UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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dirtydiana66
00lunedì 31 maggio 2010 19:27
non ti preoccupare... alla sera mi rifaccio...
leggendo i tuoi capy è come avessi fatto un pieno di energia....

ciao

malabi
00lunedì 31 maggio 2010 21:08
31° Capitolo

Michael infatti inizia a cantare You Are Not Alone, che sembra proprio scritta per la mia situazione, mi allontano da lui, per poterlo osservare a debita distanza e per godermi la sua esibizione, in solitudine, senza la vicinanza di alcuno.

La sua voce risuona nella suite come uno strumento celestiale, ed egli nel cantare viene subito trasportato dal suo talento superlativo, e noi, tutti, restiamo in religioso silenzio per non interrompere il meraviglioso incanto di quel magico momento.

Lo guardo, e mi appare di una bellezza talmente luminosa che quasi abbaglia. L’espressione del suo viso poi esprime totalmente il sentimento che le parole della canzone indicano; i suoi occhi magnetici hanno infatti, una tale luce ed il suo sguardo è così dolce ed appassionato che, riuscirebbe a far sciogliere persino un iceberg, figurarsi me, che sono completamente persa nella sua visione.

Quando poi, con il braccio e la mano tesa verso di me, mi guarda fisso accennando ad un sorriso, sono completamente travolta dall’emozione, giungo le mani davanti alla mia bocca e, restando assolutamente immobile per paura di cadere, fissandolo anch’io con occhi pieni d’amore, faccio solo un leggerissimo cenno d’intesa con la testa.

La sua esibizione, la trovo più che sublime, ogni parola conosciuta mi appare troppo banale e scontata per poter esprimere appieno la tempesta di sentimenti che ha scatenato in me.

Mi rendo conto, quasi con un senso di sgomento, di non aver mai provato una così totale e incondizionata ammirazione per qualcuno; il suo fascino è così straordinario ed il suo talento talmente eccelso che ogni altra valutazione fatta sulla sua personalità, a volte senz’altro contraddittoria e sul suo carattere ombroso e volubile, non conta più nulla di fronte a quello che stasera mi ha regalato, che per me, è al di sopra qualsiasi cosa.

Nel momento in cui Michael smette di cantare, da parte nostra si scatena un subisso di applausi a pieni mani e di complimenti davvero ammirati da parte di ciascuno, Franky compreso, che chissà quante volte lo avrà sentito cantare, ma che nonostante, gli dice che ha superato se stesso.

Vedo che anche Andrea, applaude entusiasta e complimentandosi anche lui con parole veramente sentite ringrazia Michael per avergli fatto l’onore di farsi accompagnare al piano da lui.

Con aria schiva e nuovamente imbarazzata rivolge poi i suoi ringraziamenti ai suoi amici sia per gli applausi, sia per la splendida serata trascorsa assieme.

Le sue parole sono forse un segnale, perché dopo aver scambiato ancora pochi altri convenevoli, gli ospiti cominciano a prepararsi per andare via.

Chiedo ad Andre, che ore siano e lui, dopo aver dato un’occhiata al suo orologio, con aria sorpresa mi dice che si è fatto un po’ tardi, perché sono le due e mezza, però, mentre anche lui si sta preparando per lasciare la festa, Michael, prima di iniziare a salutare gli altri, si avvicina un attimo per chiedergli di trattenersi ancora per qualche minuto.

Il mio amico, mi interroga con gli occhi, ma non sapendo perché Mike lo abbia pregato di intrattenersi, alzo le spalle per dirgli che non ne ho la più pallida idea, anzi anch’io, con una leggera preoccupazione, mi chiedo che cosa abbia da dirgli.

Mentre aspettiamo che i saluti si esauriscano, Andrea vuole sapere se l’indomani, prima di partire, potremo ancora vederci un momento, almeno per poterci salutare.
Gli rispondo che penso di sì, ma non posso garantirglielo, poiché non so a che ora dovremmo ripartire, ma mentre sto per dirgli che glielo farò sapere, Michael si avvicina e rivolgendosi a lui, gli dice qualcosa che ci lascia del tutto sorpresi:

“Professore, mi ha fatto un enorme piacere conoscerti e, ti ringrazio di cuore per aver accettato il mio invito, allietando questa piccola riunione di amici. Sei davvero bravo con il piano e canti anche molto bene. Senza parlare poi, della scenetta che è stata davvero esilarante. Per me sei stato una vera sorpresa.”

A queste parole Andrea, con vico compiacimento, ribatte:
“Sono io che devo ringraziare te, perché la tua ospitalità è stata davvero superba. Ho passato una piacevolissima serata, la compagnia era ottima e mi sono davvero molto divertito. In quanto al piano poi, sono solo un dilettante, ma sono stato davvero felice di aver suonato per te. Non so come poterti dimostrare la mia gratitudine per aver tu, accettato di cantare per noi; non ho parole, davvero, per esprimerti tutta la mia ammirazione per il tua bravura e per il tuo grandissimo talento. Questa serata resterà tra i miei ricordi più belli. Devo ammettere che la nostra Lalli aveva ragione quando mi ha detto che eri una persona speciale perché lo sei veramente. Quindi, sono io contentissimo di averti conosciuto.”

Michael, dopo aver ascoltato ciò che il mio amico gli aveva appena riferito, sul commento fatto su di lui, mi guarda, inclinando leggermente la testa, con un’aria tra il compiacimento ed il velato rimprovero, assieme però ad un sorriso smagliante di contentezza. Tornando poi a rivolgere l’attenzione al suo interlocutore, sempre con un tono gentile ed affabile, riprende:

“Ti prego ora basta con tutti questi complimenti, che mi mettono in imbarazzo. No, sul serio, ti ho chiesto di fermarti, perché volevo dirti che, sono molto interessato al tuo lavoro, soprattutto ai tuoi studi sul possibile sviluppo economico dei paesi poveri e mi piacerebbe, se tu avessi un po’ di tempo da dedicarmi, poterne parlare più approfonditamente. Domani, noi………………….” e con la mano indica lui e me. “………torneremo a LA, in serata, ma se non hai impegni potremo pranzare assieme, io potrò essere libero fino alle 4 circa, poi ho un altro appuntamento di lavoro che si dovrebbe risolvere nel giro di un paio d’ore. Verso le 7 prenderemo il nostro aereo. Vorrei essere in hotel per le 8,30 per poter salutare i miei figli, prima che vadano a dormire.……………”

Qui si interrompe un momento, mentre, pensando sicuramente ai suoi bambini, sui suoi occhi passa un sottile velo di tristezza, accompagnato però, da un sorriso dolcissimo, poi aggiunge

“…………………Sai è solo un giorno che non li vedo, ma mi mancano da morire e non vedo l’ora di riabbracciarli…………..”

Poi scuotendosi da questo brevissimo istante di malinconia riprende la conversazione interrotta per chiedere al Professore, come ormai lo ha ribattezzato, se appunto fosse stato libero, per il giorno dopo.

Il mio amico gli risponde che sicuramente per pranzo sarà libero ma che ci tiene lui, ad invitare noi, nella sua suite, Franky compreso, per poter ricambiare l’ospitalità, ma che purtroppo potrà intrattenersi solo fino alle 3 e 30, poiché per le 4 deve fare il suo intervento alla conferenza sull’economia, che si terrà proprio nella sala convegni del nostro hotel.

Michael allora specifica:

“Mi dispiace, non poter assistere alla tua relazione, poiché credo che sarà molto interessante, ma proprio non posso rimandare l’appuntamento……………”

Poi come se gli fosse improvvisamente balenata un’idea in testa chiede a bruciapelo ad Andrea.

“Scusa se te le chiedo, ma tu fino a quando ti devi trattenere qui a Las Vegas?”

Lui, un po’ sorpreso, risponde:

“Mah, in teoria domani i lavori si chiudono, il mio infatti è l’intervento conclusivo, tuttavia io avevo pensato di ripartire dopodomani mattina per LA, perché nel pomeriggio devo tenere una lezione alla Berkeley.”

A questa risposta Michael tutto contento dice:

“Perfetto allora se ti va, puoi tornare in aereo con noi, sarò felicissimo di ospitarti. Puoi disdire la prenotazione del tuo volo?”

Il mio amico, con un’espressione un po’ incredula, e non solo lui, dal momento che anch’io sono alquanto esterrefatta, replica:

“Ti ringrazio dell’offerta, è davvero molto gentile da parte tua, ma non so, non vorrei disturbare.”

Michael a queste parole, entusiasticamente risponde:

“Assolutamente nessun disturbo. Te lo ripeto per me è un piacere e credo che lo sia anche per…………..Laili……….”

Sentendo Mike chiamarmi con il mio soprannome, oltretutto sbagliandolo, ho un sussulto, per cui guardandolo con gli occhi sgranati dalla sorpresa, devo sforzarmi per frenare la risata che mi sta uscendo di getto, dopo avergli sentito dire Laili, anziché Lalli.

Lui risponde al mio sguardo, con aria interrogativa, alzando il solito sopracciglio come per chiedermi cosa ci fosse di strano.

Cerco di glissare abbassando gli occhi, nonchè la testa, cercando con mano di coprirmi la bocca, per non ridere, ma anche Andrea, forse contagiato dal mio atteggiamento, lo sta facendo sotto i baffi, quindi, Michael, accorgendosi della nostra ilarità, ci chiede, anche lui sorridendo:

“Che succede? Ho detto qualcosa di buffo?”

Andre, guardandomi di sottecchi, non osa rispondere, per cui, tocca a me l’onere della spiegazione, che sempre ridendo, cerco di dargli:

“Niente, è che mi ha fatto ridere per come mi hai chiamata. Il nomignolo che usa Andrea, è Lalli con due elle, mentre tu hai detto Laili, con una i in più ed una elle in meno. Ma non preoccuparti non è niente di grave. Va benissimo anche così, solo che mi ha sorpreso sentirmi chiamare in questo modo,…..da te.”

Al che Mike, modificando leggermente il tono della voce, ma sempre con una gentilezza estrema, forse anche eccessiva, domanda:

“Perché non posso? Oppure solo lui può chiamarti così?”

E dicendo lui, ovviamente indica con la mano, Andrea.

Il mio amico, che è un genio di diplomazia, immediatamente ribatte con voce allegra e scanzonata, mentendo spudoratamente:

“Ma assolutamente no, figurati, non ho mica il copyright su questo diminutivo, Lalli la chiamava e, credo la chiami tuttora suo fratello, per cui, noi amici l’abbiamo tutti chiamata così, sempre, però, se ti fa piacere usarlo, io trovo che, Laili sia anche più carino dell’altro.”

Detto questo sorride ad entrambi con la massima affabilità.

Non potendo certo io contraddirlo, ribadisco che ha perfettamente ragione, per cui, una volta tornata seria, guardo Michael teneramente e gli confermo che a me fa molto piacere, se anche lui desideri chiamare in quel modo.

Superato brillantemente anche questo momento critico, dato che mi accorgo che Mike è tornato ad avere un’espressione più rilassata, Andrea si alza per accomiatarsi, noi facciamo altrettanto, poi, mentre ci dirigiamo verso l’uscita della suite, egli ci rinnova l’invito per domani chiedendoci se per noi va bene pranzare intorno all’una, ed avendo avuto una risposta positiva, saluta prima il padrone di casa, ma poi, rivolgendosi a me, mi chiede, parlando in inglese per cortesia nei confronti di Michael, di accompagnarlo all’ascensore.

Non appena siamo usciti dalla suite, come da programma, una delle guardie del corpo che vigilano 24 ore su 24 sulla sicurezza di Michael, e che pertanto stazionano sempre nel corridoio, si alza di scatto dalla poltrona su cui stava riposando, per accompagnarci.

Arrivati a destinazione, dico ad Andrea, che l’armadio, lo accompagnerà fino al suo piano, almeno credo, poi, abbracciandolo forte nel ringraziarlo per la sua compagnia e soprattutto per la sua disponibilità ed amicizia, mi attacco alla sua guancia per ricoprirlo di baci, che gli do con tutto il mio affetto.

Lui ricambia, anche se con meno espansività della mia, ed una volta entrato, mentre la porta automatica si sta richiudendo, mandandomi un altro bacio con la mano, mi dice ridendo:

“Buona notte, Laili, a domani.”

Mentre ripercorro il corridoio, per tornare indietro non posso fare a meno di ridere, ma arrivata davanti alla porta di Michael la trovo chiusa, quindi dirotto per la mia suite.

Richiudo la porta dietro di me e la prima cosa che faccio mi tolgo le scarpe e. cavandomele dal piede con lo scatto delle gambe le lancio dove capita, esclamando:

“Oh finalmente, maledetti tacchi, non ne potevo più, ho i piedi che gridano vendetta, ci mancava solo il tango, per completare la tortura”

Armeggiando poi, con la chiusura lampo del vestito, mi dirigo verso il salone per mettere un po’ di musica e per prendere dal tavolo, la scatola del Rolex, per portarla in camera da letto.

Mentre entro nella sala, mi accorgo di una luce soft che proviene da una lampada posta su un tavolo basso vicino al divano, resto un po’ perplessa perché non mi ricordavo di averla lasciata accesa, ma a quest’ora della notte, anzi del mattino, perché ormai si sono fatte le tre passate, non mi va certo di pensare a questo, per cui senza nemmeno guardare da quella parte, vado verso il tavolo per prendere il regalo di Michael, insieme al biglietto, per rileggerlo.

Ad un tratto sento dietro di me:

“Con tutto il mio amore.”

Pensando di essere sola, sobbalzo per lo spavento e lanciando un piccolo grido dico in italiano:

“Oddio Michael, così mi fai morire di paura.”

Lui, leggermente divertito dalla mia reazione, viene verso di me e abbracciandomi mi dice:

“Ohhhh, mio Dio, scusa tesoro, non volevo spaventarti. Vieni qui, t’ho fatto davvero così paura?”

Io a quelle parole, riacquistando immediatamente il mio controllo, non posso fare a meno di scherzare, e sorridendo gli chiedo:

“Non ti sembra di averla già vissuta una cosa simile? A me ricorda tanto la scena di un film, spero solo che tu non ti trasformi in uno zombi.”

Lui capendo subito a cosa mi sto riferendo, si mette a ridere anche e ribatte:

“No, non posso, senza la voce di Vincent Price non sarebbe la stessa cosa, e poi tu non sei mica Ola.”

Sempre stando al gioco, con finto tono offeso chiedo?

“Che vuoi dire con, tu non sei Ola ?”

Al che lui cercando di darmi un bacio sulla bocca, che io tengo ben stretta, mi risponde con tono semiserio:

“Nel senso che tu sei molto meglio e, con te, non potrei mai essere così cattivo.”

Lo guardo con aria ironica e replico:

“Sì certo, sono molto meglio! Dai, questa storia valla a raccontare a qualcun altro, perché io non ti credo.”

Allora Michael, diventando improvvisamente serio, abbassando il tono di voce, mi dice:

“Mi devi credere, invece, mi devi credere, perché io stasera sono completamente impazzito per te.”

Quindi, enza lasciarmi il tempo di rispondere, poggiando le sue grandi mani sulla mia nuca mi bacia con una passione e una tale foga, come se volesse tirarmi fuori l’anima.

Ricambio ai suoi baci con tutto l’ardore di cui sono capace fino a restare tutti e due senza fiato ed infatti ci dobbiamo distaccare per respirare un po’.

Sempre tenendomi abbracciata, mi dice:

“Aspetta voglio mettere un po’ di musica, cosa vuoi ascoltare?”
Senza esitare gli rispondo:

“Qualcosa di tuo. Perché dopo averti sentito cantare, per la prima volta dal vivo un intero brano, voglio sentire solo la tua musica e soprattutto la tua voce, che è magnifica.”

Lui fa un piccolo cenno con la testa come per ringraziare, poi, sorridendo, con un tono un po’ scherzoso replica:

“Quale onore, my lady. Questo significa che ora nella tua classifica di gradimento, ho superato anche il grande Jim Morrison, che da teen-ager ti mandava in visibilio.”

E sottolinea questa parola con forza, quasi sillabandola.

Gli rispondo sempre scherzando:

“Solo per questa sera però………..Non ti ci abituare.”

Mentre sta cercando tra i cd a disposizione, ne prende uno in mano e, mostrandomelo appena, mi dice:

“Allora se è vero che hai un’anima rock, sono sicura che questo è quello che fa per te. A proposito credo anche di sapere quale sia il mio video che ti piace di più, vediamo se ho indovinato…………….”

Dopo aver messo il cd nel suo alloggio e aver scelto il brano con il telecomando, partono le prime note di Dirty Diana.

Michael che nel frattempo era rimasto in piedi vicino allo stereo per osservare la mia reazione, mi guarda con uno sguardo complice ed alzando il sopracciglio mi fa:

“Allora, ho indovinato vero?”

Dopo la mia prima reazione di sorpresa, mentre rifletto su come mi conosca bene al punto d’aver capito quale fosse il mio video preferito, mi avvicino a lui ed abbracciandolo gli dico:

“Ma come hai fatto? O sei un mago o hai delle capacità da sensitivo. Eppure non l’ho mai detto a nessuno, tranne che a mia sorella, con la quale ovviamente parlo sempre di te, che questo è il video che preferisco, eppure non è così famoso come gli altri. Dai, ora mi devi dire perché hai pensato a questo.”

Michael ridendo risponde:

“Non lo so perché, so solo che quando ho preso in mano il cd, mi è venuto in mente che una volta, mentre eravamo in auto, tu non hai voluto dirmi quale era il tuo preferito e mi hai sfidato ad indovinare quale fosse, e questa notte ho percepito che era proprio Dirty Diana, così improvvisamente, è venuto da sé. Sono però curioso di sapere perché proprio questo, che rispetto a tanti altri non è così spettacolare.”

Senza nemmeno riflettere sulla risposta dico di getto:

“Perché tu qui, sei spettacolare! Non serve altro, non c’è bisogno di nient’altro, basti te, la tua musica, la tua voce, la tua presenza scenica. Io lo adoro e se ti dovessi dire quante volte l’ho visto, ormai ho perso il conto. Ci sono stati dei fine settimana, a Roma, a casa mia, soprattutto in inverno quando fuori era freddo o pioveva, che ho passato pomeriggi, serate e perfino nottate intere a guardarmi i tuoi video, ma questo in particolare riuscivo a guardarlo per ore di fila, senza stancarmi mai. Non so perché, ma lì per me sei davvero irresistibile, bellissimo, estremamente sensuale e la tua voce, poi è così aggressiva! Quando canti con questo timbro più,……………..non so come dire,…………….black, lo adoro…………..Non so spiegarti, cosa mi succede quando ti sento cantare così……………..”

Michael, mi fissa con uno sguardo attento e compiaciuto, poi manifestando un leggero imbarazzo, poiché si morde il labbro inferiore mentre sposta gli occhi di lato, però continuando a tenermi abbracciata, mi dice:

“Dai, non dirmi queste cose. Lo sai che sono timido…………no, io invece credo che quel timbro ti piaccia tanto, solo perché sei un’appassionata di rock e, in Dirty Diana c’è molto rock. La voce è giusta per il testo della canzone, che è molto duro, ed aggressivo……………..In quanto al sexi però, credo che altre canzoni ed anche altri video lo siano di più……………”

Lo interrompo per controbattere:

“Forse, ma per me questo è al primo posto, anche se poi i tuoi video, mi piacciano tutti moltissimo……………..o quasi.”

Michael incuriosito da quel quasi, e forse un pochino piccato mi chiede:

“Perché quasi? Quale non ti è piaciuto?”

Alla sua reazione, mi viene da ridere e guardandolo dritto negli occhi gli rispondo, con finto tono offeso:

“Ah. Me lo chiedi pure? Non ci arrivi da solo? Eppure lo dovresti sapere, visto che sei così intuitivo.”

