido sorriso, mi dice:

“Intanto, ho avuto molto meno donne di quello che tu pensi…………Alcune, mi sono piaciute anche molto, ma con loro non è successo niente. Forse, per colpa mia, perché ero troppo timido per chiedere o perché ero troppo impegnato con il mio lavoro, che è venuto sempre, prima di qualsiasi cosa, questo però prima che ci fossero i miei figli, ovviamente, o perché, semplicemente non era destino che accadesse. Certo, ci sono sicuramente delle donne più belle e più giovani di te, ma non è quello che mi interessa, se fosse solo questo, anzi, se io considerassi solo questo aspetto della figura femminile, ne potrei avere una a sera, ma non è ciò che voglio. Io, da una donna, non desidero solo quello………….. anzi forse è l’ultima cosa a cui penso, che può accadere oppure no, non ha molta importanza……….Per me, ciò che conta, è poter parlare di tutto e sentire di essere capito, poter provare le stesse emozioni guardando un film, o commuoversi, davanti ad un bambino che soffre, gioire per un tramonto, per una bella musica e soprattutto, avere insieme la certezza, che l’amore deve essere universale, non solo circoscritto all’interno di un nucleo, formato da parenti e amici. Anch’io so, che la famiglia viene prima di ogni cosa, ed anche gli amici sono importantissimi, ma non ci si deve fermare a questo, bisogna andare oltre perché, solo quando nel mondo regnerà l’amore, ci potrà essere un cambiamento radicale. Il mio impegno è questo; io spendo tantissime energie ed anche soldi, affinchè questo messaggio arrivi, per me è una missione, ed io mi ci dedicherò, con tutto me stesso, fino a che avrò la forza di farlo. Mi chiedi perché proprio tu? I motivi sono diversi, prometto che te li dirò ma non adesso. Ora è meglio rientrare, altrimenti gli altri penseranno chissà cosa, e poi non è gentile lasciare il tuo amico solo, per così tanto tempo.”

Qui si interrompe, poi dopo avermi baciato, accarezzandomi i capelli, aggiunge:

“Comunque il professore mi piace molto. E’ un uomo molto intelligente, simpatico, colto, parla benissimo l’inglese ed è anche molto spiritoso. D’altronde, non poteva essere diversamente, visto che è stato un tuo amore!”

Detto questo, ci muoviamo per rientrare e, quando sono di nuovo all’interno, gli riconsegno la giacca che avevo ancora indosso. Non appena gli altri ci vedono rientrare, partano le domande del tipo: “Ma dov’eravate finiti…..”, “cominciavamo a preoccuparci………..”, “abbiamo pensato che……..” ed altre facezie del genere. Mike tuttavia, non sembra preoccuparsi più di tanto e, con un sorriso smagliante, risponde:

“Siamo andati ad ammirare la luna, questa sera è bellissima.”

Rivolto poi ad Andrea, che ora sta suonando al pianoforte proprio “Al chiaro di luna” di Beethoven, dice:

“Professore, complimenti, suoni benissimo e questo brano è proprio adatto per una serata come questa.”

Il mio amico, ora divenuto per me assai più caro, guardando verso di lui sorride, mentre ringrazia, poi rivolto a me, mi strizza l’occhio, continuando a sorridere.
malabi
00lunedì 31 maggio 2010 01:59
30° Capitolo


Mi avvicino al piano e chinandomi verso Andrea, lo bacio sulla guancia, sussurrandogli:

“Grazie. Sei stato un tesoro.”

Lui, continuando a suonare, mi chiede:

“Tutto a posto?”

Io, tirando un sospiro di sollievo, gli rispondo:

“Sembra di sì,……………. per ora!”

Andrea ridacchia e, indirizzando lo sguardo verso Michael aggiunge:

“Cara mia, hai trovato pane per i tuoi denti. Con il carattere problematico che ha, ti darà filo da torcere!”
Sorridendo ribatto:

“E tu, naturalmente, godi di questo, non è vero? Finalmente qualcuno che ti vendichi………….”

Lui mi interrompe per dirmi:

“Beh, un po’ sì. Finalmente hai abbassato la guardia!”

