WATCH ME FLY (in corso). Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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14/08/2012 11:59
 
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Sono dolci ogni giorno che passa.
14/08/2012 21:39
 
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Buona lettura!!


Capitolo sedicesimo

Clara salì in macchina indossando i suoi pantaloni più nuovi e una camicetta ritoccata qua e là da lei stessa così abilmente da nascondere ogni segno del tempo. Joan fece da autista ma in una veste insolita per lui, maglietta e jeans. Seduta sul sedile posteriore mentre l’auto si avviava all’uscita, Clara era impegnata a rimirare la sua borsetta appena scartata regalatale da uno dei suoi “alunni” . Partirono così alla volta della città. Michael l’aveva salutata al cancello con un grande bacio augurandole di divertirsi.
Appiccicata al finestrino osservava scorrere il paesaggio naturale di Santa Barbara. Joan ogni tanto le chiedeva se andava tutto bene e in realtà non si aspettava nessuna risposta, era pienamente d’accordo con lo stupore che le rendeva la mente troppo occupata per rispondere.
“Eccoci a destinazione” annunciò aprendole lo sportello.
Erano nel parcheggio di un negozio la cui definizione di “grande” era soggettiva. Per lei andava bene il termine, forse perché non aveva mai messo piede in uno .Le porte scorrevoli si aprivano e chiudevano in una velocità che fece indugiare Clara ad entrare, ma dopo aver visto l’esempio della sua guida si avventurò. Il negozio era organizzato su due piani collegati da scale mobili e ascensori.
“Allora Clara, dove desideri andare? alla boutique, alla gioielleria….”
“In quel negozio di fiori!” disse avendone avvistato uno che le aveva catturato l’interesse da subito. Joan la seguì impettito. Se qualcuno avesse fatto caso a loro potevano crederli davvero padre e figlia. Al bancone stava una signora anziana, con un paio di occhialetti da lettura posati sull’arcuato naso. Li accolse con un saluto stridulo ma molto caloroso. Clara ricambiò e si avvicinò ad una composizione di girasoli. Li annusò un po’.” Niente male” pensò.
“Vuole una mano?” chiese la donna andandole alle spalle.
“No…anzi, forse sì.” guardò Joan che acconsentì .
“Vorrei dei fiori che esprimano la mia gratitudine verso una persona. Ma non saprei quali.”
La commessa la guardava diretta come se avesse voluto cavar dalla sua testa i pensieri. “Per chi sono cara?” le disse alla fine.
“Mi dispiace-si sentì in un momento di insicurezza-non posso dirle il nome.”
Una risata scosse il gracile corpo della signora che fece ridacchiare anche Joan. Riprese il controllo.
“Oh ma io non voglio certo sapere il nome, intendevo, cosa è per lei, padre ,amico ,marito..”
Clara che si convinse di aver fatto una figuraccia- era così ovvio ciò che intendeva!-ora era completamente disorientata. Ma alla vista degli occhi miti puntati ai suoi si rilassò.
“é…il mio ,diciamo più che amico!” scherzò sperando che non usasse il termine giusto considerandolo anche quello da lasciare alla privacy.
“Capisco ,allora ci vuole qualcosa di speciale. Scommetto che il tuo fidanzato è speciale.”
La parola “fidanzato” la attraversò. Le suonava così strana ,anche se era le verità dei fatti infondo. “Sì, è molto speciale.” aggiunse mentre la commessa si guardava intorno pensando. Poi ebbe l’illuminazione e prese da un vaso esposto un grazioso mazzo già pronto. .
“Questi dovrebbero andare.” Glieli porse. Clara li osservò incantata.
“Non c’è niente di meglio per ringraziare qualcuno .”
“Vengono molto?” chiese aspettandosi la triste verità.
“No cara ,no. ”fu la risposta che ebbe un suono meraviglioso alle orecchie di Clara a dispetto del reale.
“Se volete potete tornare a prenderli quando avrete finito le compere.” propose gentilmente. Era un’ottima idea, non voleva di certo presentarsi con i fiori tutti appassiti!
Così, uscì tutta fiera di sé ripetendo a Joan se avrebbe gradito.
“Ma certo! A lui piacciono i fiori.”
“Scommetto che ne riceverà fino alla nausea.” sospirò poi.
“Ma a Neverland c’è spazio. –rise lui-E poi, perché tu no?”
“E per di più sono i vostri soldi”
“Ma sentito? Potevamo farci quello che volevamo.”
Clara si sentì subito meglio. Era incredibile come Joan riuscisse ad infondere quiete solo con semplici parole, aveva quel suo modo pacato che avrebbe reso mansueto persino un leone ipotizzò .Stettero via tutta la giornata. Osservarono vetrine, fecero la spesa, si fermarono a rifocillarsi in un piccolo ristoro. Tornarono a Neverland al tramonto. Dalla macchina, entrando nel cancello secondario si scorgeva alle spalle della tenuta.
