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I costi della politica : i nuovi sottosegretari ci costeranno tre milioni di euro

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2011 00:49
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28/06/2011 00:37
 
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L'anno d'oro è stato il 2008
Versamenti per quattro diverse elezioni

All'origine di tutto c'è un comma nascosto nelle pieghe della legge mille proroghe approvata nel febbraio 2006 alla vigilia dello scioglimento delle Camere: stabilisce che lo Stato passa soldi ai partiti per tutta la legislatura, anche in caso di interruzione anticipataROMA - La chiave di tutto è nel comma di un articolo accuratamente nascosto nelle pieghe delle legge mille proroghe che viene discussa e approvata in parlamento il 2 febbraio del 2006. In quella norma sta scritto che il rimborso elettorale (che la legge numero 157 del 1999 fissa in un euro per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali da dividere percentualmente in base ai voti ricevuti) spetta ai partiti anche in caso di chiusura anticipata della legislatura. Dunque, lo Stato continua a versare i soldi ai partiti per tuti e cinque gli anni, anche se il parlamento è stato sciolto. Adesso, la legge è stata corretta, ma le nuove regole varranno solo a partire dalle prossime elezioni.

Comunque, una settimana dopo quel blitz del febbraio 2006, guarda caso, la legislatura si chiude. Si torna alle urne. Vince l'Unione di Prodi per una manciata di voti e il leader del centrosinistra governa, sul filo della lama, per meno di due anni. Poi, cade e il Paese torna a votare. Nel frattempo, però, nella politica italiana va in scena l'ennesima rivoluzione. Spariscono partiti (Forza Italia, An, i Ds, La Margherita), ne nascono di nuovi (il Pd e il Pdl) e, nelle urne, gli italiani polarizzano i loro consensi sulle formazioni maggiori lasciando fuori dalle aule parlamentari forze politiche come Rifondazione comunista, i Verdi, l'Udeur di Mastella. Una semplificazione dalla quale dovrebbe derivare anche un risparmio in termini di rimborsi elettorali.

Nulla di tutto ciò, dal momento che - grazie a quel comma approvato in fretta e furia nel febbraio del 2006 alla vigilia dello scioglimento delle Camere - i partiti che non esistono più continuano ad incassare i rimborsi elettorali che spettano loro in virtù dei risultati conseguiti nel 2006. E questo nonostante quella legislatura si sia chiusa in anticipo. Non si tratta di bruscolini dal momento che il totale dei rimborsi elettorali da versare ai partiti per il periodo 2006-2011 ammonta a 499,6 milioni di euro. Una somma che viene divisa tra i partiti che sono sopravvissuti alla rivoluzione e quelli che non esistono più o che non sono più rappresentati in parlamento. Come se non bastasse, a quella cifra vanno aggiunti i rimborsi che spettano per la legislatura in corso e quelli relativi alle regionali e alle europee del 2004, del 2005 e del 2006.

L'anno d'oro, per i partiti italiani, è senza dubbio il 2008. In quella stagione - come accertato dalla Corte dei conti - nella casse della formazioni politiche, quelle in vita e quelle "defunte", finiscono nell'ordine la terza rata del rimborso per le politiche del 2006 che vale 99,9 milioni di euro, la prima rata del rimborso per le politiche del 2008 che ammonta a 100,6 milioni di euro, i 41,6 milioni di euro della quarta rata del contributo dovuto per le regionali del 2005 e la quinta rata del rimborso per le europee del 2004 che vale 49,4 milioni di euro. In tutto, fanno 291,5 milioni di euro. Che vanno a dare ossigeno ai bilanci di partiti che svolgono la loro attività e di formazioni politiche che sopravvivono ormai solo nella memoria degli elettori.
24 giugno 2011

inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/06/24/news/partiti_la_grande_abbuffata-18113885/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2Finchiesta-italiana%2F2011%2F06%2F23%2Fnews%2Fcaro_partito_quanto_ci_costi-181...


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Rimborsi dieci volte più ricchi
delle spese per manifesti e comizi

Un altro aspetto bizzarro della questione è la sproporzione tra quanto i partiti hanno investito nelle elezioni e il denaro versato a copertura dallo Stato. Il caso della Lega Nord alle politiche 2008: più di quaranta milioni di euro contro una spesa dichiarata di neanche tre milioniROMA - Che i "partiti fantasma" siano destinati ad aggirarsi ancora per un po' sulla scena della politica italiana, lo si capisce leggendo la relazione al bilancio 2009 di Forza Italia firmata dal tesoriere Sandro Bondi. Scrive Bondi: "Il movimento (Forza Italia, ndr) resterà in attività almeno fino a tutto il 2012 anche per consentire la presentazione dei propri rendiconti annuali, a norma di legge indispensabili per completare l'incasso dei residui rimborsi spese elettorali rimasti di propria diretta pertinenza e per permettere la percezione da parte dell'istiuto di credito interessato dei crediti elettorali ad esso ceduti nel 2007, le cui erogazioni in caso diverso sarebbero sospese".

