Salve mie care e fedeli lettrici......so che vi ho fatto attendere molto a sto giro..ma sono stata davvero super impegnata per molte cose....casa, lavoro, feste, ecc....
cmq spero che leggendo il capitolo mi perdonerete......:-p
in ogni caso mi sento in dovere di avvertirvi.....reggetevi forte durante la lettura, soprattutto verso ill finale......
i deboli di cuore dovrebbero prendere qualche precauzione.....e forse sarebbe opportuno fornirsi di una buona e sana camomilla per tutti....
direi di fare un camomilla party...
a questo punto, "bando alle ciance" e sotto con la lettura, l'avventura (ri)comincia!!!!!!!!!!
enjoy it!!!!!!!
Capitolo 27
“...Stop existing and start living...”
Cos'è che cerchiamo continuamente? Non è forse quel briciolo di felicità, che tanto ci danniamo a rincorrere?
E' la continua lotta dell'uomo, piccolo essere imperfetto, sempre alla ricerca di un'utopica felicità, status vivendi che esiste solo nelle nostre fantasie!
Siamo così tristemente impegnati nella ricerca della perfezione, che ci dimentichiamo di vivere. Di assaporare ogni piccola cosa, di quei frammenti di vita che contano davvero. Quelle piccole imperfezioni che rendono unici i nostri giorni.
Non conta il sogno in sé, ma tutto quello che siamo noi stessi. Il brivido che sale lungo la schiena l'attimo prima, l'eccitazione che ne deriva, l'aspettativa di realizzarlo. La vita non è fatta di mete...ma di percorsi.
Quello che conta è ciò che sta nel mezzo, è lì che risiede davvero la felicità.
“...Stop existing and start living...”
Da quando ero andata via da casa avevo iniziato a comprendere cosa realmente dovevo cercare nella mia vita, cosa tenere caro. Ogni cosa che era accaduta, sul mio cammino, mi aveva condotta qui. Non sto parlando di destino, non esattamente, quello che intendo è il libero arbitrio. Le mie scelte. I miei errori e i miei, forse, non-errori, mi hanno condotta qui. Un solo passo diverso e adesso sarei da un'altra parte. Ma qui è proprio dove voglio essere. E non me lo sarei mai aspettata. Avevo realmente incontrato la felicità, sul mio cammino. E avevo avuto la fortuna di riconoscerla!
Mi ero lentamente svegliata, aprendo appena gli occhi, con la mente ancora sconvolta dalla notte precedente. Le calde braccia di Michael mi cingevano il corpo in un abbraccio protettivo, le sue gambe si intrecciavano alle mie e potevo avvertire il suo tiepido respiro, tra i capelli. Dormiva.
Mi strinsi ancora a lui, tentando di assorbire ogni particella di calore del suo corpo, consapevole di quello che avevamo condiviso. Avevo donato a lui la mia anima. Qualcosa di razionalmente inspiegabile aveva toccato il mio cuore, lasciando un segno indelebile. Mi lasciavo cullare dal ricordo di ogni emozione, sensazione, sussulto che ci era appena appartenuto, conducendoci in un mondo al di fuori del reale.
Risvegliarmi al suo fianco fu la cosa più dolce. Era appena trascorsa la notte più incredibile, credevo di aver perso tutto, in principio. E poi, il mio cuore aveva ricevuto il dono più grande...
Contemplavo il soffitto, fluttuando tra pensieri inconsistenti. La mente vagava libera da schemi, leggera. Probabilmente era appena l'alba, riuscivo ad intravedere il tenue bagliore della luce del mattino, che filtrava debole dalle fessure in legno delle finestre. Osservavo, con aria assente, quei piccoli granellini di polvere, che luccicano e si rincorrono in morbide piroette, nel fascio di luce, di quell'unico raggio di sole che ci raggiungeva. Un movimento casuale, come gli eventi della mia vita.
-Buongiorno Piccola mia! - la sua voce vellutata mi sussurrò all'orecchio.
