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[FAN FICTION] The ghost who fell in love with a man. Terminata: 15 capitoli. Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2010 10:00
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19/01/2010 20:08
 
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The Essential Fan
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Ciao ragazze! Dopo una breve assenza eccomi qua con il capitolo nuovo!
Enjoy! [SM=g27811]

CAPITOLO 4
NELLA TESTA DI MICHAEL
Sono stanco di trascorrere giornate intere nello studio dell'avvocato per riuscire a capire come poter fare per bloccare la messa in onda di quel maledetto programma. Sono stanco, davvero. Se avessi saputo..se solo avessi potuto immaginare non mi sarei prestato a questa pagliacciata.
Sono per l'ennesima volta un fenomeno da baraccone.
Come se non bastasse anche i bambini mi preoccupano. Blanket è alle prese con il suo primo raffreddore..e mi si stringe il cuore a guardarlo lì, nel suo lettino, intontito dall'antivirale. E' così piccolo e indifeso.
Lo so, sono un pò apprensivo.
E Paris è un pò depressa perchè la sua cagnolina non si riprende in fretta come spererebbe. Si colpevolizza molto per quello che è successo l'altro giorno. Continua a dire che se lei non fosse stata così cattiva a lasciare le sue palline di gomma sul selciato ora Ariel starebbe bene.
Ho sempre cercato di infondere nei miei figli il senso del dovere e della responsabilità. Per me è molto importante che capiscano che le loro azioni hanno delle conseguenze, e che non potrò sempre essere lì a rimediare ai loro errori o ad evitare che li facciano.
Non vorrei però aver esagerato un pò con i miei precetti. Non voglio che Paris soffra.
La vita non risparmierà nessuno di loro dalla sofferenza, ma vorrei che questo accadesse il più tardi possibile.
Unica nota divertente di questa disastrosa settimana è che ieri ho chiacchierato un pò con una persona nuova.
Si chiama Andrea (ma non è un nome maschile per caso?!) ed è la nuova veterinaria dello zoo.
A dire il vero sono giorni che la osservo dal mio albero preferito -my giving tree-. All'inizio lo facevo per scrupolo, in fondo non l'ho assunta personalmente e vorrei avere un'idea delle facce che si aggirano per il ranch. Poi mi ha colpito con i suoi modi verso Melville e ho continuato ad osservarla anche i giorni successivi.
A guardarla non le si darebbero più di una ventina d'anni. Ma è sicuramente più grande perchè è già laureata da qualche anno mi hanno detto i miei collaboratori.
Viene dall’Africa. Che cosa interessante, spero di potermi fare raccontare qualcosa, adoro le storie di vita.
Ha un viso così pulito. Gli occhi grandi e verdi, come quelli di Paris. Ma sono tristi.
A dire il vero non parla molto, preferisce parlare con gli animali.
Adoro il modo che ha di trattare con loro. C'è molto rispetto, in tutto quello che fa.
In compenso non credo ami avere a che fare con le persone, i suoi silenzi sono fra i più eloquenti che abbia ascoltato. Sembra impaurita. E indifesa.
Non credo si tratti di timore reverenziale verso di me, penso che dietro a certi sguardi bui si celi qualcosa in più.
Ha lo sguardo timido e spesso è piuttosto..impacciata.. stasera per esempio mi ha imbrattato involontariamente nel recinto degli elefanti tanto che, al mio rientro a casa, mi hanno chiesto se avessi fatto la lotta con gli ippopotami...ma qui non possiedo ippopotami!
Ho voglia di parlarle e di rimanere lì ad ascoltare quei suoi silenzi.
Sento di non averla ringraziata abbastanza per quello che ha fatto per Ariel.
LOS OLIVOS, California- NEVERLAND VALLEY RANCH. Aug 26, 2003
A causa del caldo torrido di questo agosto infernale ci hanno cambiato i turni di lavoro, lavoreremo in orari più 'freschi'. Nella fattispecie dalle 8:00 alle 11:00 e dalle 17:00 alle 19/20:00, dipende dalla quantità di lavoro.
Devo dire che sebbene sia molto meglio così per la salute, quelle sei ore di buco non mi sono comodissime, mi ero organizzata in un altro modo anche con Pedra che mi da una mano con Saty e ora.. è andato tutto all'aria!