In pratica, a partire dal 2006, Forza Italia ha incassato non solo i rimborsi elettorali riconosciuti per la legislatura che si è interrotta in anticipo, ma anche una quota di quelli spettanti al Pdl per il periodo 2008-2013. Dietro il "matrimonio" tra Forza Italia e An che ha portato alla nascita del Pdl, infatti, c'è un accordo da fare invidia ai patti da osservare in caso di divorzio sottoscritti da star del cinema e regnanti. In base a quel contratto, il Pdl ha ceduto a una banca l'intero ammontare del rimborso elettorale che gli spetta per il periodo 2008-2013 (si tratta di circa 40 milioni di euro l'anno) facendosi liquidare in anticipo l'importo e dividendone il cinquanta per cento tra An e Forza Italia. Come dire, lo Stato paga il rimborso elettorale a un partito che ha partecipato alle elezioni, ma quei soldi vanno, in gran parte, a partiti che non esistono più. E che useranno quei soldi per prolungare la loro presenza da "fantasmi".

È il caso di Alleanza nazionale che per gli elettori ha chiuso i battenti all'inizio del 2008 ma che ha ancora una sede, un comitato di gestione e, soprattutto, ha continuato a incassare i soldi del rimborso elettorale. Al punto da chiudere il bilancio del 2009 con un attivo di 75 milioni di euro. Che fine faranno quei soldi? Serviranno a mettere in piedi la fondazione Alleanza nazionale che avrà come obiettivo - si legge nella relazione al bilancio - quello di "determinare l'affermazione, la diffusione e la comunicazione dei modelli sociali, culturali e politici legati alla sua tradizione". Il tutto anche grazie al denaro pubblico che doveva servire solo a coprire le spese elettorali sostenute nel 2006.

Già, la copertura delle spese. A guardare bene, i soldi che i partiti hanno ricevuto a titolo di rimborso sono molti di più di quelli che hanno tirato fuori per stampare manifesti e volantini o per organizzare comizi. La Corte dei conti è andata a spulciare tra le fatture e ha scoperto, per esempio, che per le politiche del 2008 la Lega Nord ha dichiarato spese elettorali per 2 milioni e 940 milioni e ha incassato, come rimborsi, la bellezza di 41 milioni e 385 mila euro. Tanto per spostarsi sull'altro fronte dello schieramento, Rifondazione comunista per le elezioni del 2006 ha dichiarato spese per un milione e 636mila euro. Sapete quanto ha avuto di rimborso? Sei milioni e 987mila euro. Che tra l'altro sono stati versati nelle casse del partito fino allo scorso anno nonostante in parlamento non ne sedesse più da anni neppure un rappresentante. Adesso, però, il rubinetto dei rimborsi per la legislatura finita in anticipo si è chiuso. E per Rifondazione si annunciano tempi davvero duri. Nella relazione al bilancio, il tesoriere lo dice senza mezzi termini: "Rischiamo di chiudere bottega".
24 giugno 2011

inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/06/24/news/finanziamenti_partiti_an_e_forza_italia_matrimonio_di_interesse-18113970/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2Finchiesta-italiana%2F2011%2F06%2F23%2Fnews%2Fcaro_partito_quanto_ci_costi-181...


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Per il club dei partiti estinti
cinquecento milioni nel 2011

Si chiamano Forza Italia, Alleanza nazionale, Democratici di sinistra, Margherita, Nuova Sicilia... Molti sono stati sciolti, altri bocciati dagli elettori, eppure continuano a incassare nel quinquennio di una legislatura una cifra molto alta soprattutto rispetto alle spese documentate. Per quale meccanismo?ROMA - Di alcuni non è rimasto che il simbolo, assemblee di ex che vengono convocate di tanto in tanto e, forse, il ricordo di qualche elettore nostalgico. Altri, invece, hanno sedi, strutture, impiegati ma da anni non hanno nessun rappresentante in parlamento. Eppure, i "partiti fantasma" continuano ad incassare soldi dallo Stato. L'ultima rata, relativa ai rimborsi per le elezioni regionali del 2007 in Molise, arriverà prima della fine di quest'anno. E così, la cifra incamerata dai partiti che non ci sono più, toccherà la vertiginosa quota di 500 milioni di euro nell'arco del quinquennio 2006-2011. Spicciolo più, spicciolo meno.

