Eccomi guuurls!!! chiedo scusa per il ritardo...ma in certe situazioni è difficile mantenere la testa concentrata!! Ho fatto del mio meglio...cercate di capirmi!!!
Troverete la musica...procedete come sempre!!!
buona lettura
Capitolo 50
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"Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole"
E. Hubbard
Il rumore di una lacrima che lascia gli occhi per cadere a terra, è questa la voce dell'anima.
Da sempre pittori e poeti hanno cercato di cogliere il fascino impalabile del silenzio. Dipinto come un pontile in legno su un lago fermo, descritto come il rumore di una piuma che si adagia al suolo ... questo è il suono del silenzio.
Difficile descrivere cosa sia, difficile definire qualcosa di indefinibile, ma è certo che non è il nulla, ne il vuoto, ne la negazione dei suoni, il silenzio è l'esatto contrario, è il tutto, la somma delle emozioni, delle note, delle parole. E' il punto in cui tutto ha origine.
Il silenzio è intangibile, invisibile, inascoltabile eppure parla, ma il mondo non sa più udirlo o forse non vuole. Troppe le parole spese senza più un senso, troppe volte urlate a coprire altre grida, ad eludere con il volume la scarsità dei contenuti, ad imporre le regole con i toni alti.
Ma il rumore non copre il rumore...solo il silenzio può farlo.
Le parole urlate non hanno più valore di quelle taciute, basterebbe restarsene in silenzio per capire il senso di ogni cosa. Ma troppo spesso si nasconde con il frastuono quello che fa veramente male sentire.
Il silenzio è l'incontro delle anime e le anime spesso fanno male.
"Io amo e vivo in silenzio, ma dietro ogni sorriso nascondo una lacrima di dolore."
Jim Morrison
Quando si è persi nella confusione del mondo, quando il rumore sovrasta i pensieri e si è smarriti nel vortice del caos, tanto da non sentire più il battito del proprio cuore nel petto, è il momento in cui si cerca disperatamente che la giostra si fermi in quella quiete che ha radici profonde, in quel vuoto che è il tutto e che racchiude l'origine dell'anima. Il silenzio come un rifugio per parlare, per conoscere e vedere. Il silenzio è dove nascono i pensieri e si trovano le risposte, quando le parole cadono sterili ed inconcludenti, quando il tutto stancamente si ripete senza comprensione, arriva il momento di tacere, è il momento di parlare un altra lingua, che non conosce confini, ne ceti, che parla ad ogni essere vivente.
Il silenzio è la lingua universale, quella della terra e del cielo, dell'uomo come degli animali, discreta ed incisiva, si ascolta solo se non attraverso il cuore.
"Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perchè non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca."
Charlie Chaplin
Il silenzio è impercettibile, inconcreto, eppure ci parla, ed ha un peso a volte più grande delle parole. E' quel momento in cui si riemerge a prendere fiato dal frastuono che dice tutto e niente. In esso si nascondono i messaggi più profondi e chi ha la forza e la capacità di comprenderlo, ha il dono della saggezza e sa comprendere la vita.
Si resta in silenzio nella meditazione, nell'atto d'amore, in un bacio ed in una carezza, si è in silenzio nel dolore e nella preghiera, accompagna la rassegnazione e la rabbia, la delusione e la gioia, le lacrime ed il sorriso, lo smarrimento e la comprensione. Il silenzio tace agli stolti, ma continua a parlare ai saggi più delle parole.
Il silenzio è la voce dell'invisibile, perduta nel nulla, è la voce di chi non ha più parole e comunica con i gesti, con lo sguardo, è il suono di chi diventa emarginato, dichi non esiste agli occhi del mondo...il silenzio è necessario al mondo per vedere quello che non si vuole sentire.
"L’essenziale è invisibile agli occhi."
Antoine de Saint-Exupéry, da Il Piccolo Principe
Invisibile agli occhi ma non all'anima. Il silenzio nasconde e rivela.
E' come uno spartito vuoto se visto con gli occhi... racchiude in se l'essenza della vera musica, perchè contiene le note più segrete che solo l'anima sa ascoltare, Il silenzio da senso ai suoni, come il bianco e il nero danno senso ai colori. Il silenzio è verità ed è nelle frasi non dette che l'uomo è più sincero, bisognerebbe credere alle frasi taciute piuttosto che alle parole pronunciate, perchè nessuno mente nei suoi silenzi.
Quanto si è se stessi nei silenzi? Forse troppo perchè la gente ne possa afferrare l'essenza.
Nella poesia, dove ogni parola ha un senso, si dovrebbe imparare a leggere gli spazi bianchi sul foglio, il momento in cui il poeta ci spinge ad andare oltre, a leggere tra le righe, ed è li che regna la verità, la vibrante emozione di scovare l' anima nascosta delle cose.
Esso arriva li dove muoiono le parole, quando ci si dimena in se stessi, intrappolati nel groviglio fitto delle emozioni, proprio quando si vorrebbe urlare per liberarci dal peso dei sentimenti, ci si accorge che le parole sono superflue, come un mimo che interpreta le sue emozioni senza usare la voce, si comprende che chi sa ascoltare sa farlo anche attraverso il silenzio. Ed in quel preciso istante il silenzio diventa musica. Ogni volta diverso, ogni volta emozionante. Quanti silenzi si possono ascoltare? Sempre nuovi, sempre sconvolgenti.
Nel vortice di un unico immenso rumore che regna nel mondo...si distingue il suono di mille silenzi, ognuno con la sua voce.
Enjoy the silence...