Lui a questo punto, mi abbraccia e commenta ridacchiando:

“Sono sicuro che a te non piacciono molto, quelli in cui ballo con qualche donna. Inutile starli a nominare. Non ti piacciono, solo perché sei.......gelosa.”

Ribatto, sempre con tono ilare:

“Se lo dici tu……….”

Ha perfettamente ragione, ma per non dargli soddisfazione più di tanto lo abbraccio anch’io fortissimo, cercando la sua bocca mentre lui fa altrettanto, con la stessa passione e foga di prima.

Poi mentre il cd continua a suonare le sue canzoni, prendendomi per la vita mi dice.

“Dai vieni, andiamo di là.”
BEAT IT 81
00lunedì 31 maggio 2010 22:41
Wow!!!! Yana così voce e piano, che magia!!!!!!! Posso capire il subbuglio emozionale di Lalli ;-))))))) . Mi ha fatto troppo ridere la scena dove Mike sbaglia il tuo soprannome, troppo comica. E il finale, beh che dire, quel "con tutto il mio Amore" detto alle spalle è così maledettamente sexy......mannaggia!!!! Xò ti prego, posta il seguito, nn puoi lasciarmi così sul più bello ;-))))))) . Grandiosa come sempre Malabi. Baci Sara
dirtydiana66
00lunedì 31 maggio 2010 23:11
waaaaw!!!!!!!!!
che dire non potevi fare un finale così benfatto
per di più con la mia canzone preferita, un ottima tisana prima di dormire
GRAZIE
manu 62
00martedì 1 giugno 2010 00:22
Ciao Malabi.Ho appena finito di leggere l'ultimo capitolo di questa tua storia che mi appassiona sempre di piu' e...sarei pronta per il prossimo...ma so gia' che la stanchezza non me lo permettera' e quindi,come al solito,me lo gustero' domattina dopo il primo caffè e la prima sigaretta della giornata...Buonanotte e...buon lavoro!
antonella.30
00martedì 1 giugno 2010 01:21
Re:
malabi, 29/05/2010 13.43:

Devo necessariamente a questo punto essere più precisa.

Il 21° capitolo è stato modificato moltissimo, interi brani sono stati, per usare un termine legale, "cassati", vale a dire del tutto cancellati, perchè il capitolo descriveva perfettamente, fin nei minimissimi particolari, come avviene il tutto. Non posso postarlo qui, mi bannerebbero immediatamente, tenuto conto, che questo forum è frequentato anche da minorenni oltre che da persone adulte, che troverebbero, a dir poco, "sconveniente" certe descrizioni.



NOOOOOOOOOOOOOOOOO [SM=x47982]
CHAI LEVATO ER MEJOOOOOOOOOOO [SM=x47926] [SM=x47958]


[SM=x47954] [SM=x47954]
antonella.30
00martedì 1 giugno 2010 01:30
MA VEDO CHE AVETE RECUPERATO ... [SM=x47979] [SM=x47979]
UHMMM.... [SM=x47975]
GRANDE LAURAAAAAAAAAAAA.... [SM=x47928]
[SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932]
malabi
00martedì 1 giugno 2010 03:00
32° Capitolo.

Arrivati nella mia camera, Michael sempre attaccato alle mie labbra, comincia ad accarezzarmi ovunque, mentre lui cerca di sfilarmi il vestito, io continuando a baciarlo gli sbottono la camicia aiutandolo a togliersela, lui mi slaccia il reggiseno e dopo avermelo levato di dosso, comincia ad accarezzare e a baciare il mio seno con una delicatezza come se avesse paura di farmi male.

Lo sento sospirare e pronunciare alcune parole che però non riesco a capire, ma sono troppo eccitata per stargli a chiedere che cosa stia dicendo.

Poi abbassando una mano, comincia ad accarezzarmi con una lentezza quasi esasperante ma nello stesso tempo assolutamente eccitante, al di sopra dello slip,

Io faccio altrettanto con lui e sento che la sua eccitazione è tale che lui bloccando la mia mano mi dice, con una voce che non sembra nemmeno la sua, tanto è bassa e profonda:

“No aspetta. Non voglio che finisca subito.”

Quindi, sempre accarezzandomi mi conduce verso il letto e mi fa sdraiare con le gambe in fuori mentre lui si distende vicino a me.
Mentre ora mi bacia sulla bocca, intrecciando la sua lingua alla mia, lui continua ad accarezzarmi, sempre molto lentamente.

Non posso fare a meno di emettere un gemito di piacere che lui accoglie cominciando a baciarmi dietro l’orecchio, sul collo e poi di nuovo sulla bocca per scendere di nuovo sul seno.

Ora la sua mano si muove meno lentamente ed io comincio ad avere un respiro più corto e lui sentendo i miei mugolii di piacere mi chiede:

“Ti piace?”

Data l’estrema eccitazione, non sono neppure in grado di parlare, figurarsi poi in inglese, per cui rispondo con fatica in italiano:

“Sì, moltissimo.”

Lui a queste mie parole, che non so se abbia capito, si alza e si inginocchia davanti a me, e quasi strappandomi gli slip di dosso, comincia a baciarmi lì dove fino a qualche secondo prima teneva la mano.

Al solo contatto delle sue labbra, inarco la schiena e sento che il mio sangue defluisce tutto verso il basso, non sono in grado di pensare a niente, perché lui mi sta trasportando sulla vetta di una montagna, in un crescendo di piacere tale, che sento di essere vicinissima a precipitare, verso il baratro.

Dopo pochi attimi infatti, ciò avviene in maniera dirompente, lunghissima e così intensa, che devo mordermi le labbra a sangue per non urlare, ma ciò tuttavia non mi impedisce di emettere comunque dei suoni strozzati e prolungati, che lui recepisce inequivocabilmente, perché le sue mani ora stanno stringendo con forza i miei fianchi, mentre continua a baciarmi con passione.

Quando il mio corpo finalmente smette di sussultare, Michael con estrema dolcezza comincia a darmi dei piccoli baci sulle cosce mentre accarezza i miei fianchi delicatamente.

Dal canto mio, non sono nemmeno in grado di muovere un muscolo perché sento il mio corpo completamente abbandonato e privo di forze. Resto così, con gli occhi chiusi, con le gambe molli, come se fossero burro, letteralmente annichilita da quello che è appena accaduto, perché mai, avrei immaginato che la mia femminilità potesse esplodere in modo così violento, irruente ed esaltante, senza nemmeno lasciarmi la facoltà di formulare un pensiero connesso.
Dopo lunghi minuti di assoluta perdita di percezione dello spazio, del tempo, del luogo, l’unica cosa a cui riesco a pensare è che, quest’uomo, che ora più che mai amo più della mia vita, è l’unico che mi abbia fatto provare, delle emozioni così profonde, viscerali ed ignote, è entrato così prepotentemente in ogni mia più recondita cellula, che so che vivere senza di lui, per me, sarà come vivere senz’aria.

Lui è riuscito a tirarmi fuori l’anima, risvegliando quei sentimenti, che da tempo ormai riposavano pigri in un lungo sonno letargico, facendo crollare tutte le mie difese, che per anni e tanto diligentemente mi ero costruita, per non permettere alle mie emozioni di sopraffarmi.

Da troppo tempo, la mia esistenza, era rimasta sospesa come in un limbo, dove la diversità dei giorni, che passavano monotoni ed uguali, era contraddistinta soltanto dall’alternarsi delle stagioni.

Grazie a lui, ora mi trovo in paradiso, ma so che la discesa negli inferi, purtroppo, non tarderà ad arrivare.

Mentre sono presa da questi pensieri, Mike, forse intuendo il mio stato d’animo, con delicatezza prende un lembo del lenzuolo, e mi copre alla meno peggio, anche perché ora il mio corpo è percorso da qualche brivido di freddo, reazione normale, almeno per me.

Venendosi a distendere poi, vicino a me, abbracciandomi teneramente, mi bacia con dolcezza sul viso e, parlandomi pianissimo, mi dice:

“Tesoro, io sono felicissimo. Mi hai fatto un regalo bellissimo perché la tua femminilità è meravigliosa. Sei una donna completa ed io adoro vederti così.”

Con queste parole, Michael, finalmente, mi scuote dal mio torpore, mi giro per guardarlo, anche se siamo praticamente al buio, tranne che per quella poca fioca luce, che arriva dalla sala, ma riesco ugualmente a vedere i suoi occhi, che forse per effetto della penombra, mi sembrano più grandi, intensi, brillanti ed io mi perdo completamente in loro, poi abbracciandolo stretto, gli sussurro:

“Miky, tu sei un uomo meraviglioso. Io non ho parole perché sono ancora talmente confusa, che non riesco a parlare in inglese, per esprimerti quello che sento. Ti posso solo dire, che con te, ho provato delle sensazioni e delle emozioni così forti che mai avevo avuto nella mia vita. Io ti amo moltissimo, ma questo te lo voglio dire in italiano perché nella mia lingua, Ti amo, non ha lo stesso significato che nella tua.”

Michael allora abbracciandomi e continuando a sbaciucchiarmi mi dice:
“Sì lo so. Quando sono venuto in Italia per i miei concerti, non mi ricordo dove, ma mi hanno spiegato che ci sono due modi per dire I love you.”

Ricambiando adesso i suoi baci, con un po’ di fatica e pronunciando le parole molto lentamente, confermo:

“E’ vero!........Da noi Ti amo, si dice alla persona di cui si è,,,,,,,,,, innamorati, lo si può dire anche ai propri figli, ad esempio io lo faccio, forse anche,…………..ai propri genitori, e questo ad esempio io non lo faccio………..a loro direi………..Ti voglio bene, che significa sempre provare affetto, ……….. ma, Ti amo, si dice soprattutto tra innamorati. Si dice al proprio uomo o alla propria donna. Non so se sono riuscita a spiegarti……………ma, hai capito perché io, Ti amo, te lo dico, e te lo dirò sempre, in Italiano?”

Lui, che mentre parlavo aveva ricominciato ad accarezzarmi ed a baciarmi sulle labbra, mi risponde:

“Sì ho capito, ed io voglio che tu me lo dica sempre in italiano, a me piace moltissimo sentirtelo dire, perché ha un suono ed un significato bellissimo. Se me lo dici, vuol dire che per te ha un significato speciale e questo per me è importante. Io desidero il tuo amore, ho bisogno del tuo amore e devo essere sicuro del tuo amore, sempre, perché anch’io…..ti amo, moltissimo e sempre di più.”

Senza lasciarmi replicare, mi abbraccia stretta e mi bacia con forza.
Non ho il tempo di pensare e riflettere sulle sue parole, quindi mi lascio travolgere nuovamente dalla sua passionalità, dal suo desiderio, che si trasmette in breve anche a me.

Ora Michael mi accompagna sopra di lui, mi distendo sul suo corpo, che preme fortissimo contro di me, mentre mi accarezza con le sue meravigliose, lunghissime dita, la nuca, il collo, le spalle, per scendere lungo la schiena e seguendo il solco della mia spina dorsale, arriva fino all’attaccatura dei lombi, dove si sofferma per risalire poi da lì verso i miei fianchi.

Le sue carezze mi provocano brividi che percorrono tutto il mio corpo, mentre io lo bacio e gli sussurro parole d’amore, dolci, tenere, appassionate, intercalandole con lunghissimi baci, mi diverto a giocare con le sue labbra, calde, morbide, carnose, dannatamente sensuali, mordicchiandole, succhiandole e disegnando con la mia lingua il loro contorno.

Lui affonda le sue mani nei miei capelli, lo bacio sul collo, scendendo poi lentamente sul suo petto, mi soffermo sulle sue piccole rosee protuberanze, stuzzicandole delicatamente con le labbra, per poi scendere ancora più in basso, fino ad arrivare al suo ombelico.

Il suo respiro è affannoso, mentre emette piccoli gemiti di piacere, poi afferrandomi prepotentemente le spalle mi dice:

“Vieni qui, voglio ancora baciarti, mi piace così tanto farlo, hai delle labbra stupende……………..Miodio, quanto mi piaci,……………..Io ti amo moltissimo………..Io voglio il tuo amore………Ho bisogno del tuo amore…………….Mi devi promettere………mi devi giurare……….che mi amerai sempre……..così……….come adesso.”

“Michael…………..tu sei il mio amore………………sei la mia vita, io senza di te……….potrei………….”

Non mi dà il tempo di finire la frase, perché riprende a baciarmi, questa volta con una passione mista quasi a dolore, perché lo percepisco dall’intensità del suo abbraccio, che diventa quasi violento, come se avesse paura che da un momento all’altro, tutto questo potesse finire.

Posando poi le sue bellissime mani, sul mio viso, mi tiene ferma davanti a sé, a pochissimi centimetri dalla sua faccia e guardandomi dritto negli occhi, mi dice:

“Guardami, amore mio,…….. io non voglio perderti……..Devi credermi….. Io, non voglio……………che tu p…….”

Non lo lascio finire, gli copro la bocca con la mano per zittirlo.
“Shhhhhhhhh, non lo dire……………ti prego, se davvero mi ami………….non lo dire………..Amore mio, non ora………..”

E avvicinandomi alla sua bocca, subito dopo aver tolto la mia mano, lo bacio con una passione, diventata quasi furiosa, perché tremendamente sofferta.

Intanto lo accarezzo, passando molto delicatamente le mie lunghe unghie sul suo viso, sul suo collo e sul suo torace, soffermandomi qui a lungo, perché la sua pelle è così morbida e vellutata che mi eccita solo sentire il suo contatto sotto le mie dita.

Lui anche riprende a carezzare le mie spalle, i miei fianchi e di nuovo il mio seno, per risalire fino al mio viso, dove sfiora le mia bocca con le sue lunghissime dita, che io bacio una ad una trattenendole tra le mie labbra tumide.

Scendo poi più in basso, fino ad arrivare, alla sua parte più intima e nascosta, per dimostrargli, con quest’atto, che ogni donna riserva solo a colui che ama, quanto il mio amore per lui sia profondo e assolutamente sincero.

Le sue mani sono tra i miei capelli, e mentre mi accarezza, ripete più volte, con una voce roca e gutturale che nemmeno mi sembra la sua.

“Ommiodio, è bellissimo…..Uhm amore mio, ti amo, ti amo ti…………..Sei……….Ommiodio, mi fai morire, mi fai………………..ti prego ……….Oh ti prego…………Aspetta…………. vieni qui. ”

Di nuovo, con forza mi riporta su, ma questa volta, con uno scatto, mi riversa sulla schiena, per venirmi sopra, e mentre mi solleva le gambe, mi dice:

“Io ti voglio……….adesso………..subito.”

Lentamente, si fa strada, mentre io cerco di assecondarlo con piccoli movimenti, poi man mano il suo ritmo aumenta, per fermarsi a tratti e riprendere poco dopo con maggior vigore.

I suoi colpi sono precisi, quasi ritmati, lui non sta facendo semplicemente l’amore, sta danzando ed io sono inesorabilmente in suo potere, è lui che comanda il gioco, è, come al solito, l’attore principale e a me non resta altro che assecondarlo, in questo suo meraviglioso darsi.

La sua danza poi, diviene frenetica, e coinvolgente al tal punto, che per seguirlo, inarco completamente la schiena e con un colpo di reni, aiutata dalla sue mani che mi sostengono, mi trovo, praticamente sollevata, avendo come unico punto d’appoggio, solo le gambe che circondano la sua vita.

Resto in questa posizione, per pochi secondi, poiché mi accorgo dal suo respiro affannato e dal battito accelerato del mio cuore, che stiamo per raggiungere, l’apice del piacere, che arriva poco dopo in un esplosione incontenibile di pura gioia, mentre entrambi ci diciamo parole, quasi senza senso.

Lui si riversa su di me, tenendomi abbracciata stretta e affondando il suo viso tra i miei capelli, mentre io lo accarezzo dolcemente, baciandolo delicatamente sulla spalla, poi scostando mi miei lunghi capelli dalla mia guancia, mi bacia anche lui, a labbra aperte, con delle piccolissime leccatine che mi fanno ridere per il solletico.
Cambiando posizione, poi stende il braccio per far sì che io mi ci possa appoggiare e lo ripiega abbracciandomi, con l’altra mano cerca la mia e intrecciando le sue lunghissime dita tra le mie, l’appoggia sul suo cuore.

Io non oso parlare e me ne sto buona, buona, tutta rannicchiata accanto a lui.

Dopo quello che a me sembra un lunghissimo lasso di tempo, sento che Michael ridacchia, al che non posso fare a meno di chiedergli perché stia ridendo.

Lui, girandosi verso di me e dandomi un bacio sulle labbra mi dice:

“Perché sono felice, e perché……………..Ti amo!................ E’ stato…….. bellissimo,…………..e tu………….. Tu sei davvero…………….unica”
malabi
00martedì 1 giugno 2010 03:03
Re:
antonella.30, 01/06/2010 1.30:

MA VEDO CHE AVETE RECUPERATO ... [SM=x47979] [SM=x47979]
UHMMM.... [SM=x47975]
GRANDE LAURAAAAAAAAAAAA.... [SM=x47928]
[SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932]




Anto Tesoro, spero che quello che ho appena postato non sia troppo. Mannaggia la paletta, ho cercato di scremarlo il più possibile e come ricorderai, l'ho anche modificato.

TVB, amica mia cara.

Baci
malabi
00martedì 1 giugno 2010 03:05
Grazie a tutte ragazze.
malabi
00martedì 1 giugno 2010 03:50
33° Capitolo


Restiamo ancora abbracciati per un po’, poi divincolandomi dolcemente dal suo abbraccio, chiedendogli scusa, mi alzo per andare in bagno.

Accendo la luce, e nel chiudere la porta guardo Michael disteso sul letto, così in penombra riesco a distinguere solo il profilo di tutta la sua figura che mi appare quasi evanescente, poi chiudo la porta.

Una volta dentro mi avvicino al lavabo e mi guardo allo specchio, vedo che i miei capelli sono arruffatissimi, ma ho un’espressione talmente rilassata e felice che trovo il mio aspetto persino gradevole.

La prima cosa che faccio è togliermi le lenti a contatto perché dopo una giornata ed una nottata intera mi stanno davvero dando fastidio, mi do poi una rinfrescata e cerco a fatica, data la mia miopia, la mia t-shirt per infilarmela, perché sono completamente nuda, e per una mia forma di pudore, desidero coprirmi alla meno peggio.

Purtroppo non la trovo, quindi, non volendo tornare di là in questo modo, prendo un telo da bagno, avvolgendolo intorno al mio corpo.

Appena apro la porta, vedo che l’abat-jour sul mio comodino è accesa e trovo Michael comodamente appoggiato alla spalliera del letto con tutti i cuscini dietro.

Noto di sfuggita che si è messo addosso qualcosa , ma non faccio caso a cosa sia, intanto perché senza lenti la mia vista è più o meno quella di una talpa, poi non ho nemmeno gli occhiali da vista che come una cretina ho dimenticato a LA, qui, infatti, mi sono portata solo quelli da sole graduati, che certo non posso infilarmi adesso, perché se lo facessi mi farebbe rinchiudere.

Posso solo immaginare la sua faccia se, dopo essere uscita dal bagno, mi vedesse con un asciugamano addosso, gli occhiali da sole, nonchè le infradito ai piedi, crederebbe che, invece di infilarmi a letto vicino a lui, io abbia voglia di andare in piscina, in piena notte, prendendomi sicuramente per matta.

Quindi onde evitare un sacco di spiegazioni che non saprei nemmeno dare perché sarebbe troppo lungo farlo in inglese, comincio a guardarmi intorno, senza vedere un tubo, strizzando gli occhi per focalizzare meglio, per scovare la mia, tanto logora quanto adorata, magliettona, raffigurante lui, che uso per la notte.

Non riuscendo a vederla, comincio a muovermi nella stanza per cercarla e mentre guardo in tutti gli angoli, ovviamente, coma al mio solito, parlando tra me e me, ma ad alta voce, oltretutto, nella mia lingua, comincio a dire:

“Ma dove cavolo l’ho messa. Uffa!”

