UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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manu 62
00venerdì 28 maggio 2010 19:34
ormai i tuoi capitoli,al mattino,sono diventati una piacevolissima abitudine.sempre piu' brava!sensualissima la scena delle loro gambe intrecciate.
malabi
00venerdì 28 maggio 2010 23:09
Re: Re: Re:
minamj, 28/05/2010 8.30:



Ma quindi le stai scrivendo ora?Avevo capito che erano state scritte in precedenza queste puntate.A questo punto i complimenti bisogna raddoppiarli,anzi triplicarli. [SM=x47932] [SM=x47932]
Questi 4 capitoli li ho divorati. [SM=g27817]
Sono raccontati splenditamente.
Michael e' meraviglioso,dai che anche tu non hai un caratterino facile facile [SM=g27828].Poverino,a volte sei troppo crudele nei suoi confronti. [SM=g27825] .

PS attendo con ansia cio' che succedera' ora......non mi deludere [SM=x47962]

doppio PS Franky non si mettera' fra di voi,spero!!
Triplo PS La descrizione della tua stanza,talmente dettagliata!!!
Credevo di esserci io.

Grazie e aspetto [SM=g27811]








Questo racconto in gran parte è stato già scritto, ma man mano lo sto rivendo e molto spesso riscrivendo, soprattutto la prima parte che inizialmente era comunque diversa. Devo anche, poichè sto su un forum edulcorare molto, nel senso che alcune situazioni devono essere necessariamente più soft.

Quindi i complimenti non possono esseri raddoppiati, non li merito. però grazie per quello che mi scrivi sei davvero gentile e sono contenta che questa storia ti piaccia tanto.
malabi
00venerdì 28 maggio 2010 23:10
Re:
BEAT IT 81, 28/05/2010 13.04:

Cavolo, sul più bello!!!! Bravissima come sempre, ormai davevro nn posso più farne a meno della tua Ff. La descrizione della stanza di Las Vegas è pazzesca, sembra davvero di essere lì. Intrigante il gioco di strette di gambe in aereo, e bravo Mike ;-)))))))) . Nn vedo l'ora di leggere il seguito !!!!! Baci Sara




Grazie Sara, come sempre gentilissima.

Baci.
malabi
00venerdì 28 maggio 2010 23:11
Re:
dirtydiana66, 28/05/2010 18.20:

super super super
oggi ho stampato i capitoli e portati con me
scrivi così bene......... che mi sembra di star a guardare una fiction anzichè leggerla.
brava e buon lavoro





Grazie molte dirtydiana, sono davvero felice che ti piaccia così tanto.
malabi
00venerdì 28 maggio 2010 23:16
Re:
liberiangirl20, 28/05/2010 18.50:

scusa ma questo racconto che hai scritto è pura fantasia o ti è successo veramente?




Come ho già detto c'è parecchio di autobiografico, ovviamente molte cose sono inventate.

Sai spesso il confine tra il verosimile e il vero è molto labile.
,
La magia della scrittura consiste proprio in questo.

Grazie per la tua attenzione.
malabi
00venerdì 28 maggio 2010 23:19
Re:
manu 62, 28/05/2010 19.34:

ormai i tuoi capitoli,al mattino,sono diventati una piacevolissima abitudine.sempre piu' brava!sensualissima la scena delle loro gambe intrecciate.




Grazie Manu, mi fa piacere sapere che al mattino i miei capitoli ti facciano compagnia.

Comunque la scena delle gambe intrecciate anche per me è di grande effetto.

Baci.
malabi
00sabato 29 maggio 2010 02:01
Ecco i nuovi capitoli, che sono stati molto modificati, perchè non potevano essere postati così come li ho scritti in originale.

21° Capitolo.

Giro intorno al divano e mi fermo in piedi davanti a lui, mi guarda con una tale intensità che riesco a percepire la sua eccitazione solo da come posa i suoi bellissimi occhi su tutta la mia persona. Poi con le braccia mi cinge i fianchi e mentre mi attira verso di sé mi dice:

“Sei meravigliosa. Prima quando sono entrato e ti ho visto così abbandonata sul divano mentre dormivi, eri così bella che il desiderio di te è stato così forte da non riuscire a staccare gli occhi dal tuo viso, dal tuo corpo, dalla tua pelle. Ti desidero con tutta la mia anima.”

Mi abbraccia forte e mi bacia con tale trasporto da farmi quasi male.

Rispondo ai suoi baci con altrettanta passione e desiderio, seduta su di lui, sento che la sua eccitazione è al massimo mentre le sue mani mi stanno accarezzando dappertutto.

Ormai, entrambi abbiamo perso il controllo, perché l’unica cosa che vogliamo ardentemente, è possederci reciprocamente. Di colpo tutte le mie paure, le mie insicurezze, le mie sofferenze, vengono dimenticate, per lasciare spazio ad un’unica, sola, irrinunciabile consapevolezza: voler essere sua, totalmente, senza pensare al dopo.

Succede, quindi, ciò che stavo ormai aspettando da quasi otto anni ed è, come se tutto questo tempo non sia mai trascorso lontano da lui, facciamo l’amore, infatti, come se ognuno conoscesse perfettamente tutto dell’altro, seguendo soltanto il nostro istinto, che ci guida in un’esperienza non solo esaltante ma, soprattutto assolutamente appagante per entrambi. La mia felicità è tale che in questo momento potrei anche morire.

Quando tutto è finito, rimaniamo immobili e ammutoliti non so per quanto tempo, tenendomi sempre abbracciata. Lentamente poi, mi scosta i capelli dal volto, ricominciando a baciarmi con dolcezza, mentre mi accarezza teneramente. Sono totalmente persa tra le sue braccia che faccio fatica persino a respirare e, talmente spossata che, comincio ad avere brividi di freddo.

Lui se ne accorge e, premuroso, mi sposta di lato per cercare la mia maglia che chissà dov’è andata a finire. Io intanto me ne sto seduta vicino a lui tutta rannicchiata, sempre senza dire una parola, perché in questo momento, ho la mente completamente svuotata e desidero solo assaporare le bellissime sensazioni che sto vivendo.
Finalmente, dopo aver cercato intorno, trova la mia t-shirt, la prende e, mi aiuta ad indossarla, con una tale premura ed attenzione come se avesse paura di farmi male. Io lo lascio fare perché tutto ciò mi piace moltissimo.

Mi abbraccia di nuovo, poi, con dolcezza, mi fa stendere sul divano con la testa appoggiata sulle sue gambe e, sempre accarezzandomi il viso ed i capelli, comincia a parlarmi con una voce così bassa e dolce che, al solo sentirla, il mio cuore ricomincia a battere per l’emozione.

Mi chiede:

“Come stai?”

Ed io sorridendo:

“Benissimo!”

Sorridendo anche lui:

“Ah, meno male, ero preoccupato perché non hai detto più una parola.”

“Non ci sono parole adatte per esprimere quello che sento. Ho provato delle sensazioni talmente travolgenti che, qualsiasi termine, anche nella mia lingua, non sarebbe adeguato a farti capire quanto sia stato sublime quello che ho vissuto, facendo l’amore con te.”

Michael sentendo questo, mi bacia dolcemente e mi dice:

“Anche per me è lo stesso. Era moltissimo tempo che non provavo delle emozioni così intense nel fare all’amore. Sei stata meravigliosa. Non pensavo che farlo con te fosse così intensamente bello.”

Scoppia a ridere e mentre mi da un altro bacio mi dice:

“Ti prego non arrabbiarti!”

Chiedo:

“E per che cosa dovrei arrabbiarmi?”

E lui:

“Per averti detto che non pensavo che fare l’amore con te fosse così bello!”

Al che rispondo:

“Se ti può consolare anch’io, per quanto lo avessi immaginato, non pensavo che fosse così………..uhm……..travolgente. Forse è perché ormai, entrambi non siamo più giovanissimi. In fondo avere 40 anni servirà sicuramente a qualcosa!”

Michael mi guarda e ridendo aggiunge:

“Sì, hai ragione. Sicuramente c’è più esperienza, ma tu davvero hai 40 anni? Pensavo che ne avessi molti di meno, complimenti perché non li dimostri di certo, sei ancora perfetta. Non hai una ruga e la tua pelle è così liscia e profumata che starei ad accarezzarti e ad annusarti tutto il giorno.”

A queste parole scoppio a ridere e chiedo:

“Come ad annusarmi, ma che dici?”

E lui:

“Sì ad annusarti perché hai un buonissimo profumo naturale. Io sono molto sensibile all’odore che le persone emanano dal loro corpo, è quello che mi attira o mi respinge prima di qualsiasi altra cosa. Ecco senti, anche ora, nonostante che tu prima, ti sia……………” e qui gli viene da ridere, “……………diciamo, un po’ agitata, non hai alcun cattivo odore addosso, ma anzi io continuo a sentire un buonissimo profumo. Questo è quello che mi ha fortemente attratto quando ti ho conosciuta, avevi un profumo meraviglioso, che mi ha inebriato per tutto il tempo che abbiamo passato assieme. Pensa che l’ho ricordato per moltissimo tempo e, l’ho riconosciuto anche quando ti ho rivista sull’aereo.”

Lo guardo sconcertata, perché tutto avrei pensato tranne che Michael fosse attirato dal mio odore e, pensare che mi ero data tanta pena nel prepararmi al meglio, mentre per lui invece quello che contava era soprattutto il mio profumo. Questo se me lo avessero raccontato non l’avrei mai creduto.

Quindi cercando di ironizzare gli dico:

“Beh, forse dipende dal tipo di profumo che uso ormai da anni, che tra l’altro, per quello che costa, è doveroso da parte sua sostituirsi agli odori spiacevoli. E’ Shalimar della Guerlain. Io lo adoro, lo uso da quando avevo 18 anni, ma è talmente caro che cerco sempre di farmelo regalare. Comunque, proprio perché lo uso quotidianamente, immagino che ormai, ogni cosa che mi appartiene ne sia intrisa.”

Michael però, ribatte:

“Sì lo so che profumo usi, infatti quando t’ho conosciuta mi era piaciuto talmente che poi l’ho usato anch’io qualche volta. Era particolarissimo e quella sera a Roma, nonostante che tutti, sia uomini che donne fossero profumatissimo il tuo spiccava tra tutti ed io riuscivo a sentirlo benissimo. In fondo, i profumi sono fatti apposta per risvegliare in noi gli istinti primordiali, di quando gli uomini si riconoscevano tramite gli odori, come gli animali, ma io, il tuo profumo, lo riconoscerei anche tra un milione di persone, ma non quello che usi, che sicuramente aiuta, ma parlo proprio di quello tuo naturale che è delizioso.”

Detto questo, si abbassa verso di me, ricominciando a baciarmi, mentre io ringrazio mentalmente i miei genitori, nonché madre natura, per avermi dotata di un buon odore, altrimenti oggi, forse, non sarei nemmeno qui.
malabi
00sabato 29 maggio 2010 02:12
22° Capitolo

Mentre ci stiamo baciando ancora, squilla il telefono e, a malincuore, sono costretta ad alzarmi per rispondere.

E’ Franky che mi dice:

“Ciao, scusa se ti disturbo…………………”

Per far capire a Michael con chi sto parlando, lo interrompo:

“Ah ciao Franky, no non disturbi affatto, come stai?”

Mentre pronuncio queste parole, guardo Michael per sapere se devo dirgli che lui è qui da me.

Mike mi fa un cenno con la testa, a significare che non ci sono problemi.

Intanto Franky prosegue:

“Grazie, io bene. Scusa ma ho chiamato, oltre che per salutarti, per sapere se lì da te c’è Miky?”

