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[FAN FICTION] The ghost who fell in love with a man. Terminata: 15 capitoli. Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2010 10:00
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20/01/2010 21:33
 
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Ragazze vi ringrazio infinitamente..sono felice che vi sia piaciuto..
-Sere, non so che dire..sarò banale..Grazie, i complimenti di una scrittrice brava come te sono oro!
-Grazie a Sofy love, Marty.jackson,Anto..grazie infinite,Antonella, michaelina96, Sister, grazie mi hai ispirata un pò anche tu e posta in fretta che qui non se ne può più, Beat, grazie anche a te, sono contenta che ti abbia divertita..
-Grazie a tutte le personeche non ho citato e a tutti quelli che magari leggono senza commentare, GRAZIE DAVVERO A TUTTI! [SM=x47990]

Ed ora..number five! Enjoy! [SM=g27811]

CAPITOLO 5

NELLA TESTA DI MICHAEL
Certo che la vita è strana.
Proprio nel momento in cui avevo scelto di ritirarmi in un guscio invisibile agli occhi ma impenetrabile al cuore, ormai deluso e amareggiato da tutto e da tutti, proprio quando ogni speranza di poter riporre fiducia nel prossimo era volata via con la stessa urgenza di una rondine che fugge dall’agonia invernale, ecco che mi devo ricredere.
Il fatto in sé non è da ritenersi del tutto negativo, poiché ricredersi su qualcosa di cui si era fermamente convinti è sempre segno di elasticità, mutazione e quindi apprendimento.
Il divenire sta alla base di tutte le cose e guai se così non fosse.
Rimarremmo imprigionati in rigidi schemi dietro a barricate insormontabili, testimoni inermi della morte di ogni lampo di creatività, di ogni guizzo della mente e dello spirito; ed il cuore resterebbe imbrigliato come un toro al giogo, o come un leone in gabbia, incapace di sferzare spietato i suoi colpi ritmici, artefici della creazione del succo della vita: l’amore.
Anche a 45 anni è lecito ricredersi. Ed io lo farò con piacere e con paura. La stessa che ho visto in quegli occhi l’altra sera. Occhi che per un breve lasso non mi hanno permesso di pensare a tutto il resto.

