Oscar a La grande bellezza di Sorrentino

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sery84
00mercoledì 12 marzo 2014 03:13
Re: Re:
mark frankie teardrop, 11/03/2014 04:38:




Ah , ho letto questo intervento, ora. Be', ma qualcuno mi spiega perché se è un film giapponese per vincere un Oscar deve parlare di morte, qualcuno deve indossare un kimono, stare inginocchiato su un tatami, e vivere la lacerazione fra giappone tradizionale e quello moderno; se è un film iraniano deve vivere il contrasto fra società tradizionale con regole intransigenti e libertà interiore, un quintale di metafore tra paesaggi e individui; se è un film libanese o israeliano o arabo palestinese deve trattare di un matrimonio interconfessionale, un amore negato per motivi di fede, feste drammatiche e lacerazioni tra culture diverse; se è un film koreano deve parlare di morte e problemi di società patriarcali e incardinate sulla famiglia; se è un film italiano o francese deve essere un metafora estetizzante sull'amore e la vita, borghese e malinconico, eccetera?
Quand'è che vedremo un thriller giapponese, una commedia russa, un on the road italiano vincere un oscar? (ammesso che freghi vincere un oscar, a me no, ma tutto sto hype che si genera dopo l'oscar mi ammazza).



Gli Oscar sono i premi dei film di genere americani. Vincerlo o meno non significa che un film è bello o che è brutto.
La Berlinale o Venezia di solito propongono film anche di altro spessore o origine. Ma gli Oscar diciamo che sono condizionati da altri fattori.

Inoltre il film di Sorrentino non è da buttare e non ha niente di meno di Nebraska o del Kaurismaki (che scegli estetiche opposte a Sorrentino).
La regia rispecchia l'estetica di Sorrentino, non altre, e la fotografia è eccezionale, ma solo se guardata nella sua funzione.
La grande bellezza ha molte chiavi di lettura, e dei significati molto più profondi di quelli che non si vada in giro a leggere in questi giorni (religiosità, vendita dell'anima, potere, iniquità, anzianità, vacuità, paganità, e roma innalzata a pietra sacrificale, le sovrapposizioni temporali, e mille altri).
I limiti del film sono noti e io sono stata tra i primi ad elencarli ,ma almeno evita di raccontarti una storia come siamo sempre abituati (oh ma il plot, oh ma la storia, oh ma il montaggio,...) e potrebbe essere montato in mille modi diversi ma le immagini non perderebbero del significato.
Per questo ha avuto riconoscimenti d'oltralpe e d'oltre oceano(e non perché propone un'immagine dell'Italia stereotipata) mentre in Italia veniva classificato con 2 stelline (=una schifezza) forse proprio perché non si limita a dire le cose che fanno felici gli Italiani (politica e morale).
mark frankie teardrop
00mercoledì 12 marzo 2014 05:53
Re: Re: Re:
sery84, 12/03/2014 03:13:



Gli Oscar sono i premi dei film di genere americani. Vincerlo o meno non significa che un film è bello o che è brutto.
La Berlinale o Venezia di solito propongono film anche di altro spessore o origine. Ma gli Oscar diciamo che sono condizionati da altri fattori.

Inoltre il film di Sorrentino non è da buttare e non ha niente di meno di Nebraska o del Kaurismaki (che scegli estetiche opposte a Sorrentino).
La regia rispecchia l'estetica di Sorrentino, non altre, e la fotografia è eccezionale, ma solo se guardata nella sua funzione.
La grande bellezza ha molte chiavi di lettura, e dei significati molto più profondi di quelli che non si vada in giro a leggere in questi giorni (religiosità, vendita dell'anima, potere, iniquità, anzianità, vacuità, paganità, e roma innalzata a pietra sacrificale, le sovrapposizioni temporali, e mille altri).
I limiti del film sono noti e io sono stata tra i primi ad elencarli ,ma almeno evita di raccontarti una storia come siamo sempre abituati (oh ma il plot, oh ma la storia, oh ma il montaggio,...) e potrebbe essere montato in mille modi diversi ma le immagini non perderebbero del significato.
Per questo ha avuto riconoscimenti d'oltralpe e d'oltre oceano(e non perché propone un'immagine dell'Italia stereotipata) mentre in Italia veniva classificato con 2 stelline (=una schifezza) forse proprio perché non si limita a dire le cose che fanno felici gli Italiani (politica e morale).