Non faccio in tempo a rispondergli perché Franky, si avvicina a noi e mi chiede:

“Perché non suoni qualcosa anche tu? Magari potresti anche cantare………”

Rivolgendosi poi ad Andrea, specifica

“Professore, lo sai che qualche sera fa, la tua amica ci ha deliziato con dei bei brani italiani? Si vergognava da morire, ma poi è andata alla grande!”

Fulmino Franky con gli occhi, ma mentre sto per rispondergli, in maniera quasi sgarbata, il mio amico interviene per dire:

“Ma sì dai, suoniamo qualcosa assieme, lo abbiamo fatto tante volte, poi se ci scappa cantiamo pure. Che te ne frega, siamo qui per divertirci.”

Adesso invece, fulmino Andrea con lo sguardo e, con un tono molto serio, replico:

“Non se ne parla proprio! Già la volta scorsa ho dovuto superare un imbarazzo tale, che avrei preferito sparire. Tra l’altro non mi ricordo niente, in quanto a cantare poi, con tutte le emozioni di questa serata, mi uscirebbe fuori una voce da gallina e, con Michael presente! Ma ti rendi conto? Lui che canta divinamente……... Dai, non scherziamo.”

Andre però, non demorde e, sempre con un tono, affabilissimo e seduttivo replica:

“Senti, non mi puoi dire di no. Mi devi un favore, poi non ci credo che non ti ricordi niente. Certi pezzi li abbiamo suonati e cantati talmente tante volte insieme, che non puoi esserteli dimenticati. Sono sicuro che anche il tuo Michael ci aiuterà e canterà, vedrai, lo farà anche lui, insieme a noi. Dai vieni qui e siediti qui vicino. Ti prego, fallo per me.”

A queste parole, non posso fare a meno di accettare, anche se controvoglia. Mi siedo quindi anch’io al piano, ma con voce che non nasconde una leggera apprensione gli chiedo:

“Che hai intenzione di suonare e cantare, lo sai che quelle in inglese non le conosco bene, poi le parole chi se le ricorda! Uffa, ma perché mi costringi a questa tortura.”

Lui sadico, ma sorridendo benevolo, mi risponde:

“Perché mi piace farti soffrire! No scherzo dai! Intanto potremo iniziare con “Volare”, quella è internazionale. Anche qui in America è conosciutissima. Questa la sai dai, la facevamo una strofa tu ed una io e poi il ritornello assieme. Parto io va bene?”

Al che, costretta, alzando gli occhi al cielo, rispondo che va bene.
Andrea, prima di iniziare, si rivolge agli altri ospiti, annunciando con tono scherzoso:

“Signore e signori, è con sommo piacere che ho l’onore di presentare a questo pregiatissimo pubblico, il duo, che lontano dalla scene da vent’anni, si è ricostituito questa sera, in omaggio ad un ospite di eccezione, The King Of Pop, Michael Jackson. Si esibiranno in alcune melodie internazionali, quindi, ecco a voi, Lalli & Andre.”

Detto questo, mentre io disperatamente cerco con gli occhi Michael, che seduto su un divano, guarda divertito dalla nostra parte, applaudendo anche lui insieme agli altri, Andrea attacca con le prime note ed io piuttosto incerta all’inizio, ma poi un po’ più sciolta, lo seguo.
Ovviamente è lui a partire per primo e con la sua bella voce profonda canta:

Penso che un sogno cosi
Non ritorni mai piu'
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu


Poi parto io, un po’ in sordina:

Poi d'improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito


Insieme, ma con la mia voce in controcanto, e più decisa:

Volare oh oh
Cantare oh oh oh oh
Nel blu dipinto di blu
Felice di stare lassu'
volavo volavo E felice
Piu' in alto del sole ed ancora piu'su
Mentre il mondo pian piano
Spariva lontano laggiu'
Una musica dolce suonava soltanto per me


Guardo verso la sala e noto che, anche gli altri ci seguono, battendo il tempo con le mani.

Volare oh oh
Cantare oh oh oh oh
Nel blu dipinto di blu
Felice di stare lassu'


Poi di nuovo lui, volgendo il viso verso di me, e sorridendo.

Ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perche'
Quando tramonta la luna li porta con se
Ma io continuo a sognare
Negli occhi tuoi belli
Che sono blu come un cielo
Trapunto di stelle


Di nuovo tutti con noi, ma essendo un po’ bevuti e presi dall’euforia del momento non acchiappano una nota neanche sparati, tranne ovviamente Michael, che si è unito divertito al coro e, la cui meravigliosa voce, si sente al di sopra delle altre,

Volare oh oh
Cantare oh oh oh oh
Di nuovo noi due.

Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiu'
E continuo a volare felice
Piu' in alto del sole ed ancora piu'su
Mentre il mondo pian piano scompare
Negli occhi tuoi blu
La tua voce e una musica
Dolce che suona per me

Volare oh oh
Cantare oh oh oh oh
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiu'
Nel blu degli occhi tuoi blu
Felice di stare quaggiu'
Con te
Con te


Sulle ultime parole, scoppia un applauso scrosciante, mentre Andrea, che non perde occasione per fare il buffone, si alza in piedi e ringraziando gli astanti con grandi inchini, mi prende per mano, costringendomi a seguirlo, e applaudendo verso di me, che in questo momento sono imbarazzatissima, mi mostra al pubblico come se fossi la star della serata,

Il mio sguardo incrocia quello di Michael, che sorridendo davvero compiaciuto e divertito, comincia a lanciare verso di me i suoi inconfondibili “Huahu” e gli altri gli fanno coro.

Presa anch’io dall’euforico clima comincio a ringraziare con inchini plateali lanciando baci a destra e sinistra con ampi gesti delle braccia, a mo’ di Wanda Osiris, suscitando grandi risate da parte di tutti, accompagnate da richieste di bis.

Il mio compagno, però vuole continuare a divertirsi e a divertire, quindi facendo finta di essere contrariato per tutti quegli applausi diretti a me, mi spinge di lato ed occupa il centro della scena, coprendomi letteralmente e profondendosi in inchini e baci plateali.

Io naturalmente sto al gioco anche perché vedo che l’estemporanea gag sta suscitando grosse risate, quindi metto le mani sui fianchi lo guardo con aria arrabbiatissima e lo caccio via spingendolo con l’anca, per potermi inchinare di nuovo.

Lui allora, con un'espressione in cagnesco, mi prende per le spalle e mi fa indietreggiare, ma mentre sta di nuovo inchinandosi, io da dietro sollevando leggermente la gonna, faccio finta di assestargli un bel calcio nello stinco.

Le risate a questo punto diventano irrefrenabili, soprattutto quelle di Michael, che si sta divertendo come un bambino.

Ovviamente la cosa non finisce qui, perché a questo punto mentre Andre, fa finta di massaggiarsi la caviglia, io approfitto per ripiazzarmi davanti a lui e per ringraziare nuovamente, ma lui con una faccia da assassino, digrignando i denti e con gli occhi sbarrati mi prende per il collo, mimando uno strangolamento in piena regola, io faccio altrettanto e finiamo questo intermezzo buffonesco scuotendo l'uno la testa dell'altro, tra le risate generali, gli applausi e le ovazioni di cui non capisco nemmeno una sillaba.

La cosa, però, che mi fa più felice, è vedere Michael che si sta letteralmente sganasciando dalle risate.

Franky, ridendo anche lui, ci dice:

"Ma voi due siete dei comici nati!"

Alle sue parole fanno eco anche gli altri, che ci rivolgono un sacco di complimenti, poi Michael continuando sempre a ridere e ad applaudire ci dice:

"Bravi, siete stati divertentissimi, ma voi avete fatto gli attori! Mi avete fatto morire dalle risate."

Noi ringraziamo, mentre Andrea, aggiunge:

"Beh, quando eravamo giovani studenti, abbiamo frequentato un gruppo teatrale, ma questo scketch è stato del tutto improvvisato, perché all'epoca abbiamo recitato solo pièces drammatiche, anzi drammaticissime. Insieme non abbiamo mai fatto niente di comico, ma visto il risultato di questa sera, qualora dovessimo rimanere senza lavoro, potremmo avere una carriera assicurata."

Mike ridendo di nuovo a questa ennesima battuta del mio compagno, aggiunge:

"Allora i complimenti sono doppi, se la cosa è stata improvvisata. Siete stati formidabili."