-Buongiorno a te! - mi voltai all'istante verso di lui, insinuandomi più comodamente nel suo caldo abbraccio. Ci guardammo negli occhi per un tempo indefinito, senza dire nulla, non ne avevamo bisogno. Le parole cosa potevano dire più dei nostri occhi. Ci cullavamo l'un l'altra, nel reciproco riflesso.
Michael giocava con le dita sulla mia schiena nuda, ad ogni sottile tocco, un brivido mi attraversava il corpo. Era una piacevole tortura, che accendeva in me, piccole scintille di desiderio, ogni volta che ricominciava il suo percorso. E le scintille possono causare incendi!
Era così incredibilmente irresistibile, ma avevo assolutamente bisogno di riprendere il controllo sulla mia razionalità. Desideravo abbandonarmi a lui di nuovo, completamente, ma dovevo imparare a mettere confini, tra sogno e realtà, per avere coscienza di quello che accadeva.
-Michael... -
-Hmmm... si?... - mi rispose mormorando qualcosa contro le mie labbra, che aveva cominciato a torturare.
-Cosa è successo, realmente...ieri? -
-Oh, beh...noi....ehm...abbiamo fatto...ehm...- cercava di rispondere contenendo l'imbarazzo che vedevo dipingersi sul suo volto.
-Ma va? Non mi stavo riferendo a ...a ...quello! So benissimo cosa “abbiamo fatto”! - ridacchiai con aria innocente ed imbarazzata.
-Ah lo sai? Eh? - prese a picchiettarmi con l'indice sulla punta del naso, con fare provocatorio, ridendo anche lui.
-Si....io mi riferivo a prima. Ecco...a Lisa e...tutto il resto. -
Si scurì un po, in volto. So che non era un bell'argomento, ma il mio cuore voleva delle certezze. Capire come stessero realmente le cose.
-Bene, Alex! ...TI chiedo scusa, non posso davvero perdonarmi per...-
-No, no, Michael, non voglio che ti scusi... voglio solo sapere, capire...Non mi avevi mai parlato di lei... del tuo matrimonio... -
-E' vero. Non l'ho fatto perchè è una cosa che fa parte del passato, un passato che volevo restasse tale. Ma evidentemente la vita non funziona così, e mi dispiace... -
Si sistemò al mio fianco, sorreggendo la testa con un braccio, mentre con l'altra mano mi accarezzava il viso, scostandomi i capelli.
-Per me non era stato un matrimonio di convenienza, ero innamorato di Lisa. E credevo fosse così anche per lei. Sicuramente non mirava ai miei soldi, ma forse il suo sentimento non è mai stato forte come il mio.-
Prese una lunga pausa, respirando lentamente e cercando, con gli occhi, un qualcosa che solo lui poteva vedere. Poi riprese a parlare.
-Sai che in quegli anni mi furono mosse delle accuse...-
-Si, Mike. Lo so. E so che sei giunto ad un accordo per evitare il processo... -
-Già. Grave errore, vero? Vero. - Si rispose da solo, in realtà non mi aveva rivolto direttamente la domanda, stava palando con i suoi pensieri, quasi io non fossi realmente lì.
-Beh... ti hanno consigliato di liquidarli con una certa cifra.... -
-Si, l'idea non sembrava male all'inizio. Ed è vero, in questo modo non c'è stato nessun processo... ma è stato realmente positivo? -
Non sapevo cosa rispondere, o meglio, lo sapevo ma non ero in grado di farlo. Sperai che nuovamente la domanda non fosse rivolta a me. Che avesse una risposta insita.
L'unica cosa che potevo fare, era continuare a guardarlo. In attesa.
-Non avrei mai dovuto pagare!! La mia vita quel giorno è stata segnata da un'infamia indelebile. E la mia innocenza, reale, ha perso di significato per chiunque, a questo mondo... -
-No, Michael! Non devi dire così... e i tuoi fan? Lo sai che ti adorano e che non hanno mai dubitato di te. ...-
Mi sorrise appena, quasi fosse uno sforzo indicibile. Era un sorriso carico di dolore.
