malabi
00lunedì 27 febbraio 2012 23:35
97° Capitolo.
La mia reazione, al suono della sua voce del tutto inaspettato, è come quella di una scolaretta. Sento le mie guance imporporarsi, e resto immobile cercando di recuperare un po’ di self-control. Non so spiegarmi il perché, ma so solo che sentire la sua presenza dietro di me mi provoca un’emozione fortissima che vorrei a tutti i costi dissimulare, ma, per ora, riesce solo a farmi ammutolire.
E’ Andrea che risponde per entrambi:
“Eccoci, volevamo fare una passeggiata……..Sai, ho pensato di approfittare di questa splendida giornata per visitare la tua tenuta perché pensavo che tu fossi occupato…………..”
Le sue ultime parole mi riscuotono e recuperata la mia lucidità, intervengo con un tono niente affatto amichevole:
“Oh, lo era! Fino a poco fa era occupato con una telefonata molto importante…..”
Nel dire ciò, pur non guardando Michael, che nel frattempo si è messo al mio fianco, percepisco la sua espressione contrariata che non corrisponde tuttavia, al suono estremamente garbato e dolce della sua voce mentre spiega:
“Sì, è vero, era una telefonata………molto importante per me e mi dispiace averti fatto aspettare così tanto, Professore. Dovevamo dare un’occhiata a quel nostro progetto, ma se preferisci potremmo farlo più tardi, dopo che sarai tornato dalla tua passeggiata. Non preoccuparti, abbiamo tutta la giornata……….”
Le scuse ovviamente sono tutte per Andrea, a me invece nemmeno una parola. Sento che il mio malumore sta aumentando proporzionalmente alla sua indifferenza, e nel momento in cui, sfoggiando un sorriso al vetriolo, sto per dare una rispostaccia, il mio amico, che ben conosce i suoi doveri di ospite si affretta a interrompere Michael:
“No, no, assolutamente, non c’è alcun problema………….”
E dicendo questo mi guarda, come per scusarsi e nello stesso tempo avere la mia approvazione che arriva immediata:
“Certo, sicuro, per me non c’è problema, posso tranquillamente proseguire la mia passeggiata da sola, tu vai pure con lui. Rimandiamo magari a dopo pranzo la nostra escursione……………..”
Mi fermo un istante, per sottolineare, subito dopo, con un velato cenno di ironia nella voce:
“………..D’altronde bisogna approfittare dei momenti in cui è libero da tutte le cose importanti che ha da fare…………..telefonate comprese………..”
Finalmente guardo Michael e non posso fare a meno di notare i muscoli del suo viso leggermente contratti mentre sta per replicare qualcosa, ma viene interrotto da Prince che correndo verso di lui lo chiama a gran voce perché bisognoso del suo aiuto e andando verso il bambino che gli sta dicendo qualcosa con voce querula ha solo il tempo di dire:
“Ok Professore, vado a vedere cosa succede, ti aspetto dentro. Va bene per te tra un quarto d’ora? Il tempo di risolvere questa questione con mio figlio.”
Mentre Andrea risponde: “ok va benissimo.”, lui si sta già dirigendo verso casa con il piccolo in braccio.
Restiamo entrambi silenziosi per qualche secondo ed è Andrea che, allargando le braccia, in un gesto sconsolato, esordisce:
“Lalli, mi dispiace, ci tenevo a stare un po’ con te.”
“Non c’è niente di cui tu debba scusarti, non è mica colpa tua, vai tranquillo. Io davvero faccio volentieri quattro passi, anche da sola.”
“ Sì però ti vedo troppo pensierosa.”
“Ho bisogno di riflettere.”
“Su cosa?”
“Su molte cose ma soprattutto su me stessa.”
“Oh, allora deve essere una cosa piuttosto complessa!”
“Sì, lo è! Complessa e difficile.”
“Lo immagino.”
“Davvero? E perché?”
“Perché tu sei abbastanza complessa e difficile.”
“Dici? Eppure a me sembra di essere molto semplice e logica nei miei ragionamenti. Tutto si complica quando i ragionamenti vengono travolti dalle emozioni, siano esse positive o negative. E’ lì che ho bisogno di riflettere per capire.”