BEVERLY HILLS, California- SANTA MONICA BLVD. Aug 28, 2003
Oggi è il mio giorno libero. Come ogni giovedì mi prendo del tempo per me stessa e mi dedico alla mia attività preferita: fare la mamma. Ogni settimana io e Satya abbiamo una meta diversa, è la prima volta per entrambi qui nel nuovo mondo, quindi la voglia di esplorare paesaggi e luoghi così diversi da quelli a cui eravamo abituati è davvero molto forte.
Abbiamo la fortuna di essere capitati in California, una terra calda e ricca di cose da vedere.
Mio figlio mi ha chiesto di poter visitare Hollywood perché, essendo un amante del looney tunes , vorrebbe vedere da vicino gli studios nei quali i disegnatori diedero vita ai celeberrimi disegni animati. Dal canto mio sono sempre stata affascinata da questi luoghi che fecero la storia del cinema, ma anche della musica con la quale sono cresciuta..quindi: mattino presto, zainetto, macchina fotografica da turista europeo (è un marchio che credo non ci toglieremo mai di dosso) e via!
Dopo quasi 3 ore di statale 101, altrimenti chiamata El Camino Real (qui si inizia a sentire la vicinanza con l’amico Messico), arriviamo a Beverly Hills.
E’ tutto esattamente come lo posso ricordare solamente attraverso film e telefilm, soprattutto i negozi, le persone, le auto. E’ tutto bello. Tutti sembrano giovani, rilassati e alla moda. Nei negozi gli abiti delle ultime tendenze aspettano solo di essere acquistati da gaie ragazze in perfetta forma fisica e dal portafoglio sempre alla mano. Le auto parcheggiate sono quasi tutte decappottabili e fiammanti e, a ben guardare, credo che il mio intero conto in banca non basterebbe ad acquistarne una portiera.
Peccato, vorrà dire che mi accontenterò del mio fuoristrada grigio di quinta mano!
Dopo la visita guidata agli Hollywood Studios durata più di due ore, due passi in Sunset Boulevard –la via dei vip-, altri due passi in Melrose Avenue –dove mi sono sentita una pezzente con il mio abitino smanicato turchese e le infradito-, un riposino ad Hancook Park -dove Saty ha dormito un paio d’ore, sfiancato- si sono fatte le 19 e ritengo che per oggi sia tutto.
Ci avviamo quindi al parcheggio che si trova in una traversa di Santa Monica BLVD. La via è in sé abbastanza piccola ed insignificante rispetto a quelle visitate oggi, non riesco quindi a capire perché sia così trafficata. Macchine in doppia fila, persone scalpitanti che camminano a passo veloce, clacson. Ci avviciniamo ad un edificio elegante, direi un grattacielo dai vetri scuri, la cui insegna dice: ‘The Beverly Hilton’ . Qui scoppia il putiferio.
Dall’altro lato della strada le stesse persone che prima camminavano semplicemente a passo spedito cercando di darsi un contegno ora urlano come aquile e si raggruppano attorno alla porta principale del lussuoso albergo a 200 stelle. Alcuni abbandonano le auto in mezzo alla strada accese, altri con l’intento di raggiungere la loro meta spintonano con veemenza chiunque si trovi sul loro percorso.
Quasi shoccata dalla scena prendo istintivamente in braccio Saty che sgrana i suoi grandi occhi verdi e stanchi. Mi sento minacciata e decido di spostarmi in una posizione più sicura, sotto un portone. Poi però la curiosità è troppa e mi faccio ancora avanti sul marciapiede mantenendo una debita distanza di sicurezza. Ecco che dalla porta scorrevole sulla facciata principale della costruzione si rivela il motivo di tutta quell’isteria di massa.