-Lo so. I miei fan sono la mia forza. Ma quanto potrà durare tutto questo? Arriverà il giorno che sarò...finito. Perderanno interesse per me, o il continuo sparlare dei media, lì convincerà di qualche altra falsità. Cosa farò allora?-
Potevo percepire il suo dolore, mi travolgeva come un onda di piena, ciclica e ridondante. E non potevo nulla. Cosa potevo fare io, contro un mondo infame e crudele? Come potevo aiutarlo davvero? Non avevo le risposte che cercava, non sapevo di averle, ma l'unica cosa che il mio cuore poteva suggerire fu quella che dissi.
-Non so dirti cosa succederà. Non lo so. Ma non sarai solo! Io sarò qui... con te. Per Te!-
Due calde lacrime scivolarono via dai suoi occhi, lucidi e profondi, correndo silenziose fino a morire sulle sue labbra. Le asciugai, poggiando la mia bocca sulla sua. Stringendo una promessa eterna con la sua anima.
-Ti amo, Alex! - la realtà delle sue parole entrò dritta come una lama di piacevole velluto, nel mio cuore, per restarvi in eterno.
-Ti amo, Michael! - Mi slanciai verso di lui, per suggellare le nostre parole in un bacio di consapevolezza, ma mi fermò, posando il suo indice sul mio labbo superiore.
-Quello che credevo di provare per Lisa...non era amore! Non lo era affatto. Non avevo mai assaporato il vero sapore di questo sentimento. Non fino a quando ti ho incontrato, Alex. Volevo tu lo sapessi. Perché non voglio più lasciare niente di non detto nella mia vita, troppe cose e troppe volte non sono stato in grado di far funzionare la mia vita come volevo, e questo non voglio che accada più.
Alex, devi credermi perchè nessun sentimento era stato così intenso, folle ed inaspettato... prima d'ora! -
-Michael, io... -
-... a quel tempo credevo di aver finalmente coronato i miei sogni... avevo appena scrutato nell'abisso dell'inferno e , quasi per miracolo, non vi ero sprofondato dentro... il mio cuore mi ha salvato, ingannandosi che l'amore di Lisa mi avrebbe riportato alla vita...ci credevo davvero... e avrei tanto voluto dei figli. Il mio successo più grande sarebbe stato quello di essere padre.. un buon padre.. -
Abbassò lo sguardo, fuggendo dai miei occhi preoccupati, soffriva e lo sentivo. Vedevo sul suo viso, nei suoi occhi così profondi, il riflesso della sua anima strappata. Quanti frammenti laceri che ancora lottavano per non disperdersi nel vento... quanto avrebbero resistito ancora? Sentivo il mio cuore pulsare come se volesse sprigionare la forza necessaria a tenerlo insieme... non avrei permesso una resa...mai! Solo che non sapevo come, la mia forza di volontà sarebbe stata sufficiente? Lasciai che si abbandonasse al mio abbraccio, cercando di confortarlo con la mia presenza. Volevo che vedesse in me una roccia, capace di sopportare il peso di una vita distrutta da parole velenose ed azioni subdole. Potevo farcela. Avevo vissuto nel terrore di un padre fuori legge, sempre ostaggio delle sue malefatte, venticinque anni di tormento per non essere come quel figlio tanto amato e desiderato, sopportando una vita che non mi apparteneva, che non sentivo mia, ed alla fine ero fuggita. Non si risolvono i problemi con la fuga, lo so, ma il mio non era stato un gesto di debolezza! Avevo solo trovato il coraggio di abbandonare tutto, per poter sperare di costruirmi un futuro che fosse mio. Avevo scoperto in me una forza che non credevo di avere, e volevo condividerla con lui. Almeno dovevo provarci. Quando si è soli tutto ciò che esula dalla quotidianità fa paura, destabilizza e ci imprigiona in un ciclo infinito di autocommiserazione. Insieme avremmo potuto oltrepassare qualsiasi status quo.