Ora un po' imbarazzata dalla mia esibizione, mi risiedo al piano, seguita da Andrea, che iniziando a strimpellare qualche nota, annuncia:

“Torniamo seri. Ora miei cari e gentili amici, ci esibiremo in un brano che voi tutti sicuramente conoscerete e che anche l’affascinante signora, seduta vicino a me, conosce benissimo, perché questa canzone, era cantata da uno dei suoi miti di gioventù. Non lasciatevi ingannare dal suo aspetto, così compito ed elegante, perché dovete sapere, che costei era una irriducibile rockettara e se la memoria non mi inganna quando ascoltava questo cantante, andava letteralmente in visibilio.”

Rivolgendomi al mio amico, con tono preoccupato e, guardandolo con gli occhi fuori dalla testa, gli chiedo:

“Ma che cavolo dici? E di quale cantante stai parlando? Ti prego non farmi fare figuracce……….”

Lui però, non badando alle mie proteste, attacca con le note di “Light my fire” dei Doors.

La riconosco immediatamente, era stata, infatti, davvero, una delle mie canzoni preferite e ancora di più chi la cantava; Jim Morrison, lo adoravo.

Nel periodo in cui stavo assieme ad Andrea, me la suonava e cantava spesso, ed io quando sentivo la sua voce così bassa e profonda, molto simile a quella di Jim, andavo letteralmente in visibilio. Perciò, memore delle tante emozioni vissute insieme con lui, lo seguo, suonando anch’io, mentre lui comincia a cantare da solo, guardando verso di me, quasi continuativamente.

You know that it would be untrue
You know that I would be a liar
If I was to say to you
Girl, we couldn't get much higher


(Sai che mentirei
sai che sarei un bugiardo
se ti dicessi
ragazza, non possiamo arrivare molto più in alto)


Sul ritornello entro anch’io, ricambiando lo sguardo di Andrea, sorridendogli, completamente presa dalla canzone

Come on baby, light my fire
Come on baby, light my fire
Try to set the night on fire


(forza, piccola, accendi il mio fuoco
forza, piccola, accendi il mio fuoco
cerca di appiccare il fuoco alla notte)


Andrea di nuovo da solo.

The time to hesitate is through
No time to wallow in the mire
Try now we can only lose
And our love become a funeral pyre


(Il tempo di esitare e' passato
non c'e' tempo per rotolarsi nel fango
prova ora possiamo solo perdere
e il nostro amore diventare un rogo funerario)


Ora di nuovo io insieme a lui, pestando sui tasti come una matta, mentre guardo però verso la sala, vedendo che gli altri seguono attenti l’esibizione, canticchiando anche loro, mi accorgo però, che Michael se ne sta spaparanzato sul divano, con le braccia aperte, appoggiate alla spalliera, le gambe stese in avanti e ci guarda con grande attenzione. Gli sorrido, sperando che lui ricambi, ma resta impassibile. Allora mentre attacco con il ritornello, con tutta la passione che la mia voce è, in questo momento, capace di dimostrare, fissandolo senza distogliere lo sguardo da lui,

[C]Come on baby, light my fire
Come on baby, light my fire
Try to set the night on fire, yeah


Poi da sola, con una vocalità più bassa e roca ripeto le prima strofa, senza mai distogliere lo sguardo, ma a questo punto, vedo Michael che muove le labbra, sta finalmente cantando anche lui

The time to hesitate is through
No time to wallow in the mire
Try now we can only lose
And our love become a funeral pyre
Come on baby, light my fire
Come on baby, light my fire
Try to set the night on fire, yeah


Alla seconda strofa mi ammutolisco e facendo un cenno con la testa verso Mike, cerco di attirare l’attenzione di tutti verso di lui, per farlo proseguire da solo, ed infatti con un timbro decisamente, “black”, che mi fa letteralmente impazzire, canta la seconda strofa, facendo però dei cenni con la mano, come per dire, continuate anche voi. L’invito ovviamente non viene accolto.