Il mio datore di lavoro è avvolto da una giacca di pelle marrone chiaro con la cerniera slacciata che lascia intravedere una camicia nera aperta fino al petto, i capelli sono lisci ma scomposti da un po’ di gel volumizzante, i Ray Ban immancabili celano gli occhi, ma non è del tutto avaro perché esce regalando sorrisi in direzione della folla che sta emettendo versi da stadio.
Si avvia verso un mastodontico suv parcheggiato a pochi metri, quando si ferma. La testa è voltata nella mia direzione ma non immagino che mi abbia vista. La conferma non tarda ad arrivare però, perché si toglie immediatamente gli occhiali da sole e incrocia il suo sguardo al mio. Ho un attimo di trasalimento.
Accenna un sorriso ma non ha il tempo di fare di più perché viene caldamente invitato da un energumeno alle sue spalle ad entrare nel suv , fermo esattamente dal lato opposto della strada rispetto a me.
La macchina scura parte accompagnata da grida di parole indecifrabili.
Ci vuole un po’, a questo punto, perché la viabilità e gli animi dei presenti -il mio compreso-, si riassestino.
Proseguo quindi alla volta della mia macchina con Saty in braccio. Non la vedo, spero di non essermi persa. Continuo a camminare finchè mi ritrovo in un vicolo illuminato da un unico lampione da cui esce una debole luce opalescente. Stamattina quando siamo arrivati non avrei mai immaginato che al calare del sole la famosa Beverly Hills potesse diventare un ambiente così sinistro.
Affretto istintivamente il passo quando sento il rumore di un’auto avvicinarsi, ma non abbastanza evidentemente, perché mi raggiunge.
Arrivata alla mia altezza decelera, sembra fermarsi, insieme al mio cuore.
Un finestrino nero che non si lascia attraversare si abbassa lentamente ed io mi preparo alla fuga.
-Andrea! Allora ho visto bene prima! Ma che ci fai qua??- Michael Jackson mi parla in tono concitato dall’interno della macchina, ha lo sguardo preoccupato e, dal modo in cui si sporge verso di me, direi che non intende lasciare molto spazio ai convenevoli.
-Sto andando a cercare la mia macchina, l’avevo parcheggiata qui, da qualche parte, solo che..-
-Ma non puoi girare da sola per queste strade oltre una certa ora!- mi sta rimproverando.
-Ma sono solo le 19:30!- cerco di protestare.
-Ma non conta! Quando tramonta il sole questi vicoli secondari sono molto pericolosi..Sali subito, ti accompagno io alla macchina-
Il modo in cui ha aperto lo sportello mi fa pensare che non abbia alcuna intenzione di cambiare idea. Salgo.
-E’ la prima volta che vieni qui, vero?- mi chiede non appena il macchinone riparte.
-Si..- mi sento una sprovveduta
-E questo dev’essere il tuo piccolo..-
-Satya- lo aiuto a ricordare quel nome che ha sentito solo una volta e che gli riesce difficile persino pronunciare. Saty è con Morfeo già da quando la sua mamma si stava preoccupando nel vicolo malfamato.
-E’ la tua fotocopia- sussurra con una voce flebile per non fare troppo rumore.
Gli sorrido, stringendo il mio piccolo ometto addormentato.
I nostri sguardi si incrociano in una danza silenziosa, eterna, sacra a tal punto da infondere un oscuro timore in chiunque, per vezzo, o per necessità, osi interromperla.
-Visto che è la tua prima volta qui, ti porto a vedere una cosa- mi dice- Faremo presto- aggiunge con tono rassicurante, come se avesse percepito il velo di inquietudine che ho negli occhi. Vorrei non essere così trasparente a volte.
Dice un paio di parole alle persone sedute sui sedili anteriori che rispondono con un cenno del capo in maniera poco entusiasta.

