[dicono di lui] "Leaving Neverland" - le reazioni dei VIP e di chi conosceva Michael Jackson

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2019 12:17
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10/03/2019 17:31
 
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Talun Zeitoun (figlio dell'ex parrucchiera personale di Michael Jackson)

«Il documentario? Un sottoprodotto di menzogne»






Talun Zeitoun, figlio dell'ex parrucchiera personale di Michael Jackson, ha frequentato assiduamente il Re del Pop dal 1987, anno della sua nascita, fino al 2001. In seguito al delirio mediatico generato dall'infamante documentario "Leaving Neverland", Talun ha deciso di raccontare la sua storia, nella speranza di contrastare quello che definisce «un sottoprodotto di menzogne ​​imbrattato con un sottile strato di credibilità».
Ecco che cos'ha scritto il 30 gennaio 2019:


«Avrei voluto scrivere e pubblicare questo post prima della proiezione di "Leaving Neverland" al Sundance, lo scorso venerdì. Dopotutto, durante la mia infanzia ho vissuto uno stretto rapporto con Michael Jackson, e nulla di ciò di cui continua ad essere accusato mi è mai accaduto.

Ho deciso di aspettare perché ero curioso di vedere se il film avrebbe avuto qualche possibilità, considerando le affermazioni volatili e infruttuose che in passato Wade Robson scagliò contro Michael Jackson. Certo, lasciate che racconti di nuovo la nostra storia. Verità e giustizia, come sempre, prevarranno.

Poco dopo la sua proiezione, ho cercato su Google "leaving neverland" per trovare gli articoli in cui veniva affermato che il documentario di quattro ore avesse ricevuto una standing ovation. Con incredulità, ho cercato l'hashtag su Instagram per guardare le stories dal teatro e lì ho visto Wade Robson, James Safechuck e il regista del film, Dan Reed, sul palco di fronte a un pubblico che applaudiva ai loro piedi.

Non sono sicuro se il pubblico lo stesse facendo in quanto li percepiva come dei sopravvissuti che facevano un'apparizione pubblica, o se il film fosse effettivamente buono ai loro occhi, o entrambe le cose; ma tutto ciò a cui riuscivo a pensare era che la loro strategia, purtroppo, funzionava.

Aumentare la consapevolezza dell'abuso sui minori e prevedere una comunità sicura affinché gli altri possano affermare la loro verità, è vitale. Ma usare Michael Jackson come veicolo per farlo, è semplicemente sbagliato. Affinché qualsiasi storia sia valida, deve esserci un elemento di fiducia, e non mi fido delle persone associate a questo film.

Sia chiaro: Michael Jackson si è esposto. Ha affrontato interviste pubbliche, ha risposto a domande difficili, ha acconsentito a interviste documentarie, ha resistito a un'indagine dell'FBI durata 10 anni, e ha partecipato a un processo penale di diciotto mesi fino a quando non è stato assolto, essendo stato dichiarato non colpevole di tutti i quattordici reati contestati.

Il fatto che dodici anni di indagini penali e procedimenti giudiziari governativi possano essere completamente annullati dai media tramite una manipolazione delle stesse storie raccontate in precedenza da pochi eletti, specialmente da coloro che inizialmente lo difendevano, è profondamente preoccupante. Forse anche terrificante.

Non ho visto il documentario, ma "si concentra su due uomini che affermano di essere stati abusati sessualmente da bambini dalla pop star Michael Jackson" (Wikipedia).

Ognuno ha diritto alla sua storia, e credo che ogni storia debba essere raccontata dicendo la verità al meglio delle proprie possibilità. Ma il mio problema con "Leaving Neverland" è la forte dipendenza da un solo punto di vista, specialmente quando quel punto di vista è composto da sole due persone.

Oltretutto, quelle due persone si conoscono. Quindi ciò che abbiamo è un prodotto composto dalle storie di due conoscenti che da ragazzi facevano parte della vita di Michael, e che è stato esaltato in un documentario di 236 minuti.

Ricordate che il film rappresenta il secondo tentativo di Robson di raccontare la sua storia. Raccontò la stessa versione troncata della sua storia pubblicamente, nel 2013, e contemporaneamente intentò una causa contro l'Estate di Michael Jackson, che in seguito il tribunale respinse.

Ciò avvenne otto anni dopo aver testimoniato per due volte sotto giuramento, affermando esplicitamente che Michael non gli aveva fatto nulla di male, in un processo penale in cui la giuria pronunciò un verdetto di non colpevolezza.