“Michael, Michael siamo tornati!” gridò Clara eccitata all’idea della faccia che avrebbe fatto vedendo i fiori. Nessuno rispose. Joan intanto scaricava i sacchi della spesa. Ad un certo punto udì una melodia e seguendole si ritrovò davanti lo studio. Aprì un po’ la porta e vedendolo sorrise tenendo ben nascosti il mazzo. Michael era completamente assorto nel suonare e ogni tanto canticchiare parole a caso. Non voleva disturbare. Prima o poi si sarebbe accorto di lei. Voltandosi le indirizzò un sorriso inaspettato invitandola ,facendo segno con la testa, ad entrare. Si fermò. Clara camminò verso il piano con il regalo dietro la schiena in attesa del momento opportuno.
“Allora come è andata?”
“Benissimo. Mai visto un negozio così grande!” sostenne e non riuscendo più a trattenersi mostrò il pensiero.
“Questi sono per te. Mi sono permessa di farti un dono. “
La bocca di Michael si allargò fino a mostrare tutti i denti. Li prese e ne assaporò il profumo. “Non ce n’era bisogno. Se faccio tutto questo tu sai che è per amore ,ma li accetto molto volentieri.”
Clara posò una mano sul piano e Michael gliela prese. “Li metterò in camera mia. Vieni”
Li infilò in un vasetto da cui tolse dei fiori finti che posò sul comodino.
“Prendi la bottiglia d’acqua sulla specchiera . Li annaffierò di persona.”
Clara obbedì. Quando afferrò la bottiglia le cadde l’occhio su qualcosa di “strano”. Si accigliò per indagare meglio. Quando stette sul punto di prendere in mano una di quelle stranezze Michael le andò accanto e spinse il tutto nel cassetto sottostante la tavola.
“Lascia perdere. Roba passata. Dovrei buttarla. “
Clara scosse il capo in segno di incomprensione.
“Te l’ho detto ,lascia perdere. “
“A cosa servono esattamente. Non ho capito.” Insistette.
“A sentimenti che non sento più” tagliò corto lui.
Clara lo guardò supplichevole. Non sapeva ancora tutto ,lo sentiva.
“Un giorno magari te ne parlerò. C’è tempo. Ormai non servono più” cominciava a sentirsi in disagio, ma Clara volle affrontare il mistero anche se significava, magari prendersi grida in faccia o anche se questo le sarebbe costato caro.
“Come io mi sono fidata di te, tu ora devi di me. Non mi scandalizzerò. Ti prego Michael.”
“Ma io mi fido di te.” Si portò una mano alla guancia. Uno schiaffo se lo era meritato lui questa volta.
“Stiamo pari.” Tento di ironizzare ma Clara era irremovibile.
“Bè, sarò breve” ”ma coinciso!” completò lei risoluta.
Così le raccontò dell’uso che faceva di quei farmaci cercando di andare al finale che in poche parole era: “Non ne ho più bisogno perché, a dirla tutta mi sento bene ora . Ho capito che il passato non si cancella, ma si può provare ad allietare con il presente e so che posso sempre contare sulla mia “maestrina. ”.” Mentre le diceva ciò sperò davvero di poter considerare tutto acqua passata.
Clara ascoltava compassionevole e finito il racconto gli si lanciò al collo. “oh Michael!” urlò come se avesse liberato il cuore da un peso portato per chissà quanto tempo.
Michael con le mani le percorse i fianchi fino ad arrivare alle spalle stringendola in un’ abbraccio appassionato. “Come potrei se devo volare con te. “ calò il silenzio. Clara si sentiva in uno stato di beatitudine in quella stretta così dolce ma forte.
“Ora vieni. Voglio che tu sia la prima ad ascoltare una mia nuova canzone. Ammetto che il riuscire ad allietare il passato è una cosa a cui ho pensato ora. Ma ormai la canzone è fatta e…lascerò che lo rimpianga.”
Clara alzò le spalle:” Può capitare a chiunque di guardarsi alle spalle e provare dolore ,ma secondo me ad un certo punto ….vabbè ,lo hai già detto.”
Michael dopo aver dato acqua ai fiori, si riposizionò al piano e suonò la nuova canzone a Clara.
“Ho intenzione di aggiungerci un coro di bambini.” disse al termine dell’esecuzione.
“Oh è dolcissima! Sì, penso che ci starebbe bene!” concordò Clara.
“La intitolerò “Childhood””
“Michael?”
“Qualcosa a tuo parere non andava?” provò ad indovinare lui pronto a prendere un suo consiglio.
“Potremmo ricantare…”I just can’t stop loving you”?”chiese con prudenza.
“Vieni qui!” la fece sedere accanto a sé e la casa si animò. Joan canticchiava allegramente preparando per la cena seguendo le loro voci che essendo aumentate e avendo dimenticato incuranti la porta aperta risuonavano per le stanze .