-Vieni, vieni a vedere- mi aiuta a scendere mentre Saty destato dai miei movimenti si sveglia debolmente, arricciando il naso e con le manine fra i miei capelli, come sempre.
-Dove siamo?- chiedo spaesata.
-Siamo a Palo Vista Drive, non è molto conosciuto, ma credo valga la pena..-
Non finisce la frase perché si rende conto dall’espressione che ho in viso che apprezzo molto.
Davanti a noi si vedono tutte le colline disseminate di mille lumi in lontananza; la celebre scritta ‘hollywood’ si erige mastodontica e cubitale, eretta da potenti travi in acciaio, ma è sufficientemente lontana da non sovrastarci annichilendoci.
Satya si regge con le manine al mio vestito stropicciandone un poco i lembi, e quelle stesse luci si possono distinguere riflesse nei suoi grandi occhi spalancati, ancora umidi di sonno.
-E’..meraviglioso, credo di averlo visto solo in cartolina..ma no, neanche- riesco solo a biascicare.
-Si, devo dire che è il belvedere che preferisco, questo- anche i suoi di occhi scintillano da quei riflessi.
-Ma sono proprio un maleducato!- esclama –Non mi sono ancora presentato a questo piccolo papero- allude al cappellino di Donald Duck di Saty, omaggio ricevuto all’uscita degli Studios, oggi pomeriggio.
-Molto piacere, io sono Michael!- dice con tono buffamente solenne.
-Amore, saluta- incalzo Saty che, per l’occasione preferisce scendere a terra. Gli porge la manina gonfiandosi come un piccolo pavone data l’attenzione che ha appena ricevuto da quello sconosciuto dai capelli scuri e dal sorriso simpatico.
-Piacere, Satya Josè Ferrari, detto Nino- Il braccio teso non riesce ad arrivare nemmeno alla cinta del suo interlocutore, che, non senza difficoltà, sta cercando di trattenere le risa.
I boccoli castani gli oscurano un poco i grandi occhi verdi, la pelle ambrata del viso sembra di cera appena levigata.
E’ davvero un bel bambino, e sembra più grande della sua età.
Michael lo guarda con occhi un po’ lucidi di tenerezza. Ho sempre sognato per lui che ricevesse un simile sguardo da suo padre. Ma le cose sono andate in un altro modo.
Si stringono la mano con fare cerimonioso mentre sprizzo orgoglio da tutti i pori per la presentazione che mio figlio ha fatto di se stesso.
-Mr Jackson..dovremmo andare, qui non è molto sicuro..-
Una voce spezza questo incanto. Lui sembra dispiaciuto e deluso da quella comunicazione, ma la stanca rassegnazione che ha in viso mi lascia intendere che sia necessario andare.
Dopo aver percorso una strada in discesa e dalle mille curve ci ritroviamo di nuovo vicino al centro abitato, e dopo aver fornito qualche sommaria indicazione all’autista ritroviamo la mia vecchia jeep in fondo alla strada, esattamente dove l’avevo lasciata alcune ore prima.
Michael ha lo stesso sguardo perso nel vuoto di qualche giorno fa, ed io la stessa sensazione di impotenza. Data la bella sorpresa che mi ha fatto e data la sua gentilezza mi sento davvero in colpa per non essere in grado di spezzare l’incantesimo che lo costringe a pensieri tristi, così come triste ha tutta l’aria di essere la sua serata a venire.
-Torni a Neverland?- sento la mia bocca chiedergli.
-Si- non sembra incuriosito da quello a cui voglio andare a parare.
-Anche io torno a casa, a Santa Ynez- mi sento di informarlo.
-E’ un posto molto carino, le palme, i vialetti..hai fatto bene a sistemarti lì, è pieno di verde- cerca di mostrarsi il più gioviale possibile, ma è assente.
Decido di sferrare il colpo, a mio rischio e pericolo, pur di risollevarlo da quel mesto torpore.
-Senti, dato che dobbiamo fare la stessa strada, che ne diresti di salire in macchina con noi, tanto Saty non reggerà più di un quarto d’ora, e questa macchina non ha l’aria di essere un salotto da thè per conversare..potremo chiacchierare, così il tempo passerà più in fretta- non posso credere di averlo detto.
Mi sento terribilmente indiscreta ed inopportuna, e non è bello.
Quando sto per scusarmi ecco che vengo folgorata, per l’ennesima volta, da quel sorriso maledetto.
-Davvero?- chiede incredulo, come se avesse vinto alla lotteria.
-Si perché? – chiedo neutra –certo, non ci saranno i sedili in pelle e lo schermo incastonato nel vano anteriore per vedere i film, se ti accontenti..- ora sono ironica.
-Oh bè, vedrò di sopravvivere lo stesso- risponde altisonante. Poi scoppia a ridere.
Eccitatissimo dalla cosa –mi sembra di vedere Saty oggi agli studios- si avvolge completamente il capo con una sciarpa nera, lasciando uno spiraglio solo per gli occhi, che copre comunque con le lenti scure.
Mentre ci apprestiamo a scendere per poi sgattaiolare nel mio fuoristrada, uno degli energumeni seduti davanti protesta –Sappia che non sono d’accordo con questa cosa, Mr Jackson. E’ pericoloso e potrebbe..-
-Non preoccupatevi, andrò piano, non succederà niente- intervengo
-Ma non ha nemmeno i vetri scuri..- fa un ultimo tentativo.
-Meglio Wayne, così potrò vedere il mondo che mi circonda con i suoi reali colori, una volta tanto- risponde Michael scocciato.
-Noi saremo sempre dietro di voi- ci intima lanciandomi uno sguardo intimidatorio.
-Ok- sorrido, ormai ho vinto io.

