Eccomi carissime....scusate per la snervante attesa ma alla fine ce l'ho fatta!!! Spero proprio che questo capitolo vi piaccia...
mi sento di fare una premessa per non urtare la sensibilità di nessuno.. Nel capitolo ci saranno delle scene un po' "particolari"
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per questo motivo i deboli di cuore dovrebbero prendere le adeguate precauzioni e i facilmente impressionabili anche
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....allora, io vi ho avvertiti..
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a questo punto non mi resta che augurarvi buona lettura!!!!
Nel precedente capitolo:
Appena la vista tornò a schiarirsi, mi ritrovai ad essere spettatrice di qualcosa che mai e poi mai avrei voluto vedere, e che sarebbe rimasta impressa nel mio cuore, come una cicatrice di fuoco. Un bacio. Uno stupido e dannatissimo bacio, spezzò improvvisamente l'incanto del sogno che credevo di vivere. Labbra contro labbra, corpo a corpo. In una danza silenziosa che distruggeva la mia anima. Michael e Lisa, insieme. Ed io, annientata dalla realtà, vacillavo. Credo di aver persino avvertito il rumore del mio cuore, che si frantumava, in mille pezzi. Immobile per il tempo di un battito ancora, l'ultimo forse, abbandonai i miei sogni, desideri, aspettative, abbandonai me stessa. E cominciai a correre.
La spinsi via, senza delicatezza alcuna.
-Lisa, ma che fai? - il mio tono perentorio non avrebbe accettato scuse. Avrei voluto sputarle addosso tutta la mia rabbia per quel gesto sconsiderato, per tutto il male che mi aveva fatto, e che, non contenta, continuava a causarmi. Non ci riuscii. Alzai lo sguardo e la vidi.
Fragile come un cristallo, Alex stava davanti a me, a qualche metro di distanza, immobile e dura come freddo marmo candido. Non una parola, non un respiro dalle sue labbra rosate. Solo una scintilla di luna che cadeva dai suoi occhi. No, Alex, avanti parla. Dì qualcosa, grida, ti prego...
I suoi occhi si spensero, lasciandomi nel buio profondo del suo odio, che ora avvertivo sulla pelle come una morsa gelida. Corse via senza lasciarmi il tempo di dire nulla.
Capitolo 26
It's all for L.O.V.E.
Correvo. Questo è tutto quello che ricordo in modo lucido! Era come fuggire da me stessa, perché più mi affannavo a correre e più l'eco del mio dolore si faceva acuto. Non avevo scampo, non avrei trovato alcuna salvezza, come potevo essere altro da me stessa! Rinnegare quello che provavo non sarebbe servito. Tutte le mie emozioni, i miei sentimenti erano stati infettati, mi sentivo morire dentro, metro dopo metro, poco a poco, per il tempo necessario che il veleno completasse di diffondersi.
Correvo, correvo senza avere più fiato, senza avere più lacrime. Correvo come se servisse a qualcosa. Speravo forse di lasciare indietro il dolore? Ero forse più veloce?
-Perché? -
Non c'erano altre parole nella mia mente. Continuavo solo a rivedere quel bacio, nella mia testa, come un nastro riavvolto e fatto scorrere alla moviola.
Si stavano baciando. E per me non c'era più spazio. Tutto quello che era stato, alla fine si era rivelato solo un sogno, dannatamente bello! Ma solo un sogno.
Mi accasciai a terra, rotolando su un fianco, cercando di contenere il dolore, divenuto così fisico che credevo di finire a pezzi. Perché faceva così male? Perché? In fondo cosa c'era stato tra noi? Una bella amicizia e un bacio, qualche bacio. Forse ero solo stata troppo ingenua ad aspettarmi qualcosa di più. Eppure credevo che Michael fosse diverso, credevo di aver visto la sua anima. Credevo...
Non sapevo più a cosa credere.
-E' troppo! Come farò? - parlavo rivolta alla terra che mi aveva sporcato le mani.
-Il fatto di amarlo mi farà impazzire... -
-Così tu... mi ami? -
Mi voltai di scatto e lo vidi lì, in piedi, a pochi passi da me. Le lacrime tornarono prepotenti ad offuscarmi la vista, totalmente, non riuscivo nemmeno a vederlo in volto. Non vederlo era la cosa migliore ma purtroppo conoscevo ogni suo minimo dettaglio, neanche una cecità improvvisa sarebbe servita.
