[dicono di lui] "Leaving Neverland" - le reazioni dei VIP e di chi conosceva Michael Jackson

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Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 14:31


In questo topic vogliamo raccogliere tutte le reazioni al documentario "Leaving Neverland" - diretto da Dan Reed, che ha come protagonisti Wade Robson e James Safechuck - a partire dal suo annuncio al Sundance Festival il 9 gennaio 2019 fino a tutti i successivi aggiornamenti.


Macaulay Culkin

«Le accuse a Michael? Ridicole»






Il 15 gennaio 2019, l'attore Macaulay Culkin ha parlato del suo rapporto con Michael Jackson durante la trasmissione "Inside of You" condotta da Michael Rosenbaum:

«Michael Jackson mi contattò perché [dopo la pubblicazione del film "Mamma, ho perso l'aereo" ndr] mi stavano accadendo un sacco di cose, troppo grandi e troppo velocemente. Penso che Michael si fosse identificato nella mia situazione.

In fin dei conti, è piuttosto facile dire che il nostro rapporto fosse strano o altro, ma non lo era, perché aveva un senso. In sintesi, eravamo amici. So che per chiunque altro possa sembrare chissà cosa, ma per me era solo una normale amicizia.

Sì, ho dormito nello stesso letto con lui. Ancora oggi mi ci stravaccherei. Le accuse contro Michael sono assolutamente ridicole».

L'anno precedente, l'attore Corey Feldman aveva espresso la stessa opinione riguardo alle accuse contro Michael Jackson. Nel seguente video con sottotitoli in italiano, le testimonianze di entrambi mandate in onda da E!News.





Tratto da un post di Vincenzo Compierchio.
Traduzione e sottotitoli di Vittoria Moccia.
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 14:44
Brad Sundberg

«Nessun dubbio sull'innocenza di Michael»






L'ingegnere del suono Brad Sundberg, che ha lavorato fianco a fianco con Michael Jackson per 18 anni, parla dell'infamante documentario "Leaving Neverland", proiettato al Sundance Film Festival il 25 Gennaio.

«Non ho mai detto di essere stato il migliore amico di Michael, ma lo conoscevo abbastanza bene. Ho anche avuto un accesso davvero unico al suo spazio personale, nel senso che ho letteralmente tirato fuori i cavi degli altoparlanti da sotto al suo letto.

Ho spostato le scatole nei suoi armadi per installare gli amplificatori. Sono stato nei suoi appartamenti e alberghi, dove ho allestito piste da ballo e sistemi di riproduzione. Ho allestito le sue sale personali negli studi e mi sono occupato della loro manutenzione.

Ho visto i suoi libri e le sue riviste. Ho visto la sua collezione di video. Sono stato in posti - luoghi privati ​​- in cui pochissime persone erano autorizzate ad entrare. Tutto ciò faceva parte del mio lavoro.

Ho visto e sentito cose, in ALTRE case, che erano - per mancanza di una parola migliore - tristi. Ma non in quella di Michael.

Niente. Onestamente, niente.


Quando ho iniziato a fare seminari sul mio lavoro e sulla mia amicizia con Michael, più di una persona ha accennato alle accuse: "E se...".
La mia risposta è sempre stata e continua ad essere la stessa: se avessi anche solo il minimo dubbio che Michael possa in qualche modo aver danneggiato un bambino, non offrirei i miei seminari.

Michael era una persona davvero unica. Non ho vissuto la sua infanzia, ma ho visto molto da vicino la sua vita da adulto. Ho intrattenuto con lui conversazioni molto amichevoli. L'ho sentito fare commenti divertenti, ma mai feroci, mai pacchiani. Mai.

Non è il mio lavoro difenderlo, né arrabbiarmi per un film insipido. Ma posso dire con certezza che nel corso dei miei 18 anni di lavoro e amicizia con Michael, non ho mai visto né ascoltato nulla che potesse gettare un'ombra di dubbio nella mia mente. Niente.

Era perfetto? No.
Ha preso decisioni impeccabili in ogni momento della sua giornata? No.
C'era anche il più piccolo segnale del fatto che potesse danneggiare un bambino? Assolutamente no.

Il film così come viene, così se ne andrà. E nel frattempo un po' di gente farà dei commenti sarcastici sui social media.

Quanto a me, sosterrò sempre di essere orgoglioso - molto orgoglioso - di aver lavorato così da vicino, in così tanti posti e per un periodo così lungo, con qualcuno per cui ho nutrito tanto rispetto.

Ma soprattutto, sono orgoglioso di essere stato suo amico».


Tratto da un post di Vincenzo Compierchio.
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 15:34
Marcos Cabotá (regista)

«Leaving Neverland? Un mockumentary»






Mockumentary = il falso documentario, o in inglese mockumentary, è un genere cinematografico e televisivo nel quale eventi fittizi e di fantasia sono presentati come reali attraverso l'artificio del linguaggio documentaristico (Wikipedia).


Marcos Cabotá, regista professionista, candidato al 'Premio Goya per il miglior cortometraggio documentario', il 26 gennaio 2019 scrive su Twitter:

«Ho appena visto questo documentario "Leaving Neverland".
Da regista professionista è facile constatare che si tratta più un mockumentary che un vero documentario imparziale. Non si può credere a una sola parola delle due "vittime". Pessima recitazione. A tratti, imbarazzante.
La sceneggiatura e i testi erano ancora peggio.
Voto 1/10
».

Tratto da un post di Giusy Mascolo.
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 18:17
L'Estate di Michael Jackson

«Il documentario? Soldi e malafede»






L'Estate di Michael Jackson, dopo aver presenziato al Sundance Film Festival il 25 gennaio 2019, durante la proiezione dell'infamante documentario "Leaving Neverland", ha diffuso un comunicato ufficiale su questa patetica e diffamatoria operazione di marketing:

«"Leaving Neverland" non è un documentario, è il genere di diffamazione da tabloid che Michael Jackson ha subito per tutta la sua vita. Il film prende delle accuse infondate, che si suppone risalgano a vent'anni fa, e le tratta come se fossero dei fatti.

Queste affermazioni erano alla base delle azioni legali intentate da questi due bugiardi conclamati, che alla fine furono respinte da un giudice. [In precedenza] Gli stessi due accusatori testimoniarono, sotto giuramento, che questi eventi non si erano mai verificati.

Non hanno fornito dati di fatto indipendenti e assolutamente nessuna prova a sostegno delle loro accuse, il che significa che l'intero film dipende unicamente dalla parola di due spergiuri.

È significativo che il regista abbia ammesso, al Sundance Film Festival, di aver limitato le sue interviste soltanto a questi accusatori e alle loro famiglie. Nel farlo, ha intenzionalmente evitato di intervistare le numerose persone che, nel corso degli anni, hanno trascorso un periodo consistente con Michael Jackson e le quali hanno inequivocabilmente dichiarato che quest'ultimo trattava i bambini con rispetto e che non faceva loro niente di male.

Scegliendo di non includere nessuna di queste voci indipendenti, le quali avrebbero potuto sfidare la storia che era determinato a vendere, il regista ha trascurato la verifica dei fatti, in modo da poter creare una narrazione così apertamente unilaterale che gli spettatori non sarebbero mai riusciti ad avvicinarsi a un quadro equilibrato della verità.

Per vent'anni Wade Robson ha negato in tribunale e in numerose interviste, anche dopo la morte di Michael, di essere stato vittima di abusi, dichiarando di sentirsi grato per tutto ciò che Michael aveva fatto per lui. La sua famiglia ha beneficiato della gentilezza, della generosità e del supporto professionale di Michael fino alla morte di Michael stesso.

Convenientemente, è stato tenuto fuori da "Leaving Neverland" il fatto che, quando a Robson fu negato un ruolo in una produzione del Cirque du Soleil a tema Michael Jackson, d'improvviso emersero le sue accuse.

Siamo estremamente solidali con qualsiasi vittima reale di abusi sui minori. Questo film, tuttavia, rende a queste vittime un disservizio. Perché, nonostante tutte le smentite in malafede sul fatto che si tratti di una questione di soldi, in fondo è sempre stata una questione di soldi.

Milioni di dollari, risalenti al 2013, quando sia Wade Robson che James Safechuck, che condividono lo stesso studio legale, lanciarono le loro rivendicazioni contro l'Estate di Michael Jackson.

Ora che Michael non è più qui per difendersi, Robson, Safechuck e i loro avvocati proseguono i loro sforzi per raggiungere la notorietà e un lauto malloppo, infangandolo con le stesse accuse di cui una giuria lo ritenne innocente quando era in vita.

