UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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manu 62
00lunedì 7 giugno 2010 23:49
Tranquilla ma meno male che hai avvisato...mi sarebbe preso un colpo domattina!Buon riposo!
manu 62
00martedì 8 giugno 2010 09:37
Re:
manu 62, 07/06/2010 23.49:

Tranquilla ma meno male che hai avvisato...mi sarebbe preso un colpo domattina!Buon riposo!


Mi sei mancata stamattina!

shamona
00martedì 8 giugno 2010 10:37
Michael e Lalli [SM=x47928]
malabi
00martedì 8 giugno 2010 11:33
Re: Re:
manu 62, 08/06/2010 9.37:


Mi sei mancata stamattina!





Anche voi ieri sera. oggi recupero. Sto a casa dal lavoro, quindi sono già all'opera.

Grazie Manu, di cuore.
malabi
00martedì 8 giugno 2010 11:34
Re:
shamona, 08/06/2010 10.37:

Michael e Lalli [SM=x47928]




Dona, che bella foto, ecco io intendevo proprio così. O santo cielo, che emoziene.

Grazie.
manu 62
00martedì 8 giugno 2010 12:15
Re:
shamona, 08/06/2010 10.37:

Michael e Lalli [SM=x47928]




Sei un mito...non c'era modo di appiccicare il bellissimo volto di Michael a quello del tizio?!
shamona
00martedì 8 giugno 2010 12:21
Manu grazie per la stima ma le mie facoltà in questo campo sono quel che sono ...
BEAT IT 81
00martedì 8 giugno 2010 14:08
Re: Re: Re:
malabi, 08/06/2010 11.33:




Anche voi ieri sera. oggi recupero. Sto a casa dal lavoro, quindi sono già all'opera.

Grazie Manu, di cuore.




Grande Lalli !!!!!!! E' stato troppo strano nn trovare il tuo nuovo capitolo, mi è davvero mancato, ormai è il mio buongiorno abituale [SM=g27822] . Grazie ancora. Baci Sara
BEAT IT 81
00martedì 8 giugno 2010 14:09
Re:
shamona, 08/06/2010 10.37:

Michael e Lalli [SM=x47928]




Bella la foto [SM=x47928] [SM=x47928] [SM=x47928]
mrrossella59
00martedì 8 giugno 2010 15:02
Ciao Malabi!
volevo salutarti e postare anche il mio commento, anche se tu sai già come la penso!
Come al solito, sei bravissima e il tuo racconto è molto avvincente, ricco e articolato.
Aspetto le prossime puntate e....buona scrittura!
dirtydiana66
00martedì 8 giugno 2010 16:47
bellissima foto ,aspetto il seguito con ansia e.... buon lavoro per il prossimo capitolo
antonella.30
00martedì 8 giugno 2010 19:28
Lauraaaaaaaa tu mi fai morireeee....
il penultimo capitolo mi aveva messo un angoscia tale...mi sn detta noooo nn puo essere finita cosi...e infatti nn lo era...ne ero certa!!
Meno maleeeeeee...va bè dai è bello fare la pace dopo aver litigato...hihihihi...
Bravaaaaaaaa
malabi
00martedì 8 giugno 2010 23:09
Grazie ragazze a tutte. Più tardi arrivo.
Allyss
00martedì 8 giugno 2010 23:10
Evvaiiiii...non vedo l'ora!
dirtydiana66
00martedì 8 giugno 2010 23:40
.....allora domani faro colazione con un nuovo capitolo evvvai
,,,,,prima leggerò e poi mangerò,,, e meglio!!! ...non si sa mai....
un abbraccio
malabi
00mercoledì 9 giugno 2010 03:38
44° Capitolo


Ormai ci siamo ricomposti, ma Michael mi guarda sorridendo mentre mi dice:

“Tesoro, sei conciata in un modo. Hai fiori e foglie dappertutto, sul vestito nei capelli………”

Al che ridendo anch’io:

“Perché, tu no? Guarda i tuoi jeans, la tua camicia, i tuoi capelli, sembra che veniamo fuori da un secchio di un fioraio. “

Al che lui, prendendomi per mano mi dice:

“Dai andiamo di là davanti allo specchio per guardarci, pensa che coppia che formiamo.”

Ci piazziamo tutti e due davanti allo specchio, siamo alti uguale senza scarpe, e davvero siamo conciati in maniera indecente. A parte spettinati, con gli occhi un po’ stralunati e rossi, io poi con il trucco tutto sbavato, con segni neri di rimmel colato, pezzetti di petali foglie e perfino un rametto infilato nei capelli, lui, forse un po’ meno, ma comunque inguardabile.
Pensiamo tutti e due la stessa cosa e cominciamo a ridere come matti, mentre cerchiamo di toglierci i residui di quello che una volta era un magnifico cesto di rose ed orchidee, reciprocamente e, sempre ridendo ci diciamo:

“Pensa se qualcuno ci vedesse.”

Ma io replico:

“Certo, io sono indecente, anche il mio bel tailleur è da buttare, ma pensa se qualcuno dei tuoi ti vedesse conciato così? Franky, soprattutto.”

Al nome del suo amico, lui ha come un sussulto e si affretta a commentare:

“Già, devo chiamarlo per sentire se è riuscito a trovare una soluzione. Accidenti, a quest’ora dovevo essere già a LA.”

Sono quasi le 8 di sera e Michael, ovviamente, ricordandosi, che voleva essere dai suoi figli per vederli prima che questi dormissero, cambia espressione, diviene di nuovo serio, mentre aggiunge.