New York
Ed proprio quando tutto tace che la mente si affolla di pensieri. Anche quando non vorremmo, anche contro la nostra volontà. Ma quella sera Michael desiderava fosse diversa, quella sera i suoi soliti pensieri non gli avrebbero rovinato quel silenzio che sapeva di completezza, sentirsi appagati, soddisfatti di quello che si riesce a stringere tra le braccia.
Da sempre Michael si era rifugiato nella calma di quei lunghi silenzi, aveva scelto di tacere davanti ai rumors sui giornali, aveva scelto il silenzio alle accuse, alle bugie, alle ingiurie, perchè aggiungere parole ad altre sarebbe servito a poco, solo far crescere il rumore. Lui aveva scelto il silenzio, certo che chi sapesse ascoltare, l'avrebbe fatto anche attraverso quelle parole mai dette. Immergersi nel silenzio per lui era come rivolgersi ad un caro vecchio amico attraverso il quale poteva ascoltare la voce della natura che gli si rivelava davanti agli occhi senza riserve, in quelle sere al tramonto seduto su sul albero a Neverland. Il silenzio come un vecchio amico che aveva amato e desiderato da sempre, come un rifugio dell'anima nella quale nascondersi e rigenerarsi dopo che il boato della folla urlante gli faceva salire l'adrenalina e assorbiva le energie in quella vita storta, in quel mondo caotico che per lui sembrava girare al contrario, perchè ogni silenzio porta qualcosa dentro se di unico ed irripetibile, e può farne tesoro soltanto chi sa coglierlo e Michael da quelle piccole gocce di silenzio lasciava nascere la sua musica.
Ed il silenzio quella notte non l'aveva tradito, era stato complice perfetto del loro atto d'amore, lasciandosi a tratti spezzare dolcemente dai loro gemiti passionali e dai sospiri intensi, per poi tornare dirompente ed incontaminato in quegli attimi di complicità in cui i loro occhi si incrociavano nel bagliore lontano dei grattacieli di New York, per poi perdersi l'uno sulle labbra dell'altro a lasciarsi travolgere dalla preziosità di un momento unico.
Il silenzio continuava a cullarlo tra le sue rassicuranti braccia vellutate e morbide, Michael stringeva Ale a se, restandosene avvolto in quell'atmosfera accogliente, allontanando qualsiasi pensiero dalla mente, silenziosamente trasportato in quell'attimo prima che il sonno sopraggiunga pesante. La sua mente era già libera dai pensieri. In quel dormiveglia sentì Ale muoversi nel suo abbraccio. Tornò ad aprire gli occhi e a fissarli sul viso di lei. Il suo sonno era agitato, il suo viso era contratto in espressione sofferta. Si chiese quale sogno stasse turbando il suo riposo. Rimase ad osservarla mentre i suoi movimenti si facevano più concitati. Avrebbe voluto svegliarla, per porre fine a quello che pareva essere un incubo. La strinse a se, nel tentativo di calmarla, invertire il suo incubo in un dolce sogno, ma un "No" sofferto sfuggì dalle labbra di lei, mentre cercava di divincolarsi dal suo abbraccio.
- Lasciami...lasciami!! - pian piano quelle parole sfuggite divennero decise, quasi urlate. Ale lottava contro qualcosa nel suo sonno tormentato.
- Ale ....Ale svegliati...è tutto Ok...piccola mi senti?
Cercò di non svegliarla di colpo, non voleva che il suo cervello ancora provato avesse un altro trauma, ma era chiaro che era alle prese con un incubo.
Nella sua mente Ale si dibatteva, cercando di liberarsi da quella presa. Vedeva chiaramente il suo piccolo appartamento a Los Angeles. Qualcuno era entrato in casa e l'aveva aggredita, qualcuno alla quale non riusciva ad attribuire un identità. Il suo sogno infinito continuava a ripetersi, sempre la medesima scena, lasciandola cadere nel terrore. Le sue mani che ceravano disperatamente di tenerlo lontano, quelle sensazioni così reali, quella paura così tangibile e concreta, sembrava così distante dall'immagine onirica di un sogno. Si vedeva inchiodata a letto, qualcuno le teneva i polsi con una mano mentre con l'altra le strappava la maglietta. Nel sonno il suo cuore palpitava forte, il respiro si fece corto, sentì la paura impossessarsi di lei. Quelle emozioni vissute realmente quella notte tornavano nei suoi sogni. Strani flash nella sua mente, frammenti di violenza senza una cronologia esatta, tutto confuso in quegli attimi concitati, si vedeva sfinita nel cercare di respingerlo, di tenerlo a distanza, di farsi spazio in quella morsa e fuggire via. Quell'uomo senza un volto cercava di violentarla. Dalla penombra dei suoi ricordi quel volto coperto dalla maschera di Michael Jackson tornò prepotentemente davanti ai suoi occhi.
E quando il silenzio viene interrotto con violenza, è come una ferita che separa le carni, sanguinante...dolorosa.
Un urlo tagliò di netto il silenzio confortante di quella notte. Sbarrò gli occhi Ale ed in quel momento confuso, tra realtà e sogno, vedere il viso di Michael davanti a lei la spaventò. Continuò ad urlare e a divincolarsi dal suo abbraccio, fu fuori dal letto e solo in quell'attimo si rese conto di essere sveglia. Il terrore non aveva abbandonato la sua espressione, aveva compreso che quello stato di paura non era frutto di un incubo, ma era la realtà che si riaffacciava alla sua mente. Respirava affannosa, mentre cercava gli occhi di Michael nella penombra. Lui era incredulo da quella reazione, restò a guardarla cercando di capire come calmarla.