“Sì, è qui, te lo passo. Ciao a dopo.”

Mentre Michael afferra il cordless per parlare con il suo amico, per discrezione esco dalla camera, per andare a farmi una doccia veloce.

Non appena sento scorrere l’acqua calda sul mio corpo, comincio a ripensare a quello che ho appena vissuto e, il ricordo di quelle sensazioni così forti, mi provoca un languore che unito ad un’emozione talmente intensa, accelera di nuovo i battiti del mio cuore.

In questo istante sono talmente felice che non posso fare a meno di cantare, dimenticando completamente chi ci sia nell’altra stanza. La prima canzone che mi viene in mente, è Emozioni di Lucio Battisti.

Io adoro Battisti, le sue canzoni hanno accompagnato tutta la mia adolescenza, nonchè giovinezza. Le ho cantate, infatti, talmente tante volte che le conosco tutte a memoria, d’altronde, non ricordo una serata passata con i miei amici, sia che fosse al mare, durante le vacanze o in inverno nella cantina, affittata da tutta la comitiva per riunirci tra di noi, in cui tutti insieme non abbiamo strimpellato con la chitarra e urlato a squarciagola le sue musiche. Emozioni poi, è una di quelle che preferisco e, oltretutto, in questa circostanza esprime appieno il mio stato d’animo.
Come al solito, quindi, comincio a cantare a squarciagola.


Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perche' quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del piu' e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni


Mentre esco dalla doccia poi, per prendere l’accappatoio, ripeto sempre a squarciagola

Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
Emozioniiiiiiiiiiiiiii[/C
]

Sulle “ i “ finali, sento una risata dietro di me, mi giro di scatto e trovo Michael appoggiato allo stipite della porta che con le mani in tasca se la ride beatamente.
Colta di sorpresa, istintivamente porto le mani davanti la bocca, sgrano gli occhi e sento che le mie guance si stanno imporporando per la vergogna.

Lui, vedendo la mia reazione, ridendo ancora più di cuore, mi dice:

“Ti ho spaventata? Scusa ma non ho potuto fare a meno di venire ad ascoltarti. Ma tu canti sempre così sotto la doccia?”

Sono talmente confusa per l’imbarazzo che l’unica cosa che riesco a dire è:

“Sorry. Sorry”

Lui, di rimando, sempre ridendo:

“Perché ti stai scusando? Guarda che ti ho ascoltata con piacere. Già te l’ho detto che canti bene e, questa canzone ha una melodia molto bella, o almeno così mi è sembrato. Forse, hai un po’ forzato il tono, ma il risultato non è stato così disastroso come pensi.”

Mentre lui mi parla, ancora schiacciata dall’imbarazzo, sono rimasta immobile, guardandolo con occhi pieni di vergogna non solo per avergli offerto quell’esibizione canora davvero pessima, ma anche perché mi trovo davanti a lui in accappatoio e con un asciugamano in testa che funge da turbante, ed immagino che, in questa circostanza anche il mio aspetto non sia proprio così edificante; quindi non sapendo davvero cosa dire, l’unica cosa che mi viene in mente è replicare:

“Ti ringrazio per la tua generosità e comprensione, ma mi scuso per la pessima figura che ho appena fatto. In tutti i sensi.”

Michael però, non distogliendo minimamente lo sguardo da me, si avvicina per abbracciarmi e, sorridendo mi dice:

“Ma perché sei così preoccupata? Te l’ho detto che mi è molto piaciuto ascoltarti, poi si sentiva che eri felice mentre cantavi e, questo mi ha riempito di gioia, perché ho pensato che, forse, anch’io ho un po’ contribuito a questa tua felicità.”

Buttandogli le braccia al collo rispondo:

“Sì è vero, sono felice e lo sono grazie a te. Davvero è così, mi sembra che il mio cuore non riesca a contenere tutta la gioia che sto provando ora, qui con te. Però quando ti ho visto mi sono sentita morire dalla vergogna. Avrei dovuto evitare di cantare in quel modo con te presente, ma sotto la doccia lo faccio sempre, ed anche questa volta mi è venuto spontaneo. Comunque, scusa per il mio look, sicuramente non dei migliori.”

Michael mi abbraccia forte e replica:

“Anche così sei fantastica. Anzi con questo cosa in testa sei ancora più bella, perché mette in risalto i tuoi splendidi occhi a mandorla e poi, hai un’espressione talmente imbarazzata che ti trovo adorabile.”

Detto questo mi bacia dolcemente.

Appena sento le sue labbra sulle mie, di nuovo il languore si impossessa di me e, mentre rispondo al suo bacio con dolcezza appassionata, mi stringo forte a lui, che risponde al mio abbraccio con altrettanta intensità. Sento il suo desiderio e, la voglia di fare l’amore con lui diventa così pressante, che le mie gambe diventano molli e, il mio cuore batte all’impazzata.
Cerco, nell’abbracciarlo, di tenermi attaccata a lui, perché ho come la sensazione che la testa mi giri talmente, da poter cadere, da un momento all’altro, per terra.

Non è solo una sensazione, purtroppo, questo succede per davvero e, mentre mi abbandono semisvenuta, sento Michael esclamare:

“Oh my God. Wath’s happens?”

Mi solleva per portarmi sul letto, dove mi riprendo, dopo qualche secondo.

Dopo aver aperto gli occhi, lo trovo sopra di me, che mi chiama dandomi dei leggeri buffetti sulle guance.

Gli chiedo con un fil di voce:

“Che è successo?”

E lui:

“Non lo so, dimmelo tu, mi sei svenuta tra le braccia. Come ti senti?”

“Bene. Almeno credo. Non so che cosa mi sia successo. Ad un certo punto mi è girato tutto ed ho visto nero.”

“Tesoro, me ne sono accorto. Per fortuna che ti tenevo abbracciata, altrimenti saresti potuta cadere e farti male.”

Sento dal suo tono di voce che è preoccupato, ma per sdrammatizzare la situazione, ironizzo, dicendo:

“Deve essere l’effetto Michael Jackson. D’altronde tu ci sei abituato, visto il numero di svenimenti che ci sono durante i tuoi concerti. Pensa a tutte quelle poverette che perdono i sensi solo guardandoti. Almeno io ti stavo abbracciando e, poi vuoi mettere, anch’io posso finalmente dire di essere svenuta davanti alla super-star, più super-star di tutti?!”

Rido, e lui sorridendo mi dice:

“Ok, ma questo non è un concerto ed è la prima volta che mi capita che una donna svenga mentre la bacio. Non sapevo di possedere tutto questo potere!”

Diventando poi, più serio continua:

“No, davvero, a parte gli scherzi, sono molto preoccupato. Dimmi la verità, ti senti bene?”

Al che io per tranquillizzarlo gli rispondo:

“Michael, sto benissimo deve essere stato solo un calo di pressione, dovuto magari alla doccia molto calda, ad un po’ di stanchezza e forse anche al fatto che non mangio da ieri sera. Anzi a proposito ma che ore sono. Da quando sono arrivata ho perso completamente la cognizione del tempo.”

Michael guarda l’orologio che ha al polso, mi dice che sono le quattro del pomeriggio e poi, aggiunge:

“Ma come non hai mangiato nulla da ieri sera? E perché? Quando hai voglia di qualcosa puoi ordinare quello che vuoi. Mi scuso per non averci pensato, avrei dovuto chiedertelo subito. Sono imperdonabile.”
Capisco dal tono della sua voce che è profondamente costernato, ma non voglio che si senta in colpa per qualcosa, quindi gli rispondo:

“Non è mica colpa tua se non ho mangiato niente, è che tra una cosa e l’altra………….”, e qui mi viene da ridere, “………………non ho avuto molto tempo………Comunque ora sto benissimo e ti prego di non preoccuparti, perché è tutto passato. A proposito dover’eravamo rimasti?”

Dicendo questo gli butto le braccia al collo e lo attiro verso di me per baciarlo.

Lui risponde ai miei baci, ma dopo un po’ si libera dolcemente del mio abbraccio per dirmi:

“Tesoro, io devo andare. Ti avevo detto che avrei avuto degli appuntamenti di lavoro e sono già in ritardo. Prima Franky, mi ha telefonato per dirmi che le persone che devo incontrare sono già arrivate. Mi piacerebbe moltissimo restare qui con te, ma davvero non posso, sono venuto a Las Vegas per questo e, non posso mancare. Ti prego però, intanto mangia qualcosa, poi, sentiti libera di fare quello che ti pare. Se vuoi andare dal parrucchiere, farti fare un massaggio, che so, qualsiasi cosa tu voglia, fallo, senza chiedere il permesso a nessuno. Desidero che tu ti senta completamente a tuo agio. Se ti fa piacere puoi scendere in piscina, questo albergo ha delle piscine meravigliose, oppure, se vuoi andare a fare shopping ti faccio accompagnare da qualcuno, insomma qualsiasi cosa tu voglia fare, dimmelo, che ti metterò a disposizione qualcuno.”

Rispondo sorridendo:

“Grazie, sei davvero gentilissimo, ma credo che fra un po’ forse scenderò in piscina e, l’idea di un massaggio mi attira molto, quindi penso che ne approfitterò”

Con un tono un po’ canzonatorio, poi, gli chiedo:

“Ma se decido di scendere in piscina, mi devo fare accompagnare da qualcuno o posso andare da sola?”

Lui, forse intuendo la mia ironia, replica:

“Beh, per la piscina credo che tu possa andare da sola, ti faccio soltanto accompagnare giù e, dirò poi di aspettarti nella hall, così se hai bisogno di qualsiasi cosa, hai qualcuno a disposizione.”

Per lui tutto questo è normale, ma per me, abituata a stare sempre da sola e, al non dover contare su nessuno, il pensiero che ci sia una persona a disposizione, mi imbarazza molto, facendomi sentire un po’ a disagio. Glielo dico, ma lui mi risponde soltanto che chiederà a Tommy, il mio preferito, di accompagnarmi.

Lo ringrazio ancora, promettendogli che se avrò bisogno di qualcosa chiamerò il suo appartamento. Mi alzo per accompagnarlo verso la porta da cui era entrato ma, prima di andarsene, dopo avermi dato un altro bacio, mi dice:

“Non so a che ora mi libererò. Cercherò di fare il prima possibile, ma non posso prometterti niente. Comunque, se la cosa dovesse andare per le lunghe ti farò avvertire, così tu potrai organizzarti per la serata, come meglio credi. Ti prego solo di non chiudere a chiave la porta, perchè appena posso verrò da te, ti giuro che la cosa che più desidero è stare di nuovo noi due da soli e il più a lungo possibile.”

Mi bacia di nuovo con passione e mentre mi abbraccia premendo il suo corpo contro il mio, sento che sospirando dice come se parlasse a sé stesso:

“Ma perché non ho spostato l’appuntamento?”

Sentendo quelle parole mi sciolgo dal suo abbraccio e accarezzandogli il viso gli dico di andare perché non è carino far aspettare le persone così a lungo.

Mi risponde che ho ragione ed apre la porta per passare nella sua suite.
malabi
00sabato 29 maggio 2010 03:23
23° CAPITOLO


Michael è appena andato via, dal suo appartamento mi giunge la sua voce insieme a quelle dei suoi ospiti, decido quindi, di uscire sulla bellissima terrazza per dare un’occhiata fuori e per prendere finalmente una boccata d’aria.

