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WATCH ME FLY (in corso). Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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29/08/2012 00:25
 
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Brava e finalmente dopo tanti mesi lontani si incontrano.
31/08/2012 10:59
 
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Capitolo ventiseiesimo

“Come è andato il viaggio?” le chiese Michael dopo averla accolta tra le braccia.
“Bene. Andare in aereo è qualcosa di ,non saprei, magico forse? Non mi ero mai immaginata che la terra potesse apparire così piccola. Da lassù, siamo davvero tutti uguali.” Si fece avanti nella suite quasi come a voler chiedere permesso ad ogni passo.
“Da una parte devi perdonarmi Clara.” Michael la seguiva nella sua ispezione.
Clara si voltò stupita. ”Perché mai. Non hai nulla da farti perdonare.” sorrise infine.
“Non sarà facile!” disse lui riassumendole le preoccupazioni che lo mortificavano.
“Chi può dirlo. E se sarà dura, noi lo saremo ancora di più!” tagliò corto convinta.
Michael alzò gli occhi al cielo arrendendosi. Clara si affacciò alla finestra tirandosi fuori fino al busto.
“Almeno qui il freddo dell’inverno si percepisce!” lo disse così raggiante che alcuni passanti la guardarono come infastiditi dal commento. Per loro, era insopportabile quel lungo freddo. Clara li salutò poi, con un’ energico movimento della mano facendo riscaldare i loro animi. Ricambiarono.
Michael si mise una mano fra i capelli. “Ehm ,Clara, questo è un’ altro gesto molto rischioso.” le fece presente cercando di non farsi vedere fuori.
“Suvvia Michael, non essere come Joan! Hai un’aria stanca, vieni qua! “Lo prese per un polso e lo spinse fino a farlo ritrovare con la testa all’aperto.
Si coprì il volto, ma per poco.
“Ora non passa nessuno.- assicurò Clara cercando i suoi occhi-non sono mica impazzita. Però io credo che più ci si nasconde, più si è cercati.”
“Ma sarebbe un continuo per me.” spiegò Michael che tuttavia non disdegnò l’idea di starsene lì affacciato.
“Senti, hai per caso intenzione di visitare altri orfanatrofi ?” e posò il viso sul palmo rivolta a lui.
“Dovrei” rispose distrattamente.
“Allora io vorrei venire con te. Lì sì.” disse piano.
Michael provò amarezza verso sé stesso. Poteva negarglielo? Era inutile. Però gli piaceva pensare che lo accompagnava. Sospirò. “Va bene.”
Per tutta risposta gli saltò al collo gioendo. Michael non potè non ridere. “in questo momento mi ricordi le fan che salgono sul palco.”
Si sedettero poi sul letto.” A proposito, ti mostro qualche cassetta.”
Tastando le lenzuola ,Clara ebbe un dubbio. “Dove dormirò io?”
Michael ,impegnato a far partire la registrazione si voltò. “Non ci sono altri letti. Se vuoi ti prenoto un’altra stanza.”
“O ma ,io potrei anche sul divano.”
“Hai ragione. Troppo rischioso prenotarne un’altra.”
“Ma non è per questo. Non voglio che tu spenda per me.”
“Allora tu sul letto ,io sul divano.” le propose.
“No ,come ho detto io.” insistette quando le fu di nuovo accanto.
Michael le fece cenno di prepararsi all’inizio della ripresa. “E…se dormissi con me?” fu un’altra proposta quasi imbarazzata.
Clara non aveva udito o forse finse di non avere. Non riformulò la domanda, lasciò stare.
“Domani se vuoi andremo a visitarne uno qui vicino. Sono libero, poi, ho ancora un assegno da versare. Farò organizzare il tutto questa sera.”
Gli occhi di Clara, rapiti dalle scene, scintillarono e si fecero più azzurri che mai. Michael non era per niente tranquillo, ma raccolse la sua felicità.