P.S: BUON FERRAGOSTO!
[Modificato da chiarajackie 14/08/2012 22:40]
14/08/2012 23:49
 
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Romantica Clara che gli regala i fiori non come le mogli che aveva nella realtà. Buon Ferragosto a te
16/08/2012 21:38
 
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Buona lettura!!!

Capitolo diciassettesimo

29 Agosto

Clara si alzò di buon mattino e trovando la casa vuota sgattaiolò in cucina. Dopo aver controllato che non vi fosse nessuno fuori chiuse la porta e non appena si voltò rimase quasi spaventata quando vide davanti a sé una figura aggirarsi nella penombra. Era Joan. Tirò allora un sospiro di sollievo . Lo invitò a parlare a bassa voce.
“La torta è pronta??” Lui annuì soddisfatto.
“I soldi che ti ho dato sono bastati vero?” Annuì di nuovo.

Clara si era ritrovata con un suo modesto gruzzoletto qualche giorno avanti. I suoi “alunni” si erano presentati con un piccolo segno di gratitudine offertole da tutti unanimemente e furono vani i tentativi di rifiuto. Una volta che li ebbe tra le mani non le sembrava reale e cominciò a ipotizzare cosa farsene. Da una parte il suo orgoglio di donna la spingeva a perdersi in sottigliezze di vanità, poi però riflettendo, scoprì che il modo più saggio ,in quel momento, per spenderli era farci qualcosa in occasione del compleanno di Michael.