-Vattene! Vattene via... - gli risposi con la voce più dura e decisa che potessi usare.
-Alex, ti prego, ascoltami...-
-NOOO...NON DEVO ASCOLTARE NIENTE! Anzi – cercai di modulare un tono distaccato, quasi un sibilo velenoso – Tu non devi dirmi niente!!-
MI alzai da terra, cercando di ricompormi. Probabilmente l'abito era da buttare, ma non m'importava, in quel momento avrei voluto tirarglielo contro. Era un suo regalo, dannazione! Non volevo nulla di suo, nulla!
-Sei... bellissima! - mi guardava, immobile.
Stava in piedi, di fronte a me, col volto rigato dal pianto, l'ombra del trucco le aveva sporcato le guance, ma era bellissima, una visione celeste, così delicata e forte al contempo. Oh, scusami Alex, ti ho ferito e non riesco a perdonarmi per questo.
-No Alex, io devo parlarti, devo farlo. Devo dirti ogni cosa, e tu devi ascoltarmi... -
-E per cosa? Perché tu possa farmi male di nuovo? Quello che dovevo sapere è stato chiarito a sufficienza, un attimo fa. Non devi scusarti. La povera illusa sono stata io. Cosa potevo aspettarmi? Io non sono niente, nessuno...Solo un passatempo! -
Gli stavo gridando contro, con tutta l'energia che i nervi erano ancora capaci di darmi, sarebbe bastata una scintilla e mi sarei letteralmente incendiata.
-Non hai capito niente, niente! - cercavo disperatamente di tenerle le braccia che continuava ad agitare contro di me, voleva allontanarmi, spingermi via. Ma non l'avrei permesso.
-Quello non è stato un bacio, non da parte mia! Io non provo più niente per quella donna, te lo posso assicurare. Il suo è stato un gesto di ripicca, voleva fare del male, e c'è riuscita...
-PIANTALA!! Ma chi vuoi prendere in giro? - scoppiai di nuovo in lacrime, tanto che i singhiozzi quasi mi impedivano di parlare – Non...mi...devi...nulla...E' solo mia la colpa, non dovevo fidarmi! - cercai nuovamente di liberarmi dalla sua presa che, in risposta, si fece più solida.
-Lasciami andare! Lasciami Michael! -
-No, non posso...-
-Lasciami, adesso!! Altrimenti mi metto a gridare! -
-
Non ti lascerò andare -presi un profondo respiro, ero deciso a tirar fuori ogni singola particella di me stesso.
-Ho lasciato andare troppe cose nella mia vita. Ho lasciato troppe volte che le cose scorressero via da me, seguendo la scia. Lascio decidere troppe volte agli altri sulla mia vita. Non voglio più vivere delegando le scelte agli altri. Stavolta decido io. Almeno devo tentare! -
con gli occhi umidi e senza più alcuna forza per reagire, Alex mi stava guardando, mi ascoltava!
-Alex, perdonami, per quello che ti sto per dire, mio Dio, non ha senso che ti chieda di perdonare le mie parole, ma non posso più tenerle per me. E non posso perderti per non avertelo detto.
Alex, Ti amo! Ti amo dal primo istante che ti ho vista, ti amo da quando il mio cuore ha iniziato a battere, perché anche se non ti conoscevo, il mio cuore era te che cercava. Ti amo, per tutto quello che sei. E ti amo di un amore inimmaginabile. Non posso spiegarti diversamente quello che provo per te, perché non conosco le parole adatte. Il sentimento per te mi travolge completamente... Speechless, it's how you make me feel...ricordi? Alex, non andartene, ti prego. Come potrei andare avanti, senza di te? -
Allentai la presa, le mie mani scivolarono dolcemente sulle sue braccia nude. Mi sentivo smarrito, cercavo nei suoi occhi un cenno, una scintilla, la mia strada. Ma vedevo solo dolore.
-Ti prego, non dirmi che...è tardi... -
-No, no...Michael – chiusi gli occhi per cercare di rimettere le idee nel giusto ordine. Vacillai un attimo, accasciandomi nuovamente a terra. Cominciai a piangere, di nuovo.
-Dimmi che non stai mentendo! Dimmi che è tutto vero! Il mio cuore non lo sopporterebbe! - si chinò su di me, prendendomi il viso tra le mani, puntando i suoi occhi nei miei.