un attimo. Nebraska è l'ennesimo film neorealista americano ad arrivare a due passi dall'oscar perché ben congegnato, dove la regia non osa nulla, pur potendo. Questo è l'unico motivo per cui accontenta e scontenta tutti allo stesso modo, ma si tratta comunque di un gran film, ed indipendentemente dal suo valore in assoluto, meritava su cose di maniera (12 anni schiavo, o come l'avete tradotto in italiano), oppure sull'ultimo contenitore di nuovi visual effects (gravity). Lì hanno premiato la storia, e Nebraska non è conforme allo stereotipo di film da oscar.
Diverso discorso per il film di sorrentino. Il film di Sorrentino è esattamente conforme allo stereotipo americano di film straniero da oscar. E' inaccettabile un oscar ad un film eccezionale come "Dead Man" di Jarmusch (questo sì surreale, onirico e grottesco) ma è accettabilissimo un oscar ad un film con un'estetica inocua, proprio perché è semplice, metafore immediate, fotografia da cartolina (a mio parere le scene della bambina che dipinge discendono paro paro dal Scorsese di new york stories). Non mi stupisce che Peter Greenaway non arrivi nemmeno vicino all'oscar con i suoi film grotteschi, non mi stupisce che queesto vinca a mani basse. Ciò non mi impedisce di dire che non riesco ad entusiasmarmi di fronte ad un film che ha i difetti dei film surreali e non ha i vantaggi dei grandi film onirici, facevo l'esempio di Lynch (senza ironia) oppure Kaurismaki (con ironia). A mio parere i commenti italiani confondono continuamente regia e contenuto.
Giusto una nota aggiuntiva, personale. L'ho visto in tv quando è uscito non potendo altrimenti, e a pechino un dvd costa 60-70 centesimi. Ok, mettiamo su (e già mi ronzava nelle orecchie l'hype della selezione di cannes), vedo i primi sette - otto delle riviste alternative di cinema ed ovviamente mi aspetto un buon film, se spevo che concorreva per l'oscar lo lasciavo lì (messuno qui ha visto himizu o confessions, tanto per dire due film che meritavano)?. Comunque parte e inizia con un dialogo giapponese ridicolo che è pieno di cazzate e fa girare le balle a me e a Chihiro, un cinese messo lì a fare il giapponese eccetera e non entro nei particolari perché non è il punto. Il punto è che questo non è grottesco ma è kitsch, trattandosi di uno stereotipo (la comitiva di giapponesi che prende foto e lacera la purezza ambientale) che francamente ha la stessa profondità di un carabiniere delle barzellette italiane. Fa pensare una scena così? Ma manco morto. Dà una nuova ed alta prospettiva all'analisi sociale di Sorrentino? Ma non scherziamo. Kusturica che fa vedere soldati che sparano con il bazooka all'indietro per sbaglio è criticato per la banalità, tòpos elementare della regia. E sorrentino qui e là ha questa "grandissima" abilità di fare basso kitsch invece che alto grotesque, ci cade dentro alla grande e mi pare che concordiamo tutti a dire che Sorrentino non è Tarantino, anche se si tratta di indicazioni geografiche vicine.


sery84
00mercoledì 12 marzo 2014 07:25
Re: Re: Re: Re:
mark frankie teardrop, 12/03/2014 05:53:



un attimo. Nebraska è l'ennesimo film neorealista americano ad arrivare a due passi dall'oscar perché ben congegnato, dove la regia non osa nulla, pur potendo. Questo è l'unico motivo per cui accontenta e scontenta tutti allo stesso modo, ma si tratta comunque di un gran film, ed indipendentemente dal suo valore in assoluto, meritava su cose di maniera (12 anni schiavo, o come l'avete tradotto in italiano), oppure sull'ultimo contenitore di nuovi visual effects (gravity). Lì hanno premiato la storia, e Nebraska non è conforme allo stereotipo di film da oscar.
Diverso discorso per il film di sorrentino. Il film di Sorrentino è esattamente conforme allo stereotipo americano di film straniero da oscar. E' inaccettabile un oscar ad un film eccezionale come "Dead Man" di Jarmusch (questo sì surreale, onirico e grottesco) ma è accettabilissimo un oscar ad un film con un'estetica inocua, proprio perché è semplice, metafore immediate, fotografia da cartolina (a mio parere le scene della bambina che dipinge discendono paro paro dal Scorsese di new york stories). Non mi stupisce che Peter Greenaway non arrivi nemmeno vicino all'oscar con i suoi film grotteschi, non mi stupisce che queesto vinca a mani basse. Ciò non mi impedisce di dire che non riesco ad entusiasmarmi di fronte ad un film che ha i difetti dei film surreali e non ha i vantaggi dei grandi film onirici, facevo l'esempio di Lynch (senza ironia) oppure Kaurismaki (con ironia). A mio parere i commenti italiani confondono continuamente regia e contenuto.
Giusto una nota aggiuntiva, personale. L'ho visto in tv quando è uscito non potendo altrimenti, e a pechino un dvd costa 60-70 centesimi. Ok, mettiamo su (e già mi ronzava nelle orecchie l'hype della selezione di cannes), vedo i primi sette - otto delle riviste alternative di cinema ed ovviamente mi aspetto un buon film, se spevo che concorreva per l'oscar lo lasciavo lì (messuno qui ha visto himizu o confessions, tanto per dire due film che meritavano)?. Comunque parte e inizia con un dialogo giapponese ridicolo che è pieno di cazzate e fa girare le balle a me e a Chihiro, un cinese messo lì a fare il giapponese eccetera e non entro nei particolari perché non è il punto. Il punto è che questo non è grottesco ma è kitsch, trattandosi di uno stereotipo (la comitiva di giapponesi che prende foto e lacera la purezza ambientale) che francamente ha la stessa profondità di un carabiniere delle barzellette italiane. Fa pensare una scena così? Ma manco morto. Dà una nuova ed alta prospettiva all'analisi sociale di Sorrentino? Ma non scherziamo. Kusturica che fa vedere soldati che sparano con il bazooka all'indietro per sbaglio è criticato per la banalità, tòpos elementare della regia. E sorrentino qui e là ha questa "grandissima" abilità di fare basso kitsch invece che alto grotesque, ci cade dentro alla grande e mi pare che concordiamo tutti a dire che Sorrentino non è Tarantino, anche se si tratta di indicazioni geografiche vicine.






Appunto gli Oscar sono dei premi ad hoc (film di genere americani). Non vogliono dire sulla qualità delle opere. Per questo non troverai mai un Greenaway agli oscar, o per questo La Grande Bellezza non è da considerarsi cosa non è perché ha vinto un Oscar.
(https://www.youtube.com/watch?v=fJfvX6zPAuQ per vedere i commenti stranieri, www.rottentomatoes.com/m/the_great_beauty/ per le recensioni straniere)
Il kitsch invece lo vedo sempre quasi dappertutto, è il saperlo prenderlo in giro che è diverso,e la scena del cinese che schiatta è proprio la scena iniziale per parlare della morte, di cui tutto il film tratta, sempre.
Sorrentino invece non rappresenta il classico straniero agli Oscar, poiché il film seppur non sia la miglior regia, è un film d'autore, che manca di un trama, ma che comunque per l'utilizzo delle funzioni degli strumenti (e non perché la regia sia superba o nuova) è riuscito a fare una cosa che nel grande cinema (commerciale) mancava da tempo: una cosa diversa.
E pace sia a Gravity, Nebraska,e tutta la mediocrità che circola intorno.
rossijack
00mercoledì 12 marzo 2014 12:38
questi erano i 5 film per il miglior film straniero(Mark,ti ha risposto Sery )Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.







Il Premio Oscar al miglior film in lingua straniera (Academy Award for Best Foreign Language Film) viene assegnato al film in lingua diversa dall'inglese votato come migliore dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, cioè l'ente che assegna gli Academy Awards, i celebri premi conosciuti in Italia come premi Oscar. Il premio viene consegnato al regista[1].





2014 La grande bellezza, regia di Paolo Sorrentino (Italia)
Alabama Monroe - Una storia d'amore, regia di Felix Van Groeningen (Belgio)
Il sospetto, regia di Thomas Vinterberg (Danimarca)
The Missing Picture, regia di Rithy Panh (Cambogia)
Omar, regia di Hany Abu-Assad (Palestina)
mark frankie teardrop
00giovedì 13 marzo 2014 05:10
Re:
rossijack, 12/03/2014 12:38:

questi erano i 5 film per il miglior film straniero(Mark,ti ha risposto Sery )Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.







Il Premio Oscar al miglior film in lingua straniera (Academy Award for Best Foreign Language Film) viene assegnato al film in lingua diversa dall'inglese votato come migliore dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, cioè l'ente che assegna gli Academy Awards, i celebri premi conosciuti in Italia come premi Oscar. Il premio viene consegnato al regista[1].



