Abbiamo messo la dichiarazione dell'Estate, mettiamo anche il commento della famiglia, o almeno di uno dei componenti della famiglia, nella fattispecie Jermaine (che non so per quale oscuro motivo l'abbia affidata proprio al Sun, ma tant'è).
Per quanto i titoli dei giornali possano dire il contrario, quello che è successo ieri non è stata giustizia.
La vera giustizia non dovrebbe essere percepita come vuota e inutile come questa.
La "giustizia" non è un pagliaccio di medico così criminalmente negligente con la vita di Michael, che finisce per ucciderlo... e riceve una condanna pietosa. Questa non è giustizia naturale. Questa è "giustizia" sulla carta per i pubblici ministeri e i tribunali per registrare un altra condanna. Noi, come famiglia, sentiamo che la giustizia - nel vero, incisivo senso della parola con una punizione comparata al crimine - sia stata negata da un tecnicismo.
Lasciate che vi dica quale giustizia avrebbe dovuto - e potuto – essere: il dottor Conrad Murray accusato, e condannato, per omicidio di secondo grado e incarcerato per decenni. Una vita in carcere per la vita persa a causa delle sue scelte sconsiderate, competenze da inetto e un disprezzo della vita umana nella sua cura solitaria da lasciare senza parole.
Dato che ho seguito le testimonianze al processo prima che Murray fosse riconosciuto colpevole di omicidio colposo, so che c’era sufficiente giustificazione legale per classificare questo caso come omicidio di secondo grado.
Negli Stati Uniti, la malizia è considerata "implicita" se la negligenza di una persona è così incredibilmente spericolata. Come quella di Murray.
So anche l'ufficio del procuratore distrettuale di Los Angeles ha preso in seria considerazione questa strada. Ma hanno optato per l’opzione meno rischiosa, che desse più possibilità di condanna, più sicura, quando le prove schiaccianti chiamavano a gran voce un’accusa più forte.
Ecco perché, quando ho visto Murray condannato nella Corte Superiore di Los Angeles ieri, mi è venuto più di alzare le spalle che sollevare i pugni in segno di vittoria.
Perché stavo assistendo al processo necessario per la sentenza morbida prevista dall’omicidio colposo.
Non biasimo il giudice Michael Pastor. La pena massima non poteva che essere di quattro anni in base alla legge. Fin dall'inizio questo caso, la sua verità e le circostanze più ampie che hanno portato alla morte di Michael sono state collocate in una camicia di forza.
Il giudice Pastor aveva le mani legate e gli ha dato il massimo della pena, ma quattro anni sembrano terribilmente insufficienti.
Quello che ho apprezzato è stato come il giudice si sia "dissociato" da tutti i suggerimenti che Michael sarebbe morto con o senza il coinvolgimento di Murray.
Questa bugia, che Michael in qualche modo si sarebbe auto-somministrato i medicinali o che avesse contribuito alla sua morte, è stata mandato in prigione con il resto delle menzogne di Murray. Spero solo che ogni giorno che Murray passerà in prigione sarà ossessionato da quello che ha fatto nello stesso modo in cui noi siamo stati ossessionati da ciò che non ha fatto - tenere Michael sano e vivo.
L’imprudenza di Murray ha rubato alla nostra famiglia un fratello, un figlio e uno zio e ha privato Prince, Paris e Blanket di un padre meraviglioso che stravedeva per loro.
Ha privato il mondo di un artista geniale la cui musica avrebbe continuato a evolversi.
E ha negato a Michael il più grande ritorno di tutti i tempi - il ritorno che aveva immaginato per tanto tempo.
Era sul punto di voltare una nuova pagina nella sua vita.
I concerti This Is It a Londra erano solo l'inizio di un piano quinquennale per cambiare le cose e ristabilire una certa sicurezza finanziaria. Stava anche finalizzando un acconto di 15 milioni di dollari su una casa a Las Vegas.
Questo pagamento è stata una delle ultime cose di cui ha parlato durante le prove prima di andare a casa per quella sfortunata notte insonne.
L’avventatezza di Murray ha negato a Michael il nuovo, entusiasmante futuro che aveva nel suo cuore. Ho visto alcune reazioni male informate che hanno dipinto Murray come una sorta di "capro espiatorio" e che la morte di mio fratello era dovuta alla sua "dipendenza dai farmaci".
Niente di questo è vero - come hanno dimostrato tutte le prove.
Per la cronaca, Michael non aveva una dipendenza dall’antidolorifico Demerol al momento della sua morte, come è stato affermato in tribunale.