- Ale...piccola..è stato solo un incubo!!
Ale rimase a guardarsi intorno, in quella sorta di confusione mentale che non le permetteva ancora di comprendere dove finiva l'incubo e iniziava la realtà. La realtà per lei continuava ad essere incisa nei suoi occhi scuri, il faro da seguire nel buio di ogni notte. Li fissò in silenzio, lasciando che il suo petto nudo ansimante riprendesse un ritmo regolare.
- Ale va tutto bene...vieni qui!! - le fu vicino con dolcezza, facendole cenno di lasciarsi abbracciare. Ale esitò.
- Non era un incubo...ne sono certa! Questo era il ricordo di quella notte! - i suoi occhi smarriti e spaventati si riempirono di lacrime. Quelle parole per Michael furono dolorose e devastanti, quello alla quale lui aveva assistito era la paura reale di quella notte, come un ipnosi regressiva, Ale aveva fatto uscire quei terribili istanti, li aveva rivissuti sotto gli occhi impotenti di Michael, senza che lui potesse fare qualcosa per porre fine alla sua paura.
Ale fissò un punto nel vuoto a lungo, cercando di mettere ordine a quelle immagini, le lacrime continuavano a rigarle il viso lentamente, mentre la sua mano si mosse nel buio fino a raggiungere quella di Michael.
- Dimmi la verità...ti prego! Ci sono cose che non mi hai detto di quella notte?
Michael non rispose, un silenzio doloroso si frappose tra loro.
- Ti prego Michael...ho bisogno di sapere la verità...non posso vivere nella paura di ricordare alcune cose all'improvviso! Ho visto una maschera con il tuo volto...quell'uomo indossava quella maschera?
Per Michael non c'erano più dubbi, Ale iniziava a ricordare quella notte.
- Si piccola...mi spiace...avrei voluto dirtelo...ma i medici dissero che troppi dettagli ti avrebbero turbata inutilmente!
Ale pianse, stringendosi a lui.
- Oh mio Dio! non era un sogno...non era un sogno...quello che ho visto è accaduto sul serio! Chi era Michael? perchè aveva la tua maschera? E' qualcuno che sa di noi?
- Ale piccola...calmati!!! Non sappiamo chi fosse...non sappiamo il perchè di quella maschera...potrebbe essere una coincidenza! Ma ti prometto che nessuno ti farà più del male!
- Michael...- Ale fece una pausa, allontanando il viso dal suo petto - c'è altro che devo sapere? Ti prego!!
- No piccola...sai tutto quello che c'è da sapere!
- Lui ci è riuscito? E' riuscito a violentarmi? - Michael vide il terrore in quegli occhi verdi così vicini ai suoi, non esitò oltre, non voleva leggere un minuto di più quello smarrimento sul suo viso.
- No...No Ale....non ci è riuscito...stai tranquilla...non ti ha fatto del male!
Ale sembrò rasserenarsi, tornò a poggiare il viso sul suo petto nudo.
- Non posso pensare che un giorno potrei ricordare che mi ha violentata...non posso credere che abbia spezzato così l'amore...non voglio rivivere la sua violenza nei tuoi gesti mentre facciamo l'amore...non voglio che quell'uomo si sia preso qualcosa che appartiene solo a te! Non riuscirei a sopportarlo...non riuscirei a sopravvivere ad un dolore così grande!
Michael sentì le sue lacrime bagnarle il petto nudo, posò la sua grande mano sui suoi capelli, lasciandola scorrere lentamente.
- Non è successo piccola... nessuna violenza turberà mai quei momenti...perchè non è accaduto... quei momenti saranno sempre dolci ricordi nella tua mente!
- Mi dici la verità Michael?
- Non ti mentirei mai su questo amore mio!
- Temo il giorno in cui...ricorderò ogni dettaglio di quella notte!
- Invece devi sentirti libera dalla paura Ale...quel che è successo non tornerà a ferirti ancora!C'è una frase di Ghandi che dice: " Non volendo pensare a quello che mi porterà il domani, mi sento libero come un uccello". Ed è così che devi sentirti piccola...libera di pensare al domani senza che quella notte torni ancora a turbarti. Nessuno ti farà più del male.
Ale rimase in silenzio, mentre nella sua mente continuava a rivedere quelle immagini, a passarle a rassegna come a voler esorcizzare la paura, cercare quel particolare, quel dettaglio che era la chiave di tutto. Sentì la testa scoppiarle, ed il silenzio di quella stanza in penombra divenne assordante.
- Per favore Michael...rompi il silenzio di questa stanza....è insopportabile...non voglio più sentire i miei pensieri!
- Non avere paura del silenzio, piccola...è l'unico mezzo che si ha per arrivare all'anima delle cose...attraverso il quale puoi viaggiare dentro te stesso e trovare le risposte che cerchi! Ascolta..- rimase in silenzio un istante - Ogni silenzio ha qualcosa dentro se...riesci a sentirlo?
Il tono pacato della sua voce, riusciva a distenderla, Ale come sempre si lasciò trasportare dalla delicatezza della sua voce, lasciandosi cullare da quei sussurri.
- Si..riesco a sentire oltre il silenzio!
- Cosa senti piccola?
Ale fece scorrere le sue mani sul suo petto nudo, a gustarsi quel senso di serenità che riconquistava pian piano, sorrise appena nella penombra prima di rispondere.
- Attraverso il silenzio...posso ascoltare il tuo cuore!