C’è ancora un sole splendente e guardando in basso, vedo un meraviglioso parco con almeno sei o sette piscine, quasi tutte comunicanti tra loro, immerse nel verde. Lo spettacolo che mi si offre è talmente allettante che decido di scendere per andarmi a fare un bagno e prendere, se possibile, un po’ di sole.

In fretta, torno in camera da letto, prendo la borsa da viaggio, ci frugo dentro e finalmente trovo un bikini, che indosso con sopra un vestitino bianco con le bretelline, che fortunatamente mi ero portata come cambio, mi infilo le infradito, prendo con me un grande telo da bagno ed esco dalla suite.

Nel corridoio seduto su una poltrona scorgo Tommy che sta chiacchierando con un’altra guardia del corpo. Non appena mi vede uscire si alza di scatto, viene verso di me, questa volta con un’espressione meno torva delle altre volte e, accennando ad un pallido sorriso, mi chiede dove desidero andare.

Gli rispondo sorridendo, se mi può accompagnare alle piscine e lui molto educatamente mi dice che lo farà con piacere.

Stupefatta da tanta gentilezza, lo guardo un po’ di sottecchi, poi, sorridendogli nuovamente, lo ringrazio.

Lui mi fa strada fino all’ascensore e, dopo aver aperta la porta con la chiave mi cede il passo per farmi entrare.

Una volta dentro, per rompere il ghiaccio, gli dico:

“Mi dispiace averti disturbato, sarei potuta scendere anche da sola, ma Michael ha tanto insistito per farmi accompagnare da qualcuno.”

Al che lui sempre accennando ad una specie di sorriso mi risponde:

“Nessun disturbo, è il mio lavoro. Mr. Jackson, mi ha riferito che tu preferivi che ti accompagnassi io, e a me fa piacere farlo.”

Lo guardo di nuovo sorridendo, ma mentre aggiungo che, da parte sua, è gentile dirmi, che è contento di accompagnarmi, penso che caspita sia venuta in mente a Michael di fargli credere che preferivo essere accompagnata da lui. Boh, vallo a capire!

Comunque ormai siamo arrivati a destinazione, usciamo dall’ascensore e Tommy mi fa strada; attraversiamo una grandissima sala dove sono disposti divani, poltrone e tavolini, con pareti tutte a vetri, dalla parte opposta infatti si esce nel bellissimo giardino dove sono situate le piscine.

Arrivati all’esterno, il mio accompagnatore, sempre con quella specie di sorriso che, a guardarlo bene, sembra più un ghigno, con un mezzo inchino mi dice:

“Ecco madam, qui ci sono le piscine. Se hai bisogno di qualcosa, io sono qui dentro.”

Lo guardo sconcertata, ma per meglio dissimulare la mia sorpresa, sempre sorridendo gli chiedo:

“Come resterai qui? Ti ringrazio ma davvero non c’è alcun bisogno che tu ti trattenga qui per me. Puoi tranquillamente ritornare su, o andare dove preferisci, ma non voglio che tu te ne stia qui ad aspettare i miei comodi.”

Mentre gli parlo vedo che lui fissandomi con un’aria un po’ imbarazzata, scuote la testa e mi risponde:

“Senti, per me non è nessun problema aspettare qui. Mr. Jackson me lo ha chiesto espressamente, mi ha raccontato, infatti, che non ti sei sentita bene e lui è più tranquillo se vicino a te c’è qualcuno dei suoi, visto che in questo momento lui è impegnato. Anzi, mi ha anche detto di preoccuparmi affinchè tu possa mangiare qualcosa.”

Sono sempre più stupita e, questa cosa mi sta facendo innervosire alquanto, ma vedendo che Tommy ha assunto un’aria da cane bastonato, poiché, forse intuendo la mia reazione, non osa nemmeno più guardarmi ma anzi continua a fissare un punto non meglio precisato del pavimento, non me la sento di infierire contro di lui, che poveraccio, tutto sommato sta solo facendo il suo lavoro, ubbidendo agli ordini di Mr. Jackson.

Per cui facendo buon viso a cattivo gioco, ma fulminandolo con lo sguardo aggiungo:

“Ok. Aspettami pure qui, se questo ti ha ordinato il tuo capo!”

Mi avvio verso le piscine ma sono talmente furibonda con Michael che
se lo avessi qui davanti lo strozzerei. Mi chiedo, se è possibile che si debba fare sempre quello che vuole lui, e non solo, prima fa finta di assecondarmi, per poi fregarsene altissimamente di quello che effettivamente desidero.
Capisco che sia un po’ preoccupato per il mio malore, ma tutta questa premura, tanto da mettermi alla costole un cane da guardia mi sembra davvero eccessiva.

Immersa nelle mie elucubrazioni mentali su Michael, arrivo a grandi passi di fronte ad una grande piscina di forma rotondeggiante e senza nemmeno guardare chi ci sia intorno butto l’asciugamano su un lettino, mi sfilo il mio abito e mi tuffo, sperando così di far sbollire la rabbia.

Faccio le prime vasche nuotando con una tale furia che a qualche osservatore potrebbe sembrare che mi stia allenando per i mondiali, poi riacquistando un po’ di calma, rallento il ritmo e comincio a godermi maggiormente, la piacevolezza di essere immersa in un’acqua così tiepida, che mi avvolge come una morbida coperta.

Cambio stile per rilassarmi, nuotando a dorso, che tra l’altro è quello che mi riesce meglio. Continuo a pensare a Michael, non so nemmeno quante volte riesco a fare su e giù senza riposarmi, poi però, sentendo che il fiato diventa un po’ corto, mi fermo per riposarmi un pochino, verso il bordo più basso della vasca.

Appoggiata al gradino, guardandomi intorno, noto che ci sono non molte persone che stanno sedute o distese sui letti a prendere il sole, mentre qualche cameriere, si aggira tra i viali, pronto a rispondere alle chiamate degli ospiti. Tutto intorno ci sono degli alberi verdissimi e delle enormi fioriere, piene di bellissimi fiori dai sgargianti colori.

E’ davvero un posto incantevole ed inevitabilmente, mi ritrovo a pensare a quanto tutto ciò, sarebbe piaciuto alla mia bambina.

Il pensiero di mia figlia, che sta dall’altra parte del mondo e che non vedo ormai da quattro giorni, mi provoca una nostalgia così struggente che di colpo mi riporta con i piedi per terra.
Il desiderio di rivederla ed abbracciarla è così forte che spazza via ogni altro desiderio, se non quello di tornare a casa il più presto possibile, poiché mi rendo conto, che senza la sua costante presenza, i suoi abbracci, i suoi baci e le sue continue dichiarazioni d’amore, io non potrei vivere.

Mi domando, come se improvvisamente davanti ai miei occhi si fosse squarciato un velo, cosa diavolo ci faccio qui, in compagnia dell’uomo più famoso del pianeta, che ora nella sua suite super lussuosa sta discutendo dei suoi affari che valgono milioni di dollari, mentre io, sto nuotando in piscina per ingannare l’attesa, aspettando che mi conceda un po’ del suo preziosissimo tempo.

La risposta è una sola, niente! Perché so con certezza matematica che questo non porterà a niente, non può portare a niente di positivo.

Troppo distanti, nei luoghi, nei tempi, negli affetti; troppo diversi, nella vita passata, presente e futura, nelle aspirazioni, nella mentalità, nelle esperienze.

So per certo, che nonostante io abbia amato Michael e, continui ora ad amarlo ancora più di prima, mai potrei rinunciare alla mia vita per lui e, tantomeno lui, che non so nemmeno se mi ami o se sia semplicemente infatuato, possa rinunciare a qualcosa della sua vita per me.

So per certo anche, e questo è quello che mi terrorizza maggiormente, quando penso al mio futuro prossimo, che tutto ciò mi porterà sofferenza, poiché, il dolore che proverò nel lasciarlo sarà tale e tanto che mi farà star male da morire e per lungo tempo; tale dolore poi, sarà ancora di più alimentato dalla consapevolezza che probabilmente non lo rivedrò mai più.

Ora, sono talmente triste che lo sconforto mi sovrasta, quindi, mentre mi do dell’idiota per essermi fatta sopraffare dai sentimenti, invece che dalla razionalità, come sarebbe stato saggio fare, per evitare sofferenze sicure e già provate, non riesco a trattenere le lacrime.

Nel mio cuore c’è l’inferno, da una parte vorrei scappare, perché so che, se lo facessi ora, forse riuscirei a venirne fuori con meno ammaccature possibili; dall’altra però il solo pensiero di poter passare ancora del tempo con l’uomo che amo, sentire la sua voce, la sue risate, vedere i suoi occhi così belli, espressivi, intensi che non sanno nascondere le emozioni, assaporare i suoi baci dolci e appassionati, perdermi nei suoi abbracci, sentire il suo corpo contro il mio e fare di nuovo l’amore con lui, mi provoca un tale turbamento ed un tale desiderio di lui da farmi star male.

Per la prima volta nella mia vita non so davvero cosa fare, sono triste, confusa, arrabbiata con me stessa, nonchè con la sorte, che me lo ha fatto incontrare di nuovo, ma sono, soprattutto, disperata, dato che non riesco a ragionare con lucidità.

Mentre esco dalla piscina per andarmi a riscaldare al sole, pur continuando a domandarmi cosa devo fare, quale sia la cosa migliore da fare, non riesco a darmi una risposta.

Mi stendo al sole ancora così presa dai miei lugubri pensieri, che quasi non mi accorgo, che uno zelante cameriere si è avvicinato per chiedermi se desiderassi qualcosa.

Lo guardo con aria stralunata, però senza rendermene conto, gli rispondo in italiano che vorrei un succo d’arancia, poi accortami dell’errore, sto per ripeterlo in inglese, quando il cameriere, sorridendo tutto contento, mi risponde che ha capito benissimo.

Sono sorpresa, ma lui, sempre sorridendo, aggiunge con aria complice:

“Signora, non si preoccupi, sono italiano anch’io.”

Il potere della conterraneità, quando si è all’estero, è davvero straordinario. Sentire quest’uomo parlare la mia lingua in questo momento, sarà stupido, ma mi riempie di gioia, mi fa sentire meno sola, mi conforta, mi scalda l’anima, è come aver ritrovato un amico che si pensava perso per sempre.

Lo guardo grata e gli chiedo da dove viene e da quanto tempo vive in America.

Lui mi risponde che è Toscano di un paesino vicino Lucca, e che vive qui ormai da trent’anni. Era venuto in America, con la scusa di far visita a dei suoi parenti che vivono in California, per vedere se fosse riuscito a trovare lavoro poiché, il suo sogno era trasferirsi qui ed Infatti, così era stato.

Gli chiedo allora come si è trovato e se sia pentito della sua scelta, e lui con un po’ di malinconia nella voce mi dice che sì qui sta bene, è contento, ha una moglie americana, due figli che studiano, tuttavia la nostalgia dell’Italia è forte e non vede l’ora di poter andare in pensione per tornare al suo paese.

Replico che lo capisco, tanto più che la Toscana è una delle regioni più belle d’Italia e che Lucca in particolare è un gioiello, quindi niente a che vedere con Las Vegas così finta e artificiale.

Mi sorride compiaciuto, poi mi chiede se invece io sia qui per turismo. Gli rispondo di sì, ma che mi tratterrò forse solo fino a domani. Gli domando come si chiama e lui mi risponde:

“Piero, ma qui mi chiamano tutti Peter, sa è più facile in inglese.”

Gli dico che se non gli dispiace io continuerò a chiamarlo Piero e
lui sempre sorridendo afferma:

“Certo che mi garba, ci mancherebbe, è il mio vero nome. Ora però, bella signora, le porto il suo succo d’arancia.”

