allora ragazzi, prima di leggere, sappiate solo che credo che nessuno capirà perchè io -ecco- non sia andata fino in fondo e anzi abbia finito "proprio sul più bello" bè...solo per non alterare la VERA storia, e anzi, per trattenere anche quell'anima che aveva Michael che non avrebbe mai reagito così...e ho cercato di dargli anche una ragione valida, quindi praparate le mangannellate per Rosalie (o Ros)xD o immedesimatevi in lei, nel senso che...o la frustate per non essere LEI andata in fondo o la appoggiate per ciò che ha fatto nella mia ff^^ Spero di essere stata chiara, ah approposito, capendo la vostra mente e ciò che chissà vi sarete immaginate, voglio dirvi che mi FAREBBE UN GRANDISSIMO PIACERE se mi diceste i vostri pensieri su ciò che pensavate sarebbe successo (eheheh..vi metto in difficoltà, eh?)
Ora, però, bando alle ciance, leggete se vi fa piacere
13 Capitolo
"A volte alzo il volto verso il cielo, verso quell'azzurro così intenso, verso quelle nuvole. E su una nuvola vedo il tuo sorriso, indecifrabile, inprevedibile....Bellissimo.
Cammino per le strade trafficate della mia città, con quel freddo che mi perseguita e guardando in alto ti vedo sempre...li, pronto a confortarmi, come hai sempre fatto -come un amico o
forse di più, farebbe-.
Vedo il tuo sorriso che mi sorregge e mi conforta nei miei momenti di dolore...basta che ti vedo, ti guardo per un istante, quel sorriso sincero, li su quella nuvola che prende l'intero cielo, e allora, in quel momento, in quel preciso momento, penso... -non tutto è male in questo mondo-"
Alzo la testa che prima stendeva su qualcosa di morbido e profumato.
-Michael...do...dove mi trovo?- sentii quello "scoppiettio" del fuoco a poca distanza da me, quel rumore delle fiamme che fanno quando stanno dentro un camino;
Aprii gli occhi delicatamente, non riuscivo a distinguere per la verità ciò che mi si prostava davanti, però non potevo sbagliare, quello che stava mettendo della legna nel caminetto era proprio Michael.
Si girò verso di me -stai in albergo Ros, ti ho portato io fino a su, ti eri addormentata...- la verità era, che mi aveva trascinato di forza quella sera nella sua limousine e mi aveva stretto a sè, voleva che non piangessi più; i miei occhi erano talmente violacei che non distinguevo nemmeno i luoghi. Mi accostai a lui in quella grande auto e incurante dello staff mi addormentai piangendo.
-do...dove?- chiesi io debolmente, non avevo ne la forza, ne la voglia di parlare, era tutto talmente assurdo che mi sembrava un sogno... -sei nella mia stanza Ros, ti ho messo nel mio letto perchè tu possa dormire, non sapevo dove fosse la tua di camera...quindi...- vidi di nuovo la sua figura di colore scuro avvicinarsi al fuoco e mettere altra legna -qua a Torino fa abbastanza caldo ma ho voluto mettere del fuoco per riscaldare meglio l'ambiente, spero non ti dia fastidio...- chinai la testa, appoggiavo su qualcosa di morbido come già detto, evidentemente un cuscino, e tenevo strette nelle mani un lenzuolo -No..- dissi, anche se avrei dovuto rispondere "no, non mi dà fastidio".
Eppure, quel "No" mi bastò per ripensare al mio ultimo ricordo di tutti quei pensieri vaghi, quel No di rifiuto, quel No che mi disse Danny dicendo che aveva incontrato finalmente la sua donna e che si voleva sposare...che oltre a questo la sua ragazza era già incinta e dovevano sposarsi al più presto, quel No di faccia tosta che mi disse -non te la prendere, io ti voglio bene, possiamo restare amici- e quel No di inadeguatezza che avevo nella bocca quando mi disse perfino che ero INVITATA al suo matrimonio...