“Speriamo di riuscire a partire per questa sera. Hai problemi se dovessimo volare anche di notte? Così domattina sarò lì con loro, quando si svegliano.”

Si è un po’ incupito, lo capisco, perché per lui è davvero una sofferenza non poterli vedere, quindi prende il telefono e chiama di là da lui per sapere cosa Franky, nel frattempo, sia riuscito a fare.

Lo sento mentre chiede notizie, ma lo lascio solo perché mi decido ad entrare in bagno per farmi una doccia e cambiarmi..

Mi spoglio, faccio scorrere l’acqua e mi infilo sotto. Adesso che sono sola, posso finalmente pensare alle ultime ore di quel pomeriggio così denso di emozioni, appena trascorso. Di nuovo, davanti ai miei occhi si susseguono le scene di amore, rabbia, furore, dolore, sofferenza, dolcezza, tenerezza e di nuovo amore, come lo scorrere di tanti fotogrammi di un film, in cui però i protagonisti siamo noi due. Di nuovo, penso ai momenti in cui ci siamo detti quelle cose terribili, senza voler cedere, nessuno dei due per primo, ma poi chi ha perso, alla fine sono stata io.

Con sgomento capisco che lui è più forte di me, lui può fare di me quello che vuole, perché davanti alla sua fragilità così determinata e potente, io, sono indifesa.
Lui ha vinto, era questo quello che voleva, lui deve avere sempre tutto sotto controllo, anche i mie sentimenti, il mio amore e, se io non avessi ceduto, se io non mi fossi arresa davanti alla sua caparbietà, lui mai avrebbe fatto il primo passo, avrebbe preferito perdermi. Questo pensiero mi tormenta, perché ormai so chi dei due condurrà sempre il gioco, lui e soltanto lui, me lo ha dimostrato inequivocabilmente e, lui mi farà soffrire, lo so lo sento, ne sono consapevole, ma non posso far altro che accettarlo come il mio destino già segnato.

Sono turbata da questi pensieri, mentre esco dalla doccia, mi infilo l’accappatoio e torno di là nella mia camera, dove però non trovo più Mike. Lo chiamo pensando che sia nel salotto, ma non ottengo risposta, quindi, comincio a rivestirmi, con l’unico cambio a diposizione, tranne ovviamente il vestito da sera che avevo indossato la sera prima, cioè i jeans con il pullover di cotone, color prugna, che avevo indossato per la partenza.
Mi ricordo poi ad un tratto di Andrea, che non mi aveva fatto sapere ancora niente, quindi chiamo il suo appartamento, ma non ottengo risposta, lo faccio cercare quindi dalla reception ed infatti dopo un po’ viene a rispondermi al telefono.

“Ciao Andre, sono io, ti disturbo?”

“Assolutamente no, dimmi tesoro, hai novità?”

“Ti telefono proprio per dirti che ancora non so niente. Michael ora è nel suo appartamento e non so se sia riuscito a risolvere questo problema. Tu invece che hai deciso?”

“Beh, io già avevo stabilito di partire domani, quindi farò così. Immagino che se l’aereo di Michael dovesse essere riparato stasera, comunque si partirebbe tardi, per cui preferisco rimandare tutto a domani, almeno stanotte mi riposo.”

Gli rispondo un po’ dispiaciuta.

“Ti capisco, hai ragione. Mi dispiace tanto per questo inconveniente, ma credimi qui siamo tutti in attesa, soprattutto Michael che ci teneva moltissimo ad essere per stasera a Los Angeles. Mi dispiace molto anche per lui.”

Andrea per un attimo tace, poi mi chiede:

“Lalli, posso farti una domanda?”

“Certo dimmi?”

“Sei felice?”

Resto ammutolita, perché del tutto impreparata alla richiesta di Andrea. Non so cosa rispondere, forse perché io stessa questo non me lo sono mai chiesto per davvero. Allora lui, sottolinea:

“Se non mi rispondi subito, significa che non lo sei. Questo mi dispiace per te, perché lo sai che ti voglio bene, però permettimi di dirti una cosa, e ti giuro che lo faccio solo per amore dei vecchi tempi e di quello che c’è stato tra noi. Io so che tu sei molto innamorato, tu per quell’uomo hai perso la testa, ma quel che è peggio, a me sembra, che tu stia perdendo te stessa e, questo non puoi farlo accadere. Tu sei uno spirito libero, hai troppo carattere per poter stare al fianco di un uomo così.
Lui è una persona meravigliosa, sono io il primo a dirlo, affascinante, carismatico, coinvolgente, ma è anche una super-star, abituato ad avere tutto, anche quello che non può ottenere, e mai accetterebbe di essere guidato da chicchessia, sia pure la donna di cui è innamorato. Io per primo ti ho detto che lui è molto preso, i suoi occhi, quando ti guarda esprimono amore, forse quello con la A maiuscola, ma tu dovrai fare sempre i conti, anche con l’altro, la celebrità, il famoso artista, la Pop-Star, abituato ad avere tutti ai suoi piedi. Lalli, te lo dico con il cuore in mano, rifletti bene su questo, perché per te, prima o poi diventerà un calvario. Sarai sempre tu quella che dovrà soccombere, di fronte alle sue esigenze, di lavoro, di carriera, di vita che sono necessariamente primarie, perché lui non potrà mai rinunciare a questo per te.
Un artista, vive per la sua arte, sempre, poi soprattutto uno come Michael Jackson, che ha avuto ed ha tutt’ora un successo immenso in tutto il mondo. Tu non sei donna da accettare di venire dopo un mucchio di altre cose, questo prima o poi tu non riuscirai più ad accettarlo, e nel momento in cui accadrà tu soffrirai molto di più di quanto tu stia soffrendo.
Io t’ho vista oggi a pranzo, quando lui ha detto che tra un paio di giorni sarebbe stato a casa sua. Hai cambiato di colore, ti è venuto da piangere, e dopo sei uscita per non farti vedere, ma quando sei rientrata, avevi la faccia stravolta dalla sofferenza. Lalli io ti conosco troppo bene, e so che tu là fuori hai pianto tutte le tue lacrime, il tuo dolore era tangibile e se ne è accorto anche lui, perché mentre parlava, guardava in continuazione fuori, per vedere se rientravi o cosa stessi facendo. Tu sei una donna forte, volitiva, ma dove diavolo è finita la Lalli che conoscevo? Non puoi perderti così, non è giusto.”

