Thrilleryna 95, 12/11/2009 16.19:
Può essere ke ha problemi cn il pc ...
proprio così! non il pc, ma direttamente la rete internet con TELE 2! un guasto tecnico che ha interessato l'intera zona di Ladispoli!
cioè, oddio scusatemi, è succeso un ABISSALE casino ç_______ç
La rete di TELE 2 non andava (come già detto nell'intera zona Ladispoli) e sono stata 4 giorni con internet che andava e non andava e 2 giorni proprio senza!!!
Comunque, il cappy 15, da tempo è pronto, e ora spero si pubblichi-->
Perdonatemi (anzi, stavolta uccidiamo insieme TELE 2!!!)
15 Capitolo
"Credo che il mondo sia un intero puzzle. Fatto di età, di mete e di ere. Ma se parliamo di ere, dobbiamo mettere in gioco Michael, si sa. Lui che ha segnato 7 ere da solista nel pop internazionale, nella Musica internazionale...
Off the Wall era,
Thriller era,
Bad era,
Dangerous era,
HIstory era,
Blood On the dance floor era e ultima, indimenticabile e non per questo meno importante delle altre:
Invicible era.
Tutte segnate a vita. Tutta scritte nella mia mano, dentro le mie vene, io che quelle "ere" le ho vissute davvero, le ho sperate, e ho sperato non finissero mai.
Resurection era. Quella doveva venire,
quella non verrà mai.
Quell'era, -si ne sono certa-, un giorno verrà, e quando verrà, allora, Dio credetemi, non ci sarà più bisogno di chiamarlo RE."
-Abbassate la freguenza ee...fatto! Ragazzi stiamo andando alla grande!- delle cuffie giganti mi si accostavano sulla testa mentre dal vetro vedevo Michael ballare, cantare, armonizzare in perfetta sintonia con il luogo in quel concerto. Quella Torino assopita su di lui...tutta su e PER lui.
-...The way you make me feel!-
-Ed ora il coro- guardavo i tasti che dovevo abbassare o alzare a seconda della voce del coro o di Michael. -alziamo di tono, presto- dissi al mio collega che siedeva vicino -certo, certo faccio subito eh! E tu abbassa quel tasto che se no si alza il volume del microfono- mi corresse John -ah si, certo certo-.
Ero "gasata" al massimo, devo dir la verità. Perchè più pensavo a Michael e meno pensavo a Danny, più pensavo a Torino come solo una città per fare il concerto e poi abbandonata per un altra tappa e meno pensavo a quei marciapiedi freddi, a quelle lacrime stupide che avevo versato sulla città.
-...you really turn me on!- continuò Jackson.
Il suo fiato, la sua voce la sentivo ancora su di me. La sento ancora , precisa e ravvicinata anche se è scostante e lontana.
"Ognuno Ha la propria colonna musicale della sua vita. Michael, molte persone prenderanno le tue canzoni e le legheranno per sempre a loro come una canzone da portare nell'anima..." così gli avevo detto. E così è vero, non ci sono bugie, non c'è falsità in ciò che gli dissi. In ciò che lui credette davvero...
-...Annie are you ok?
So, Annie are you ok,
Are you ok, Annie?-
Ti chini sul busto, fai gesti, balli e movenze mai viste prima d'ora. Tutta nuova la tua tecnica, tutto nuovo ciò che fai...tra borchie, capelli con la lacca e quello sguardo fiero mi pento solo ad aver pensato che potessi avere l'animo di un bambino. Ma invece era così, oh si, magari non mi crederete, ma lui era rimasto il solito bimbo che provava con i Jackson 5, il solito, quello di sempre, quello che fece impazzire, -non mezza-, ma tutta l'America degli anni 70.
Ed ora che era solista, la sua voce sembrava eterna, pronta a impnotizzare qualcuno da un momento all'altro, pronta a dar fuoco, a far svenire...e ditemi se non è successo, ragazzi!
Quel cappello segno inequivocabile del tuo talento, quel cappello con la striscia nera. Smooth Criminal...e poi giù, un apotesi di applausi, il tuo sorriso sincero che scaldava ogni cuore. Quell'adrenalina pronta a farti andare avanti, perchè se c'era un modo per riscattarti da tutto ciò che dicevano -tu lo conoscevi-, era di ballare, di cantare, di essere semplicemente
Michael Jackson. Colui che tutti i suoi fan amavano così com'era.
-Dad gone baby!
Dad gone baby!
oh! oh! oh!
Dad gone! Aow!-
Un applauso infinito così com'era la gioia che tu avevi nel cuore quando sentivi di essere amato per ciò per cui era nato -o meglio- per ciò che pensavi fossi nato.
-Beat, beat! Beat, beat!- Beat it, altra canzone, altro sound, una schitarrata in piena regola di Jennifer Batten e un emozione che travolge grandi e piccini, dallo studio di Torino vedevo esattamente le centinaia di persone che scalpitavano sotto al palco, vedevo i bimbi sopra le spalle dei genitori, che assistevano increduli alla più grande pop star di ogni tempo, e chissà forse già dentro i loro cuori desideravano di essere un po come te, Michael Jackson. Vedevo la gente che si vestiva con il costume di Bad, che si metteva i capelli alla tua maniera e anche se li aveva lisci se li appicicava con la gelatina, con la lacca se li tirava su, se li modellava...