Ricompare dopo qualche minuto con un bicchiere enorme decorato da piccoli frutti tropicali e tutto soddisfatto, mentre me lo porge, mi dice:

“Mi sono permesso di aggiungere qualche rinforzino, qui se c’è una cosa che sanno fare bene, è preparare queste bevande che solo a guardarle ti vien l’acquolina in bocca. Questo è un succo speciale per una signora speciale come lei.”

Lo ringrazio, sorridendogli grata per la sua simpatia, cordialità e gentilezza.

Poi sempre gentilmente mi mette davanti un cartoncino e mi dice:

“Ecco signora, se vuole scrivere qui, il numero del suo appartamento con la sua firma, le verrà addebitato direttamente sul suo conto.”

A queste parole vengo presa dal panico, oddio adesso che faccio, se scrivo il numero dell’appartamento di Michael con la mia firma,
rischio che si venga a sapere che sono sua ospite e, se poi qualcuno, magari Piero stesso, si volesse vendere l’informazione alla stampa, potrebbe succedere un tale caos, che al solo pensarci mi vengono i sudori freddi.

Al che, cercando di mantenere una calma apparente e, con fare disinvolto, chiedo a Piero se non sia possibile pagare direttamente, visto che essendo ospite di amici non voglio far gravare sul loro conto anche le mie consumazioni extra.

Lui mi guarda con un’aria un po’ strana, però mi risponde che pensa si possa fare, ma deve andare a chiedere.

Dopo un po’ torna e, sorridendo, mi annuncia tutto soddisfatto che posso pagare, se lo desidero, con la carta di credito.

Tiro un respiro di sollievo e, cercando nella borsa, che fortunatamente ho portato dietro, trovo la mia Visa, gliela porgo con un sorriso smagliante, ringraziando il cielo per avermi fatto incontrare un cameriere italiano e, per lo scampato pericolo:

Quando Piero ritorna con lo scontrino da firmare per la transazione eseguita, gli allungo grata 10 dollari di mancia; se li è meritati tutti.
manu 62
00sabato 29 maggio 2010 08:47
buon giorno Malabi.li ho letti tutti in un fiato.bellissimi!non so perchè ma...mi aspettavo da te che avresti dettagliato di piu' il momento in cui hanno fatto l'amore.forse è questo il pezzo che hai modificato?
dirtydiana66
00sabato 29 maggio 2010 10:40
bellissimi..... pensavo anch'io qualcosa di piu' dettagliato ....
comunque brava perchè ci metti sempre un pò di" pepe " nella storia
minamj
00sabato 29 maggio 2010 13:12
Eccomi qua,ero tutta ansiosa di sapere cosa fosse successo.
Ammetto che mi aspettavo qualche cosa di piu' dettagliato!
non dico i particolari.... [SM=x47979] ma.....sei cosi' brava
a raccontare ogni dettaglio che mi ero illusa. [SM=x47964]
Complimenti comunque,capitoli travolgenti.

Ehhh lo so,sono uno stress,ma ho qualche domanda anche questa volta.
(sara' xche' mi immedesimo troppo?) [SM=x47958]

Comunque,avete fatto l'amore.E dopo tu sei andata in piscina.

Faccio le prime vasche nuotando con una tale furia che a qualche osservatore potrebbe sembrare che mi stia allenando per i mondiali.

Cambio stile per rilassarmi, nuotando a dorso, che tra l’altro è quello che mi riesce meglio. Continuo a pensare a Michael, non so nemmeno quante volte riesco a fare su e giù senza riposarmi, poi però, sentendo che il fiato diventa un po’ corto, mi fermo per riposarmi un pochino, verso il bordo più basso della vasca.


Ecco, il mio dubbio e' questo.
Io se penso di fare l'amore con lui....lo immagino talmente travolgente da non riuscire a fare nient'altro.
Tu hai nuotato come una matta!!!! [SM=g27831]
Quindi,il mio pensiero e': 1 Non so, magari si e' risparmiato... [SM=g27833]
2 Tu sei una forza della natura,e hai una resistenza fisica pazzesca [SM=g27828] [SM=g27828]

Aspetto sempre con ansia i prossimi.
Magari si e' risparmiato x quello. [SM=g27827]
malabi
00sabato 29 maggio 2010 13:43
Devo necessariamente a questo punto essere più precisa.

Il 21° capitolo è stato modificato moltissimo, interi brani sono stati, per usare un termine legale, "cassati", vale a dire del tutto cancellati, perchè il capitolo descriveva perfettamente, fin nei minimissimi particolari, come avviene il tutto. Non posso postarlo qui, mi bannerebbero immediatamente, tenuto conto, che questo forum è frequentato anche da minorenni oltre che da persone adulte, che troverebbero, a dir poco, "sconveniente" certe descrizioni.

Mi spiace perchè mi rendo conto che la resa è piuttosto fiacca, ma non so davvero fino a che punto potrei spingermi, perchè per parlare di certe cose è necessario fare dei riferimenti espliciti e, in tutta onestà, credo che qui non si possa fare.
Vi garantisco che l'originale era sicuramente migliore.

Per rispondere poi alla domanda di Minamj, è vero che fare l'amore con lui è travolgente, ma proprio nella prima scrittura del capitolo c'è la spuiegazione.....ehm diciamo, "tecnica".
Per usare un eufemismo posso dire che la cosa si è svolta in maniera piuttosto accelerata.

Ragazze, davvero non posso essere più esaustiva, mi dispiace.

Cercherò però, negli altri capitoli, che sono sullo stesso tenore, di soffermarmi su qualche dettaglio, ma vi confesso che è difficilissimo parlare di determinate cose dovendo porre attenzione a non urtare la sensibilità di nessuno.

Grazie ancora per la vostra attenzione e baci a tutte.
dirtydiana66
00sabato 29 maggio 2010 16:37
bravissima ..capisco che fai fatica ad esporti come vorresti .. comunque sarei curiosa a leggere il capitolo integro...continua così
aspetto con ansia i prossimi [SM=x47932]
Eri_305
00sabato 29 maggio 2010 18:14
malabi ma quando dici hai riscritto xmetterla sul forum signika hai censurato?
nO XKE IO CURIOSA LA VOGLIO LEGGERE SENZA TAGLI ALLORA SI PUO?
manu 62
00sabato 29 maggio 2010 19:12
capisco le tue motivazioni nel voler fare una storia piu' soft...mi chiedevo pero' se hai letto qualcuna delle fanfiction che circolano qua.ti assicuro che ce ne sono di bellissime fatte da scrittrici(io vi definisco tali perche' alcune di voi sono veramente brave!)che senza scendere nella volgarita',anzi mettendoci a volte vera poesia,sono riuscite a farci sognare Michael nell'intimita'.con questo non voglio togliere niente a te...anzi!sei proprio brava!ma...faccelo sognare anche tu il nostro Amore!
Eri_305
00sabato 29 maggio 2010 19:56
Re:
malabi, 29/05/2010 13.43:

Devo necessariamente a questo punto essere più precisa.

Il 21° capitolo è stato modificato moltissimo, interi brani sono stati, per usare un termine legale, "cassati", vale a dire del tutto cancellati, perchè il capitolo descriveva perfettamente, fin nei minimissimi particolari, come avviene il tutto. Non posso postarlo qui, mi bannerebbero immediatamente, tenuto conto, che questo forum è frequentato anche da minorenni oltre che da persone adulte, che troverebbero, a dir poco, "sconveniente" certe descrizioni.

Mi spiace perchè mi rendo conto che la resa è piuttosto fiacca, ma non so davvero fino a che punto potrei spingermi, perchè per parlare di certe cose è necessario fare dei riferimenti espliciti e, in tutta onestà, credo che qui non si possa fare.
Vi garantisco che l'originale era sicuramente migliore.

Per rispondere poi alla domanda di Minamj, è vero che fare l'amore con lui è travolgente, ma proprio nella prima scrittura del capitolo c'è la spuiegazione.....ehm diciamo, "tecnica".
Per usare un eufemismo posso dire che la cosa si è svolta in maniera piuttosto accelerata.

Ragazze, davvero non posso essere più esaustiva, mi dispiace.

Cercherò però, negli altri capitoli, che sono sullo stesso tenore, di soffermarmi su qualche dettaglio, ma vi confesso che è difficilissimo parlare di determinate cose dovendo porre attenzione a non urtare la sensibilità di nessuno.

Grazie ancora per la vostra attenzione e baci a tutte.




NUUUUUUU IO LO VOGLIO SENZA TAGLI E CENSURE ANCHE PRIVATAMENTE ECCO [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964]
malabi
00sabato 29 maggio 2010 22:43
Re:
manu 62, 29/05/2010 19.12:

capisco le tue motivazioni nel voler fare una storia piu' soft...mi chiedevo pero' se hai letto qualcuna delle fanfiction che circolano qua.ti assicuro che ce ne sono di bellissime fatte da scrittrici(io vi definisco tali perche' alcune di voi sono veramente brave!)che senza scendere nella volgarita',anzi mettendoci a volte vera poesia,sono riuscite a farci sognare Michael nell'intimita'.con questo non voglio togliere niente a te...anzi!sei proprio brava!ma...faccelo sognare anche tu il nostro Amore!




Cara Manu, ho letto qualcosa, non tutto, perchè purtroppo non ho molto tempo a disposizione, io non metto in dubbio che ci possano essere dei racconti scritti molto meglio del mio, e molto più poetici nel descrivere situazioni scabrose, mi dispiace non aver saputo fare altrettanto, ma lavorare su qualcosa già scritto non è molto semplice ed oltretutto richiede anche molto tempo.

Ci terrei però a specificare una cosa, non ritengo la scrittura originale del 21° capitolo, volgare, sebbene, come già detto molto esplicita, non nell'uso delle parole, ma solo nella descrizione dettagliata delle sequenze.

Spero di fare meglio con gli altri.

Grazie ancora.

Dalila24
00sabato 29 maggio 2010 23:16
Premetto che non ho letto tutti i capitoli perchè mi sono soffermata soprattutto sugli ultimi in quanto entrando quì a dare una sbirciatina mi ha particolarmente incuriosito la tua maniera di descrivere fatti, situazioni, ambienti, caratteri dei personaggi, in particolare di Michael. Sarà che finora non mi sono soffermata su nessuna fanfiction in particolare e ho letto solo in parte la tua, ma questo tuo racconto mi ha incuriosito particolarmente e per un attimo mi ha fatto immaginare che fosse vero (il potere della scrittura!In questo caso beata te! [SM=g27828] ).
Non mi sono mai cimentata nella realizzazione di una qualsiasi storia perchè ritengo di non avere né la fantasia e nemmeno le capacità per poterlo fare...Oltretutto detesto scrivere! Apprezzo perciò chi come te riesce a farlo e in maniera piuttosto convincente.
Una piccolissima nota critica forse è dovuta al fatto che avrei personalmente scelto di edulcorare un po' meno i fatti, ma dato che è un racconto di fantasia potrebbe anche starci.
Ma a parte ciò vorrei farti una domanda: hai davvero incontrato Michael?
In secondo luogo dato che sono una curiosona nata mi farebbe piacere se m'inviassi privatamente la prima versione del ventunesimo capitolo, quella non censurata...Ovviamente se ti va!



dirtydiana66
00sabato 29 maggio 2010 23:48
allora voglio anch'io il capitolo 21 privatamente... se posso..
ciao continua così [SM=x47932]
malabi
00domenica 30 maggio 2010 00:00
Re:
dirtydiana66, 29/05/2010 23.48:

allora voglio anch'io il capitolo 21 privatamente... se posso..
ciao continua così [SM=x47932]




Diana non hai ricevuto la mia ffz?
malabi
00domenica 30 maggio 2010 00:01
Re: Re:
Eri_305, 29/05/2010 19.56:




NUUUUUUU IO LO VOGLIO SENZA TAGLI E CENSURE ANCHE PRIVATAMENTE ECCO [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964]




Eri l'ho fatto vorrei solo sapere se lo hai ricevuto? Grazie.
minamj
00domenica 30 maggio 2010 00:09
E io? Niente?????? [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964]
Eri_305
00domenica 30 maggio 2010 00:18
Re: Re: Re:
malabi, 30/05/2010 0.01:




Eri l'ho fatto vorrei solo sapere se lo hai ricevuto? Grazie.