Dopo aver alzato inutilmente un mucchietto di roba buttata su una sedia, esclamo ancora:

“Possibile mai, che quando mi serve una cosa, non riesco mai a trovarla?”

Poi dopo aver aperto invano l’armadio, di nuovo:

“Certo che questo, deve essere un principio di alzheimer. Eppure qua dentro ci stanno quattro cose. Boh.”

Apro anche un paio di cassetti, pur sapendo di non averli affatto usati, e per la disperazione, continuo, inveendo contro me stessa:

“Cazzo! Ma dove l’ho ficcata?”

Mentre mi volto per dirigermi tutta scocciata in salone, per vedere se per caso l’avessi lasciata lì, incrocio lo sguardo di Michael, che mi sta osservando, con le braccia incrociate ed un’espressione tra il divertito e lo stupito, poiché ovviamente non ha capito nulla di quello che sta accadendo, e ridendo mi chiede:

“Che succede? Perché sei così agitata? Hai di nuovo perso qualcosa?”

Gli rispondo con un tono un po’ serio, ma non troppo:

“Sì, sto cercando disperatamente la mia t-shirt, quella tua, ma non so dove sia finita.”

Non facendo mente locale che sono in una delle suite riservate a Mike, sempre in italiano, proseguo:

“Ma non è che qualcuno del personale delle pulizie, me l’ha rubata? Magari un fan di Michael Jackson?”

Lui ovviamente sentendo il suo nome mi domanda sempre molto divertito ed incuriosito:

“Cos’hai detto a proposito di, Michael Jackson?”

Mi rendo conto di soffrire di uno sdoppiamento di personalità riflessa, nel senso che a volte, come in questo momento, ad esempio, ho difficoltà a pensarlo come il personaggio di fama mondiale quale lui in effetti è, perché è come se io sia in compagnia di un uomo che solo per caso si chiama come quell’altro.

Avendo però sentito il suo nome, è chiaro che lui voglia sapere che cosa io abbia detto, quindi cercando di tradurre glielo ripeto.

Mi accorgo però che mentre sto parlando lui riesce a stento a trattenersi dal ridere, e alternando una parola ad uno sghignazzo mi risponde:

“Tesoro…….ihihihih……..non è possibile……..ihihih………questo è uno dei migliori………….hotel………….il personale………..non………….farebbe mai………ihihih…….una….cosa…………..così……..ihihih……………guarda……………meglio”

E scoppia in una risata fragorosa.

Lo fisso stupefatta, perché non riesco a capire per quale motivo stia ridendo tanto; già mi sono innervosita per la maglia che credo ormai persa, poi mi sento anche presa in giro da lui, che forse sta ridendo per aver messo in dubbio la professionalità dei dipendenti
dell’albergo, per cui con aria offesa gli dico:

“Scusa, ma perché stai ridendo tanto? Che ho detto di così strano?”

Lui, però, sempre ridendo e allargando le braccia mi ripete:

Lailiiiiiiiiii. Non essere arrabbiata e non dire brutte parole! Dai vieni qui da me e guardami.”

Con aria un po’ stralunata e, con incedere titubante, mi chiedo, primo, come abbia capito che ho usato una parolaccia, secondo, per quale motivo voglia che io lo guardi, mi avvicino comunque al letto, pensando che è davvero un bel narcisista, ma ti pare questo il momento di starlo a rimirare, tuttavia gli domando:

“Che ne sai che ho detto una brutta parola, se non lo capisci l'italiano?"

Ma lui guardandomi con un'aria sorniona mi dice:

“Guarda che quando sono venuto in Italia, quella parola la sentivo dire spessissimo, tra gli organizzatori degli show, le persone che erano addette alla sicurezza, insomma da tutti. Voi italiani avete un linguaggio molto colorito e certe parole mi hanno spiegato cosa significano, quindi le parolacce le capisco e tu ne hai detta una. Però ora siediti……… Allora Laili,……………. ti ho detto di guardare bene.”

Facendo scorrere lo sguardo su di lui, finalmente riconosco la mia t-shirt, che ha trovato sicuramente buttata sul letto ed ha indossato mentre io ero in bagno, per cui con un tono tra il serio e il faceto, sorridendo, lo rimprovero:

“Miky, dai! Ma non hai visto che stavo diventando matta per trovarla, oltretutto sono senza occhiali e non vedo bene, anzi non vedo niente Toglietela subito, perché questa è mia e, dopo lo scherzo che mi hai fatto, non ho nessuna intenzione di prestartela.”

Mentre dico questo, cerco di tirargliela su per sfilargliela. Ma lui sempre ridendo se la ritira giù bloccando le mie mani tra le sue e mi risponde:

“No, mia cara, dimenticalo! Questa ora me la tengo io, è piena del tuo profumo, poi mi sono così divertito a vederti con quell’aria sperduta mentre cercavi la tua, anzi……..la mia, t-shirt. Eri……….sei così carina con questo addosso, tutta spettinata, e l’espressione arrabbiata, che volevo proprio starti a guardare, anche perché quando ti concentri fai una mossa con la bocca che mi piace tanto………..”

Un po’ sorpresa lo interrompo:

“Che mossa faccio?”

E lui imitandomi mi dice:

“Metti in fuori le labbra, così, come se volessi dare un bacio, e poi ti mordi l’interno del labbro inferiore, da una parte, così. Trovo che questo sia molto sexi. La prima volta che te l’ho visto fare sull’aereo, quando anche lì stavi cercando il tuo rossetto, mi ha molto colpito, perché t’ho trovato deliziosa, ma questo………dopo. Prima ti stavo osservando attentamente perché parlavi da sola, come hai fatto anche ora, del resto e subito ho pensato che fossi una un po’…………….stramba, non offenderti ti prego, tanto lo dicono anche di me, poi guardandoti bene ho avuto la sensazione che ti avessi già conosciuta anche se il tuo aspetto era diverso da quello che ricordavo.”

A questa ultima osservazione, ridendo ribatto :

“Certo che sono diversa, sono più vecchia di otto anni, quasi. Ed in più mi sono anche ingrassata di sette chili, quasi uno all’anno. Quando ci siamo conosciuti pesavo 61, 62 chili oggi ne peso 68. Invece tu sei sempre magrissimo, ormai sono una grassa, vecchia signora.”

Michael nel sentirmi dire così, porta le mie mani alla bocca me le bacia e mi dice sorridendo:

“Signora sì, certo, ma non sei vecchia e né grassa. Ma perché pensi cos? Sei alta quanto me ed io peso come te, forse poco meno, e poi io non ho mica partorito. Anzi, pensandoci bene, stai meglio di prima, il tuo corpo è più morbido, più come dire……………………… più accogliente.
Forse prima eri anche troppo magra, più………. ossuta. Mi piace accarezzare la rotondità dei tuoi fianchi, e questo poi……….” mentre parla comincia a toccarmi il seno “………..è meraviglioso. Così grande, morbido, materno…………”

Non lo lascio finire perché preciso subito.

“Michael, non prendermi in giro. Guarda che questo………….nel ’92 era molto meglio di adesso. Ora è sciupato e certo non sta più su come un tempo………………anzi. Se non avessi tanta paura delle operazioni……”

Ma lui mi interrompe immediatamente per dirmi:

“Per ora non ne hai alcun bisogno………..E’ bello così com’è……….. Uhm…..vorrei essere un bambino per poterti succhiare il latte. Scommetto che tu l’hai allattato tua figlia!”

Come sento nominare mia figlia, una profonda nostalgia mi assale, ed abbassando gli occhi per non mostrare a Michael la mia tristezza, rispondo:

“Sì l’ho allattata, per un anno. Ne avevo talmente tanto!”

Lui si accorge subito del mio cambiamento d’umore e abbracciandomi mi attira verso di sè e facendomi posto mi fa sdraiare vicino. Mentre mi tiene stretta mi chiede.

“Ti manca tanto vero?”

Ed io facendo un profondo sospiro, rispondo:

“Sì, moltissimo. Lei è sempre nei miei pensieri e non vedo l’ora di riabbracciarla. Sai è una bambina molto intelligente, ed ha imparato a parlare prestissimo, a 10 mesi già pronunciava una decina di parole. E’ vivace, sveglia, estroversa, se si trova con dei bambini che non conosce, riesce a fare subito amicizia, ma soprattutto è adorabile perché è talmente affettuosa che spesso mi abbraccia forte e mi dice: “Mamma ti voglio bene come tutto l’universo” e mi riempie di baci. La sera lei viene nel mio lettone e s’addormenta con la sua manina sul mio seno, e vuole che io gli racconti sempre una favola che, quando era più piccola avevo inventato per lei. Ma a volte, quando sono molto stanca, capita che mi dimentichi qualcosa o magari cambio il racconto, e allora lei, che ricorda tutto mi dice: “Mamma, non è così” ed io devo fare uno sforzo di memoria per raccontargliela bene.”

Lui a queste mie parole mi bacia teneramente sul viso e mi dice:

“Lo sapevo che eri una madre amorevole, immagino poi, che per te, lasciarla tutto il giorno per lavorare, sia davvero dura. Anch’io se no vedo i miei figli per un giorno, sto male. Li abbraccio e li bacio spessissimo dicendo loro in continuazione che li amo con tutto il mio cuore, loro sono tutta la mia vita, io li devo proteggere, è per questo che li porto sempre con me, perché devo sempre sapere che stanno bene e, che se succede qualcosa, io possa essere presente per intervenire. Quindi capisco che per te, stare qui a volte può essere una sofferenza. E’ anche per questo che ti amo, perché provo ciò che tu provi, e soffro se penso che tu sei triste per lei, e lei per te, perché in questi giorni lei non può averti vicina.”

Le parole di Michael, così piene di dolcezza e di comprensione per la mia tristezza mi fanno bene all’anima e la sua sensibilità me lo fa sentire così vicino e affine alla mia, che davvero penso che tra di noi ci sia un’intesa che va ben oltre alla mera fisicità, per cui abbracciandolo anch’io stretto gli dico, che mai mi è capitato un uomo, che capisse in maniera così profonda, quell’amore così viscerale che solo una madre può provare per i propri figli.

Lui tenendomi sempre stretta ed accarezzandomi con dolcezza. mi dice:

“Noi ci amiamo soprattutto perché ci capiamo. In amore conta solo questo, la comprensione. Se non c’è quella non può esserci vero amore.”

Rifletto sul senso di queste parole e mi rendo conto che nella loro disarmante semplicità sono tremendamente vere. Non si può amare qualcuno senza comprenderlo appieno.

Mi chiedo con sgomento, se io sia davvero in grado di amarlo così tanto da capirlo fino in fondo e, con altrettanto sgomento mi accorgo di non sapermi dare una risposta.
manu 62
00martedì 1 giugno 2010 06:34
Sei stata strepitosa e...stai tranquilla,non hai osato troppo!Siete talmente esplosivi insieme che,cosi' come illustri dettagliatamente i vostri litigi,è giusto che tu lo faccia anche quando fate l'amore.Perchè è quello di cui si parla...amore.
BEAT IT 81
00martedì 1 giugno 2010 09:59
Ok, con capitolo 32 ho rischiato di cadere dalla sedia ;-)))).....Bellisismo!!!! Tranquilla Malabi, nn hai per niente esagerato, anzi, hai trasmesso tutta la passione el'Amore che vi unisce, xè le parole di Mike sono piene d'Amore ma anche di dolore...Stupendo!!! Il capitolo 33, invece è troppo divertente, con la tua ricerca frenetica della T.shirt e Mike che te la ruba, davvero divertente e tenero. Davvero 2 capitoli stpendi....Grandiosa!!!!!! Mi spiace solo che fra poco il vostro idillio americano finirà, xè tu devi tornare in Italia...Speriamo che la relazione regga ;-))))) . Nn vedo già l'ora di legegre il seguito. Grazie, come sempre. Baci Sara
malabi
00martedì 1 giugno 2010 11:42
Grazie Manu e Sara, i vostri commenti sono sempre graditissimi.
Allyss
00martedì 1 giugno 2010 13:20
finalmente mi sono rimessa in pari.....come ti ho già detto la tua storia è strepitosa e così realistica che a volte mi sembra quasi di poter essere davvero lì a spiare gli eventi.....i caratteri sono così eccezionalmente descritti che sembra quasi di conoscere i personaggi....brava brava brava....i miei più sentiti complimenti, davvero!!!
malabi
00martedì 1 giugno 2010 14:03
34° Capitolo


Restiamo in silenzio e sempre tenendoci stretti l’un l’altro, ascoltiamo la musica che ha continuato a suonare per tutto il tempo, poi Michael comincia a seguire canticchiando a bocca chiusa la melodia di “Man In The Mirror”, ed io parlando in italiano, commento:


“Uhm, questa è bellissima.”

Lui interrompendosi mi chiede:

“What?”

Ripeto in inglese e aggiungo:

“E’ una delle mie preferite.”

Lui mi risponde:

“Sì, anch’io la amo molto. Anche se non l’ho scritta io! Ma è davvero molto bella, e il pubblico la adora”

Replico:

“La adora anche perché tu la canti in maniera strepitosa. Ma tu canti tutto in maniera strepitosa…..Inutile dirlo!”

Lui allora mi dà una bacio e mi dice con un tono di voce scherzoso:

“Mi fa piacere sapere che mi apprezzi così tanto, quindi devo pensare che adesso sono il tuo cantante preferito o vengo sempre dopo quelli che erano i tuoi miti di quando eri una teen-ager?”

Ridendo gli rispondo:

“Uhm………Non ne sono proprio certa, perché ci sta ancora qualcuno che per me è altrettanto strepitoso………………….però posso dirti che sei sulla buona strada per diventarlo……………”

Lui allora sposta la testa per guardarmi dritto negli occhi e con un’espressione corrucciata e finta offesa replica:

“Omiodio, ma che devo fare per farti diventare una mia fedelissima fan?”

Sempre ridendo gli rispondo:

“Niente, perché già lo sono! Ora ti dico una cosa, ma ti prego di non ridere. Questa sera quando hai cantato per me, ho capito perché ai tuoi concerti tante ragazze svengono, perché anch’io ad un certo punto ero talmente emozionata che avevo paura di cadere per terra. Sentirti cantare dal vivo qui, è stata davvero una grande emozione, anche Andrea l’ha detto e lui, credimi, non è il tipo che fa complimenti. Quindi posso immaginare che cosa possa essere assistere ad un tuo concerto, con tutta quell’adrenalina che circola e quell’energia. Deve essere un’esperienza unica…………Mi dispiace davvero non averne mai visto uno. Mi sono persa sicuramente il meglio di te.”

A queste mie parole lui allora mi sorride e dice sempre con quel tono da finto offeso:

“Spero che anche in altri momenti, ti abbia dato il meglio di me……………o no?”

Capendo a cosa si stia riferendo mi affretto a specificare:

“Guarda, che mi riferisco al meglio, come artista, ovviamente……….Anche se, a dire il vero, pure in quell’altro senso,………sei un artista………..senza alcun dubbio. Mi chiedo se ci sia una cosa che tu non riesca a fare benissimo. Sei il massimo, in tutto. Mammamia, non mi ci far ripensare, che altrimenti mi impazzisce di nuovo l’ormone.”

Lui ride di nuovo visibilmente compiaciuto e prosegue:

“Non ti sembra di stare esagerando? Parliamo dei concerti dai. Io sul palco, do tutto me stesso, perché è l’amore del pubblico, che mi dà la carica giusta. Quando sono lì, per me è fantastico, anche se la fatica è dannatamente folle, nel momento in cui salgo lì sopra, io riesco a dimenticare tutto e sento che anche loro in quelle due ore dimenticano tutti i problemi e sono felici. Se non ci fosse questo non avrei potuto fare i tour che ho fatto, perché ti giuro che sono massacranti; per prepararli lavoro moltissimo e, ogni volta che mi esibisco alla fine esco stremato, però quando sto là io sono felice, perché cantare e ballare è la mia vita.”

Al che non posso fare a meno di chiedergli:

“Si vede che lo fai con passione, non per niente il pubblico ti adora. Ma farai ancora Tour vero? Spero tanto di sì, così potrò finalmente venirti a vedere.”

Non mi risponde subito, prende tempo per riflettere, poi con un tono più serio, aggiunge:

“No, non credo. I miei figli sono troppo piccoli, per loro non va bene spostarsi in continuazione da un posto all’altro, si stancherebbero troppo, ma anche per me, sarebbe davvero un inferno. Anche se per il nuovo lavoro che sto preparando, un Tour sarebbe un’ottima pubblicità, ma intanto devo finire di registrare questo e poi deciderò, comunque tu puoi sempre venire a vedere qualche altra esibizione, se vuoi.”

Sentendo Michael parlare del suo nuovo lavoro divento più curiosa e gli domando:

“Questo nuovo cd com’è? Muoio dalla curiosità di sapere che brani ci sono, soprattutto dal punto di vista musicale, se ti va di dirmelo, ovviamente.”

Lui accarezzandomi mi risponde:

“E’ un po’ difficile da spiegare, anche perché di brani ne ho scritti un centinaio e per alcuni devo ancora decidere se inserirli o no. Dipende da tante cose, sai a volte hai in testa qualcosa di preciso che però nel momento in cui la vai a realizzare non è esattamente quello che pensavi e allora sul momento abbandoni l’idea, per poi magari, dopo un po’ tempo, riprenderla perché pensi che si possa realizzare in qualche altro modo. Io penso continuamente al mio lavoro, non ci dormo quasi, per rendere tutto il più perfetto possibile, quando non ci riesco, mi ci danno fino allo stremo delle forze, per realizzare quello che mi sono proposto di fare. Questa cosa mi assorbe tanta energia e dedizione che a volte mi ci sento male. Però alcune canzoni sono già a buon punto ed altre stanno sulla buona strada. Spero di finire il tutto entro i primi mesi del prossimo anno.”

A questa risposta allora incalzo:

“A te dispiacerebbe molto farmi sentire quello che è già quasi ultimato? Lo so che ti sto facendo una richiesta eccezionale, ma mi faresti un regalo grandissimo, anche se riuscissi a sentire un solo pezzettino di una canzone. Però se lo trovi inopportuno non fa nulla, aspetterò che esca sul mercato, per comprarlo……………”

Michael però mi interrompe, e s’affretta a rispondere:

“No tesoro, non lo trovo inopportuno, comunque appena il cd è pronto, non hai alcun bisogno di comprarlo, perché lo avrai da me. Ma qui non ho niente, solo alcune tracce iniziali. Quando saremo a LA ti farò ascoltare quello che ho registrato, in particolare c’è una canzone che penso ti piacerà molto, la sto realizzando con Santana. Sta venendo fuori davvero qualcosa di molto bello.”

Ed io stupefatta replico:

“Ma chi Carlos Santana, quello di Hojè Como va?......Samba Pa Ti............”

Ora risponde lui con un tono un po’ sorpreso.

“Sì, lui. Ma perché sei tanto stupita? Lui è un ottimo musicista.”

Ribatto:

“Certo, lo so che è un ottimo musicista, guarda che lo conosco benissimo, e mi piace anche molto, ma la sua è una musica molto diversa dalla tua, intendo, come genere, è più direi……………..latino-americana, mediterranea, mentre la tua è…………….non so, la tua effettivamente a pensarci bene e secondo i critici musicali è un po’ tutto. Rock, Fanky, Soul. Rap, Gospels, R&B e tanto altro che non so dire, forse anche qualcosa di musica classica. Ecco perché sono rimasta stupita, ma non per questo penso che la collaborazione non possa essere di altissimo livello. Mi farà davvero piacere ascoltarla, perché non riesco ad immaginare che cosa abbiate combinato assieme…………….”

Mentre Michael si sta alzando per andare anche lui in bagno, mi risponde:

“Vedrai, è qualcosa di eccezionale davvero. Sono sicuro che ti entusiasmerà. Ora tesoro scusa, torno subito.”