Al mattino, nel momento di partire ,Michael indugiò sulla porta. Clara ,circondata dagli “anti-Joan” ,ovvero le guardie del corpo ritornò sui suoi passi.
“Se ci vedono, succederà una baraonda.” disse visibilmente innervosito.
“Con tutte queste guardie?”
“Lascia perdere. Andiamo. ”e si diresse irritato giù con la scorta che precipitosamente, dopo un rapido smarrimento, lo raggiunse con Clara.
In effetti, qualcuno c’era e incuriosito tentò di farsi avanti, senza successo. Clara non ci fece caso, se non quando, mentre si dirigevano in macchina, una folla si accalcò su di loro costringendo una rapidità nel salire che per poco non la fece cadere.
“Stai bene?” Michael le allargò le braccia.
“Sì sì…. E ora che fai?” gli chiese vedendolo alzarsi fino a spuntare da un apertura sul tetto.
“Tieni.” Riaccomodatosi, le porse un mazzo di fiori pervenutogli da qualche parte.
“Ma non dovevi essere ”invisibile”?”
“Ormai”
Percorsero una stradina assai tortuosa e si ritrovarono davanti ad un edificio che somigliava molto ad un ospedale. Clara si incupì. Ad attenderli c’erano due uomini che si presentarono come i dirigenti e gli fecero strada , all’interno. Michael era letteralmente travolto dai discorsi e Clara passando tra le stanze, assisteva ai piccoli accuditi che gioivano nella loro dura verità condividendola con ciascuno. Si rasserenava scorgendovi, almeno, l’amore. I bambini furono fatti sistemare in una stanza per godere dell’arrivo dei visitatori. Michael, ancora in balia delle chiacchiere ,non si accorse subito del legame che Clara ,senza problemi ,stava istaurando con quelle piccole creature. Quando, girandosi su sé stesso la chiamò, gli fu indicata in mezzo al cerchio che canticchiava qualcosa di davvero coinvolgente.
“Credo che la sua…..”
”Fidanzata.” disse incurante mentre non le staccava, intenerito, gli occhi di dosso.
“Oh ,complimenti. Credo, dicevo, sia molto apprezzata. Bè, se mi permette, accanto ad un grande uomo deve esserci una grande donna.”
“Lo ha detto.”
“Se lo desiderate, i bambini hanno preparato qualcosa in vostro onore. Non so se ora ne avranno più voglia. Li vedo molto occupati.”
Clara aveva appena smesso di deliziarli ed ora gli parlava con una confidenza commovente. Per lo meno ,secondo Michael che consigliò di non scomodarli. Passò molto tempo prima che la piccola riunione si sciogliesse lasciando Clara con un sapore di zucchero in bocca e nel cuore. La visita si concluse con le carezze distribuite da Michael e con il famoso versamento per poi andarsene nella riservatezza più totale.

“Ok, la giornata è filata liscia.”
“Visto?”
“Come ti sono sembrati quei bambini?” le chiese Michael appoggiandosi al muro.
“Trattati bene. E…tutto sommato, felici.” sentenziò mentre si toglieva il cappotto.
Michael glielo prese e lo andò ad appendere .”Domani ripartiamo. Non oso immaginare quello che accadrà.”
“Non farlo. Suvvia Michael, non siamo mica due ladri. Io…non credo di essere un grande problema.” Gli disse piano.
“Ma tu non lo sei. Non volevo dire questo.” Le accarezzò il viso rimediando alle parole dette. Clara gli strinse la mano e osservò gli anelli sulle loro dita.
“Non possiamo farci niente. Inutile nascondersi.”
Michael la abbracciò. “Mi arrendo. Que serà serà!”
Clara rise sotto i baffi.” Rieccoti con il tuo bel francesismo.”
La baciò dolcemente e un senso di pace interiore lo pervase.Sì, non serviva nascondere qualcosa che poteva essere scoperto in modi più loschi. Michael lo capì e si sentì rincuorato dalla conferma che a lei, non pesava.
01/09/2012 13:17
 