- E' l'incontro delle anime Ale...e solo quando tutto tace possiamo udirle! Anche nel silenzio potrai sentire quanto ti amo!
Ed il silenzio tornò ad essere confortante.
East Los Angeles (quartiere latino)
Delle volte il silenzio è carico di speranza, di attesa, di tensione. Era così per Guadalupe, mentre passeggiava nervosamente sul retro del locale in cui si trovava Carlos. Lo aspettava impaziente di chiudere i conti, certa di stringere tra le mani la via d'uscita da quell'incubo. Si fermò a guardare di nuovo quell'assegno, come a volersi accertare che fosse reale, poi tornò a passeggiare impaziente come una tigre in gabbia. Di colpò la porta del locale si aprì bruscamente, Carlos si avvicinò a lei minaccioso, l'afferrò per la gola e la spinse con violenza contro il muro.
- Come diavolo ti è saltato in mente di venire a cercarmi qui eh? Sono io che vengo da te....claro? Sono io che decido quando...mettitelo in testa bambolina!!!
Guadalupe non riusciva a respirare, la sua morsa alla gola le faceva male, a stento riuscì a pronunciare poche parole.
- Ho...ho...i so...ldi!!
La presa si allentò di colpo, dandole modo di respirare. Si passò con delicatezza le mani sul collo, a massaggiare i punti dolenti in cui le dita di lui erano affondate nella carne.
- Ho..i soldi...così mi lasscerai in pace!
Con le mani tremanti gli allungò l'assegno, sentì il profumo della libertà avvolgerla, era certa che adesso le cose sarebbero cambiate, pensò che quella fosse l'occasione per comprarsi una via di fuga da quell'uomo e dalle sue sevizie. Ci fu un silenzio infinito negli istanti in cui Carlos osservava quella cifra. Guadalupe sentì il cuore fermo in gola, un attimo che si allungava a divenire eterno, stretta nella morsa di un ansia che cresceva a dismisura. Il silenzio era pesante, ingombrante, surreale, sospesi tra il bene ed il male in attesa della verdetto. Poi fu un sonoro ceffone ad interrompere quel silenzio irreale. Guadalupe barcollò vistosamente prima di finire a terra. Rimase accasciata accanto ai suoi stivali in coccodrillo fermi li sull'asfalto, stordita da quel colpo così improvviso, si asciugò il rigolo di sangue all'angolo della bocca con il dorso di una mano ed alzò lo sguardo verso quello di Carlos.
- Mi prendi in giro stupida sgualdrina? Cos'è questa roba? Dovrei lasciarti in pace con questa miseria? - la prese per i capelli facendola alzare da terra con forza, fermando il suo viso un soffio dal suo. Guadalupe cercò di balbettare una giustificazione.
- Ma Carlos....è una somma consistente....io...
- Stai zittaaa!!! La tua idiozia mi da sui nervi!!! Cosa me ne faccio di questa miseria quando tra le mani hai la star più ricca al mondo? eh? MICHAEL JACKSON...claro? Quell'uomo sforna milioni di dollari al giorno e tu ti presenti qui con questa miseria? - Guadalupe sentiva l'odere acre di sigaro del suo alito lambirle il viso, mentre i suoi occhi si fissavano su quelle labbra che si muovevano rabbiose. Si sentì mancare, si sentì come se quelle parole non giungessero più alle sue orecchie, il silenzio della rassegnazione aveva preso il posto della sua voce. Tutto fallito, tutto crollato di nuovo ed in più adesso aveva di fronte quella bestia infuriata, stuzzicata dall'odore dei soldi, come uno sciacallo inferocito dall'odore del sangue. Si era messa in trappola con le sue mani, una trappola infinita che non conosceva via di fuga.
- Incassa quest'assegno...non voglio compaia il mio nome da nessuna parte...manderò qualcuno a ritirare il contante....e fai in modo che Jackson sganci altro denaro...non mi importa come...voglio milioni di dollari da quell'uomo! Claro bambolina?
- Non posso Carlos...non mi daranno altri soldi! - Il suo pianto disperato implorava pietà.
- Tu puoi! Vuoi che faccia visita a Paco? eh? TU... PUOI...claro? - Le sferrò l'ennesimo ceffone violento facendola rovinare di nuovo a terra, le ginocchia le si sbucciarono su quell'asfalto ruvido, Guadalupe rimase a terra in silenzio, prima che quegli stivali a punta le sferrassero un calcio che la fecero gemere di dolore. Il sogno di una vita diversa moriva lentamente sotto quei calci violenti, le sue carni tumefatte giacevano immobili, incapaci di ribellarsi.
- Fermati Carlos....così l'ammazzi!!! - Alvaro intervenne a fermarlo, trascinandolo lontano da lei.
- E' quello che si merita...sgualdrina!!! - un altro calcio ben assestato sul costato a spezzarle il respiro, vide appena gli stivali di lui fermarsi accanto al suo viso, prima di perdere i sensi.
Carlos la guardò con disprezzo, le sputò addosso, umiliandola ulteriormente, poi rientrò nel locale sogghignando soddisfatto. Michael Jackson era la sua gallina dalle uova d'oro.
E sul quel vicolo al buio, sul retro del locale, rimase solo il corpo inerme di Guadalupe, avvolto nel silenzio più doloroso.
