Michael's fan
00giovedì 18 marzo 2010 20:23
Dedicato alla mia principessa 93 e a martiii, spero vi possa illuminare la giornata
CAPITOLO 26
Dalla tragedia l’amore può ricominciare
Apro gli occhi e capisco di trovarmi in ospedale
“Tesoro, finalmente hai ripreso conoscenza!”
“Da quanto sono qui?”
“Da cinque giorni. Ormai stavo perdendo la speranza. Perché l’hai fatto?”
“Non ho niente per cui continuare a vivere”
“Invece sì. Hai me, tuo padre, tua sorella, tutti i tuoi amici ed i parenti che ti vogliono bene e poi c’è anche Michael”
“Eh, Michael. È per colpa sua che mi ritrovo qui e poi non gli interessa più di me, è felicemente sposato”
“Sposato sì. Felicemente non direi” “Perché dici questo?”
“Non ha fatto altro che chiamare dal giorno in cui hai tentato di farla finita”
“Ti prego dimmi che non gli hai detto che cosa ho fatto e soprattutto dove sono”
“No. Gli ho detto che sei via con delle amiche”
“Grazie”
“Non ringraziarmi, sono la tua mamma. Non ti coprirò, però, ancora per molto”
“Raccontagli quello che vuoi basta che non venga a sapere quello che ho tentato di fare”.
Mi fa male dappertutto specialmente ai polsi, il problema più grande è che non mi sento più le gambe.
“Non so se potrà tornare a camminare di nuovo ma visto che il suo corpo è riuscito a riprendersi durante il coma c’è speranza” questo ha detto il medico dopo avermi visitata.
*oltre al danno la beffa; non solo sono ancora su questo mondo ma ho perso anche l’uso delle gambe*
“C’è papà al telefono”
“Bambina mia sono così felice di poter sentire di nuovo la tua voce. Cos’ha detto il dottore?” comincio a piangere, allora mia mamma mi sfila il telefono di mano e spiega a mio padre tutto quello che il dottore ci aveva detto dopo gli esami.
“Dobbiamo avvertirlo. Deve sarete, lui ama nostra figlia”
“No! Non deve più niente a che fare con quell’individuo. Hai visto com’è ridotta per causa sua. Aspetterà che si riprenda e poi le farà di nuovo del male”
“Si amano anche se adesso è confusa, nostra figlia gli vuole bene. Diamogli una mano a ricominciare. Se non vuoi farlo per lui fallo per nostra figlia; adesso più che mai ha bisogno di Michael, del suo amore del suo sostegno”, questo è lo stralcio di comunicazione tra i miei genitori che riesco a sentire prima che mia madre chiuda la porta dietro di se.
Durante la loro discussione, solo dopo che gli antidolorifici hanno fatto effetto, mi addormento. Al mio risveglio sono passate alcune ore, sono le quattro del pomeriggio *Cavolo ho dormito otto ore! Devo prenderli più spesso se mi fanno quest’effetto!*, guardo il cellulare: 180 chiamate sue
“Sono tutte mie”, mi giro di scatto verso la poltrona di fianco al mio letto
“Cosa ci fai qui? Perché sei venuto?”
“Sono venuto a trovare l’amore della mia vita per avere un’altra chance e poi tua madre mi ha chiamato per dirmi cos’hai tentato di fare”
“Non credo che Lisa sia contenta nel saperti qui. Mi hai vista, sto bene quindi puoi anche tornartene a casa”
“Non mi interessa di quello che dice o pensa. L’unica di cui mi importa sei tu”
*Com’è deperito. Dov’è finito quel bel viso del quale mi ero innamorata? Gli occhi stanchi, le gambe e le braccia magre, le occhiaie molto accentuate. Che ti è successo?*
“Perchè l’hai fatto Elena?” non rispondo.
Tock, tock, la porta si apre “Posso entrare?”
“Certo Marco. Vieni”, entra porgendomi un mazzo di fiori
“Grazie, non ti dovevi disturbare”
“Figurati. Ti posso abbracciare o sei ancora troppo debole?”
“Non penso che un abbraccio mi uccida”, rialzandosi nota la presenza di Michael
“Che ci fa lui qui?”
