Dalla rivista "la Repubblica XL" LUGLIO/AGOSTO 2012...
"E questa fissazione con il nero?"
"Il nero smagrisce e non si sporca. Gli altri mi prendono in giro perchè è da Natale che metto la stessa camicia. Su di me tutto sembra uguale. Non c'è neppure bisogno che vada a fare shopping. Compro tutto su Internet in grandi quantità. Recentemente ho ordinato dieci magliette nere identiche. L'unica trasgressione sono un paio di jeans Lee che ho da quindici anni".
°Mark Lanegan°, 22/08/2012 02.12:
Ma non è un po' troppo grasso ultimamente? Perdere 30 chili gli gioverebbe un casino... Ok, intervento musical-filologico di prima categoria...
Le due ragazze accanto a lui messe insieme fanno 'nu Robertone
Ma a me piace così, che lo abbracci e non finisce mai
badgirl., 22/08/2012 07.06:
ROBERT SMITH saprà chi è
albano??????..In caso negativo potresti sempre intonare i Cigni di Bakala (al massimo scopre che conosce MJ
)
Al Bano potrebbe sempre far causa anche a lui perchè "Friday I'm In Love" inizia con la "f" di "Felicità".
badgirl., 22/08/2012 07.06:
Anche a me piace quella foto tutta blu, mi piace lo sguardo
Idem
Riprendendo il discorso di "Three Imaginary Boys", stasera vi parlerò di altre due canzoni, "Grinding Halt" e "Another Day". Prima di andare avanti però ci sarebbe questo disegno troppo carino a proposito di "10:15 Saturday Night". Notare il rubinetto che gocciola, le lancette della sveglia puntate sulle 10:15, il telefono, Robert triste seduto sul lavandino della cucina. Non manca proprio niente! ^_^
Grinding Halt
Dal vivo, bellissime immagini del '79...
TESTO E TRADUZIONE
Grinding Halt
No light. No people. No speak. No people. No cars. No people. No food. No people. Stopped short. Grinding halt. Everything's coming to a grinding halt! No sound. No people. No clocks. No people. No fine. No people. No me! No people. Stopped short. Grinding halt. Everything's coming to a grinding halt! Everything's coming to a griding halt! Slow down. Slow down. No people. Slow down. Everything's coming to a... Everything's coming to a... Everything's coming to a... Everything's coming to a...
Brusco stop
Niente luce. Niente gente. Niente parlare. Niente gente. Niente automobili. Niente gente. Niente cibo. Niente gente. Fermata breve. Brusco stop. Tutto finisce in una brusca frenata! Nessun suono. Niente gente. Niente orologi. Niente gente. Nessuna multa. Niente gente. Nessun me! Niente gente. Fermata breve. Brusco stop. Tutto finisce in una brusca frenata! Tutto finisce in una brusca frenata! Rallentare. Rallentare. Niente gente. Rallentare. Tutto finisce in una... Tutto finisce in una... Tutto finisce in una... Tutto finisce in una...
Nella traccia originale, all'inizio sembra di ascoltare il rumore di una pallina che rimbalza. E' il basso.
Nel libro
"The Cure, The edge of the world - Testi commentati", Daniela Cascella definisce "Grinding Halt" "un balbettio, una ripetizione ostinata di parole una fila all'altra precedute da un "no" che annulla", le quali "ritmicamente mettono a nudo quel passare del tempo svuotato di senso su cui poggiano molte canzoni dei Cure. Allo stesso modo, quel "Nessun me" ci introduce al mondo del nonsense dove l'identità è tautologica e si definisce attraverso un perenne girare in tondo accumulando nomi e frasi-oggetto per colmare il vuoto che permea tutto".