Adesso che è in piedi, lo guardo con la mia maglia indosso che gli arriva fino alla parte superiore delle cosce.

E’ la prima volta che lo vedo spogliato, in piedi, con la luce mi accorgo che sulle gambe qua e là c’è qualche macchia più scura rispetto al resto prevalentemente bianco. Pensando che siano sicuramente le macchie dovute alla sua malattia, mi assale una tenerezza indicibile, soprattutto conoscendo quanto l’informazione di tutto il mondo, su questo argomento, si sia scatenata, con illazioni, falsità e accuse del tutto inventate ed ingiustificate, che gli devono aver procurato chissà quanto dolore.

E’ davvero magrissimo, ma tonico e con la mia t-shirt, così larga e lunga è un po’ buffo, quindi osservandolo mi viene da sorridere.

Si chiude in bagno ed io ne approfitto per sistemarmi meglio nel letto e chiudo gli occhi perché, pur non sapendo che ore siano vedo che dalle finestre comincia a filtrare la luce dell’alba, e penso che questa è la seconda notte che passo in bianco, e non solo io. Anzi mi chiedo soprattutto, come lui faccia a reggere questo ritmo. Avrà forse dormito tre ore in tutto ormai da due giorni a questa parte, credo che debba essere veramente distrutto, e lo sono anch’io, perché sento che il sonno si sta impossessando di me.

Sono quasi del tutto addormentata, quando sento la porta del bagno riaprirsi, mentre, subito dopo percepisco anche il leggero movimento del letto mentre lui si sistema di nuovo al mio fianco, ormai quasi priva di sensi per il gran sonno, sento il suo braccio sotto la mie spalle e un po’ mugolando mi rigiro di fianco per poggiare la mia testa sul suo petto.

Lui mi abbraccia, baciandomi gli occhi e la fronte, mi accarezza il viso, la testa e i capelli, con una delicatezza e dolcezza, che mi sembra di essere cullata.

Per la prima volta, dopo tanti anni, trovandomi a letto con un uomo, sono assolutamente rilassata, tanto da riuscire a prendere sonno, cosa che dal divorzio, non avevo mai permesso che succedesse con nessuno. Tra le braccia di Michael mi sento così protetta, amata e completamente a mio agio che per sistemarmi meglio metto una mia gamba addosso alla sua e sento che lui intreccia anche l’altra per tenermi ben stretta.

Questo movimento, evidentemente risveglia in lui qualcosa, perché con l’altra mano libera inizia ad accarezzarmi, la coscia, il fianco e la schiena sempre molto dolcemente.

Allora mi stringo ancora di più a lui e sollevo il viso per cercare la sua bocca mentre Mike fa altrettanto.

Ci scambiamo, dapprima solo dei baci sulle labbra, poi le nostre lingue cominciano a giocare tra di loro, e lui passa la sua tutto intorno alla mia bocca, per scendere poi giù sul mento, sul collo e poi sull’orecchio, ho un sussulto perché questo mi piace proprio tanto e, lui percependo la mia eccitazione si sofferma in questa zona molto a lungo, mentre faccio scorrere la mia mano sul suo petto e poi più giù dove lo trovo già pronto.

Si lascia accarezzare e, mentre ogni tanto emette gemiti di piacere, mette di nuovo la sua lingua dentro la mia bocca e tenendomi la testa ben stretta contro di lui, ci baciamo ora con rinnovata passione, fino a restare senza fiato, poi con il braccio, con il quale mi ha cinto la vita, mi fa adagiare sopra di lui, allarga le braccia tenendo le sue mani intrecciate alle mie e, continua a baciarmi succhiando la mia lingua fino a farmi male.

Distesa sul suo corpo, in una perfetta aderenza di ogni nostro lembo di pelle, mi godo le sue insaziabili carezze, ma poi, lentamente, con una leggera pressione della sue ginocchia, mi sposta le gambe ai lati dei suoi fianchi, mentre continua a baciarmi con forza.

Il desiderio di lui è fortissimo, quindi assecondando i suoi movimenti di bacino, lo accolgo lentissimamente, per prolungare il più possibile, il desiderio di entrambi e lui, sta al gioco, facendo altrettanto.

Le sue mani sono sui miei seni, lui mi guarda senza mai distogliere gli occhi, che per l’eccitazione appaiono quasi liquidi, per quanto sono lucidi e splendenti, la sua espressione è intensa, appassionata e tremendamente sensuale.

Ora è lui che ricomincia a muoversi, sempre lentamente, ma sollevandomi un po’, gli faccio capire che deve rimanere fermo, non mi muovo più, esercito solo delle piccole contrazioni, che gli procurano una sempre più crescente eccitazione che manifesta, respirando affannosamente e parlando a fatica mi dice:

“Ok……………………..Guida tu………………Ommiodio, è bellissimo………….Ma ti prego………….continua così…...mi stai………facendo impazzire.”

Allora, ricomincio a muovere il bacino con movimenti ondulatori e sussultori, sempre molto, molto lenti, mentre lui, cerca di rimanere completamente immobile, dicendomi di fermarmi quando sente che non riesce più a controllarsi.

Con la luce dell’alba, che filtra da dietro le tende chiuse delle finestre, riesco a vedere bene l’espressione del suo viso ed è esattamente la stessa che tante volte ho visto nei suoi video o nei tour quando esegue le sue coreografie.

Solo a vedergli quella bocca così protesa mentre si morde il labbro inferiore, e sentendo le sue pulsazioni sempre più frequenti, io perdo completamente il controllo, cominciando a muovermi ad un ritmo più pressante, mentre lui affondando letteralmente le sue dita nella mia pelle non può fare a meno di seguirmi, emettendo gemiti di vero piacere.

Nel momento in cui sento che, di nuovo, entrambi, stiamo precipitando, quasi contemporaneamente, dalla sommità di quella montagna, a cui siamo giunti, con lentezza esasperante ed esasperata, inarco completamente la schiena all’indietro, mentre lui, sollevando il suo bacino e metà del suo busto, mi afferra con violenza le spalle, per riportare la parte superiore del mio corpo in posizione eretta, mentre, quasi gridando, ma con voce strozzata dal piacere, mi dice:

“Amore………..guardami……………..voglio………………..ommidio…………...voglio che………….mi guardi…………..è così………….bello………..vieni qui………ecco………….così……….voglio……………………..guardare………..i tuoi……….occhi……….voglio………….”

La mia faccia, ora è a pochi centimetri dalla sua, i nostri respiri, affannati si confondono, i nostri occhi sono fissi l’uno in quelli dell’altra, mentre gli dico, quasi urlando:

“Michael………ti amo……………ti amo……………..ti amo.”

Lui mette le sue mani tra i miei capelli afferrandoli con forza e mentre cerca la mia bocca, vedo che i suoi splendidi occhi, si socchiudono per perdersi completamente, nel momento in cui la vertigine del suo piacere diventa inarrestabile e come se stesse singhiozzando, mi dice:

“oh……….my love………..I love you more…………….I love you more……………..”

Quando tutto è finito, restiamo entrambi persi, continuando a fissarci con occhi pieni d’amore, di tenerezza e di struggente nostalgia per l’esaltante momento che abbiamo appena vissuto, senza riuscire a dirci nulla, mentre le nostre anime, danzano felici ed appagate, al di fuori dei nostri corpi abbandonati.

Con movimenti molto dolci, poi, mi solleva e mi fa distendere vicino a lui sempre tenendomi abbracciata e, riprendendo ad accarezzarmi il viso, la testa e le braccia mentre immergo il mio viso tra i suoi capelli, morbidissimi e profumati.

Ormai è mattina, non ho idea di che ore siano, ma sono talmente stanca, che le sue carezze, mi conducono verso Morfeo, dio del sonno, senza nemmeno accorgermene, mi addormento profondamente tra le sue braccia, in uno stato di, assoluta, totale e piena felicità, come non provavo da tantissimo tempo.
BEAT IT 81
00martedì 1 giugno 2010 16:15
Oddio Malabi, ho rischiato un'altra volta di cadere dalal sedia dell'uffico......Fantastico!!! Mamma mia quanta passione, quanto Amore. Siete due anime che x troppo hanno patito la solitudine, la sete e la fame di sentimenti, ma soprattutto di Amore con la "A" maiuscola e siete così belli, esplosivi e dolci insieme.....Stupendo!!!!!!!!! E' bellissimo anche il tuo stupore quando Mike nomina Santana, davevro un uomo dalle mille risorse ;-))). Grandiosa Malabi, come sempre....Continua!!!! Cavolo, ormai è davevro una droga la tua storia ;-))))))) . Baci Sara
malabi
00martedì 1 giugno 2010 17:56
35° Capitolo


Quando sento squillare il telefono, mi sembra di essermi appena addormentata e senza nemmeno riuscire ad aprire gli occhi, con la mano, a tentoni, cerco di arrivare alla cornetta per rispondere.

Non so nemmeno dove sono e con una voce impastata dal sonno rispondo:

“Sì?”

Sento dall’altra parte la voce di Andrea, vivace e pimpante, che mi dice:

Lalliiiiiii, ma stai ancora dormendo?”

Facendo uno sforzo disumano per cercare di connettere farfuglio:

“Sì. Ma che ore sono?”

Lui ridendo mi dice:

“Dai dormigliona, è mezzogiorno. Guarda che stanotte quando ci siamo salutati me lo hai chiesto tu di chiamarti alle 12, per non fare tardi all’appuntamento.”

Ritornando semi cosciente, mi ricordo che all’una dobbiamo andare a pranzo da lui e, mentre allungo una mano per cercare Michael, gli rispondo:

“Andre, hai ragione, mi alzo subito, grazie per la telefonata. Forse arriverò un po’ in ritardo, perdonami!”

Senza nemmeno ascoltare la sua risposta, mi giro per vedere se Michael sia ancora qui con me, visto che con la mano non l’ho trovato, mi accorgo però che il letto è vuoto.

Mentre mi guardo intorno, chiamo due o tre volte il suo nome, ma non ottenendo nessuna risposta, mi alzo di scatto e noto che, i suoi vestiti, che durante la notte erano stati abbandonati sul pavimento, non ci sono più, ma in cambio, trovo la mia maglia appoggiata ai piedi di letto.

Insomma di lui non c’è traccia. Penso quindi che si sia alzato prima e sia ritornato nel suo appartamento, per non svegliarmi.

In tutta la suite risuona della bellissima musica classica, non mi chiedo neppure come mai, perché ho davvero poco tempo per prepararmi.

Mi infilo di corsa sotto la doccia che faccio al volo e, mentre sono lì, inevitabilmente la mente ritorna alle ultime ore passate insieme e ricordando i momenti d’amore, mi sento le farfalle nello stomaco ed il batticuore. Sono irrimediabilmente innamorata persa!

Questo stato di grazia che, se da una parte mi provoca una tale gioia che vorrei ballare e cantare dalla felicità, dall’altra viene vanificato dal pensiero purtroppo ormai fisso e costante, dalla mia prossima partenza, facendomi sprofondare in un forte angoscia che mi procura un tale dolore, da sentire fisicamente, male al cuore.
Mi chiedo dove troverò la forza per partire e per lasciare questo sogno, che sto vivendo in maniera tanto intensa quanto inaspettata, ma non riesco a trovare una risposta.

Per non farmi però avvolgere da questi tristi pensieri mi dico che ormai il tempo in cui io potrò stare ancora con Michael si sta esaurendo, anche perché non so, tra l’altro, quanto lui ancora si fermerà a LA, quindi tanto vale viverselo al meglio fino in fondo. e poi che sia quel che sia.

Mentre mi guardo allo specchio per cominciare a truccarmi, mi accorgo di avere, nonostante le poche ore di sonno, un bell’aspetto. Ho un viso rilassato, gli occhi brillanti ed un’espressione decisamente sorridente.

Mentalmente, ringrazio Michael per questo, poiché è tutto merito suo, poi mi chiedo che cosa stia facendo e se, sia rimasto accanto a me per tutto il tempo, oppure, approfittando del mio sonno, sia ritornato di là da lui, per dormire nel suo letto. Comincio anche a domandarmi, con una certa apprensione, visto che il tempo sta passando e lui ancora non si è fatto sentire, se non abbia cambiato idea, circa l’invito a pranzo di Andrea.

Mentre mi vesto, infilandomi il completo pantaloni blu scuro che mi ero portata come cambio, già sto facendo lavorare il cervello per trovare un modo per poterci parlare.

Non del tutto vestita, ma solo con indosso i pantaloni ed il reggiseno, e scalza, mi dirigo in salone per recuperare le scarpe che avevo buttato chissà dove quand’ero ritornata nel mio appartamento.

Appena entro, i miei occhi vengono colpiti dalla luce accecante che entra dalle vetrate, per cui provenendo dalla semi oscurità della mia stanza metto una mano davanti per proteggermi, dopodiché abituandomi pian piano alla luce, mi guardo intorno, scorgendo per prima cosa, un enorme cesto di orchidee e rose rosse, che troneggia al centro della sala.

Non posso fare a meno di esclamare ad alta voce:

“Oddio, che meraviglia!”

Dirigendo subito, verso lo splendido omaggio floreale, comincio a girargli intorno per cercare il solito biglietto, che nemmeno a farlo apposta, non vedo, quindi sempre parlando a me stessa dico:

“Come al solito e ti pareva che riuscivo a trovarlo subito?”

Mentre sto ancora scrutando tra i fiori, vedo un’ombra stagliarsi contro la porta finestra della terrazza, alzo subito gli occhi e vedo Michael, con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni, che mi sta fissando con un sorriso, accompagnato da un tono un po’ canzonatorio che, senza darmi il tempo di dire nulla, sentenzia:

“Allora è propria una tua abitudine parlare sempre da sola? Buon giorno, mia appassionata ragazza.”

Lo guardo sorridendo, è talmente bello che, ammutolita, lo squadro dall’alto in basso per osservarlo in tutta la sua magnificenza.

Ha i capelli ondulati legati dietro con qualche ciocca lasciata sul davanti, occhiali da sole Ray-Ban, quelli classici a lenti scure. Indossa un paio di jeans, camicia azzurra ed una giacca blu notte. Vestito così “normale” è a dir poco strepitoso e resto incantata a guardarlo fino a che lui vedendo la mia espressione mi dice:

“Che succede? Hai perso la parola?”

Riscuotendomi, gli vado incontro e mentre lo abbraccio per salutarlo gli domando:

“Buon giorno. Sei bellissimo, ma sei già pronto? A che ora ti sei svegliato?”

Ricambiando il mio abbraccio e dandomi un bacio sulle labbra, risponde:

“Tu sei bellissima. mi sono alzato po’ prima di te. Lo sai che dormo poco, poche ore mi bastano.”

Invece io, avrei voluto dormire almeno per altre otto ore di fila, ribatto:

“Non so come tu faccia, sono tre notti che facciamo sempre mattina, per non parlare di ieri che abbiamo fatto tutta una tirata e stanotte poi………..”

Mi interrompe per abbracciarmi e mentre mi bacia vicino all’orecchio, mi dice:

“Stanotte è stato fantastico……………..Era moltissimo tempo che non mi capitava una cosa………………….così…………..”

Facendo finta di non capire, con tono malizioso, chiedo:

“Così………come?”

Lui ridendo, fingendo di pensarci su, risponde:

“Uhm…………..intensa.”

Ci resto un po’ male, perché speravo in qualcosa di più passionale, lui se ne accorge, quindi, sempre ridendo, aggiunge:

“Guarda che espressione delusa che hai! Tesoro, dai scherzo. Sorridimi, che quando sorridi sei bellissima, ti si illuminano gli occhi. No seriamente, sono felice…………..immensamente felice, grazie a te.”

A queste parole mi sciolgo e cerco la sua bocca per dargli un bacio appassionato.

Lui risponde al mio bacio accarezzandomi la schiena nuda, poi staccandosi leggermente, con quella voce molto bassa, che usa nei momenti di intimità, mi dice:

“Uhm…………..peccato che dobbiamo andare. Se ci baciamo ancora non ci muoviamo più da qui e, il tuo amico, ci sta aspettando per il pranzo.”

Con un tono altrettanto profondo, mentre continuo a sbaciucchiarlo, gli sussurro:

“Ma io sono pronta.”

Lui mi allontana leggermente da sé, mi guarda dalla testa ai piedi, poi, con un tono un po’ provocatorio, mi chiede:

“Ma tu vieni così?”

Non ricordandomi che sopra non ho praticamente nulla e che sono ancora scalza, lo guardo con aria interrogativa e leggermente corrucciata, quindi rispondo:

“Perché che cosa c’è che non va. Non ti piace come sono vestita?”

Lui comincia a ridere di cuore e mettendosi una mano davanti alla bocca replica:

“No……..a me piaci moltissimo……….anzi………Ma se esci………così………farai venire……..un infarto a qualcuno………….se penso poi……………..ahahahah……….alla faccia che farà…………..il Professore…………..se ti presenti a pranzo da lui………..in questo modo………”

Dicendo questo, indica con la mano verso di me. Finalmente mi rendo conto che devo finirmi di vestire, quindi ridendo anch’io, mi affretto ad aggiungere:

“Oddio, non ci pensavo più, sono venuta di qua per cercare le mie scarpe, a proposito le hai viste, perché non le trovo più?”

Michael, prendendomi in giro per la mia sbadataggine, me le mostra, là dove le avevo lasciate la notte prima, poi ribadisce:

“Ragazza, tu hai bisogno di qualcuno che ti controlli in continuazione, perché riesci sempre a perdere qualcosa di tuo.”

Detto questo, ridendo, le va a prendere, mi fa sedere sul divano, e molto cavallerescamente, abbassandosi per aiutarmi a calzarle, commenta:

“Mi piacciono molto queste scarpe, sono davvero belle, immagino che siano italiane, ai tuoi piedi stanno divinamente, le ho notate ieri sera quando ballavi con Franky, sono estremamente sexi e femminili. Amo molto le scarpe Made in Italy, voi italiani nella moda, siete imbattibili e tu vesti sempre benissimo, con eleganza, classe e raffinatezza, mai volgare, mai eccessiva, persino nei piccoli dettagli. Anche ieri sera eri stupenda, con quel meraviglioso abito hai attirato l’attenzione di tutti. Ho sentito molti commenti positivi in proposito.”

Mentre lo ascolto con espressione davvero stupita, perché è la prima volta che mi fa direttamente un complimento sul mio modo di vestire, tanto che ho sempre pensato che, non fosse minimamente attento a questo aspetto della mia persona, ma ancor più sentendo che, addirittura, c’erano stati dei commenti sul mio abbigliamento, replico ridendo:

“Dai, non ci credo, ma se ieri sera c’erano delle donne strepitose, vestite anche molto bene e, sicuramente, più affascinanti di me. Ma chi li ha fatti i commenti positivi, secondo me le ti stai inventando per compiacermi.”

Lui, che nel frattempo si era alzato, dopo, avermi fatto da cavalier servente, senza però dare peso alla mia incredulità, restando ritto davanti a me, muovendo le sue meravigliose mani, comincia ad elencare:

“Dunque, intanto gli uomini presenti, a turno, sono venuti da me per chiedermi chi fossi, da dove venivi, se eri un’attrice o comunque qualcuno che faceva parte del mondo dello spettacolo in Italia, senza omettere di sottolineare che ti trovavano, molto elegante, affascinante e bella. Poi per non parlare di Agnes,………..che quando ballavi il tango, non faceva altro che dirmi, di quanto le fosse piaciuto poterti conoscere, diciamo un po’ più……………” e qui non può fare ameno di scoppiare a ridere, “…………..intimamente. Capisci cosa intendo? Vogliamo parlare, poi del tuo caro amico Professore, che ti spogliava letteralmente con gli occhi? Persino Franky, quando ballava con te, aveva nello sguardo, una luce che io riconosco molto bene, perché lo conosco come le mie tasche e, ti garantisco, che se si è solo limitato ad uno sguardo ammirato, è perché sa, che l’avrei potuto uccidere con le mie mani.”