“È tutto a posto”
“Tutto a posto un corno! Vattene!”
“Stavamo solo parlando”
“Non ha il diritto di stare qui. Se sei su questo letto è per colpa sua. Gli dovrei spaccare la faccia”
“È tutto ok. Me la vedo io. Stai tranquillo”
“Ne sei sicura?” “Certamente. Ora vai e grazie per i fiori”
“Torno appena posso… e spero di non trovarlo più qui”.
Appena rimasti soli di nuovo “Chi è quello? In che rapporti siete?”
“E a te cosa importa? Non devo spiegazioni a nessuno soprattutto a te”
“Ti prego dimmelo, la gelosia, il rimorso e la rabbia mi stanno uccidendo”
“Ecco un piccolo assaggio di come mi sono sentita io. Marco è solo un amico. Tu puoi andare in giro a sposarti con la prima che capita e io non posso trovare un amico che mi aiuti a sopportare la situazione?”
“Scusa, hai ragione però non dire queste cose, mi ferisci così”
“Perché secondo te come mi sono sentita? Sola, ferita ed abbandonata, ecco come”
“Quindi è per questo che hai tentato di toglierti la vita?”
“No, mio caro. Il mondo non ruota intorno attorno a te, almeno il mio non più. L’ho fatto perché anche la mia ultima ragione di vita se n’è andata”.
Di colpo la porta si apre “sorellona! Che bello vederti finalmente sveglia”, mi salta in braccio
“E io sono felice di rivederti. Piano però se no finisci quello che avevo iniziato”
“Avevo tanta paura che non ti risvegliassi più”
“E invece...”
“C’è qualcuno per caso? Ti ho sentito parlare” le indico la poltrona
“Finalmente gliela farò pagare”
“No. Stiamo solo parlando”
“Elena non tentare di fermarmi. Ha fatto troppo male a te e al mio nipotino. Per colpa sua lui in c’è più”
“Finiamo di parlare e poi se ne torna da dove è venuto. Ti prego, vai fuori, li lo potrai picchiare quanto vuoi”
“Ti sei salvato; stavo per sfoderare i gemelli. Ci vediamo fuori re del Pop dei mie stivali” e la porta si richiude.
“Mi odia davvero”
“E cosa ti aspettavi dopo quello che mi hai fatto?”
“Cosa intendeva dire con hai fatto del male al mio nipotino?”
“Non ci arrivi da solo?”
“No! Non può essere! Eri incinta!”
“Esatto”
“Ecco cosa dovevi dirmi quel giorno, perché avevi le nausee, eri ingrassata e durante il processo sei stata male. Perché non mi hai detto nulla?”
“Ha importanza? Ormai non c’è più e poi tu hai fatto la tua scelta ed io la mia. Non volevo che stessi con me solo per lui visto che a quanto pare io non ero ciò che volevi”
“No è vero e questo tu lo sai”.
Andiamo avanti a discutere per ore, ad ogni sua risposta sento crescere dentro di me a rabbia ma anche una specie di compassione vedendo con quanta ostinazione tenta di convincermi che quello che è successo non è dipeso dalla sua volontà perché la cosa più bella che gli sia mai capitata nella vita sono io
“Puoi tornartene anche da dove sei venuto perché le tue scuse non mi restituiranno né il mio bambino né l’uso delle gambe”
“Mi hai detto di tutto, che ti faccio schifo, che mi odi, che non mi vuoi più vedere ma non i hai detto che non mi ami più. Dimmelo ed io scomparirò per sempre dalla tua vita”
*Ecco! Quella volta che trovo la forza pre odiarlo quanto basta per allontanarlo non serve a nulla. Devo mentirgli per riacquistare la libertà*
“Io… io… io… io non… Non ci riesco. Non posso mentirti” scoppio in lacrime
“Vedi che mi ami ancora”
“Ma come posso fare a fidarmi ancora di te e come posso perdonarti dopo quello che?”
“Sh” mi interrompe “Basta rivangare il passato. L’importante è che finalmente siamo di nuovo insieme. Ti starò accanto finché non guarirai e non mi avrai perdonato”
“Come faccio a sapere che con lei non c’è stato nulla?”