You know that it would be untrue
You know that I would be a liar
If I was to say to you
Girl, we couldn't get much higher
Come on baby, light my fire
Come on baby, light my fire
Try to set the night on fire
Try to set the night on fire
Try to set the night on fire
Try to set the night on fire


Poi ripete di nuovo l’ultimo ritornello ed avvicinandosi adesso al piano, ci invita più volte a cantare di nuovo insieme a lui, e con noi anche tutti gli altri ospiti. Andrea ed io rispondiamo all’invito, suonando con forza e ritmo sempre più crescenti, fino a che Michael non smette di cantare.

Parte un applauso, talmente sentito verso di lui, che ci alziamo tutti in piedi per rendergli omaggio, perché lui, che non ama molto esibirsi durante le feste, anche se di fronte soltanto ai suoi amici, stasera ci ha davvero fatto un regalo meraviglioso.

Ringraziando tutti, sempre con la sua aria un po’ imbarazzata quando è fuori dalla scena, si rivolge poi verso di noi applaudendo e complimentandosi con entrambi, per l’ottima esecuzione, abbraccia prima lui e poi me, stringendomi forte e, mentre mi bacia sulla guancia, mi sussurra all’orecchio:

“ Come on baby, light my fire. “

Guardandolo molto intensamente, sorridendogli, gli rispondo semplicemente:

“Ok.”

Mentre si distacca dall’abbraccio, Andrea, che davvero non ha mai conosciuto imbarazzo o vergogna, con un tono gentilissimo, si rivolge a Michael per dirgli:

“Sarei davvero onorato se io potessi accompagnarti al pianoforte mentre canti una tua canzone.”

Michael lo guarda un po’ sorpreso ma, subito dopo, abbassando lo sguardo risponde che è molte gentile da parte sua, ma davvero non è il caso.

Il mio amico non demorde e, prova ad insistere, ribattendo con un tono di voce gentilissimo ma scherzoso:

“Lo so che mi giudicherai uno scocciatore, ma se tu volessi cantare, solo per fare un regalo a noi due poveri stranieri, che lontani da casa si sentono un po’ sperduti, ci renderesti talmente felici, che guarda, per dimostrarti la mia personale gratitudine, sarei capace anche di ballare sulle punte, per quanto so che lo spettacolo sarebbe veramente impressionante.”

Michael alla battuta di Andrea, scoppia in una risata, poi guardando verso di me, mi fa:

“Il professore è una persona eccezionale, ha un senso dell’ironia davvero unico ed oltre ad essere un ottimo pianista, è anche un attore comico che non avrei mai sospettato.”

Guardandolo con profonda dolcezza gli rispondo:

“Lo so, lo conosco bene. Però quello che ha detto è vero e vale anche per me. Ti prego canta qualcosa. Per me sarebbe davvero un regalo speciale.”

Lui ricambia il mio sguardo con altrettanta tenerezza e sorridendo mi sussurra:

“Ok. Ma lo faccio solo per te (voi).”

E’ chiaro che avendo usato “you”, non so se l’abbia inteso al singolare o al plurale, ma questo ha poca importanza, poiché Mike, nel frattempo rivolgendosi ad Andrea, gli chiede quale canzone voglia suonare, ed il mio amico, pur avendo un ottimo orecchio, gli dice però che se potesse avere uno spartito qualsiasi, sarebbe senz’altro meglio per lui, perché così non avrebbe paura di sbagliare qualcosa.

Michael annuisce e avvicinandosi ad un mobiletto vicino al piano comincia a cercare in un cassetto pieno di spartiti. Dopo un’accurata ricerca trovando quello che desidera, lo porge al mio insostituibile amico, con un sorriso.

Mentre lui, dà un’occhiata veloce alla musica scritta, Michael, avvicinandosi un’altra volta a me mi dice a bassa voce:

“Questa canzone è dedicata a te.”

Il mio cuore comincia a battere per l’emozione, ma soprattutto, per l’attesa di sapere, quale sia la canzone scelta da lui.

Alle prime note, riconoscendo subito una di quelle che hanno fatto sognare milioni di fan, mi sembra davvero impossibile che lui la stia cantando per me.