-Michael... ho abbandonato tutto ciò che faceva parte della mia vita, per la convinzione di essere in grado di costruirmi un nuovo futuro. Ho lottato per una vita, con le mie paure ed oggi sono qui, con te. E non avrei mai, e dico mai, potuto nemmeno immaginare un futuro più bello di questo. Non saprei dirti come siamo giunti a questo, certe volte il flusso della vita, ci trasporta così velocemente da impedirci di comprendere appieno tutti gli eventi, ma so di averci messo tutta me stessa. E so di potermi sentire felice adesso, senza nessun rimorso.
So talmente poco di quello che invece è il tuo mondo, posso solo sentire il tuo dolore, che mi attraversa ogni istante l'anima, ma non voglio che tu ti arrenda. Quello che è stato in passato adesso non conta. Oggi ogni cosa è diversa. Da oggi mi avrai al tuo fianco, sempre. Non importa cos'altro diranno sul tuo conto, perché non dovrai affrontare più niente da solo. Non sarai più solo. Prendila come una promessa, oppure come una verità, perché non permetterò più a nessuno di toccare, ferire, di nuovo, la tua anima. E non starò qui a leccarti le ferite, perché non ce ne saranno più... Adesso guardami negli occhi! -
Gli sollevai con decisione il viso, puntando i miei occhi nei suoi, cancellando tutto il mondo attorno. L'elettricità del mio corpo vibrava intensamente, dandomi la forza di affrontare quel muro di dolore che imprigionava Michael.
-Guardami! Io ti starò sempre accanto, non per aiutarti a rialzarti se cadrai, no... ma per impedirti di cadere! Affronterò il mondo al tuo fianco e questi occhi saranno sempre sinceri con te, come lo sono adesso. Michael, io ti amo, davvero, come non credevo fosse possibile amare una persona. Il pensiero di non averti qui, mi toglie completamente l'ossigeno, mi offusca la mente, mi paralizza. Perderti, per me, vorrebbe dire morire. Tutta la mia forza si annienterebbe, se tu non fossi qui. Ma ci sei. E io ci sono, per te! ...-
Non fui in grado di trattenere le lacrime, quasi singhiozzando, continuai a guardarlo negli occhi, perchè volevo comprendesse intimamente quanto, tutto quello che avevo detto, fosse reale. E lui piangeva silenziosamente, quelle brillanti goccioline che scendevano sul suo viso, segnavano le profonde tracce del suo antico dolore. Senza badare a me, allungai la mano sul suo viso, per asciugarlo. Delicatamente passai le dita sulla sua pelle, seguendo minuziosamente il disegno salato delle sue lacrime. Poi qualcosa cambiò.
I suoi occhi si accesero di una luce nuova, intensa e coinvolgente, carica di passione, che pulsava improvvisa. Mi bloccò la testa, prendendomi dalla nuca, con le sue grandi mani, forti e delicate al contempo, e mi tirò a sé. Cominciando a baciare il mio viso umido, asciugando, a sua volta, il sale sulla mia pelle, assaporando il gusto delicato delle mie lacrime per poi appoggiare le sue labbra sulle mie, in un attimo di intenso e lacerante dolore, che proveniva dritto dall'anima.
Mi coinvolse in un bacio senza tempo, passionale e disperato, come se cercasse nutrimento dalla mia bocca, come se anelasse la mia essenza. Bramava la mia anima e ne avvertivo totalmente la sua esigenza. Nessun impedimento adesso, tra i nostri corpi, che ancora giacevano nudi ed esausti dalla notte precedente, che si animarono di nuova vita, arsi, improvvisamente, nella pira del desiderio.
Il suo tocco sulla pelle adesso era audace, voluttuoso, privo di qualsiasi inibizione. Mi prese i fianchi e, preda dell'eccitazione, mi sdraiò sotto di lui, sotto il suo corpo elegante e scolpito, al pari di una statua di marmo greca. Scese su di me, baciando pericolosamente il mio collo, percorrendo una linea immaginaria che conduceva ai miei seni, piccole rotondità che accesero ancora di più le sue fantasie. Sentivo il mio corpo cedere languido ad ogni suo gesto, ero completamente persa in un carosello di sensazioni, un vortice di sessualità che mi aveva resa prigioniera.