Dopo queste sue parole, resto completamente basita, e guardandolo con uno sguardo attonito, ma misto a vera gioia, gli chiedo di nuovo:

“Scusa, non ho capito bene l’ultima frase. Me la puoi ripetere?”

Facendo finta, forse, di no sapere a cosa mi stessi riferendo, con un mezzo sorriso, nicchia

“Quale, esattamente?”

“Quella che hai detto a proposito di Franky………”

“Ah, sì che ti guardava con uno sguardo ammirato, mi stupisco che tu non te ne sia accorta………..I suoi occhi ti mandavano scintille di fuoco…….”

Lo interrompo per dirgli:

“Intanto, quando ballavo con Franky, ero impegnata a guardare tutt’altro, anzi sono io che ti domando, come hai fatto tu, a non accorgerti che ti stavo incenerendo con gli occhi. Comunque, poi, non era questa la frase che ti ho chiesto di ripetermi. Perché lo so, che stai facendo finta di non capire, a cosa mi riferisco.”

Al che lui, sospirando, prendendomi le mani per farmi alzare, mentre mi abbraccia, finalmente ripete:

“Ho detto, che se solo Franky, avesse osato fare qualsiasi cosa, che non fosse solo uno sguardo, lo avrei…………..ucciso…………..e se ti fa piacere saperlo, non solo lui……………perché,……………perché non sopporto l’idea che tu…………..possa………….omiodio, ……….non riesco nemmeno a dirlo, tanto mi fa star e male……………………possa amare qualcun’ altro………….Se solo, penso………….che………….un altro uomo….ti possa………….sfiorare, io…………….io……….divento ……paz…….”

Quest’ultima parola, gli si strozza in gola, perché non riesce più a parlare, nasconde il viso sulla mia spalla, mentre mi abbraccia con tutta la forza di cui è capace. Lo abbraccio forte a mia volta e sento che il suo petto è scosso da singulti, sono completamente impreparata a questo e non so davvero cosa fare, cosa dire, riesco solo a ripetermi, che sto sognando, che non può essere vero, che lui, l’uomo più famoso al mondo, stia piangendo tra le mie braccia, al solo pensiero che io possa tradirlo. Non è possibile, mi sto sbagliando, non ci credo, tanto la situazione è pazzesca che mi sembra persino ridicola.

Mi domando, mentre lo accarezzo con dolcezza, come possa essere esploso in lui, tutto questo amore in così poco tempo. E’ vero che la nottata passata assieme, è stata un concentrato di passione, espresso all’ennesima potenza, ma questo credevo che fosse più da parte mia, che in fondo, ero già stata innamorata di lui e, il rivederlo, non aveva fatto altro, che riportare a galla quel sentimento che era stato solo sopito dal tempo, ma mai avrei potuto credere che anche Michael fosse così coinvolto.

Non ho il tempo per poter riflettere lucidamente su questo, soprattutto adesso mentre lui, mi sta mostrando tutta la sua fragilità, abbandonandosi alla sua sofferenza, come un bambino.

Devo dire qualcosa, non posso restare in silenzio aspettando che gli passi, perché sento, che la sua anima sta comunicando con la mia, per essere confortata e sollevata, da questo fardello, quindi parlando molto lentamente, con voce sussurrata gli dico:

“Miky, amore mio, ma come puoi pensare che io possa amare un altro uomo? Tu sei il solo, unico, grande, immenso amore della mia vita e, mai potrei lasciarti per qualcun altro. Già te l’ho detto, nessuno, a questo mondo, può reggere il tuo confronto. Tu devi avere fiducia in me, lo so che quello che ti dico, per te non è facile da credere, immagino che tu ne abbia viste troppe, per poter avere ancora fiducia in qualcuno, ma ti giuro, su quello che ho di più caro, che se tra di noi dovesse finire, non sarà mai per un altro uomo. Per me esisti solo tu, ed io sono disperata all’idea che tra tre giorni, o forse meno io non potrò più vederti. Ti prego, amore mio, dimmi che mi credi. Nella mia vita non c’è nessun altro, non ci sarà mai nessun altro, che potrò amare così tanto. Io amo solo te, con tutta me stessa.”

Mentre gli dico queste parole, che mi sono uscite direttamente dal cuore, con tutto l’amore, la passione e la dedizione di cui sono capace, sento che lui, pian piano, ha ripreso il suo controllo e sempre tenendomi abbracciata, ora mi dice:

“Tesoro grazie, le tue parole sono state come una medicina. Non so cosa mi sia preso, scusami se mi sono lasciato andare, ma io, da ieri non faccio altro che pensare a te. Faccio fatica ad ammetterlo, perché ero convinto che una cosa così, non mi sarebbe più capitata, dopo due matrimoni falliti, ed altre storie, meno importanti, ma che comunque mi hanno lasciato il segno, ma io sono pazzo di te e anch’io ti amo moltissimo.”

Ci baciamo, dolcemente, tenendoci sempre stretti, ma dopo un po’ mi devo staccare da lui, perché è davvero tardi, quindi, mi dirigo verso la camera da letto per darmi gli ultimi ritocchi al trucco e per infilarmi la giacca del tailleur, che comunque sul davanti ha una generosa scollatura.

Quando torno nel salone, trovo la porta che comunica con l’appartamento di Michael aperta, perché lui è passato dall’altra parta per parlare con qualcuno dei suoi, sento infatti la sua voce e poco dopo quella di Franky che gli risponde.

Per educazione, aspetto dalla mia parte, quando ad un tratto sento appunto Franky che chiede a Mike se io sia pronta, ed alla sua risposta affermativa gli chiede dove io sia.

Rispondo dal mio appartamento:

“Sono qui e vi sto aspettando.”

Michael allora appare sulla porta e mi chiede:

“Ma perché non sei venuta di qua?”

Rispondo sorridendo:

“Semplicemente perché non mi hai detto di farlo. Son una ragazza molto educata, io,”

Lui allora replica, con un tono un po’ imbarazzato:

“Tesoro, hai ragione scusa, ma ti assicuro che non c’è bisogno che io te lo dica. Puoi farlo quando vuoi.”

Avvicinandomi allora verso di lui, gli dico sorridendo:

“Grazie Miky, è molto gentile da parte tua, ma non credo che potrei mai presentarmi nel tuo appartamento, senza che tu me lo chieda, in fondo resti sempre Michael Jackson.”

Senza dirmi una parola, lui mi prende la mano e me la bacia sul palmo, poi accompagnati da Franky, usciamo nel corridoio, dove ci stanno aspettando Tommy e l’altra guardia del corpo.

Saluto entrambi e a Tommy chiedo con un sorriso come sta, ma lui impassibile, sicuramente per la presenza del grande capo, mi dice solo “Good Morning Miss. Fine tank.”

Mi viene da ridere e Michael mi guarda con aria interrogativa, ma gli faccio un cenno come per dirgli che glielo dirò dopo, poi finalmente entriamo tutti e cinque in ascensore.
dirtydiana66
00martedì 1 giugno 2010 20:23
scusami ma mi devo riprendere da qsti capy... brava... quanta passione e quanto amore!!! .... hai descritto tutto con molta dolcezza senza eccedere nelle parole . ti faccio i miei complimenti .
vediamo adesso cosa succede sono un pò curiosa
continua così....
malabi
00martedì 1 giugno 2010 21:57

36° Capitolo


Scendiamo di qualche piano e prima di uscire sul corridoio. Tommy consegna a Michael una sciarpa bianca che lui si avvolge intorno alla faccia fino a nasconderne metà, il resto lo fanno gli occhiali da sole.

Lo guardo e ancora una volta non posso fare ameno di provare una grande tenerezza; ecco, in questo momenti, vorrei avere il potere di liberarlo da tutto l’assedio a cui è costantemente sottoposto per regalargli un po’ vita normale, senza doversi sempre nascondere, mascherare o camuffare, per poter solo scendere pochi piani d’albergo. Credo che i miei occhi stiano comunicando i miei pensieri perché lui mi risponde stringendosi nelle spalle, come a dire: “Che ci posso fare? E’ così, sempre”

Allora gli sorrido dolcemente, mentre lui, mi fa una piccolissima carezza sul braccio, quasi di nascosto ed io capisco che ha compreso perfettamente il mio sentimento.

Percorriamo poi il corridoio, per un breve tratto, fino ad arrivare davanti alla suite di Andrea, dove dopo aver suonato il campanello, il mio amico ci viene ad aprire con il suo miglior sorriso, entro ovviamente per prima e lui, mentre mi bacia sulle guancie, non perde occasione di farmi i complimenti per il mio look, guardo istintivamente Mike, che però resta impassibile, ma anzi con una stretta di mano molto cordiale e calorosa risponde al suo saluto, subito dopo ci fa accomodare nella sala dove è apparecchiata un tavola tonda, in maniera impeccabile.

Entrando, vicino al carrello delle vivande scorgo un persona di servizio dell’hotel, richiesto probabilmente da Andre, per servire alla nostra tavola, guardando meglio riconosco Piero, il mio amico cameriere, che il giorno prima mi era stato di grande conforto, e mi dirigo subito verso di lui per salutarlo con una amichevole stretta di mano; il poveretto, sul primo momento resta un attimo imbarazzato, forse anche per la presenza di Michael, che senz’altro riconosce e, dopo essersi guardato intorno un po’ titubante, risponde sorridendo al mio saluto con altrettanta cordiale compitezza, poi con estrema gentilezza, mi dice in italiano:

“Signora, sono davvero lieto di rivederla e se posso permettermi sono anche molto felice di servirla quest’oggi, perché lei è davvero una donna oltre che molto bella, anche con un animo gentile, le sono molto grato.”

Michael, che ovviamente non ha capito nulla della nostra conversazione, chiede incuriosito se per caso, anche lui, fosse un mio vecchio amico italiano, ma io, sorridendo gli rispondo:

“Intanto vi presento Piero, Peter per voi americani, ed è un mio nuovo amico italiano, perché ieri in piscina, con me, è stato davvero molto gentile.”

Dopo un primo momento di perplessità, anche gli altri si avvicinano a Piero, salutandolo con una stretta di mano, suscitando in lui un malcelato imbarazzo, che viene immediatamente superato, nel momento in cui, il nostro ospite ci invita a sederci intorno alla tavola, dicendoci, che in nostro onore, ha fatto preparare espressamente dei piatti tipici italiani, che spera siano di nostro gradimento, poi rivolgendosi a Michael in particolare, gli chiede se abbia altre esigenze alimentari, che sarà ben lieto di assecondare.

Mike ringrazia, mentre dichiara che andrà benissimo anche la cucina italiana, ma prega Andrea di non offendersi se mangerà poco, poi dopo esserci scambiati altri convenevoli, con un tono ironico, rivolto a me, commenta:

“Ragazza, sei incredibile, sei stata in piscina due ore e sei riuscita ad incontrare un amico che non vedevi da vent’anni e a fartene anche uno nuovo. Io invidio la capacità di voi Italiani di essere sempre così aperti, amichevoli e disponibili con tutti.”

Piero, non appena noi ci siamo accomodati tutti. Inizia a servire gli antipasti a base di un ottimo prosciutto San Daniele con melone e naturalmente, il mio ineffabile amico, non perde occasione per soffermarsi a descrivere le qualità di questo particolare tipo di prosciutto, a partire dal luogo di produzione, fino ad arrivare alla stagionatura.

Mentre mangio, osservo gli altri, Michael in particolare, che sembra davvero gradire molto, l’ottima pietanza, per non parlare di Franky che dichiara che questo, tra gli antipasti è quello che preferisce.
Mentre aspettiamo il primo, Andrea, si rivolge a me, per dirmi che ha fatto preparare un piatto, di cui ero ghiottissima e, che sua madre, mi preparava sempre, quando ero ospite a casa sua.

Capisco subito a cosa si stia riferendo, sorridendo gli dico però, che sicuramente, anche il miglior chef del mondo, non sarà sicuramente all’altezza di sua madre.

Ovviamente, sia Michael che Franky sono curiosi di sapere di cosa stiamo parlando, per cui non conoscendo i termini in inglese per descrivere il piatto che Piero sta ormai servendo, è Andrea a descrivere i ravioli con ricotta e spinaci allo zafferano, di cui io andavo letteralmente pazza.

Innegabilmente, devo ammettere, che lo chef dell’hotel ha fatto miracoli poiché, questa delizia, è molto apprezzata da tutti, Michael compreso, che sta veramente mangiando di gusto, poi dichiara che, se i ravioli della mamma di Andrea, superano in bontà, questi, la deve senz’altro conoscere.

Rispondo che sicuramente dovrà farlo, perché la signora cucina davvero in maniera divina, tanto più che i suoi ravioli sono fatti tutti a mano, mentre quelli che stiamo assaporando, pur essendo di ottima qualità, sono di produzione industriale.

Al che Michael, ascoltando il mio elogio, chiede se in Italia è un’abitudine diffusa fare la pasta fatta in casa e alle nostre risposte affermative annuisce con la testa sorridendo e aggiunge:

“Questo, è un bel gesto da parte delle mamme, quello di cucinare qualcosa di particolarmente buono, per la famiglia, così i figli, mangiando quello che loro preparano con amore, si nutrono anche del loro amore. Io trovo che se anche qui da noi, le nostre donne dedicassero più tempo a cucinare qualcosa di speciale per i bambini, forse si potrebbero evitare tanti problemi una volta che questi ragazzi diventano adulti. Secondo me il problema grande nella nostra società, è la carenza di amore. Non voglio dire che nelle famiglie, non ci sia amore, ma questo, deve essere dimostrato di più ai figli, soprattutto quando sono piccoli. Perché i bambini desiderano solo quello, sentire di essere amati, sempre.”

Mentre lui parla, si percepisce dal suo tono talmente appassionato, che questo argomento gli sta profondamente a cuore e, tutti noi, non possiamo far altro, che starlo a sentire assolutamente affascinati.

Andrea però, capendo da persone intelligente qual è, che questo argomento, forse, in Michael, rinnova vecchie ferite, mai del tutto cicatrizzate, cerca di riportare la conversazione su un tono più leggero, replicando:

“Quello che dici è assolutamente vero, ma tutto questo amore delle nostre mamme, può essere un’arma a doppio taglio. Intanto perché i maschi italiani, parlo naturalmente in generale, non riescono mai a tagliare completamente, il cordone ombelicale materno, e ciò, nei rapporti di coppia, può diventare motivo di rotture drastiche e definitive, poiché, per l’Italiano medio, la propria mamma, sarà sempre al di sopra di qualsiasi altra, soprattutto in cucina………poi abituati come siamo ai manicaretti casalinghi, non riusciamo assolutamente ad adattarci all’estero, perché abbiamo la pretesa di mangiare, esattamente come mangiamo a casa nostra……..ovunque. Per cui, se chiederete a qualsiasi nostro connazionale, come ha passato la vacanza al di fuori del Bel Paese, anche se è stato nel più bel posto al mondo, risponderà che è stato bene ma che il cibo……………puah, faceva schifo. Questo è un classico, non si scappa!”

Ridiamo tutti alle sue parole, Michael compreso, che aggiunge:
“E’ vero, quando sono venuto in Italia ho notato che per voi il cibo è davvero importante, infatti per parlare di affari, da voi, è normale farlo a tavola. Molto spesso ho sentito, che se c’era, ad esempio, qualche problema o anche solo mettere a punto dei semplici dettagli, dicevano: “Ok, ne parliamo oggi a pranzo o stasera a cena”.

Questo lo trovavo molto buffo perché da noi, normalmente di affari si parla nelle sedi adatte, sai, in ufficio o anche in casa propria volendo, ma difficilmente a tavola.”

Intervengo io, rivolgendomi di tanto in tanto ad Andrea, per farmi aiutare con la traduzione, delle parole che non conosco, per ribadire:
“Se pensi che in Italia, a tavola si fanno e disfanno alleanze politiche, si decide di far cadere governi o di appoggiarli. Si stabiliscono amicizie, affetti, complicità o può succedere anche esattamente il contrario. Per noi l’invito a pranzo, a cena, è una cosa molto importante, perché così si stabiliscono dei legami, o si rinsaldano, se succede che questi, per vari motivi, possano essersi allentati. Nelle nostre famiglie, parlo naturalmente di quelle che hanno una vita cosiddetta “normale”, si mangia tutti assieme, almeno una volta al giorno, perché è possibile che i ragazzi tornino da scuola nel pomeriggio e i genitori magari stiano tutta la giornata al lavoro, ma la sera, ci si riunisce tutti intorno alla tavola, insieme. Poi quando arrivano le feste, tipo Natale, Capodanno, compleanni, eccetera, tutti a festeggiare con zii, nipoti, nonni, cugini, parenti acquisiti ed anche amici, almeno quelli più intimi. E’ una tradizione e guai a chi sfugge a queste regole. Da noi si dice Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Nel senso che il Natale è assolutamente obbligatorio passarlo in famiglia. A volte può succedere comunque, che non sempre sia così piacevole!”

A queste mie parole noto che Michael si è un po’ intristito, infatti, dopo qualche secondo replica:

“Non trovo che questa sia una cattiva abitudine, il Natale intendo, passarlo assieme a chi si ama, per condividere la gioia, il clima di festa e l’amore, credo che sia qualcosa di meraviglioso. Vedere, soprattutto, l’eccitazione dei bambini, quando aprono i loro regali, è fantastico e anche per gli adulti, è sicuramente un bel momento.”

Mi pento di aver toccato questo argomento e mi rimprovero mentalmente per non aver pensato che invece lui, di Natali, con la sua famiglia d’origine, non ne aveva festeggiato nessuno, quindi non sapendo cosa rispondere a questa sua osservazione, mi limito a tacere, abbassando gli occhi.

Come al solito, il buon Andrea, mi viene in soccorso ed intuendo il mio imbarazzo, comincia a descrivere ai suoi due ospiti, quanto si possa mangiare e soprattutto che cosa, durante le nostre festività natalizie, per tre giorni consecutivi.

Ovviamente il suo racconto tocca delle punte di altissima comicità, perché infiocchetta il tutto, narrando aneddoti capitati a casa sua, appunto durante queste feste comandate, assolutamente esilaranti, con descrizioni accurate delle abbuffate a cui tutti si sottoponevano, senza praticamente soluzione di continuità.

Fortunatamente, superato il disagio, sia Michael che Franky ridono divertiti, chiedendo chiarimenti su dettagli che il mio amico non esita a precisare, usando in maniera superba il suo innato senso dell’umorismo poi, inevitabilmente, tra i tanti racconti, parla anche di un Natale che passammo insieme a casa dei suoi, dove ci fu uno scambio di regali abbastanza tragicomico, ed infatti, nella narrazione di quell’evento, fa in modo di non trascurare nessun particolare.

Andrea, spiega quindi agli altri, che ero stata invitata a passare il giorno di Natale a casa sua, dove di solito, si riunivano tra parenti, consanguinei ed affini, fra le venticinque e le trenta persone. La sera prima, aveva invece passato lui, la vigilia, a casa di mio padre, dove la tavolata era composta soltanto e, per questo, egli deve al mio genitore eterna gratitudine, da una decina di persone.

L’invito da parte della sua famiglia, era quasi arrivato all’ultimo momento, un due o tre giorni prima, per cui, naturalmente avevamo passato quelle giornate, a correre da un negozio all’altro, per comprare i regali per tutti, dato che avevamo deciso di farli assieme, ma io, che tenevo particolarmente a fare una bella figura con la sua famiglia, non volevo offendere nessuno dei suoi parenti, lasciandoli senza un piccolo dono da parte nostra.

Da sempre, a casa sua, lo scartamento dei regali era un evento speciale, perché tutti, facevano regali a tutti, quindi, dato l’alto numero degli invitati, si può ben immaginare, quale fosse il numero elevatissimo di pacchetti e pacchettini, sotto l’albero.

