Re:
rossijack, 11/05/2012 22.20:
Dani,grazie per Lullabye,una delle mie canzoni preferite in assoluto!Vedo che il topic e' in crescendo come click
!!
Prego
... [SM=x47954]
badgirl., 11/05/2012 20.59:
Guarda, visto che siamo solo io e te
ti posso fare questa confidenza
A me attira invece Jim Morrison e ad esempio Kurt Cobain, ma non tanto per la loro fisicità eh, ma più che altro per il fatto che erano disperati, che avevano un malessere interiore, mi piglia un sacco sta cosa qua dell’uomo sofferente.
Robert mi fa tenerezza, ma se dovessi scoprire che è disperato, mi metto in fila....ahahaha...Cmq hai ragione, ci si può innamorare di una voce e sì, sono d’accordo, lo sguardo deve essere assolutamente maschile, però se penso ad esempio a David Bowie, lo preferisco decisamente senza trucco.
Sempre in tema di anime perse e sinistre, mi fa impazzire il conte dracula....
Lo amo anch'io! Ho sempre sognato di visitare la Transilvania. Capisco cosa vuoi dire
Robertone c'ha le crisi esistenziali, non so se può bastare
Valuta tu se in lui il malessere interiore c'è, per me sì...
Intervista rilasciata a "Tutto Musica" il 19 giugno 2004 dopo il concerto all'Heineken Jammin' Festival (Imola, Autodromo Enzo e Dino Ferrari)...
"L'anno scorso in questo periodo ho avuto un'esperienza davvero terribile. Ho cominciato a sentirmi a disagio per cose che non mi hanno mai fatto sentire così. Le persone che conosco da molto tempo improvvisamente mi sono sembrate degli estranei. Sembrava che tutti attorno a me si comportassero in modo strano come se dei tizi sconosciuti fossero stati messi al posto dei miei amici. Ho capito solo qualche mese dopo che il modo di comportarsi di quelle persone era solo una risposta al mio essere così assente. Era come se il mondo stesse svanendo. E' una cosa davvero paurosa perché ti rendi conto che non sono gli altri, devi per forza essere tu il problema. Io però non sentivo di essere diverso. Questa cosa in passato mi è capitata altre due volte. La prima quando ero molto giovane, avevo circa 13 anni e forse era qualcosa che aveva a che fare con gli ormoni; la seconda quando ho cominciato a lavorare a "Pornography". Ero così fuori di testa che entravo nel mio appartamento e non lo riconoscevo nemmeno. Sembrava un film di Polanski, ma forse era anche per le droghe che prendevo. Provavo una sorta di orrore per tutto quello che aveva a che fare con la fisicità. Odiavo il mondo carnale, odiavo me stesso più di chiunque altro. Pensavo che il lato intimo della vita fosse orribile. Mi sembra strano pensarci adesso. Allora detestavo la razza umana e non me ne fregava niente se tutti noi fossimo morti. Adesso ho 45 anni e mi fermo spesso a pensare a questo e a chiedermi quanto conosco me stesso. Mi piacerebbe che fosse vero fino in fondo riuscire ad affrontare il fatto che devo diventare vecchio e morire. Non credo a nessuno di quelli che dicono che riescono a concepire la propria fine. E' intellettualmente impossibile. Puoi arrivarci molto vicino, puoi persino immaginare i tuoi ultimi momenti, ma non puoi arrivare oltre. E' terrificante, però, in un certo senso, puoi accettarlo. Ci ho provato molto negli ultimi anni: ho visto persone morire, persone alle quali ero molto legato. Questo ha reso la cosa più reale. Quando sono arrabbiato, però, non ho paura di niente. Tutti i media mi dicono che devo avere paura per quello che sta succedendo in questo periodo nel mondo occidentale. Dovresti stare sempre lì a domandarti: "Cosa succederà adesso?". Sono tutte cazzate. Io rifiuto con tutte le mie forze di vivere nella paura. Non ho intenzione di farmi terrorizzare dagli altri. L'unica paura che ho dentro e con cui voglio confrontarmi è quella della mia fine ed è qualcosa di cui non posso disfarmi. Ho bisogno dell'atmosfera giusta per comporre una canzone. Una volta ne scrivevo molte di più. Poi mi sono preoccupato di poter diventare uno di quelli che osserva la vita piuttosto che prenderne parte, soprattutto durante la lavorazione di "Wish". Ecco perché da lì in poi sono passati 4 anni tra un album e l'altro. In realtà a casa scrivo ancora molto, sto cercando anche di fare un libro di poesie da qui a un paio d'anni. La mia vita è tranquilla: leggo, gioco a calcio con i miei nipoti, cammino. Non vado mai a fare shopping: è una cosa che odio. Non entro in un negozio da tanto di quel tempo che non mi ricordo nemmeno. I vestiti li compro in Internet. Però amo guardare la luna con il telescopio. La luna mi fa sentire distaccato da tutto il resto".
Alla fine del 1980, i Cure si ritrovano in studio per registrare il terzo album, "Faith", concentrato sull'analisi della fede e del rapporto che la gente ha con quest'ultima: "Di solito, andavo a scrivere canzoni in chiesa. Riflettevo sulla morte e guardavo le persone, conscio che alla fine erano tutte là perché volevano l'eternità. Improvvisamente, ho capito che non avevo fede per niente e ho avuto paura. Volevo conoscere diverse espressioni della fede e capire perché la gente ce l'ha, per comprendere se fosse reale".
"Molte volte mi capita di lasciare il palco in lacrime": dichiarazione di Robert dopo l'uscita di "Faith". Di grande rilievo all'interno della scaletta dell'album è la presenza di una traccia triste e malinconica, "The Holy Hour", espressamente dedicata alla memoria di Ian Curtis, il cantante dei Joy Division che si era da poco suicidato.
"Il tema di molte di queste canzoni, che molta gente trova deprimenti, è semplicemente il diventare vecchi: quello che succede con l'età, l'incapacità di sentire con la stessa intensità, e quel continuo senso di perdita" (a proposito dell'album "Disintegration").