Le parole di Andrea sono tanti aghi che trafiggono il mio cuore, perché anche se crude sono terribilmente vere e, lui da uomo intelligente qual è ha capito perfettamente la situazione, del resto, conoscendomi, non sarebbe potuto essere altrimenti. Quindi dopo esser rimasta in silenzio ad ascoltare ribatto:

“Hai ragione Andre, lo so, è così, ma se tu sapessi, quante volte in questi giorni, ho cercato di farmeli anch’io questi discorsi, quante volte ho preso decisioni, che poi mi sono rimangiata, non appena lo vedevo o risentivo la sua voce, e anche oggi, qui , è successo una cosa tremenda. Abbiamo litigato tanto che avremmo potuto ucciderci, ci siamo detti schernendoci a vicenda, delle cose terribili, io ero decisa a farla finita, ma poi non sono stata capace, anzi nel momento in cui ho capito che andando avanti così, sarebbe stato lui a rinunciare a me, mi sono arresa, io per prima, te ne rendi conto? Io lo so che sarà così, ma non posso farci niente, non ne sono capace, non ne ho la forza, lui è la mia vita, ma so che sarà anche la mia morte. Perché io senza di lui sono morta, dentro. Lui è dentro ogni mia cellula, ogni mio pensiero, lui è la mia gioia e il mio dolore, è la mia felicità e la mia disperazione, lui è il mio tutto perché senza di lui io sono niente, non esisto, non vivo, non penso. So anche che questa storia sta per finire, manca poco, e so anche che non ci sarà seguito, ma ora io costi quel che costi la voglio vivere fino in fondo, comunque vada, anche se poi soffrirò le pene dell’inferno, ma non voglio rinunciare nemmeno ad un minuto di questi ultimi giorni con lui, tanto cosa cambierebbe soffrire adesso o più tardi per una separazione che comunque avverrà?”

Andrea alle mie parole, così accorate, così disperate, tace per lunghi attimi, poi rassegnato, aggiunge:

“Già, ormai la frittata è fatta, e separarvi uno o due giorni prima non toglierebbe niente a quello che succederà dopo. Però mi dispiace Lalli, averti rincontrata in questa situazione, io non so se riusciremo a rivederci a Los Angeles, spero di sì, ma vorrei che tu una volta a Roma, ti tenessi in contatto con me, almeno per telefono. Ci terrei davvero molto. Tu sai che ogni tanto rientro in Italia e vorrei rivederti. Non possiamo far passare altri diciott’anni prima di incontrarci nuovamente. Me lo prometti?”

“Certo che te lo prometto, anche a me farebbe piacere rimanere in contatto, anche perché in quasta circostanza ti sei comportato in maniera stupenda, io non posso fare altro che esserti grata per la tua amicizia, davvero credimi. Comunque anch’io ti voglio bene, voglio chen tu lo sappia. Prenditi però i miei numeri e dammi i tuoi così se non riusciremo a vederci prima che io parta, almeno possiamo sentirci.”

Ci scambiamo i numeri, che io scrivo al volo sul retro del biglietto, lasciato appallottolato sul letto, che Michael mi aveva fatto trovare tra i fiori e che mi aveva procurato quel pianto disperato perché è l’unica cosa che trovo per scrivere.

Andrea poi aggiunge, accomiatandosi.

“D’accordo, tesoro, ora ti saluto, sappi comunque se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa mi troverai qui stasera e spero davvero di poterti rivedere prima che parti. Per ora ti auguro con tutto il cuore, buona fortuna. Ciao cara.”

“Ciao Andre e grazie di tutto.”

Riattacco, con dispiacere, perché quella conversazione con Andrea, mi aveva risollevata, perché condividere i propri dolori è sempre catartico e liberatorio, inoltre mi sentivo compresa e amata, lui era davvero preoccupato per me, e lo ero anch’io.

Lo squillo del telefono mi distoglie dai miei pensieri, rispondo un po’ soprappensiero, è Michael che mi dice:

“Sto provando a chiamarti da un sacco di tempo, era sempre occupato.”

“Sì, lo so, stavo parlando con Andrea.”

“Ah, e che ha detto?”

“Niente, lui ha deciso di partire domani, come aveva stabilito di fare, prima del tuo invito, perché non gli ho saputo dire niente di certo.”

“E tutto questo tempo per dirvi solo questo?”

Ci risiamo, di nuovo sospettoso. Starà sicuramente pensando che abbiamo parlato di lui, ma faccio finta di niente e rispondo:

“Beh, no ci siamo scambiati i numeri di telefono perché quando torno a Roma, gli farebbe piacere sentirmi, mi ha chiesto se ci saremmo potuti incontrare a LA, prima che io parta, ma gli ho risposto che non lo sapevo. A proposito devo avvertire anche mio padre, me ne ero completamente dimenticata…………….”