Sono passati alcuni giorni dal mio incontro ravvicinato del terzo tipo, ma lui non è più tornato a trovarmi. Avrà sicuramente da fare cose molto più importanti di stare qui a parlare con me... So che è giusto pensarla così, ma in un certo senso ci avevo sperato.. di rincontrarlo per fare quel giro.
Invece si è trattato solo di un'occasione del tutto estemporanea, che ho mandato all'aria perchè era tardi.
Ha rinnovato l'invito ad un'altro giorno per pura cortesia. Se ne sarà sicuramente dimenticato.
Va bè, mi faccio bastare quello che ho avuto, non è stato poco in fondo, no?
Ore 21:00
Che stanchezza! Sono ancora qui al lavoro, ne ho approfittato insieme a qualche collega per fermarmi un pò di più a riordinare i vari registri. Sapete, qui sono annotate tutte ma proprio tutte le vaccinazioni, le medicine, gli eventuali interventi subiti da ogni singolo animale. Bisogna essere estremamente meticolosi nel compilarli. Noi abbiamo preferito questo momento della giornata perchè non c'è rumore e perchè il caldo attanaglia molto meno. Rumore e caldo: nemici della precisione!
Approfitto del fatto che Pedra abbia portato Satya e le sue due pesti al cinema a vedere 'l'era glaciale' (ci vorrebbe che capitasse davvero in questi giorni, non sopporto il caldo, mi sento cera in liquefazione un momento si e l'altro pure!), per concludere il lavoro e rientrare a casa con più calma.
Ora però è ora di andare sul serio. Raccolgo le mie cose e mi appresto a chiudere il capannone con una chiave che, non senza fatica a causa dell'oscurità, inserisco nella serratura metallica ben oleata.
Sto già pregustando la sensazione dell'acqua gelida che mi scorrerà addosso, liberandomi da quella sottile, impercettibile ma onnipresente patina di sudore adagiata sulla mia pelle, già evidentemente proiettata avanti nel tempo di una ventina di minuti. Inserisco le chiavi del capannone in borsa, un ultimo sguardo in giro per controllare che tutto sia a posto e..
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!-
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L'oscurità e il mio essere sovrappensiero non fanno che amplificare la portata del mio spavento.
Mr Jackson si è parato esattamente dietro di me più silenzioso di una pantera, con l'idea presumo di farmi uno ‘scherzo’. Credo gli piaccia questo genere di cose.
Ma a me no.
Nel girarmi di scatto gli sbatto contro ed emetto uno dei più acuti ululati di cui sono capace, e, come se ciò non bastasse, non riconoscendolo subito brandisco la borsa, unica arma di cui dispongo, come se fosse una katana e gli assesto istintivamente il colpo in testa più forte di cui sono capace, quest'ultimo accompagnato da un nuovo urlo, stavolta più combattivo. Devo dire che un samurai potrebbe farmi le scarpe in questo contesto.
-Ahi!- esclama
Mi accorgo subito della vera identità del mio 'aggressore' e, ancora una volta, sento che sto per sentirmi male.
- Ommioddio....m-m-Mr Jackson..ma che ci fa lei qua??- Ma che razza di domande faccio?!? Questa è casa sua, lui va dove vuole!
- Niente, passeggiavo, la ho vista uscire e ho pensato di...insomma..- sembra giustificarsi. E' di una tenerezza immane.
Non termina la frase, imbarazzatissimo non riesce a confessare di aver tentato di farmi uno scherzo così malriuscito. Si massaggia il capo.
- Mi deve scusare Andrea, non intendevo spaventarla..effettivamente con il buio..potevo immaginare insomma..-
- No, Mr Jackson, mi deve scusare lei, sono stata un pò troppo impulsiva..è che..sa, lo spavento fa fare di tutto..- Ennesima figura da idiota. Una completa idiota.
Mentre mi sto stringendo il cilicio mentalmente e mi ripeto quanto sono stata inopportuna sento una fragorosa risata.
Ride, ride e ride e si massaggia la testa e ride ancora..è incredibile ma è anche contagioso e...rido anch'io.