È chiaro che l'intenzione di questo film è quella di raffigurare Michael come un predatore di bambini, ma trovo che l'intera trama di "Leaving Neverland" sia davvero, a sua volta, la predazione di un uomo ricco e potente ormai morto da quasi 10 anni, e dunque indifeso.

Ho fatto parte della vita di Michael dal giorno in cui sono nato, nel 1987, fino al 2001. L'ultima volta che sono stato letteralmente vicino a lui fu nel backstage dello Staples Center, quando la sua bara mi passò accanto.

Lo conoscevo bene perché mia madre, Janet Zeitoun, la sua unica parrucchiera per molto tempo, lo conosceva ancora meglio. Si potrebbe dire che avrebbero potuto anche essere fratelli. Infatti, mia madre fu una delle poche persone non familiari invitate al servizio commemorativo privato del cimitero, ore prima di quello pubblico nel centro di Los Angeles.

Michael si sentiva molto a suo agio con mia madre perché lo faceva ridere, più di chiunque altro, per non parlare del fatto che è incredibile nel suo mestiere. Michael disse, anche per iscritto, che era la "Michelangelo dei capelli".

Tra gli anni '80, '90 e primi anni 2000, mia madre è stata in tutto il mondo con Michael. Era al suo fianco per acconciargli i capelli sui set, nei camerini, nel backstage dei suoi concerti, a casa sua, sugli aerei, nelle camere d'albergo, nelle auto. E sì, anche a Neverland.

Quando mia madre era incinta di me, nell'86, Michael le disse che avrebbe avuto un maschio; e il giorno della mia nascita, Michael inviò una limousine a casa nostra piena di regali. E da quel momento in poi, dato che mia madre - single e gran lavoratrice - voleva trascorrere il più tempo possibile con me, spesso mi portava a lavorare con lei.

Così sono cresciuto sui set dei video musicali di Michael, ho giocato con i miei giocattoli sul pavimento dei suoi camerini, e qualche volta è venuto a casa nostra per sistemarsi i capelli.

Una volta diventato abbastanza grande da riuscire a camminare da solo, mi venne data la responsabilità di assicurarmi che Michael avesse sempre le sue caramelle, durante le prove dei concerti. Michael faceva fermare tutti e pazientemente aspettava che mi barcollassi sul palco.

Ricordo persino di avergli cantato "I Just Can’t Wait To Be King" nella sua roulotte (che imbarazzo!). Ma mi concesse la sua totale attenzione, e sorrise.

Sono andato a Neverland diverse volte in cui c'era anche Michael, e ci fece fare il tour completo della sua casa. Ricordo che la mia golf cart preferita per gironzolare aveva su impresso un emblema di Peter Pan.

Ricordo che l'area ristoro del suo cinema era piena di caramelle, e che potevamo andare dietro al bancone e vedere qualsiasi film desiderassimo.

Ricordo di aver guidato il grande treno a vapore che ci avrebbe portato da un capo all'altro del ranch. Ricordo un grosso maiale dal ventre bianco di nome Petunia, e che ebbi la possibilità di dare un nome a un cervo e a un coniglio appena nati. Scelsi rispettivamente Cuddie e Thumper; originale, lo so, ma Michael amava i nomi.

A differenza di Robson o Safechuck, non mi facevo vedere in pubblico con Michael. L'unica sorta di cosa pubblica che è accaduta, è stata la pubblicazione di una nostra foto in un paginone centrale del suo libro sul tour del 1995.

Quattordici anni dopo, il custode dei suoi figli mi ha riconosciuto nel backstage dello Staples Center durante il suo servizio funebre, e mi ha detto che quella fotografia era una delle preferite di Michael e che all'epoca, nel 2009, si trovava ancora incorniciata sul suo pianoforte a Neverland.

Ricordo di aver "lasciato Neverland" ("leaving Neverland") come un bambino felice che non vedeva l'ora di tornarci. Ricordo di aver detto a mia madre che avrei voluto festeggiare un altro compleanno lì, o che avrei voluto andare di nuovo in giro con Michael per il ranch.

La maggior parte della mia esperienza con Michael risale agli anni '90, quando iniziò l'indagine dell'FBI per le accuse di molestie su minore. Sapendo cosa stesse accadendo, e che queste accuse fossero contro di lui, non penso che la mia madre protettiva e ben cosciente mi avrebbe mai permesso di continuare a girovagare con Michael o di mettere piede a Neverland, se non si fosse fidata di lui.