Lui con tono un po’ distaccato replica:

“Tuo padre l’ha avvertito Franky. Era con Phil e gli ha chiesto di riferirgli quello che era successo qui. Con l’aereo intendo.”

“Certo ho capito, ma comunque è meglio che lo chiami. Bene allora ci sono novità in proposito?”

“Sì, ormai, tanto vale partire domattina, perché l’aereo potrà essere pronto stanotte, ma non ha senso arrivare là, alle 3 o alle 4. Se riusciamo a partire per le 7, alle 9 saremo in albergo ed io quando i bambini si sveglieranno sarò là. Mi sembra la soluzione migliore. Per te va bene?”

Rispondo un po’ svogliatamente:

“Certo che mi va bene. In fondo io sono tua ospite.”

Questa mia replica non gli piace, infatti, subito aggiunge:

“Che significa che sei mia ospite? Tu non sei mia ospite, tu stai con me, per questo ti chiedo se anche a te va bene partire così presto.”

Dal tono capisco che è meglio non insistere, per non scatenare un’altra guerra, e docilmente rispondo:

“Ok, Mike, mi va benissimo, alle 7 è perfetto.”

Lui dopo un attimo di silenzio, cambiando tono, con voce più dolce mi chiede:

“Ok, ragazza, cosa ti andrebbe di fare stasera, visto che dobbiamo trattenerci qui per forza.”

“Non lo so, non è ho idea. Io non conosco Las Vegas, dimmi tu.
Cos’hai in mente?”

“Non so pensavo che potremmo andare al cinema se ti va.”

Resto basita dalla sua proposta, pensando a come possiamo andare al cinema assieme senza essere visti, quindi con voce sorpresa chiedo:

“Come al cinema? Con te? Ma dove? E i fotografi? E se ci vedono insieme?............”

Allora lui ridendo:

“Calma, calma, una domanda per volta, così non riesco a starti dietro. Dunque, al cinema andiamo qui, in albergo, ho chiesto alla direzione se potevo avere la sala tutta per me stasera, e naturalmente hanno detto di sì…………”

Ed io, non riuscendo a trattenermi:

“Naturalmente……………….”

Lui fortunatamente, non rileva e continua:

“Quindi potremmo andare a cena da qualche parte, se a te fa piacere, e poi al cinema a vedere un film che è uscito da poco ma che mi farebbe piacere vedere con te.”

“Ok. Che film è.”

“ Eyes Wide Shut di Kubrick, quello con Cruise e la moglie, la Kidman.”

Al che non posso fare ameno di replicare

“Ah, quello con Nicole Kidman, e suo marito Tom Cruise. Sì lo conosco è tratto da un libro di Arthur Schnitzler, Doppio sogno. Il libro è molto bello, mi ha molto intrigato, spero che il film lo sia altrettanto, ma essendo Kubrick il regista non ho dubbi.”

Lui un po’ stupito chiede:

“Ah conosci il libro. Io non l’ho letto, ma del film ho sentito parlarne molto bene, e poi c’è Tom Cruise, alle donne piace molto.”

“Insomma, non è che a me faccia impazzire.”

Lui sempre più stupito:

“Ma se è considerato un sex-symbol. Non ti piace? Eppure è un bel ragazzo.”

“Troppo basso. E poi non è il mio genere.”

Lui scoppia a ridere mentre sottolinea:

“E’ vero è un po’ piccolo, ma è bravo. Invece a te chi piace di attori?”

“Fisicamente intendi o come artisti?”

“No, fisicamente.”

“Beh fammi pensare, Denzel Washington, Will Smith, Eddy Murphey………….”

“Ma sono tutti neri.”

“Perché ti meravigli? Tu come sei?”

Lui a questa mia risposta resta in silenzio, non so se perché sta pensando a cosa dire, ma poi ribatte:

“Sì certo, anch’io lo sono anche se non…………..sembra. …….Ma lo sono……..e sono contento di esserlo……..”

Lo interrompo, per non dargli modo di affrontare un altro argomento scottante e doloroso per lui:

“Infatti tu sei quello che mi piaci più di tutti, sei il più bello di tutti, in assoluto.”

Lui un po’ imbarazzato replica:

“Adesso non esagerare, questi che hai nominato sono sicuramente belli.”

Ora però io voglio interrompere questa conversazione, perché sta toccando temi troppo delicati che non mi va di affrontare per telefono, e quindi dico:

“Senti, Mike ma perché non vieni a parlare di qua, visto che stiamo a pochi metri di distanza?”

Ridendo mi dice:

“Hai ragione, ma tu sei pronta?”

“Beh io mi sono vestita con l’unica cosa che avevo, tranne l’abito da sera. Non so, se andiamo a cena da qualche parte, immagino che io mi debba vestire, forse un po’ più elegante, attualmente ho indosso i jeans con una maglia di cotone. Se vuoi mi cambio.”

Lui pronto ribatte:

“No aspetta, c’è una sorpresa.”

“Che sorpresa?”

“Ti dico aspetta. Tra un po’ arriverà. Arrivo tra un po’.”

Mette giù, mentre io resto con il telefono in mano un po’ titubante e penso:

“Che caspita di sorpresa mi deve fare?”

Comunque mentre vado in sala per mettere un po’ di musica, risquilla il telefono, è di nuovo lui, che mi dice:

“Tesoro, vieni tu da me.”