Si grazie mi è arrivato ;)
son senza parole ho appena perso 20 anni di vita vedendo il mio wrestler preferito in un match stranamente a petto nudo per cui ero gia bella che andata..ma con questo tuo capitolo without censure direi che per stanotte mi avete perso [SM=g27836] [SM=x47984] --------------------------




malabi
00domenica 30 maggio 2010 01:31
24° Capitolo

Mi stendo nuovamente al sole, sorseggiando il mio delizioso succo d’arancia con “rinforzino” e, mentre assaporo voluttuosamente quella dolcissima frutta tropicale che guarnisce il tutto, inevitabilmente, una volta rimasta sola, la mente torna a Michael, facendomi ripiombare in quel’acuta sofferenza, che la conoscenza di Piero, il cameriere, aveva mitigato per brevi istanti.

Sono di nuovo preda dello sconforto e dell’agitazione, quindi, per il nervoso, comincio a cercare nella mia borsa le sigarette per potermene accendere una. Rovisto da tutte le parti ma non le trovo, quindi con rabbia getto la borsa di lato e, disperatamente, mi guardo intorno per vedere se Piero è nei paraggi. Mentre con gli occhi sono all’affannosa ricerca del mio amico, vedo una figura di uomo che si staglia in controluce, che mi chiede in italiano e, con una bellissima voce profonda:

“Sta per caso cercando queste?”

Stupita, alzando lo sguardo verso il suo braccio teso, noto che mi sta porgendo le mie sigarette. Non riuscendo a vederlo bene in faccia, poiché ho il sole contro, con una mano mi faccio schermo, per capire chi sia questo sconosciuto che, a colpo sicuro, mi ha parlato nella mia lingua, mentre con l’altra, afferro il mio pacchetto, rispondendo con un formale:

“Sì, grazie, molto gentile.”

Sperando con questa risposta secca di levarmelo di torno, sfilo una sigaretta e, come da copione, ecco che il tizio, prima che io possa fare qualsiasi inutile tentativo per cercare il mio accendino nella borsa, magicamente, è già pronto per farmi accendere, scommettendo con me stessa, che neanche fuma.

Chinandosi verso di me, mi chiede:

“Permette?”

Io, che sono già con la sigaretta in bocca, non posso far altro che permettergli di accendermela, ne approfitto anche, ora che il suo viso è in piena luce, per sbirciare verso di lui e, per vedere di quale fattezze sia fatto, questo solito “pappagallo” italico.
Comincio dai capelli di un bel castano chiaro, con riflessi biondi un po’ ondulati nella parte finale, lunghi fino a metà collo, con una frangia un po’ ribelle, pettinata di lato, che fa da cornice ai suoi occhi di un bellissimo azzurro intenso, quasi blu, che spiccano ancora di più sulla pelle abbronzata del viso, che mi stanno fissando con uno sguardo tra l’allegro e l’ironico. Scendo poi sul suo naso, dritto e sottile che sembra finire un po’ alla francese, ma solo per effetto delle narici leggermente aperte ai lati superiori.
Passo poi alla sua bocca, labbra carnose e molto sensuali che si aprono, con un affascinante sorriso, su una meravigliosa chiostra di piccoli denti bianchi e perfetti.

Mentre sto guardando, piacevolmente colpita, il suo volto, ho come la netta sensazione di qualcosa di familiare ma, non faccio in tempo a rendermi conto di cosa sia, giacchè lui, sempre con la sua bellissima voce, che rievoca in me ricordi lontani, mi dice:

“Ma non mi riconosci?”

Nel momento esatto in cui lui pronuncia queste parole, la mia bocca si apre per la sorpresa e lo stupore di aver riconosciuto , in quello che trenta secondi prima avevo definito “il solito pappagallo italico”, il mio compagno d’università e anche amore giovanile, Andrea.

Mi alzo di scatto e, buttandogli le braccia al collo, quasi gridando dalla gioia dico:

“Andrea, ma sei proprio tu? Oddio mio, non ci posso credere…………ma non è possibile………………….è passata una vita! Ma come stai? Ma che ci fai qui? Santo cielo, non ci posso davvero credere, mi sembra un sogno.”
Lui ricambia il mio abbraccio, stringendomi forte, cercando disperatamente di rispondere a tutte le domande, che gli sto ponendo a raffica, mentre lui a sua volta me ne fa altrettante.

Dopo esserci abbracciati e baciati sulle guance non so quante volte, finalmente, dopo esserci calmati, riusciamo a parlare uno alla volta.
Emozionatissima per l’inaspettato incontro, lo invito a sedersi e, lui guardandomi con quei suoi occhi così ridenti, mi dice:

“Non mi sembra possibile averti incontrato qui, dall’altra parte del mondo! Ma quanto tempo è passato?”

Rispondo:

“Ad occhio e croce 18 anni. Una vita!”

Lui di rimando:

“Già. Una vita! E pensare che non appena ti ho rivista, mi è sembrato come se ci fossimo lasciati solo ieri, non sei cambiata affatto. Come ti ho visto arrivare, con quel tuo passo così sicuro, la prima cosa che ho notato sono state , infatti, le tue bellissime gambe, ti ho riconosciuta subito. Sul primo momento pensavo di sognare, ho creduto che avessi una sosia qui a Las Vegas, ma poi, quando ho visto tuffarti in piscina e nuotare con quella grinta, che conosco bene per tutte le sfide che mi lanciavi ogni volta che andavamo al Foro Italico, per vedere chi arrivava primo, non ho avuto più dubbi. Eri tu. Ancora più bella, di come ti ricordavo.”

Al che tra il lusingato e l’imbarazzato rispondo:

“Dai, sempre il solito galante. Guarda che mica devi fare colpo quindi risparmiati tutte le tue arti seduttive. No a parte gli scherzi, sono davvero felice di rivederti dopo tutti questi anni. Ma dimmi di te che ci fai qui?”

Ridendo mi chiede:

“Ma tu piuttosto che ci fai qui? Io ci vivo in America, ho vinto un dottorato all’Berkeley University, dove tengo dei Masters in economia, per gli specializzandi italiani che vengono negli States per arricchire il loro sapere. Beh, ti ricordi che subito dopo la laurea, sono partito anch’io per potermi specializzare, poi una volta qui, date le mie indiscutibili capacità………” e, dicendo questo, ride divertito “………………mi è stata offerta una borsa di studio per il dottorato, poi, da qui all’insegnamento la strada è stata relativamente breve, anche se a volte un po’ faticosa.”

Lo guardo ammirata, Andrea, ai tempi dell’Università era sicuramente uno dei migliori del nostro corso di laurea; intelligente, brillante, preparato, colto, simpatico, ottimo affabulatore, nonché tremendamente affascinante, aveva davvero tutto per diventare un vincente. Lui lo aveva sempre saputo, era un predestinato, tanto che la sua sicurezza era, a volte, fastidiosa. Le sue doti però erano innegabili e noi ragazze, impazzivamo per lui.

Glielo dico ma lui ribatte:

“Ma che dici? Ma quando mai, io tutte queste donne che mi sbavavano dietro non me le ricordo. Magari! Tu piuttosto, eri la più corteggiata, metà università ti veniva dietro, eri così grintosa, attivamente politicizzata, determinata, intelligente ed impegnata in non mi ricordo in quante cose e, soprattutto, molto bella. Questo era davvero una cosa rara; a quei tempi le “compagne” erano quasi tutte bruttine, solo alcune erano passabili. Ma tu, quando parlavi nelle assemblee del nostro movimento studentesco, facevi il pienone. Mi ricordo, che c’erano ragazzi che, venivano a sentirti apposta dalle altre facoltà, solo per vederti. Ho visto maschi piangere dopo alcuni tuoi interventi infuocati, non so se per quello che avevi detto o, per la delusione di sapere che, con te, non avrebbero potuto aspirare nemmeno a prenderci un caffè! Mi sono sempre chiesto come facessi a conciliare il tutto con lo studio, riuscivi a preparare un esame in 20 giorni, sempre con ottimi risultati, laddove c’era gente, che ci buttava il sangue per mesi. Eri straordinaria, guarda che io ero perdutamente innamorato di te e, se ricordo quanto mi hai fatto penare, prima di metterci insieme, ancora mi vengono i brividi.”

Lo guardo con gratitudine per tutte quelle bellissime cose che mi aveva appena detto sul mio conto, ma ironizzando per non cedere alle lusinghe replico:

“Sì è proprio così infatti, avevo talmente tanti ammiratori che poi ho fatto la fine della, come si dice a Roma, sora Maria che tutto la vonno e nessuno la pija.”

Andrea, questa mi battuta, scoppiando di nuovo a ridere replica:
“Vedo che non hai perso il senso dell’auto-ironia. Ma dai, non posso crederci, comunque, una cosa è certa, se è accaduto questo è, perché tu, sei sempre stata refrattaria alle regole borghesi, sono sicurissimo, infatti, che avrai evitato sempre come la peste, qualsiasi tipo di legame che fosse inquadrato in questi schemi.”

Gli dico che in parte ha ragione, ma che in parte sono state anche alcune circostanze insospettate ed impreviste che hanno contribuito a far sì che io preferissi di vivere da sola.

Andrea, con sguardo ora più serio, mi chiede:

“Perché, che ti è successo?”

Ricambio il suo sguardo e, con un sospiro, rispondo:

“Oddio Andre, sarebbe troppo lungo da raccontare. Comunque, intanto, ti basti sapere che la prima circostanza imprevista sei stato proprio tu.”

Stupefatto, domanda:

“Come io? Perché che ho fatto?”

Tra il serio ed il faceto rispondo:

“Me lo chiedi pure? Ma non ti ricordi proprio niente?”

“No. Ti giuro. Non me lo ricordo, ma che ho fatto?”

Allora, visto che mi sta stuzzicando gli sparo:

“Guarda che, qualora te lo fossi del tutto dimenticato, anch’io ero innamorata di te, quel periodo, infatti, lo ricordo come uno dei migliori che mi siano mai capitati di vivere. In quell’anno che siamo stati assieme, abbiamo fatto talmente tante cose così divertenti ed interessanti che ci vorrebbe un altro anno di tempo per poterle elencare tutte, eravamo giovani, belli, innamorati e felici perché avevamo tutta la vita davanti e niente e nessuno ci preoccupava. Poi tu ti sei laureato nella sessione di Luglio, mentre io avevo rimandato la tesi ad Ottobre, perché quella stronza della relatrice non era mai soddisfatta del lavoro, del resto era una tesi sperimentale, per cui lei aveva tutto l’interesse che fosse perfetta, per poterla poi pubblicare come ricerca……………..”