Non solo. ma la cosa, durava inoltre, dalle tre alle quattro ore, qualcuno, di solito i ragazzi, consegnavano i doni uno per volta, perché tutti dovevano commentare il regalo di ciascuno.

Ovviamente, la scelta del cosa comprare, aveva dato fondo a tutte le nostre possibili idee che tra l’altro si dovevano conciliare anche con le nostre esigue disponibilità economiche, ma io non mi accontentavo delle solite banali cose che si possono regalare a Natale, quando non sai appunto cosa regalare, quindi pretendevo di acquistare qualcosa che fosse carino, originale, magari anche utile e soprattutto pagarlo poco, pretese queste, assolutamente inconciliabili.

In questo, tour de force, Andrea doveva farmi da guida nelle scelte, conoscendo i soggetti a cui i doni erano destinati e soprattutto ricordare tutte le persone che sarebbero state presenti quel giorno.

L’acquisto dei regali, lui la ricorda come la cosa più tragica della sua vita, perché dopo una giornata di peregrinazioni per il centro di Roma, a fine serata avevamo acquistato solo quelli per i suoi familiari più stretti, vale a dire sei persone in tutto: madre, padre, un fratello, con la sua fidanzata,una sorella ed il marito di lei. Restava ancora fuori tutto il resto delle truppe cammellate, pargoli compresi.

Il giorno successivo, ci infilammo in un negozio di giocattoli dove riuscimmo, nel “solo”, e sottolinea solo, lasso di tre ore, a scegliere i regali per i bambini, senza che prima, lui stesso, si fosse consigliato con i genitori dei cari tesorini, per non rischiare di comprare dei doppioni, ma soprattutto, per rispecchiare le loro richieste a Babbo Natale.

Per gli altri, il bello doveva venire. Alle cinque del pomeriggio della vigilia, presi dalla disperazione, ed abbandonando ogni velleità di originalità, abbiamo deciso di infilarci in una profumeria ben fornita per acquistare lì, i regali rimasti, optando alla fine per i soliti dopo-barba, saponette profumate, confezioni varie di bagno schiuma, con annessa crema per il corpo e altra roba di questo genere.

Andrea, ovviamente aggiunge, che In Italia, giustamente, la sera della vigilia, è prassi chiudere alle 18 i negozi, per permettere a chi ci lavora di poter festeggiare loro stessi, ma noi, nonostante i nostri sforzi ci abbiamo impiegato un’ora e mezza, costringendo appunto, le commesse, che nel frattempo ci lanciavano occhiate avvelenate,stramaledicendoci, hanno dovuto lavorare 30 minuti in più, solo per impacchettare tutti quei piccoli regali, che avevamo scelto per i suoi parenti.

Data l’ora, non abbiamo osato chiedere alle poverette, che ci guardavano con occhi sempre più torvi, di mettere un segno distintivo su ogni pacchettino, per ricordarci a chi fosse destinato, per cui fidandoci della nostra memoria, nel tenere a mente il colore del nastrino o della coccarda che ornava il cadeau, pensavamo, poi una volta arrivati a casa, di poter scrivere i bigliettini, abbinando il regalo giusto, al nome giusto.

Neanche a dirlo, le cose non sono andate così, perché tranne per un paio di doni azzeccati, gli altri erano tutti sbagliati.

A cominciare dalla nonna che si era ritrovata con il dopo-barba destinato ad uno zio, per passare al cugino che aveva scartato una confezione di crema profumata per il corpo alla rosa e violetta, mentre la zia, a cui questa era destinata, aveva invece ricevuto, una schiuma da barba al sandalo, per finire con il nonno a cui era stato rifilato una confezione gigante di talco alla peonia, che era destinato invece a sua moglie e, via di questo passo.

La cosa divertente, sempre secondo Andrea, era che ad ogni regalo sbagliato, lui interveniva, praticamente strappandolo di mano al malcapitato, per consegnarlo a colui o a colei cui questo fosse destinato, tra le risate generali, gli sghignazzi irrefrenabili dei bambini, nonché, i commenti salaci degli adulti, a seconda di quello che capitava loro.

Da parte mia, mi profondevo in mille scuse, mentre la mia faccia, man mano che questo scambio, nel senso vero della parola procedeva, mostrava tutti i colori dell’arcobaleno, dapprima paonazza per l’imbarazzo, per degradare verso il verde dovuto al travaso di bile, per assestarsi definitivamente sul bianco cadaverico, dovuto alla rassegnazione, dopo aver preso atto del disastro totale.

Andrea, conclude quindi il racconto, mentre sia Franky che Michael stanno ancora ridendo, dicendo:

“Pensare, che Lalli, la cosa a cui teneva di più, era fare una bella figura! Invece, se avesse potuto, avrebbe voluto sprofondare, per scomparire per sempre!”

Ride di cuore anche lui, mentre io mi sento un po’ scema in questo momento, però poi cambiando il tono della voce, passando dallo scherzoso al tenero, poggiando la sua mano sulla mia, in una carezza appena accennata, si rivolge a me, aggiungendo:

“Nonostante questo, però la mia famiglia ti ha adorata comunque, lo sai vero? E comunque, alla fine, abbiamo passato un bellissimo Natale, perché ci siamo divertiti moltissimo.”

Leggermente imbarazzata, con la scusa di cambiare posizione sulla sedia, tolgo la mano da sotto la sua, quindi, rispondo:

“Sì certo, è stato meglio di un film comico.”

Mentre pronuncio queste parole, getto un’occhiata di stralcio a Michael, che è seduto di fronte a me, per osservare la sua reazione al gesto di Andrea, ma dato che ha sempre su gli occhiali da sole, non riesco a vedere il suo sguardo, tuttavia anche se il suo volto è imperscrutabile come la Sfinge, ho quasi la certezza che mi stia fissando molto attentamente, perché mi sento i suoi occhi addosso.

A conclusione poi di questo racconto, Michael, fa ad Andrea, una domanda del tutto inaspettata, conoscendo la sua riservatezza, e senza tanti giri di parole, gli chiede:

“Professore, ma tu sei sposato?”

Il mio amico, subito risponde:

“Non più, lo sono stato, una volta, poi ho avuto una lunga convivenza. Ora, sono felicemente single.”

Michael di nuovo domanda:

“Hai figli?”

“Sì due, un maschio ed una femmina, ma quando ci sono i figli di mezzo, purtroppo, tutto diventa più complicato. Separarsi intendo, io ho dovuto penare molto, con tutte e due le rispettive madri.”
Sentendo le parole di Andrea, mi viene spontaneo ribattere, in italiano:

“Capirai, dillo a me, con il mio ex è ancora una guerra, per mia figlia!”

Alle mie parole, noto che Michael si gira verso Franky, forse per vedere se lui abbia capito qualcosa, ma il nostro ineffabile ospite, prontamente traduce e, subito dopo, aggiunge:

“Perché, non siete rimasti in buoni rapporti?”

A questa domanda, dato che l’argomento mi genera, davvero molta sofferenza, rispondo sempre nella mia lingua, perché non mi va di trovare le parole adatte in inglese, per cui, chiedo a lui, eventualmente di tradurre.

“Ma figurati, da quando ci siamo separati non perde occasione per comportarsi da vero stronzo.”

Michael, ha come un sussulto, poi chiede subito ad Andrea, il significato della parola stronzo, e lui, di nuovo, puntualmente traduce.

Mike, mi guarda e con un mezzo sorriso, mi fa “shhhhh”, con il dito sulle labbra, perché è noto, che non ama sentir dire parolacce, ma io non me ne curo affatto, anzi, rivolgendomi di nuovo ad Andre, con rabbia replico:

“Ti prego, digli che quando un uomo si comporta nel modo in cui lo fa il mio ex, chiamarlo stronzo è il minimo, dovrei usare tutte le parolacce di questo mondo per riuscire a definire un tale essere abietto. Ma lo sai che, visto che il giudice ha affidato la custodia a me, per ben due volte, mi ha riportata in tribunale, chiedendo che mi venisse tolto l’affidamento?”

Non appena Andrea finisce di tradurre le mie parole, Michael, che nel frattempo si è tolto gli occhiali, mi guarda con occhi dolcissimi e capendo la mia sofferenza, con voce commossa, mi chiede:

“Ma perché, si comporta in modo così cattivo?”

Rispondo sempre più arrabbiata:

“Perché non sopporta che io lo abbia lasciato, quindi, sta facendo del tutto per rendermi la vita impossibile. Pensa che la prima volta ha chiesto la revoca dell’affidamento della bambina, perché durante il periodo delle dichiarazioni, io mi dovevo trattenere in ufficio fino a tardi, per cui necessariamente, dovevo lasciare mia figlia con la baby-sitter per tutto il giorno, beh lui davanti al giudice, ha sostenuto che io la trascuravo per fare i miei comodi, perché, secondo la sua mente perversa, invece di stare con mia figlia, piccola, me ne andavo in giro a scopare, a destra e a manca. Ma ti rendi conto? Roba che lavoravo perfino 12 ore al giorno, qualche volta forse anche di più. Per difendermi ho dovuto chiamare tutti i colleghi dello studio a testimoniare che, se stavo cos’ tanto fuori casa, era solo ed esclusivamente per lavoro. E questa è solo una delle tante! Senza parlare di quanto mi costa d’avvocato ogni volta che questo stronzo, decide di rovinarmi l’esistenza.”

Rimangono tutti e tre ammutoliti, dopo aver assistito al mio sfogo, ed è sempre Michael per primo che ribatte:

“Ma voi, non avete firmato un accordo prematrimoniale, per stabilire prima, queste cose?”

Lo guardo un po’ perplessa, poi rivolgendo gli occhi ad Andrea, gli faccio capire di rispondere per me, ed infatti lo fa esponendo esattamente quello che avrei voluto dire io.

“Vedi, in Italia, non è come qui in America, il contratto prematrimoniale non si usa, perché per tradizione, cultura, religione e personali convincimenti, si ritiene che, chi si sposa, lo faccia per amore, per costruire una famiglia e questo, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere per sempre. Un qualsiasi accordo di questo tipo, potrebbe essere offensivo, nel senso che si penserebbe, che ci si sposa già con l’idea di separarsi un giorno e questo, non è davvero concepibile, purtroppo, giacchè, se anche da noi si usasse questa pratica, tanti problemi tra le coppie che si separano e poi divorziano, forse, potrebbero essere superati da accordi precedenti.

Comunque, capisco quello che dice Lalli, a volte una separazione diventa un inferno.”

A questa spiegazione Michael rimane ammutolito, limitandosi solo a fare dei piccoli cenni con la testa di diniego, guardandomi sempre con profonda tenerezza.

Rispondo ad Andrea, aggiungendo:

“E’ un vero e proprio incubo. Io non sono libera di frequentare nessuno, perché quello, mi fa le poste sotto casa, per vedere se mi porto qualcuno su, e se solo mi vedesse in compagnia di un uomo, fosse anche solo un amico, o un collega, mi porterebbe di corsa in tribunale, sostenendo che non sono una buona madre, visto che mi porto, gli uomini a casa, con mia figlia presente. Altro che inferno, non mi passa una lira, d’altronde nemmeno la vorrei, ma per rimborsarmi le spese extra, che sostengo per la bambina, mi devo conservare tutti gli scontrini, le fatture o ricevute, perché altrimenti lui non mi restituisce nulla. Dopo la separazione io, sono uscita di casa, perché quella dove abitavamo, era dei suoi genitori, con grandissimi sacrifici mi sono comprata la casa dove vivo ora, per la quale pago, tra l’altro, un mutuo astronomico, perché per poter essere vicino al lavoro, l’ho dovuta acquistare in quella zona, che peraltro è carissima, quindi, devo lavorare come un mulo, per potermi permettere tutto questo, ma lui, mi fa anche le pulci su quello che spendo per nostra figlia e tu, Michael, mi dici di non usare parolacce quando parlo di un tale stronzo?

Pronuncio queste parole con una tale veemenze e con una tale rabbia, che anche il mio sguardo, in questo momento, potrebbe incenerire chiunque, ma accorgendomi che il mio stato di agitazione, ha forse procurato un po’ di imbarazzo nei presenti, se non altro perché nessuno dei tre osa profferire mezza parola al riguardo, con un tono di voce più calmo, cerco di rimediare subito, dicendo:

“Chiedo scusa se mi sono lasciata prendere troppo la mano, ma questo argomento mi provoca sempre una grande rabbia, non avevo nessuna intenzioni di parlare in questo modo dei miei problemi, sono stata davvero imperdonabile. Andrea, ti prego, traduci per filo e per segno quello che ho detto. Mi dispiace molto. Cambiamo argomento. Scusate ancora.”

Per acquistare, quindi, un minimo di serenità d’animo, mi alzo per uscire sulla terrazza a fumare, seguita dagli sguardi di tutti e tre, mentre sento che Michael, sta chiedendo dove sia il bagno.

Mentre mi accendo la sigaretta, mi rimprovero mentalmente per essere trascesa così e di aver, magari, rovinato il piacevole pranzo, a cui Andrea aveva tenuto molto, quindi, con un notevole sforzo, cerco di riacquistare la calma e la buona educazione, prima di rientrare.

Mentre sto dando le ultime tirate, Mike, ritornato nella sala da pranzo, è di nuovo con gli occhiali da sole indosso, dice un paio di parole agli altri due, poi esce subito fuori, per venire a parlare con me e con la sua dolcissima voce, mi chiede:

“Come stai, ragazza appassionata?”

Gli rispondo:

“Adesso va molto meglio , grazie. Scusa mi dispiace davvero, non volevo affliggervi con i miei problemi.”
Michael, però, prendendomi la mano, replica :

“Tesoro, non devi scusarti. Capisco che questa situazione, per te, sia davvero difficile, pensa che quando ho sentito quello che devi affrontare, mi è venuto da piangere, perché ho pensato alla tua sofferenza e soprattutto a quella di tua figlia, che sono sicuro, subirà anche lei questo stress. Mi dispiace davvero tanto per te. Vorrei fare qualcosa per aiutarti.”

Mentre lui mi parla il mio sguardo diventa sempre più dolce e con eguale tono di voce gli rispondo:

“Grazie Michael, per la tua comprensione e per il tuo aiuto, ma purtroppo, non c’è nulla che tu possa fare per noi. E’ una cosa questa, che devo risolvere da sola. Penso, che se quello solo sapesse, che ho passato due giorni a Las Vegas, non con un uomo qualsiasi, ma addirittura con te, forse nemmeno ci crederebbe, ma sarebbe comunque capace di scatenare un tale inferno, che solo a pensarci mi viene male. Quello, sarebbe capace di portarmela via per sempre, non posso nemmeno pensare ad un’eventualità del genere, perché io, potrei morire per il dispiacere.”

Michael allora mi fa una carezza sulla guancia e guardandomi commosso, senza lasciarmi la mano mi dice:

“Ti prego, non pensare a questo, vieni.”

Lo seguo come un cagnolino e, con uno stato d’animo un po’ più rasserenato, poiché in questo momento, mi sento davvero protetta.
dirtydiana66
00martedì 1 giugno 2010 23:15
scrivi così meravigliosamente bene
mi piace xchè nella ff ci metti un pò di "pepe" un pò di "miele" e un po' di "cannella"
sei forte continua così
cmque Andrea se si comporta così da amico.... va benissimo ,anzi comincia a piacermi

















manu 62
00martedì 1 giugno 2010 23:38
sei troppo brava.Ogni complimento è inadeguato!Grazie!
malabi
00mercoledì 2 giugno 2010 00:25
Dirty e Manu, non ho parole per ringraziarvi adeguatamente.

Mi fate arrossire.
Allyss
00mercoledì 2 giugno 2010 01:03
questo capitolo è favoloso!!!!
madooooo...la parte del natale all'italiana è perfetto, sembra tu sia stata a casa mia..... :-p
e la storia dei regali scambiati mi ha fatta davvero morir dal ridere.....bravissima....

ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora
malabi
00mercoledì 2 giugno 2010 01:43
37° Capitolo


Ritornati dentro, mentre ci sediamo nuovamente a tavola, chiedendo scusa, Andrea, rivolgendosi a me in italiano, mi chiede come va, lo ringrazio per la sua premura e rispondendogli che va molto meglio, gli dico che vedo l’ora di assaggiare il dolce, che ho intravisto ritornando dalla terrazza, il mio preferito, il millefoglie.

Lui mi sorride e rivolgendosi anche agli altri due ospiti, dichiara che come dessert ha fatto fare quella torta, proprio in mio onore, perchè ricordava che io ne ero ghiottissima.

Riacquistata la mia calma, sto assaporando con vero compiacimento la mia fetta di torta, socchiudendo gli occhi ad ogni boccone, per apprezzarne ancora di più la bontà, ma evidentemente questa mia espressione estasiata suscita in Michael molta interesse, perché dopo avermi osservata dichiara:

“Uauh. Non ti facevo così golosa!”

Alle sue parole mi guardo intorno, e un po’ imbarazzata replico:

“Si vede molto che mi piace vero? Ma non sono golosa di tutti i dolci, non mi piacciono ad esempio quelli a base di marmellata, oppure quelli al cioccolato, non sono proprio un’amante del cioccolato in generale, ma questa l’adoro, grazie Andre, sei un tesoro.”

Detto questo, m’accorgo che Michael fa una faccia stupita e sorridendo mi risponde:

“Allora siamo in due, perché anche a me non piace molto il cioccolato. Abbiamo gli stessi gusti.”

Dopo aver detto questo, mi fa un sorriso complice, mordendosi leggermente il labbro inferiore, mentre io, completamente ipnotizzata da quel gesto, non riesco a distogliere gli occhi dal suo volto così bello, dalla sua bocca così sensuale e da quel suo sorriso disarmante. In un battibaleno, mi scorrono davanti gli occhi, i momenti d’amore vissuti insieme, appena qualche ora prima e, il desiderio di lui , si riaffaccia prepotentemente, procurandomi una fitta di piacere, che devo cercare di placare, chiudendo gli occhi per qualche secondo, abbandonando la forchetta nel piatto e appoggiandomi alla spalliera della sedia, tutto questo mentre sento il suo sguardo, su di me e dentro di me.

Sono in balia di un languore tale, che rasenta il deliquio dei sensi, per lunghissimi attimi, non riesco più a percepire, le persone intorno a me, il rumore delle stoviglie sui piatti, il brusio della conversazione, sono trasportata altrove, in un altro spazio, luogo e tempo, sono talmente concentrata sull’immagine di lui con me, e in me, che mi sembra di percepire sotto le mie dita, la morbidezza calda della sua pelle; di assaporare nella mia bocca l’umido dei suoi baci; di sentire il suo profumo così dolce e sensuale; di ascoltare le sue parole ansimate, strozzate, gridate. Provo queste sensazioni così intensamente che una vampa di calore, accompagnata da un brivido freddo, percorre tutto il mio corpo dalla testa, fino alla punta della dita dei piedi, che contraggo insieme a quelle delle mani, per cercare di assumere una parvenza di autocontrollo, che stenta a farsi strada.

Riapro gli occhi, quando sento che Andrea, mi sta chiedendo con un tono di voce leggermente preoccupato.

Lalli, che hai? Ma ti senti bene?”

Ritornata di nuovo presente, rispondo al mio amico che va tutto bene, mentre con occhi sgomenti guardo Michael, per capire se si fosse accorto del mio obnubilamento temporaneo, ma riesco solo a percepire che ancora mi sta fissando.

Rivolgendomi poi ad Andrea gli dico:

“Scusa, cosa stavi dicendo?”

Lui sorridendo mi risponde:

“Dicevo, come fate voi due………” indicando Michael e me “… a non amare la cioccolata? Io ne mangerei a quintali, se potessi, per non parlare poi della Nutella, che è una delle cose più buone al mondo.”

Riacquistato nuovamente una parvenza di equilibrio, ridendo, replico:

“Me lo ricordo bene. Eri capace di finirtene un barattolo intero, la sera davanti al televisore, invece a me, non attira per niente. Comunque ad essere precisa, a me il cioccolato piace solo quello amarissimo, deve essere nero, se no niente.”

