Ho ascoltato tutta l'intervista oggi, prima di andare a lezione, con i palmi delle mani premuti sugli auricolari ed il volume delle casse alzato quasi fino all'insopportabilità per capire il più possibile. Me ne sono staccata con un grande senso di tristezza e, per quanto possa sembrare strano, di comprensione.
Credo che sia veramente difficile riuscire ad amare e ad essere amati per davvero a certe intensità, e che anzi si sia già abbastanza fortunati se si ha la possibilità di provare un sentimento simile almeno una volta nella vita. Io sono dell'idea che quest'uomo e questa donna si siano amati terribilmente e ad un livello tale da finire - come del resto accade spesso quando ci si immerge così in profondità - per farsi del male a vicenda (non necessariamente a livello fisico).
Per la prima volta mi sembra che Lisa Marie abbia parlato del loro rapporto in termini chiari e sinceri, al contrario di prima, quando le sue risposte erano ai miei occhi domande a se stessa, a quella parte di sé che ancora non aveva razionalizzato l'accaduto e che non era in grado di spiegarselo - una completa confusione, insomma. Forse l'avvenimento più irreversibile di tutti – la morte – l'ha forzata a riflettere riguardo argomenti per lei dolorosi e rischiosi che aveva deciso di non affrontare mai, di ignorare, di uccidere con la dimenticanza, anche se è evidente che un'operazione del genere a lungo termine è improbabile se non impossibile. Come qualcuno ha già detto prima, tutta la rabbia che mostrava di avere nei confronti di MJ dopo il loro divorzio mi sembra giustificabile e del tutto normale in situazioni simili (almeno, la mia esperienza personale, per quanto scarsa, me lo conferma – oltre al fatto che lo sgarbo che Lisa Marie aveva subito era di notevole entità), come del tutto normale è che vi segua un periodo di apparente indifferenza.
Il fatto che abbiano parlato l'ultima volta in tempi così recenti mi stupisce, poiché in realtà ero convinta che MJ non ne volesse più sapere nulla di lei e che lei semplicemente avesse accantonato tutto il suo amore per lui in qualche angolo lontano del ricordo. Scopro invece che non è così, che dopo il divorzio sono andati avanti ancora quattro anni - credevo che questa fase fosse durata molto meno, forse giusto il tempo di qualche incontro - sforzandosi di ricostruire la loro relazione dopo tutto e nonostante tutto, perfino dopo Debbie, dopo la furia di Lisa e dopo i dubbi sulla manipolazione. Non riesco a non pensare che se non si fossero amati davvero, e che se non si fossero fortissimamente desiderati (che non vuol dire riuscire a stare insieme) non l'avrebbero fatto per nessuna ragione al mondo. Quell'ultima telefonata mi ha spezzato il cuore, inutile dirlo: ma è pur vero che l'amore ha i suoi tempi e che spesso non si riesce a farli coincidere. E' veramente arduo secondo me trovare la giusta sincronia, quell'attimo perfetto che permette il perdono, la comprensione dell'altro e conseguentemente il rifluire dell'amarsi. Ecco, mi soffermerei in particolare sulla parola
comprensione: sono convinta che sia stata proprio questa a mancare tra loro verso la fine del loro matrimonio, forse perché in condizioni così delicate ne sarebbe servita tanta, quanta forse ne avrebbero guadagnata solo con gli anni (ma è una mia ipotesi, visto e considerato che al momento non ho ancora vent'anni e non ho molta esperienza del mondo), ed è proprio per questo che sono convinta che se si fossero ritrovati più tardi, in questi ultimi tempi, entrambi pronti, forse sarebbero riusciti a rimettere insieme i cocci del loro rapporto e magari sarebbero riusciti a restare serenamente insieme fino alla fine (naturale, sottolineo) dei loro giorni. Non posso non pensare simili cose con impressi negli occhi quel loro essere così spontaneamente uniti in ogni cosa, almeno all'inizio, e quel sorriso di allora, quel sorriso così semplicemente felice e brillante come più non l'avremmo visto in MJ (e forse anche in Lisa, chissà). A tale proposito mi vengono in mente le parole di
Wish you were here dei Pink Floyd:
How I wish, How I wish you were here. / We're just two lost souls, swimming in a fish bowl, year after year / Running over the same old ground. What have we found? The same old fears / Wish you were here
(
Trad. ad opera di questo sito: Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui / Eravamo solo due anime perdute che nuotavano in una boccia per pesci / Anno dopo anno / Correndo sullo stesso vecchio terreno. / Cosa abbiamo trovato? / Le stesse vecchie paure / Vorrei che tu fossi qui.)
Voglio fare un ultimo appunto a proposito della parola “indifferente”, che a quanto pare non è per niente piaciuta al nostro, tanto da spingerlo alle lacrime. D'istinto, andando oltre il comunque importante significato specifico (sentimentale) che aveva qui, mi verrebbe da collegarla a quanto detto da Shmuley Boteach nel suo volume:
“L'evento a Newark con il consigliere Booker riscosse un enorme successo, con la partecipazione di centinaia di famiglie. Distribuimmo migliaia di libri. Ma mentre tornavamo al suo furgone, Michael mi rivolse a malapena la parola, Mi accorsi che era furioso. Educato com'era, Michael non mostrava mai un'aperta ostilità e non l'ho mai visto perdere la pazienza, nemmeno una volta. Quando era arrabbiato, si limitava a ritirarsi in se stesso.
Ti puniva sottraendoti l'unica cosa che per lui aveva un grande valore: l'attenzione” -
Il libro che Michael Jackson avrebbe voluto farti leggere, pg. 41
Suppongo quindi che sentirsi etichettato come “indifferente” fosse un bruttissimo colpo per lui, soprattutto se a dirlo era una donna così tanto amata (sospetto anche nel 2005) come Lisa Marie. Probabilmente lei non poteva immaginare una simile reazione di fronte a questa parola; credo del resto che lei sia una persona estremamente franca e che non si faccia molti problemi a riferire una verità, anche se dolorosa.
L'unica cosa che appare lampante è che l'uno non era poi così indifferente all'altra, e viceversa.
P.S: MillieJean83, ho letto i tuoi post e mi ci sono in gran parte ritrovata. Sono con te.