Lui mi interrompe per dirmi ridendo:

“Sì me lo ricordo. E tu eri talmente arrabbiata con lei che passammo tutta una notte a progettare come fargliela pagare. Le nostre fantasie teppistiche hanno spaziato, dallo squarcio di tutte le quattro gomme della macchina, all’assoldamento di qualche coatto di periferia che la gonfiasse di botte fino ad arrivare all’investimento con un autobus, rubato ad un capolinea. Eravamo davvero folli!”

Ridendo anch’io di cuore a questo ricordo, poi proseguo:

“……………..Sì è vero, ma questo aspetto omicida non lo ricordavo. In ogni caso, alla fine, niente di tutto ciò è successo, purtroppo, ed io ho dovuto rifare la tesi d’accapo. Comunque, quell’estate, dopo la tua laurea, in agosto, tu partisti per andarti a riposare da qualche parte al mare ed io andai a trovare mia sorella a Londra, che non vedevo da un sacco di tempo, decidendo di restarci un mese. Ricordo che a te non piacque la cosa, perché volevi, a tutti i costi, che mi fermassi da lei solo per una settimana o al massimo 10 giorni, ma io fui irremovibile, perché questo da parte tua mi sembrava una prevaricazione maschilista……….Oddio quanto ero stupida, a ripensarci ora mi sembra cos’ assurdo……….Comunque, litigammo come matti per telefono e, nessuno dei due, per orgoglio, per inbecillagine o, perché forse, le cose dovevano andare così, ha più richiamato l’altro.

Alla fine di Agosto, poi, quando sono ritornata a Roma, Carla, te la ricordi? Organizzò una festa nella sua casa a Fregene, di rientro dalle vacanze. Ci andammo tutti, io ero talmente emozionata all’idea di rivederti, anche perché ormai la rabbia era sbollita, che non vedevo l’ora di dirti che mi eri mancato tanto e, che mi dispiaceva per quello che era successo. Tu arrivasti in ritardo, ma quando ti ho visto entrare in compagnia della Rinaldi, quella che era da tutti considerata una vera bomba sexi, con tutte quelle sue arie da “fatemi largo che tanto ce l’ho solo io”, mi è crollato il mondo addosso. Tu poi, mostrandola come un trofeo, ti guardavi intorno tutto compiaciuto e, quando mi hai vista, come se niente fosse, sei venuto verso di me per salutarmi, con lei che ti seguiva come un cagnolino…………….”

Mi interrompe di nuovo per dirmi:

“Ma tu ti ricordi, quello che mi hai detto, quando mi sono avvicinato, vero? Mi hai fatto fare una figura di cacca davanti a tutti. Io stavo venendo da te perché avrei voluto abbracciarti, ma soprattutto parlarti, per chiederti scusa per quella lite. Volevo dirti che, mi ero reso conto che avevi ragione tu e, volevo spiegarti che la Rinaldi l’avevo solo accompagnata alla festa, poiché me lo aveva chiesto, espressamente, Carla. Mi ricordo anzi, che mi ci aveva telefonato apposta per dirmelo, visto che, non aveva nessuno con cui venire. Tu però, non mi hai dato nemmeno il tempo di aprire bocca e guardandomi con occhi di fuoco, dall’alto in basso, hai sentenziato, come solo tu sapevi fare, usando le parole affilate come rasoi, che facevano davvero male, mi dicesti

Io non saluto i poveri maschi frustrati che per affermare la loro virilità, davanti ad un rifiuto di una donna, hanno bisogno di portarsi dietro le oche giulive per mostrarle agli altri come fanno quei coglioni dei cacciatori che si vantano dei loro squallidi e macabri trofei.
E dopo aver detto questo, hai chiesto a quel poveraccio di Gianni, che ti stava dietro, lui sì, come un cagnolino, di riaccompagnarti a casa. Te ne sei andata non lasciandomi nemmeno il tempo di replicare. In quel momento ti ho detestata, perché con poche parole eri riuscita a distruggere non solo me, che per la rabbia sono uscito in giardino ed ho dato un pugno ad un albero fratturandomi quasi una mano, non solo quella poveraccia della Rinaldi che dopo il tuo exploit ha pianto a dirotto per quasi un’ora, ma anche la festa a tutti gli altri.”

Nel sentire queste cose, che ormai erano state rimosse dalla mia memoria, mi assale un profondo senso di vergogna e, replico imbarazzata:

“Oddio, ma davvero ti ho detto questo? Dovevo essere tremenda, hai fatto bene a lasciarmi perché sono stata davvero pessima. Scusami, lo so che oramai le scuse non hanno nessun senso, ma ti prego di accettarle, perché mi vergogno moltissimo per come mi sono comportata.”

Andrea, però non perdando la sua naturale allegria, sempre sorridendo ribatte:

“Non devi scusarti di niente. Ripensando spesso a quella sera, sono arrivato alla conclusione che, in fondo, avevi ragione tu. Effettivamente, la Rinaldi quella sera, l’ho accompagnata proprio per farti ingelosire, perché, se non avessi voluto, a Carla avrei detto che non potevo passare a prenderla e lei l’avrebbe chiesto magari a qualcun altro. Quello che desideravo di più era farti soffrire, perché la storia di Londra ancora mi bruciava. Non avevo fatto i conti con la tua intelligenza, con il tuo carattere, che non si perdeva mai d’animo e, soprattutto, con la tua lotta quotidiana, per l’affermazione dei diritti delle donne, che per te era uno stile di vita. Sono stato un idiota, per davvero, perché mi ero immaginato che tu, vedendomi arrivare con lei, avresti magari pianto per l’umiliazione ed invece sei stata tu ad umiliare me. Sei stata superba, magnifica! Tu non sai quante volte ho raccontato questo episodio ai miei amici americani, soprattutto quando si riempiono la bocca nel voler sparare sentenze sulle donne italiane, sostenendo che sono, completamente succubi dell’uomo, che non aspirano altro che a farsi sposare in chiesa per allevare figli che, non vorrebbero mai che acquistassero la loro indipendenza, ed altri luoghi comuni del genere, che qui abbondano su di noi. Allora io, quando sento queste cose, racconto di te, fregandomene altamente di ammettere, di aver fatto la figura del vero coglione, e devo dire che questo aneddoto, sortisce sempre un certo effetto.”

Sempre sorridendo, poi, sfiorandomi leggermente una mano, aggiunge:

“Ma ora basta parlare del passato. Dimmi di te. Che fai nella vita e soprattutto che ci fai qui?”

Faccio una pausa e, cercando di raccogliere le idee, gli rispondo:

“Faccio la commercialista a Roma, in uno studio associato. Che tu lo creda o no, sono anche riuscita a sposarmi cinque anni fa, ma il matrimonio è durato poco, come tu hai giustamente detto, non fa per me! Ho una figlia di quattro anni e mezzo, che è tutta la mia vita, e che è rimasta a Roma con il padre. Qui a LV sono ospite di………di nostri amici, ma solo fino a domani, perché devo ritornare a LA dove c’è papà, che ho accompagnato per un viaggio di lavoro. Ti ricordi di mio padre vero? Beh, lui si occupa sempre di cinema ed è qui per concludere un contratto per una co-produzione italo-americana. Ecco tutto qui non c’è un granché da dire. Ma invece dimmi di te, ti sei sposato, hai figli?”

Lui sospirando mi risponde.

“No attualmente non sono sposato, lo sono stato ma come per te, il matrimonio è durato molto poco, il tempo però di fare un figlio che ha quasi tredici anni, poi ho avuto una compagna, ma anche quello è stato un fallimento, con la quale ho avuto una bambina, che ora ha 8 anni. Attualmente sono felicemente single, e credo di restarci, a meno che non riesca ad incontrare la donna dei miei sogni.”

Detto questo, mi stringe la mano che teneva sotto la sua. Per non dare alcun peso, né alle parole né al gesto, mi libero della stretta con la scusa di accendermi un’altra sigaretta, poi accorgendomi che il sole è ormai basso all’orizzonte gli chiedo l’ora.

Andrea mi risponde che sono le 6 pomeridiane, ed io, che sto un po’ rabbrividendo, gli dico che vorrei rientrare per andarmi a cambiare.

Lui si alza e, con la sua solita galanteria, mi dice se può avere l’onore di accompagnarmi, aggiungendo inoltre:

“Spero di poter passare un altro po’ di tempo con te, prima che tu te ne ritorni a Los Angeles. Non mi piace l’idea, adesso che ti ho incontrata dopo tutto questi anni, di lasciarti partire senza almeno poterti rivedere. Capisco che hai dei doveri di cortesia verso i tuoi ospiti, ma mi farebbe piacere invitare anche i tuoi amici, a cena questa sera o, a colazione domani, se per te e per loro va bene.”

Questa richiesta mi spiazza completamente, non so cosa rispondere, ma con la massima disinvoltura, gli dico che ne parlerò con loro, per fargli poi sapere, quindi li chiedo il numero della sua suite per poterlo contattare.

Lui me lo dice, poi, inevitabilmente, mi chiede il mio.

Sono nel panico, per tirarmi d’impaccio affermo, mentendo, mentre spero tra me e me di farlo in maniera credibile, che sono ospite nella loro suite doppia, dove molto gentilmente, hanno messo a disposizione una camera per me, e che quindi, mi trovo in imbarazzo nel dare il numero a qualcuno che per loro sia un perfetto estraneo.

Andrea senza battere ciglio, risponde che è d’accordo, quindi, gli prometto, che non appena saprò qualcosa, gli telefonerò.

Mi avvio così, verso la sala da dove sono arrivata e, mentre cammino con il mio amico a fianco, devo rapidamente escogitare cosa fare per non fargli capire che, dentro quella sala, ci sia il mio personalissimo cane da guardia, travestito da Tommy, ma soprattutto, non voglio salire con lui, poiché per raggiungere la mia suite, devo per forza usare l’ascensore privato che, ovviamente, nessun altro può utilizzare.

Mentre mi arrovello per cercare una soluzione, mi dico nuovamente che questi continui sotterfugi, per non far capire al mondo, con chi veramente io stia alloggiando in questo hotel, mi stanno stressando a tal punto che penso, che una sola giornata di questa vita, è per me più che sufficiente.

Stiamo ormai entrando nella grande sala e Tommy, che sta comodamente seduto su una poltrona a leggere una rivista, come mi vede, posa la rivista sul tavolo, cominciando ad alzarsi, ma io, guardandolo con un’occhiataccia e, muovendo la mano, come a significare di non muoversi, continuando a conversare con Andrea, gli passo davanti come se niente fosse. Dopo aver attraversato il salone, non appena ci ritroviamo in un corridoio, con aria distratta, comincio a far finta di cercare i miei occhiali da sole, quindi rivolgendomi al mio amico, gli dico:

“Oddio, sono proprio sbadata. Devo aver dimenticato gli occhiali in piscina. Devo andarli a recuperare, capirai, con quello che mi sono costati! Tu vai pure avanti, non c’è bisogno che mi aspetti, tanto più che, prima di salire, vorrei chiedere se sia possibile prenotare un massaggio.”

Andrea tenta di replicare, ma io insisto affinché vada, poi mentre lo abbraccio e lo bacio sulle guance, il mio olfatto viene colpito dal profumo dei suoi capelli. Sempre quello, che a vent’ anni, mi piaceva a tal punto, da eccitarmi al solo sentirlo, poiché lo associavo ai momenti in cui facevamo l’amore, quando i nostri visi erano talmente vicini, che il suo odore riempiva tutta l’aria.

