DangerousLucy
00giovedì 22 aprile 2010 00:48
Ok miei fedelissime! il cap 12 è pronto! spero sia venuto decente! mah! mi rimetto al vostro sommo giudizio.
Buona lettura
Capitolo 12
Alessandra spense la lampada sul comodino, si strinse a lui, tanto da sentire il suo respiro sul suo viso, cercò di prender sonno, ma troppi erano i pensieri che le affollavano la mente, troppe le emozioni nel suo cuore. Avrebbe voluto che quella notte non passasse mai, per tenerlo li con lei per sempre, tenero ed indifeso, bisognoso d'amore, del suo amore. Fuori la tempesta infuriava, i tuoni spezzavano il silenzio ed i lampi continuavano ad illuminare la stanza, mentre la pioggia batteva violenta contro i vetri. Nonostante il temporale, Ale si sentiva al sicuro, nel suo piccolo nido, al caldo vicino al suo corpo, era piacevole ascoltare il rumore della pioggia, del vento. Pensò a come si sarebbe sentita se quella notte fosse rimasta sola, l'elettricità della tempesta l'avrebbe travolta, la malinconia si sarebbe impadronita di lei, si immaginava al buio nel suo letto stretta al cuscino, sola, terribilmente sola, lontana dai suoi affetti, lontana e alla deriva, come un foglio di giornale trasportato dal vento, battuto dalla pioggia fredda, volteggiando solitario in balia delle correnti, lontano, sempre più lontano da tutto, errante finchè il vento non si fosse placato. Distolse la mente da quei pensieri e tornò a concetrarsi su di lui. Nel bagliore dei lampi osservava il suo viso, dormiva profondamente, i muscoli del suo volto erano rilassati, la sua espressione era serena, Ale abbozzò un sorriso, era felice di essere riuscita a rasserenarlo, si sentiva il cuore colmo di gioia. Posò piano una mano sul suo fianco, chiuse gli occhi e a poco a poco la stanchezza prese il sopravvento sulle emozioni, aveva tentato di opporvi resistenza, si stropicciò più volte gli occhi, non voleva sprecare gli attimi che poteva stare accanto a lui dormendo, avrebbe voluto ascoltare il suo respiro, vegliare sul suo sonno, osservarlo ogni secondo, come se quella notte fosse l'ultima.
I primi raggi di sole cominciarono a filtrare attraverso le tende arancioni della stanza, colorando le pareti di riflessi arancio, dando a tutta la stanza un aria calda ed accogliente. L'orchidea sul davanzale, protetta da una piccola balaustra, era sopravvissuta integra alla tempesta, una goccia di pioggia, riluccicante sotto il sole, scivolò rapida su una foglia, la luce brillante del mattino metteva in evidenza le tenue sfumature dei suoi petali. La giornata si preannunciava splendida. Ale dormiva ancora, mentre due grandi occhi la guardavano teneramente. Michael, con il viso dolcemente adagiato sul suo cuscino, la osservava attento, in particolare era attratto dalle piccole lentigini sul suo nasino, le davano un aria così sbarazzina.