Dico semplicemente:

“OK:” e passo dall’altra parte, lui mi sta aspettando nel salone, di sottofondo c’è di nuovo il disco di Freddie Mercury, lui è in piedi, vicino allo stereo, che mi sta aspettando con le braccia conserte, e mi accoglie con un sorriso bellissimo. Si è cambiato, è vestito benissimo, elegantissimo, pantaloni neri con una giacca a redingotte che gli arriva fin sopra le ginocchia, allacciata fino al collo, da dove spunta il colletto di una camicia bianca di seta, capelli sciolti ondulati, pettinati di lato sul davanti, è talmente bello che resto a fissarlo senza fiato, poi ripresami dalla sorpresa dico:

“Mike, sei stupendo, omiodio, sei talmente elegante che io non posso venire vestita così, vado a cambiarmi subito.”

Lui che nel frattempo si era avvicinato mi abbraccia e mi dice:

“Dai, vieni con me.”

Mi fa attraversare il salotto, poi la camera da pranzo e finalmente mi fa entrare nella famosa porta nascosta nella libreria, per arrivare nella sua camera da letto. C’è un letto enorme, molto più grande del mio, che già è di dimensioni notevoli, ma questo è una piazza d’armi. Tutto in legno intarsiato, bellissimo e pregiatissimo, sul letto è deposta una grande scatola, elegantissima perché tutta foderata di seta color avorio e vicina una scatola più piccola anch’essa della stessa foggia di quella più grande. Guardo le scatole poi guardo Michael, che con l’espressione un po’ imbarazzata, sorridendo mi dice:

“Aprile, sono per te.”

Con fare circospetto, perché immagino già cosa ci sia dentro, apro prima la scatola grande e non appena sollevo il coperchio mi appare un meraviglioso vestito da sera, di raso di seta, bianco avorio, di Valentino, elegantissimo e raffinatissimo. Bustino stretto, con scollatura quadrata, che si apre sul dietro con una scollatura a V molto generosa, manica lunga, la parte inferiore anch’essa stretta che si apre in due balze sovrapposte all’altezza dei polpacci. E’ da urlo.
Nella scatola accanto un paio di scarpe a sandalo stesso colore dell’abito, con cinturino alla caviglia, unito da una fascia verticale a quella all’altezza della dita, il tutto tempestato di svaroswky, tacco minimo 7 centimetri. Assolutamente sexi e vicino alle scarpe una pochette abbinata ad esse.

Sono senza parole, quindi dopo aver osservato queste meraviglie, mi giro verso Micahel e gli dico:

“Io non so cosa dire. E’ tutto così meraviglioso.”

Lui sorridendo si avvicina, mi abbraccia e dandomi un bacio sulle labbra, risponde:

“Non devi dire niente. Lo devi solo indossare per me.”
manu 62
00mercoledì 9 giugno 2010 06:38
Ciao Laura!Mamma mia!I tuoi capitoli sono al cardiopalma!Hai risvegliato in me vecchi ricordi..."Lui è piu' forte di me,lui puo' fare di me quello che vuole,perchè davanti alla sua fragilita' cosi' determinata e potente,io,sono indifesa."...Ho vissuto tutto questo e ne sono uscita con le ossa rotte...Un abbraccio.
BEAT IT 81
00mercoledì 9 giugno 2010 08:49
Buongiorno Lalli !!!!!! Ho appena finito di leggere il capitolo nuovo, quante emozioni, una vera montagna russa. Le parole di Andrea sono davvero dei coltelli affilati x il tuo cuore, è vero, sono vere, xè lui ha fatto un'analisi precisa della realtà, ma cosa si può fare contro l'Amore. quello con la "A" maiuscola? Nulla....xè è questo che Lalli e Michael provano l'uno x l'altro, un amore enorme, smisurato e profondo, che li prende in ogni loro singola cellula. Spero davvero che x loro, pur attraversando mille traversie, xè vicino a Mike nulla è semplice, ci possa essere il lieto fine. Grandiosa come sempre Lalli, davvero. Grazie ancora di queste mille emozioni che mi dai con la tua storia. Bacione Sara
shamona
00mercoledì 9 giugno 2010 09:11
Lallina sei una forza ... ! [SM=x47938]
Oh yeah!
ChiccaMJ
00mercoledì 9 giugno 2010 10:48
stupendo
(angel66)
00mercoledì 9 giugno 2010 11:54
wow che bello
dirtydiana66
00mercoledì 9 giugno 2010 13:01
questa mattina nn ho fatto tempo a risponderti
meravigliosa come sempre, però Lalli nn si smentisce mai con le sue battutine verso Michael . Grande amico Andrea
un abbraccio
malabi
00giovedì 10 giugno 2010 06:02
45° Capitolo


Mi libero dal suo abbraccio e gli chiedo con aria maliziosa, vuoi che lo faccia qui, ma lui, un po’ imbarazzato, si affretta a precisare:

“No, no, se vuoi cambiarti qui, io esco non c’è problema, altrimenti puoi andare da te, forse, di là ti senti più libera.”
In effetti è proprio così, oltretutto sto ancora con i capelli bagnati, perché dopo la doccia, non sono riuscita ancora ad asciugarli, quindi mentre cerco di prendere tutte e due le scatole tra le mie braccia, dico:

“Preferisco andare di là, così finisco di prepararmi. Cercherò di farmi bella, per essere alla tua altezza.”

Ma lui abbracciandomi da dietro, mentre mi avvio verso la mia zona, dandomi un bacio sul collo, replica:

“Non ne hai bisogno, perché lo sei sempre.”