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Con la sua fidanzata al suo fianco la sua vita è più tranquilla
01/09/2012 17:00
 
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Capitolo ventisettesimo

Il sole era appena sorto quando Clara e Michael si avventurarono alla volta di Mosca. Un’ultima breve pausa per Michael, prima di rimettersi al lavoro. Non appena l’aereo si alzò in volo Clara si appoggiò al finestrino . Sorvolarono l’Europa e si sentì rapita dalla meraviglia del paesaggio sottostante. Conosceva le bellezze di quella terra e si accorse che dall’alto non era per niente da meno.
“Bella vero?” osservò Michael che passava lo sguardo dal finestrino a lei con estrema precisione nell’afferrare le sue espressioni. Clara annuì e un attimo dopo, qualcosa cambiò. Prese a tormentarsi le mani e la testa prima irrequieta si placò e restò immobile.
Allora, le chiuse le mani nella sua. “Non sei sicura?” chiese provando a mettersi nei suoi panni.
“Lo sono, solo che….” lo fissò attentamente ad occhi ben aperti.
“Solo che?”
Clara sorrise in modo comprensivo, come se avesse ragionato sino a quel momento con lui. ”Ci ho pensato e adesso mi sono convinta che è meglio così. Devi anche tu però.” Michael non sapeva se fermarle la bocca come aveva fatto con le mani o ascoltare silenziosamente. Optò saggiamente per l’ultima .Una risata anticipò il tutto.
“Che c’è?” forse doveva solamente raccontargli una cosa buffa rinvenutale alla mente.
“Se mi guardi così non ti dirò nulla. Mi farai solo ridere. Puoi star tranquillo che non saranno pericolose le mie parole ,anzi.” E concluse con una serietà forzata.
“Bè…questa è la mia faccia. No che non mi preoccupo.” disse Michael trovando più serenità. Forse mancava questa.
“Così va meglio, decisamente. Volevo dire, credo sia più giusto che mi lasciassi tornare a Neverland. Non perché non voglia mostrarmi ,soltanto per lasciarti fare il tuo lavoro.” Si fermò cercando segni di approvazione ,ma non ne ebbe, Michael sembrava assorto. Già non la guardava più.
“Sono felice di viaggiare con te, ma tra un po’,non potrai badare a me.”
“Ok ,se è questo che vuoi.” Disse Michael mestamente.
“Non lo voglio io, lo vuole lo scorrere delle cose. Manca poco a quando tutto sarà concluso no?”
Michael le strinse le mani.” Va bene, ma ,ti prego, manca ancora qualche giorno. Resta.” Le sorrise.
“Certamente. “assentì giuliva. La notte sopraggiunse e mancava poco all’atterraggio. Se non avessero incontrato nessuno ,secondo Michael era meglio, ma visto che le voci corrono più degli aerei, la cosa sarebbe state difficile. Alzò le spalle, però dovette essere cauto ,Clara dormiva appoggiatavi.