Era folle si, ma era bello....tutti per Michael e Michael per tutti. Era bello -se solo fosse stato sempre così- era bello e meraviglioso pensare che tutti volevano essere te, ma non pensavano -non sapevano- che male avevi nel cuore, nella mente, in tutto il tuo corpo, e quanti sacrifici, batoste, prove dure e pesanti e quante rinunce avevi dovuto fare. Loro non lo immaginavano, ma tu non ti offendevi, con quel pubblico ti sentivi APPAGATO, e questo era bello...era ciò che desideravi.
....
Tra ballo e canto, tra gioia e fatica, tra coreografie e grandiosi -maestosi- effetti speciali, il concerto finì, appena preso un asciugamano per asciugarti il sudore, e appena la gente cominciava a smaltirsi per diventare sempre di meno fino a scomparire da quello stadio comunale gremito di persone fino a 10 minuti prima, sapesti dal tuo manager che i biglietti per la prossima tappa Europea erano già sold-out, ti meravigliasti non poco, ma quando sapesti che erano già giorni che molti Austriaci dormivano sotto il loro stadio per arrivare puntuali cominciasti a ridere con l'ultimo fiato che ti rimaneva.
-Oh, che pazzi- accostasti l'asciugamano sulla fronte e sorrisi deliziosamente, poi dall'ombra della notte mi vedesti.
-E per l'Italia è tutto. Ho dato il massimo, contenta?- dicesti ancora con il panno nella mano destra mentre ti spettinavi i capelli;
-No Michael, non sono contenta.- sorrisi -so che dai sempre il massimo, quindi non fare il furbo!-
Mi accostai alla panca a cui era seduto -Eh già, dovrò salutare l'Italia, cavoli è già finita. Tutto così in fretta...è già finita questa tappa...accidenti.- ero all'indietro con il busto, poi lo sporsi in avanti, "delucidata" da questa frase che mi aveva fatto pensare.
-Meglio così- dissi infine, sotto lo sguardo attento di Michael, mentre la maggior parte dello staff, cominciava a rimettere apposto fili, spine, costumi di scena, abiti, cappelli, varie attrezzature, luci, e diverse casse audio...
-Meglio così?- mi chiese guardandomi perchè la luce lunare rifletteva nei miei occhi.
-Si, è andato tutto per il meglio- deglutì le parole appena dette con un accento amaro -spero di scappare di nuovo da questa terra, sembra che per quanto l'ami, lei non mi possa vedere...- sorrisi sfacciata -non può essere così, Michael?-
-Oh no Rosalie, non è il luogo, ne la terra, ne il pianeta in se che ti far star male Ros, non prendertela con la Terra, sono stati solo degli aspetti negativi della tua vita, ma dimmi, chi è che non ce l'ha!...-
Oh, e se lo diceva lui, che veniva sfruttato senza riguardo dalla Sony, che voleva incidesse di già un altro cd, che veniva tormentato dalla stampa, be cavoli, io di che cosa dovevo piangermi addosso?
Il mio dolore era uno passato, era una madre perduta, ma che per dirla tutta non mi faceva più male il ricordo, e il dolore di una ragazza innamorata non può eguagliare al dolore che Michael aveva tutti i giorni...
-fisico, morale, fisso come un chiodo- tra malattie rare e tabloids che lo infamavano dicendolo contro la propria razza.
Mi sentivo così piccola -sentivo così piccolo il dolore- se eguagliato a quello che Michael subiva...e c'erano TANTI, ALTRI dolori, che Michael aveva...la famiglia, il padre, gli stessi amici che poi lo avevano tradito; insomma dovevo anche lamentarmi? Non era giusto. No, non lo era affatto.
Eppure, lui amava lo stesso la Terra, era davvero un ragazzo -un uomo, un bambino- sensibile, amava l'ambiente, se la prendeva a male se qualcuno pensava che il Pianeta poteva nuocere -Siamo noi stessi che le facciamo male, e la natura in qualche modo cerca di compensare, ma più delle volte non ci riesce...siamo noi che le facciamo del male...- mi diceva così.
-Già hai ragione Michael, che stupida che sono, chi è che non ce l'ha- mi dissi sottotono chinando il viso in mezzo alle pieghe della camicetta bianca con una cravatta nera, sorridesti anche tu, sorridemmo insieme.
Avevi 10 anni di più -questo è vero- ma a volte sembravi così maturo, così dolce e affascinante allo stesso modo, mi davi sicurezza quando ne avevo bisogno, mi davi una mano se te la chiedevo -anzi, me la davi lo stesso-, mi chiedevi l'amicizia quando quella era l'ultima tua ancora di salvezza per un pozzo di amarezza...
Eri Michael, eri così, eri un ragazzo speciale, eri lo stesso bambino dei Jackson 5 e lo stesso di Invicible, eri quello scalmanato di
Bad, di Beat it, di Smoot Criminal, di Speed Demon, di Dirty Diana, di Thriller...e quello armonioso, romantico, sensuale e dolce di
Man in the Mirror, The way you make me feel, i just can't stop loving you, Billie Jean, Another part of me....
Ti guardo da lontano e ti vedo sorridere, guardo il tuo sguardo e ti vedo morire. Possibile? I tuoi occhi accessi, che ad ogni cattiveria, ad ogni maledizione e ad ogni beffataggine si scurivano e si chiudevano di un poco, diventavano sempre meno intensi, meno accesi, meno solari...quegli occhi tormentati dall'odio di chi non si accontenta di criticare, ma di uccidere con le parole.
Quel sorriso che ti splendeva nei giorni più tristi, ma fino a calare nella notte più buia; ad ogni concerto, ogni nota che cantavi, era come un colpo al cuore, faceva male, era tutto in crescendo...
Quel sorriso e quegli occhi...
Quei medesimi occhi che si sono chiusi -
fino ad non aprirsi più-