CAPITOLO 18
Michael:
Abbassò la testa, avevo la sua mano appoggiata al suo petto. La ritrassi lentamente, e mi alzai. Ma lei mi prese per il braccio e mi attirò a se. Gli caddi addosso. Ero caduto sopra di lei, e la nostra posizione era alquanto imbarazzante. Si mise seduta, come feci anche io. Cercai di parlare:
-Mi dispiace Andy, io… io non ero in me…-
-S…scusa Michael… io non volevo rovinare tutto… scusa…- disse lei con un filo di voce. M’intenerii e la attirai a me. Era così vulnerabile, così piccola e indifesa. In un mondo come questo gli potevano succedere tante spiacevoli cose. Sentivo il bisogno di proteggerla. La strinsi forte a me. E, con un po’ di coraggio, decisi a chiedergli una cosa che avevo dentro per tanto tempo. Erano ormai passate 2 settimane da quella notte. E il chiodo fisso della mia mente era; cos’era successo, e chi l’aveva ridotta così.
Andy:
Ero al sicuro fra le sue braccia. Teneva le gambe incrociate all’indiana, io ero seduta in braccio a lui. Ad un tratto mentre mi stava abbracciando mi chiese:
-Andy…cosa successe quella sera?-
-Che cosa intendi? Non ti seguo…- invece avevo afferrato benissimo di cosa parlava, non volevo dirglielo. Poi mi tirò su la maglietta del pigiama e si mise a fissare quei lividi, quei maledetti lividi. Non se ne sarebbero mai andati via.
-Quella notte…- disse lui in un sibilo. Mi ricoprì e iniziò a fissarmi negli occhi.
- e…e acqua passata, sono solo semplici lividi. Niente di preoccupante…- dissi nascondendomi fra le sue braccia.
-Come scusa? Niente di preoccupante?!- mi disse. Mi ero accoccolata ancora di più nella sua maglietta bianca. Appoggiò la sua mano sulla mia anca e disse:
-Posso?- feci cenno di sì con la testa, e piano piano mi abbassò il pantalone, lasciandomi in mutande.
-… Michael, cosa ti preoccupa?- dissi facendo un sorrisino
-Andy…- scosse la testa –Questo mi preoccupa…- disse passando delicatamente il suo dito sul mio livido.
-è un livido come gli altri…- dissi abbassando la testa.
-No! Non è un livido come gli altri, in questo posto nessuna ragazza di 17 anni deve avere un livido!- disse mentre il suo dito passava sopra l’inguine. Mi tirai su i pantaloni e mi decisi a confessare:
-Michael… io non… non… non posso dirlo…- infondo era vero, quel Tom mi aveva minacciata.
-Andy…dimmelo… posso evitare che succeda qualcosa di molto spiacevole… sai…- disse facendosi serio.
-Sì… ho capito cosa vuoi dire… ma… non puoi impedirglielo…-
-Andy… dimmelo!-
Gli raccontai tutto. Michael mi strinse a se, potei affondare la testa nel suo petto e sentire il suo profumo. Mi faceva impazzire!
-Ok, è tutto ok- disse per rassicurarmi, poi gli chiesi
-Michael… tu e Soraya state assieme?-
-Oh! No!-
-Allora perché vi stavate baciando…?-
-Beh… sono stato io, lei non ha fatto niente-
-Ah… ok…- dissi - che ore sono?-
-Le 20.00…-
-Come?! Così tardi?!- esclamai incredula
-Sono arrivato alle 19.00 e ti ho guardato dormire per mezz’ora…- mi spiegò lui
-Oh… allora è meglio se tu vai a casa da Soraya e io vado a rimetterermi un po’ in ordine…- dissi mentre mi stavo per alzare dalle sue gambe quando mi prese per i fianchi e mi ritirò a se.
-Dai..Soraya lo sa che sono con te, non gli darà fastidio se sto ancora un po’…- detto questo mi si avvicinò e mi baciò. Ero ancora sulle sue gambe. Le sue mani mi accarezzavano la schiena. Le mie braccia erano intorno al suo collo. Appoggiò le mani sul mio osso sacro e mi stese sul divano. Mentre continuava a baciarmi mi sfilò la maglietta, lo lasciai fare. Le mie mani che non connettevano bene iniziarono a sbottonargli la camicia. Poi mi sfilò i pantaloni. Ero agitata. Le mie mani persero totalmente il controllo e adesso cercavano freneticamente il bottone dei pantaloni. Lo trovarono e gli slacciai, se li sfilò da se. Sempre baciandomi cercò di slacciarmi il reggiseno, lo feci fare, un po’ titubante. Cercò di fare la stessa cosa con le mutande, ma più delicatamente. Ebbi un sussulto, se ne accorse e di colpò ritrasse le mani. In quel momento mi resi conto di cosa stavamo per fare e mi bloccai. Avevo solo 17 anni, io e Michael ci conoscevamo da sole due settimane. Non volevo, oppure sì, ma non in questo modo. La mia prima volta non doveva essere così. Riprovò ma io lo fermai. Gli presi le spalle e lo allontanai un po’ da me.
-No, no! Aspetta no, stiamo esagerando...- dissi staccandomi dalle sue labbra.
-Oddio, sì scusa, non ho resistito, scusami…- disse passandomi il reggiseno.
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