AEREOPORTO DI MOSCA-ORE: 7.00 am
Clara era ancora nel mondo dei sogni quando l’aereo decollò. Michael si sporse un po’ in perlustrazione e ,ancora una volta sorprendendosi, non vide nessuno.
“Possiamo scendere.” avvertì uno dei famosi “anti-Joan” da un sedile avanti.
“Clara, dobbiamo andare” le sussurrò in un orecchio facendola ridacchiare per il solletico procuratole con il respiro.
Si affacciò pronta ad una ,supponeva ,calda accoglienza. Le morirono le mille idee che si era formata per mostrarsi il più possibile adorabile quando vide come unica persona ad attenderli ,un autista.
“CLARA!” la richiamò Michael spronandola ad affrettarsi.
“Ah, non temere, ci sarà gente ben presto. Soprattutto fotografi.” ironizzò.
“Che facciano pure! ”ribadì risoluta.
“A giusto giusto.”
L’auto camminò per un lungo tratto vuoto fino a raggiungere un’ hotel. E, fuori dell’hotel, l’accoglienza festosa e indagatrice si mostrò a loro. Michael fece l’occhiolino all’ostinata che si era avvinghiata al suo braccio allarmata.
“Ora stai a vedere che hai paura della folla.” scherzò Michael.
Clara si staccò irritata dal sarcasmo e attese il momento di uscire ansiosamente. In Michael ritornò, inspiegabilmente, quella punta di compassione che lo portò a maledirsi per tutto ciò che ora le stava dicendo. Si fece coraggio, sistemò il cappotto lungo la vita e scese alzando il livello delle grida e dei flash. Una guardia stava apprestandosi poi a far scendere Clara ma fu bloccata da Michael che ne prese il compito con vera galanteria suscitando la curiosità dei molti. Aprì lo sportello e vi si immerse fino al busto per raggiungere Clara che gli apparve un passerotto tra le aquile che, amante della libertà, non voleva però librarsi in quel cielo. Allungò una mano in sua direzione.
“Mi permette di aiutarla ad uscire?”
Clara ne fu lusingata e fu spinta a rispondere al gesto. Calò un silenzio imbarazzante tra le luci che si alternavano sempre di meno.
“Ecco brava. Sii te stessa ok? “le suggerì.
“A volte dovrei tagliare la lingua.”
“Oppure a me le orecchie-pensò un po’-e le mani.” Sorrise.
Clara aumentò la presa e finalmente uscì. Dopo uno smarrimento generale, ripartirono gli scatti e alcuni mormorii.
“Regola numero uno?” disse piano a Michael.
“Salutare.” Così fecero tra gli applausi di qualcuno che lunga l’aveva vista.
“Numero due?” continuò dopo.
“Correre ai ripari così.” Michael diede un colpetto alla spalla di uno dei bodyguard e corsero nell’albergo divertiti.
Chiusasi la porta la porta della loro nuova suite, Clara e Michael poterono riprendere fiato.
“è stato divertentissimo!” commentò Clara ancora inebriata.
“Abbastanza!”
“Chissà cosa diranno?” Si mise ad imitare in modo grottesco i giornalisti e Michael rise dimenticando tutto.
Mentre era ancora occupata a realizzare la sua scenetta, la sollevò un po’ fino ad avvicinarla alle sue labbra.
“Domani ti porto in un luogo tranquillo ,appena ho saputo dell’esistenza ho pensato a te. Ormai hanno la notizia. Lascia che si sbizzarriscano a piacere. La verità chi vuole la sa.”
Clara…annuì e lo abbracciò.
“Vieni.” si avviò alla finestra e salutò affettuosamente chi era ancora lì a sostare.
Ricevette altrettanti saluti e altrettanti applausi.
“Io…dico…come ci sei riuscita a fare ciò. Sfido chiunque a versare una parola cattiva su di te. ”disse incredulo Michael agitando la mano con lo stesso risultato.
“Bè…sono me stessa!” rispose semplicemente.
“VOLETE IL MIO NOME? FELICEMENTE….CLARA!” urlò scatenando inni festosi.
“Scriveranno anche felicemente.” disse Michael scuotendo la testa .
“Scriveranno anche Clara però. Vedi, un po’ di verità c’è.”
I loro volti si incontrarono e si scambiarono un timido bacio guardandosi poi intensamente negli occhi. Le grida erano così vicine ma così lontane. E gli scatti? Forse dei fuochi d’artificio?
02/09/2012 10:44
 
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Adesso pensa a godersi i giorni con il suo amore quando far concerto gli dedicherà tutte le canzoni
04/09/2012 18:05
 