- Fa bene ad essere così combattiva, al giorno d'oggi non si sa mai, con la gente che c'è in giro..- dice ridendo divertito dal suo stesso tono paternalistico
- Sono davvero mortificata..spero di non averle fatto troppo male..- mi viene da ridere ma mi sento irrispettosa e cerco di trattenermi
Incrociamo i nostri sguardi per un lasso indefinibile.
- E' già passato..e poi mi sta bene, la prossima volta imparo a fare gli agguati!- sghignazza - E non si trattenga, è ancora più buffa così!-
Deve essere davvero un burlone quando vuole.
Tutto il rumore che ho fatto prima, unitamente alle nostre risate di adesso, hanno svegliato i babbuini che, pensando probabilmente che sia l'ora del rancio, hanno iniziato ad urlare e gorgheggiare come pazzi, sbattendo le 'mani' sui cancelli e producendo un rumore veramente assordante.
Come se non bastasse in lontananza si vedono due fasci di luce, presumo due torce.
- Oh no, la sorveglianza..devono aver sentito i rumori...uff non ho voglia di dare spiegazioni..- dice interrompendo quel lungo momento di ilarità che ci aveva visti protagonisti. E' visibilmente scocciato. Non ha voglia di identificarsi e parlare con le guardie, credo.
- Forse è meglio che vada allora..-
- No, non è una buona idea, le farebbero una ramanzina sul fatto che oltre una certa ora non ci si aggira nei pressi delle gabbie per via dell'assicurazione e la sicurezza e bla...bla..- Alza gli occhi al cielo - Venga con me!-
Mi prende la mano e mi conduce là dove la vegetazione forma dei disegni indefiniti in assenza di luce, cammina velocemente ed ogni tanto si volta a rassicurare la mia espressione sorpresa e leggermente impaurita. - Siamo quasi arrivati..ancora un attimo- Il fitto intreccio di rami e fronde sembra chiudersi sulle nostre teste formando un tunnel. Non so più distinguere le forme dalle ombre, gli alberi dalle nuvole, la realtà dal sogno.
Dopo qualche minuto ci ritroviamo in un grande spiazzo stavolta decisamente più illuminato. Riconosco i colori dei sassolini. Non dobbiamo essere molto lontani dalla casa.
- Mi scusi se l'ho coinvolta in questa specie di fuga, ma sinceramente non avevo voglia di fornire spiegazioni. Devo sempre fornire spiegazioni, per ogni cosa che faccio ultimamente, quindi se ogni tanto posso evitare..- E' un misto fra lo scocciato, l'arrabbiato e l'avvilito il suo tono.
Decido di cambiare subito discorso - Se c'è qualcuno che qui si deve scusare quella sono io, Mr Jackson, è la seconda volta che ci vediamo e lei ha rimediato una camicia da buttare e un bernoccolo..-
Scoppia a ridere di nuovo. - Lei è davvero una forza della natura, Andrea- ride di gusto.
Se c'è una cosa che mi ha sempre affascinato, e non sempre nel senso più platonico del termine, quella è il suo sorriso. Lo guardavo da bambina e mi sembrava perfetto. Da adolescente sognavo un uomo con un sorriso così. Ora non sono più una bambina, nè un'adolescente. Lui è più maturo e affascinante del ragazzo borchiato del poster. E mi sta elargendo tanti, tanti di quei sorrisi che avevo sognato.
Proprio qui, davanti a me.
- Allora mi dica Andrea, le andrebbe di fare quella famosa passeggiata di cui parlavamo l'altro giorno?- si ricorda.
- Adesso?-
- Si, adesso-
Mi guarda. Il magnetismo che sprigionano quegli occhi è indescrivibile.
Ed io sono uno spillo che cerca di sfuggire ad un magnete grande quanto un grattacielo. Inutile.
Mi arrendo subito, anche se ho paura. Mi lascerò attirare dal mio magnete, come ogni bravo spillo.
In silenzio ci incamminiamo lungo il sentiero reso ben visibile da impercettibili lumini ai suoi lati. E' rivestito da pietre di diversi colori che con il gioco di luci e di ombre sembrano cambiare forma, colore e sostanza al nostro passaggio. Sembra di camminare in groppa ad un serpentello che si prende gioco di noi variando costantemente la sua direzione di marcia, è capriccioso e volubile. Fortunatamente la meta a cui ci conduce è ben visibile e rettilinea, davanti ai nostri occhi.
