lallamj
00giovedì 11 febbraio 2010 22:06
ecco qui la prima parte del cappy 9 appena sfornata... buona lettura!!!!
CAPITOLO 9
Oh... Paris!
(Parte 1)
Pensavo a tutto quello che avevo fatto in 25 anni... Pensavo a mia madre, a mio padre, ai miei amici, anche se non ne avevo molti... Pensavo a Luca... Forse lui era la persona che mi aveva fatto soffrire di più, ma io gli volevo bene... Io voglio ancora bene a Luca... So che mi ha fatto passare le pene dell' inferno, ma quando una persona la ami, non puoi farci nulla. L' amore è un sentimento che non si può controllare. La mente serve, si, ma il cuore vince sempre. Anche io feci soffrire Luca, e non poco... Non avevo mai fatto una cosa del genere, e quella fu la mia prima ed ultima volta. Sono stata un' essere spregevole, è vero, illudere un uomo per poi abbandonarlo li, tutti che ti guardano, e tu che non sai cosa fare. E' stato molto difficile per me fare quello che ho fatto quello schifoso 19 giugno ma, come ho già detto in precedenza... E' il cuore che comanda, in ogni situazione. Comunque preferisco stare zitta e non parlare di questa storia, almeno per adesso... E poi, a dirla tutta, voglio creare un po' di suspence! Non posso saltare un intero mese, anche se non vedo l' ora di raccontarvi per filo e per segno cosa successe quel terzo week-end del giugno 1988.
Ritornando a noi, Michael ed io eravamo rimasti in macchina, da soli. Circondavano l' auto 5 guardie del corpo, mentre Carl era andato a fare i biglietti.
Io guardavo fuori dal finestrino. Ammiravo il cielo di Roma, quella Roma che era casa mia, quella Roma che faceva parte di me. Mi girai, testa bassa. Scese una lacrima all' improvviso. Nemmeno il tempo di cadere sulla mia mano che Michael si preoccupò immediatamente.
-Stai piangendo?- Mi chiese.
-No Michael.- Gli risposi io.
-Ok... Stanno scendendo lacrime dai tuoi occhi?
Io alzai subito la testa. Lo guardai e sorrisi.
-E' normale piangere ogni tanto Michael... E poi fa bene...
-Dipende... Può fare bene ma se piangi vuol dire che sei triste.
Io non fiatai... Volevo rispondergli, non ricordo nemmeno con che parole, ma non ne avevo il coraggio.
-Maria, se vuoi puoi restare qui... Non devi sentirti obbligata a partire solo per far felice me...
-Oh no Michael, io non voglio rimanere a Roma... io voglio venire con te!
-Sei sicura?
-Sicurissima.
-Bè, allora perchè pangi?
-Perchè... Perchè mi vengono in mente molti ricordi, cose che avevo persino cancellato, fatte chissà quanti anni fa...
-E sei triste?
-Abbastanza...
-Maria, gli amici ci sono per questo... Qualunque cosa ti serve, se vuoi consigliarti o sfogarti, io ci sono, ok?
-Si Michael... Non mi sento agitata a dir la verità quando parlo con te... Sono molto tranquilla, non perdo le parole come fa per esempio mi cugina. Ecco, non so se questa per te potrà sembrarti un' offesa, ma ti considero come una persona normalissima...
-Offesa? Questo è il complimento più bello che mi abbiano mai fatto Maria... Ecco perchè ti voglio bene, perchè tu sei diversa dalle altre persone... Me ne sono accorto subito, sin dal primo momento che...
-Che mi hai salvato la vita.
-Ti ho salvato la vita?
-Si Michael... Mi hai salvato la vita... Se tu non fossi venuto ad aiutarmi io ora sarei chissà dove... Sicuramente non sarei in questo mondo.
-Ma cosa adici Maria?
-Michael io volevo suicidarmi! Lunedì volevo morire!
-Come? Spero tu stia scherzando...
-No, non scherzo...
-Maria la vita è una cosa preziosissima, non puoi buttarla al vento così! Ma ti rendi conto cosa volevi fare? Solo per un ragazzo che nemmeno ti merita!
-Lo so Michael... Spero solo di aver fatto bene a dirtelo...
-Certo che hai fatto bene, ma promettimi che non penserai mai più a queste cavolate...
-Promesso... Pensa positivo però... Io sono viva grazie a te, quindi non finirò mai di ringraziarti.
-Prego Maria... E io non finirò mai di ringraziare te per aver deciso di partire con me.
-Prego Michael...
Una guardia del corpo aprì la portiera. Michael uscì, poi mi tese la mano. La afferrai e così uscii anche io. Saliti sull' aereo, chiesi a Michael se potevo mettermi dalla parte del finestrino. Mi è sempre piaciuto ammirare il panorama, specialemte se quel ranorama l' avrei abbandonato subito dopo per un bel po'. Per lui andava bene, quindi ci sedemmo. Prima classe, splendeva tutto. Era meraviglioso, non avevo mai viaggiato in prima classe.