- L'Estate di Michael Jackson»


Traduzione a cura di Vincenzo Compierchio.
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 18:36
Tom Mesereau (l'avvocato di Michael Jackson)

«Neanche Sneddon credette mai alle accuse»






L'ex avvocato di Michael Jackson, Thomas Mesereau, ha rilasciato a Roger Friedman il 26 gennaio 2019 delle importanti dichiarazioni sull'infamante documentario "Leaving Neverland" e sul perché il suo contenuto sia da considerarsi soltanto un'enorme menzogna. Ecco l'articolo integrale, tratto da Showbiz411:


Stamattina ho parlato con Thomas Mesereau, il brillante legale che difese Michael Jackson nel processo per molestie e cospirazione del 2005, alla fine del quale Michael fu dichiarato NON colpevole su tutti i fronti.

Il primo testimone che Mesereau scelse per la difesa di Jackson fu Wade Robson, che ora sostiene di essere stato molestato da MJ quando era bambino.

Nel 2005, Robson - come affermato da Mesereau - era «IRREMOVIBILE» sul fatto che Jackson non gli avesse mai fatto nulla di male. Anche la madre e la sorella di Robson affermarono le stesse cose.
I Robson volarono dall'Australia per il processo. Rimasero a Neverland, e Mesereau li interrogò ripetutamente.

Mesereau mi ha detto: «Trovai Wade eloquente e simpatico. Difese STRENUAMENTE Michael. Sua madre e sua sorella lo sostennero con le loro dichiarazioni.
Sul banco dei testimoni, Wade fu sottoposto a un pubblico ministero accanito. Sono scioccato dal fatto che abbia assunto una posizione così diversa rispetto a ciò che mi disse e che testimoniò in tribunale
».

Mesereau non ha visto il documentario "Leaving Neverland", ma è molto sorpreso. E si tratta di un uomo che ha interrogato e contro-interrogato alcuni dei testimoni più ostici di sempre.

Ecco una cosa importante su cui Mesereau si è detto d'accordo con me: il procuratore distrettuale di Santa Barbara, Tom Sneddon, ora deceduto, indagò a fondo due volte su Jackson, per un periodo di 10 anni. Tenne costantemente sotto osservazione giovani ragazzi potenzialmente maltrattati da Jackson.

Sneddon era ossessionato dall'argomento 'Jackson'. Fu Sneddon che fece scivolare il suo biglietto da visita sotto la porta della famiglia Arvizo dopo averli visti in TV, e che costruì un fallimentare procedimento giudiziario contro Jackson usando la loro folle testimonianza.

Sneddon conosceva i nomi di Wade Robson e Jimmy Safechuck, i due uomini che nel documentario affermano di essere stati molestati. Se Sneddon avesse minimamente sospettato di un caso di molestie nei loro confronti, avrebbe colto l'occasione al volo. Ma non l'ha mai fatto.

Intanto, Robson ha avviato una Fondazione no profit che raccoglie donazioni. Non può esserci trasparenza, dato che, con un giochetto giuridico, ha fatto in modo che le informazioni finanziarie sulla sua organizzazione non possano essere consultate.
Ad esempio, non sapremo mai se i produttori di "Leaving Neverland" abbiano donato del denaro. Questa cosa è stata fatta di proposito. Leonardo DiCaprio fa la stessa cosa con la sua Fondazione. È tutto nascosto.

Safechuck, nel frattempo, è stato accusato dai fan di Jackson di essersi inventato la sua storia ispirandosi a un libro, disgustoso, pubblicato anni fa da un uomo di nome Victor Guitierrez.
Jackson fece causa a Guitierrez e ottenne una sentenza di risarcimento da 2.7 milioni di dollari. Soldi mai versati dallo scrittore, che ora vive in Cile.
Ho buttato via la mia copia da molto tempo; Non la volevo a casa mia.

"Leaving Neverland" non può essere preso sul serio, e sono sorpreso che la stampa presente al Sundance ne sia rimasta così influenzata.
Il film non offre prove indipendenti o testimonianze di terze parti, ma si basa esclusivamente sulle affermazioni di Robson e Safechuck.
Solo perché è esplicito, non significa che sia vero. La fretta di giudicare è allarmante, e pericolosa.


Traduzione a cura di Giusy Mascolo.
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 18:42
Bill Whitfield (guardia del corpo di Michael Jackson)

«Non avrebbe mai fatto una cosa simile»






Bill Whitfield, guardia del corpo personale di Michael Jackson durante i suoi ultimi 3 anni vita, il 27 gennaio 2019 ha detto la sua in merito alle infamanti accuse del documentario "Leaving Neverland":

«Quando trascorri 3 anni con qualcuno come sua guardia del corpo personale, si fida e dipende da te.
Puoi vedere il suo vero carattere, il suo spirito e il suo cuore.

Il signor Jackson che conoscevo so che NON AVREBBE MAI POTUTO FARLO, NÉ AVREBBE POTUTO PENSARE di abusare o di far del male a un bambino.

Michael NON era questo. Era un bravo ragazzo. Non perché lo penso, ma perché lo so
».
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 18:47
La famiglia Jackson

«I fatti non mentono, le persone sì»






Dopo settimane di silenzio, la famiglia di Michael Jackson ha rilasciato questo sferzante comunicato ufficiale in merito al vergognoso documentario proiettato tre giorni fa al Sundance Film Festival.

«Michael Jackson è nostro fratello e nostro figlio. Siamo furiosi per il fatto che i media, senza uno straccio di prova o un singolo pezzo di indizio materiale, abbiano scelto di credere alla parola di due bugiardi conclamati invece che a quella di centinaia di famiglie e amici in tutto il mondo che hanno trascorso del tempo con Michael, molti di loro a Neverland, e che hanno sperimentato la sua leggendaria gentilezza e generosità globale.
Siamo orgogliosi di ciò che Michael Jackson rappresenta.

Le persone hanno sempre amato perseguitare Michael. Era un bersaglio facile perché era unico. Ma Michael fu sottoposto a un'indagine approfondita che incluse un raid a sorpresa a Neverland e in altre proprietà, nonché un processo davanti a una giuria in cui Michael venne considerato COMPLETAMENTE INNOCENTE.

Non c'è mai stato uno straccio di prova di nulla. Eppure i media sono ansiosi di credere a queste bugie.

Michael ha sempre rivolto l'altra guancia, e anche noi abbiamo sempre rivolto l'altra guancia quando le persone hanno perseguitato i membri della nostra famiglia - questo è lo stile dei Jackson. Ma non possiamo semplicemente stare fermi di fronte a questo linciaggio pubblico e alla persecuzione da parte di avvoltoi e altri che non hanno mai incontrato Michael.
Michael non è qui per difendersi, altrimenti queste accuse non sarebbero state fatte
.

I creatori di questo film non erano interessati alla verità. Non hanno mai intervistato una sola anima che conoscesse Michael, tranne i due spergiuri e le loro famiglie. Questo non è giornalismo, e non è giusto, eppure i media continuano a diffondere queste storie.

Ma la verità è dalla nostra parte. Fate le vostre ricerche su questi opportunisti. I fatti non mentono, le persone sì. Michael Jackson era e sarà sempre al 100% innocente da queste false accuse.

La famiglia Jackson».


Traduzione a cura di Emanuela Arezzi.
Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 18:55
Michael Bush (stilista di Michael Jackson)

«Incredibile cosa si faccia per soldi»






Il 27 gennaio 2019, lo stilista storico di Michael Jackson, Michael Lee Bush, ha espresso la sua posizione in merito all'infamante documentario "Leaving Neverland" e al delirio mediatico che ha generato:

«Mi rattristano i falsi attacchi al mio boss e caro amico Michael Jackson, solo ora che purtroppo non è qui per difendersi.

In quanto persona che ha frequentato Michael Jackson quotidianamente, e che ha trascorso anni di viaggio e innumerevoli ore in sua compagnia, non ho assolutamente alcun dubbio che le recenti storie di Wade Robson e Jimmy Safechuck siano completamente false e totalmente inventate, soprattutto considerando il loro personale supporto a Michael durante la sua vita e per diversi anni dopo.

È davvero sconvolgente cosa si possa fare per fama, denaro e pura avidità, nonostante ciò che Michael Jackson ha fatto per questi due opportunisti e le loro famiglie per molti anni.
Alla fine, la verità prevale sempre e il mondo vedrà Robson e Safechuck per quello che sono».