"è incredibile l'effetto che ha lei su di me! ho dormito come non mi accadeva più da anni, nel sonno sentivo la sua presenza e mi sentivo protetto, mi sono lasciato andare... totalmente. A lei riuscirei a raccontare tutto, riuscire a farle vedere totalmente il mio cuore. Peter Pan ha trovato la sua Trilly? lo spero! Lei non mi vede infantile, ma comprende il bambino che è in me! Anche Picasso diceva che i disegni dei bambini sono arte pura, perchè non sono condizionati da nulla, ne dalle regole, ne dai giudizi, non deve, per forza, essere tutto inquadrato, se l'albero non è verde ma blu, che importa? semplicemente esprimono ciò che sentono, il difficile è mantenere questa fresca genialità da adulti! io voglio essere libero dagli stereotipi, voglio essere ....come i bambini, creta fresca ancora da plasmare. Voglio sentirmi libero di esprimermi come sento, senza per questo essere giudicato come un essere bizzarro e pericoloso. Non voglio guardare le cose e non emozionarmi più, voglio che tutto riesca a stupirmi e meravigliarmi sempre! e lei.... la mia piccola Ale, lo capisce, lei sente le vibrazioni della mia anima, legge nei miei occhi ....senza che io parli, lei ascolta quello che sussurra il mio cuore! non sono strano se piango e sto male se non sono riuscito a salvare un amico, ne mi giudica se mi commuovo per un delfino morto, ne ride di me se accarezzo gli alberi e parlo con loro. Oh! accarezzerei ogni foglia del creato se potessi, ma se rivelassi al mondo questi miei pensieri, sarei solamente deriso, mi darebbero del ritardato. Provo pena per loro....che hanno gli occhi e non vogliono vedere, quante cose passano sotto il loro sguardo e non viene visto, si perdono bellezze ed emozioni uniche! Ma non lei....lei è come me...lei, fragile e dolce come un germoglio che lotta per crescere, lei vede e sente come me....lei vede e sente con gli occhi del cuore!" - le sfiorava piano il dorso della mano appoggiata sul cuscino, avrebbe voluto svegliarla, ma la lasciò riposare ancora - "Chissà dov'è adesso? quale sogno sta vivendo? ha un espressione così felice, ogni tanto le sue labbra abbozzano un sorriso, è bella, molto bella. Vorrei essere con lei, nel suo sogno, essere leggeri come piume volteggianti nell'aria e volare via...lontano...ma insieme! ...la porto con me a Neverland, ce ne staremo soli io e lei!" - non resistette più all'impulso di toccarla, le scostò una ciocca di capelli dalla guancia per poterla accarezzare, Ale sotto il tocco leggero delle sua mano cominciò piano a tornare nella realtà, a dischiudere lentamente gli occhi.
-Buongiorno..piccola! dormito bene?
Ale cercò di mettere a fuoco il suo viso, le sembrò di sognare ancora, mai un risveglio era stato così bello.
- Buongiorno!!- rispose stiracchiandosi - tu hai riposato bene?
- Oh si! divinamente! - la guardava con aria divertita, tanto da non riuscire a trattenersi dallo scoppiare a ridere. Ale rimase basita dal suo comportamento, lo guardava esterefatta.
-ahaa scusa ...piccola...è che... - a stento riusciva a pronunciare le parole senza scoppiare a ridere - .... nel sonno ti sarai stropicciata gli occhi, splamandoti il trucco heheheh... sembri un panda!- rideva con gusto, divertito.
Ale si alzò di corsa, chiudendosi in bagno sbattendo la porta.
Rimase ferma, con la schiena appoggiata alla porta, con gli occhi chiusi, non voleva vedere quell'immagine allo specchio, le sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente. "Oh mio Dio! che figura! ieri sera con tutto quel casino ho dimenticato di struccarmi ed ecco il risultato! vorrei morire per la vergogna! brava Ale, complimenti! volevi conquistarlo con un risveglio sexy? nessuno mai mi aveva definito un panda! che figura!! ma dai... su Ale! non è la fine del mondo, pensa se avesse detto che gli sembravi uno dei Kiss! e poi lui ama tutti gli animali... amerà anche i panda!!! spero!!... forse!!! che magra consolazione!" .
Mentre nella sua mente farfugliava questi pensieri, ad occhi chiusi cercava di orientarsi nell'armadietto del suo bagno alla ricerca dello struccante, se lo strofinò sul viso forte, tanto da arrossarsi gli occhi. Rimase in bagno per lunghissimi minuti, non aveva il coraggio di aprire la porta e guardarlo in faccia, in cuor suo sperava se ne fosse andato. Se ne stette in silenzio ad ascoltare se dalla stanza provenissero dei rumori della sua presenza, non sentì nulla. Si accostò alla porta, accovacciata, schiudendola un pò per sbirciare, nello spicchio di stanza che riusciva a scorgere non c'era nulla della sua presenza, pensò fosse andato via, si sentì una stupida, l'aveva lasciando andare così, questa volta era certa che non l'avrebbe più rivisto. Aprì la porta con aria affranta, non riusciva a crederci che per una stupidata avesse mandato tutto all'aria. Rimase ferma al centro della porta, con lo sguardo perso nella stanza vuota, sul letto con le lenzuola stropicciate, sul cuscino con l'impronta della sua testa. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime dalla delusione, quando con la coda dell'occhio scorse la sua figura, accanto alla porta del bagno, con la testa appoggiata al muro, le braccia conserte, lo sguardo divertito ed un sorriso dolcissimo sulle labbra.
