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Grillo e il movimento a cinque stelle sono una minaccia per i partiti

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2017 21:44
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07/01/2014 14:11
 
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Ieri, sulla sua pagina facebook, Luigi Di Maio ha risposto sulla questione Renzi:


NUOVI GIOCHI DA TAVOLA

In questi giorni mi stanno arrivando decine di email sulla Legge elettorale (vi leggo sempre), che sostengono che il Mattarellum del 1993 sia incostituzionale perché prevede il 25% di seggi eletti senza preferenze. E per questa ragione (che è un'illazione), la linea del Movimento 5 Stelle non regge. Ergo, dobbiamo "aprirci" alle proposte del Sindaco più assenteista di Italia.
Giusto per la cronaca, c'è anche da dire che quelle che "l'assenteista" chiama "proposte", sono semplicemente la copia degli ordini del giorno discussi e arenati dalla Finocchiaro (Pd) per 27 sedute in commissione al Senato. Sono agli atti da 5 mesi.
Sarebbe il caso di ricordarlo a chi sostiene che "dobbiamo-andare-a-vedere-le-carte". La verità è che in questo Paese anche la stampa ha una memoria di 3 minuti (a parte alcune eccezioni che non fanno che confermare la regola).

Detto questo, non so se in queste feste insieme a Tabù e Trivial Pursuit, abbiano venduto anche "l'Allegro Costituzionalista" o "Costituzionalopoly (versione aggiornata con Giuliano Amato)", ma stando a questa curiosa logica secondo cui il Mattarellum è incostituzionale "perché la Corte ha dichiarato illegittime le liste bloccate del Porcellum", allora c'è da dire che tutte e tre le proposte (copiate) del Sindaco fiorentino PD (condannato per danno erariale dalla Corte dei Conti) sono già da ritenersi di per se incostituzionali. Infatti tutte e tre prevedono un premio di maggioranza (anche questo bocciato ex aequo dalla Corte, nel Porcellum). Sempre seguendo la logica dell'"Allegro Costituzionalista".

E sarebbero da dichiarare incostituzionali praticamente tutte le leggi elettorali delle regioni italiane, in quanto TUTTE prevedono i cosiddetti "listini bloccati del Presidente" senza preferenze. E sarebbero da "attenzionare" anche le leggi elettorali per i Sindaci dei comuni sopra i 15.000 abitanti, che hanno premi di maggioranza abnormi.

Dunque, seguendo ancora questa logica, dopo aver falciato tutte le legge elettorali d'Italia, con cui abbiamo votato negli ultimi 20 anni a tutti i livelli, dovremo poi dedurre che l'unica Legge elettorale costituzionalmente valida è quella fuoriuscita dalla sentenza della Corte Costituzionale: sia perché è un proporzionale puro con preferenze, sia perché l'hanno scritta (di fatto) i giudici della Corte Costituzionale. OK...A CHI TOCCA LANCIARE I DADI?

SE INVECE VOGLIAMO RAGIONARE SENZA FARE PIROETTE, andrebbe solo ricordato perché stiamo sostenendo il Mattarellum. E basta: il Movimento 5 Stelle vuole tornare alle elezioni il prima possibile. Ci vuole tornare con la legge elettorale "Mattarella" detta "Mattarellum", quella del 1993 (senza modifiche "ad personam"). Perché è l'ultima legge elettorale votata da un Parlamento legittimo (non crediamo sia la migliore, infatti noi ne avevamo presentato un'altra, forse l'unica costituzionale: proporzionale puro con preferenze positive e negative).

E RICORDO A TUTTI che se la sentenza della Corte sul porcellum fosse uscita prima delle elezioni di febbraio 2013, molti parlamentari (SEL, PD e CD) non sarebbero stati neanche eletti e tanti altri (anche del Movimento 5 Stelle) invece siederebbero in Parlamento, invece di risultare "non eletti".
E qualcuno ha anche il coraggio di dire che un Parlamento in queste condizioni possa votare una NUOVA legge elettorale? Bhe ci vuole fegato. Figurarsi poi chi ha il coraggio di dire che questo Parlamento deve modificare la Costituzione...(criminale).