-Finalmente il caldo ci lascia un po’ di respiro- cerco di rompere il silenzio. Stavolta non è perché mi crea imbarazzo, ma perché vorrei davvero conversare con lui e so di avere un tempo molto limitato per farlo.
-Si, la sera è tutta un’altra cosa. Anche se devo dire che oggi non l’ho sentito più di tanto, sai in hotel c’è sempre l’aria condizionata- mi informa di una cosa che già so. Ma forse vuole solo sentirsi domandare qualcos’altro. Il pesce non tarda ad abboccare.
-A proposito, se posso chiedere, che ci facevi a Beverly Hills oggi?- Subito mi pento della mia indiscrezione.
-Si, certo che puoi chiedere! – mi tranquillizza come sempre -Direi per due motivi, uno ufficiale ed uno ufficioso, quale vuoi sapere?-
-Ovviamente quello ufficioso, di solito è quello più interessante- affermo non senza malizia.
-Bè allora ti dirò prima quello ufficiale, non vorrei svelarmi troppo risultando così poco interessante, o peggio, meno interessante rispetto al me stesso di un lasso di tempo precedente- sa giocare le sue carte, nulla da dire.
-Ok, vorrà dire che mi accontenterò- affermo con tono ironicamente rassegnato.
Mi penetra con lo sguardo dalla postazione in cui si trova nel sedile accanto al mio, non posso vedere dove sia rivolto esattamente, poiché sto guidando, ma lo percepisco ovunque, con lo stesso calore che hanno i raggi di una doccia solare a pochi centimetri dalla pelle.
Dopo questo infinito momento di silenzio si accinge a parlare, avendomi attentamente studiata.
-Ho deciso di incontrare alcuni fans che molto gentilmente mi hanno portato dei bellissimi regali per il mio compleanno di domani..sai sono stati molto carini, mi hanno contattato mille volte tramite il fan club ma ero sempre troppo impegnato, così, non essendo quest’anno in giro per il mondo a fare chissà cosa, ho pensato che fosse carino riceverne una ventina e parlare un po’, fare qualche foto..insomma passare una giornata lontano dalle solite cose e fare contenti loro e me stesso!- sembra sinceramente sollevato.
-A me sembra che tu abbia avuto un’ottima idea! Ogni tanto staccare dalla routine fa bene!- confermo.
-E tu Andrea, che ci facevi in un vicolo buio a Beverly Hills stasera?- il tono è ancora di rimprovero, nonostante siano passate alcune ore.
-Siccome era il mio giorno libero e Saty desiderava vedere gli Studios di Hollywood..-
-Davvero siete stati agli studios?! Ma è fantastico, io adoro andarci!- eccolo nuovamente bambino.
-Anche Saty ha molto apprezzato, sai è un fan agguerritissimo dei Looney Tunes, non si perde mai una puntata- confermo
-Allora chissà cosa direbbe se vedesse la mia collezione, ce li ho praticamente tutti..mi mancano forse le prime due edizioni del 1930-31-
-Credo che impazzirebbe!-
-Fagli sapere, dato che come prevedevi è crollato, che potrà venire a vederli ogni volta che vorrà-
Si volta a guardare mio figlio raggomitolato sul suo seggiolino appoggiato sul sedile posteriore. Con un gesto impercettibilmente delicato si toglie la giacca in morbida pelle, la stessa che aveva fatto strabuzzare gli occhi assatanati delle ragazze fuori dall’hotel poco prima, e gliela posa come una copertina, lasciando scoperto solo il piccolo viso, dal naso in su.
-Grazie Michael- sussurro – E’ davvero molto stanco, oggi ne ha fatte di tutti i colori-
-Immagino- annuisce comprensivo.
Mi giro verso di lui e per un istante ci scambiamo uno sguardo d’intesa, prima di proseguire nella notte illuminata da fari lontani dispersi in mezzo al mare, che pare fatto di lucciole.