-Oh Dio, oh Dio...No..perchè!?- cominciai di nuovo ad urlare, di nuovo a piangere, le mani che combaciavano sul mio volto come un dipinto tipo "L'urlo" -No...No! Perchè!- ero immobile, li mezza seduta su quel letto che nemmeno distinguevo, forse bianco, forse un po avana.
-Ti prego, non fare così, Rosalie, ehi...ti prego! Non piangere, non piangere più..- mi disse Michael avvicinandosi a me e prendendomi con le braccia intorno al collo come in un abbraccio -Non puoi farti male così...-
-No...- piangevo e quelle fastidiose lacrime che neanche sentivo più, scendevano sul mio volto fin giù al mento per scendere sulla coperta -Michael, ti prego, perfavore non puoi capirmi, lasciami stare...- gli feci male, lo sentii che mi strinse ancora più forte -Come non posso capirti?- erano le 2 di notte, quella notte così silenziosa, ma così tormentata.
-Come? Rosalie sono tuo amico, sono qui, non mi vedi? Ti sto affianco...in qualche modo devo pur sempre ripagare tutto ciò che mi hai fatto...sono qui, Ros, non mi vedi?- mi ripeteva -Mi hai insegnato cos'è la Libertà, cos'è la vera amicizia, Rosalie, ci conosciamo ormai da ben 8 mesi, ti prego confidati con me, ti prego...Ros io, ecco...ti voglio bene veramente...mi sono affezionato veramente a te! Ho adorato quei momenti che passavamo a parlare dell'amicizia, ho apprezzato come ti sei impegnata perchè io non cedessi ai Tabloids, però...Rosalie, non per questo, io non so altro oltre a quello che tu mi hai detto..-.
Sospirò -Ros,
so anche io cosa sia l'amore, ti prego non piangere più...- cosa mi chiedeva! Non piangere più! Come se fossi stata io a controllare quelle maledette lacrime che mi bruciavano in gola, che mi toglievano il fiato, che mi infiammavano le corde vocali e che mi chiudevano gli occhi.
-No...- ripetevo come in una sorta di trance -Dio, perchè a me, cosa...cosa c'è che non va in me?!- scoppiavo a piangere sempre più forte e per fortuna che quella stanza era un suite e quindi non c'era nessuno vicino, altrimenti ci saremmo ritrovati con tutti gli altri clienti pronti a farci la ramanzina.
-Oh Michael...- ancora lo scoppiettare del fuoco, avevo abbastanza caldo dovevo assolutamente spegnere quel fuoco, ero già calda di mio -fammi alzare- dissi lentamente, gli occhi erano talmente infiammati che dovetti sbattere più volte le ciglia per vedere finalmente un po chiaro; spensi il fuoco. Tutto divenne scuro e confuso, ma i pochi passi mi bastarono per vedere il letto.
Mi risedetti e Michael mi stava accanto, come un caro amico, uno fedele, uno dei quali...NON AVREI MAI CREDUTO POSSIBILE.
-Stai...stai un po meglio, Ros?- annui, con ancora qualche lacrima che Graffiava il mio volto...stavo male è vero, cavolo se stavo male, ma la tanta calma e tranquillità che regnava in quella stanza non la credevo possibile, ed anzi mi trasmetteva un po di quiete.
-Grazie Mic..- non finì la frase, Michael era ad una distanza così vicina alla mia bocca, talmente vicina, il suo respiro lo sentivo su di me, i suoi occhi li vedevo -unica luce in quel buio totale, ora che avevo spento quelle quattro fiamme nel camino-
-Michael...- pronunciai senza muovere un muscolo, eravamo talmente vicini che pensavo se solo avessi fatto una mossa avrei sbagliato, avrei rovinato l'attimo, l'avrei rovinato per sempre...