Arrivammo dopo circa quasi 6 ore. Parigi era stupenda, fantastica, visitarla era sempre stato il mio sogno, un sogno che avevo appena realizzato.
Appena uscimmo di fuori, o meglio, appena uscii Michael, una marea di persone iniziarono a urlare come pazzi... Erano sorprendenti, tutti insieme a cantare Bad, Billie Jean, insomma, erano elettrazzati dal Re. Devo dire la verità, non mi sentivo per niente a mio agio, era come se io fossi di troppo in quella situazione. Ci volle un po' di tempo prima che mi abituai a quella vita. Anche oggi, lo ammetto, ci sono cose che non mi vanno per niente giù, cose che non riesco ma che devo per forza, e ripeto per forza accettare. Ero rimasta di stucco vedendo tutti quei fan che aspettavano il loro idolo all' aereoporto. Sarei rimasta li, ferma come un palo, per chissà quante ore. Fortunatamente Michael mi distrasse.
-Maria vieni?- Mi disse dopo aver salutato i suoi fan. Io lo seguii.
Entrammo in un' altra limousine, che questa volta era bianca. Michael masticava la gomma americana, si divertiva moltissima, sembrava un bambino. Io invece ero molto seria, con le mani sotto le gambe. Arrivammo allo stadio dopo 30 minuti. Michael avdeva un po' paura, visto che per colpa mia, o meglio per colpa di Luca non aveva potuto provare questa mattina. Ora non c' era certo tempo per farlo. Erano le 15 passate, dovevamo ancora paranzare e lui doveva fare moltissime cose, ripassare le canzoni, i passi, cambiarsi eccetera eccetera. Insomma, era davvero in ritardo. Io lasciai la mia valigia nella limousine,e poi seguii Michael, che mi portò dietro le quinte, sopra dei gradini, dove non c' era nessuno. Aveva dei panini in mano, e me ne diede due a me. Ci sedemmo e iniziammo a parlare.
-Allora, ancora non te l' ho chiesto. Ti piace Parigi?- Mi domandò lui.
-Assolutamente si! Tu l' hai già visitata in passato immagino, giusto?
-Una volta, qualche anno fa. E tu non ci sei mai stata?
-No, questa è la prima volta.
-Si dice che Parigi sia la città più romantica del mondo, lo sai Maria?
-Si, la città dell' amore. Bè si, devo dire che è veramente carina. Peccato che non possiamo visitarla...
-E chi l' ha detto?
-Chi l' ha detto cosa?
-Che non possiamo visitarla!
-Perchè possiamo visitarla?
-Ma certo! Anzi preparati perchè domani sarà una delle più belle giornate della tua vita.
-Si? E perchè Michael?
-Non posso dirtelo, è una sorpresa! Vuoi rovinartela per caso?
-Hmm... Dai per questa volta posso anche aspettare...
Finito di mangiare Michael mi portò a visitare le quinte, mi fece vedere il palco, il suo camerino. Insomma, era davvero molto gentile con me. Io mi trovavo bene con lui, ero come se fossi con Valeria.
Cinque ore passarono molto velocemente, ma non mi ero annoiata per niente. Mi piaceva osservare e catturare tutto quello che facevano gli altri. Dalle loro mosse, dai loro sbagli, io, sempre in forma ridotta, imparavo molto. Iniziò ad arrivare gente alle 17.00. Con tre ota e mezzo lo stadio si era riempito, non c' era più posto per nessuno, la polizia aveva paura di attentati e pazzie varie, quindi erano pronti ad intervenire sia da dentro che da fuori l' edificio. Il concerto fu magnifico, scoppientante direi. Era già tre le tappe del tour a cui avevo assistiti, ma mai, e giuro mai, mi ero stancata. Michael emanava un' energia pazzesca, capace di irradiare e di contagiare tutti quelli che gli stavano intorno. Lui dava serenità, lui era la serenità in persona, scherzava, rideva, si divertiva, faceva scherzi. Era sorprendentemente unico. Arrivammo al nostro albergo solo pochi minuti prima dell' ora delle streghe. Marc prese la valigia di Michael e la mia, e insieme ci diressimo verso la reseption. Carl prese le due chiavi, e mi porse quelle della mia stanza. Prendemmo l' ascensore. Carl si diresse subito verso la camera del suo "capo", mentre Michael mi accompagnò fino alla mia stanza. Appena arrivati, entrammo tutti e due. La camera era bellissima e molto spaziosa. Michael mi aiutò a sistemare le mie cose, e poi, dopo esserci dati la buonanotte, se ne andò. Ero veramente molto stanca. Quella sera ero stanca morta, non chiamai nemmeno Valeria. Probabilmente lei rimase tutta la notte sveglia ad aspettare la mia telefonata, ma non ne avevo proprio voglia. Ora la cosa più importante ed essenziale da fare era quella di andare a nanna e di recuperare un po' di forze. Il giorno dopo mi aspettava una giornata che si mostrava già piena di emozioni... A trip to Paris...