Il nuovo Parlamento eletto con il Mattarellum potrà decidere di fare una nuova Legge elettorale o addirittura di metterla in Costituzione, così che possa essere modificata con i due terzi dell'Aula e non a colpi di maggioranza. Il nuovo Parlamento potrà decidere quello che vuole, sarà pienamente legittimato se eletto con una Legge precedente all'era porcellum.
Ma per ora dobbiamo fermare questo "vulnus" che sta infettando il nostro ordinamento. Questo Parlamento meno cose vota meglio è. E' moralmente illegittimo perchè composto in maniera alterata.

Ripristiniamo il Mattarellum e stacchiamo la spina.
#tuttiacasa (inclusi noi).




Immediata la controrisposta di Andrea Scanzi. La ricopio qui, ma nell'articolo ci sono rimandi anche ad altri articoli interessanti:

M5S, Di Maio e il (non) ‘vedere le carte’ di Renzi

Ho letto con interesse e divertimento il post con cui Luigi Di Maio ha provato a rispondere a Travaglio e me, ma più che altro a quei milioni di italiani che si chiedono (come fecero a marzo e aprile) perché i piani alti dei 5 Stelle preferiscano regalare un altro alibi gigantesco al Pd. Di Maio ironizza su quelli che chiedono a M5S “di andare a vedere le carte di Renzi”, ribadendo che il sindaco assenteista di Firenze è un baro. E dunque non c’è nulla da vedere.
Gli rispondo con piacere, è persona che conosco e stimo. Di Maio ricorda che i tre brodini di Renzi in merito alla nuova legge elettorale sono in realtà le tre versioni revisited già proposte da Lady Ikea Finocchiaro. Lo so, Di Maio, lo so. E so anche che, interpretando alla lettera la Consulta sul Porcellum, sono incostituzionali “praticamente tutte le leggi elettorali delle regioni italiane“. Ma il punto non è qui, caro Di Maio. Il punto è nella forma e nella sostanza.
Forma: se dite no a priori, con la solita aria da saputelli alla Lombardi (“Noi siamo le parti sociali“: sì, e Boccia è Churchill), regalate un altro alibi a Pd e derivati. Se dite no a priori, pur con tutti i motivi più validi del mondo, Renzi e media al seguito potranno dire: “I grillini sanno dire solo no, li abbiamo cercati ma ci hanno sbattuto la porta in faccia“. Tu, come molti (non tutti) parlamentari e molti (ma non la maggioranza) degli elettori 5 Stelle, confondi il “vedere le carte” con la “resa incondizionata”. Dialogare con Renzi, che forse è davvero “solo chiacchiere e distintivo” o per meglio dire solo Righeira e Jovanotti, non significa dargliela vinta o abbassarsi al livello del Pd (dove ci sono comunque persone degnissime): significa costringerlo a dare il meglio di sé oppure a svelare definitivamente il suo bluff. Dire di no a priori a Renzi è fare un regalo a Renzi, proprio come venne fatto un regalo al Pd non facendo il nome dopo la caduta di Bersani al secondo giro di consultazioni. So bene che Napolitano non vi avrebbe dato l’incarico: ma so anche che, per colpa di quel duropurismo, ancora oggi ogni persona vi accusa di avere regalato il governo a Letta & Alfano. E sarebbe bastato proporre “Settis” o “Zagrebelsky”, come stavate per fare, per evitarlo. Puoi girarci intorno quanto vuoi, caro Di Maio, ma voi non rischiate nulla nell’accettare il dialogo. Provare a fare una riforma con il Pd non significa vendersi al Pd: vuol dire essere maturi (e voi, da soli, aritmeticamente potete fare poco).