New York
Michael era sveglio da un pezzo, i ricordi di Ale di quella notte lo avevano turbato. Si sentì in colpa per quella notte, per non essere stato con lei, per non aver dato ascolto e seguirla a Los Angeles invece che restarsene rintanato a Neverland per evitare i paparazzi. Delle volte, nel silenzio dei suoi pensieri, avrebbe avuto la voglia di urlare "Al diavolo tutti...lasciatemi vivere!", ma le parole non servivano, i suoi occhi continuavano ad implorare di essere lasciato in pace, quel velo malinconico sul suo sguardo era eloquente più di qualsiasi altra parola. Perse lo sguardo sullo skyline di New York, sorseggiando il succo d'arancia, cercando di smettere di ascoltare i suoi pensieri. Ale entrò in soggiorno proprio in quell'istante. La maglietta bianca di Michael ricadeva morbida sui suoi fianchi, i suoi passi scalzi sul parquette si avvicinarono a lui silenziosi. Michael colse subito l'espressione assonnata ed imbronciata sul suo viso.
- Ehi piccola! già sveglia? Tutto ok? - Il pensiero che il ricordo di quella notte la turbasse ancora non gli dava tregua. Ale non rispose, si strinse tra le sue braccia, strofinando il viso sul suo petto in cerca di conforto. Poi alzò piano lo sguardo deluso verso quello di lui.
- Mi è tornato il ciclo! Nemmeno questo mese è andato bene!
- Piccola...mi hai fatto spaventare!!! Pensavo fossi di nuovo turbata da quei ricordi!!! il tuo corpo è ancora provato per quello che è accaduto...hai preso un sacco di medicinali...e...ci vuole tempo che si rimetta tutto in ordine...non credi? Lo stress che hai subito non aiuta!!
- Credi sia così?
- Ne sono certo...stai tranquilla! Vorrà dire che ci proveremo ancora...non dirmi che sei già stanca di provarci? - La guardò sorridendo, con occhi maliziosi, cercando di nascondere la sua delusione, desiderava un figlio, ma non voleva commettere l'errore di metterle pressione come con Lisa.
- Io stanca di provarci? Scherzi?- si alzò sulle punte in cerca della sue labbra - Non mi stancherò mai di fare l'amore con te!
Michael sorrise, mentre avvicinava la sua bocca alla sua, la baciò con passione, muovendo le sue mani sotto la maglietta, a risalire sul costato e sentire la pelle di lei rabbrividire sotto le sue dita. Ale si divincolò dalla sua presa, restando a fissarla soddisfatta.
- Non provocarmi...lo sai che non so resisterti!
- Amo farti cedere piccola!
- umh! Questa volta ti è andata bene amore...ma con Madonna ti conviene non essere così provocante...rischi di ritrovarti con i vestiti lacerati!!!
- Oddio Ale...non nominarla ti prego!!! - rise divertito.
- Confesso che mi ha dato fastidio...ci provava così spudoratamente con te!!!
- Gelosa la mia piccola?
- Lo sai che lo sono!!!
- Ma mi ci vedi con Madonna?
Rimasero in silenzio un istante a pensarci su, poi scoppiarono a ridere entrambi.
- Decisamente no,un giocattolino indifeso nelle sue grinfie!
- Delle volte quella donna mi fa paura...credo sia ossessionata da me e dal sesso...tempo fa ricevevo delle chiamate da lei alquanto imbarazzanti! Ma a proposito di Madonna...cosa ci facevi sul terrazzo con il suo baby boy?
- Uuuh geloso per caso?
- Ok si...lo ammetto!!!
- Il re del pop è geloso? - Ale sorrise divertita.
- Il re del pop è...innamorato!
Il sorriso divertito di Ale si spense pian piano, rimase in silenzio, in quel silenzio che era da sempre complice delle loro emozioni, sentiva il cuore di lui esposto, vulnerabile, pronto ad ammettere i suoi limiti, i suoi timori da innamorato. Fece scorrere la sua piccola mano sulla sua guancia, a scendere lungo la basetta fino a raggiungere la sua bocca, ci scivolò sopra dolcemente e le labbra di lui si mossero a baciare quei polpastrelli vellutati. E quel silenzio continuava a parlare d'amore.
Nel primo pomeriggio rientrarono dall'incontro con Todd Gray, Ale era entusiasta del suo maestro, avrebbe imparato le tecniche giuste per diventare una fotografa professionista. Il suo entusiasmo era incontenibile, continuava a parlare delle sue idee e di come avrebbe voluto sviluppare il primo compito che Gray le aveva assegnato. Michael l'ascolta felice di lasciarsi travolgere dalla sua energia.
- Adoro vedere il tuo sorriso di musica....piccola!! mi rende felice! sapevo che New York ti sarebbe piaciuta!
- Amo questa città...ed amo te! - si avvicinò a lui per un rapido bacio sulle labbra, per poi accoccolarsi tra le sue braccia. Rimase un attimo pensierosa, mentre i negozi delel Fifth Avenue scorrevano rapidamente sotto i suoi occhi.
- Non mi aspettavo che Todd ti assegnasse subito un compito da svolgere!
- Vuole vedere come uso la fotografia...qual'è il mio stile...ammesso che io ne abbia uno!
- Cogliere l'essenza di New York non è facile...è una città dai mille volti! Dovrai decidere quale volto cogliere!
- Già...non ho la minima idea da dove iniziare...anche perchè non la conosco!!
- Forse è meglio così...sarei libera dai condizionamenti...scatterai la foto giusta...ne sono certo!
- Che consigli mi dai Michael?
- Fa che le tue foto abbiano un anima...solo così puoi essere certa che l'emozione che provi tu davanti a quell'immagine arrivi anche a chi la guarda! Cerca l'anima nelle cose....ogni oggetto...anche insignificante ne racchiude una dentro se! Sarà questa che darà vita alla tua foto!