E' vero che aveva una dipendenza conosciuta dai medicinali nel 1993 e che questa ha continuato ad affliggerlo per quasi un decennio. Ma le circostanze del 2001 non l'hanno ucciso nel 2009, nonostante il team di difesa di Murray stesse facendo del suo meglio per collegare il passato al futuro.
Morale della favola: non c'era demerol nella sua casa o nel suo corpo. Chiudiamo il discorso sul "tossicodipendente".
Michael, un insonne cronico, è morto perché voleva dormire, non perché voleva sballarsi, e si è fidato Murray per garantire questo successo con la somministrazione di una misura non ortodossa - l'anestetico propofol.
Michael considerava questo farmaco che induce il sonno come l'unica soluzione efficace ad una insonnia innescata dai tour.
Il propofol è come una pistola - sicura nelle mani giuste, ma mortale nelle mani sbagliate. Michael ha messo la sua vita nelle mani sbagliate di Murray.
Uno degli aspetti più difficili del processo è stato rendersi conto di come Michael poteva essere salvato.
Se Murray lo avesse controllato, invece di vagare in giro telefonando alle sue amiche, avrebbe visto che Michael aveva smesso di respirare.
Se avesse avuto la normale attrezzatura di salvataggio e avesse chiamato il 911 e non aspettato per 15 inspiegabili minuti, c'era sempre una reale possibilità che vivesse. Se non avesse tenuto nascosto al personale paramedico il fatto vitale che aveva somministrato il propofol. Se fosse stato un professionista che sapeva cosa stava facendo, Michael sarebbe ancora vivo oggi.
Rimango tormentato dalla lista infinita di "Se avesse fatto questo..."
Rimango anche tormentato dalle verità più ampie che si nascondono sotto la superficie del caso Murray.
Queste informazioni aggiuntive inquietanti sono quelle che ho scoperto durante la scrittura del mio libro di memorie “You Are Not Alone: Michael, attraverso gli occhi di un fratello”. Ho ricevuto alcune critiche per la tempistica del libro, ma non ho solo voluto documentare la verità su Michael come essere umano, ho voluto che i fan capissero ciò che noi, la famiglia, abbiamo saputo su ciò che è realmente accaduto alle prove per il This Is It.
E' stato qui - dietro le quinte e invisibile nel film ufficiale - che il corpo di Michael ha emesso i primi segnali di pericolo per il graduale avvelenamento da propofol.
Gli veniva somministrato a tal punto che si è rivelato tossico per il corpo di mio fratello. E’ stato, in effetti, un “uomo morto che cammina” a lungo prima di morire.
Durante una routine per Thriller Michael è crollato sul palco, ha dovuto essere aiutato a camminare, metà del suo corpo era caldo e l’altra metà era freddo, e non aveva nemmeno la forza di sollevare un oggetto di scena leggero.
C'era qualcosa di seriamente sbagliato, ma un atteggiamento collettivo di "lo spettacolo deve andare avanti" ha prevalso. Senza dubbio assistito dalle bugie di Murray che Michael era in buona salute.
Penso che la storia dietro il declino della sua salute e il suo trattamento da parte di certe persone - temi che non sono mai stati completamente esplorati al processo a causa della portata ridotta delle prove - sia preoccupante.
Da quello che testimoni oculari hanno condiviso con me per il libro, troppe persone tenevano gli occhi fissi sul premio dei ricavi del concerto e hanno perso di vista l'essere umano fragile al suo centro.
In base alle condizioni disastrose in cui era Michael il This Is It si sarebbe dovuto chiudere entro il 20 giugno. In altre parole, era salvabile prima del 25 giugno, quando è morto.
Per noi come famiglia, questo rimane parte di un abbandono più ampio di Michael. Spero che nella causa civile per omissione di soccorso contro il promoter di concerti AEG che saranno esaminate alcune verità più ampie.
La condanna di Murray è il primo passo verso una maggiore giustizia.
Nulla può portare Michael indietro. Nulla può cambiare la realtà della magra condanna di Murray. Ma è nostro dovere per la sua memoria far emergere la verità di quello che gli è successo.
Forse allora inizieremo a sentirci più sollevati. Magari ci sentiremo meno vuoti.
Forse allora saremo in grado di darci pace, sapendo che "verità" è a volte la definizione di vera giustizia.
www.thesun.co.uk/sol/homepage/showbiz/bizarre/3968500/Jermaine-Jackson-I-hope-Conrad-Murray-is-haunted-by-what-hes-d...