“I bambini verranno?”
“Ho avuto il consenso”
“Il personale ha accettato?” Joan annuì fiero di essere riuscito a coinvolgerli lui stesso.
“Allora è fatta! Dì alle cuoche di preparare qualcosa per la serata.” E detto questo uscì fiduciosa della sua organizzazione.
“Buon giorno Clara! Anche oggi mattutina!” Lo vide e sussultò come una bambina colta a rubare la cioccolata.
“Buongiorno” rispose cercando di essere il più disinvolta possibile.
“Ehi, hai la faccia di chi ha rubato?” osservò ironico scendendo in camicia da notte ancora assonnato.
Clara si irrigidì assumendo un’espressione vaga. “è la mia faccia appena sveglia.” trascinò in un faticoso sorriso.
Michael le girò intorno con un buffo fare indagatore. Clara restò immobile.
“oooooook,”le andò faccia a faccia (l’aria misteriosa cominciava a divertirlo) e cercò di leggerle qualcosa “nello specchio dell’anima”.
“Vado a vestirmi per la colazione” disse non potendo più trattenersi e scomparve con goffa naturalezza disopra.
Michael scosse la testa e si avviò in cucina per prendere l’acqua da dare al dono di Clara come era ormai solito fare ogni mattina. Joan, stava borbottando qualcosa tra sé e sé mentre puliva a colpi decisi un lavello. Udendo dei passi disse: ”Il pasticcere è stato molto cortese. Pensa a persino titubato ad accettare i soldi per qualcosa al suo titolare!”
Michael trattenne una risata e arretrò senza creare il minimo rumore.
Aveva ricevuto molte telefonate nel corso della giornata. Clara pensò che sicuramente ne soffriva per il fatto che dentro quella casa benchè tutti ne fossero a conoscenza non gli era giunto neanche un augurio. Quel pomeriggio i bambini erano completamente immersi nella lezione con Clara saltando il momento del gioco. Michael allora si era rintanato per tutto il tempo nello studio a cui ogni tanto Clara gettava occhiate di rimorso. Ma, ogni volta che era tentata a far saltare quella messa in scena si ricordava che era questione di minuti .Quando finalmente l’ora designata scoccò, delegò Matthew in” missione distrazione.”
“Quando Joan verrà, solo quando verrà lui, potrai raggiungerci” fu la richiesta quasi a preghiera che porse al ragazzino. Infilatisi poi tutti nel salone ripassarono con lei le disposizioni.
“Allora, dove vi sistemerete voi bambini?”
“Ben accucciati dietro il tavolo” dissero piano in coro divertiti e in fermento all’idea di quel che li aspettava.
“Voi?” si rivolse al personale.
“Addossati al muro” assicurò Joan parlando anche per gli altri.
“Perfetto, io porterò la torta appena Joan sarà entrato con Michael.” concluse Clara.
Una manina si alzò. “e se dovessi andare in bagno nel frattempo che ce ne dovremo stare zitti?”
Esplose una risata generale. Clara ricercò il controllo e agitando le braccia per far tornare la calma assicurò “Non accadrà. Poi ,non ci vorrà molto” e l’impensierito si sentì sollevato chiedendosi il perché c’era tanta ilarità nella sua seria domanda.
“ora vado, mi raccomando a tutti.” Corse in cucina e Joan, spegnendo la luce, verso il festeggiato .
Sembrava davvero che in quella stanza non vi fosse anima ,persino quando vi si aggiunse a fatica Matthew .La voce di Michael e Joan si faceva sempre più distinta.
“Mi devo preoccupare?”
“Di cosa?”
Michael si lasciò tranquillamente trasportare nella situazione che in parte aveva intuito.
Attesero in mezzo alla stanza qualche secondo finchè Michael non si ritrovò accanto il volto di Clara sorridente illuminato dalle fiammelle delle candeline. Ricambiò al sorriso e senza perdere tempo si chinò e soffiò tenendo gli occhi fissi sul grazioso volto di Clara pensando a chissà quante belle cose. Il buio li riavvolse e fu una buona occasione per dare un discreto bacio a Clara.
La luce fu riaccesa e si levarono gli auguri da chi spuntava fuori all’improvviso e chi applaudiva.
“Scommetto che è tutta opera tua.” le sussurrò.
“Volevo fare qualcosa di speciale… nei miei limiti ovviamente.”
Joan era sul punto di piangere. Mai visto tanto felice il suo “datore”.
Ci fu un chiacchierare festoso e un viavai incontrollabile. Furono inutili i tentativi delle cuoche a lasciar tagliare loro la torta. Clara si appartò poi un momento ad ammirare il suo lavoro ben riuscito. Michael le si avvicinò travolto dalla gioia.
“Dai Clara! Non puoi startene proprio tu così in disparte. Vieni da noi.”
Bè, non si sa quanti avrebbero tollerato di vedere la torta regalata con tanto amore finire in faccia a qualcuno o magari a se stesso, di sicuro c’è che Clara non sarebbe rientrata in quella categoria. Anzi la cosa la divertì molto e si unì alla battaglia coinvolgendo anche Joan che a differenza degli altri adulti, era rimasto a godersi lo spettacolo. Si divertì così tanto che poteva volerne ordinare un’altra per continuare.
A fine festa ,le mura erano imbrattate in ogni dove e Clara assicurò le domestiche che avrebbe provveduto lei a ripulire e cominciò con l’aiutare i bambini a togliersi la panna e le altre cose appiccicose di dosso. Michael la fornì di una grande quantità di asciugamani.
“Credo che ad averne più bisogno siamo noi due.”
Clara si guardò e in effetti era abbastanza impiastricciata.