2014 La grande bellezza, regia di Paolo Sorrentino (Italia)
Alabama Monroe - Una storia d'amore, regia di Felix Van Groeningen (Belgio)
Il sospetto, regia di Thomas Vinterberg (Danimarca)
The Missing Picture, regia di Rithy Panh (Cambogia)
Omar, regia di Hany Abu-Assad (Palestina)





Non ho dubbi che la lista per i film stranieri di quest'anno fosse quella lì. Io sto parlando di film che o neppure sono arrivati ad essere selezionati o, come nel caso di Nebraska o 12 anni schiavo, erano presenti in altre sezioni di premiazione (in quanto film americani).
rossijack
00giovedì 13 marzo 2014 13:54
l'aver incollato la lista dei film in corsa per il miglior film straniero mirava a fugare un po' la confusione di alcuni,questo premio si da' a film non in lingua inglese.E' quindi inutile citare altri film che potenzialmente potevano concorrere nella sezione miglior film o migliore regia e non in questa.
Quanto a chi ha detto che i concetti espressi nel film sono triti e ritriti rispondo col dire che tutto e' stato gia' detto o fatto ma e' la forma ,lo stile in cui lo esprimi che fa la differenza..e non solo in campo cinematografico!
migi.mj
00giovedì 13 marzo 2014 13:56
Re: Re: Re: Re:
mark frankie teardrop, 12/03/2014 05:53:



Il punto è che questo non è grottesco ma è kitsch, trattandosi di uno stereotipo (la comitiva di giapponesi che prende foto e lacera la purezza ambientale) che francamente ha la stessa profondità di un carabiniere delle barzellette italiane. Fa pensare una scena così?



In ordine sparso anche io.

Non so, cosa dovrebbe far pensare una scena così?

Credo di soffrire un po’ della c.d. sindrome di Stendhal, mi è capitato di sentirmi quasi mancare causa vista di un quadro di Picasso, anni fa, e di avere dipinta sul viso esattamente quell’espressione meravigliata/idiota, che ha il turista quando si affaccia su Roma, dal Gianicolo (scena iniziale).

Se l’intento di Sorrentino era quello di rendere (anche) l’emozione che si prova a quella vista, ci è riuscito benissimo per me.
Non penso fosse in atto, in quella scena, nessuna approfondita analisi sociale.

Non so se mettersi in modo così razionale di fronte a film del genere (per chi non fa di mestiere il critico cinematografico) sia da preferire, rispetto invece ad una predisposizione più emotiva ed empatica, che non sta ad intendere, in automatico, una visione del tutto soggettiva, ma solo un'altra modalità di “lettura”.

Perché quella scena iniziale è il biglietto da visita del film, ci avvisa che l’elemento morte sarà predominante (d’accordo con Sery su questo).
E’ kitsch ? Sì, esattamente.
Stereotipo? Sì , è una delle svariate immagini che si possono avere del turista, che se ne va girando per Roma, con lo sguardo verso l’alto, ubriacato dalle troppe cose da “vedere” ,
tanto da esserne sopraffatto, perché non ce la si fa a contenerla tutta quella bellezza.
Quella è la visione di Sorrentino, quel che lui coglie, quella è la messa in scena che ha scelto, voleva dire quello e non altro credo.
E non penso per mera incapacità tecnico/narrativa di raccontarla in un altro modo.

Quella scena è veloce, e in pochi minuti capace di raccontarti un mondo.

Da romana de Roma [SM=g27824] , posso solo dirti che se ti soffermi su quella terrazza, al Gianicolo, anche solo per un’ora, e ti guardi intorno osservando il viavai dei turisti, in parte ti rimarrà proprio quel kitsch addosso.

Perché tutto finirà con l’esserlo davanti a quel panorama.

Questo penso. O almeno questo a me è arrivato.
sery84
00giovedì 13 marzo 2014 14:18
Re: Re: Re: Re: Re:
migi.mj, 13/03/2014 13:56:



In ordine sparso anche io.

Non so, cosa dovrebbe far pensare una scena così?

Credo di soffrire un po’ della c.d. sindrome di Stendhal, mi è capitato di sentirmi quasi mancare causa vista di un quadro di Picasso, anni fa, e di avere dipinta sul viso esattamente quell’espressione meravigliata/idiota, che ha il turista quando si affaccia su Roma, dal Gianicolo (scena iniziale).

Se l’intento di Sorrentino era quello di rendere (anche) l’emozione che si prova a quella vista, ci è riuscito benissimo per me.
Non penso fosse in atto, in quella scena, nessuna approfondita analisi sociale.

Non so se mettersi in modo così razionale di fronte a film del genere (per chi non fa di mestiere il critico cinematografico) sia da preferire, rispetto invece ad una predisposizione più emotiva ed empatica, che non sta ad intendere, in automatico, una visione del tutto soggettiva, ma solo un'altra modalità di “lettura”.