-Ti amo, Alex! -
Gli saltai al collo, senza più freni, preda di una incontrollabile necessità di lui, di sentirlo davvero vicino, di sentirlo reale, di sentirlo mio.
-Michael, maledizione, ho creduto di morire vedendovi insieme! Credevo che tutta la mia vita stesse per cadere in mille pezzi, che il terreno sotto i miei piedi si stesse sbriciolando. Ti amo, ti amo così disperatamente che la morte sarebbe l'unica alternativa a te. Sapevo di essere innamorata di te, lo sapevo da un po', probabilmente l'ho sempre saputo e non l'ho mai ammesso, nemmeno a me stessa... ma vederti lì, tra le braccia di un'altra, mi ha spaccato l'anima. Non credevo che un solo cuore, potesse contenere tutto quello che provo per te. Oh Michael, ti amo. Amo tutto di te, ogni tuo respiro, ogni battito del tuo cuore... quello che fai, quello che sei...
-Vieni con me! - mi prese la mano e nell'oscurità, s'incamminò verso la struttura in muratura situata vicino alle gabbie del suo zoo personale. Avevo corso davvero tanto per essere arrivata fin lì.
Contemporaneamente, qualche metro, anzi molti metri più in là...
Janet aveva assistito alla scena proprio come me, anche se con molta più distanza. Era sbigottita, incredula. Probabilmente impiegò qualche attimo in più, rispetto a me, per capire di chi si trattasse. Dopo lo sbalordimento era salita la rabbia, all'inizio come uno strano formicolio per poi esplodere alla stregua di un vulcano dopo millenni di sonno.
Mi aveva osservata mentre correvo via, disperata. Aveva visto Michael impiegare qualche secondo prima di precipitarsi dietro di me. Ed era ancora rimasta calma. Fissava Lisa, con occhi carichi d'odio. Non le era mai andata a genio, e non l'aveva nemmeno mai nascosto. Quando suo fratello l'aveva sposata, aveva lasciato da parte l'antipatia nei suoi confronti, solo per il bene di Mike. Ma poi c'era stato il divorzio. Michael aveva sofferto molto, Lisa si era rifiutata di dargli un figlio e se ne era andata, tornando con il suo ex. Michael ne era uscito distrutto. Col cuore a pezzi, come se tutto quello che aveva sopportato fin a quel momento, con le accuse, i media sempre pronti ad infangarlo, non fosse già stato sufficiente.
La rabbia di Janet stava giungendo al culmine. Si alzò dalla panchina, sulla quale era seduta, e puntò dritta nella sua direzione. Nulla al mondo l'avrebbe fermata. Erano anni che desiderava dirle tutto quello che pensava.
-PUTTANA! You are a Bitch!- era ancora lontana qualche metro ma non riuscì a trattenersi, fan culo se qualcuno l'avesse sentita.
D'istinto Lisa si guardò attorno, un po' spaesata, cercando di focalizzare cosa stesse accadendo, fin quando vide Janet quasi avventarsi su di lei, come un leone che caccia la sua preda nella savana.
-Ehi, ma che fai? -
-Stai lontana da lui! Chiaro? Non voglio MAI più vederti che gli ronzi attorno, come un ape al miele!!-
-Janet!? Ma che ti prende? -
-Che mi prende? L'hai fatta grossa, Lisa. E stavolta Micheal non prenderà le tue difese, quindi ti consiglio di raccogliere le tue cose e sparire da qui. Tra voi è finita, capisci? FINITA! Non puoi permetterti di piombare qui, fare la svenevole e saltargli al collo. Eh no, tesoro. Il mondo non funziona così. Ha una sua vita, adesso. E non permetterò che tu gliela rovini. Di nuovo! -
La furia di Janet era davvero dirompente, ma era riuscita, in qualche modo a trattenersi.
Lisa era rimasta impietrita dalla sua ferocia ma i suoi occhi scintillavano, era un chiaro segnale che per lei non era finita, non ancora.
-Rovinargli la vita io? Ma se l'ho solo salvato! Se non era per me, chissà che fine aveva fatto con la storia delle accuse di quel bambinetto... magari aveva pure ragione! - aveva sparato queste parole come frecce al cianuro, sicura di aver centrato un tasto molto doloroso. L'unica arma che era stata in grado di usare, era la sua lingua spregevole.