Viene ricordato Mervyn Peake "romanziere, autore di nonsense e illustratore, nato nel 1911 e morto nel 1968. I suoi scritti popolavano le letture del giovane Robert Smith al punto di ossessionarlo; per avere un'idea della vicinanza tra i due personaggi basta leggere l'incipit di una delle "Rhymes Without Reason" di Peake, risalenti al 1944: "I cannot give the reason, I only sing the tunes: the sadness of the seasons, the madness of the moons", "Non riesco a dare le ragioni, canto le canzoni e basta: la tristezza delle stagioni, la follia delle lune". Versi che sembrano una profezia (con trent'anni e passa di anticipo) del personaggio Robert Smith e della
sua poetica: ciclica, lunare, triste, folle. Incapace di dare motivi, espressa attraverso canzoni. E a proposito di canzoni, anche la parte finale di "Grinding Halt" esemplifica questa specie di ineffabilità continuando a ripetere sempre la stessa frase ("Everything is coming to a...") fatta di parole che ritornano sempre su se stesse, creando così un andamento circolare e insistendo sul "No people": again and again, direbbe lo stesso Robert. Se però usciamo dalla circolarità della cantilena, rompiamo la campana di vetro che protegge il mondo raccolto della dimensione domestica dell'infanzia. Su quel vetro sottilissimo il leader dei Cure proietta le sue parole. Osserva il nulla incombente e misura lo spazio limitato ma rassicurante all'interno (è lo stesso respiro che sei anni dopo tornerà a ritmare lo spazio circoscritto e claustrofobico di "Close To Me").
Disegna arabeschi di parole sulla sottilissima membrana che delimita l'illusione: vi guarda attraverso. Non arriva a lacerarla, ma racconta ciò che sta oltre in visioni da sogno...
... Le sue parole sono indizi, anzi residui, di questo suo sguardo tutto in bilico: l'aspetto che balzò agli occhi dei recensori dell'epoca fu proprio questo senso innato di vaghezza".
Ci sono scritte anche altre cose interessanti... Spero che i fans dei Cure che non hanno già comprato questo libro lo facciano prima o poi, ma non solo i fans dei Cure, anche coloro che accompagnandolo ad altre letture in fatto di musica desiderino avvicinarsi ai migliori artisti del nostro tempo. Un lavoro del genere va premiato e leggerlo non è come sbirciarlo attraverso gli stralci che io o altri possiamo riportare sul Web.
Ne scrivo tante di stupidaggini, una più una meno... Io in "Grinding Halt" non ci vedo nonsense. Nonostante il ritmo allegro della canzone, il messaggio che mi arriva è che perdendo la vita in una brusca frenata tutto sparisce: la luce, la gente, il parlare, qualsiasi cosa conosciuta.
Another Day
Mi piace moltissimo il modo in cui Robert canta questa canzone, mi piace tanto quel "cold" e l'atmosfera sospesa di "Something, something holds me... Holds me hypnotized". Quanta vita in queste sue poche parole...
TESTO E TRADUZIONE
Another Day
The sun rises slowly on another day. The eastern sky grows cold. Winter in water colours, shades of grey. Something, something holds me... Holds me hypnotized. I stare at the window, stare at the window waiting for the day to go. Winter in water colours, shades of grey.
Un Altro Giorno
Il sole sorge lento su un altro giorno. Il cielo orientale diventa freddo. L'inverno in tinte acquarello, sfumature di grigio. Qualcosa, qualcosa mi trattiene... Mi trattiene ipnotizzato. Fisso la finestra, fisso la finestra aspettando che il giorno se ne vada. L'inverno in tinte acquarello, sfumature di grigio.
Dal libro
"The Cure, The edge of the world - Testi commentati"
"I sobborghi hanno sempre una qualità astratta, come una frase imparata a memoria e ripetuta finché le parole non diventano magiche": così John Burnside nel suo saggio "Suburbs" del 1991. E la medesima atmosfera, quasi incantata, si può percepire nel quarto brano di "Three Imaginary Boys", un pezzo che vibra come un riflesso sfocato, attraverso il senso più desolante della dimensione suburbana. "Guardo fisso la finestra, guardo fisso la finestra aspettando che il giorno finisca. L'inverno in tinte acquarello, sfumature di grigio"... Questo senso d'attesa che inchioda sarà fatto riverberare da Robert Smith nel corso degli anni: è quel "waiting for something to happen" di "Play For Today" ("Seventeen Seconds"), quel "I kneel and wait in silence" di "The Holy Hour" ("Faith") e quel "waiting for the death blow" di "One Hundred Years" ("Pornography"). E' il marchio di tutta la prima fase della scrittura di Robert; un'attesa a metà fra visione fugace di un'alterità, disillusione, immobilità suburbana.
Qualche foto...
Buonanotte