- Tutto bene piccola?
Ale annuì con il capo, non riusciva a crederci, era convinta di averlo perso ed invece lui era li, sorridente, bellissimo.
-Scusami, ho avuto poco tatto ma, credimi, eri così....carina, divertente che... non ho saputo resistere alla tentazione di prenderti in giro. - allargò le braccia aspettando che lei ci si tuffasse dentro. Ale esitò un attimo, si sentiva in imbarazzo per il suo comportamento infantile, ma le sua braccia erano così invitanti, desiderava solo sprofondarci dentro. E così fece, si strinse al suo petto, mentre le sue grandi braccia si chiusero ad avvolgerla tutta. Ale si sentì di nuovo ad un passo dal Paradiso, il suo calore la circondava completamente, si sentiva di nuovo protetta dalla sua presenza.
-Scusami piccola, non volevo metterti in imbarazzo! Volevo giocare, ridere con te! - le sussurrò dolcemente nell'orecchio, poi le sue labbra si posarono sulla sua fronte per un tenero bacio. Ale si stringeva forte a lui, lasciandosi coccolare, era sempre più convinta che quell'uomo fosse scritto nel suo destino, lo sentiva.
-Ok, piccola iena, ti perdono...solo perchè ...il panda è un animale tenerissimo! - gli sorrise strizzandogli l'occhio. - Sei pronto per una colazione all'italiana?
- Ca..cappu..ssino? - disse con lo sguardo perso verso l'alto, di chi cerca di ricordare.
-Noooo ehehehh CAPPUCCINO! dai vieni!
Michael l'osservò mentre si avviava di corsa in cucina, era tornata, la sua piccola Trilly dal sorriso di musica era di nuovo lei, sorridente, bellissima. La raggiunse in cucina, piacevolmente divertito dalla sua frizzante allegria, per lui era tutto così diverso dal solito e gli piaceva.
- Wow!! è tardissimo! - esclamò Ale buttando l'occhio sull'orologio.
- Devi andare? per forza? - chiese Michael, deluso all'idea di separarsi da lei.
- Ti prego non farmi scegliere tra il restare con te e l'andare al corso e poi al lavoro, ti prego ti prego! - Ale strinse le palpebre per non guardarlo, sarebbe stata una partita persa in partenza cercare di resistergli.
- No, piccola! è giusto che tu rispetti i tuoi impegni! - Ale leggeva la sua delusione nel timbro della voce, anche se la invitava ad andare.
- Ma magari riesco a liberarmi prima... rubo due ore al corso....ed un paio al lavoro... riesco ad essere qui per le 16! sempre se ti va?
- Sul serio puoi? - il suo sguardo si riaccese.
- Beh! per una volta credo che si possa fare!
- Oh si! per favore!
"E come dirgli no?" si chiese Ale.
- Tu cosa farai in mia assenza?
- Passo da casa, doccia e un cambio e... torno qui ad aspettarti!
La cosa le piaceva, senza starci a pensare trroppo, aprì un cassetto in cucina e prese una copia delle chiavi del suo appartamento per lui, Michael le prese sorridendo, avere le chiavi di quel minuscolo appartamento era avere l'accesso al suo mondo, le chiavi del suo cuore.
-Ok! io vado! - disse a malincuore lei, voltandosi verso la porta.
- Piccola...aspetta!- Michael la raggiunse - dimentichi questo per l'ennesima volta, non ti va poprio di chiedermelo vero? - gli diede un bigliettino con il numero del suo cellulare. Era ufficiale, Michael Jackson non sarebbe più stato irrintracciabile per lei. Prese il biglietto con emozione, come fosse un reperto archeologico sacro, una reliquia da custodire con cura, come il Santo Gral per i templari. Diede un occhiata ai numeri e da quell'istante gli si stamparono per sempre nella mente, come un marchio a fuoco. riuscì solo a pronunciare un timido "grazie".
- Non mi lasci il tuo?
Era frastornata da quello che stava accadendo, aveva il suo numero, lui le sue chiavi di casa, si sarebbero visti nel pomeriggio e adesso lui voleva il suo numero: "troppo bello per essere vero" - pensò, dandosi un pizzicotto sul braccio.