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Capitolo ventottesimo

“Siamo arrivati?”
“Devi avere pazienza. Quasi.”
Quale fosse il fantomatico posto Clara non ne aveva idea e lui non aveva fatto trapelare nulla. Si era limitato a ripetere. “Ti piacerà.” Attraversarono un consistente tratto di Mosca tanto che si sarebbe potuto credere di esserne usciti.
“Eccoci!” esultò Michael ad un tratto sporgendosi in avanti.
Fu il primo a scendere e assicuratosi che vi fosse nessuno aiutò Clara a camminare poichè magistralmente bendata. Si affiancò poi al finestrino dell’autista. “Vi farò sapere quando potrete tornare.” Allora si allontanarono.
“Michael io temo di essere divenuta ceca per quanto tempo ho tenuto questo fazzoletto.” rise Clara inebriata e fuori di sé da quel che poteva aspettarsi . Lui dietro ridacchiò dal canto suo.
“Ora puoi.- disse finalmente poi sbucandole con la testa da dietro una sua spalla-anzi aspetta faccio io.”
Così la sbendò lentamente e Clara dopo aver aperto e chiuso le palpebre un paio di volte potè solo restare a bocca aperta e occhi sbarrati. Michael le scrutò il viso soddisfatto.
Davanti a loro si apriva un immensa distesa d’erba con qua e là piccoli fiori del posto resistenti al freddo che incombeva. Qualche albero salutava con i suoi rami semi spogli agitati da un lieve vento frizzante. Poco più giù il confine era segnato da un fiumiciattolo. Non c’era nulla a che vedere con la stagione o il posto alla fin fine. Era come un regno a parte.
“ è opera tua la magia che c’è?” chiese Clara guardando Michael che contemplava il tutto con le mani in tasca ciondolando sui piedi uniti.
“Mia? No, non ho queste facoltà. È semplicemente opera-indicò il cielo-di Dio.”
“Mi pare logico.” E accortasi del tremendo sproposito si grattò il capo abbassando lo sguardo imbarazzata.
“Io dico che manca qualcosa però.” osservò pensieroso.
Clara rialzò la testa. ”A sì?” Non le sembrava carente di nulla di più bello.
Michael la guardò malizioso. “Presa!” gridò correndo portandole via la sciarpa che teneva a penzoloni sulla borsa.
“Ma….-Clara si strinse nel cappotto risoluta ,si calò nella parte e lo seguì-me la pagherai!”
Percorsero tutto il prato colorandolo di felicità e spensieratezza. A cuor leggero si inseguirono a turno. Non fu la sciarpa di Clara l’unico ostaggio; gli occhiali di Michael che Clara raccolse da terra perché caduti dalla giacca a doppio petto su cui li aveva appesi, il ferma capelli di Clara, i suoi guanti finiti misteriosamente tra l’erba.
“Stop!” suggerì Michael sdraiandosi con le mani dietro la testa e un bel fiatone.
Clara lo raggiunse altrettanto stanca e si sedette accanto a gambe incrociate dandosi una risistemata. Rimasero un po’ in silenzio.
“Sei proprio sicura di voler andare?” chiese Michael mesto.
“Oh Michael ti prego non farmi cadere in inutili ripensamenti. “lo pregò guardandolo supplichevolmente.
Le sorrise. “Sì hai ragione.”
“Io non voglio la ragione, voglio che tu sia felice di questo come lo sono io.”
“Lo sono. -si sollevò su un fianco-qualcosa di me ti fa pensare il contrario?”
Clara scosse il capo e gli regalò un altro sorriso sincero.
“Parlando d’altro. Secondo te, Joan, sentirà la nostra mancanza?”
“è abituato. Poi, sa che noi gli vogliamo bene e questo gli basta. Me lo ha detto.” le assicurò.
“Quando tornerò mi rimetterò subito al lavoro anche io, con tutto. Vedrai sarò una donna completa, credo.” Alzò le spalle.
“Già lo sei, per me!”
Clara avvampò. Le facevano sempre un certo effetto i complimenti intimi.
“Michael le sfiorò la mano con l’anello. Ricordò la coppietta che aveva visto dal suo albergo e si riperse in qualche pensiero.