Morphine95
00sabato 9 marzo 2019 19:04
Jermaine Jackson (fratello di Michael Jackson)

«Siamo stanchi, lasciatelo in pace»






Jermaine Jackson, durante la trasmissione "Good Morning" condotta da Susanna Reid e Piers Morgan, è scoppiato in lacrime mentre difendeva suo fratello Michael Jackson dalle accuse del documentario proiettato cinque giorni fa al Sundance Film Festival. Ecco le sue parole.

«Ciò che la gente non sa è che Wade Robson ha cambiato la sua versione dei fatti, quella che aveva raccontato sia prima che dopo la morte di Michael.

Dopo essere stato escluso dallo spettacolo del Cirque du Soleil dedicato a MJ, se n'è andato in giro a cercare un contratto di pubblicazione per il suo libro sui presunti abusi, che nessun editore ha mai neanche considerato.

Ha citato in giudizio l'Estate di MJ per 1,5 miliardi di dollari, ma è stato sbattuto fuori dal tribunale. Dunque, tutto ciò che gli rimaneva da fare era un documentario. Così si è messo di fronte a una telecamera con un gruppo di persone e ha vomitato tutte queste assurdità.

La nostra famiglia è stanca, siamo molto stanchi. Lasciate riposare quest'uomo, ha fatto tanto per il mondo, lasciatelo riposare.

Abbiamo perso Michael, abbiamo perso nostro padre, siamo ancora in lutto. Abbiamo perso molto, lasciateci soli, lasciatelo in pace, lasciatelo riposare, merita di riposare.

Sono sicuro al mille per cento dell'innocenza di Michael. È stato giudicato da una giuria e assolto da tutto ciò perché non c'era alcun indizio concreto. Non c'era niente lì. Non esiste alcuna verità in questo documentario.

Viviamo in un'epoca in cui le persone possono dire qualsiasi cosa e viene accolta come verità. Sotto giuramento, Robson ha detto ciò che ha detto, ma si preferisce credere a un documentario.

Se agiremo per vie legali? Sono cose che riguardano l'Estate».

Di seguito, il video dell'intervista integrale (purtroppo, per ora, senza sottotitoli:

Morphine95
00domenica 10 marzo 2019 17:23
Joseph Vogel (critico musicale e autore di "Man In The Music")

«Un documentario falso e manipolativo»






Il 29 gennaio 2019, l'autorevole critico musicale Joseph Vogel, già autore del libro "Man In The Music - La Vita Creativa di Michael Jackson", ha pubblicato su Forbes un interessantissimo articolo in cui spiega perché il documentario "Leaving Neverland" sia da considerarsi nient'altro che un "hit piece", vale a dire un'opera che mira a influenzare l'opinione pubblica presentando informazioni false o tendenziose in un modo che appare oggettivo e veritiero.

Essendo l'articolo più completo, preciso e incontestabile mai scritto dall'uscita del documentario ad oggi, vi consigliamo caldamente di leggerlo e condividerlo. Lo abbiamo tradotto e inserito in QUESTO TOPIC nella sezione The Jackson Café del Forum.


Traduzione di Vincenzo Compierchio.
Morphine95
00domenica 10 marzo 2019 17:31
Talun Zeitoun (figlio dell'ex parrucchiera personale di Michael Jackson)

«Il documentario? Un sottoprodotto di menzogne»






Talun Zeitoun, figlio dell'ex parrucchiera personale di Michael Jackson, ha frequentato assiduamente il Re del Pop dal 1987, anno della sua nascita, fino al 2001. In seguito al delirio mediatico generato dall'infamante documentario "Leaving Neverland", Talun ha deciso di raccontare la sua storia, nella speranza di contrastare quello che definisce «un sottoprodotto di menzogne ​​imbrattato con un sottile strato di credibilità».
Ecco che cos'ha scritto il 30 gennaio 2019:


«Avrei voluto scrivere e pubblicare questo post prima della proiezione di "Leaving Neverland" al Sundance, lo scorso venerdì. Dopotutto, durante la mia infanzia ho vissuto uno stretto rapporto con Michael Jackson, e nulla di ciò di cui continua ad essere accusato mi è mai accaduto.

Ho deciso di aspettare perché ero curioso di vedere se il film avrebbe avuto qualche possibilità, considerando le affermazioni volatili e infruttuose che in passato Wade Robson scagliò contro Michael Jackson. Certo, lasciate che racconti di nuovo la nostra storia. Verità e giustizia, come sempre, prevarranno.

Poco dopo la sua proiezione, ho cercato su Google "leaving neverland" per trovare gli articoli in cui veniva affermato che il documentario di quattro ore avesse ricevuto una standing ovation. Con incredulità, ho cercato l'hashtag su Instagram per guardare le stories dal teatro e lì ho visto Wade Robson, James Safechuck e il regista del film, Dan Reed, sul palco di fronte a un pubblico che applaudiva ai loro piedi.

Non sono sicuro se il pubblico lo stesse facendo in quanto li percepiva come dei sopravvissuti che facevano un'apparizione pubblica, o se il film fosse effettivamente buono ai loro occhi, o entrambe le cose; ma tutto ciò a cui riuscivo a pensare era che la loro strategia, purtroppo, funzionava.

Aumentare la consapevolezza dell'abuso sui minori e prevedere una comunità sicura affinché gli altri possano affermare la loro verità, è vitale. Ma usare Michael Jackson come veicolo per farlo, è semplicemente sbagliato. Affinché qualsiasi storia sia valida, deve esserci un elemento di fiducia, e non mi fido delle persone associate a questo film.

Sia chiaro: Michael Jackson si è esposto. Ha affrontato interviste pubbliche, ha risposto a domande difficili, ha acconsentito a interviste documentarie, ha resistito a un'indagine dell'FBI durata 10 anni, e ha partecipato a un processo penale di diciotto mesi fino a quando non è stato assolto, essendo stato dichiarato non colpevole di tutti i quattordici reati contestati.

Il fatto che dodici anni di indagini penali e procedimenti giudiziari governativi possano essere completamente annullati dai media tramite una manipolazione delle stesse storie raccontate in precedenza da pochi eletti, specialmente da coloro che inizialmente lo difendevano, è profondamente preoccupante. Forse anche terrificante.

Non ho visto il documentario, ma "si concentra su due uomini che affermano di essere stati abusati sessualmente da bambini dalla pop star Michael Jackson" (Wikipedia).

Ognuno ha diritto alla sua storia, e credo che ogni storia debba essere raccontata dicendo la verità al meglio delle proprie possibilità. Ma il mio problema con "Leaving Neverland" è la forte dipendenza da un solo punto di vista, specialmente quando quel punto di vista è composto da sole due persone.

Oltretutto, quelle due persone si conoscono. Quindi ciò che abbiamo è un prodotto composto dalle storie di due conoscenti che da ragazzi facevano parte della vita di Michael, e che è stato esaltato in un documentario di 236 minuti.

Ricordate che il film rappresenta il secondo tentativo di Robson di raccontare la sua storia. Raccontò la stessa versione troncata della sua storia pubblicamente, nel 2013, e contemporaneamente intentò una causa contro l'Estate di Michael Jackson, che in seguito il tribunale respinse.

Ciò avvenne otto anni dopo aver testimoniato per due volte sotto giuramento, affermando esplicitamente che Michael non gli aveva fatto nulla di male, in un processo penale in cui la giuria pronunciò un verdetto di non colpevolezza.

È chiaro che l'intenzione di questo film è quella di raffigurare Michael come un predatore di bambini, ma trovo che l'intera trama di "Leaving Neverland" sia davvero, a sua volta, la predazione di un uomo ricco e potente ormai morto da quasi 10 anni, e dunque indifeso.

Ho fatto parte della vita di Michael dal giorno in cui sono nato, nel 1987, fino al 2001. L'ultima volta che sono stato letteralmente vicino a lui fu nel backstage dello Staples Center, quando la sua bara mi passò accanto.

Lo conoscevo bene perché mia madre, Janet Zeitoun, la sua unica parrucchiera per molto tempo, lo conosceva ancora meglio. Si potrebbe dire che avrebbero potuto anche essere fratelli. Infatti, mia madre fu una delle poche persone non familiari invitate al servizio commemorativo privato del cimitero, ore prima di quello pubblico nel centro di Los Angeles.

Michael si sentiva molto a suo agio con mia madre perché lo faceva ridere, più di chiunque altro, per non parlare del fatto che è incredibile nel suo mestiere. Michael disse, anche per iscritto, che era la "Michelangelo dei capelli".