Perché quella scena iniziale è il biglietto da visita del film, ci avvisa che l’elemento morte sarà predominante (d’accordo con Sery su questo).
E’ kitsch ? Sì, esattamente.
Stereotipo? Sì , è una delle svariate immagini che si possono avere del turista, che se ne va girando per Roma, con lo sguardo verso l’alto, ubriacato dalle troppe cose da “vedere” ,
tanto da esserne sopraffatto, perché non ce la si fa a contenerla tutta quella bellezza.
Quella è la visione di Sorrentino, quel che lui coglie, quella è la messa in scena che ha scelto, voleva dire quello e non altro credo.
E non penso per mera incapacità tecnico/narrativa di raccontarla in un altro modo.

Quella scena è veloce, e in pochi minuti capace di raccontarti un mondo.

Da romana de Roma [SM=g27824] , posso solo dirti che se ti soffermi su quella terrazza, al Gianicolo, anche solo per un’ora, e ti guardi intorno osservando il viavai dei turisti, in parte ti rimarrà proprio quel kitsch addosso.

Perché tutto finirà con l’esserlo davanti a quel panorama.

Questo penso. O almeno questo a me è arrivato.



Quoto.
criticofan
00lunedì 17 marzo 2014 17:55
Un mio amico l'ha visto ed è stato lapidario: "Che gran cagata!"
[SM=g27827]
Un altro ancora ha detto di aver spento inorridito dopo i primi cinque minuti.
[SM=g27827]
Un altro ancora l'ha visto e ha detto: "Bella la regia, bella la fotografia, bello il montaggio, bravo Servillo. Però manca una cosa: UNA STORIA!".
[SM=x47980]
Un altro lo ha adorato sin dai primi istanti, e l'ha visto già TRE VOLTE!
[SM=g27831] [SM=g2927026] [SM=g27833]

E hanno tutti e tre gusti simili ai miei... [SM=g27815]

Devo farmi un'idea mia. Me lo sono fatto prestare in dvd. Mi preparo psicologicamente e lo guardo...
[SM=g27825]
Neverland1973
00lunedì 17 marzo 2014 23:07
Re:
criticofan, 17/03/2014 17:55:

Un mio amico l'ha visto ed è stato lapidario: "Che gran cagata!"
[SM=g27827]
Un altro ancora ha detto di aver spento inorridito dopo i primi cinque minuti.
[SM=g27827]
Un altro ancora l'ha visto e ha detto: "Bella la regia, bella la fotografia, bello il montaggio, bravo Servillo. Però manca una cosa: UNA STORIA!".
[SM=x47980]
Un altro lo ha adorato sin dai primi istanti, e l'ha visto già TRE VOLTE!
[SM=g27831] [SM=g2927026] [SM=g27833]

E hanno tutti e tre gusti simili ai miei... [SM=g27815]

Devo farmi un'idea mia. Me lo sono fatto prestare in dvd. Mi preparo psicologicamente e lo guardo...
[SM=g27825]



[SM=x47986] [SM=g2927014]
poi ci dici come è andata... [SM=g27822]

Camila@
00martedì 25 marzo 2014 18:23
Scrivo solo ora perchè solo ora ritorno dopo una lunga assenza.
Che dire? Qui i pareri sono discordanti, come lo sono stati a casa mia. Mio marito e mio fratello si guardavano in faccia come a dire " ma che è stà roba?!". Amici e parenti erano tutti un "Mhà!"
A me è piaciuto tanto e ho una grandissima voglia di rivederlo. Ho trovato fantastico il personaggio di Jep Gambardella, così svogliatamente brillante, così sfacciatamente cinico eppure fortemente sentimentale! Forte l'accento tra l'inutile sfarzo, l'inutile potere e la semplicità più assoluta. Perchè in fondo che cos'è davvero la bellezza se non un concetto spirituale?
Non entro nel merito dell'oscar: se lo meritava, se non lo meritava.... al di là di questo e indipendentemente dall'oscar l'ho trovato un gran bel film, sicuramente complesso, sicuramente intellettualoide, sicuramente poco dinamico, con tante scene e un pò meno dialoghi, ma forse è proprio questa caratteristica che lo rende dissimile da tutti gli altri film; un genere quasi a sè e sicuramente una di quelle cose particolari che o piace o non piace.
Splendida la Ferilli! L'unico personaggio che mi è piaciuto di meno è stato quello di Carlo Verdone. Splendide le immagini di Roma, ma questo è scontato; bella anche la colonna sonora.
Va sicuramente rivisto per carpire la poesia e la bellezza celate dietro quella che, apparentemente, sembra una storia senza una sua logica.
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