Nella sostanza: i tre brodini di Finocchiaro-Renzi fanno ridere. E ovviamente Renzi vuole una legge elettorale che ammazzi anzitutto voi, regalando (si fa per dire) al paese un bipolarismo spinto che estrometta M5S e garantisca un futuro dorato a Renzi, così sfuocato politicamente da andare bene tanto al centrosinistra quanto al centrodestra (è la fortuna di chi non dice niente: piace a tutti). Sul piatto ci sono però altri punti. Lasciamo stare la trasformazione del Senato in un meltin’ pot di consiglieri regionali, che Renzi deve avere letto in un numero di Topolino quando aveva 19 anni e sognava un weekend di solo Indovina chi? e maratone tivù di Genitori in blue jeans con Karina Huff. Gli è presa la fissa e ognuno ci ha le sue. Renzi propone anche il taglio dei fondi pubblici ai consigli regionali e le unioni civili. Hai idea del rapimento mistico che nascerebbe in milioni di italiani se fossero varate le unioni civili, come fin qui voi avete voluto ma buona parte del Pd no, alla faccia dei Formigoni e Giovanardi? Cosa avete da perdere sul taglio dei fondi pubblici? Voi nulla, Renzi e derivati tutto.
E poi: perché non rilanciare per esempio con (cito Travaglio) “embrione di reddito minimo, blocco del Tav Torino-Lione, legge draconiana anti-corruzione e anti-evasione“? Basterebbe poco: una vostra delegazione va a Firenze, incontra Renzi e i suoi. Parlate, discutete. Dite a Renzi: “Rinuncia ai rimborsi elettorali, rinuncia adesso (tu scriveresti “ADESSO”). E sulle unioni civili ci stiamo“. Lo pensate già, l’avete già detto: perché non ratificarlo? Perché non dirlo esplicitamente anche in faccia a Renzi e a favore di telecamera? Chi ve lo vieta? Che male c’è nel provare una strada per dare una spallata alla nomenklatura del Pd, a quel che resta dei casinian-montiani, ai berlusconiani e agli alfaniani? Forma e sostanza, Di Maio.

Forma e sostanza: senza l’una o l’altra non si va da nessuna parte, se non su Facebook a fare i fighi. Se voi vi arroccate perché “Renzi è un bluff”, non è che Renzi si lista a lutto: cerca un accordo con chi gli somiglia di più, cioè Berlusconi. E vi taglia fuori. E taglia fuori i cittadini che vi hanno votato, e a cui rispondete. Se voi vi impuntate, gli altri (mentre vi dite “bravi” a vicenda su Twitter) legiferano al vostro posto. E legiferano male, anzi peggio. Come quasi sempre. Puoi girarla quanto vuoi, caro Di Maio, ma più dite no e più regalate altri anni di politica a quella grigia ghenga che siete soliti chiamare “casta” (Re Giorgio incluso). Più dite “no” e più riverberate l’idea (sbagliata) di non fare nulla se non sperare nello sfacelo altrui.

Non ignoro quale sia la vostra strategia: Renzi è in riserva d’ossigeno e ha bisogno di risultati concreti immediati perché ha promesso la Luna. Per ora, al di là delle dimissioni frignone di Fassina, non ha ottenuto nulla: un po’ poco. E’ l’unico avversario che temete: non aiutandolo, sperate che Renzi si areni da solo e mostri a tutti la sua pochezza. Strategia machiavellica e forse arguta, ma – visti i tempi – un po’ troppo cinica.

Avete detto che le leggi si votano in Parlamento e non a Firenze a casa di Renzi. Vero. Ma la politica si fa anche fuori dal Parlamento, e pochi come voi – sempre in giro ad incontrare la gente – lo sanno. Di Maio, che quando vuole sa essere scaltro, non ignora che ogni tanto in politica occorre anche giocare a scacchi. Perfino con chi si crede Garri Kimovič Kasparov ed è al massimo un ragionier Filini. Perché non provarci?


P.s. Abbassare i toni, ogni tanto, non è reato. E’ quello che Grillo ha fatto al V-Day3, e poi nel discorso di Capodanno, e poi nel post dedicato a Pierluigi Bersani. Non è casuale ed è un aspetto da non sottovalutare: è il tempo della costruzione, più che dell’urlo. E la costruzione non si fa quasi mai in solitudine. Lo ha scritto ieri anche Giovanna Cosenza nel suo blog: “Se Grillo avesse la capacità di usare sempre questo stile di comunicazione, anche per esprimere il dissenso e la critica, il Movimento 5 Stelle farebbe passi da gigante. Non solo: tutto il dibattito politico, in rete e fuori, ne trarrebbe grandi vantaggi“. Condivido.




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Lo scambio di vedute è sicuramente interessante e illuminante. Comprendo la posizione di Scanzi, anche se non la condivido pienamente e per un motivo fondamentale: i 5 stelle hanno sempre affermato di essere pronti a votare a favore di qualsiasi proposta giusta in Parlamento, di qualunque parte politica. Ed è ciò che in effetti hanno sempre fatto.
Quindi tutte queste chiacchiere, questa volontà di fare scambi, accordi e compromessi, oltre ad essere inutili, fanno parte di una politica vecchia, dedita più alla strategia e alla propaganda che ai fatti. Forse i 5 stelle sono troppo avanti. Il problema è se gli Italiani lo saranno altrettanto.



[Modificato da Grieved 07/01/2014 14:15]
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