Per un solo brevissimo istante, chiudo gli occhi e mi sembra di rivivere l’emozione di quei momenti.
malabi
00domenica 30 maggio 2010 01:56
Re:
minamj, 30/05/2010 0.09:

E io? Niente?????? [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964] [SM=x47964]




Mandato anche a te.

baci.
BEAT IT 81
00domenica 30 maggio 2010 02:26
Malabi !!!!! Posso avere anch'io il 21 nn censurato in privato, x favore? Grazie in anticipo!!!!! Sto lehhendo ora i capitoli che nn ho letto ieri....bellissimi !!!!!! La scena della doccia poi è troppo forte e canzone migliore nn potevi scegliere, Emozioni è splendida!!! Xò ora basta ripensamenti, animo ragazza, che qui l'Amore è nell'aria!!!!!! Baci Sara
BEAT IT 81
00domenica 30 maggio 2010 02:41
E mo' questo Andrea che vuole?!? No eh, pussa via!!!!! X favore nn cedere alle sue lusinghe!!!!!!!!!!
malabi
00domenica 30 maggio 2010 04:05
25° Capitolo

Dopo aver abbracciato e rassicurato Andrea, che senz'altro, ci sarebbe stato modo di vederci ancora prima della mia partenza, torno indietro nella sala, dove Tommy mi sta venendo incontro.

Mentre lo supero, dopo avergli fatto cenno con gli occhi di seguirmi, mi accorgo che mi guarda con le orbite fuori dalla testa, starà, infatti, pensando che sono matta.
Ripercorro a gran passi tutto il salone e, come sono di nuovo fuori, nell’area delle piscine, mi fermo per aspettare il mio armadio ambulante, che non appena supera l’uscita, quasi mi sbatte addosso, senza porre tempo in mezzo, comincio a parlargli a bassa voce, per paura che Andrea, magari ripensandoci, possa avermi seguito. Oddio mi sembra di essere una criminale, ma perché mi devo comportare come se stessi preparando un colpo? Non lo so, e comunque, ora non c’è tempo per tali pensieri.

Guardo Tommy, da sotto in su, vista la stazza, poi, fissandolo dritto negli occhi, esordisco:

“Tommy, ascoltami bene. Io cercherò di parlare il più lentamente possibile, affinché tu capisca bene quello che ti dirò. Se c’è qualcosa che non afferri, ti prego di dirmelo che tenterò di rispiegartelo. Allora la situazione è questa. L’uomo con cui mi hai visto entrare, è un mio vecchio e caro amico italiano, abbiamo fatto l’università assieme, infatti, conosce anche molto bene la mia famiglia. Erano 18 anni che non ci vedevamo ma, guarda caso, l’ho incontrato proprio qui ed in questa situazione. Sebbene a me abbia fatto un gran piacere rivederlo e la stessa cosa è stata per lui, nel momento in cui mi ha chiesto cosa ci facevo qui a Las Vegas, ho dovuto dirgli che ero ospite nella suite di amici, perché ovviamente, dopo tutto questo tempo, aveva desiderio di passare un po’ di tempo con me, quindi, per contattarmi, mi ha chiesto il numero del mio appartamento. Ora tu sai che Michael, voglio dire Mr. Jackson, non desidera che si sappia, che io sono sua ospite, per i motivi che ben conosci, quindi, entrando, non potevo certo far vedere che avevo una guardia del corpo che mi accompagnava, perché questo avrebbe ovviamente causato delle curiosità al riguardo, che non avrei saputo come di soddisfare, in più, ha insistito perché voleva accompagnarmi fino al mio appartamento, ma ho dovuto inventarmi la scusa di aver dimenticato i miei occhiali da sole, per poter tornare indietro a parlare con te. Ora che il mio amico è andato, possiamo ritornare su. Hai capito Tommy, perché mi sono comportata così? ”

Lui che per tutto il tempo mi aveva fissata come se fossi un’aliena, mi guarda ora con uno sguardo un po’ più umano e, accennando sempre a quella specie di sorriso mi dice, con tono gentile.

“Non preoccuparti, è tutto chiaro. Sei stata brava a non farti scoprire.”

Guardandolo perplessa, tra me penso:

“Come a non farmi scoprire? Ma che pensa che stiamo giocando a nascondino? Oddio, ma avrà capito bene quello che gli ho detto?”

Proseguendo, gli chiedo se Michael si fosse fatto sentire e lui, annuisce.

Al che domando:

“Bene, che ha detto?”

Improvvisamente mi accorgo che diventa reticente e, assumendo nuovamente un tono burbero mi risponde:

“Niente, voleva solo sapere era tutto ok, e io gli ho risposto che era tutto ok.”

Dall’ultima risposta di Tommy, intuisco che forse le cose non stanno proprio come me le racconta, ma capisco che non è il caso di insistere, quindi, con un sorriso, gli dico.

“Ok, Cam’on”

Di nuovo ripercorriamo la strada di prima e finalmente senza problemi saliamo sull’ascensore che ci sta riportando al piano.

Arrivati davanti alla mia suite, dopo aver ringrazio, nonchè salutato il mio guardaspalle, finalmente, chiudo la porta dietro me.

Dall’ingresso passo direttamente nella camera da letto, mi spoglio e vado ad infilarmi sotto la doccia, giusto per togliermi da dosso l’odore del cloro.

Sono finalmente da sola, per poter tranquillamente pensare all’incontro con Andrea, che, lo devo dire, mi ha davvero riempito di gioia. Devo ammettere che è ancora un bellissimo uomo, anzi è ancora più bello di quando aveva vent’anni, oltre ad essere una persona straordinariamente in gamba. Lo avevo sempre ammirato molto, ed anche se la nostra separazione mi aveva fatto soffrire, il ricordo che avevo di lui era stato sempre bellissimo.
In fondo lui era stata la prima storia importante, lui aveva conosciuto la mia famiglia ed io la sua. Insieme eravamo andati a Venezia a trovare mia mamma e, spesso, era venuto anche a casa di mio padre, aveva inoltre conosciuto mia sorella con mio fratello, anzi, adesso che mi sovviene, mio fratello, che all’epoca era poco più di un bambinetto, perché molto più piccolo di me, aveva una vera passione per Andrea, assolutamente contraccambiata,
Mi ricordo infatti che, quando potevamo, ce lo portavamo con noi a fare gite, oppure al mare o a mangiare fuori. Davvero era un ragazzo adorabile e, tutti quelli che ci conoscevano, speravano che la nostra storia avesse un lieto fine.

Purtroppo però, qualche settimana dopo quella sera a casa di Carla, lui è partito per gli Stati Uniti per il Master in economia, ma io, che in quel periodo stavo lavorando notte e giorno alla tesi, non sapendo della sua decisione, non avevo fatto nulla per cercare di incontrarlo.

Solo la sera prima della partenza, mi arrivò una sua telefonata, in cui mi avvertiva che il giorno seguente avrebbe preso l’aereo per Los Angeles.

Mi ricordo ancora che quando glielo sentii dire, il mio cuore si fermò e mi parve che tutta la stanza mi girasse intorno, ma non seppi dire nient’altro che:

“Va bene se questo è quello che veramente desideri. Buon viaggio e buona fortuna.”

Di quella telefonata non ricordo nient’altro. Ma il dopo è stato tremendo, con la morte nel cuore dovevo concentrarmi sulla tesi che finalmente discussi ad ottobre, appena un mese dopo, la partenza di Andrea.

La gioia della laurea non riusciva a distogliermi dal suo pensiero fisso, e dopo qualche mese, esattamente nel febbraio del 1982, mi sono trasferita a Venezia da mia madre, perché vivere a Roma, per me era diventato impossibile, tanto che, nella mia città, ci sono ritornata, ben otto anni più tardi.

Questo è stato il mio primo fallimento, al quale, purtroppo, ne sono susseguiti altri, per passare attraverso l’incontro con Michael del 1992, il mio ex marito e, di nuovo Michael, oggi nel novembre del 1999.

Il bilancio della mia vita sentimentale è davvero disastroso, e sicuramente per mia incapacità, altro che circostanze sfavorevoli, questo lo posso raccontare agli altri, ma non a me stessa. Tutto quello che mi è accaduto, è perché io ho fatto in modo che accadesse, in nome dell’affermazione del mio essere donna, in nome del mio anticonformismo, in nome della mia fede politica, in nome della mia tanto amata libertà, in nome del mio voler dimostrare a tutti che da sola ce l’avrei fatta benissimo ed anche alla grande, in nome della mia caparbietà nel voler spingere le situazioni fino alle estreme conseguenze, molto spesso, senza voler o saper valutare gli effetti devastanti che queste avrebbero prodotto, non solo su me stessa, ma quel che è peggio, anche su chi mi aveva voluto bene.

Chiusa nel bagno mentre sto scrutando il mio viso nello specchio, mi chiedo a voce alta:

“Brutta cretina che non sei altro, ma possibile che a 40 anni, ancora tu non abbia imparato niente dalle tue esperienze precedenti?”

La risposta che mi do è una sola:

“Purtroppo no, perché oggi mi ritrovo al punto di partenza!”

Dopo essermi brutalmente insultata, più e più volte, esco dal bagno, per passare in camera da letto per rivestirmi, allorquando squilla il telefono.

Alzo la cornetta, è Michael che mi parla con un tono sommesso:

“Ciao ragazza, sono io, come stai?”

Rispondo:

“Io benissimo. Questo albergo ha delle piscine meravigliose. Mi sono fatta una bella nuotata, ho preso un po’ di sole e poi, incredibile, non ci crederai, ma mentre ero in piscina ho incontrato un mio vecchio compagno d’università che non vedevo da quasi 20 anni. Si è trasferito qui subito dopo la laurea ed ora insegna economia alla Berkeley, ma ti sembra possibile che, per un giorno che sono a Las Vegas, incontro una persona che pensavo di non rivedere più nella vita, che tra l’altro, si trova qui casualmente per un convegno?”

Michael laconicamente, con una leggera punta di sarcasmo, aggiunge:

“A volte il destino ci fa strani scherzi. Comunque, mi fa piacere che tu abbia avuto compagnia, almeno non ti sei annoiata, trattandosi poi, di un professore universitario, la conversazione deve essere stata interessante”

Facendo finta di non aver rilevato quel suo strano tono, proseguo:

“Sì, mi ha fatto piacere incontrarlo, anche se, ad un certo punto, mi sono sentita un po’ in difficoltà.”

Lui, con una mezza risata, chiede:

“Tu in difficoltà? E perché?”

Rispondo in maniera disinvolta:

“Beh, mi ha chiesto con chi ero qui, perché ci teneva ad incontrarmi di nuovo, così……………per parlare un po’ dei vecchi tempi…….Noi eravamo molto legati………insomma, voglio dire che ai tempi dell’università ci frequentavamo, quindi………..esserci incontrati, sai come succede in questi casi, scatena tutta una serie di vecchi ricordi……………”

Mike, però mi interrompe, quasi bruscamente, per ribattere:

“No, non so come succede, perché io non ho avuto queste esperienze.”

Nel dirmi questo, mi pare di percepire nella sua voce un tono, leggermente irritato. Senza tuttavia, dar peso alle sue ultime parole, continuo:

“……………Insomma, quando mi ha chiesto il numero della suite, gli ho detto che ero ospite di amici e, che non mi sembrava carino, per rispetto a loro, dare questa informazione, per cui lui mi ha risposto, che ci terrebbe molto ad invitare a cena questa sera o a pranzo domani me ed i miei amici. Ovviamente, non ho saputo cosa rispondere perché prima volevo parlare con te. ”

Silenzio, poi, dopo interminabili attimi, risponde:

“Perché, hai bisogno del mio permesso?”