Solo sfiorandomi il collo con le sue labbra, mi fa illanguidire, allora cercando di sottrarmi ai suoi baci, protesto:

“Se fai così, non mi muovo più. Dai fai il bravo ragazzo, lasciami andare, altrimenti, faccio tardi. A proposito quanto tempo ho?”

Lui ride, e mentre mi apre la porta per farmi passare, mi risponde.

“A te quanto tempo serve?”

“Mezz’ora va bene, o è troppo?”

“No. Va bene, al ristorante dovremo esserci per le 9,30

Poggio, la gigantesca scatola sul letto e tiro fuori questa meraviglia di abito, mentre mi chiedo, chi l’abbia consigliato e soprattutto quando abbia pensato di regalarmelo, visto che siamo stati assieme per tutto il tempo, ma con Michael queste sono domande superflue. Gli sarà bastato fare un telefonata alla boutique dell’hotel, che avevo intravisto, il giorno prima, scendendo in piscina per farsi portare su quello che avevano a disposizione e lui avrà scelto quello che gli era piaciuto di più, poi rimirandolo ancora una volta, mi domando perché abbia scelto il bianco come colore, non so rispondermi e mi riprometto di chiederglielo.

Comincio a prepararmi con cura certosina, voglio davvero essere splendida, per lui.

Indosso un completo intimo di pizzo bianco, mi pettino i capelli tirandoli su, lasciando solo qualche ciocca che scende sul davanti, ai lati e dietro la nuca. Mi trucco con cura gli occhi, sottolineando la loro forma a mandorla, ancora più evidenziata dalla pettinatura e, con abbondanti passate di mascara, essi sembrano anche molto più grande, sfumo il contorno delle mie labbra con una matita color carne e ci passo sopra un rossetto brillante, rosa pallido, che rende queste più tumide e sensuali.

Mi spruzzo ovunque, il mio profumo preferito “Shalimar”, che anche a lui piace così tanto.

Finalmente, poi indosso il mio meraviglioso vestito, mi sta a pennello, è bellissimo, infilo i sandali che, grazie a tutti quegli Swarowsky, emanano una luce abbagliante. Sono pronta, mi guardo nello specchio e devo dire che resto colpita io stessa, dalla mia immagine. Sto davvero bene, il bianco mi illumina e l’abito nel suo taglio perfetto, mette in evidenza tutte le mie forme, senza però esagerare, solo sottolineandole. Penso che Michael ha proprio indovinato a scegliere proprio questo per me.

Sorridendo alla mia immagine riflessa, torno nella sala, dove lui mi sta aspettando seduto sul divano, mentre ascolta musica, con le spalle alla porta dalla quale io sto entrando. Mi avvicino in silenzio, lui ha le testa appoggiata alla spalliera, come di solito fa quando ascolta musica, quindi gli copro gli occhi con le mani e, sfiorandogli l’orecchio con le labbra, gli sussurro

“Sono pronta. Aspetta però, resta con gli occhi chiusi, per favore.”

Lui sorride mentre mi risponde:

“Ok.”

Faccio il giro, mi fermo davanti a lui che sta ancora con gli occhi chiusi e gli dico:

“Ecco ora puoi aprirli.”

Mi guarda, resta a fissarmi con sguardo ammirato per lunghi istanti, poi esclama:

“Oh my God……….You…………..Y’re so beautiful.”

Sotto il suo sguardo ammirato, e dopo le sue parole, arrossisco come una scolaretta, quindi mi affretto a dire:

“Dai, che mi imbarazzi.”

Ma lui:

“Sei bellissima, per davvero. Sembri una dea. Il bianco ti sta benissimo, non capisco perché non ti ci vesti mai. E’ un colore che ti dona molto. Girati.”

Faccio una piccola giravolta su me stessa per mostrargli anche il dietro dell’abito e lui emette un, “Wahu” molto compiaciuto, poi si alza in piedi e mi viene ad abbracciare, allacciandomi la vita da dietro e poggiando la sua guancia contro la mia mi dice:

“Uhm, il tuo profumo è meraviglioso, così sensuale, femminile, sexi. Sei meravigliosa, perfetta. Fatti baciare che non resisto.”

Senza aspettare la risposta, comincia a darmi tanti piccoli baci sul collo, mentre inspira profondamente con le narici, per deliziare il suo olfatto con l’essenza, da cui sono avvolta.

Cerco di liberarmi dal suo abbraccio mentre gli dico:

“Dai Miky, che ti prende? Dobbiamo andare, io ho anche un po’ di fame.”

Lui staccandosi a fatica replica:

“Si hai ragione dobbiamo andare, ma così vestita, sei irresistibile. Io non so come farò a stare fermo, perché vorrei poter rimanere tutto il tempo così. Sì lo so, andiamo, andiamo.”

Quindi usciamo sul corridoio, dove ci sta già aspettando, Tommy, che non appena ci vede si ferma un attimo, a guardarci, perché davvero dovremmo fare un bell’effetto, lui tutto in nero elegantissimo, io in bianco, colore che evoca visioni ancestrali di purezza, candore, innocenza, rese smaliziate dalla foggia dell’abito estremamente sexi, tuttavia è solo per un momento poiché immediatamente dopo, ci accompagna all’ascensore, dove entriamo tutti e tre. Mentre scendiamo Michael che sta vicinissimo a me, senza farsi notare dalla guardia del corpo con la quale sta parlando, chiedendogli non so cosa, con la mano mi sta sfiorando la schiena all’altezza della vita, provocandomi una scossa di piacere che mi fa rabbrividire, quindi per farlo smettere, lo guardo facendogli gli occhiacci di traverso, ma lui nascondendo un mezzo sorriso fa finta di niente.