Mentre dico la parola nero, guardo intenzionalmente Michael, con un sorriso malizioso ed uno sguardo complice e passandomi la lingua sulla labbra, aggiungo:

“Ecco, solo quello, mi fa letteralmente impazzire.”

Capisco che Mike, ha inteso perfettamente il senso della mia affermazione, poiché osservandolo da sotto in su, vedo che cerca di camuffare un sorriso, compiaciuto e malizioso, portandosi immediatamente un bicchiere alle labbra, mentre faccio altrettanto.

Anche Franky, ci mette del suo, dichiarando tutto il suo amore sia per il cioccolato che per la Nutella e rivolto verso il suo capo, afferma:

“Miky, anche a te era piaciuta, mi ricordo che quando eravamo in Italia la mangiavi.”

Lui, continuando questo gioco malizioso, seduttivo e segreto, perché solo nostro, di doppi sensi, risponde all’affermazione di Franky, replicando, sempre fissandomi:

“Veramente in Italia, non mi è piaciuta solo la Nutela, ci sono cose che mi sono piaciute, molto di più, anzi continuano a piacermi sempre di più.”

Andrea, che non mancando assolutamente, di grande acume, e di un invidiabile spirito d’osservazione, forse intuendo che in quelle affermazioni di Michael e mie, si stavano nascondendo dei messaggi cifrati, comprensibili solo a noi due, per metterci un po’ in imbarazzo o, solo per il gusto di vedere, quale fosse la nostra reazione, a sorpresa, rivolgendosi a Mike, gli chiede:

“Ora, te la posso fare io, una domanda?”

Lui annuendo:

“Certo.”

“Scusate se sono indiscreto, ma voi due………” guardando prima me e poi Michael “…………….ma come vi siete conosciuti? A me è sembrato impossibile, che io abbia potuto incontrarla dall’altra parte del mondo e, come se questo non bastasse, addirittura ospite della più grande super star del pianeta!”

Guardo Michael, con aria imbarazzatissima e abbassando gli occhi gli faccio capire che è bene che risponda lui direttamente, quindi, comincia a raccontare:

“Uhmmmm,………..la prima volta ci siamo incontrati a Roma, nel ’92, durante il Dangerous Tour, ad una festa che era stata organizzata in mio onore, lei mi è stata presentata da un ragazzo che faceva da interprete e così abbiamo cominciato a parlare,………ma dopo quella sera non ci siamo più visti, ed infatti…………….” mentendo spudoratamente “…………non mi ricordavo nemmeno che c’eravamo già incontrati,………….anche se appena l’ho rivista sull’aereo mi sembrava che avesse un’aria familiare.”

Andrea, interrompe per chiedere, un po’ stupito:

“Ah, vi siete incontrati di nuovo in aereo?”

Qui intervengo io rispondendo:

“Sì, pensa che stranezza. Sul volo Roma-New York-Los Angeles. Io ero là con mio padre e lui è salito a New York. Ovviamente non abbiamo viaggiato nella stessa classe, anche se noi eravamo in buisinnes, ma lui ovviamente stava in quella super, mega, extra lusso, vip………….” Dicendo questo mi viene da ridere e vedo che anche gli altri ridacchiano sotto i baffi, quindi continuo “…………..sai quella dove i sedili sono in pelle umana. Comunque, anche qui è stato un caso, perché dopo un volo dove ero riuscita a dormire sì e no 15 minuti, ero andata in bagno per restaurarmi un po’ e, dopo aver assunto nuovamente delle sembianze umane, mi sono incamminata per raggiungere il mio posto, quando la mia trousse da trucco, è caduta, spargendo quasi tutto il suo contenuto a terra, proprio davanti alla porta della classe di Michael, quella super, extra…etc. etc.. la porta era semi aperta e lui mi osservava mentre, come al solito mio, parlavo da sola cercando di raccattare le mie cose, il più in fretta possibile, perché non volevo che pensasse che l’avessi fatto apposta a rovesciare tutto in terra, proprio davanti a lui.”

A questo punto interviene Michael, sempre ridacchiando e aggiunge:

“Io guardavo questa bella signora, vestita elegante, ma in pantofole, che in ginocchio parlava da sola, ho prestato più attenzione perché non riuscivo a capire nemmeno una parola di quello che diceva, poi mi sono reso conto che stava parlando un’altra lingua, ma al momento non avevo capito che fosse italiana. E pensavo oh my god, questa deve essere un po’ stramba, ma la cosa che mi incuriosiva di più, era che guardava dappertutto, tranne che dalla mia parte, questo mi sembrava ancora più buffo, quindi, le ho chiesto se avesse perduto qualcosa, ma lei mi ha risposto, che stava cercando il suo rossetto. Mi sono messo anch’io a guardare, l’ho trovato, gliel’ho consegnato e, da lì abbiamo chiacchierato un po’, anche se lei all’inizio aveva fatto finta di non conoscermi, anzi mi ha detto, che non era nemmeno di Roma, ma che aveva abitato a Venezia.”

Lo interrompo per dirgli:

“Guarda che davvero ho abitato a Venezia, infatti lì ci abita ancora mia mamma, con mio fratello.”

Andrea, come sente nominare mio fratello, mi chiede subito notizie ed io gli dico che ormai è sposato ed ha un figlio.”

Lui, nell’apprendere che quel bambino, che lui ricordava come uno scricchioletto, fosse diventato ormai un uomo di quasi trent’anni con tanto di famiglia alle spalle, resta come sbalordito e guardandomi con un sorriso triste, mi dice in italiano:

“Mamma mia, Lalli quanto tempo è passato!”

Accorgendomi, di quest’ombra di tristezza, nel suo sguardo e nella sua voce, per consolarlo, allungo una mano per stringere la sua, per fargli sentire la mia solidarietà ed il mio affetto, che comunque per lui è rimasto, certo, oggi, non è lo stesso sentimento di allora, ma innegabilmente, sento di volergli ancora molto bene, per cui, gli dico:

“E’ vero, ma io sono così contenta di averti rivisto, che non puoi immaginare.”

Accorgendosi di aver isolato gli altri due ospiti, Andrea, chiede subito scusa e si giustifica dicendo:

“Ci siamo fatti prendere da un po’ di malinconia, per il tempo che è passato così in fretta. Scusa Michael, se ti ho interrotto, ma sai ho conosciuto suo fratello che aveva 7 anni, ed ora, sentire che è già sposato, mi ha fatto un certo effetto. Perdonami per l’interruzione.”

Alle scuse di Andrea, Mike risponde che non c’è nessun problema ed aggiunge:

“Beh, quando con una persona si sono condivise tante cose, rivedersi dopo quasi 20 anni, immagino che provochi un certo turbamento, sicuramente per voi deve essere stata una forte emozione, rincontrarvi così, qui a Las Vegas.”

Ho come l’impressione che il tono della sua voce sia leggermente cambiato, non ha parlato in maniera rilassata come stava facendo poc’anzi, ma ho percepito come una nota un po’ più alta, capisco subito che quel momento di nostalgia affettuosa, condivisa con il mio amico, non gli deve essere, affatto piaciuta.

Andrea, ovviamente, risponde per primo, confermando:

“Sì hai ragione, quando è apparsa in piscina non credevo ai miei occhi e sul momento ho pensato che fosse una che le somigliava molto, ma nel momento, in cui l’ho vista tuffarsi e nuotare come una forsennata per 10 vasche di seguito, non ho avuto più dubbi. Ricordavo troppo bene tutte le nuotate che ci siamo fatti assieme dove ogni volta gareggiavamo e. alla fine, chi perdeva doveva offrire qualcosa all’altro. A volte poteva essere un gelato, o una pizza o semplicemente un caffè al bar.”

Michael chiede, con un tono tirato:

“Ah sì, e chi vinceva?”

Ora tocca a me, rispondere, cercando di parlare con un tono allegro, per fargli capire, che quel piccolo intermezzo di prima, era del tutto irrilevante, per me.

“A volte io, ma il più delle volte lui, è un nuotatore eccezionale; e comunque poi alla fine pagava quasi sempre lui, anche se avrei dovuto farlo io, ma in questo Andrea, anche se si era in piena battaglia per affermare la parità dei sessi, era molto cavaliere. Adesso però basta parlare del passato, dai Michael, continua a raccontare, per favore”
Mike però mi guarda, aggiunge con tono distaccato:

“Non mi ricordo, di cosa stavamo parlando?”

Il mio amico gli suggerisce:

“Stavi raccontando, come vi eravate conosciuti, poi quando, vi siete rivisti sull’aereo………….”

Al che Michael, tagliando corto, abbastanza freddamente, ribatte:

“Ah sì, beh lì ci siamo parlati solo per pochi minuti, poi lei è andata incontro a suo padre, che la stava cercando. Tutto qui,”

Andrea, però, con una faccia un po’ stupita, chiede:

“Immagino che poi vi siate rivisti, visto che lei, ora è qui, con te.”

Michael, sembra un po’ imbarazzato o addirittura un po’ seccato da questa domanda, perché vedo che tamburella con le dita sul tavolo e rivolto a me, mentre indica con la mano il mio amico, dice:

“Ok, il seguito glielo puoi raccontare tu.”

Non so se sia così contento che io davvero racconti il seguito, forse vuole mettermi alla prova, per vedere come me la cavo nel glissare certe domande, un po’ troppo personali, senza riferire particolari compromettenti; quindi alla luce di queste considerazioni, cercando di essere il più sintetica possibile e, soprattutto in questa circostanza, il meno sincera possibile, comincio a raccontare, senza aver guardato prima Michael, che ha assunto un’espressione indefinita, poi Franky che invece, guarda la scena, con un po’ di preoccupazione.

“Beh, non c’è un granché da dire. Solo che quando siamo arrivati a Los Angeles, all’aeroporto c’erano due amici americani di papà, che ci stavano aspettando per accompagnarci da quel produttore di Hollywood con il quale mio padre doveva concludere un contratto e per caso nel suo ufficio abbiamo incontrato sia Michael che Franky, visto che costui è anche un loro amico. Poi siamo stati tutti invitati a cena a casa sua e siamo ritornati in albergo assieme, perché guarda caso, a volte il mondo è davvero piccolo, alloggiamo tutti nello stesso hotel. Quindi è chiaro, che lì, c’è stato modo di incontrarci qualche altra volta e, dato che da sempre, avevo il desiderio di visitare Las Vegas, parlandone con Michael, lui molto gentilmente mi ha invitata qui con lui, visto che ci doveva venire per lavoro, d’altronde lui negli alberghi affitta sempre un intero piano, quindi di suite a disposizione per gli ospiti, ce ne sono in quantità. Ecco questo è tutto.”

Finito di parlare, guardo Andrea sorridendo, facendo altrettanto, anche con gli altri due, che ora mi guardano entrambi, con un’espressione ammirata e sorridente, poiché, da questo momento in poi, posso essere dichiarata, senza alcun dubbio, la mentitrice ufficiale del gruppo. Mi congratulo poi, con me stessa, per aver superato l’esame, aspettando che qualcun altro prenda la parola, è, infatti, proprio Michael a parlare per primo, cambiando completamente argomento, quindi,si rivolge al nostro ospite, per dirgli:

Professore, come ti dicevo stanotte, visto che sei un docente di economia, mi piacerebbe, discutere con te riguardo ad un progetto che ho in mente a proposito delle zone più depresse dell’Africa, dove c’è una mortalità così alta di bambini, nonchè di adulti, per fame, malattie e per la mancanza di qualsiasi genere primario. Io ho visitato alcune di queste zone e sono rimasto talmente sconcertato, da quello che si è presentato ai miei occhi, che ho provato una così profonda sofferenza per quelle povere persone, ma soprattutto, per quei poveri bambini, che sentivo e sento tutt’ora male al cuore quando ci penso. Vorrei davvero, poter fare ancora di più, di quello che ho fatto, con un progetto che possa creare per questa gente, delle possibilità di una vita più dignitosa, però avrei bisogno di saperne di più, sulle possibilità che esistono in quei paesi, di avviare un’economia, magari alternativa, ma adatta a quelle situazioni specifiche.”

Andrea, che per tutto il tempo in cui Michael aveva parlato, era rimasto in religioso silenzio ad ascoltare, con un’espressione assolutamente concentrata ed attenta, risponde:

“Ma certo, sono sicuro che sia una cosa molto interessante e sarò davvero felice di parlarne con te, anche se ti devo avvertire, per avviare delle economie di questo tipo, ci sono tantissime difficoltà da affrontare a cominciare dai governi del luogo, fino ad arrivare ad un enorme dispendio di denaro.”

Michael sorridendo, ribatte:

“I soldi non sono un problema, grazie a Dio, per tutto il resto, è proprio quello che mi interessa sapere, per potermi muovere con una certa sicurezza senza commettere passi falsi, ecco perché mi serve la tua esperienza ed il tuo consiglio.”

Noto che Andrea, lusingato dagli apprezzamenti, sorridendo, replica:

“Ti ringrazio per la fiducia, fin da ora ti posso dire, che sono a tua disposizione per qualsiasi tipo di ragguaglio. Se tu hai già qualcosa di scritto, magari una bozza di progetto, intanto, potresti farmelo leggere, per capire che cosa tu abbia in mente.”

Mike lo interrompe per dirgli che una bozza scritta c’è, ma che è a casa sua, a Neverland e che gliela può fare avere al più presto, non appena rientrerà, a casa.

Sentendo nominare Neverland, il mio cuore ha un sussulto, poiché lo spauracchio della separazione imminente, si para davanti ai miei occhi in tutta la sua terribile veste di sofferenza e tormento, sentendo poi lui, che ha appena detto, che gli farà avere al più presto la bozza del progetto, ho la netta sensazione, che questa sia paurosamente vicina, forse anche più vicina di quanto pensassi.

Con tutto il mio cuore mi auguro che Andrea, non gli chieda quando, perché pavento la sua risposta, ora non vorrei conoscerla, per non dover cominciare a soffrire già da subito, ma purtroppo, la fatidica domanda arriva, per cui io. non sopportando l’idea che la mia reazione, a ciò che Michael dirà, possa essere del tutto palese e visibile, abbasso gli occhi, sento il mio cuore arrestarsi per un interminabile istante, mentre ascolto lui, che dice:

“Penso, tra un paio di giorni di essere là.”
malabi
00mercoledì 2 giugno 2010 01:44
Re:
Allyss, 02/06/2010 1.03:

questo capitolo è favoloso!!!!
madooooo...la parte del natale all'italiana è perfetto, sembra tu sia stata a casa mia..... :-p
e la storia dei regali scambiati mi ha fatta davvero morir dal ridere.....bravissima....

ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora




Grazie Ali, sempre molto carina come sempre.
minamj
00mercoledì 2 giugno 2010 15:18
Santo cielo!!! Ero rimasta indietrissimo [SM=g27831]
Sono talmente tanti i capitoli da commentare,che non saprei come fare.
Quindi riassumo dicendoti che sono meravigliosi.
I momenti intimi ( e a quanto ho letto vi siete dati da fare [SM=x47962] )pazzeschi!!!Usando le tue parole se me lo permetti,direi
un terremoto di amore ( sussultorio e ondulatorio [SM=x47979] )

Brava.

PS Scusa ma,mi ha fatto ridere leggere la marca del prosciutto crudo! [SM=g27835] ,via, pure il prosciutto di Parma non e' male. [SM=x47979]

Ciao
dirtydiana66
00mercoledì 2 giugno 2010 15:42
nn so cosa dire ,ma ti faccio tanti....
[SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=x47932]
malabi
00mercoledì 2 giugno 2010 17:47
38° Capitolo

Ecco, l’ha detto! Solo due giorni. Mi sento morire, vorrei gridare per il dolore, ma non riesco nemmeno a muovere un muscolo, sto con la testa bassa, come se fossi un fantoccio di pezza, non riesco più a percepire nemmeno una parola, solo un ronzio nelle orecchie e gli occhi che mi bruciano per le lacrime che sto cercando disperatamente di trattenere.

Mi rendo conto che non posso continuare ad avere questo atteggiamento e non potendone più, mi alzo e senza guardare nessuno, con un filo di voce chiedo scusa ed infilandomi gli occhiali da sole per nascondere gli occhi arrossati, mi allontano per uscire sulla terrazza facendo finta di andare a fumare.

Una volta fuori, mi sposto sul lato estremo per uscire dalla visuale dei tre, per dare sfogo alla mia sofferenza, e le lacrime, irrefrenabili, scendono copiose sul mio viso accompagnate da singhiozzi che mi scuotono tutta.

E’ un pianto disperato il mio, perché so, con assoluta certezza, che non lo rivedrò mai più e, questo pensiero, come un pugnale, mi trafigge il cuore lacerandomi l’anima e la mente.
Sono perdutamente innamorata di quest’uomo, così straordinariamente intelligente, eccezionale nella sua unicità, gentile, volubile, complicato, timido ma nello stesso tempo determinato, sensibile, generoso, visionario nella sua espressione artistica e nel suo progetto d’amore universale, tanto da non potersi concentrare su una persona sola, al punto tale da innamorarsi di me, come lo sono io di lui, perché per lui sarebbe troppo limitante.
Michael è al di fuori di questi schemi, è al di sopra dell’ordinario e del mediocre ed è questo che lo rende assolutamente carismatico e terribilmente affascinante, ed è proprio per questo, che io lo amo con tutta me stessa, ma l’idea che solo tra 48 ore o forse ancora meno io non l’avrò più vicino mi fa letteralmente impazzire.

Sto ancora piangendo quando sento la voce di Franky, che si sta avvicinando, cerco maldestramente di asciugarmi le lacrime e tiro fuori la sigaretta, mentre con una risata un po’ isterica, mi giustifico, dicendo che non ero ancora riuscita a fumare perché non trovo l’accendino.

Lui mi fa accendere e guardandomi fisso mi chiede:

“Che è successo? Perché piangi?”

Mi sforzo di rispondere con un tono leggero, sorridendogli:

“Niente di grave, solo un po’ di nostalgia.”

Lui ribatte con poca convinzione:

“Per chi? Per tua figlia?”

Ed io, mentendo:

“Sì, per mia figlia. Ma ora è tutto passato, è stato solo un momento, ogni tanto mi succede.”

Franky, per consolarmi, aggiunge:

“Dai, non essere triste, ormai manca poco al tuo rientro.”

Le sue parole mi piombano addosso come macigni, sento che di nuovo la commozione mi assale, tuttavia, cercando di mantenere un apparente, ma altrettanto esiguo self-control, con un sorriso amaro, rispondo:

“Già, manca poco, per tutti.”

Lui allora mi guarda intensamente, perché capisce il motivo della mia tristezza e, mentre mi abbraccia, con voce dolce mi dice:

“Lo so quello che stai provando, non è solo per tua figlia. Vedi, quello che cercavo di dirti quella sera, quando abbiamo parlato in camera tua, era proprio questo. Forse tu hai frainteso, perché hai pensato che Michael avesse cambiato idea, ma lui era solo preoccupato per te e, forse, anche per lui, dato che sapeva, che tra di voi qui, sarebbe accaduto qualcosa.
Lui è molto attratto da te, sotto tutti i punti di vista. Ti considera una donna molto affascinante, intelligente, colta, divertente, sensibile, con un carattere molto forte ed una personalità che non passa inosservata, anche se dice che quando ti arrabbi gli metti paura, perché lo guardi con occhi che non lasciano nessun spazio all’amore. Mi ha anche raccontato, che gli hai detto delle parolacce, in italiano, Tu sai che questo a lui non piace, le parolacce non le sopporta, in nessuna lingua………………………”

Lo interrompo, per controbattere:

“Ma quali parolacce, gli ho detto solo una volta stronzo, dopo che aveva fatto quel ballo al limite del rapporto sessuale con Agnes. Dai Franky, ma stronzo da noi non è nemmeno più considerata una parolaccia, la dicono anche in televisione.”