“Ecco come”, mi mostra la richiesta di divorzio dove lui ha segnato come motivo della separazione differenze inconciliabili mentre lei dovere coniugale non assolto
“Non mi basta. Devo sapere che lei non ha contato nulla per te”
“Se non fosse non sarei qui. Non credi?”
“Ormai non so più a cosa credere”
“Allora credi in questo: io ti amo, farò di tutto per riconquistare la tua fiducia e ti starò accanto per aiutarti a recuperare l‘uso delle gambe”
“Fai un po’ come credi”
“Certo che lo farò” ribatte stringendomi a se con le lacrime agli occhi e con talmente tanta foga da mozzarmi il respiro “Ti ho già persa una volta e non intendo perderti di nuovo”, all’udire quelle parole la mia rabbia scompare ma i dubbi restano
*e se dovesse accadere che l’accusino di nuovo mi lascerà ancora? Non mi ha voluta al suo fianco per proteggermi o perché non mi riteneva in grado di aiutarlo? Sarà mai tutto di nuovo come prima? Quanto mi sono mancate le se forti braccia ed il suo profumo. Aspetta! Non mi posso far infinocchiare così*
“Le mani a posto”
“Ok, ci vorrà un po’ di tempo. Ogni tuo desiderio è un ordine”
–due mesi a pensarla, a sognarla, a scrivere su di lei, a dedicarle canzoni, a desiderala… come ho fatto a sopravvivere? Una cosa è certa; non ti perderò più! Sono un uomo diverso adesso, non permetterò a niente e a nessuno di separarci di nuovo, mi sei mancata troppo! Non ce la facevo a stare senza poter vedere il tuo meraviglioso sorriso perciò sorridimi di nuovo-.
È estremamente umiliante dover ricorrere al suo aiuto per ogni cosa, i giorni passano e Michael diventa sempre più premuroso ed affettuoso “Apri la bocca che arriva il trenino”
“No!”
“Allora che arriva l’aereoplanino”
“No!” insisto
“Cosa vuoi? La barca? L’elicottero? La navicella spaziale? Dimmelo”
“Vedo” affermo ridendo “che non ti vuoi proprio arrendere”
“Te l’ho detto che farò di tutto per riconquistarti e poi ti ho fatto ridere. Non immagini quanto mi è mancato il tuo sorriso”
“Non ti esaltare”
“Adesso apri la bocca” in quell’istante entra il dottore
“Allora come sta la paziente più importante dell’ospedale?”
“Più importante?”
“Non è da tutti avere Michael Jackson come infermiere personale”
“Male dottore. Non vuole mangiare”
“Così non va affatto bene signorina”
“È che vorrei strafogarmi d’altro”
“E cosa vorrebbe?”
“Magari un bel profitteroles, il medico rimane scioccato, mentre Michael scoppia a ridere
“Vede dottore è per questo che la ama, non c’è un momento in cui non pensi al cibo o mi faccia ridere”
“Mi dispiace, ma temo di non poterla accontentare”
“È lei il medico; quindi presumo abbia ragione”
“Piuttosto vorrei vedere se la situazione delle sue gambe è migliorata” comincia a colpirmi con il martelletto, ma niente, un altro colpo, nessuna risposta, al terzo un leggero movimento della gamba
“Stavolta l’ho sentito! L’ho sentito!” urlo piangendo.
Pian piano riprendo a camminare, inizio a fare passeggiate per i corridoi dell’ospedale finché un giorno arrivo fino al reparto neonati. Una stretta al cuore e crollo a terra, Michael arriva in mio soccorso, mi prende e mi porta in camera
“Non ti preoccupare, avremo altre occasioni per avere dei figli” mi dice abbracciandomi forte
“Dopo il tour” gli sussurro all’orecchio
“Questo vuol dire che?”
“Sì, ti ho perdonato”
“ Oh mio Dio! Sono l’uomo più felice dell’intero universo” ci baciamo con la stessa passione di prima
“Non sai quanto mi sei mancatata, non ho fatto altro che pensarti”
“Posso immaginarlo visto che anche tu mi sei mancato moltissimo”, mi stringe ancora più forte a se ed io faccio altrettanto. Ci accarezziamo a vicenda, una tempesta di baci si scatena finché finiamo per fare l’amore.
contente?