Lasciai che continuasse ad esplorare il mio intero corpo, reagendo ad ogni stimolo nuovo e stuzzicante, fino a quando mi prese con tutta la sua virilità. L'intensità della sua forza mi coinvolse ogni senso. Mi ritrovai aggrappata a lui, alla sua schiena, affondando istintivamente le unghie nella sua carne, per la brama di sentirlo più mio, più forte ancora... Il senso razionale sconfitto completamente da un intreccio vivo e convulso di sensazioni, emozioni, piaceri, istinti...In un crescendo di pura follia erotica. L'estasi ci colse contemporaneamente impreparati, travolgendoci, corpo e mente, in una afrodisiaca dimensione, plasmando la realtà secondo le nostre percezioni. Ogni cosa aveva perduto i contorni e i volumi, fluttuavamo uniti, in un universo distorto e paradisiaco. Ci appartenevamo l'un l'altra, di nuovo e sempre di più, in modo indissolubile.
******** qualche ora prima, non molto distante da lì...***********
Una ragazza elegante stava attraversando i cancelli di Neverland correndo, sconvolta. Piccoli rivoli di sangue le scendevano sul viso e cadevano incontrollabili sul suo abito impeccabile. Era turbata, arrabbiata e ferita nell'orgoglio. Nella sua mente lampeggiava soltanto un'idea. La vendetta.
Un giovane sulla trentina, che stava anch'egli lasciando il Ranch, la notò. Preoccupato le corse incontro.
-Signorina, si sente bene? E' tutto a posto?-
-Si.-
-Oh mio dio! Ma lei sta sanguinando! E' sicura di stare bene? Cos'è accaduto? Sono un poliziotto, mi dica cosa è successo!!!-
Gli occhi di Lisa Marie ebbero un guizzo luminoso. Si fermò di scatto, voltandosi ad osservare il suo interlocutore, curiosa e soddisfatta, immaginando già il dipanarsi del suo perfido disegno vendicativo.
-Beh, in effetti qualcosa è successo...pero' ecco...io..non so se dovrei... parlarne! -
I suoi occhi suggerivano all'uomo la sua totale innocenza, come per garantirsi che avrebbe creduto ad ogni sua singola parola.
-Signorina...?-
-Lisa Marie... -
-Ah..Lisa Marie? Comunque, dicevo, non deve aver paura, se è successo qualcosa lei ha il diritto e il dovere di raccontare l'accaduto. Le ripeto, io sono un poliziotto, posso aiutarla...-
-Sono stata aggredita... -
Lasciò una pausa, per studiare le reazioni di quell'uomo, quel poliziotto, che adesso sembrava proprio capitato al posto e al momento giusto.
-Chi l'ha aggredita?-
-Io...io credo che si chiami...Alex...Alexandra... Gray, forse...la nuova compagna di mister Jackson...-
-Alexandra Emily Gray? -
-Si, credo sia quello il nome...-
Mentiva. E più lo faceva, e più si sentiva appagata, assaporando il dolce gusto della vendetta. Una vendetta che in realtà non aveva ragione di esistere, ma tanto era! Sentirsi rifiutata era stato troppo umiliante, per non parlare di Janet!! Era stata l'ultima goccia!
-Qui è stato commesso un reato. Venga con me al commissariato. Dobbiamo fare una denuncia. L'aggressione è un reato Miss Lisa. Per fortuna che l'ho incontrata!-
Lisa Marie lasciò che quell'uomo la prendesse sotto braccio per condurla all'automobile. Sarebbe andata al commissariato di Santa Barbara e avrebbe denunciato l'accaduto. Una vendetta perfetta! Si sentiva soddisfatta, estremamente soddisfatta.
L'uomo, d'altro canto, già si pregustava una promozione servita su un piatto d'argento. Era un'occasione ideale per mettere le mani su questa Miss Gray, ricercata anche in Australia e in Giappone. L'accaduto forniva una scusa perfetta per poter finalmente arrestare la ragazza. Era ansioso di comunicare la notizia al commissario. Intrufolarsi in borghese a quella festa privata a casa Jackson si era rivelata un ottima mossa, decisamente!
to be continued.........
stay tuned