“A, tieni gli occhiali.” fece lei estraendoli dalla borsa e porgendoglieli con aria di vittoria per il fatto che a differenza, era riuscita a riprendersi tutto.
“Faremmo meglio ad andare perché ho fame e comincia a far davvero freddo.” suggerì Michael notando anche le guance di Clara farsi rosse.
La macchina li ricondusse all’hotel e lì Michael ebbe l’annuncio che l’indomani a sera Clara sarebbe ripartita con Joan.
“My little teacher spero che tu…sia stata bene qui .”
“Mi sono divertita tanto!” ammise.
“Lo stesso vale per me. Con te, cambia tutto.”
“Lo stesso con te. Stavo pensando, cosa pensi diranno i bambini se hanno saputo che noi..”
“Io dico che loro lo sapevano già. C’è da chiedersi, cosa accadrà a te tornando con...i grandi. Ti assaliranno. Ma stavolta anche tu avrai delle guardie, ci ho pensato io.”
Clara fece una buffa smorfia di disgusto. ”Intendi gli anti Joan. No grazie. Joan varrà mille volte più .”
“Anti Joan!?” rise Michael incuriosito dal nome che tuttavia, non era sbagliato.
“Ammettilo, ho centrato in pieno!”
“JOAN!” gridò Clara salutandolo da lontano lasciandosi dietro una barriera di curiosi che si tenevano ad una distanza rispettosa. Qualcuno sventolava giornali con la sua foto e quella di Michael che le sarebbe piaciuta ammirare da vicino.
“Michael è rimasto in albergo. Ti saluta e non vede l’ora di tornare.” disse al buon uomo abbracciandolo una volta saliti.
“Ma cosa avete combinato ragazzi? La televisione sbandiera la vostra relazione ma ,sia chiaro, con un fare che se Michael avesse udito ,non ci avrebbe creduto.”
“Diciamo che li abbiamo vinti ,come dice Michael. Ma ,Joan, vorrei che tu non parlassi di relazione ma, amore, è più bello secondo me.”
“Scusami tanto, ma in televisione hanno parlato così.” disse acconsenziente della sua richiesta.
Clara si voltò verso il finestrino e diede un’ultima occhiata, nello stesso istante, Michael scrutava il cielo nell’assurdo tentativo di vederla.In effetti i bambini ,radunati di nuovo, rivelarono di aver intuito qualcosa tra loro e la riempirono di lusinghe da parte dei genitori.
“Mia madre dice che siete una bella coppia e che… voi dovreste…”il piccolo si guardò attorno e non finì la frase ,imbarazzato.
“E sul giornale siete così romantici. “aggiunse una bambina vispa abbracciandosi e collegandoli a qualche principessa che le ricordò tanto Clara.
“Michael sarà via ancora per molto?”
“ è molto impegnato. Presto lo riavrete qui però ,bè, dovrete attendere ,ma ,fidatevi, attendere, lo so per esperienza, vale la pena .”e guardò il cielo.
04/09/2012 18:30
 
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Belli! Cavoli ero rimasta davvero indietro! ero solo alla parte dell'anello! [SM=g27811] [SM=g27823]


URL=http://michaeljacksongold.forumfree.it/]
04/09/2012 22:19
 
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Belli Belli! [SM=g27823] questa è una delle ff che leggo molto volentieri! ci sto pure 2 ore di fila a rileggere tutto da capo! e poi dicono che non leggo! [SM=g2927028]
[Modificato da Breaking News 777 04/09/2012 22:19]
04/09/2012 22:20
 
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Re:
Breaking News 777, 04/09/2012 22.19:

Belli Belli! [SM=g27823] questa è una delle ff che leggo molto volentieri! ci sto pure 2 ore di fila a rileggere tutto da capo! e poi dicono che non leggo! [SM=g2927028]




ahah,grazie!
04/09/2012 23:14
 
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Bello e te lo ripeterò sei bravissima a trasmettere emozioni
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