A tutto avrei pensato, tranne ad una canzone, il cui testo è una bellissima dichiarazione d’amore e, sentendomi avvampare, imbarazzata abbasso la testa, evitando di guardarlo, giacchè se lo facessi, non potrei trattenermi dal gettargli le braccia al collo per stringerlo fortissimo a me e baciarlo con tutto il mio amore.
manu 62
00lunedì 31 maggio 2010 06:44
buongiorno Malabi.E' cosi' che da un po' di tempo comincio le mie giornate...con la tua bellissima storia!Grazie.
BEAT IT 81
00lunedì 31 maggio 2010 10:18
Ho letto adesso i capitoli 29 e 30, bellisismi come sempre cara Malabi. Sono felice che Lalli e Mike si siano chiariti e le parole che ha usato lui quando gli ha spiegato il xè dell'orologio mi hanno fatto davvero squagliare, bellissima la scena del chirimento sul balcone.Il siparietto comico di Andre e Lalli mi ha fatto davvero morire dalle risate, bravissima!!!! Poi Mike che sussura "Come on Baby light my fire" al tuo orecchio è troppo sexy. Ah, ma la canzone del finale è "I Just Can't Stop Lovin You"? Nn vedo l'ora di leggere il seguito. Grazie x questa meravigliosa storia. Baci Sara
dirtydiana66
00lunedì 31 maggio 2010 13:28
ciao
come sempre bravissimaaaaaaaaa
io nn ho pranzato per leggere i tuoi capy ero troppo curiosa
adesso ho capito l'importanza di Andrea......

e adesso torno al lavoro
minamj
00lunedì 31 maggio 2010 13:41
Sono estasiata!! [SM=x47928]
Bellissimi,continua cosi'.
Certo che il gioco della gelosia......accidenti!!!!!
Michael,sembra buono buono e invece,guarda che giochi fa con
la " morona" [SM=x47979]

Grazie Malabi.

Ahhh.....e grazie Andrea( ora mi sta piu' simpatico)


Michael stronzo?..... [SM=x47982] [SM=x47982] [SM=x47979]

malabi
00lunedì 31 maggio 2010 19:06
Re:
minamj, 31/05/2010 13.41:

Sono estasiata!! [SM=x47928]
Bellissimi,continua cosi'.
Certo che il gioco della gelosia......accidenti!!!!!
Michael,sembra buono buono e invece,guarda che giochi fa con
la " morona" [SM=x47979]

Grazie Malabi.

Ahhh.....e grazie Andrea( ora mi sta piu' simpatico)


Michael stronzo?..... [SM=x47982] [SM=x47982] [SM=x47979]





Mina mia, a Roma si dice "quando ce vo' ce vo'"

Comunque grazie ancora per le belle parole.
malabi
00lunedì 31 maggio 2010 19:07
Re:
dirtydiana66, 31/05/2010 13.28:

ciao
come sempre bravissimaaaaaaaaa
io nn ho pranzato per leggere i tuoi capy ero troppo curiosa
adesso ho capito l'importanza di Andrea......

e adesso torno al lavoro




Dirty, addirittura salti il pranzo? No dai, così mi sento in colpa.

Grazie per i tuoi complimenti, davvero troppo buona.
malabi
00lunedì 31 maggio 2010 19:08
Re:
BEAT IT 81, 31/05/2010 10.18:

Ho letto adesso i capitoli 29 e 30, bellisismi come sempre cara Malabi. Sono felice che Lalli e Mike si siano chiariti e le parole che ha usato lui quando gli ha spiegato il xè dell'orologio mi hanno fatto davvero squagliare, bellissima la scena del chirimento sul balcone.Il siparietto comico di Andre e Lalli mi ha fatto davvero morire dalle risate, bravissima!!!! Poi Mike che sussura "Come on Baby light my fire" al tuo orecchio è troppo sexy. Ah, ma la canzone del finale è "I Just Can't Stop Lovin You"? Nn vedo l'ora di leggere il seguito. Grazie x questa meravigliosa storia. Baci Sara




La conzone lo scoprirai tra poco. Grazie cara, anche per il tuo FFZ
malabi
00lunedì 31 maggio 2010 19:10
Re:
manu 62, 31/05/2010 6.44:

buongiorno Malabi.E' cosi' che da un po' di tempo comincio le mie giornate...con la tua bellissima storia!Grazie.




Grazie Manu, sono davvero onorata e fe,ice che la tua giornata possa cominciare con la mia storia.
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