- E' questo il tuo segreto? cerchi l'anima delle cose?
- Si...il mio caro amico Andy Warhol mi ha detto: "tutte le cose sono nell'aria...conta solo chi riesce a realizzarle". In fono sono così...come una rete che filtra le emozioni che sono nell'aria, quelle che restano impigliate le faccio mie...le trasformo in musica! Lascia che l'anima di questa città ti attraversi Ale...troverai quell'emozione che resta impigliata nella rete della tua anima... e sarà quello lo scatto giusto da fare!
- Tu riesci sempre a farmi capire quale strada prendere! Vieni con me...ti prego!
- Non posso...ti impedirei di essere libera! Mi vedrò con Quincy nel pomeriggio...ho bisogno del suo parere su di un progetto...ti aspetto a casa ok? Ah...Ale...durante il tuo giro per New York...perchè non dai un occhiata anche ai negozi? Ti ricordo che hai ancora una carta di credito immacolata...mi farebbe piacere coprassi qualcosa per te!
- Ok...prometto che prima o poi farò dello shopping!
- Non promettere...fallo!!! Altrimenti dovrò ricorrere alle maniere forti ed affidarti alle mani bucate di Janet...ti assicuro che non ne uscirai viva! Ci vediamo dopo! - Un bacio veloce ed Ale scese dal Suv nei pressi di Central Park, in compagnia di Travis.
Travis le prese la mano ed a quel tocco, di nuovo una strana sensazione pervase Ale. Sfilò la mano da quella di lui, restando perplessa per quel disagio che continuava ad avvertire in sua presenza. Pensò che fossero quei ricordi che riaffioravano a renderla particolarmente sensibile, ma cosa la spingeva a legare Travis a quei ricordi? Cercò di non pensarci, ma avrebbe voluto avere George li con lei.
- Ale tutto ok? Dammi la mano...daremo meno nell'occhio...non vorrei che qualcuno ti riconoscesse!
- Non credo sia necessario Travis!
- Come credi...allora da dove vuoi iniziare?
- Non so..non vorrei essere banale e fotografare le classiche cose di New York...Michael dice..
- Ale...lascia perdere Michael...segui il tuo istinto...ti piacciono i bambini...credo che a Central Park li troverai!
- Potrebbe essere un idea!
Ale osservava quella città frenetica con sguardo attento, pronta a cogliere qualcosa che postesse essere degna di uno scatto. Fu rapita dalla velocità con cui si muoveva New York, provò a scattare le foto della gente di corsa, delle auto che sfrecciavano. Ma niente di tutto questo sembrava avere un anima, quella che intendeva Michael. Erano ore che girava per Central Park con Travis che continuava a distrarla, mentre lei avrebbe soltanto voluto concentrarsi su qualcosa. Per un istante ebbe l'impressione di aver trovato la foto giusta, fu attratta dalla dinamicità dell'immagine di bambini che giocavano con degli spruzzi d'acqua. Il controluce era perfetto, le loro figure si stagliavano nette contorniate dai riflessi di centinaia di gocce d'acqua.
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Si divertì con loro, avvicinandosi e scattando le foto da diverse angolazioni. Ma c'era qualcosa di ancora non detto, c'era ancora qualcosa di non espresso in quelle foto. Si tolse Travis dalle calcagna per un istante mandandolo a comperare delle bibite e finalmente rimase in silenzio ad osservare.
Fu la voce decisa di qualcuno a distrarla.
- Per quanto belle possano essere le sue foto signorina...vedo che non è soddisfatta! Se solo si fermasse ad ascoltare il silenzio di questa città caotica...forse coglierebbe quello che cerca!
Si voltò a guardare chi fosse e si trovò di fronte un homeless, un senzatetto, dal viso scavato dal tempo e dagli stenti, i capelli lunghi brizzolati sfuggivano da sotto il cappuccio della sua giacca a ricadergli sulle spalle, la barba bianca era ingiallita dal fumo. Le sue mani ossute si accesero l'ennesima sigaretta mentre lentamente si avvicinava ad Ale. Per un momento lei ebbe paura, diede un occhiata intorno nella speranza di intravedere Travis di ritorno.
- Non abbia paura.... non voglio farle del male...non si lasci ingannare dal mio aspetto trasandato! La osservo da ore sa? beh...è quello che quelli come me fanno sempre...non immagina quante cose si capiscono semplicemente standosene in silenzio ed osservare!
Ale sembrò tranquillizzarsi, quell'uomo pareva trasmettere la saggezza del vissuto, i suoi modi erano educati e le sue parole erano le stesse che Michael le ripeteva di continuo. Lo trovò interessante. Lasciò che quel tizio si avvicinasse per meglio osservarlo. Indossava una giacca verde militare, sgualcita e strappata in più punti, le sembrò di scorgere dei gradi sul suo braccio, le parve una di quelle divise dei reduci del Vietnam.
- Io sono Dankan... il tenente Brian Dankan...o almeno lo ero!
Alessandra ci aveva visto giusto, era un reduce, carpì un senso rassegnato dal suo tono di voce, la malinconia ed i rimpianti per un tempo perduto erano palpabili. Capì che dietro quello sguardo si celava un vissuto doloroso.
- Non mi sono accorto di lei, è da molto che mi osserva?
- Nessuno si accorge di noi... siamo invisibili...gli uomini invisibili della grande mela! Vuoi fotografare il silenzio degli invisibili? Questo si che sarebbe uno scatto degno..non credi?
Fu come una doccia fredda per Ale. Fotografare l'invisibile era possibile, bastava fotografare chi vive ai margini della società, qualcuno che la gente ignora, presente ma assente.