NELLA TESTA DI MICHAEL
La guardo mentre guida. L’abito fine copre poco la coscia tornita e levigata e svolazza piano, vittima della leggera brezza che entra dal finestrino un poco aperto. I capelli obbediscono a questo scampolo di vento ed ondeggiano leggeri. Sono lunghi, lisci e di un bel castano ramato, che non fa che accentuare gli occhi color del mare, ma anche del cielo, e del miele vicino alla pupilla.
Oltre ad essere una gioia da guardare è anche una musica da ascoltare, che parte lenta, quasi incerta, per poi crescere, trasportando con le sue voluttuose scale ogni mio tentativo di restare ancorato alla realtà.
Con lei tutto è relativo e tutto è naturale. E’ vero, limpido come non lo avevo mai visto prima.
Ma non posso tuttavia perdermi in queste note, poiché la paura, la delusione e la rabbia hanno cancellato la chiave di violino sul mio pentagramma, unico strumento per poterle leggere.

-Grazie Andrea, del passaggio e..della chiacchierata- dice a bassa voce, ancora seduto sul sedile accanto al mio. Siamo fuori dalla mia casa a Santa Ynez, da qui proseguirà fino a Neverland che si trova circa 5 miglia a nord, con gli energumeni che lo aspettano nel suv scuro che ci ha seguiti per tutto il tempo e che ora è parcheggiato a pochi metri da noi.
Sono le 23 circa e non vedo l’ora che sia domani. Non so perché.
-Grazie a te per avermi portata al belvedere, per avermi salvata da un vicolo buio e per avermi tenuto compagnia durante questo lungo viaggio- gli sorrido a conferma della mia sincerità.
Sorride ma è concentrato in qualcos’altro. Sta considerando se dire o meno qualcosa. Prende tempo.
Alla fine parla.
-Senti Andrea. Domani sera darò un piccolo party a casa mia e sarei felice se venissi, se ovviamente non hai altri impegni- mi chiede a bruciapelo.
-oh..io..non so..- sono colta dalla solita paralisi psicologica che pensavo di aver superato.
-Qual è il problema? Se hai altri impegni non importa,io..-
-No, è che..si insomma bisogna essere eleganti?- mi rendo immediatamente conto della quarta figura meschina appena fatta. Ora penserà che sono una vera pezzente. Come per le figuracce precedenti anche questa volta lo sento ridere.
-Ma che problemi sono questi? Che importa il vestito, non ho mica invitato un vestito, ho invitato te- nel dirlo i suoi occhi mi attraversano come lame nel burro caldo. Sento che sto per morire.
-Metti quello che vuoi, tanto sei bellissima comunque- sorride spontaneo e limpido.
-O-ok Michael..- E’ incredibile l’alternanza di stati d’animo a cui quest’uomo mi sottopone. Sta giocando abilmente ad un gioco di cui lui solo conosce le regole.
Credevo che il ghiaccio fosse rotto e credevo di poter dire addio a goffaggine e timidezza, ma ecco che, con una sua semplice parola, tutto cambia, o meglio, tutto torna come prima.
-Posso salutarti?- mi chiede ancora con un mezzo sorriso.
-Si..- rispondo senza pensare a cosa si riferisca.
Ed ecco l’inizio della fine.
Si sporge verso di me, e passandomi un solo braccio dietro alla schiena mi stringe a metà, affiancando il suo viso al mio, per un breve istante. E’ un gesto rapido, ma come il morso di un mamba verde dell’Argentina*, breve, profondo e letale.
-Questa giornata è stata piacevole, ma non avrebbe potuto concludersi in un modo migliore-
Così dicendo scende dalla macchina e scompare nel suv dietro di noi.
*serpente velenosissimo