“Lalli, cos’è che non capisci?”
“Oh, molte cose. Non saprei da dove cominciare.”
“Beh, comincia con una, intanto.”
“E’ un discorso che parte troppo da lontano e in questo momento non mi va di affrontarlo………….”
Sospiro mentre aggiungo:
“Andre, sono una frana. In tutto e per tutto una frana, ho quasi quarant’anni e ancora non so gestire le mie emozioni. Non so simulare i miei pensieri, non riesco a fare finta di non provare quello che provo, di fronte a qualcosa che mi turba o che mi fa soffrire o che mi da gioia. Spesso riesco a rovinare tutto, anche le cose più belle………..soprattutto perché le cose belle sono anche così rare, purtroppo, almeno per me…….”
“E’ il tuo carattere. Tu sei fatta così e non puoi pensare di cambiare. Questo è il bello di te…….certo, non a tutti piace questo tuo modo di essere, ma molti invece lo apprezzano……….ed io sono tra quelli, anche se, a volte, può essere un po’ faticoso.”
“Figurati, lo è per me, faticoso. A volte proprio non mi sopporto………”
Andrea scoppia in una risata fragorosa mentre ribatte:
“Per fortuna che te lo dici da sola…….Sì è vero, lo ammetto, a volte sei insopportabile………meravigliosamente insopportabile………….”
“Dai, non prendermi in giro! Sto parlando seriamente………..”
“Guarda che lo sto facendo anch’io……..Dai, fammi un sorriso, non posso vederti così imbronciata.”
Fa una faccia buffa per farmi ridere ed io lo assecondo mentre guardo i suoi splendidi occhi azzurri che riflettono le sfumature del cielo. E’ proprio un gran bell’uomo Andrea e penso che dovrei sentirmi orgogliosa di essere oggetto delle attenzione di un tale esemplare maschile per il quale, molte donne farebbero di tutto e di più pur di rientrare nelle sue grazie, ma non è così, affatto. Il sapere, anzi, che lui prova ancora qualcosa per me, mi provoca un gran dispiacere. Davvero vorrei che il nostro rapporto fosse basato su una bella e solida amicizia, perché so che la sua vicinanza è molto importante. Lui riesce a tirare fuori il meglio di me, perché mi conosce, mi capisce e mi sa prendere. Continuando a guardare i suoi ridenti occhi so con assoluta certezza che lui mi mancherà ed è per questo che il mio sorriso diviene triste mentre gli dico:
“Andre, vorrei dirti una cosa, ora che siamo soli, perché forse più tardi non ce ne sarà occasione…..”
“Sì certo, dimmi, cosa c’è?”
“Ecco, volevo ringraziarti per tutto quanto. Per il tempo che mi hai dedicato. Per i tuoi consigli, per la tua capacità di comprendermi. Ti ringrazio per la tua amicizia e per il tuo affetto. Credo che se non ti avessi incontrato, le cose qui sarebbero andate in modo diverso, perché molto spesso tu sei riuscito a trovare il bandolo nella matassa intrigata dei miei pensieri. Se tu riuscissi a restare mio amico, il mio migliore amico, io ne sarei felicissima………….”
La sua risposta non è immediata, ma dopo qualche attimo replica:
“Lalli, io ci sarò sempre per te perché mi sei molto cara e………..anche se un rapporto di sola amicizia non è il massimo dei miei desideri, diciamo che, per ora, mi accontento di questo. Tu devi essere certa che su di me potrai sempre contare.”
Il mio abbraccio arriva spontaneo e immediato e mentre lui ricambia stringendomi a sé, gli dico:
“Grazie Andre…………….è che a volte mi sento così sola………….” poi, staccandomi da lui: “…….dai vai che il Boss ti aspetta.”
Ci scambiamo un sorriso e, dopo aver seguito la sua andatura atletica mentre raggiunge l’interno della casa, mi dirigo verso il lago naturale, un po’ distante dagli edifici, ma mi va di camminare anche perché il paesaggio che si apre ai miei occhi è meraviglioso. Superato poi, un bellissimo ponticello di pietra scorgo, dall’altra parte della riva, un invitante angolo erboso circondato da alti alberi, completamente assolato.