Si può essere invisibili semplicemente se nessuno sguardo si posa su di noi? Può l'indiffenrenza renderci invisibili e silenziosi?
Aveva trovato l'anima per le sue foto, dare voce a quel silenzio.
- Puoi aiutarmi a fotografare l'invisibile?
Dankan annuì. Le rughe del suo volto erano profonde, come a ricordare con un solco ogni ferita che la vita gli aveva inferto.
- Aleeee allontanati!!! - la voce concitata di Travis la distolse dai suoi pensieri.
- Travis è tutto ok!!!
- ehi bestione...vacci piano..la sto aiutando a scattare le sue foto!
- Ale ti prego..non è prudente!
- Va tutto bene Travis...Dankan non vuole farmi del male...non avere pregiudizi!
Ale tornò a scrutare il volto di Dankan, una profonda cicatrice sulla sua guancia sinistra catturò il suo sguardo.
- Guardi questa? No..non è un ricordo del Vietnam...paradossalmente è più violenta una città che la guerra stessa. E' il ricordo che dei ragazzi mi hanno lasciato con una bottiglia rotta...siamo invisibili...ma delle volte qualcuno ci vede solo per farci del male e mai per tirarci fuori dal buio!
- Come si arriva a vivere sulla strada Dankan?
- Accade per caso...all'improvviso... come se il mondo prendesse un accellerata e tu ne sei sceso un attimo prima, non riesci più a risalirci, non riesci più a fermarlo! Ed eccomi qui!
E con il racconto di Dankan iniziò il viaggio di Ale nel mondo del silenzio degli invisibili.
Si incamminarono verso quel mondo emarginato mentre lui continuava a raccontarsi.
- Ho perso mia moglie in un incendio...in una notte tutta la mia vita è cambiata...ho perso lei...la casa...la mia dignità! Ho scelto il Vietnam... perchè non avevo più nulla da perdere, perchè ero arrabbiato, con Dio, con il mondo..con me stesso..per non essere riuscito a proteggerla. Ma soltanto quando sono tornato dalla guerra mi sono reso conto di molte cose... l'anima del mondo ha due mani...una impugna il mitra...l'altra l'indifferenza. Ed io le ho provate entrambe! La società non mi ha più voluto...mi considera un diverso...si è diffidenti verso qualcosa che non si conosce ed ho iniziato a restarmene ai margini...è così che ci si arriva...per indifferenza!
Ale era impressionata dalla profonda verità delle sue parole, Michael le diceva le stesse cose, una sua frase riecheggiò nella sua mente.
"E' nell'indifferenza che un uomo muore!"
Senza accorgersene erano usciti da Central Park, per finire in una delle strade affollate di New York. I passi frenetici della gente avevano quasi un rumore assordante, ma fu proprio in mezzo a quella confusione che Ale scorse il volto dell'invisibile.
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E fu tra quei negozi affollati che scorse quelle mani silenziose in cerca di pietà, tese verso l'indifferenza, annullando la propria dignità, il proprio diritto di essere umano, umiliarsi per arrivare a sfamarsi.
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E quel silenzio divenne un grido disperato. Si guardò intorno e all'improvviso gli occhi degli invisibili erano ovunque, il loro silenzio inciso sui cartoni.
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La loro storia scritta in quegli abiti consunti, in quei piedi callosi che avevano calpestato il dolore, la fame, la dignità, l'orgoglio, la pietà, l'umiliazione, l'indifferenza, il pregiudizio.
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Il silenzio era in quelle mani indurite dal tempo, che frugavano per sopravvivere tra i rifiuti di chi ha troppo e getta via incurante.
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Il silenzio era in quelle bottiglie d'alcool ingurgitate per non sentire quanto sa far male all'anima umiliarsi per sopravvivere. Ed il silenzio divenne più forte in mezzo a tante voci.
- Posso scattarti una foto?
- Una foto? saranno secoli che non ne scatto una...copro la cicatrice... perchè devono essere gli occhi a parlare!
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Dopo lo scatto Dankan raccolse un libro abbandonato su di una panchina, lo porse ad Ale.
- Tieni...una bibbia...non ho altro da regalarti! ma Dio non è in queste pagine...Dio è scritto sui muri delle metropolitane...Dio è in quel cartello...in quel disperato bisogno d'aiuto!!! Ma la maggior parte della gente preferisce leggere la Bibbia...dove ci sono solo le parole...ma Dio non c'è...Dio è qui...tra gli invisibili!
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Ale si sentì trapassata dal silenzio di quegli sguardi, dal silenzio di quei volti, dal silenzio che anche gli animali avevano accanto agli uomini invisibili.
- Vedi? gli animali...quelli si che sanno cos'è l'amore...nel loro silenzio comprendono, capiscono, sentono...loro non ci giudicano perchè puzziamo...perchè siamo trasandati...o abbiamo gli abiti strappati...loro ci amano per quello che siamo...danno quel calore umano che gli uomini non sanno dare! Ho molto rispetto per gli animali...più che per gli uomini delle volte! Il cane di quel ragazzo...ha bisogno di cure...ma ci vogliono soldi...ed è condannato a morire...lui perderà il suo unico vero amico..fedele compagno..che lo ha scaldato nelle notti fredde...che gli è stato accanto nei giorni solitari...che lo ha fatto sorridere nei momenti tristi...soltanto perchè non può permettersi di curarlo!! Nessuno si occupa di noi...dei nostri affetti...agli occhi del mondo..siamo solo dei derelitti, scansafatiche, soltanto degli sporchi ubriaconi!! Ale...siamo invisibili...e quando si è invisibili e senza voce...si è destinati a non esistere!