Per intendersi, è una somma pari allo stanziamento annuo del governo per Roma capitale, quella che è finita in questi anni nella pancia di sigle che si supponevano scomparse dalla scena della politica, come Forza Italia, Alleanza nazionale, Democratici di Sinistra, Margherita, oppure di partiti che gli elettori hanno cancellato dal parlamento e che sono stati smontati e rimontati da scissioni e nuove aggregazioni come Rifondazione comunista, i Verdi, perfino l'Udeur di Mastella o un partito personale come "Nuova Sicilia", il cui dominus è Bartolo Pellegrino - un ex deputato dell'assemblea regionale siciliana recentemente assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa - che fino allo scorso anno ha percepito circa centomila euro di rimborso elettorale.

Nulla, se confrontato a quanto ha potuto iscrivere nei propri bilanci il più ricco dei "partiti fantasma", Forza Italia. Quella che fu la creatura di Silvio Berlusconi, nata nel 1994 per accompagnare la discesa in campo del Cavaliere e sacrificata nel 2007 sull'altare del bipartitismo per fare posto al Pdl, ha continuato ad incamerare i rimborsi elettorali fino ad arrivare, nel 2010, alla cifra monstre di 96 milioni di euro. Più sotto, in questa classifica, quelli che furono i Democratici di sinistra che hanno potuto iscrivere in bilancio 74 milioni di euro e spiccioli. Soldi che - per ammissione del tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti - sono stati rapidamente pignorati dalle banche e adoperati per chiudere la partita dei debiti ereditata dal vecchio Pci.

Alla Margherita, altro partito formalmente cancellato, è andata meglio. I 42 milioni di euro di rimborsi incassati, malgrado la scomparsa dalla scena politica, sono tutti lì. E, anzi, intorno a quella eredità sta per accendersi una disputa alla quale partecipano pure parlamentari che, nel frattempo, hanno preso differenti direzioni, accasandosi in altri partiti o inaugurandone di nuovi. Ma come è stato possibile che partiti scomparsi dalla scena o bocciati dagli elettori abbiano continuato ad incassare soldi pubblici a titolo di rimborso elettorale? Quanto hanno pesato i rimborsi ai "partiti fantasma" sulle tasche dei cittadini? E, soprattutto, che fine hanno fatto quei soldi?
24 giugno 2011

inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/06/24/news/500_milioni_per_i_partiti_fantasma-18113847/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2Finchiesta-italiana%2F2011%2F06%2F23%2Fnews%2Fcaro_partito_quanto_ci_costi-181...


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Fiom, Landini: “Parlare male di Berlusconi non basta”“Basta leggere le intercettazioni pubblicate in questi giorni dai giornali per capire qual è la politica industriale di questo governo”. Così il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, oggi a Milano per presentare una tre giorni a Sesto San Giovanni, dove, a partire da questa sera, si celebreranno i centodieci anni del sindacato dei metalmeccanici della Cgil. Tra dibattiti e concerti, un’occasione per parlare di lavoro, ma anche democrazia e legalità. Nei prossimi mesi, anticipano gli organizzatori, la festa arriverà in Sicilia, poi in Veneto e a Pomigliano. Landini ha poi ricordato le responsabilità della politica e in particolare del governo di centrodestra. “Chi fa opposizione a Berlusconi non può limitarsi a parlare male di lui – spiega – deve innanzitutto rimettere al centro il lavoro e occuparsi degli interessi dei lavoratori, di chi il lavoro non ce l’ha e dei milioni di precari presenti nel Paese”. Il segretario Fiom ricorda che in Italia la contrattazione nazionale è sotto attacco. “Qui da noi c’è l’idea che per investire bisogna per forza cancellare le leggi e i contratti. Non è così”. di Franz Baraggino





www.youtube.com/watch?v=4U1FaGyyfxQ&feature=player_embedded

'Sono nato per non morire mai
Per vivere in beatitudine, per non piangere mai
Per dire la verità e mentire mai
Per amare senza un sospiro
Per distendere liberamente le mie braccia...'


- Michael Jackson , from Dancing the Dream -

I miss you ...
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Don't read the tabloids , Burns the tabloids ... SUCK THE PRESS !
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