Arriviamo in garage, dove ci sta aspettando la nostra macchina, con altre due guardie all’interno, sedute sui sedili anteriori, dove anche Tommy, li va a raggiungere.

Noi, ovviamente ci sediamo dietro, e Michael chiude subito il divisorio, lo guardo perplessa e gli chiedo:

“Perché?”

Lui mentre mi abbraccia mi risponde:

“Perché stasera ci siamo solo tu ed io.”

Mentre pronuncia queste parole fa scorrere la sua mano sulla mia schiena, mentre con l’altra gira il mio viso verso di lui per baciarmi, sfiorandomi però soltanto le labbra, con le sue, in una maniera così sensuale che io mi sto letteralmente sciogliendo, però non forzo nulla perché questo gioco è estremamente eccitante.

Quando arriviamo davanti al ristorante, dove Michael ha prenotato, io sono già completamente su di giri, ed anche lui credo perché continua a toccarmi, sempre di sfuggita, carezzandomi furtivamente. Entriamo da una porta di servizio e, seguendo un cameriere, che ci è venuto ad accogliere, finalmente entriamo in una saletta privata dove è apparecchiato per due un tavolo tondo illuminato al centro da un candelabro a tre braccia.

Il cameriere fa sedere prima me, poi lui e sorridendo esce senza dire una parola, mentre Michael non mi stacca gli occhi di dosso. Lo guardo anch’io, cercando di sostenere il suo sguardo intenso che mi sta soggiogando, senza via di scampo, poi allungando una mano per prendere la mia, mi dice.

“Sono felice.”

Rispondendo alla stretta della sua mano, gli rispondo:

“Sono felice anch’io, e ti ringrazio per questa bellissima serata, che mi stai dedicando, e per questo bellissimo regalo.”

Lui replica, con voce dolce e suadente:

“Non mi devi ringraziare, mi devo far perdonare, perché oggi ho fatto qualcosa di veramente brutto. Mi dispiace davvero tanto averti fatto soffrire così. Io quando t’ho vista accasciarti a terra e piangere in quel modo, mi sono sentito morire. Mi sarei voluto uccidere, per quello che avevo fatto, credimi. Sono stato orribile.”

Al che rispondo, sorridendo:

“Beh, anch’io ho fatto la mia parte. Ci sono andata giù dura.”

“E’ vero, sei una tigre, ad un certo punto ho pensato: Adesso mi ammazza, eri talmente furiosa, ma anche così gelida, determinata, mentre parlavi, che l’ho pensato sul serio.”

Lo guardo un po’ stupita e ribatto:

“Veramente questo l’ho pensato io di te, vedendo come hai distrutto quel povero cesto di fiori, ho immaginato che se in quel momento ci fossi stata io al suo posto, mi avresti disintegrata.”

Lui è decisamente imbarazzato al ricordo della scena di violenza a cui s’era lasciato andare e guardandomi con aria contrita afferma:

“E’ vero non so cosa mia sia preso, ma tu a volte sei così tagliente, quando mi dici certe cose, che ho come l’impressione che ti diverta a farmi soffrire. Ecco perché ho reagito così, non dovevo, lo so, non avrei mai dovuto, ma ero sconvolto, disperato, perché non capivo per quale motivo ce l’avessi tanto con me.”

“Ma io non ce l’avevo con te. Miky, come puoi pensare una cosa così? Ero solo un po’ contrariata dal tuo atteggiamento, nei confronti di quelli che ti stavano aspettando. Però hai ragione tu, io non dovevo dirti quello che t’ho detto, perché io non conosco la tua vita, non so come gestisci il tuo lavoro, non conosco le persone con cui tu hai a che fare, quindi avrei dovuto pensare che il tuo comportamento era dettato da motivazioni che io non potevo conoscere. Sono io che ho sbagliato a parlarti in quel modo. Ma il fatto è che io, mi dimentico, quando sono con te, che tu hai una vita al di fuori del comune. Questo già te l’ho detto ma è la verità. La pura e semplice verità, Io devo fare uno sforzo a pensare che tu sei la stessa persona che si è esibita in tanti concerti, che ha fatto quei video meravigliosi, non so come spiegarti, quando io guardo un tuo video, io lo guardo come se tu fossi un altro. Non so, un tuo fratello gemello. Del tutto uguale a te, ma altro da te. Lo so che per te forse, è difficile capire quello che voglio intendere, me ne rendo conto. Quindi ti devo chiedere scusa, perché sono stata cattiva a dirti quelle cose.”

Lui mi guarda con una dolcezza infinita mentre mi risponde:

“Tesoro, io capisco benissimo quello che vuoi intendere, perché anche a me spesso capita di chiedermi chi sia quell’altro? Spesso anch’io non mi riconosco, perché sento di vivere due vite, che spesso sono molto distanti tra loro, per cui sono consapevole che, anche per gli altri, debba essere difficile potermi pensare in questa duplice veste…………

Non finisce il discorso, perché, rientra il cameriere di prima per servirci dell’ottimo vino rosè, che sia a me che a Michael piace molto, dopo un po’ ritorna con un carrello con due piatti coperti da un coprivivande, mentre Mike mi dice:

“Ho fatto preparare del Sushi, questo è il migliore di Las Vegas, io ne sono ghiotto, spero che anche a te piaccia.”

Senza imbarazzo gli rispondo che lo devo provare, perché solo una volta l’ho mangiato in un ristorante Giapponese di Roma, e non mi era molto piaciuto.