LOS OLIVOS, California- NEVERLAND VALLEY RANCH. Aug 26, 2003
Ore 23:40
-Mr Jackson, mi scusi se la disturbo a quest’ora, ma c’è una telefonata urgente per lei, è Mr Bernstein e dice che è molto importante- La voce di Josephine, domestica personale di Michael, riecheggia nella grande sala da pranzo in cui egli, appena rientrato, si è accomodato con un bicchiere di succo in una mano ed un tramezzino nell’altra.
A dire il vero il suo turno di lavoro sarebbe dovuto terminare qualche ora fa, ma colta dal senso del dovere e dalla profonda dedizione per il suo lavoro, si è sentita di restare alzata per assicurarsi che fosse tutto a posto per il rientro di Michael.
-Va bene Josy, passami la chiamata nello studio, grazie, e vai pure a riposare che è tardi-
-Come desidera. A domani- esce dalla stanza felice per quelle ultime parole.
-Pronto, Michael?- una voce ruvida al di là del ricevitore.
-Si, ciao John. A cosa devo questa chiamata notturna? E’ successo qualcosa?- dice con una vena di preoccupazione. Il suo manager non è solito fare telefonate notturne al limite della buona educazione, quindi dev’essere qualcosa di veramente importante, se non grave addirittura.
-No, piuttosto vorrei parlarti di qualcosa che ancora NON è successo, SPERO- il tono non lascia scampo a dubbi: non è una telefonata di cortesia.
-A cosa ti riferisci?- chiede con una punta di irritazione.
-Sono stato informato del fatto che hai stretto un rapporto un po’..diciamo ‘personale’ con una tua dipendente, mi confermi?-
La domanda è evidentemente retorica e scivola insidiosa come un serpente, destabilizzandolo. Quasi non gli esce la voce.
-Cerco sempre di stringere rapporti umani con le persone che lavorano per me, e con questo? Mica sono schiavi! Perché piuttosto non arriviamo al punto John, non mi sembra l’orario più opportuno per mettere in campo i tuoi giochetti criptici, che ne dici?- risponde con il cuore in gola, ma cercando di dare la parvenza di avere la situazione sotto controllo.
-Nessun giochetto criptico, Michael. Questa situazione è tutto fuorchè un gioco, e non devo essere io a ricordartelo! Parlerò chiaro e solo una volta, visto che sembri non capire. Ti devo ricordare forse cosa è successo 10 anni fa o te lo ricordi da solo? Ti devo ricordare che per esserti fidato di una sconosciuta siamo finiti davanti ad un giudice con il mondo che ti dava del pedofilo ed il tuo portafogli che si alleggeriva di una cosa come 22 milioni? Te lo devo ricordare io o te lo ricordi da solo?- Le amare parole di Barnstein escono come proiettili da un fucile, e come proiettili vanno a fare il loro dovere dritti al cuore del ricevente.
Nessuna risposta dall’altro capo del filo.
-Michael io non voglio che si vengano a creare ancora determinate situazioni, per la tua persona, per la tua immagine e per la tua carriera. Lo capisci questo?-
-Si- esce flebile, come fosse scappato dall’uscita di servizio.
-Molto bene. Cerca di ragionare, cosa sai di questa donna tu? Niente, non sai niente, e nella tua posizione non puoi permetterti di rischiare. Ora, il fatto che siano venuti a raccontarmi che con lei sei molto più ‘premuroso’ del dovuto, significa che la cosa è alla luce del sole ed evidente a tutti, e questo non deve essere! Andiamo Mike, non devo spiegarti io certi meccanismi..-
-No infatti John, non devi spiegarmeli tu..- dice con tono stanco.
-Ecco, allora non andare oltre ad un normale rapporto capo-dipendente, soprattutto in una fase delicata per la tua carriera come questa, dove..-
-Ho afferrato John, c’è dell’altro che devi dirmi sulla mia vita?-
-Si, volevo sapere come è andato l’incontro con Shaffel di oggi-
-Bene, direi bene. Possiamo rimandare a domani per i dettagli? Sono molto stanco e dopo questa conversazione ho anche mal di testa-
-Ok Mike, non trascurarti. E ricordati che siamo una squadra. A domani sera-
-Ciao- Posa il ricevitore esausto e con la testa che ribolle.
E’ così arrabbiato che vorrebbe spaccare qualcosa. Le parole di Barnestein gli risuonano nelle orecchie in tutta la loro cruda freddezza. La consapevolezza di non essere mai stato padrone della sua vita e delle sue scelte ora è insopportabile e brucia come fosse acido.
Si siede sul davanzale in legno ed osserva le collinette che disegnano i contorni della sua immensa proprietà.
E alla fine hanno la meglio ancora loro, quei calcoli da burocrate, quei piani da mercenario, che lo portano a questo, come ultimo pensiero della giornata.
-In fondo la mia vita è sempre stata costellata da burocrati e da mercenari, e sempre sarà così. Ma la cosa che fa più male è che molto spesso dicono cose vere, anche se lo fanno solo per soldi. In fondo è vero.
Lei è solo il veterinario del mio zoo ed io solo il suo capriccioso e vile datore di lavoro.
Non sappiamo nulla l’uno dell’altro.
Non mi lascerò andare e non rischierò.
E’ così che deve essere e così sarà-






20/01/2010 21:57
 
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E' bellissima la parte in cui Saty si presenta a Michael,com'è dolce!
Spero che Michael recuperi la fiducia nei confronti di chi gli vuole bene... [SM=x47984] mi sto già immedesimando!la tua storia mi fà quest'effetto!
Mi raccomando prosegui perchè sta venendo benissimo!Hai uno stile praticamente impeccabile! [SM=x47932]
Un bacio,Sofy [SM=x47938]
(ah,complimenti anche per la mole del capitolo,bello lungo!!)
20/01/2010 22:39
 