Tra gli anni '80, '90 e primi anni 2000, mia madre è stata in tutto il mondo con Michael. Era al suo fianco per acconciargli i capelli sui set, nei camerini, nel backstage dei suoi concerti, a casa sua, sugli aerei, nelle camere d'albergo, nelle auto. E sì, anche a Neverland.

Quando mia madre era incinta di me, nell'86, Michael le disse che avrebbe avuto un maschio; e il giorno della mia nascita, Michael inviò una limousine a casa nostra piena di regali. E da quel momento in poi, dato che mia madre - single e gran lavoratrice - voleva trascorrere il più tempo possibile con me, spesso mi portava a lavorare con lei.

Così sono cresciuto sui set dei video musicali di Michael, ho giocato con i miei giocattoli sul pavimento dei suoi camerini, e qualche volta è venuto a casa nostra per sistemarsi i capelli.

Una volta diventato abbastanza grande da riuscire a camminare da solo, mi venne data la responsabilità di assicurarmi che Michael avesse sempre le sue caramelle, durante le prove dei concerti. Michael faceva fermare tutti e pazientemente aspettava che mi barcollassi sul palco.

Ricordo persino di avergli cantato "I Just Can’t Wait To Be King" nella sua roulotte (che imbarazzo!). Ma mi concesse la sua totale attenzione, e sorrise.

Sono andato a Neverland diverse volte in cui c'era anche Michael, e ci fece fare il tour completo della sua casa. Ricordo che la mia golf cart preferita per gironzolare aveva su impresso un emblema di Peter Pan.

Ricordo che l'area ristoro del suo cinema era piena di caramelle, e che potevamo andare dietro al bancone e vedere qualsiasi film desiderassimo.

Ricordo di aver guidato il grande treno a vapore che ci avrebbe portato da un capo all'altro del ranch. Ricordo un grosso maiale dal ventre bianco di nome Petunia, e che ebbi la possibilità di dare un nome a un cervo e a un coniglio appena nati. Scelsi rispettivamente Cuddie e Thumper; originale, lo so, ma Michael amava i nomi.

A differenza di Robson o Safechuck, non mi facevo vedere in pubblico con Michael. L'unica sorta di cosa pubblica che è accaduta, è stata la pubblicazione di una nostra foto in un paginone centrale del suo libro sul tour del 1995.

Quattordici anni dopo, il custode dei suoi figli mi ha riconosciuto nel backstage dello Staples Center durante il suo servizio funebre, e mi ha detto che quella fotografia era una delle preferite di Michael e che all'epoca, nel 2009, si trovava ancora incorniciata sul suo pianoforte a Neverland.

Ricordo di aver "lasciato Neverland" ("leaving Neverland") come un bambino felice che non vedeva l'ora di tornarci. Ricordo di aver detto a mia madre che avrei voluto festeggiare un altro compleanno lì, o che avrei voluto andare di nuovo in giro con Michael per il ranch.

La maggior parte della mia esperienza con Michael risale agli anni '90, quando iniziò l'indagine dell'FBI per le accuse di molestie su minore. Sapendo cosa stesse accadendo, e che queste accuse fossero contro di lui, non penso che la mia madre protettiva e ben cosciente mi avrebbe mai permesso di continuare a girovagare con Michael o di mettere piede a Neverland, se non si fosse fidata di lui.


Credo fermamente che Michael non abbia fatto nulla di male. Non dovete credermi sulla parola, però; dovete sapere che la sua verità è stata dimostrata in un tribunale.

Le storie presentate in "Leaving Neverland" sono incredibilmente unilaterali. Questo film è semplicemente la Wade Robson & James Safechuck Story, perché anch'io ricordo di aver lasciato Neverland, come lo ricorda mia madre e come lo ricordano molte persone che hanno fatto parte della sua vita, e che sarebbero felici di avere voce in capitolo in un film così genericamente intitolato; adesso ingiustamente titolato per raffigurare la vita di Michael e il suo rapporto incompreso con i bambini.

Qualsiasi regista credibile di un documentario in cerca della verità sull'argomento, farebbe il suo dovere diligentemente e presenterebbe la storia completa attingendo a una varietà di fonti accuratamente scelte e significative. Con quattro ore di film a disposizione, sono sicuro che avrebbe potuto esserci spazio.

Questo è il motivo per cui sono profondamente deluso da HBO e Channel 4 UK, che se lo sono accaparrati con l'intenzione di trasmetterlo in primavera. Le reti hanno intrappolato una falsità e saranno responsabili della diffusione di un film scarsamente approfondito e basato su opinioni altamente distorte di pochi eletti, che molti dei suoi abbonati reputeranno attendibili.

"Leaving Neverland" attecchisce perché le storie ben interpretate di Robson e Safechuck sono simili a quelle dei veri sopravvissuti che guardano il film. È un modo intelligente ma corrotto per capitalizzare le vulnerabilità di un'intera comunità.

Attecchisce anche perché le loro storie sono sostenute da un mezzo di comunicazione convincente e dal fatto di essere state proiettate da un'organizzazione accreditata come quella del Sundance.

Sta cavalcando l'onda di un importante movimento #MeToo e #TimesUp, e convalida malamente un'equazione miope della quale molta gente pensa di avere già la soluzione: Michael Jackson + sempre in giro con i bambini = molestatore di bambini.

Il risultato? Un sottoprodotto di menzogne ​​imbrattato con un sottile strato di credibilità destinato a far imbestialire i media generali e a farli schierare con le autoproclamate vittime.

E dato che la voce di questi media è molto più forte di quella dei giornalisti davvero interessati alla ricerca della verità, la popolazione generale lentamente si convince, valutando la veridicità delle informazioni dalla facilità di accesso che è stata loro offerta tramite algoritmi progettati per mostrare ciò che gli individui vogliono vedere.

È qui che la distruzione si intensifica. È qui che la palla di neve aumenta la sua massa. Questo è il motivo per cui vi sto raccontando la mia storia in questo momento.

Vi esorto a rendere vostra permanente responsabilità quella di ricercare la verità e la conoscenza di tutte le fonti, mentre guardate come Michael viene dipinto in questo film.

La capitalizzazione delle circostanze, l'uso controverso dei contenuti e la manipolazione dei media - il tutto combinato con i falsi sensi di prerogativa - possono annullare rapidamente un verdetto e sfidare per sempre la verità a favore di altro.

Questa è la scappatoia del nostro ecosistema digitale, che determina in realtà il destino di qualcuno, e questo è il meccanismo preciso che "Leaving Neverland" sta utilizzando, specialmente quando è in ballo il denaro.

Alla fine distruggerà la sua famiglia, diffamerà la sua eredità e sradicherà la sua arte. Se pensate che questa piccola scappatoia non li porterà troppo lontano, beh, per i principianti: Michael Jackson è già stato ucciso.

Una volta, Michael autografò per me una lettera sulla carta intestata di Neverland. Scrisse: «Dal tuo protettore e fratello maggiore, Michael Jackson».

Ora è arrivato il mio turno di proteggerlo raccontando la mia storia, perché giuro solennemente che quest'uomo geniale e di buon cuore è innocente.

Non fosse stato così, probabilmente lo avrei saputo».


Traduzione di Vincenzo Compierchio.
Morphine95
00domenica 10 marzo 2019 17:39
Jonathan Moffett (batterista e amico di Michael Jackson)

«Dov'è la giustizia per comprovata innocenza?»






Jonathan Moffett, batterista dal vivo di Michael Jackson per più di 30 anni, ha espresso la sua opinione riguardo alle accuse lanciate dal documentario "Leaving Neverland" l'1 febbraio 2018.
Ecco cos'ha scritto:

«In quanto batterista e amico di Michael Jackson da oltre 30 anni, ecco la mia dichiarazione personale alla luce del nuovo documentario, 'Leaving Neverland' e delle accuse contro di lui:

Come dice quel vecchio proverbio: "Quando all'inizio non ci riesci... prova, prova e PROVA ancora!".

Bene, questo è ciò che sembra essere il motto di questi due ragazzi che cercano continuamente di fare soldi usando Michael.


E continuano a umiliarlo e a metterlo in ridicolo con le loro false accuse, evidenziate dalle loro stesse testimonianze che provarono l'innocenza di Michael più e più volte nel corso negli anni, da quando queste accuse presero forma la prima volta!