Credo fermamente che Michael non abbia fatto nulla di male. Non dovete credermi sulla parola, però; dovete sapere che la sua verità è stata dimostrata in un tribunale.

Le storie presentate in "Leaving Neverland" sono incredibilmente unilaterali. Questo film è semplicemente la Wade Robson & James Safechuck Story, perché anch'io ricordo di aver lasciato Neverland, come lo ricorda mia madre e come lo ricordano molte persone che hanno fatto parte della sua vita, e che sarebbero felici di avere voce in capitolo in un film così genericamente intitolato; adesso ingiustamente titolato per raffigurare la vita di Michael e il suo rapporto incompreso con i bambini.

Qualsiasi regista credibile di un documentario in cerca della verità sull'argomento, farebbe il suo dovere diligentemente e presenterebbe la storia completa attingendo a una varietà di fonti accuratamente scelte e significative. Con quattro ore di film a disposizione, sono sicuro che avrebbe potuto esserci spazio.

Questo è il motivo per cui sono profondamente deluso da HBO e Channel 4 UK, che se lo sono accaparrati con l'intenzione di trasmetterlo in primavera. Le reti hanno intrappolato una falsità e saranno responsabili della diffusione di un film scarsamente approfondito e basato su opinioni altamente distorte di pochi eletti, che molti dei suoi abbonati reputeranno attendibili.

"Leaving Neverland" attecchisce perché le storie ben interpretate di Robson e Safechuck sono simili a quelle dei veri sopravvissuti che guardano il film. È un modo intelligente ma corrotto per capitalizzare le vulnerabilità di un'intera comunità.

Attecchisce anche perché le loro storie sono sostenute da un mezzo di comunicazione convincente e dal fatto di essere state proiettate da un'organizzazione accreditata come quella del Sundance.

Sta cavalcando l'onda di un importante movimento #MeToo e #TimesUp, e convalida malamente un'equazione miope della quale molta gente pensa di avere già la soluzione: Michael Jackson + sempre in giro con i bambini = molestatore di bambini.

Il risultato? Un sottoprodotto di menzogne ​​imbrattato con un sottile strato di credibilità destinato a far imbestialire i media generali e a farli schierare con le autoproclamate vittime.

E dato che la voce di questi media è molto più forte di quella dei giornalisti davvero interessati alla ricerca della verità, la popolazione generale lentamente si convince, valutando la veridicità delle informazioni dalla facilità di accesso che è stata loro offerta tramite algoritmi progettati per mostrare ciò che gli individui vogliono vedere.

È qui che la distruzione si intensifica. È qui che la palla di neve aumenta la sua massa. Questo è il motivo per cui vi sto raccontando la mia storia in questo momento.

Vi esorto a rendere vostra permanente responsabilità quella di ricercare la verità e la conoscenza di tutte le fonti, mentre guardate come Michael viene dipinto in questo film.

La capitalizzazione delle circostanze, l'uso controverso dei contenuti e la manipolazione dei media - il tutto combinato con i falsi sensi di prerogativa - possono annullare rapidamente un verdetto e sfidare per sempre la verità a favore di altro.

Questa è la scappatoia del nostro ecosistema digitale, che determina in realtà il destino di qualcuno, e questo è il meccanismo preciso che "Leaving Neverland" sta utilizzando, specialmente quando è in ballo il denaro.

Alla fine distruggerà la sua famiglia, diffamerà la sua eredità e sradicherà la sua arte. Se pensate che questa piccola scappatoia non li porterà troppo lontano, beh, per i principianti: Michael Jackson è già stato ucciso.

Una volta, Michael autografò per me una lettera sulla carta intestata di Neverland. Scrisse: «Dal tuo protettore e fratello maggiore, Michael Jackson».

Ora è arrivato il mio turno di proteggerlo raccontando la mia storia, perché giuro solennemente che quest'uomo geniale e di buon cuore è innocente.

Non fosse stato così, probabilmente lo avrei saputo».


Traduzione di Vincenzo Compierchio.




10/03/2019 17:39
 
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Jonathan Moffett (batterista e amico di Michael Jackson)

«Dov'è la giustizia per comprovata innocenza?»