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bellooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!uffa ma ora quello lì che vuole.speriamo che michael non gli dia retta.
che dolce che è saty,che belli che sono loro.
sono impaziente per il prossimo capitolo.
un bacio.
20/01/2010 22:40
 
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wow, è veramente bellissima, ma il finale è troppo triste... [SM=g27813]
povero Michael, e pensare che queste cose molto probabilmente non sono sl una ff...gli dicevano davvero che cosa doveva fare della sua vita..

20/01/2010 23:14
 
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Mamma mia che sorpresa inaspettata stasera questo capitolo...stupendo...spero solo che il loro rapporto continui e anzi si evolva...bravissima continua, non farci aspettare troppo per il seguito! [SM=g27811]
20/01/2010 23:26
 
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Veronica (spero non ti arrabbierai se mi permetto di chiamarti per nome)sei davvero bravissima,scrivi molto bene,descrivi al meglio le situazioni.Sei ironica,divertente e profonda allo stesso tempo!Questo capitolo è veramente fantastico,spero tanto che quel John si faccia gli affari suoi.. [SM=x47975] mi raccomando continua al più presto.Di nuovo complimenti [SM=x47932] [SM=x47932]
Un [SM=g27838]
Anto
20/01/2010 23:51
 
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Re:
Anto (girl on the line), 20/01/2010 23.26:

Veronica (spero non ti arrabbierai se mi permetto di chiamarti per nome)sei davvero bravissima,scrivi molto bene,descrivi al meglio le situazioni.Sei ironica,divertente e profonda allo stesso tempo!Questo capitolo è veramente fantastico,spero tanto che quel John si faccia gli affari suoi.. [SM=x47975] mi raccomando continua al più presto.Di nuovo complimenti [SM=x47932] [SM=x47932]
Un [SM=g27838]
Anto




Perchè mai dovrei arrabbiarmi?? Chiamami com preferisci cara! [SM=g27828] E grazie Anto per i complimenti, sei troppo buona.. grazie a tutte voi che mi seguite, per me è un piacere scrivere e sognare e se faccio felici anche voi allora tanto meglio! [SM=g27822]
Presto arriverà il continuo con i nuovi sviluppi...... [SM=x47975]
[SM=x47938] a tutte!
21/01/2010 11:42
 
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Nooooooo!!!!!!!! Ma xè tutti mettono sempre i bastoni fra le ruote a Michael?!? Speriamo che le ragioni del cuore abbiano la meglio, xè l'Amore è il motore del mondo e ho l'impressione che fra Andrea e Michael qlc sia scattat e nn penso sia amicizia...forza Mike, fatti valere!!!!!!!!!! Complimenti Dirty, bellissimo capitolo, la parte della presentazione di Satya e stupenda, troppo dolce. Grazie x avermi citata nei ringraziamenti, ma se mai sono io he devo ringraziare te x questa bellissima storia che mi regala emozioni e mi fa vivere un sogno...Grazie. Baci

It's all for Love...L-O-V-E - Michael Jackson




The Dancer on the Moon - our Michael Jackson Blog.

21/01/2010 16:30
 
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Re: Re:
(dirtydiana85), 20/01/2010 23.51:




Perchè mai dovrei arrabbiarmi?? Chiamami com preferisci cara! [SM=g27828] E grazie Anto per i complimenti, sei troppo buona.. grazie a tutte voi che mi seguite, per me è un piacere scrivere e sognare e se faccio felici anche voi allora tanto meglio! [SM=g27822]
Presto arriverà il continuo con i nuovi sviluppi...... [SM=x47975]
[SM=x47938] a tutte!




Tranquilla,non sono troppo buona,ma sono realista!!
Non vedo l'ora di vedere come si evolve la storia!!
22/01/2010 20:24
 
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Riporto su sperando che il nuovo capitolo non tardi ad arrivare! :)
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