Come possono continuare a essere autorizzati a diffamare una persona che è già stata scagionata da "14 capi d'imputazione SEPARATI" in un importante processo giudiziario pubblico, di fronte a tutto il mondo?

Perché è permesso ancora e ancora... Quando l'innocenza di Michael è già stata provata?

Con le stesse persone che rimescolano le carte in tavola, provando una versione rivisitata delle stesse vecchie accuse sotto una luce e un punto di vista diversi, solo per vedere se in questo modo funziona?!

Cercando di sconcertare, confondere e ingannare tutte le persone e il pubblico che hanno già visto e ascoltato tutte le testimonianze di entrambe le parti (che hanno dimostrato l'innocenza di Michael in tutte le accuse contro di lui!!).

Quando anche solo "UNO" dei capi di imputazione avrebbe potuto metterlo dietro le sbarre per molto tempo... Eppure nessuno lo fece... Nessuno avrebbe potuto... E nessuno lo farebbe!

Dovrebbe essere un crimine ciò che gli stanno facendo!
In realtà stanno stalkerano la sua vita, la sua memoria, la sua eredità più e più e più volte ancora... Facendogli questo!

Lui, che dovrebbe riposare in pace ora... Lontano da tutte queste persecuzioni. Ora che lui non è più a questo mondo, come può ancora essere permesso?! Con la stessa, vecchia prova non provata di prima, ma semplicemente rinnovata?!

Come può il sistema giudiziario continuare a consentire a persone affamate di denaro, come queste, di utilizzare il sistema per i propri mezzi egoistici e inventati?

Dov'è la giustizia per "INNOCENZA COMPROVATA"?
E perché a questi ex difensori di Michael, della sua innocenza e della sua integrità, hanno il permesso di abusare dei tribunali e del sistema giudiziario in questo modo?
Perché dare loro vile voce ancora una volta, e ancora e ancora?!


Insistere su questo caso è una perdita di tempo per i tribunali e per il sistema giudiziario, già affollato di casi più grandi e importanti da provare.
Questi stessi attori si sono già dimostrati convinti dell'innocenza di Michael!

Basta con questa follia! Persino l'FBI, dopo decenni di indagini e file raccolti su di lui a sua insaputa, è giunta alla conclusione che fosse INNOCENTE di qualsiasi cosa di cui era stato accusato!

ADORO tutti i miei "fratelli J" e la famiglia Jackson! Soprattutto mamma, che per me, nel mio cuore, è come MIA MAMMA! Continuare a farle passare tutto questo è semplicemente crudele!

Quindi, per favore, lasciate Michael Jackson - mio "fratello" nel cuore, nello spirito e nell'anima - in pace!

Ha lasciato questo mondo di prove, tribolazioni, tormenti e persecuzioni. PER FAVORE, LASCIATELO IN SANTA PACE».


Traduzione di Giusy Mascolo.
Morphine95
00domenica 10 marzo 2019 17:46
Kerry Anderson (responsabile della sicurezza durante il processo del 2005)

«Raccoglieranno ciò che seminano»






«La bussola morale di questo mondo è drasticamente cambiata.
Corrotti, indecenti, meschini, imbroglioni, immorali, bugiardi e ingannatori, prosperano a prescindere dall'impatto che i loro schemi mentali hanno su persone compassionevoli, amorevoli, gentili e generose come Michael Jackson.


Le recenti accuse, spregevoli e disgustose, nei confronti dell'uomo che ho conosciuto e con cui ho vissuto per anni, sono davvero inquietanti e incredibili.

Il Dr. Martin Luther King Jr. una volta disse: "Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici".
Poiché Michael Jackson era mio amico, non posso più tacere mentre degli sconsiderati, egoisti, bugiardi, opportunisti e approfittatori, denigrano, calunniano e aggrediscono verbalmente il mio amico, al quale ho visto fare per gli altri solo atti di gentilezza, enorme generosità, compassione e amore, durante uno dei momenti più bui della sua vita.

Questi due opportunisti covano un astio assoluto per arrivare a sostenere che la loro memoria sia più utile dopo la nascita dei loro figli.

Chi mi conosce, sa che i bambini hanno un posto speciale nel mio cuore, e hanno un posto speciale nel cuore di Michael.

Come si permettono tre opportunisti di ritrattare totalmente la testimonianza precedente delle loro esperienze personali con Michael Jackson, per ottenere un guadagno monetario? Che disgustoso egoismo.


Hanno mai pensato, i tre truffatori ingrati, che le loro velenose bugie potrebbero aprire ferite e colpire i tre figli di Michael, la sua anziana madre, i suoi fratelli e una schiera di parenti, che sono certo stanno ancora vivendo nel dolore?

Una delle responsabilità di un padre è proteggere la sua famiglia.
Come padri, voi ragazzi dovete crescere molto, specialmente riguardo al seme che state piantando.

Un pensiero comune a tutte le religioni è che raccoglierai ciò che semini. Posso solo sperare che qualcuno nella loro vita stia pregando per loro e per le loro famiglie.

Il soldi che avete ricevuto per le vostre bugie valgono più della vostra pace personale?

Niente è più grande dell'amore e della pace interiore. Ciò che è davvero triste è che la memoria del vostro passato non è riuscita a ricordare l'amore e la pace che Michael Jackson ha dato a voi e alle vostre famiglie.

Una nota personale: se uno di voi due volesse discutere di persona riguardo a questo argomento, ditemi dove, verrò da voi.

Cordiali saluti

Kerry Anderson»


Traduzione di Giusy Mascolo.
abbuMJ
00domenica 10 marzo 2019 22:22
Grazie mille Morphine95
Morphine95
00martedì 12 marzo 2019 15:36
Re:
abbuMJ, 10/03/2019 22.22:

Grazie mille Morphine95



Di nulla! A brevissimo proseguo con gli altri caricamenti :) abbiamo tutto conservato, devo solo postarlo in ordine cronologico




Neverland1973
00martedì 12 marzo 2019 22:14
[SM=g5818274] [SM=g5818236]
Morphine95
00mercoledì 13 marzo 2019 09:53
Taj Jackson (nipote maggiore di Michael Jackson)

«Robson è un bugiardo e Prince ormai sfiduciato»






Taj Jackson, il nipote di Michael Jackson più attivo nella battaglia contro l'infamante documentario "Leaving Neverland", è stato intervistato nei primi di febbraio dalla trasmissione "Sunrise".

Oltre a definire «ridicole» le accuse verso suo zio, Taj spiega nel dettaglio tutti i motivi per cui è evidente che Wade Robson e James Safechuck stiano mentendo.
«C'è una ragione per cui nel documentario non si vedono suoi amici. Non vedi la community dei coreografi o della danza intervenire in sua difesa, perché sanno che lui sta mentendo».

Sulla famiglia Robson, Taj ha raccontato:
«Sono stati intorno a noi per molti anni. Chiunque fosse vicino a Michael li conosce. Ecco perché, quando ho sentito la notizia, ho subito pensato "No, non è vero, non può essere Wade. [...] Non è la persona che sta fingendo di essere».

Il nipote del Re del Pop ci ha fatto sapere, inoltre, qualcosa di più sul modo in cui i figli di Michael, in particolare Prince Jackson, stanno vivendo la situazione:
«Ho parlato con Prince a riguardo e lui pensa che nulla di tutto ciò potrà mai cambiare. Aveva un comportamento quasi da sconfitta, perché ha perso la fiducia nel fatto che i media riportino la verità».

Una cosa, però, sembra rincuorare Taj e tutta la famiglia Jackson: il sostegno dei fan.
«Sono stati incredibili» - racconta - «hanno dovuto reinventarsi detective e giornalisti. [...] Loro rispondono con la verità e questo è tutto ciò che chiediamo... Cercare la verità».

Nel VIDEO, l'intervista integrale sottotitolata IN ITALIANO.





Traduzione e sottotitoli di Vittoria Moccia.
Morphine95
00mercoledì 13 marzo 2019 09:59
Brigitte Nielsen (attrice americana)

«Le accuse hanno ucciso la sua anima»






«Ero una cara amica di Michael Jackson. Se ci sono vittime, là fuori, capisco come si sentono. Ma lui non è più con noi, lasciatelo in pace. Ecco cosa mi sento di dire: lasciatelo in pace.

L'assoluzione del 2005? Io non sono un giudice, ma questa è la legge. Se sei assolto, sei assolto.
È stato assolto, quindi per me non è colpevole. Capisco che ci siano persone che la pensano diversamente, ma questo è. Conoscendo Michael, non l'ho mai considerato colpevole. Mai. Mai. Io lo conosco e questa è la mia opinione.