Le luci che da lontano si fondevano con le luminarie del vialetto a formare un fascio giallo nell'oscurità ora sono ben definite, si intrecciano in una danza variopinta che riveste diverse strutture dalla forma sinuosa.
Un otto volante, un enorme galeone dei pirati, una specie di disco volante, una giostra con i cavalli, una ruota panoramica.
Sapevo, mi avevano raccontato, avevo letto, visto alla tv..ma trovarsi qui è un'altra cosa.
Totalmente rapita dal tutto non ho nemmeno il tempo di rendermi conto che la dolce morsa che aveva legato le nostre mani durante lo spostamento di prima non si è mai allentata, ma anzi, il mio infantile stupore dinnanzi a cotanta magnificenza ne ha aumentato l'intensità.
- Questo è il mio piccolo angolo di paradiso, che ne pensa?-
La sua voce mi desta dal visionario torpore in cui mi trovo, ma esce dolce, ed in perfetta armonia con il concerto d'archi che mi risuona nei timpani, frutto della mia totale mancanza di self control.
- Uh..Oh...ehm- cerco di riacquisire lucidità e sgancio la mano imbarazzatissima - E'..è..magnifico..è enorme..è..-
Sorride divertito - Sembra una bambina davanti ad una montagna di caramelle!- ridacchia
- Sì, è vero..è che tutte queste luci lo fanno sembrare ancora più magico-
- La sera è il momento migliore per venire, infatti. Io vengo qui quasi ogni sera, quando mi è possibile. E' uno dei posti che preferisco, soprattutto qui- indicando la ruota panoramica - Mi riporta indietro nel tempo. Anche se è un'attrazione piuttosto vecchia e tradizionale trovo che abbia un fascino speciale. Purtroppo quando ero un bambino non ho potuto godere molto di queste cose, ed ora cerco di rifarmi..-
L'abisso oscuro che ora ha negli occhi attraversa lo spazio che ci separa e mi colpisce con la violenza di una freccia, si diffonde in me come una macchia di petrolio nell'acqua limpida, e poi mi attraversa come un pugnale, da parte a parte. E' così violento questo senso di tristezza che ho freddo anch'io.
- Bè, non so se può esserle di consolazione, ma io che da piccola alle giostre ci potevo andare, non salivo mai sulla ruota panoramica perchè sono sempre stata terrorizzata dall'altezza- ammetto non senza vergogna
- Davvero?! Bisogna assolutamente rimediare allora, non può essere così crudele con se stessa da non concedersi un'emozione così..!- Esclama riacquistando nuova luce in volto.
- Mi sono concessa tante altre cose belle, davvero, non credo che..-
- Una cosa, bella o brutta che sia, non ci potrà mai mancare se non l'abbiamo posseduta almeno una volta- incalza
Mi accorgo che non so cosa rispondere e soprattutto temo di essermi gettata la zappa sui piedi nel tentativo di consolare lui. Sento che non demorderà e sento che sarò io a rimetterci, per lo stesso discorso dello spillo e del magnete.
- Forza, non perdiamo altro tempo, si è privata di una cosa bella troppo a lungo..- Mi afferra di nuovo la mano in una presa dolce ma salda.
- No, io non credo di poterlo fare, io sono terrorizzata.. ho troppa paura, non..-
- Ma non sarà sola Andrea, ci sarò io, e se avrà troppa paura allora scenderemo subito, quantomeno però potrà dire di averci provato!-
Ormai ha deciso, e di nuovo non farò resistenza, anche se non so fino a che punto la mia arrendevolezza mi gioverà.
Mi guida gentilmente facendomi sedere per prima, poi si posiziona accanto a me. Abbassa la barra di protezione che si blocca sui nostri ventri e schiaccia il pulsante sul telecomando che tiene in mano.
Continuo a chiedermi come ho fatto a cacciarmi in una situazione simile.
L'enorme struttura inizia a muoversi e insieme a lei il mio stomaco, il fegato e la milza, mentre i muscoli non rispondono più, contratti e tesi in una morsa paralizzante.
Ho una paura terribile e nella mia bocca non c'è traccia di saliva.
Prevedendo il tutto, la sua mano non tarda ad arrivare a prendere la mia. Si intrecciano in un incastro perfetto. Non vedo più niente.