Janet indurì lo sguardo, la medusa stessa non avrebbe retto il confronto. Lasciò che il sangue le salisse alla testa, non aveva alcuna intenzione di trattenersi, non stavolta. Non dopo aver sentito una tale infamia su Michael. Nemmeno il tempo di pensare razionalmente a tutto il male che le avrebbe voluto fare, il suo braccio caricò. Si ritrasse indietro con potenza, per poi scaricare, con l'impeto di un ariete da sfondamento, tutta la sua energia. Un pugno secco, diretto, improvviso. Un pugno di quelli da K.O..
Lisa accusò il colpo, precipitò a terra con un rivolo di sangue, che sgorgava copioso dal suo labbro. Nella vergogna più impietosa, raccolse ogni cosa e fuggì.
Altrove...Alex e Michael
Michael aprì la porta su un piccolo ambiente confortevole. C'erano delle candele accese tutte attorno ad un giaciglio di cuscini, a terra. Ero senza parole.
-Non volevo andasse così, avevo preparato tutto in modo diverso. Ma almeno ho potuto aprirti completamente il mio cuore, spontaneamente!... Ho una cosa per te! -
Tirò fuori una piccola scatolina dalla tasca della sua giacca, e la portò sotto i miei occhi, in modo che potessi vedere anche con la luce fioca delle candele. Con un gesto impercettibile l'aprì. Conteneva un anello, un meraviglioso anello d'oro bianco, con uno splendido ametista incastonato, a goccia. Era bellissimo, ed io ero senza parole.
-Con questo anello...non ti chiederò di sposarmi, non basterebbe! “Finché morte non ci separi” non sarebbe un tempo sufficiente. Non basta una vita per l'amore che provo per te, per l'amore che CI unisce. Con questo anello, Alex, io ti offro il mio cuore, per l'eternità... Vuoi accettarlo? Till Eternity! -
Il mio cuore esplose incendiandosi e risorse dalle sue ceneri, come fosse un'araba fenice. Pronto ad esplodere di nuovo, tanta era la felicità che lo aveva colmato.
-Michael... si! Si, lo voglio, voglio te, sempre! -
Mi girava la testa, svuotata da ogni pensiero. I miei occhi puntati nei suoi, scavavano a fondo, cercando una via d'uscita, mentre il corpo non rispondeva più a nessun comando. Volevo porgergli la mano, perché mi infilasse l'anello, ma non ne fui in grado. Il cuore si affannava battendo colpi sordi, accelerando la frequenza. Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai con le mani sul suo petto.
Il tessuto della sua camicia bianca era sottile e liscio e le mie dita scorrevano con facilità, cercandone avidamente i bottoni.
Michael appoggiò all'istante il gioiello da qualche parte, non so dove, perchè non vedevo altro che lui. Mi prese il viso tra le mani, scostandomi con i pollici quelle ciocche ribelli che mi cadevano sulle guance. Ci trovammo a metà strada per concederci un bacio soffice, delicato, gentile... insoddisfatto, desideroso, insufficiente. Le labbra si incendiarono, ricercando un più adeguato appagamento, avide di scoprire cosa potesse realmente scatenare la passione. Uno scambio frenetico di baci, labbra contro labbra, le nostre lingue impegnate in una danza sensuale fatta di carezze, era come divorarsi l'un l'altra, senza riuscire mai a saziarci. Le sue mani iniziarono a percorrere pericolosamente il mio corpo, scivolando dalle spalle, giù lungo la schiena, fino ad arrivare laddove le curve del mio corpo si facevano più dolci. E poi tornare rapidamente verso il mio collo, sentivo le sue dita accarezzare avidamente ogni centimetro della mia schiena.
Sentivo sulle labbra la fresca fragranza di lei, assaporando ogni sfumatura, mentre impazzivo, percorrendo la sua esile figura con le dita. La sua schiena, lasciata semi nuda dallo scollo del vestito, stuzzicava ogni mia fantasia. La sua pelle così soffice e morbida risvegliava in me desideri, fino a quel momento, tenuti segreti. C'era un nuovo aspetto di lei, adesso. La sua passionalità mi stava sconvolgendo i sensi. Stavo per impazzire. I bottoni della mia camicia, saltarono via, come impazziti, permettendo alle sue lunghe dita, affusolate, di compiere disegni impensabili sul mio petto.