Michael pronto, replica:

“Tesoro, scusa avrei dovuto chiedertelo prima. Se non ti piace puoi ordinare quello che vuoi, non sei obbligata a mangiarlo.”

Lo tranquillizzo, rispondendogli:

“Se non mi piacerà ordinerò qualche altra cosa. Però non lo mangerò di certo con i bastoncini. Non sono proprio capace di usare questi cosi.”

Lui ride e fa:

“Per me, se vuoi, lo puoi mangiare anche con le mani, io lo faccio spesso.”

Lo guardo un po’ sorpresa, mentre lui, prende un cilindretto dal piatto per portarselo alla bocca, e poi con sguardo complice, come un bambino che sta proponendo ad un suo compagno di giochi, una marachella da fare assieme, mi indica il piatto e mi dice:

“Dai su, fallo anche tu, tanto siamo soli non ci vede nessuno.”

Stuzzicata, da questo suo modo di fare, contrario ad ogni regola di “bon ton”, che mi era stato imposto da tanti anni di “collegio per ragazze di buona famiglia”, non me lo faccio ripetere due volte e prendendo con due dita, anch’io un boccone dal mio piatto me lo porto alle labbra, facendomi però colare ai lati un po’ di salsa, che cerco di raccogliere passandomi la lingua, tutta intorno alla bocca, mentre noto che lui mi sta guardando affascinato, e prendendo un altro pezzo dal suo piatto, con voce più bassa, mi incita:

“Dai, fallo ancora, sei così sexi……..”

Allora, capendo le sue intenzioni ed assecondandole, mentre gli pianto addosso i miei occhi infuocati, ripeto il gioco di prima, indugiando però ancora di più con la lingua sulle mie labbra. I suoi occhi diventano carboni ardenti, e ripete anche lui, le stesse mie mosse, mentre non pronunciamo nemmeno più una sillaba, senza mai distogliere lo sguardo l’uno dall’altra, eccitandoci sempre di più. Lui poi, prende un pezzo dal suo piatto e stendendo il braccio verso di me, che nel frattempo mi sono sporta in avanti col busto, me lo depone, nella mia bocca semiaperta, trattenendo le sue dita tra le mie labbra, che io lecco e succhio una per una, mentre Michael fa altrettanto con me, quando arriviamo all’ultimo pezzo, si sporge in avanti per fare la stessa cosa , che stava facendo alle dita della mia mano, alle mie labbra. Le nostre lingue si intrecciano, ma solo per brevissimi mimenti, perché poi entrambi, ci rimettiamo seduti, come se nulla fosse.

Allora lui guardandomi con occhi di fuoco mi chiede:

“Dunque, che ne pensi del Sushi?”

Sorridendo complice, rispondo

“Non pensavo che potesse essere,,,,,,,,,,,,,,,uhmmmmmm…………così buono. E tu che ne pensi, visto che tu sei l’esperto.”

E lui sornione, alzando il sopracciglio replica:

“E’ il più buono che io abbia mai mangiato.”
manu 62
00giovedì 10 giugno 2010 06:30
Adoro questi due!Sono troppo belli quando vanno d'accordo !...Questa è pura passione...nel bene e nel male!Sexyyy la scena del sushi...e non hanno ancora finito!Mi chiedo come finira'!Ti prego,ti prego Lalli....non farli litigare!Un bacio.Biona giornata.
BEAT IT 81
00giovedì 10 giugno 2010 09:19
Oddio!!!! Ma quanto siete belli e sexy insieme?!? Giuro che sulla scena del sushi stavo cadendo dalla sedia dell'ufficio, meno male che sono sola, davvero intrigante e sexy quel pezzo e la serata nn è ancora finita, mi chiedo cosa possiate combinare nel cinema dell'hotel che è tutto x voi ;-))))))))))) . Magnifica come sempre Lalli, la tua storia mi è entrata davvero nel cuore. Nn vedo già l'ora di leggere il seguito, che leggerò domani all'ora di pranzo, speriamo nn mi vada di traverso il sushi !!!!! ;-))))))) . Bacione grosso Sara
shamona
00giovedì 10 giugno 2010 09:19
Lallina sono senza parole,tutto perfetto.
Amore [SM=g27836] e sensualità [SM=x47975] !
Sei stupenda [SM=g27821] .Merçi [SM=x47938] .
(angel66)
00giovedì 10 giugno 2010 11:10
grazie per le emozioni
ChiccaMJ
00giovedì 10 giugno 2010 12:39
aaaaaah l'ammmmmoreeee! che belli questi ragazzotti innamorati! *_*
dirtydiana66
00giovedì 10 giugno 2010 13:05
waaaaaawwwwwwwwwww !!! che botta di emozioni
sei meravigliosa !!!!!!!!!!!!
nn so cosa potrà succedere dopo xchè la serata nn è ancora finita ...speriamo che tutto vada per il meglio ... perchè conoscendoli .......
[SM=x47981]
malabi
00giovedì 10 giugno 2010 14:46
Re:
mrrossella59, 08/06/2010 15.02:

Ciao Malabi!
volevo salutarti e postare anche il mio commento, anche se tu sai già come la penso!
Come al solito, sei bravissima e il tuo racconto è molto avvincente, ricco e articolato.
Aspetto le prossime puntate e....buona scrittura!




grazie, Ross, scusa se ti rispondo solo ora, ma oggi ho un po' più di tempo. Mi fa piacere che la mia storia sia per te così avvincente.
Un bacio, amica mia cara.
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