“è stato il più bel compleanno della mia vita.” ammise mentre si separavano per andare a dormire.
Clara che intanto si districava dai capelli un po’ di panna, con difficoltà, provò ancor più piacere di quanto ne aveva già accumulato. Prese tra le mani una ciocca e se la portò agli occhi. Fece sfuggire un gemito alla vista di quell’intrico appiccicoso. Michael le andò incontro. Le prese la fezza bionda e con infinita pazienza le separò i capelli tirando via la panna. Fece la stessa cosa, come meglio potè con il resto. Vederlo concentrato in quella impresa fu di un incanto senza precedenti. Ogni tanto la guardava per accertarsi che non le stesse facendo del male.
“Ora dovrebbe essere più facile pulirli.” commentò lui andandole dietro per poter giudicare il suo lavoro.
“Vuoi anche tu una mano?”
“No ,non sono messi tanto male.” li tastò.
“Non come i miei!” concordò.
“Mi dispiace per la torta, ma è stato divertente no?” disse ad un tratto ripensando al fatto che aveva speso i suoi soldi per farla realizzare.
“Hai visto Joan come si è divertito?” fu la gioiosa reazione di Clara.
Michael si rincuorò. ”Dimmi, sembrava anche a te ringiovanito?”
Clara rise annuendo e inaspettatamente si sentì avvolta in un abbraccio.
“Non smetterò mai di ringraziare Dio per avermi fatto conoscere una persona come te.” fu la frase che penetrò nel profondo di Clara. Si staccò un po’ e pose le mani sul suo petto per guardarlo negli occhi.
“Potrei dire la stessa cosa. Ho trovato un angelo che mi ha portato nel suo regno.”
“Addirittura un angelo!” esclamò Michael lusingato.
“Sì, un angelo al gusto di panna e cioccolato”
“AhAh, spiritosa.”





16/08/2012 21:55
 
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Michael ha avuto un bel compleanno dalla sua amata.
18/08/2012 18:03
 
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Buona lettura!!