- Ahi!... oh... si... scusa... non ci avevo pensato! - tirò fuori dalla borsa un bigliettino da visita. - ora devo andare... a più tardi!- uscì, ma questa volta sentiva il cuore leggero, non più stretto nella morsa della paura di non ritrovarlo mai più.
Sentì il cellulare vibrare nella tasca mentre saliva le scale dell'ospedale, con Susy al suo fianco. Lo prese incuriosita dall'arrivo di quel messaggio: "Ogni minuto sembra eterno.... Michael", sorrise nascondendo di fretta il cellulare in tasca.
-Mmmmh! chi è che ti messaggia? - disse incuriosita Susy.
-oh!... amici dall'Italia!- rispose imbarazzata, Susy la guardava di traverso, come se avesse intuito.
- Amici eh? e allora perchè sei tutta rossa in viso? Sei troppo misteriosa in questo periodo... c'è qualcosa sotto... magari un bell'uomo! WOW!! hai già fatto conquiste in America! chi è?
- Ma che dici?? nessun uomo! amici dall'Italia che dicono stupidate!
- Ok, sarà! Allora sei dei nostri oggi?
- Mi spiace, oggi non posso, devo uscire un paio d'ore prima, mi hanno chiesto un favore a lavoro alla quale non ho potuto dire di no!- le dispiaceva mentire a Susy, era stata sempre molto gentile e disponibile con lei, ma come poteva dirle che c'era Michael jackson che l'aspettava?
- Allora ci raggiungi dopo il lavoro per una birra?
- mmmh! guarda... non so a che ora mi libero... magari vi chiamo, ok??
- Sei sicura di non avere un uomo tu? ehehhehe buon per te amica mia! spupazzatelo tutto!!
- Smettila, ma guarda te che vai a pensare! sempre la solita! ehehheh
Dall'altro capo della città Michael, dopo essere passato per casa sua per un cambio, raggiunse Liz per pranzo in un lussuoso locale. Quando entrò la vide già seduta ad un tavolo, in fondo all'ampio salone, lontana dai finestroni per evitare le indiscrete paparazzate dei fotografi. Era affascinante come sempre, nonostante l'età non più giovanissima, conservava ancora la bellezza di un tempo, il carisma di una vera star d'altri tempi. Sulle sue dita laccate di rosso, spiccava un grosso anello di brillanti, regalo dell'ennesimo marito. I suoi occhi, ben truccati, si illuminarono quando scorse la figura di Michael che si avvicinava.
- Mike tesoro! che piacere vederti! sono stata veramente in pensiero per te, ho saputo di Adam e... Mike mi dispiace tanto.... ti ho cercato tante volte, pensavo volessi un amica vicino!
Michael si chinò verso di lei per darle un bacio sulla guancia, poi si mise a sedere di fronte a lei, Liz gli prese le mani, stringendole tra le sue.
- Come stai tesoro?
- Grazie per essere sempre così protettiva nei mie confronti, non saprei come fare se non avessi te!
- Lo sai che ci sarò sempre! Hai un bell'aspetto, sono così felice di vederti! Gipsy sta bene?
- Oh si! lei scorrazza libera per Neverland!
- e di te che mi dici?
- Sto bene! ma è stata dura! Il tour mi ha provato molto, ma è stato un gran successo...
-Si, ho letto sui giornali, sono felicissima per te, Il re è sempre il re! - i suoi occhi erano così solari, riusciva sempre a trasmettere a Michael una fiducia immensa, continuava a guardarlo negli occhi tenenedogli le mani.
Michael proseguì a raccontare di Adam, si commosse nel ricordarlo, si scusò con lei per quei giorni di buio in cui non si era fatto sentire, le raccontò delle sue notti di dolore, di quanto tutto questo lo ferisse, gli disse di suo padre e dell'ennesimo tentativo fallito di avvicinarsi a lui, Liz ascoltava visibilmente commossa nell'ascoltare i giorni travagliati del suo fragile amico. Poi la voce di Michael si fece più serena quando arrivò a parlarle di lei, Alessandra.
- Oh! cosa sentono le mie orecchie! ecco perchè nonostante tutto, hai un aspetto formidabile ragazzo mio! raccontami di lei? è bella?
- Oh si lo è! sembra uscita da un quadro di Botticelli, ma quello che amo di lei è che... riesce a sentirmi... capisci cosa intendo?