- No...Non è così!!! Ci sono persone che vedono gli invisibili...perchè non guardano con gli occhi ma con il cuore... ci sono persone che fanno tanto per chi ne ha bisogno...ed io voglio essere una di queste!
- Ale...fa che le tue foto diventino la voce di questo silenzio...gli occhi di chi non ci vede!!
- Posso fare qualcosa di più...nel mio piccolo io posso! - Pensò alla sua carta di credito che Michael continuava a ricordarle di avere, pensò a lui, era certa che avrebbe fatto la sua stessa scelta.
- Travis per favore...aiutami...voglio comprare coperte, pasti caldi, medicine...e voglio che tutti gli animali abbiano le cure necessarie!
Corse da quel ragazzo che continuava a tenere stretto il suo cane stremato dalla malattia, con lo sguardo basso, incurante del mondo che continuava a scorrergli davanti, stretto nella morsa di quel lungo addio solitario, a cullarlo fino al momento in cui lui se ne fosse andato per sempre.
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- Il tuo cane...oggi avrà le sue cure...sarà ancora con te...non perderai chi ti è stato sempre accanto!
Quel ragazzo rimase a guardarla stupito, sorrise tra le lacrime ringraziandola. Ma Ale sentì la disperazione prendere il sopravvento, non poteva aiutare tutti, il mondo è pieno di invisibili.
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- Pronto New York Times? ho una soffiata per voi...la moglie di Michael Jackson...distribuisce pasti ai barboni di New York! Sulla 36esima! - Travis mise giù e tornò ad aiutare Ale nel consegnare coperte e pasti caldi. Nel giro di pochi minuti i paparazzi la assediarono, la folla prese ad accalcarsi, si sentì mancare il respiro. Cercò disperata gli occhi di Travis, la calca la fece piombare nel panico, si strinse tra le sue braccia in cerca di protezione, mentre i flash la abbagliavano. Travis sorrise tra se, soltanto in quel modo poteva riconquistare la sua fiducia. La trascinò di peso da quel caos, mettendola al sicuro nel Suv.
Los Angeles (Mount Sinai Memorial Hospital)
Guadalupe non avrebbe mai voluto arrivare a tanto, ma non aveva scelta, non c'era altro da fare che non tentare di sopravvivere. Si mostrò ancora una volta con il viso tumefatto agli occhi smarriti di Paco. Rimase in silenzio, un silenzio fatto di vergogna per non essere stata in grado di sottrarsi a quel destino, per non aver dato a suo figlio una vita dignitosa. Aspettò che l'infermiera uscisse dalla stanza e continuò il suo discorso.
- Paco...tesoro non abbiamo scelta!!! Tuo padre può farci molto male...sa che Michael Jackson paga per le tue cure...e vuole dei soldi! dobbiamo trovare il modo di avere da lui un prestito!!
Paco pianse in silenzio, con il viso verso il basso, a fissare le lenzuola del suo letto di dolore.
- Ma non è giusto mamma!!! Non possiamo truffare Michael!!! ti prego...non possiamo!!
- Non è una truffa...è un prestito!!
- Non potremo mai pagare questo debito!
- Si vedrai...ce la faremo...Michael può aiutarci...ed una volta che tuo padre sarà fuori dalle nostre vite...saremo liberi...niente più dolore...ne paura!! Pensaci Paco! Soltanto a te che sei un bimbo innocente e malato Michael crederà...devi farlo Paco...fallo per me...Carlos mi ammazza se non ottiene quel denaro!
All'improvviso Paco si sentì smarrito, il pensiero di perdere sua madre si posò come un ombra opprimente sul suo cuore provato, aveva solo lei. Paco capì di non avere scelta.
Si strinse a lei, lasciando andare un pianto di rassegnazione, non c'erano alternative, avrebbe mentito ed il silenzio divenne solitudine e disperazione.
New York
Ale rientrò di corsa nel lussuoso appartamento, quella giostra di emozioni l'aveva provata, si guardò intorno in cerca di Michael, riuscendolo a scorgere seduto alla scrivania intento a scrivere. Rimase immobile al centro della stanza,lasciando cadere a terra la borsa con la macchina fotografica, a quel tondo Michael si accorse di lei.
- Piccola!!
Ale corse da lui a tuffarsi tra le sue grandi braccia, a stringerlo a se. Michael le prese il viso tra le mani, alzandolo verso il suo, a guardare dentro quegli occhi verdi profondi bagnati di lacrime.
- Ehi che succede?
- Io ti amo Michael...ti amo per tutto quello che hai donato al mio cuore...perchè mi fai guardare oltre le cose normali, mi fai udire la voce del silenzio...e mi fai vedere l'invisibile...ti amo perchè parli al mio cuore...perchè mi insegni a non fermarmi davanti agli stereotipi che la società cerca di imporci! Ti amo...perchè oggi...anche se non eri con me...eri nel mio cuore...ho sentito la tua forza accanto...in ogni attimo....ho sentito le tue parole... ed ho fatto la scelta giusta!
- Sapevo che avresti fatto la scelta giusta Ale...perchè chi è come noi...non resta indifferente alla voce del silenzio!
Non si dissero più nulla, non occorreva dare spiegazioni, Michael aveva capito, nessuna parola avrebbe aggiunto valore a quel momento, a quel bacio, perchè le anime che si cercano riescono a parlarsi anche nel silenzio.
...continua (forse...dopo sto schifo!!
)