Capitolo diciottesimo

L’inverno in California non si direbbe molto diverso dal periodo estivo, infatti non lo è, ma quell’inverno cominciava a far freddo. Nevicava. Sì nevicava, ma non nelle strade o per le sconfinate distese ,a ricoprirsi era un cuore. Clara se ne stava pensierosa a fissare l’orizzonte. Ogni tanto si dondolava un po’ avanti e indietro pigramente poggiando la testa ora nella catena su cui stringeva il pugno di destra, ora di sinistra. In lontananza scorse, entrare dal solito cancello l’auto di Michael. Gli sarebbe corsa volentieri incontro per salutarlo e chiedergli della giornata, ma, suo malgrado, non ebbe forza di farlo. Cacciò un altro sospirò.
“Auguri!” disse una voce alle sue spalle con risentimento.
“Michael.” Voltandosi di scatto incontrò il suo volto che mostrava un sorriso tirato.
“Tieni, questo è per te.” e protese una scatolina che aveva custodito in una mano. Clara la sfiorò come per convincersi che esisteva davvero.
“Avanti prendila” la esortò infilandosi sul seggiolino accanto.
La cominciò a scartare con cura e appena la aprì non potè che rimanere a bocca aperta. Le apparve una collana in oro con un ciondolo che riproduceva in modo pregiato l’idea di una goccia d’acqua azzurra.
“Ho pensato che si sarebbe intonata alla perfezione con i tuoi occhi.”
“è magnifica!” esclamò lei accostandola al collo.
“Avrei voluto stare con te oggi, organizzare qualcosa di più festoso, ma tu vedi come sono occupato. “ disse mesto.
Clara gli sorrise:” Non desidero niente di più. Non essere rammaricato per queste frivolezze. Già che sei qui per me è veramente tanto. Il regalo è bellissimo, ma non dovevi scomodarti.”
“è un tuo desiderio e io ho fatto in modo che divenisse realtà.” le spiegò toccato da ciò che aveva udito.
“Io a volte dovrei frenare la mia linguaccia. Non si addice ad una donna matura.” scherzò ma convinta di doverlo fare davvero.
“Ma infondo non mi hai chiesto niente. è stata una mia iniziativa.”
“Comunque grazie.” e la ripose rimirandola più volte prima di chiuderla.
“Sei triste?” chiese accorto Michael.
“Ma perché dovrei?” si apprestò a rispondere Clara con un’espressione che tradiva la verità.
“Prima mi sembravi turbata da qualcosa. Ed è così. “ Da quando era arrivato non aveva smesso di decifrare il suo comportamento inconsueto.
Clara fu come punta nell’anima . La neve che ricopriva il suo cuore era leggera, ma le pesava come una montagna di pietre. Perché non gettarla via con lui? E con questo pensiero si decise a parlare.
“Quando te ne andrai?”
Michael la guardò intenerito. ”Tra qualche mese.”
“Due anni pensi ti basteranno?” le costava fatica ogni singola quantità che esternava.
“Certo, solo due anni….”basteranno”.”
L’espressione del volto di Clara cambiò. Si faceva via via più rilassata.
“Allora ,considerando il problema del fuso orario, sarà difficile telefonarci.” parlando prese a massaggiarsi il mento con l’indice stringendo gli occhi alla ricerca di una soluzione.
“Ma non scriverci!” osservò Clara che intanto si era ,a sua insaputa, fatta più serena.
“Stavo per dirtelo io!” le fece presente felice di averle giovato. “e senti come. -abbassò la voce quasi le stesse confidando un segreto di estrema importanza-io cambierò albergo un sacco di volte, perciò cambierò indirizzo spesso. Quindi ,io ti invierò lettere di ”partenza” con l’indirizzo alle quali seguiranno le altre.”
Il cuore di Clara fu finalmente libero ,a tal punto che la spinse ad abbracciare Michael con una foga che per poco non lo spinse giù dall’altalena.
“Ti scriverò ogni volta che potrò. Non farò trascorrere neanche una settimana. Poi ,ti farò avere tanto materiale. “ le disse ricercando la stabilità.
“Lo farò anche io sempre. Ma non ogni giorno, non vorrei sembrare…appiccicosa.”
La fece sedere su di lui. “Non lo sarai, mi farà piacere.”
Clara riaprì la scatolina e si riaccostò il gioiello, Michael le prese le due estremità e glielo allacciò canticchiando. Si accorse che alcune parole erano pronunciate con maggior timbro, lasciandole capire che erano rivolte a lei. Alcune non le giunsero chiare all’orecchio, ma quelle che capiva portavano tutte ad un messaggio ben percepibile:”you are not alone”.
Gli impegni assorbirono il tempo a disposizione di Michael con una voracità che pose Clara in uno stato di compassione. Tuttavia, Michael dal canto suo cercava sempre di non mostrarsi troppo stanco agli occhi della sua “maestrina”. Si faceva sentire divertito persino quando, lontano da lei, era in un momento di sconforto. Clara mandava giù i giorni come uno sciroppo amaro(un conto è immaginarlo, un conto scontrarsi con la realtà), ma doveva sopportare ,lo aveva in qualche modo promesso. Si dedicava ai bambini con tutta se stessa ,sostituendo il ruolo di guida al divertimento che normalmente ricopriva Michael e riuscì dopo insistenti richieste a dare una mano in casa. Joan le colmava il vuoto come meglio poteva, mostrandole il più possibile il suo carattere paterno. “Non si può far perdere la felicità acquistata dopo anni ad una donna così” aveva spiegato Michael a Joan.
Una sera tornò a casa incappucciato . Clara e Joan lo osservarono stralunati.
“Michael, sei tu?”
Lui ridacchiò un po’ e si sfilò il cappuccio.
Non ricevendo commenti ma solo occhi allampanati, sistemò la giacca su di una sedia e si mise in posa.
“Allora, come sto?”
Clara gli girò intorno seriosa ,poi diede il responso. “Passabile.” Si limitò a dire con altezzosità, storcendo un po’ la bocca.
“Solo?”
“No, ti stanno benissimo!” esclamò mettendo fine alla sua messa in scena.
“Anche perchè , io non ero neanche molto convinto. Mi hanno abbindolato loro.” disse suscitando ilarità tra i presenti.
“Bello ridere delle cose altrui vero?” continuò con la solita nota di ironia.
“Scusaci, ma mi diverte anche accostarti, con questo taglio ,a quel comico di qualche tempo fa. ”rise Clara
“Chaplin?” e gli occhi di Michael si illuminarono. Lei annuì.
“Allora grazie. Sai? In un’altra casa, non molto distante da qui ,ho molte cose su di lui. Un giorno ci andremo.”
“Domani sarai fuori?”
“Sì, devo cominciare a girare un’altro video. Qualche giorno ci vorrà.”
“Per quale canzone?”
Si sedettero su un divano.
“You are not alone.”
“O che bello! “
Michael si incupì. “Già”
“Che c’è?”
Intanto Joan arrivava con due tazze di thè che posò sul tavolinetto e con lo stesso silenzio con cui era entrato ,uscì.
“Non sarò solo davvero.” confessò.
“Ovviamente.”
“No Clara, non hai capito. -prese la tazza ,bevve un sorso e riponendola dopo aver esitato disse in un soffio-c’è Lisa.”
“Bè, partecipa al filmato. Non sono più gelosa. ”e gli sorrise con tanto affetto che sentì di non poter aggiungere altro.
“Sì, nulla di che.”- tagliò corto lui-solite scene.”
“Mi odia?” azzardò Clara temendo la risposta.
“Niente affatto. Ha capito che non può.”
“Non vedo l’ora di vedere cosa farà.” disse bevendo il suo.
Michael si sentì uno stupido .
18/08/2012 20:10
 