Jonathan Moffett, batterista dal vivo di Michael Jackson per più di 30 anni, ha espresso la sua opinione riguardo alle accuse lanciate dal documentario "Leaving Neverland" l'1 febbraio 2018.
Ecco cos'ha scritto:

«In quanto batterista e amico di Michael Jackson da oltre 30 anni, ecco la mia dichiarazione personale alla luce del nuovo documentario, 'Leaving Neverland' e delle accuse contro di lui:

Come dice quel vecchio proverbio: "Quando all'inizio non ci riesci... prova, prova e PROVA ancora!".

Bene, questo è ciò che sembra essere il motto di questi due ragazzi che cercano continuamente di fare soldi usando Michael.


E continuano a umiliarlo e a metterlo in ridicolo con le loro false accuse, evidenziate dalle loro stesse testimonianze che provarono l'innocenza di Michael più e più volte nel corso negli anni, da quando queste accuse presero forma la prima volta!

Come possono continuare a essere autorizzati a diffamare una persona che è già stata scagionata da "14 capi d'imputazione SEPARATI" in un importante processo giudiziario pubblico, di fronte a tutto il mondo?

Perché è permesso ancora e ancora... Quando l'innocenza di Michael è già stata provata?

Con le stesse persone che rimescolano le carte in tavola, provando una versione rivisitata delle stesse vecchie accuse sotto una luce e un punto di vista diversi, solo per vedere se in questo modo funziona?!

Cercando di sconcertare, confondere e ingannare tutte le persone e il pubblico che hanno già visto e ascoltato tutte le testimonianze di entrambe le parti (che hanno dimostrato l'innocenza di Michael in tutte le accuse contro di lui!!).

Quando anche solo "UNO" dei capi di imputazione avrebbe potuto metterlo dietro le sbarre per molto tempo... Eppure nessuno lo fece... Nessuno avrebbe potuto... E nessuno lo farebbe!

Dovrebbe essere un crimine ciò che gli stanno facendo!
In realtà stanno stalkerano la sua vita, la sua memoria, la sua eredità più e più e più volte ancora... Facendogli questo!

Lui, che dovrebbe riposare in pace ora... Lontano da tutte queste persecuzioni. Ora che lui non è più a questo mondo, come può ancora essere permesso?! Con la stessa, vecchia prova non provata di prima, ma semplicemente rinnovata?!

Come può il sistema giudiziario continuare a consentire a persone affamate di denaro, come queste, di utilizzare il sistema per i propri mezzi egoistici e inventati?

Dov'è la giustizia per "INNOCENZA COMPROVATA"?
E perché a questi ex difensori di Michael, della sua innocenza e della sua integrità, hanno il permesso di abusare dei tribunali e del sistema giudiziario in questo modo?
Perché dare loro vile voce ancora una volta, e ancora e ancora?!


Insistere su questo caso è una perdita di tempo per i tribunali e per il sistema giudiziario, già affollato di casi più grandi e importanti da provare.
Questi stessi attori si sono già dimostrati convinti dell'innocenza di Michael!

Basta con questa follia! Persino l'FBI, dopo decenni di indagini e file raccolti su di lui a sua insaputa, è giunta alla conclusione che fosse INNOCENTE di qualsiasi cosa di cui era stato accusato!

ADORO tutti i miei "fratelli J" e la famiglia Jackson! Soprattutto mamma, che per me, nel mio cuore, è come MIA MAMMA! Continuare a farle passare tutto questo è semplicemente crudele!

Quindi, per favore, lasciate Michael Jackson - mio "fratello" nel cuore, nello spirito e nell'anima - in pace!

Ha lasciato questo mondo di prove, tribolazioni, tormenti e persecuzioni. PER FAVORE, LASCIATELO IN SANTA PACE».


Traduzione di Giusy Mascolo.




10/03/2019 17:46
 
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Kerry Anderson (responsabile della sicurezza durante il processo del 2005)

«Raccoglieranno ciò che seminano»






«La bussola morale di questo mondo è drasticamente cambiata.
Corrotti, indecenti, meschini, imbroglioni, immorali, bugiardi e ingannatori, prosperano a prescindere dall'impatto che i loro schemi mentali hanno su persone compassionevoli, amorevoli, gentili e generose come Michael Jackson.


Le recenti accuse, spregevoli e disgustose, nei confronti dell'uomo che ho conosciuto e con cui ho vissuto per anni, sono davvero inquietanti e incredibili.

Il Dr. Martin Luther King Jr. una volta disse: "Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici".
Poiché Michael Jackson era mio amico, non posso più tacere mentre degli sconsiderati, egoisti, bugiardi, opportunisti e approfittatori, denigrano, calunniano e aggrediscono verbalmente il mio amico, al quale ho visto fare per gli altri solo atti di gentilezza, enorme generosità, compassione e amore, durante uno dei momenti più bui della sua vita.