Michael condivideva il letto con dei bambini? Posso capire come genitore. Ho una bambina e quattro ragazzi più grandi. I genitori possono pensare che sia molto strano, ma conoscevo Michael e lui stesso era un bambino. Aveva dei modi molto infantili.

Ricordo la prima volta che lo incontrai per un pranzo. Lui: "Ciao Brigitte, come stai?". E poi disse: "Posso giocare con i cani?". Non voleva neanche pranzare. Era così infantile.
Ma, naturalmente, in quanto genitore pensi: "Un uomo adulto che gioca ai videogiochi con un tredicenne? C'è dell'altro, o no?!". Capisco perfettamente.

Michael probabilmente si è circondato di persone sbagliate che non lo hanno guidato nella giusta direzione, ma credo anche che le cose siano state decontestualizzate.

[Riferendosi probabilmente a Chandler] Penso inoltre a tutti i genitori che prendono accordi extra giudiziari: se credono veramente che un uomo sia colpevole, e vogliono il bene per i propri figli, non si accontentano del denaro.
Questa è la mia personale opinione da madre.

Michael è cambiato da quando è stato accusato per la prima volta. Lo hanno devastato. Per me, hanno ucciso la sua anima ed è molto, molto triste. Nessuno vince in queste situazioni brutte e devastanti, né le vittime, né chi viene accusato ingiustamente. È un casino».


Traduzione di Giusy Mascolo.
Morphine95
00mercoledì 13 marzo 2019 10:17
Mark Lester (attore inglese)

«Michael? Ingenuità e innocenza»






«Il documentario? Non ci credo. Non so nemmeno perché sia stato fatto. Penso sia disgustoso. Da quello che ho sentito, lo spessore delle informazioni non è nell'interesse pubblico. Penso sia disgustoso, non lo guarderò, non ho intenzione di guardarlo.

È una questione di sensazionalismo, non capisco perché l'Estate di Jackson non abbia emesso un'ingiunzione per bloccarlo. È orrendo. Se Michael era felice? Fino al 2005 è sempre sembrato interiormente molto, molto felice.
L'accusa di molestie nei confronti di quel ragazzo ebbe un impatto profondo su di lui, e lo colpì molto, moltissimo.

Fui presente a Neverland per buona parte del tempo in cui quei ragazzi erano lì, e sapevo esattamente che razza di piccoli arroganti fossero. E stavano approfittando dell'ospitalità di Michael. Dopo aver soggiornato lì per tre mesi godendo dell'ospitalità e della generosità di Michael, il suo manager suggerì che sarebbero dovuti andar via.
Fu chiesto loro di lasciare Neverland e, dopo una sola settimana, la madre si fece avanti con queste orrende accuse.

Le accuse del documentario? Lì non c'è l'uomo che conoscevo. Michael era un uomo estremamente cordiale, generoso e di buon cuore. La mia famiglia è stata a Neverland tante volte. Passammo il Natale con lui, e quando venne a Londra trascorremmo molto tempo insieme. Non ho mai visto nulla di diverso da un ragazzo estremamente gentile e meraviglioso.

Quando le mie due figlie avevano 5 e 7 anni, passammo una settimana con Michael a Neverland. Alla fine della settimana, chiesi loro qual era stata la cosa più bella di Neverland.
Entrambi risposero: "La cosa più bella di Neverland è Michael".


Insieme a Michael aleggiava un'ingenuità generale e un'innocenza difficili da spiegare. Semplicemente non aveva capito che, nella società di oggi, non è proprio accettabile comportarsi nel modo in cui ha fatto, cioè trascorrendo del tempo con i bambini».


Traduzione di Giusy Mascolo.
Morphine95
00mercoledì 13 marzo 2019 10:23
Jeff Wald (editore di "MICHAEL JACKSON OPUS")

«Non credo a Wade Robson»






«Quando realizzammo il "Michael Jackson Opus", inserimmo un capitolo su Wade Robson, che si vantava della sua relazione ventennale con il suo mentore Michael. Non posso credere che sia in quel film-spazzatura. Il nostro libro ha esaminato ogni aspetto della vita di Michael, non credo a Wade».

Jeff Wald, Amministratore Delegato della casa editrice (7 febbraio 2019)


Traduzione di Giusy Mascolo.
Morphine95
00mercoledì 13 marzo 2019 10:28
Joe Pytka (regista di videoclip musicali di MJ)

«Safechuk ha una memoria a orologeria»






«Jimmy era un adorabile ragazzino che avevo scelto per uno spot Pepsi con Michael Jackson. Ero un po’ trepidante quando vennero fuori le accuse contro Michael.

Jimmy e Michael (e la madre di Jimmy) viaggiavano insieme e si frequentavano molto in quel periodo. Poi mi sono ricordato che la madre di Jimmy era una donna molto presente e non avrebbe mai permesso che accadesse qualcosa di sconveniente a suo figlio. Questo fino a quando Wade Robson ha citato in giudizio l’Estate dopo la morte di Michael, e lo ha fatto anche Jimmy.

Non ci sono mai state prove di alcun illecito ed è curioso che ci siano queste "scoperte" di molestie venticinque anni dopo il fatto, e solo quando ci sono in gioco grandi somme di denaro. Il caso di Jimmy ha superato di molto i termini per la reminiscenza, ma questo non importa “ai golosi”.
Jimmy aveva testimoniato, in un precedente processo, che nulla era mai accaduto.


Ci sono quelli che accuseranno Michael di stranezze, ma Michael ha registrato una canzone, "THE PRICE OF FAME", in cui ha detto tutto».


Traduzione di Giusy Mascolo.
rosi@
00mercoledì 13 marzo 2019 13:46
Re:
Morphine95, 13/03/2019 10.28:

Joe Pytka (regista di videoclip musicali di MJ) ......
Ci sono quelli che accuseranno Michael di stranezze, ma Michael ha registrato una canzone, "THE PRICE OF FAME", in cui ha detto tutto».
Traduzione di Giusy Mascolo.



FairyQueen83
00domenica 31 marzo 2019 22:34
Bene! Sono felice che ci siano molte persone conosciute disposte a difenderlo! Bisognerebbe che fossero ancora di più!
Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 15:25
Paris Jackson (secondogenita di Michael Jackson)

La ragazza parla a Dan Reed:
«Sei un uomo piccolo e triste»




Foto di Hamid Moslehi, 1999


Tramite il suo account Twitter ufficiale, la figlia di Michael Jackson, Paris, ha difeso il suo papà dagli attacchi del "cacciatore di pedofili" britannico Stinson Hunter.

Quest'ultimo, per chi non lo conoscesse, è il protagonista del documentario "The Paedophile Hunter", di Dan Reed. Sì, proprio lo stesso regista di "Leaving Neverland", a cui Stinson deve buona parte della sua popolarità.

Paris, che non aveva idea di chi fosse Stinson fino a quando non le è stato segnalato il tweet che bollava suo padre come "un deviato", gli ha risposto:

«Devi essere un uomo molto piccolo e triste. So che è difficile affrontare il vuoto del buco nero che sta logorando la tua anima, ma cercare di riempirlo attaccando un uomo morto che ha combattuto per la pace e l'amore, probabilmente non ti sarà d'aiuto. Vorrei che un giorno il sole possa splendere su di te, signore».

E ancora:

«Capisco che, per quanto si possa tagliare in fette sottili qualcosa, ne rimarranno sempre due lati, o anche di più. Ma se il tuo lato (o il tuo parere) si è formato attraverso i tabloid, davvero non posso prenderti sul serio, amico. Perché nei media non troverai altro che menzogne».
Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 15:30
LaVelle Smith Jr. (ballerino e coreografo di Michael Jackson)

«Robson e Safechuck non hanno dignità»






Il 10 febbrario 2019, LaVelle Smith, coreografo, ballerino e grande amico di Michael Jackson, parlando del documentario, ha esordito così:

«Recentemente ho ricevuto dei messaggi sul mio profilo che mi chiedevano di esprimere alcune parole su un "documentario" - il cui nome non dirò perché è un contenuto senza senso - proiettato a un Festival... Ho solo una cosa da dire: se quelle persone avessero un po' di dignità, non direbbero mai cose così stupide.
Il mio amico Michael Jackson è TOTALMENTE INNOCENTE. Lo è sempre stato
».
Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 15:38
Geraldine Hughes (autrice del libro "Redemption: The Truth Behind the Michael Jackson Child")

«Manipolazione e strategia senza fatti»





Il 13 febbraio 2019, la scrittrice Geraldine Hughes - segretaria di Barry Rothman, avvocato dell'accusa nel processo del 1993 contro MJ -, dichiara:

«Il documentario inizia dando informazioni dettagliate sulla loro infanzia, sul modo in cui hanno incontrato Michael Jackson ed entrambe le madri dei due sono in "Leaving Neverland" dall'inizio alla fine.