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Fa male a non essere gelosa perché farà di tutto per portarglielo via. Posta il prossimo la situazione è molto grave
20/08/2012 17:45
 
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Capitolo diciannovesimo

“Pensi che arriverà per la cena?” chiese Clara a Joan guardando l’orologio a pendolo che scandiva pigramente i minuti seduta sulla sedia a dondolo.
Ormai era una settimana che mancava da Neverland e le poche volte in cui riusciva a contattarlo al massimo riuscivano a dirsi un ”come stai”. Avrebbe tanto voluto seguirlo, ma non per il “capriccio” di voler cambiare aria, solamente per stare con lui. Poi ,prese a ripetersi che davvero non temeva per la presenza di Lisa al suo fianco quasi come un tentativo di autoconvinzione che ancora non c’era. Si abbandonava spesso in pensieri che le attanagliavano lo stomaco e le facevano strizzare gli occhi conducendola a credere che aveva troppa fantasia.
“Ma sì vedrai.- si avvicinò alla finestra e sorrise- o meglio, ora vedi.”
Clara si avvicinò ai vetri e dopo aver salutato con la mano ,gli fece incontro alla porta. Gli sarebbe saltata al collo, ma si trattenne nel farlo quando scorse un’ombra sul suo viso. Lo seguì con lo sguardo finchè non salì alle camere.
“Joan, ma cosa?” Sperava che lui le sapesse svelare cosa lo oscurava tanto, ma ebbe in risposta solo un leggero scuotimento del capo.
Allora si decise a contare sul suo spirito e lo raggiunse.
Bussò alla porta .“Michael, posso entrare?”
“Non ora Clara.” e parlò con un tono strano, forse era stanco ;e questo pensiero le fece intuire che era meglio non insistere.
Nella notte, non riuscendo a prendere sonno decise di andare nel terrazzino della sua stanza ad ammirare la pace e lo splendore intorno a sé. Si appoggiò alla linghiera con le braccia conserte, lasciò che il vento le facesse ondeggiare i capelli davanti la faccia e respirò a pieno.
“Clara!” si udì all’improvviso sotto di lei. Era Michael e le faceva segno di stare zitta perché la avrebbe raggiunta.
“Perdonami per prima.” Le piombò alle spalle arrestando una leggera corsa.
Quando lo ebbe accanto trattenne l’attenzione sul profilo del suo volto in cui luci e ombre, create dal contrasto con la fioca luce interna e il buio scintillante fuori, si abbracciavano. Il bianco degli occhi risaltava come la luna nel cielo e il nero dell’iride pareva il riflesso che poteva avere il mondo su di essa.
“Adesso mi spiegheresti se c’è qualcosa che non va?” provò con cautela a chiedergli.
“Non volevo, ti giuro che non volevo. Ho fatto una scenata per niente.” Batté un pugno sulla linghiera che vibrò.
“Una scenata?” si allarmò Clara.
“Colpa di quelli là, pensano solo ai soldi! Vedrai ,sarà una cosa incredibile, devi farlo, poi lei è l’unica che può.” disse alzando un pò la voce amareggiato.
Clara non ci stava capendo più nulla, sentiva solo che tutto ciò cominciava a spaventarla.
“Io non lo avrei mai fatto, io se potessi ,lo brucerei!” continuava guardando con disgusto davanti a sé. Ma ben presto , voltandosi verso di lei, forse scorgendovi l’ingenuità da cui traspariva ansia con cui doveva pesare quelle parole appartenenti ad una verità sconosciutale, rilassò il viso.
“Scusa ancora. Mi sono lasciato andare.”
“O, ma io voglio sapere cosa c’è ,se tu puoi ,ti prego..” lo supplicò indirizzandogli degli occhi preoccupati.
“Non credo sarebbe saggio, non voglio farti pensare una cosa per un’altra.”
“Michael ti prego, qualunque cosa sia. Cercherò di capire,so che sei sincero e lo sarai anche adesso.” Tentò di spiegargli accorata.