La giornata è bellissima e la temperatura davvero ideale per potersi godere un po’ di sole, quindi affrettando il passo mi ritrovo a camminare su un tappeto d’erba curatissimo e soffice che calpesto a piedi nudi per provare ancora di più il contatto con la Madre terra.
Che strano, a volte basta solo un piccolo gesto, come quello di togliersi le scarpe per sentirsi più leggeri e liberi. La sensazione che dalla pianta dei piedi si trasmette a tutto il mio corpo è talmente taumaturgica da farmi tornare il buon umore e visto che sono completamente sola, in quest’angolo quasi incontaminato di mondo, non posso fare a meno di saltare e correre con il cuore pieno di gioia e di gratitudine verso la Natura che ci dona la sua bellezza con grandissima generosità e verso Michael che mi ha permesso di nutrirmi della stessa bellezza e magia di cui si nutre lui stesso.
E’ un rito propiziatorio il mio in cui sento la mia energia essere un tutt’uno con l’Universo. Le mie paure e la mie sofferenze sono scomparse, perché sto assaporando la gioia della vita, come una bambina. Affannata ma felice mi fermo solo quando sento che il cuore mi sta quasi scoppiando e, non avendo altro a portata di mano, mi tolgo la grande sciarpa di pashmina che mi sono messa per uscire all’aperto, per utilizzarla a mo’ di plaid, e dopo essermi sdraiata, riesco ad assaporare ancora di più il calore e il profumo della terra che mi avvolge benefico e lascio che la mia mente dispieghi le ali, come gli uccelli, di cui percepisco i gorgoglii tra i rami sovrastanti, unici inconsapevoli testimoni di questa mia solitaria fuga dal presente e mi vedo proiettata nel futuro in cui sono a fianco di Michael, entrambi circondati dall’amore dei nostri figli, i suoi e la mia, che ormai più grandi e stupendamente affiatati tra di loro, continuano a crescere felici e a riempirci d’ amore.
Immagino noi tutti riuniti a festeggiare il Natale, i compleanni di ognuno, seduti intorno alla grande tavola della camera di pranzo, o nel grande salone, mentre ci scambiamo regali, parlando, ridendo e scherzando tra di noi, come una vera famiglia. Quella famiglia che io non ho mai avuto, e che, in un certo senso è mancata anche a lui, perlomeno per come Mike ha sempre desiderato che fosse.
Mi vedo, nelle serate d’inverno, accoccolata sul divano accanto a lui, mentre guardiamo un film, o uno spettacolo che ci interessa o magari un suo video, con i ragazzi che a volte, ci fanno compagnia e riesco anche a percepire le loro voci, mentre commentano quello che stanno vedendo.
Mi immagino accanto a lui, mentre visita gli ospedali, gli orfanatrofi e tutti quei posti in cui vivono coloro a cui è stata negata un’infanzia, per portare un sorriso, una speranza, facendo nostre le loro sofferenze e condividendo le stesse gioie.
Mi vedo ancora vicino a lui per sostenerlo nei momenti dolorosi, per confortarlo nei momenti bui, per appoggiarlo nelle sue scelte, per esortarlo e dargli fiducia nei momenti di smarrimento e immagino che lui faccia altrettanto con me quando sarò io ad aver bisogno della suo conforto, della sua tenerezza, della sia fiducia e soprattutto del suo amore.
Ogni attimo della mia esistenza futura, la immagino con Michael, perché senza di lui, e questa è l’unica certezza, il mio futuro non esiste.
La stanchezza, unita alle poche ore di sonno della notte precedente, però, hanno la meglio e mi addormento senza nemmeno rendermene conto.