Il documentario cerca STRATEGICAMENTE di farti innamorare di Wade e Jimmy fin da bambini, mostrando molti loro video di quando erano piccoli, così come le loro adorabili madri.
C'è anche una nonna nel film.

Wade, insieme a Jimmy, descrivono i presunti abusi in modo ESTREMAMENTE dettagliato dicendo che MJ lo aveva molestato dai 7 ai 14 anni, ogni volta che loro due si ritrovavano insieme.

Hanno anche mostrato il culmine della carriera di Wade come coreografo e la carriera di Jimmy come musicista, e che entrambi hanno sposato bellissime mogli.

L'unica cosa che manca a questo documentario è la musica di violino in sottofondo, poiché ovviamente fanno il lavaggio del cervello e influenzano il pubblico lasciando credere che Wade e Jimmy siano questi due angeli, dei bambini carini, con un'ottima carriera, belle mogli e famiglie, e che sono stati sfruttati da Michael Jackson.

Il documentario NON FORNISCE informazioni attuali sui due, come il fatto che entrambi ora siano degli uomini adulti, che le loro carriere si stanno disintegrando e che un anno dopo il tentativo fallito di Wade di cercare lavoro presso la MJ Estate nello spettacolo “Michael Jackson One”, hanno intentato una causa civile da 1,5 miliardi di dollari contro la stessa Estate di Michael Jackson per la prima accusa di molestie su minori, in seguito RESPINTA dal tribunale.

Il regista ha inserito scene tratte dalle accuse di Jordan Chandler del 1993 e delle accuse di Arvizo nel 2005, mostrando l'arresto di Michael e le immagini di lui in manette.

Non ci è voluto molto, per qualcuno che conosce i fatti, a capire che dipingono una storia unilaterale che include solo accuse di molestie senza offrire i FATTI, guidando il pubblico con suggerimenti subliminali, usando messaggi vocali lasciati da MJ per suggerire qualcosa di cinico, quando invece il messaggio vocale dice semplicemente “ciao e spero di vederti presto”.

Ci è voluta tutta la seconda parte del documentario per cercare di spiegare perché Wade e Jimmy hanno mentito due volte sotto giuramento.
Nel 2005 Wade ha testimoniato sotto giuramento che Michael Jackson non lo aveva MAI molestato, dicendo: "Se lo avesse fatto, non sarei qui adesso".

Wade ha dichiarato nel documentario che aveva una passione per la regia cinematografica fin da bambino.
Ha detto che Michael Jackson gli aveva predetto che lui un giorno sarebbe diventato importante, ancora più grande di Spielberg.
Mi sono allontanata dalla proiezione pensando che aveva finalmente fatto il suo debutto nel mondo del cinema, e che Wade Robson e Jimmy Safechuck avevano svolto un ottimo lavoro di recitazione.

Durante la sessione di domande e risposte, il regista Dan Reed ha detto che solo durante le riprese ha deciso di inserire anche le madri, per dare PIÙ CREDIBILITÀ al documentario.

Concludo che questo è un modo squallido di correre dietro al denaro di Michael Jackson, facendo una FALSA dichiarazione di molestie su minori dopo aver passato 20 anni in difesa della sua innocenza, usando uno scenario di reali abusi sui minori per mettere in scena le loro bugie.

FINGONO di essere una voce per i bambini maltrattati, quando in realtà sono loro gli aggressori, e Michael Jackson (ancora una volta) è vittima di menzogne.

Wade Robson si vantava di essere un "maestro dell'inganno".
O ha mentito sotto giuramento nel 1993 e nel 2003, o sta mentendo ora.

In ogni caso, ha già dimostrato di essere un bugiardo o, meglio ancora, un maestro dell'inganno».

Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 15:50
L'Estate di Michael Jackson torna a farsi sentire (10 febbraio 2019)





Nonostante Roger Friedman avesse scritto un articolo (datato 8 febbraio 2019) che ci aveva fatto sperare nella cancellazione del documentario da parte della HBO, l'emittente statunitense ha confermato pochi fiorni più tardi che "Leaving Neverland" sarebbe stato regolarmente trasmesso il 3 e 4 Marzo, in prima serata.

A nulla era servita la corposa lettera di dieci pagine inviata dall'avvocato dell'Estate di Michael Jackson, Howard Weitzman, all'amministratore delegato della HBO, Richard Plepler, integralmente pubblicata l'8 Febbraio sul sito di informazione The Hollywood Reporter.


____________________


LA LETTERA DELL'ESTATE A HBO


In buona sostanza, nella lettera - che evita esplicite minacce legali pur attaccando la decisione di HBO di trasmettere il documentario - si legge come "Leaving Neverland" sia un prodotto «dichiaratamente unilaterale, sensazionalista» e irrispettoso dell'etica giornalistica.

In particolare, l'Estate si dice allibita dal fatto che il documentarista Dan Reed non l'abbia interpellata in merito alle accuse di Wade Robson e James Safechuck, e evidenzia come i precedenti contenziosi legali con i due accusatori avessero già «inequivocabilmente chiarito» la loro assoluta non credibilità.

Weitzman scrive che la HBO «viene usata come parte della strategia legale di Robson e Safechuck» i quali, dopo aver perso in tribunale, starebbero attualmente cercando di ricorrere in appello sfruttando appunto il clamore mediatico generato da "Leaving Neverland".

L'avvocato ricorda anche che i due furono «sorpresi a mentire» nel corso di una testimonianza, e critica pesantemente sia l'HBO che gli autori del film per aver «intenzionalmente» scelto di non intervistare chiunque potesse sminuire la storia che volevano raccontare.

Chiede Weitzman: «Considerato tutto ciò, a disposizione di chiunque sia intenzionato a svolgere un minimo di attività investigativa, perché l'HBO produrrebbe un documentario basato esclusivamente sulle parole di questi due bugiardi e del regista/produttore Dan Reed?

Perché l'HBO produrrebbe questo documentario senza neanche chiedere commenti o risposte all'Estate di Jackson, che ha battagliato legalmente per anni - e con successo - contro queste false accuse di Robson e Safechuck?

C'è qualche altro artista a cui HBO farebbe una cosa del genere? C'è qualche altro artista a cui HBO non chiederebbe neanche un commento di fronte ad accuse di tale entità?».

La lettera prosegue affermando che se alla HBO importasse qualcosa dell'etica, non trasmetterebbe il documentario: «L'HBO si è ora unita alla "cacofonia su Michael Jackson" tipica dei media scandalistici. A dieci anni dalla sue morte, è veramente triste».

E incalza: «Sappiamo che HBO sta affrontando gravi pressioni concorrenziali da Netflix, Amazon e altri fornitori di contenuti più moderni, ma abbassarsi a questo livello per riconquistare un pubblico è vergognoso. Sappiamo che HBO e i suoi soci in questo documentario non avranno successo. Sappiamo che questo diventerà l'episodio più vergognoso nella storia di HBO».

La risposta dell'emittente TV non si è fatta attendere: «I nostri piani rimangono invariati. Come previsto, il documentario "Leaving Neverland" andrà in onda in due parti, domenica 3 Marzo e lunedì 4 Marzo. Dan Reed è un regista premiato che ha accuratamente documentato i resoconti di questi sopravvissuti. Le persone dovrebbero evitare giudizi finché non vedranno il film».

____________________


LA LETTERA DELL'ESTATE A RADAR


Nel frattempo, l'Estate di MJ si è ritrovata un'altra gatta da pelare: il vergognoso articolo del 6 Febbraio pubblicato dal portale Radar Online, definito dalla stessa Estate come «nient'altro che un sito di intrattenimento nato per attrarre gli istinti più elementari della gente, e a malapena meritevole dell'appellativo di tabloid».

La lettera, dai toni insolitamente sarcastici per un contesto legale, è stata inviata a Radar Online a firma dell'avvocato Jonathan Steinsapir. Ve la traduciamo integralmente.