Il suo respiro, sempre più affannato mi suggeriva ogni mossa. Finalmente la sua camicia non mi impediva più di poter assaporare il sapore della sua pelle. Abbandonai un attimo le sue labbra per dedicarmi al suo corpo. Sentivo il suo profumo speziato inebriarmi i polmoni e il suo dolce sapore, scivolarmi sulle labbra umide. Michael fece scorrere completamente la zip del mio abito e lentamente insinuò le sue mani esperte, facendomi tremare di emozione ad ogni esile tocco.
Alex, mi stai facendo impazzire. I miei pensieri si accavallavano vorticosamente, senza possibilità di salvezza. Mi stavo completamente perdendo in lei. Le sfilai l'abito, cercando di contenere quell'audace senso di frenesia di cui ero vittima. Nella tenue luce calda delle candele intravedevo ogni delicata curva del suo corpo, leggermente velata da quei sottili pizzi del suo intimo. Il candore della sua pelle era acceso da scintille dorate, sotto la luce radente. Lasciai che continuasse a baciarmi. Sul volto, sul collo, scendendo dalle spalle fino al torace, era una sensazione incredibile. Ero totalmente suo. E non desideravo altro.
Mi ritrovai quasi nuda, di fronte ai suoi occhi. Ma non fu imbarazzante come temevo. Si fermò un attimo per guardarmi negli occhi, in modo che io potessi definitivamente perdermi nell'abisso dei suoi, naufragando nelle acque tempestose della sua anima.
Era passione, era fuoco che ardeva nelle vene, era vento che spazza via ogni cosa, era un mare in tempesta. Quante cose ancora dovevo imparare su Michael. Tutta la sua infinita dolcezza adesso era diventata ardore incontenibile e mi stavo abbandonando completamente a lui, come se null'altro al mondo esistesse.
Mi afferrò per i fianchi, sollevandomi da terra, mi cinse a sé, con forza per poi adagiarmi delicatamente sul giaciglio di cuscini a terra. Arrivò col volto al mio orecchio per morsicarmi gentilmente il lobo, mentre con la mano finiva di eliminare ogni ostacolo di stoffa tra i nostri corpi.
Il mio cuore perse il controllo, per un attimo, assaporando l'adrenalina che si sprigiona in previsione di una emozione intensa.
-Michael... - cominciai con un fil di voce.
-si? - mi rispose, senza smettere di torturarmi l'orecchio, con i suoi piccoli morsi.
-Per me...è...Per me è la prima... volta...- Si contrasse appena, come per capire se io fossi spaventata da lui, e riprese ad accarezzarmi il volto baciandomi innocentemente.
-Scusami...non volevo...-
-No! Che hai capito...solo...volevo dirtelo...-.
Lo afferrai con entrambe le gambe per impedirgli di allontanare il suo corpo caldo dal mio e in pochi attimi i nostri corpi trovarono la loro perfetta conciliazione. Ognuno la metà mancante dell'altra. Ogni respiro, ogni sussurro era un intreccio di sensazioni di piacere, un gemito e poi un altro. Entrambi vittime della passione, non più un semplice piacere carnale dei corpi ma l'elevazione a poesia pura, come strumento di arte delle nostre anime.
Sentivo il suo esile corpo rispondere con bramosia ad ogni mio gesto, donando tutta se stessa con veemenza. Non esisteva cielo ne' terra, paradiso ne' inferno. Solo l'unione perfetta delle anime in un solo corpo, avviluppato al desiderio istintivo di donare, l'uno all'altra, la perfezione, il fuoco che ci stava consumando avrebbe continuato ad ardere in eterno.
Le sue mani su di me, instancabilmente avide e ogni parte di me che rispondeva con un fremito, ad ogni sua carezza. Ormai ero persa, nell'oblio del desiderio, mentre attimo dopo attimo, sentivo crescere un esplosione incontrollabile, dentro di me che, come un onda ossessiva, era in grado di sedurmi e elevarmi al culmine del piacere. Senza avere più controllo razionale alcuno. E così, sfinita, mi abbandonai corpo e mente, all'uomo che amavo con tutta me stessa.
spero vi sia piaciuto...per l'insalata e i pomodori da tirare sono disponibile sabato...