Michael allora rimase colpito dall’ultima affermazione e si decise a raccontare senza negarsi un po’ di insicurezza, non voleva farle del male.
“Nel nuovo video dovrò come già sai, essere in compagnia di Lisa. Io avrei voluto farlo diversamente ma mi hanno convinto che sarebbe divenuto più accattivante in un certo modo e io….rifiutai questo modo. Inutilmente. Loro vogliono che così sia e…così è. Ora ,quando lo vedrai, non so cosa penserai di me.”
Restò in silenzio stringendo le mani all’appoggio ferroso spiando il cielo.
“Tu e Lisa farete gli innamorati. È così vero?” fu l’inaspettata intuizione di Clara che gli si accostò ancora più vicino a prima vista per nulla delusa ,solo rispettosa del suo silenzio.
“Ma non è molto esplicito, nulla di che.”
“Neanche un bacio?” disse unendo ai fianchi le mani sporgendosi verso di lui a mò di rimprovero.
“Ma no! Neanche mezzo. “le assicurò.
“Bene.”
“è orribile Clara!-tornò al suo viso-io non voglio che la gente sappia altre bugie. Lisa non la amo, non è lei.”
Le prese le spalle facendola irrigidire. Era davvero spaventato per il futuro.
“Michael-disse in un sospiro- spiegherai.”
“No Clara, c’è chi riuscirebbe a non credermi.”
“Lascia allora che la pensino così. Tanto, noi lo sappiamo che le cose stanno diversamente.” E nel dire questo c’era un’espressione che voleva puntualizzare: ”dico bene?”
Michael le sorrise. “Grazie Clara! Io ero spaventato solo al pensiero della tua reazione che avrei capito benissimo. E niente più.”
“Ma…io so che la vita non è facile Michael, ma, c’è sempre una luce per tutti. La gente parla, ma ciò che conta è quello che hai nella tua coscienza, vedrai che prima o poi, tutti verranno a capo della verità sacro santa. C’è chi lo farà troppo tardi ma-sorrise-meglio tardi che mai no?”
“Amen!” disse alla fine Michael con gli occhi colmi di gioia sfiorandole le labbra con il respiro. Clara chiuse gli occhi e le sentì posarsi sulle sue dolcemente per farsi poi via via più avare mentre tratteneva con forza crescente il viso tra le mani.
Ad un certo punto Clara lo allontanò delicatamente consigliandogli di andare a riposare.
“Vorrei che tu ti riposassi ora tranquillo.”
“Lo farò.”
Stava per tornare dentro quando Clara lo fermò.
“Scommetto che è un video stupendo.”
“Forse. “si rincamminò
“Lisa che dice?”
“Lisa è andata dai suoi figli Clara! Ha detto che…bè ,si è ripresa la rivincita, anche se avrebbe preferito di più” rise. “Però basta Lisa, non voglio più sentirla nominare.” Le fece l’occhiolino.
E dopo la visione del videoclip, è strabiliante la non curanza che ebbe Clara nei confronti di Lisa ma gli occhi dolci e sempre più innamorati che volgeva a Michael. Cosa diceva il mondo? Clara non lo sapeva e non che la cosa le interessasse molto. Ad ogni video che si susseguiva nel tempo dava un giudizio sempre più carico di vero apprezzamento. Michael dal canto suo cercava di fare del suo meglio soprattutto per Clara che doveva essere ricambiata della fiducia che riponeva in lui.
Ma Lisa... si era davvero rassegnata?


[Modificato da chiarajackie 20/08/2012 20:21]
20/08/2012 21:10
 
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Non devono abbassare la guardia perché Lisa li vuole fare separare.
20/08/2012 21:13
 
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Mi piace motlo la tua FF, l'ho seguita sin dall'inizio, però nn avevo ancora un account, mi è piaciuta già dall'inizio! continua, e se hai tempo vedi cosa ne pensi della mia (Sogno o son Desto) ciao e aspetto il prossimo! :-)


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