-eravamo troppo vicini- troppo vicini ma io pensavo all'amore dentro di me, lui invece aveva una concezione dell'amare molto più profonda, quasi spirituale e non "convenzionale", non Carnale, non quella.
-Michael...- ripetei andando il mio fiato sulle sue labbra, vedevo il suo volto, i suoi occhi che splendevano come luce in quel buio torrido della stanza, vedevo le sue labbra quasi combaciare con le mie, Dio sarebbe stato bellissimo...
Affannai quasi, come se non sapessi nuotare in quel momento. Mi prese le mani bagnate dalle lacrime e le mise sui suoi capelli che avevano il colore della notte, li accarezzai, incurante di ciò che sarebbe successo...
anche se...
...
Non successe niente.
Già, come già detto lui per me era solo un amico, forse il più grande, forse il Migliore. Ma un amico, niente di più. Ma bastava, bastava il suo profumo, le sue parole.
Mi bastava l'amicizia...infondo ero stata TRADITA dall'Amore, perchè soffrire una seconda volta? Quello era il mio più grande amore -Danny- e ne soffro ancora dopo 21 anni...
Come già detto, NON SUCCESSE NIENTE. Accarezzai i suoi capelli pieni di Lacca ma morbidi lo stesso.
E lui quasi respingendo le mie labbra -aveva un viso così ingenuo e pieno di timore- andò dietro le mie spalle con il volto e mi abbracciò -Non ti lascierò piangere Rosalie, non ti lascierò fare...-strinse le mani sui miei fianchi -una cosa che so dell'AMICIZIA è che uno deve sempre contare sull'altro. Io conto su di te, ma è giusto che se adesso sei tu in difficoltà, possa anche tu parlare, aprirti, confidarti con me...- e sospirò imbarazzato, magari proprio dalle sue stesse parole.
La sua stretta così autentica su il mio vestito sgualcito, sporcato dall'umido del marciapiede dove io mi ero buttata.
-Grazie..- riuscii solo a dire, non pensai in quel momento che poteva finire così. Ma invece fu proprio così che andò a completarsi quella giornata, o meglio, era il 27 Maggio 1988;
Michael accese la luce della stanza e con discrezione mi disse dove era il mio giubbetto e i miei stivali, mi misi tutto e guardando nella mia tasca vidi dov'era il numero della mia camera.
Salutai Michael con grazia, e con cautela camminai verso la mia stanza che risiedeva a 1 piano più in basso.
Cominciai di nuovo a piangere, appena chiusa la porta con un tonfo attutito dal silenzio della notte -erano le 2.35- ma infondo era giusto, dovevo anche sfogarmi, me lo ricordo come fosse ieri. Però avevo nel mio cuore oltre a quel tormento anche una "strana" quiete interiore...
Michael non poteva baciarmi ne fare altro, lo capii molto più tardi. Perchè tradiva i suoi ideali di Amicizia, lui non aveva detto Amore, aveva detto
vuoi essere mia amica e io avevo acconsentito, ne ero grata. Io, infondo, avevo bisogno di un amico come lui.
Ma anche se non mi baciò, cavoli, anche lui provava dei sentimenti, non per questo non era un uomo, aveva tutti i sentimenti del mondo...
ma ragazzi, se Michael era un angelo come poteva pensare all'amore carnale? All' amore passionale e di dominio? Come poteva?
Poteva avere sentimenti buoni, come tutti gli angeli che vengono nel mondo per proiettarci la pace...
E, se vedete, tutti gli angeli, alla fine, perdono qualche PIUMA nel mondo.
Troppo Bad il mondo per capirli... e allora essi scompagliono, così come sono venuti al mondo...
Ma anche Michael -Michael Jackson- aveva dei sentimenti...e faceva MALE pensare che non li abbia avuti, faceva male,
molto male...
"
Mi sento come uno di tanti. Se mi taglio sanguino. E mi imbarazzo facilmente"