«Gentili signori, siamo gli avvocati dei Co-Esecutori dell'Estate di Michael J. Jackson, l'ente che detiene i diritti di proprietà intellettuale e altri diritti immateriali associati al defunto Michael Jackson (collettivamente "Estate" o "Jackson Estate").

Ci è stato chiesto dall'Estate di avvertirvi del fatto che il vostro sito web, Radar Online, sembra sia stato hackerato da burloni che stanno pubblicando su di esso articoli assolutamente ridicoli.

In particolare, vi rimandiamo ad un "articolo" apparso sul vostro sito alle 9:30 del 6 febbraio 2019, intitolato "Il corpo di Michael Jackson potrebbe essere riesumato, altre 11 vittime di abuso sessuale si fanno avanti".

L'unica cosa che ci ha fatto capire che l'articolo fosse autentico - e non il frutto di un attacco hacker - è stata la sua attribuzione a "Radar Staff". Nessun individuo, naturalmente, allegherebbe il proprio nome a un articolo così scadente e pieno di ovvie menzogne.

Nell'improbabile eventualità che questo fosse davvero un articolo autentico di Radar Online, potreste per favore chiedere alla vostra "fonte" quando il corpo del signor Jackson sarà riesumato?

In quanto successori degli interessi legali di Jackson, i rappresentanti dell'Estate sono rimasti sorpresi dal fatto di non essere stati informati in merito a questo insolito sviluppo.

Vediamo che la fonte è identificata come "un insider". Potreste farci sapere in quale manicomio si trova?

Allo stesso modo, l'articolo fa riferimento a un "esercito di vittime sconvolte" con "almeno 11 nuove vittime che affermano di essere state molestate e persino violentate da Jackson".

Siamo scioccati, dato che l'Ufficio del Procuratore Distrettuale di Santa Barbara ha trascorso vanamente oltre un decennio in una jihad virtuale contro Jackson per cercare di dimostrare che fosse un molestatore, e questo "esercito di vittime traumatizzate" non è mai stato trovato.

Forse la vostra fonte - "l'insider" - dovrebbe iniziare a lavorare per le forze dell'ordine e trovare i VERI molestatori di bambini.


L'articolo continua dicendo: "Radar ha anche appreso che l'FBI fu accusata di nascondere prove sul fatto che Jackson fosse un trafficante del sesso". E incalza: "Nei file segreti ottenuti da Radar si vede un giornalista affermare che, nel 1993, un funzionario dell'FBI non indagò sulle accuse in quanto Jackson stava per ricevere un'onorificenza alla Casa Bianca".

L'articolo afferma che Mr. Jackson, una volta, fu preso in considerazione per l'accusa ai sensi del 'White Slave Traffic Act'. "Eppure, nonostante le affermazioni dei testimoni che lo videro contrabbandare un dodicenne in tutta l'America tramite viaggi ferroviari, il procuratore degli Stati Uniti abbandonò il caso".

Queste, in effetti, sono delle scioccanti accuse di cattiva condotta governativa.

Naturalmente, nulla di ciò che è contenuto nell'articolo è vero. L'articolo è pieno di dichiarazioni maliziose di cui si può facilmente dimostrare la falsità.

Se disponete di una persona adibita alla verifica dei fatti - e, francamente, ci riesce difficile crederlo alla luce di questo articolo - dovrebbe essere licenziata in tronco. (Non possiamo offrirvi una consulenza legale, ma crediamo ci siano tutti gli estremi per farlo).

L'unica cosa che possiamo dire per "redimere" la vostra "verifica dei fatti", è che le affermazioni contenute nel vostro articolo sono così assurde che lo stesso potrebbe (forse) "non essere ragionevolmente inteso come descrizione di fatti reali". Hustler Magazine, Inc. v. Falwell, 485 U.S. 46, 57 (1988).

In conclusione, non è nostra abitudine dire alle persone di altre professioni come svolgere il proprio lavoro, ma in questo caso facciamo un'eccezione. Possiamo suggerirvi di provare a fare le cose in modo diverso in futuro e di consultare fonti reali, sane e credibili?

Se aveste un minimo di credibilità, ritrattereste questo ridicolo "articolo". Con la presente chiediamo che lo facciate.

Comprendiamo che la vostra attività stia fallendo, ma forse fareste meglio a smettere di pubblicare questa ridicola spazzatura.

Infine, e affinché non ci siano dubbi, nulla di quanto affermato in questa lettera dovrebbe essere interpretato come la volontà, da parte dell'Estate di Jackson, di rinunciare ai propri diritti e rimedi legali relativi a questo articolo. Tutti questi diritti sono espressamente riservati.

Cordiali saluti,

Jonathan Steinsapir
cc: Howard Weitzman, Esq.
Bryan Freedman, Esq.
Jon Fine, Consigliere generale aggiunto, American Media Inc».


Post a cura di Vincenzo Compierchio e Giusy Mascolo per MJFS Michael Jackson FanSquare.
Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 15:58
Brandi Jackson (ex fidanzata di Robson)

«Wade è un bugiardo opportunista»




Michael Jackson con Wade Robson (in piedi, a sinistra) e Brandi Jackson (a destra)


Brandi Jackson, una delle nipoti di Michael Jackson, ha rivelato di conoscere molto bene il signor Robson:

«Wade e io ci siamo frequentati sentimentalmente per più di sette anni, ma scommetto che questo non lo dice nel suo "documentario", perché ne avrebbe potuto rovinare la sequenza temporale.
Ho già detto che fu mio zio Michael a farci incontrare? Wade non è una vittima. Wade Robson è un BUGIARDO.

Prego che venga a parlarmi di queste "verità", perché sarei felice di metterlo al suo posto.
Ho scoperto che Wade mi tradì con diverse donne che pensava di poter utilizzare per favorire la sua carriera.
Sicuramente conoscete una di loro perché rappresentò un grande scandalo nella musica pop.
Wade non è una vittima, è UN OPPORTUNISTA.

Wade, hai sempre parlato del tuo voler essere "rilevante". Hai bruciato così tanti ponti che ora sei rilevante solo se il mio cognome appare accanto al tuo nei titoli dei giornali. È tempo per te di smettere di mentire e di vivere la tua vita.

Lies run sprints, but the truth runs marathons».


Post a cura di Giusy Mascolo dal nostro Gruppo Facebook Michael Jackson FanSquare • ITALIA.
Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 16:07
Brad Sundberg (ingegnere del suono di Michael Jackson)

«Questa follia deve finire»






Il 16 febbraio 2019, l'ingegnere del suono Brad Sundberg dichiara:

«Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Michael Jackson, e ancora non si fermano. Per la cronaca: sono stato ai Record One ogni singolo giorno per l'album "Dangerous", e Wade Robson si fermava lì in alcune occasioni.

I Record One sono una struttura abbastanza piccola, con soli 2 studi, reception, soggiorno, il salotto di Michael, cucina e una manciata di cabine e armadi. Wade Robson, di solito, rimaneva nel salotto di Michael, dove c'era una TV e forse un videoregistratore per i film.

Michael entrava e usciva dagli studi, dalla cucina, ecc. Ero spesso nel salotto di Michael e, come ho detto più e più volte, non c'era nulla che potesse anche solo lontanamente indicare qualcosa di "inappropriato".

Ma oltre a ciò, a quel tempo avevo da poco una famiglia, ed ero molto vicino ai bambini della mia chiesa. Conosco i bambini. So quando qualcosa non va. Sono ferocemente protettivo nei loro confronti. È ripugnante che ora Wade Robson trascini Record One nella sua storia.

Conoscevo bene Michael. Era completamente a suo agio con me. Non c'è stato un solo momento in cui ho percepito che potesse, o volesse, o che stesse facendo qualcosa di male a un bambino. Se fosse stato così, sarei stato il primo a chiamare la polizia.


Non mi credete? Chiedete al giovanotto che ho contribuito a far andare in prigione qualche anno fa per aver fatto del male a dei bambini.

Questa follia deve davvero finire».
Morphine95
00domenica 5 maggio 2019 16:11
Bryton James (attore americano)

«Mai visto nulla di inappropriato»






Bryton James, attore americano che ha frequentato Michael Jackson in gioventù, ha scritto il 17 febbraio su Twitter:


«Durante tutta la nostra amicizia con Michael Jackson, lunga 15 anni, né io né la mia famiglia siamo MAI stati testimoni di comportamenti inappropriati nei confronti di un minore o di chiunque altro. E durante il periodo in cui, da bambino, ho lavorato con il signor Robson, quest'ultimo non ha MAI menzionato alcun episodio sconveniente».

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