Quando riapro lentamente gli occhi perché disturbata da uno strano rumore, percepisco una voce non molto lontana che pronuncia brevi frasi insieme ad un suono un po’ gracchiante, e ad uno scalpiccio che mi fa sollevare in gran fretta, abbastanza spaventata. Riesco sulle prime solo a distinguere una grande ombra su di me che mi intimorisce ancora di più di quanto non lo sia già e accorgendomi di avere la gonna sollevata che mi ha lasciati buona parte delle gambe scoperte, imbarazzata e impaurita, mentre scatto in piedi come una furia tentando di abbassarmi la gonna e cercando di dissimulare il terrore che si sta impadronendo di me, chiedo:
“Ma tu chi sei? Cosa ci fai qui?”
“Ti stavo cercando. Ero preoccupato.”
La voce che mi risponde mi fa sobbalzare il cuore in petto, perché è inequivocabilmente quella di Michael e, facendomi scudo con le mani davanti agli occhi per proteggermi dalla luce accecante, finalmente riesco a distinguere la figura a cavallo, che sta a pochi metri da me.
Non so dire se sia più imbarazzata o contenta di vederlo, quindi cerco subito di trovare le parole per giustificarmi, quasi balbettando:
“Oh Miki sei tu!.......Mioddio mi sono spaventata…………Devo essermi addormentata e ho perso…………..ma che ore sono?...............Non ho l’orologio e nemmeno il telefono…………lo devo aver lasciato in cucina, prima………….E che ci fai a cavallo?...........Mi dispiace averti fatto……..preoccupare, ma………questo posto è talmente bello………….Scusami, sono davvero mortificata…………..”
“Scusa se ti ho spaventata ma è tardi e nessuno sapeva dove fossi finita……...”
“Mioddio ma che ore sono?”
“Sono quasi le due e tu come al solito sei senza orologio.”
“Oh Michael perdonami. Chissà che avrai pensato!?”
Mentre finalmente scende da cavallo, risponde con un tono più severo:
“Beh, non mi sono preoccupato subito. Prima ho pensato che potevi essere a casa tua, perché forse non ti andava di mangiare…………..o magari per qualche altro motivo………Ma a casa non c’eri, poi quando il Professore mi ha detto che quando ti aveva lasciata stavi per andare a fare una passeggiata, ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa………Sai qui si possono incontrare anche animali un po’ pericolosi………..Siamo a due passi dal deserto……………….”
Non posso fare a meno di interromperlo per chiedere:
“Dovevi essere davvero molto preoccupato se hai deciso di prendere il cavallo per venirmi a cercare……….Grazie e scusami ancora, ma qui, ho perso la cognizione del tempo e mi sono addormentata, perché è un posto così bello e pieno di pace…………..”
Siamo uno di fronte all’altra, mi osservo i piedi scalzi perché sono ancora un po’ a disagio per il trambusto che ho provocato, tuttavia, nonostante l’imbarazzo, ho il cuore che mi sta scoppiando per la gioia di sapere che lui è stato in ansia per me fino al punto di venirmi a cercare. Allora lo guardo e gli sorrido con tutta la dolcezza possibile mentre gli chiedo:
“Mi perdoni?”
Alza un braccio verso di me e mi accarezza tenero sorridendo a sua volta mentre mi dice:
“Promettimi che non ti allontanerai mai più senza avvertire. Sono stato così in pena quando non riuscivamo a trovarti da nessuna parte, che pensavo di impazzire. Ti ho fatto cercare da tutti, non immaginavo che ti fossi spinta fin quassù…………..Ho davvero temuto che poteva esserti capitato un incidente……Mioddio, non voglio pensarci ora, perché sono così contento di averti trovata e che stai bene……………
Dai vieni qui, abbracciami.”
Mi attira verso di sé e le mie braccia lo travolgono, mentre gli dico ancora una volta che lo amo e che lui è tutta la mia vita e che sarà così per sempre e che sono immensamente dispiaciuta di aver creato dei problemi, ma lui:
“Shhhhh, non fa niente tesoro, è tutto a posto. L’importante è che tu stia bene.”
Mi chiude la bocca con un bacio vibrante di emozione e il suo abbraccio è pieno di trasporto e di tenerezza, mentre il tempo ancora una volta si ferma per assistere muto alla magia dell’amore.