Questi due opportunisti covano un astio assoluto per arrivare a sostenere che la loro memoria sia più utile dopo la nascita dei loro figli.

Chi mi conosce, sa che i bambini hanno un posto speciale nel mio cuore, e hanno un posto speciale nel cuore di Michael.

Come si permettono tre opportunisti di ritrattare totalmente la testimonianza precedente delle loro esperienze personali con Michael Jackson, per ottenere un guadagno monetario? Che disgustoso egoismo.


Hanno mai pensato, i tre truffatori ingrati, che le loro velenose bugie potrebbero aprire ferite e colpire i tre figli di Michael, la sua anziana madre, i suoi fratelli e una schiera di parenti, che sono certo stanno ancora vivendo nel dolore?

Una delle responsabilità di un padre è proteggere la sua famiglia.
Come padri, voi ragazzi dovete crescere molto, specialmente riguardo al seme che state piantando.

Un pensiero comune a tutte le religioni è che raccoglierai ciò che semini. Posso solo sperare che qualcuno nella loro vita stia pregando per loro e per le loro famiglie.

Il soldi che avete ricevuto per le vostre bugie valgono più della vostra pace personale?

Niente è più grande dell'amore e della pace interiore. Ciò che è davvero triste è che la memoria del vostro passato non è riuscita a ricordare l'amore e la pace che Michael Jackson ha dato a voi e alle vostre famiglie.

Una nota personale: se uno di voi due volesse discutere di persona riguardo a questo argomento, ditemi dove, verrò da voi.

Cordiali saluti

Kerry Anderson»


Traduzione di Giusy Mascolo.




10/03/2019 22:22
 
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Grazie mille Morphine95
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Re:
abbuMJ, 10/03/2019 22.22:

Grazie mille Morphine95



Di nulla! A brevissimo proseguo con gli altri caricamenti :) abbiamo tutto conservato, devo solo postarlo in ordine cronologico








12/03/2019 22:14
 
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Taj Jackson (nipote maggiore di Michael Jackson)

«Robson è un bugiardo e Prince ormai sfiduciato»






Taj Jackson, il nipote di Michael Jackson più attivo nella battaglia contro l'infamante documentario "Leaving Neverland", è stato intervistato nei primi di febbraio dalla trasmissione "Sunrise".

Oltre a definire «ridicole» le accuse verso suo zio, Taj spiega nel dettaglio tutti i motivi per cui è evidente che Wade Robson e James Safechuck stiano mentendo.
«C'è una ragione per cui nel documentario non si vedono suoi amici. Non vedi la community dei coreografi o della danza intervenire in sua difesa, perché sanno che lui sta mentendo».

Sulla famiglia Robson, Taj ha raccontato:
«Sono stati intorno a noi per molti anni. Chiunque fosse vicino a Michael li conosce. Ecco perché, quando ho sentito la notizia, ho subito pensato "No, non è vero, non può essere Wade. [...] Non è la persona che sta fingendo di essere».

Il nipote del Re del Pop ci ha fatto sapere, inoltre, qualcosa di più sul modo in cui i figli di Michael, in particolare Prince Jackson, stanno vivendo la situazione:
«Ho parlato con Prince a riguardo e lui pensa che nulla di tutto ciò potrà mai cambiare. Aveva un comportamento quasi da sconfitta, perché ha perso la fiducia nel fatto che i media riportino la verità».

Una cosa, però, sembra rincuorare Taj e tutta la famiglia Jackson: il sostegno dei fan.
«Sono stati incredibili» - racconta - «hanno dovuto reinventarsi detective e giornalisti. [...] Loro rispondono con la verità e questo è tutto ciò che chiediamo... Cercare la verità».

Nel VIDEO, l'intervista integrale sottotitolata IN ITALIANO.





Traduzione e sottotitoli di Vittoria Moccia.




13/03/2019 09:59
 
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Brigitte Nielsen (attrice americana)

«Le accuse hanno ucciso la sua anima»






«Ero una cara amica di Michael Jackson. Se ci sono vittime, là fuori, capisco come si sentono. Ma lui non è più con noi, lasciatelo in pace. Ecco cosa mi sento di dire: lasciatelo in pace.