Lui però ribatte:

“Sì però, Mike è molto suscettibile, per cui, quando ha saputo la traduzione di quella parola, che qui da noi invece, è una parolaccia, gli è dispiaciuto. Comunque ora questo non importa, quello che ti voglio dire invece è che lui sa che tu lo ami, molto, e anche lui ti ama, ma forse non tanto quanto te. Cioè, odiomio, sto cercando di spiegarti qualcosa, che è difficile da dire, ma spero che tu capisca, insomma volevo intendere, non allo stesso modo.
Tu, sicuramente, avrai capito che stiamo parlando di un uomo, assolutamente fuori dal comune, sia per la vita che conduce, vive praticamente in gabbia, fin da quando era un bambino di 9 anni, con un servizio di sicurezza che nemmeno i Capi di Stato hanno, sia per i rapporti che ha con le persone, lui è un vulcano, ha sempre dei progetti in testa da realizzare, ha le sue canzoni da comporre, ne compone in continuazione, poi ci deve lavorare sopra, solo questo, a volte, richiede moltissimo tempo, inoltre è quasi sempre in viaggio o per registrare, o per affari, o per partecipare ad un evento, o per beneficienza, di questa poi, ne fa davvero tanta, tantissima, insomma, ha una vita ed una mente frenetica, per cui tutto ciò, spesso, porta inevitabilmente a trascurare le persone che ama, anche se per loro nutre un grande amore, ma non lo fa con intenzione, ma perché a volte, non ha il tempo per coltivare i rapporti.
Ecco perché, quella sera, ti chiedevo se tu eri in grado di affrontare questo. E’ normale, da parte tua, desiderare un rapporto più esclusivo con lui, ma devi essere consapevole, che questo non è possibile con Michael.
Io sono sicuro che lui sta soffrendo moltissimo, all’idea che tra breve dovrete separarvi, soprattutto sapendo, che vivi dall’altra parte del mondo e che quindi, vedervi, sarà davvero molto difficile, perché lui dovrebbe conciliare questo, con i suoi mille impegni e per te, invece, significherebbe conciliarlo con tua figlia, soprattutto in relazione al tuo ex marito, cha a quanto ho potuto capire ti rende la vita impossibile.
Capisco bene la tua sofferenza, perché sono sicuro, che anche tu, ti sarai fatta questi discorsi.”

Se Franky mi avesse letto nel pensiero, non sarebbe stato più preciso di così, dato che, quello che mi aveva appena detto, era esattamente il motivo del mio pianto disperato. Per cui non posso far altro che rispondergli:

“Lo so perfettamente a cosa andrò incontro e, sono anche consapevole che, quando ci saluteremo, sarà forse l’ultima volta che io lo vedrò, per tutta una serie di motivi, che conosco benissimo: la distanza, enorme; la sua vita, troppo diversa non solo dalla mia, ma dalla maggior parte delle persone comuni; il suo lavoro, impegnativo ed itinerante; i suoi figli, le uniche persone a cui lui tiene veramente e che ama alla follia; il suo carattere; complesso, indecifrabile, fragile e volitivo.
Sono anche perfettamente consapevole, che Michael non può essere ingabbiato in stereotipi, in cui noi, poveri esseri comuni, ci muoviamo a nostro agio.
Lui è oltre, non può vivere una relazione come farebbe qualsiasi altro uomo, lui è una super-star, amico delle persone più famose e potenti della terra, ed io sono soltanto una donna comune, che vive una vita abbastanza normale, che tutti i giorni si alza alle 7,30 per portare prima la bambina all’asilo e poi per andare al lavoro da cui uscirò, quando le cose vanno bene alle 7 di sera.
Sono anche consapevole che, con la vita che fa e, con tutta la gente che incontra in giro per il mondo, avrà modo di conoscere donne, anche molto più affascinanti, senz’altro più disponibili e con una vita meno complicata della mia, per cui, non mi illudo di certo che lui continui a pensare a me.
E’ quindi inevitabile che le nostre vite non si incroceranno più, anche se entrambi, all’inizio, desidereremmo farlo, ma ciò non potrà accadere, indipendentemente dalla nostra volontà.
Sono però anche perfettamente consapevole, che lo amo moltissimo e, che tu ci creda o no, continuerò ad amarlo ogni giorno della mia vita, con tutta me stessa, così, quando salirò sull’aereo per tornare in Italia, io un po’ morirò, perché il mio cuore resterà qui, con lui, per sempre.
Soffrirò moltissimo per questo, ma il ricordo dei momenti passati insieme, sarà anche motivo di gioia, quello che ho vissuto con lui, è stata sicuramente la cosa più bella che mi sia capitata, perché ho avuto il privilegio di viverla, anche se per poco tempo, con un uomo talmente meraviglioso, che a volte ancora mi chiedo se sia vero.
Sai, io quando sono con lui, mi dimentico completamente del Michael Jackson la super-star più famosa al mondo, io lo vedo per l’uomo che lui è, con le sue debolezze, le sue fragilità, i suoi sbalzi d’umore, la sua timidezza, le sue paure, la sua ironia, la sua voglia di ridere, le sue passioni e soprattutto percepisco il suo grande desiderio di dare e ricevere amore, ed io amo soprattutto questo di lui, non il suo successo, la sua fama e tutto quello che da questo deriva.
Vorrei, anzi desidererei, che Michael sapesse questo, poiché sicuramente, non riuscirò a dirgli niente di tutto ciò, sono certa che scoppierei a piangere, senza riuscire a profferire nemmeno mezza parola.
Quindi, come vedi, sono pienamente consapevole di quello che mi aspetta e, lo ero anche prima di partire, ma ciò nonostante non avrei rinunciato alla felicità, che ho provato con lui, per niente al mondo.
Ora però, non posso fare a meno, di sentire un profondo dolore per questo inevitabile distacco. Tornerò a casa, riprenderò la mia solita vita che si dividerò tra il lavoro, l’amore di mia figlia, le cattiverie del mio ex-marito e, il pensiero costante di Michael, tutto qui.”

Franky, dopo le mie parole rimane in silenzio, pensieroso e con un’espressione triste. Mi fa quasi tenerezza vederlo così, per consolarlo quindi, abbracciandolo forte, gli dico:

“Ti voglio ringraziare per la tua amicizia, sono molto contenta di averti conosciuto, perché davvero sei una bella persona, poi, balli il tango divinamente.”

Lui ricambia il mio abbraccio e, riacquistando la sua solita giovialità, mi risponde:

“Sono io che ringrazio te, perché sei una donna davvero eccezionale e questo non lo penso solo io. E’ vero che abiti dall’altra parte del mondo, ma io sono sicuro che riusciremo a rivederci, poi in ogni caso ci sono sempre i telefoni per comunicare, io non voglio perdere la tua amicizia e, sono certo che, anche Michael, farà il possibile per mantenere i contatti con te.
Guarda che se lui ti ha invitata a venire qui, con noi, è perché tu gli piaci molto, ha grande stima di te e si fida, t’assicuro che questo non è da poco, visto che, in generale, delle donne non ha molta fiducia, ad eccezione fatta ovviamente per quelle che sono da sempre sue carissime amiche.
La maggior parte delle donne che ha conosciuto, invece, gli si buttavano letteralmente addosso, o gli facevano capire che erano disposte a tutto per poter fare del sesso con lui, solo magari perché era Michael Jackson, questo modo di fare, credimi, non gli è mai piaciuto, anzi, gli fa un effetto contrario, per cui di donne così, non ne vuole proprio sapere niente.
Con te però, è stato diverso, lui è molto intuitivo, come ti ho già detto, sa che, con lui, ti sei comportata in maniera assolutamente corretta, non hai sfruttato il fatto di averlo conosciuto a Roma, mentre ci sono quelle che addirittura se le inventano le storie con Mike, solo per poter vendere la notizia a qualche giornale scandalistico, o per avere i loro 5 minuti di gloria in qualche talk-show, o ancora peggio, come già è accaduto, per poterlo portare in tribunale, al solo scopo di estorcergli denaro, inventando presunte paternità.
Tu sei una donna onesta, leale; lui è certo che non faresti mai una cosa del genere e sa anche, che lo ami per l’uomo che è e, non per la super-star, è per questo, che anche lui ti ama. Ora ti voglio dire una cosa, ma ti prego di non farne parola a Michael, perché se sapesse che te l’ho raccontata, mi ucciderebbe.
Ecco, quando tu hai incontrato il tuo amico in piscina, dopo vent’anni, quando glielo hai raccontato, lui ha capito immediatamente che tra di voi c’era stata una storia, anche molto importante, inutile dirti, che la cosa lo ha molto disturbato, Mike, non è solito esternare i suoi sentimenti, ma io lo conosco da molto tempo e riconosco quando è nervoso, da alcuni segnali che ho imparato a decifrare; dopo aver parlato con te, infatti, ha cominciato ad essere più taciturno, distratto e ha cominciato a dire che si sentiva stanco, che aveva dolori alla schiena, non che i dolori non li abbia, perché veramente soffre di forti mal di schiena e purtroppo, non solo di quelli, ma Michael somatizza molto, e quando ci sono delle difficoltà o, contrarietà, i dolori si acuiscono fino a diventare insopportabili.
Insomma, noi stavamo con quelle persone che hai conosciuto anche tu, ma lui era diventato insofferente, quindi, si è deciso di fare una pausa. Si è alzato, si è allontanato dalla stanza, ma io, capendo che qualcosa non andava, l’ho seguito, per chiedergli come mai stesse così male e, se potevo fare qualcosa per lui, magari, chiamare il medico dell’albergo, ma mi ha risposto che aveva dormito pochissimo dato che, la notte precedente, l’aveva passata a parlare con te, dicendomi che eri stata molto comprensiva ed affettuosa, confidandomi anche, che con te, lui si era sentito bene, come non gli capitava da moltissimo tempo.
Mi ha raccontato poi, del tuo incontro, dell’invito che il tuo amico aveva fatto a te insieme alle persone che ti ospitavano e, che tu, stavi aspettando una risposta.
Al che, gli ho chiesto che cosa avesse intenzione di fare, ma che se, comunque, non se la sentiva, poteva benissimo dirtelo, poiché avresti sicuramente capito, così alla cena con il tuo amico ci saresti potuta andare da sola.
Lui però senza stare a pensarci su molto, mi ha detto, che tu eri stata brava a non dire che eri sua ospite, che non voleva metterti in imbarazzo rifiutando e, che tutto sommato, preferiva quindi, che tu venissi qui insieme a lui, anche se non sapeva se ce l’avrebbe fatta ad essere presente alla cena.
Mi ha chiesto poi, se potevo telefonarti per dirtelo, perché lui in quel momento non era in grado di farlo.
Quando Michael non riesce a parlare con le persone, è perché, di solito, in quel momento c’è qualcosa in loro che lo turba, quindi nel tuo caso, l’unica cosa che poteva averlo turbato così profondamente, da farlo stare male, era stato, appunto, l’incontro inaspettato con il tuo amico, in qualche maniera ne era, forse, un po’ geloso. Il resto lo conosci.
Ti ho raccontato questo solo per dirti che, da questo piccolo episodio, ho capito che Mike tiene molto a te, se gliene fosse importato poco, ti avrebbe tranquillamente detto di andarci da sola alla cena con il Professore, ma piuttosto che fare questo, ha preferito incontrarlo, pur sapendo che poteva rischiare di mettere a repentaglio la sua privacy.
Ecco perché sono convinto che, la vostra separazione, lo farà soffrire moltissimo.”

Le parole di Franky, sono riuscite ad alleviare un po’ l’angoscia che mi attanaglia, quindi dopo averlo baciato sulla guancia e avergli detto che gli voglio molto bene, gli suggerisco di rientrare, dato che siamo rimasti fuori per molto tempo.

Ci avviamo entrambi verso la sala da pranzo e, al nostro rientro, Michael con Andrea, che seduti sul divano stanno chiacchierando amabilmente, interrompono la conversazione per rivolgere lo sguardo verso di noi, in particolare, il mio dolcissimo amore, che si sofferma a lungo su di me, con uno sguardo che non nasconda una leggera preoccupazione, come se avesse intuito, quello che è accaduto là fuori.

Mentre mi siedo su una poltrona, anch’io lo guardo intensamente, per poter imprimere nella mente ogni minimo particolare del suo viso, che in questo momento mi sembra tremendamente bello, anche lui mi sorride, ed io penso, di nuovo, a quanto vorrei averlo, così, tutto per me, per sempre.

Michael leggendo forse nei miei occhi, i pensieri bui, che come nubi stanno affollando la mia testa, mi chiede:

“Tutto ok?”

Con l’anima straziata, sorridendo, gli rispondo.

“Sì, certo, tutto ok.”

Sprofondata nella poltrona, non riuscendo a porre attenzione a quello che Andrea e Michael si stanno dicendo, continuo a provare una sensazione di malessere che mi rende alquanto nervosa. Non vedo l’ora di poter restare da sola con lui perché ho realmente bisogno di stargli fisicamente vicino, soltanto per prenderlo per mano, o per abbracciarlo stretto a me.

Lo guardo mentre parla con il mio amico ed il suono della sua voce, così basso, delicato e gentile, è per le mie orecchie simile ad una dolce musica che risveglia in me ricordi, quasi ancestrali, come quando da bambina, piccolissima, al mare, cercavo di addormentarmi sdraiata su una asciugamano steso all’ombra, mentre sentivo, in lontananza, il rumore delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga, misto al brusio delle voci degli altri bagnanti e, con gli occhi chiusi, prima di addormentarmi, fantasticavo di meravigliose avventure con fate buone che arrivavano dal mare per portarmi via con loro, in volo.

Sono talmente persa nei ricordi della mia infanzia e nella nostalgia che esso mi procura che Andrea, mi deve chiamare più di una volta, per ottenere la mia attenzione, che gli presto di controvoglia, poiché non voglio ripiombare nella realtà che, in questo momento, vorrei fuggire, per non soffrire.

Da come mi guarda, capisco che devo avere un’espressione stralunata, quindi nuovamente mi chiede:

“Lalli, ma oggi cos’hai, non sei del tuo solito umore, sei assente, pensierosa, ma è successo qualcosa?”

Gli rispondo, con un sorriso forzato che va tutto benissimo e che sono solo, forse, un po’ stanca.

Il mio amico, allora domanda:

“Se non hai niente di meglio da fare, perché non vieni a sentire il mio intervento alla conferenza?”

Non so cosa rispondere, dato che un rifiuto sarebbe davvero sgarbato, quindi, cercando di accampare una scusa plausibile, dico:

Andre, verrei molto volentieri, ma tu parlerai sicuramente in inglese e per me, riuscire a seguirti, sarebbe davvero difficoltoso. Già annaspo quando si parla di cose normali, visto che non sono così padrona della lingua, figurati cosa sarebbe, ascoltare una relazione sull’economia del terzo mondo, in cui userai dei termini propriamente tecnici, che non conosco affatto, riuscirei a comprendere, a malapena, una parola su dieci di quello che dirai.”
A
ndrea però, che è l’uomo dalle mille risorse, anche quando non sono richieste, mi dice che potrei seguire il suo intervento, leggendo la sua relazione, scritta in italiano.

Lo vorrei uccidere, perché con questa proposta mi ha completamente spiazzata, istintivamente guardo Michael come per chiedere aiuto, sperando che mi possa salvare da questa situazione imbarazzante, ma vedo che lui mi osserva in silenzio, forse non vuole esporsi, o semplicemente, lascia che me la cavi da sola.

A togliermi dall’impaccio è il provvidenziale Franky, che conoscendo bene lo stato d’animo in cui mi trovo, perché lui stesso ne è stato testimone poc’anzi, interviene dicendo:

“Veramente, mentre eravamo fuori, abbiamo parlato di fare una capatina al Casinò, visto che per lei è la prima volta che si trova qui a Las Vegas e, dato che nel pomeriggio dovremmo ripartire, essere stati nella città del vizio, senza aver fatto una puntata al casinò, sarebbe davvero un delitto.”

Alle parole di Franky, sia Michael che io ci giriamo verso il nostro amico, guardandolo entrambi stupiti, ma con due intenti completamente diversi.

Mike, perché sta pensando che il suo fido collaboratore, dovrebbe stare con lui, in quell’incontro d’affari che avrà tra poco, io invece grata, per essersi inventato questa scusa del casinò, che mi eviterà di dover assistere ad una conferenza, a cui non avevo nessuna voglia di partecipare.

Fortunatamente però, Andrea si affretta subito ad intervenire, senza lasciare a nessuno, il tempo di replicare alcunché, quindi, rivolgendosi a me, dice:

“Sì certo, hai ragione, non si può venire in questa città senza nemmeno visitare un casinò, dove tra l’altro ti divertirai molto di più che ad una noiosissima conferenza.”

Sentendomi un po’ in colpa con il mio amico, per riparare, gli prometto che comunque, la sua relazione la leggerò ugualmente, poiché mi interessa molto.

Ormai è arrivata l’ora di andarcene, quindi Michael, dopo aver ricordato al Professore, che la partenza per LA è per le 19 circa, precisa al nostro squisito ospite, che lo farà venire a prendere da una persona della sua sicurezza, per accompagnarlo in garage alla nostra macchina. Prima di uscire dall’appartamento, Franky fa una brevissima telefonata, e dopo aver ringraziato e salutato Andrea, usciamo nel corridoio dove, immancabilmente, ci sta aspettando Tommy, per riaccompagnarci al nostro piano, ma mentre ci dirigiamo verso l’ascensore, Michael mi chiede:

“Quando vuoi andare al casinò?”

Gli rispondo sorridendo, che non voglio andare a nessun casinò, al che lui perplesso, guarda Franky, che gli dice:

“E’ tutto ok. Dopo ti spiego.”

Nei pochi secondi in cui siamo in ascensore, dentro di me, mi auguro di poter stare un po’ da sola con lui, prima che arrivino le persone che sta aspettando, ma come al solito, di fronte all’incertezza, di nuovo sono preda della solita agitazione, che faccio fatica a controllare, tuttavia, non appena, le porte dell’ascensore si aprono, Michael mi domanda nuovamente, che cosa io, abbia intenzione di fare.

Mi fermo un momento per lasciare che gli altri vadano avanti poi, prendo Mike per un braccio, per fargli capire di fare altrettanto.
Lui sorride, seppur guardandomi con aria interrogativa, mentre io parlando pianissimo, per la paura di ricevere da lui, una risposta negativa, gli dico:

“Vorrei stare un po’ da sola con te, se non ti dispiace.”

Il suo sorriso ora è solare, quindi, carezzandomi un po’ furtivamente sulla guancia, mi risponde:

“Certo che non mi dispiace, ma perché me lo chiedi? Lo sai, che anche a me va sempre, di stare da solo con te.”

Gli sorrido con gratitudine, poi ci avviamo verso i nostri appartamenti e quando sono davanti alla mia porta lui, accarezzandomi di nuovo, mi dice:

“Ti raggiungo subito, prima però vado a fare una telefonata.”
malabi
00mercoledì 2 giugno 2010 17:50
Re:
minamj, 02/06/2010 15.18:

Santo cielo!!! Ero rimasta indietrissimo [SM=g27831]
Sono talmente tanti i capitoli da commentare,che non saprei come fare.
Quindi riassumo dicendoti che sono meravigliosi.
I momenti intimi ( e a quanto ho letto vi siete dati da fare [SM=x47962] )pazzeschi!!!Usando le tue parole se me lo permetti,direi
un terremoto di amore ( sussultorio e ondulatorio [SM=x47979] )

Brava.

PS Scusa ma,mi ha fatto ridere leggere la marca del prosciutto crudo! [SM=g27835] ,via, pure il prosciutto di Parma non e' male. [SM=x47979]

Ciao




Grazie Mina, a il San Daniele, pare che in America sia considerato una prelibatezza. Personalmente il Parma mi piace moltissimo.

Grazie per i complimenti.
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