- Mi racconti, che cosa l'ha portata fin qui? E' tanto che fa questo lavoro?- cerca di farmi pensare ad altro. Un guizzo beffardo negli occhi.
- Dal '98.. ho iniziato con un impiego nella mia città, Milano, nello zoo municipale e..-
- Milano?? Ci sono stato a Milano..per un concerto, qualche anno fa..- mi interrompe colto dalla sorpresa
- Già, lo so..-
- Lo sa?!-
-Si, io..ehm..lo so, sarebbe impossibile non ricordare il traffico che si creò ovunque..quella sera ci misi più di un'ora per rientrare a casa dall'università!!-
Mi diverte la situazione, perchè quella sera avrei fatto carte false per poter andare a vederlo, e adesso gli sto praticamente rinfacciando che a causa della sua presenza la città si bloccò. Sono completamente fuori di testa.
- Oh..- sembra quasi dispiaciuto. E' incredibile.
- Ma credo che sia una cosa del tutto normale, cioè, intendo, credo sia successo un pò in tutte le città in cui ha fatto tappa nei suoi tour..- dico rendendomi conto di essere stata un pò insensibile.
- Si, è sempre così, ovunque vada c'è sempre folla, si creano code e traffico..mi dispiace di essere la causa di tanti problemi, io non lo vorrei.
Molte volte avrei semplicemente voluto fare due chiacchiere, bere un caffè, parlare di un libro, avere una vita 'normale', anche se questa parola può voler dire tutto e niente. Ci sono sempre due facce della medaglia, in ogni cosa, anche in quelle che secondo i più sono perfette da ogni punto di vista. La verità è che ci si può sentire molto soli nella mia situazione-
- Siamo tutti soli Michael..- Terza figuraccia della settimana. Chiamo il mio capo per nome senza averne avuta autorizzazione alcuna.
- M-mi scusi..Mr Jackson-
- Mi hai chiamato Michael..- mi domanda attonito e dandomi del tu. La confidenza che si è appena preso mi fa trasalire in un brivido che non definirei proprio casto. Gli occhi fissi nei miei. Sorride.
Faccio per giustificarmi ma mi blocca con un cenno. - Ne sono felice, e sarei ancora più felice se potessimo darci del tu senza imbarazzo-
Poi aggiunge - Sai, avrei voluto chiedertelo prima- arrossisce.
- Forse sarebbe più naturale- Ormai i pensieri mi scorrono dalla mente alla bocca senza filtro.
- Senza forse!- sembra sollevato. - E poi, si può dire che ora tu sia nelle mie mani..- Alludendo alla rotazione che l'immensa ruota sta compiendo.
Solo ora mi accorgo che siamo al quarto giro.
- Non è poi così terribile volare, cosa dici?- mi chiede con un'espressione ibrida, fra il soddisfatto e il malizioso
- Ommioddio, non ho avuto paura..cioè non mi sono accorta che..- dico questo rimanendo completamente basita dal mio comportamento.
Io che per prendere l'aereo mi devo imbottire di valeriana, io che non salgo su una scala più alta di un metro, io, proprio la stessa persona di sempre, ora mi trovo a trenta metri da terra e STO BENE.
A questo punto il colpo di grazia:
- Se non hai tentato non ha mai vissuto*- una brezza mi sussurra all'orecchio destro.
Mi chiedo se sia solo il frutto della mia immaginazione. Mi giro.
Vedo lui perso in un sorriso complice che si spegne quando mi fa un occhiolino beffardo e soddisfatto.
Non è stata immaginazione. E' tutto reale.

- Buonanotte Andrea, e grazie- mi dice dinnanzi all'apertura del possente cancello
- Grazie di cosa?- chiedo incredula
- Grazie di avermi fatto compagnia.-
Troppa emozione. Non riesco a parlare.
- Buonanotte Michael-
Mi allontano nella notte sperando di trovare riparo nell'oscurità.
Riparo da quel turbinio di emozioni a cui non sono abituata.
Riparo nella coltre silenziosa dei miei pensieri, unici abitanti di un mondo di immaginazione che mi sono costruita con fatica in questi anni per nascondermi dalla realtà.
*frase tratta dal film 'vi presento joe black'
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