Liz, sorridendo compiaciuta, fece cenno di si con il capo.
- Lei sente cosa c'è nel mio cuore senza che io debba spiegare, sente le cose con la stessa intensità ed emozione che provo io, oh Liz è.... è.... straordinaria la pace che provo quando sono con lei.
- Sei innamorato?
- Non lo so! ma lo vorrei, solo Dio sa quanto lo vorrei! ci ho creduto tante volte nell'amore sbagliando tutto totalmente, che... adesso non so più riconoscerlo!
-Non affanarti tesoro mio, non dobbiamo sempre avere tutte le risposte pronte... cerca nel tuo cuore e poi guarda nel suo... la risposta poi arriva da se!
Ale se ne stava senduta in aula, ad ascoltare distratta la lezione, picchiettando nervosamente la penna sul blocco appunti, guardava inisitentemente l'ora, fremeva dal desiderio che giungesse l'ora di andarsene. Di tanto in tanto rileggeva il messaggio e compose il suo numero un infinità di volte, ma poi metteva giù, avrebbe voluto chiamarlo, ma per dirgli cosa? Le ore che lo separavano da lui erano interminabili.
Dopo un lungo e piacevole pomeriggio in compagnia di Liz, Michael rietrò a casa di Ale, ormai mancava poco al suo ritorno. Si sedette sul divano, guardandosi intorno, una pila di cd vicino ad un piccolo stereo attirarono la sua attenzione, si avvicinò a guardarli. Sorrise nel vedere che Ale aveva tutta la sua discografia, accese lo stereo per sentire l'utlima canzone che lei aveva ascoltato. Le ultime note di "You are not Alone" invasero la stanza. Pensò a lei, seduta sul tappeto, lontana da casa,dai suoi cari, sola, con la sua voce allo stereo che ripeteva "tu non sei sola", un immagine che gli fece tenerezza. Spense lo stereo e tornò a scorrere i cd. Si stupì nel vedere un infinità di cd di Elvis, sorrise pensando che la sua piccola avesse un vero e proprio debole per i Re. Continuò a scorrere i cd, Queen, U2, storse il naso quando ne vide uno di Madonna, ne trovò alcuni italiani, Ligabue, Ramazzotti, Pausini, ad un tratto sentì aprire la porta.
- Ciao! ho fatto più in fretta che potevo - Ale era tornata, gli si buttò di corsa tra le braccia. Amava i suoi slanci impetuosi ed istintivi, per poi pentirsi e lasciare spazio ad un leggero imbarazzo.
- Com'è andata oggi piccola?
- Un disastro! il pensiero di te non mi ha lasciata un attimo!- gli rispose senza guardarlo, tenendo la testa sempre stretta al suo petto, se solo avesse alzato gli occhi verso i suoi non sarebbe mai riuscita a dire nulla.
- Però è così bello sapere che c'è qualcuno ad aspettarti, non credi?
- Si! è bellissimo, anche se... delle volte ho temuto di non trovarti!
- Ci sarò sempre....
Just call my name
and I'll be there...
- Ti va di vedere il mare?
Lei si staccò dal suo petto con lo sguardo sorpreso, luminoso.
- Si! sarebbe favoloso! si può fare?
- Con la notte tutto si può fare, piccola!
Al tramonto si avviarono verso Santa Monica. Giunsero che il sole era calato del tutto, la spiaggia era buia e quasi del tutto deserta, di tanto in tanto si vedevano dei falò con i ragazzi che cantavano e suonavano le chitarre, ma nessuno si sarebbe curato di loro, per Michael era il suo momento di libertà.
Ale rimase subito colpita dal possente suono delle onde dell'Oceano, era la prima volta che lo ascoltava e dal fragore ne percepiva la vastità. Respirò a pieni polmoni il profumo di salsedine.
Michael si rivolse alle sue guardie, ordinando loro di restare nei pressi del Suv.
- Ma Mr. Jackson... potrebbe essere pericoloso!
- Non accadrà niente, nessuno sa che sono qui e non c'è quasi nessuno nei paraggi, non ci allontaneremo molto! Dai Ale vieni! - la prese per mano avviandosi verso la spiaggia.
- Ti va di correre? dai... corri con me! è bellissimo sentirsi liberi!