L'assoluzione del 2005? Io non sono un giudice, ma questa è la legge. Se sei assolto, sei assolto.
È stato assolto, quindi per me non è colpevole. Capisco che ci siano persone che la pensano diversamente, ma questo è. Conoscendo Michael, non l'ho mai considerato colpevole. Mai. Mai. Io lo conosco e questa è la mia opinione.

Michael condivideva il letto con dei bambini? Posso capire come genitore. Ho una bambina e quattro ragazzi più grandi. I genitori possono pensare che sia molto strano, ma conoscevo Michael e lui stesso era un bambino. Aveva dei modi molto infantili.

Ricordo la prima volta che lo incontrai per un pranzo. Lui: "Ciao Brigitte, come stai?". E poi disse: "Posso giocare con i cani?". Non voleva neanche pranzare. Era così infantile.
Ma, naturalmente, in quanto genitore pensi: "Un uomo adulto che gioca ai videogiochi con un tredicenne? C'è dell'altro, o no?!". Capisco perfettamente.

Michael probabilmente si è circondato di persone sbagliate che non lo hanno guidato nella giusta direzione, ma credo anche che le cose siano state decontestualizzate.

[Riferendosi probabilmente a Chandler] Penso inoltre a tutti i genitori che prendono accordi extra giudiziari: se credono veramente che un uomo sia colpevole, e vogliono il bene per i propri figli, non si accontentano del denaro.
Questa è la mia personale opinione da madre.

Michael è cambiato da quando è stato accusato per la prima volta. Lo hanno devastato. Per me, hanno ucciso la sua anima ed è molto, molto triste. Nessuno vince in queste situazioni brutte e devastanti, né le vittime, né chi viene accusato ingiustamente. È un casino».


Traduzione di Giusy Mascolo.




13/03/2019 10:17
 
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Mark Lester (attore inglese)

«Michael? Ingenuità e innocenza»






«Il documentario? Non ci credo. Non so nemmeno perché sia stato fatto. Penso sia disgustoso. Da quello che ho sentito, lo spessore delle informazioni non è nell'interesse pubblico. Penso sia disgustoso, non lo guarderò, non ho intenzione di guardarlo.

È una questione di sensazionalismo, non capisco perché l'Estate di Jackson non abbia emesso un'ingiunzione per bloccarlo. È orrendo. Se Michael era felice? Fino al 2005 è sempre sembrato interiormente molto, molto felice.
L'accusa di molestie nei confronti di quel ragazzo ebbe un impatto profondo su di lui, e lo colpì molto, moltissimo.

Fui presente a Neverland per buona parte del tempo in cui quei ragazzi erano lì, e sapevo esattamente che razza di piccoli arroganti fossero. E stavano approfittando dell'ospitalità di Michael. Dopo aver soggiornato lì per tre mesi godendo dell'ospitalità e della generosità di Michael, il suo manager suggerì che sarebbero dovuti andar via.
Fu chiesto loro di lasciare Neverland e, dopo una sola settimana, la madre si fece avanti con queste orrende accuse.

Le accuse del documentario? Lì non c'è l'uomo che conoscevo. Michael era un uomo estremamente cordiale, generoso e di buon cuore. La mia famiglia è stata a Neverland tante volte. Passammo il Natale con lui, e quando venne a Londra trascorremmo molto tempo insieme. Non ho mai visto nulla di diverso da un ragazzo estremamente gentile e meraviglioso.

Quando le mie due figlie avevano 5 e 7 anni, passammo una settimana con Michael a Neverland. Alla fine della settimana, chiesi loro qual era stata la cosa più bella di Neverland.
Entrambi risposero: "La cosa più bella di Neverland è Michael".


Insieme a Michael aleggiava un'ingenuità generale e un'innocenza difficili da spiegare. Semplicemente non aveva capito che, nella società di oggi, non è proprio accettabile comportarsi nel modo in cui ha fatto, cioè trascorrendo del tempo con i bambini».


Traduzione di Giusy Mascolo.




13/03/2019 10:23
 
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Jeff Wald (editore di "MICHAEL JACKSON OPUS")

«Non credo a Wade Robson»






«Quando realizzammo il "Michael Jackson Opus", inserimmo un capitolo su Wade Robson, che si vantava della sua relazione ventennale con il suo mentore Michael. Non posso credere che sia in quel film-spazzatura. Il nostro libro ha esaminato ogni aspetto della vita di Michael, non credo a Wade».

Jeff Wald, Amministratore Delegato della casa editrice (7 febbraio 2019)


Traduzione di Giusy Mascolo.




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