Mi sento punta sul vivo, quindi, non riuscendo a capire la sua reazione, anch’io un po’ innervosita, replico:

“Michael ma che c’entra questo? Non sto chiedendo il tuo permesso, stavo solo raccontandoti, come sono andate le cose per conoscere, visto che tu mi avevi detto che non sapevi a che ora ti saresti liberato, se avremmo passato la serata assieme o no, perché, piuttosto che stare da sola, potrei dire al mio amico che potrò cenare con lui. E’ ovvio che se invece tu sei libero, preferirei stare con te.”

Detto questo, dall’altra parte non sento più alcun suono, per cui, allarmata, perché penso che mi abbia chiuso il telefono in faccia, con un tono gentile, domando:

“Miky, ci sei ancora.?”

E lui:

“Sì, ci sono……….Senti, non desidero che tu ti senta condizionata, fai quello che ti va di fare, indipendentemente da me. Se tu hai voglia di cenare con il tuo amico , non ci sono problemi. Te l’ho già detto, ti devi sentire assolutamente libera.”

Adesso comincio davvero ad innervosirmi, eccolo che ricomincia, per cui rispondo:

“Allora, ascolta bene quello che ti dico, perché lo sai che ho anche difficoltà nella lingua. Io desidero stare con te, moltissimo, no con il mio amico, che tra l’altro si chiama Andrea, ma se tu hai ancora da fare e, ripeto solo se tu hai ancora da fare, mi farebbe piacere cenare con lui. O meglio, ti dico anche che, visto che lui molto gentilmente ha invitato a cena anche i miei amici, ed in questo caso saresti tu, se ne hai voglia, si potrebbe cenare assieme, ma ritengo, che ciò sia impossibile, ovviamente, solo da pensare. Mi sono spiegata bene ora?”

Al che Michael sempre laconicamente ribatte.

“Ti sei spiegata benissimo, però io ancora non so dirti nulla, perché ho ancora da fare. Caso mai ti richiamo più tardi………ma, ti ripeto, non sentirti condizionata.”

Detto questo, senza darmi il tempo nemmeno di dire bye, attacca, lasciandomi con la cornetta in mano, come una cretina.

Sono senza parole, ci risiamo, è di nuovo il volubile, permaloso, egocentrico Michael. Quest’uomo proprio non sopporta, di non essere sempre al centro dell’attenzione delle persone che lo circondano, non appena, infatti, all’orizzonte appare qualcuno che solo di passaggio, potrebbe fargli ombra, tutto il suo smisurato ego, alimentato sicuramente dalla sua meritatissima fama planetaria, riaffiora prepotentemente, reagendo in questo modo, chiudendosi a riccio e allontanandosi da chi, secondo lui, in quel momento lo trascura o lo contraria.

Per l’ennesima volta, da quando questa avventura con lui è iniziata, mi ritrovo ad essere trattata, da un uomo, in maniera che, ai tempi di Andrea appunto, non avrei certo permesso a nessuno di fare.

Mi dico quindi che, invecchiando, è vero che ho ammorbidito tanti aspetti del mio carattere, ma che mi sono anche rincretinita un bel po’.

Riappropriandomi, del mio orgoglio ferito, mi do una scadenza, se Michael, non si fa sentire entro le 19,30, telefonerò al mio amico, per dirgli che cenerò con lui.

Mentre sono presa da questi pensieri, passo in salotto per mettere su un po’ di musica, vado diretta verso l’impianto stereo e scelgo un cd di musica jazz.

Mi giro per tornare in camera, quando vedo sul tavolo tondo, un enorme cesto di rose rosse. Ai piedi del cesto un pacchetto, foderato con carta dorata a forma di parallelepipedo e, tra questo ed il cesto, un biglietto dove c’è scritto:

“With All my Love. Michael”

Inizio poi a scartare il regalo, non appena lo libero dalla carta, sulla scatola blu di velluto, c’è la scritta a caratteri dorati “Rolex”. Con il cuore in gola, tiro su il coperchio e, trovo all’interno un bellissimo piccolo orologio da donna, in oro.

Resto ammutolita per la sorpresa, in questo momento, non so se essere contenta o meno. Mi chiedo il significato di un regalo così costoso e se lo debba accettare.

Tra di me penso:

“Ecco, ci mancava anche il Rolex, per mettermi ancora di più in confusione. Perché mi fa un regalo del genere, dopo aver fatto l’amore con lui? Forse si vuole sdebitare con me? Oddio, nemmeno l’ho ringraziato! Per telefono gli ho parlato solo di Andrea, ma come caspita facevo a sapere che di qua ci fosse questo?”

Non so cosa fare, mi viene da piangere, non so nemmeno io per cosa. Forse sto anche andando oltre con l’immaginazione, ma questo regalo così prezioso, non vorrei che fosse una sorta, odio dire questa parola, ma non ne trovo un’altra altrettanto efficace, di compenso.
Come al solito ho la testa che mi frulla, quindi, senza toccare nulla, richiudo la scatola, riappoggiandola sul tavolo, mentre mi dico che a questo ci penserò dopo.

Torno in camera per prepararmi per la serata, quasi certa che Michael nemmeno si farà sentire. Comincio a truccarmi con cura quasi certosina, perché voglio essere perfetta. Tiro poi, fuori dall’armadio, il mio bellissimo vestito da sera, di velluto di raso nero, stretto fino ai fianchi e molto largo sotto. Con scollatura ovale sul davanti, ed una dietro sempre ovale, ma molto morbida, che arriva fino alla fine della schiena. Le maniche sono a tre quarti.

Sto per infilarmi questa meraviglia di abito, quando ecco che, il telefona squilla di nuovo. Con il cuore in gola rispondo, certa, che sia Michael.

Dall’altra parte, invece, sento la voce di Franky che con un tono allegro mi dice:

“Ciao tesoro, come va? Miky mi ha detto che non ti sei sentita bene, spero che sia passato tutto!”

Rispondo che sto benissimo, perché si è trattato solo di un piccolo abbassamento di pressione e, che mi dispiace, con questo piccolo malore, aver causato tanta preoccupazione.

Sentita la mia risposta, lui riprende:

“Sono contento che tu stia meglio. Comunque, volevo dirti, che noi qui abbiamo ancora un po’ da fare. Michael però, ha pensato che potresti tu invitare il tuo amico a cena qui con noi, visto che si fermerà anche qualcuno dei nostri amici. Ovviamente, se questo per te, va bene”

La proposta di Franky mi lascia completamente spiazzata, tutto mi sarei aspettata tranne che Michael avesse voglia di conoscere Andrea e, che oltre tutto, volesse presentarmi anche alle persone con cui sta parlando di lavoro, trasgredendo quindi ai suoi principi di estrema riservatezza, mi fa addirittura cadere dalle nuvole.

Non sapendo cosa rispondere, balbetto:

“……..uhm, non lo so………….Non so se sia il caso…………..Ma sei sicuro che Michael…………….Oddio Franky, non ci sto capendo più niente……..Scusa ma non so cosa dire…………….”

Al che lui mi tranquillizza aggiungendo:

“T’assicuro che non c’è nessun problema. Miky è contento di conoscere il tuo amico, tra l’altro, un professore della Berkeley non credo che rappresenti un pericolo per la privacy di nessuno, poi, in quanto ai nostri amici, è tutto sotto controllo.”

Non ho tempo per pensare, quindi un po’ titubante rispondo:

“Ok. Glielo chiedo subito e poi ti faccio sapere. Intanto ringrazia Michael per l’invito, è molto gentile da parte sua.”

Mentre sto per attaccare, sento Franky che mi dice trafelato:

“A proposito, la cena è per le nove.”

Attacco il telefono ed ancora incredula, chiamo per farmi passare l’appartamento di Andrea. Dopo un paio di squilli, sento la sua bella voce profonda che risponde:

“Hallo?!”

Utilizzando il nomignolo con cui lo chiamavo quando stavamo assieme, gli dico:

“Ciao Andre, sono io.”

Chiamandomi anche lui con mio soprannome, mi fa:

“Ciao Lalli. Speravo che fossi tu al telefono. Dimmi che ci vedremo, ti prego.”

Quanto tempo era che nessuno mi chiamava più così, questo era il nomignolo, con cui mi chiamava mio fratello quando era piccolo e, Andrea dal momento in cui l’aveva sentito, l’aveva usato sempre anche lui, quindi ridacchiando gli dico:

“Sì, credo che sia possibile. Solo che ci sarebbe un cambio di programma, se per te va bene. I miei amici vorrebbero che fossi tu a venire a cena da noi. A me farebbe molto piacere, ma non voglio forzarti, solo se, te la senti veramente. Se mi dici di no, ti giuro che non mi offendo.”

Al che lui, entusiasta risponde:

“Certo che mi fa piacere. Pur di passare un po’ di tempo con te, farei qualsiasi cosa. Spero solo che i tuoi amici siano simpatici, perché sai io come sono fatto, mi piace ridere e scherzare, quindi istruiscimi riguardo a loro, così non rischio di farti fare brutta figura.”

Scoppia poi, in una bella risata sonora.

Un po’ imbarazzata allora gli dico:

“Ecco Andre, a proposito di questo, è bene che ci vediamo magari per un aperitivo, perché ti devo raccontare un po’ di cose. Va bene tra mezz’ora giù al bar?”

Mi risponde, scherzando:

“Ok tra mezz’ora, ma hai un tono di voce…….così serio, che mi fai preoccupare! Spero che tu non mi dica che sei in compagnia del conte Dracula, perché se così fosse mi devo mettere il collarino per la cervicale. Dai, no a parta gli scherzi, che mi devi dire di così importante riguardo ai tuoi amici?”

Per tagliare corto, ribatto:

“Ne parliamo dopo. Ah, dimenticavo, la cena è per le nove. Ciao, a più tardi.”

Chiudo il telefono e con aria affranta mi siedo sul letto. La prima cosa che mi viene in mente è la faccia che farà Andrea nel momento in cui gli dirò che ad ospitarmi è Michael Jackson. Già me lo vedo, sgranerà gli occhi, mi guarderà con un’espressione incredula e, con un sorriso ironico mi chiederà cosa caspita ci faccio qui, in sua compagnia.

D’improvviso, mi ricordo che devo richiamare Franky, lo faccio subito e, gli comunico che per la cena va bene.

Sono pronta per le otto in punto, esco nel corridoio, dove c’è sempre il caro Tommy che, vedendomi, si alza subito in piedi, ma prima di avvicinarsi, si arresta, fissandomi.

Lo guardo come per dire:

“Che c’è?”

Al che lui, con sguardo ammirato, esclama:

“………Niente, E’ che non so, se posso permettermi………..”

Incalzandolo chiedo:

“Penso di sì. Che mi vuoi dire?”

Lui un po’ imbarazzato:

“Volevo solo dire…………………Uhauh.”

Rifacendogli il verso:

“Uhahuh?”

Mentre mi dirigo verso l’ascensore, sorrido, perché tra me penso che il mio look deve essere di grande effetto, se sono riuscita a strappare un “uhahuh” pure da Tommy, che secondo me è il massimo del complimento che possa fare ad una donna.
malabi
00domenica 30 maggio 2010 04:11
Re:
BEAT IT 81, 30/05/2010 2.26:

Malabi !!!!! Posso avere anch'io il 21 nn censurato in privato, x favore? Grazie in anticipo!!!!! Sto lehhendo ora i capitoli che nn ho letto ieri....bellissimi !!!!!! La scena della doccia poi è troppo forte e canzone migliore nn potevi scegliere, Emozioni è splendida!!! Xò ora basta ripensamenti, animo ragazza, che qui l'Amore è nell'aria!!!!!! Baci Sara




Fatto cara.

Baci.
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