- Mike ti prego!! non tirarmi così! rischio di cadere, aspetta!
- Dai piccola panda!!! - sorrise divertito, adorava stuzzicarla.
- Uffa! Smettila di chiamarmi così! - Ale si lanciò al suo inseguimento, lui la schivava ogni volta, ridevano come ragazzini, quando all'improvviso inciamparono l'uno nei piedi dell'altro, finendo a terra, sulla sabbia. Si tenevano entrambi lo stomaco dal ridere, letteralmente piegati in due dalle risate, tanto da avere le lacrime agli occhi. Erano secoli che Ale non rideva così.
- Non è possibile che ogni volta che ci sei tu, finisco a terra!
Tornarono a ridere ancora, fino a quando pian piano il riso lasciò lo spazio al silenzio, rotto solo dal rumore delle onde. Rimasero sdraiati sulla sabbia, Ale poteva sentire il calore del sole, appena calato, su di essa, non si curò di averla ovunque, rimase sdraiata li accanto a lui, su di lei un cielo immenso trapuntato di stelle. Sentì la mano di lui stringere la sua, affondare insieme nella finissima sabbia tiepida. Il tepore della sabbia, il calore della sua mano, Ale sentì riaccendersi la passione. Una stella cadente attraversò l'intero cielo, luminosa, rapida, magica.
- Esprimi un desiderio!- disse lui
"voglio te! amore mio, voglio i tuoi baci, la tua passione... il tuo amore"- pensò questo Ale, mentre stringeva sempre più la sua mano, sentiva sotto le sue dita i ruvidi e minuscoli granelli di sabbia in contrasto con la sua pelle morbida, vellutata, ebbe un brivido.
- Sai? la luce delle stelle impiega anni luce per raggiungere la terra - Ale si voltò a guardarlo mentre parlava, lo sguardo di lui era fisso verso il cielo, la sua voce era dolce, placida, appassionata come ogni volta che rifletteva sulle bellezze del creato, ed Ale era trepidante dal farsi rapire dalle sue parole. - Alcune delle stelle che vediamo adesso, potrebbero essere già morte da secoli, ma noi ne vediamo ancora il bagliore. Non è incredibile? è come se guardassimo nel passato! è una cosa meravigliosa! - Michael si alzò da terra, porgendo la mano ad Ale, un gesto che lo fece sorridere e ripensare al loro primo incontro. Ale posò la sua mano su quella di lui e si tirò su. Faccia a faccia, occhi negli occhi. Ale sentì il respiro di lui farsi affannato, era visibilmente emozionato, avvicinò la sua mano al viso di lei, prendendolo dolcemente fra le dita, la lieve brezza marina scompigliava i suoi lunghi capelli, Michael li allontanò dalle sue labbra, lei sentì il fuoco divampare dentro di se, ardeva di desiderio ad ogni suo tocco. Il viso di lui si fece sempre più vicino, i suoi occhi inumiditi dalle lacrime, tremavano di desiderio, la sua bocca si dischiuse, si avvicinò alle sue piccole labbra carnose e le sfiorò appena, un piccolo tocco che lasciava entrambi senza respiro. Il suo viso tornò ad allontanarsi leggermente da lei, la guardò intensamente, era così bella e dolce davanti a lui, una lacrima sfuggì dai suoi occhi rigandogli velocemente la sua guancia, Ale accostò la sua mano sul suo volto, ad asciugare il suo pianto. Lei tremava dall'emozione. Il suo viso tornò a farsi vicino a quello di Ale, le sue labbra si posarono piano su quelle di lei, le baciò lentamente, con piccoli movimenti delle labbra, lei sentiva il tepore della sua bocca, le sue labbra morbide e umide sulle sue, sentì le lacrime di lui bagnarle il viso, lo strinse a se, senza mai staccare le sue labbra da quelle di lui, sentiva il suo bisogno di essere amato, di quanto fosse indiveso in quel frangente. Dischiuse le labbra, lasciò che la sua lingua sfiorasse la sua, dolcemente. Lui la strinse fra le forti braccia e lei si abbandonò totalmente alla passione dei suoi baci.
.... continua
siete vive?
io sono ancora su quella spiaggia con gli occhi sognanti!! eehhehe
kiss kiss
Lu