Brad Sundberg
«Nessun dubbio sull'innocenza di Michael»
L'ingegnere del suono Brad Sundberg, che ha lavorato fianco a fianco con Michael Jackson per 18 anni, parla dell'infamante documentario "Leaving Neverland", proiettato al Sundance Film Festival il 25 Gennaio.
«Non ho mai detto di essere stato il migliore amico di Michael, ma lo conoscevo abbastanza bene. Ho anche avuto un accesso davvero unico al suo spazio personale, nel senso che ho letteralmente tirato fuori i cavi degli altoparlanti da sotto al suo letto.
Ho spostato le scatole nei suoi armadi per installare gli amplificatori. Sono stato nei suoi appartamenti e alberghi, dove ho allestito piste da ballo e sistemi di riproduzione. Ho allestito le sue sale personali negli studi e mi sono occupato della loro manutenzione.
Ho visto i suoi libri e le sue riviste. Ho visto la sua collezione di video. Sono stato in posti - luoghi privati - in cui pochissime persone erano autorizzate ad entrare. Tutto ciò faceva parte del mio lavoro.
Ho visto e sentito cose, in ALTRE case, che erano - per mancanza di una parola migliore - tristi. Ma non in quella di Michael.
Niente. Onestamente, niente.
Quando ho iniziato a fare seminari sul mio lavoro e sulla mia amicizia con Michael, più di una persona ha accennato alle accuse: "E se...".
La mia risposta è sempre stata e continua ad essere la stessa:
se avessi anche solo il minimo dubbio che Michael possa in qualche modo aver danneggiato un bambino, non offrirei i miei seminari.
Michael era una persona davvero unica. Non ho vissuto la sua infanzia, ma ho visto molto da vicino la sua vita da adulto. Ho intrattenuto con lui conversazioni molto amichevoli. L'ho sentito fare commenti divertenti, ma mai feroci, mai pacchiani. Mai.
Non è il mio lavoro difenderlo, né arrabbiarmi per un film insipido. Ma posso dire con certezza che nel corso dei miei 18 anni di lavoro e amicizia con Michael, non ho mai visto né ascoltato nulla che potesse gettare un'ombra di dubbio nella mia mente. Niente.
Era perfetto? No.
Ha preso decisioni impeccabili in ogni momento della sua giornata? No.
C'era anche il più piccolo segnale del fatto che potesse danneggiare un bambino? Assolutamente no.
Il film così come viene, così se ne andrà. E nel frattempo un po' di gente farà dei commenti sarcastici sui social media.
Quanto a me, sosterrò sempre di essere orgoglioso - molto orgoglioso - di aver lavorato così da vicino, in così tanti posti e per un periodo così lungo, con qualcuno per cui ho nutrito tanto rispetto.
Ma soprattutto, sono orgoglioso di essere stato suo amico».
Tratto da un post di
Vincenzo Compierchio.