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Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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26/10/2012 23:15
 
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Grazie per quest'altro capitolo da favole per fortuna la vicenda in tribunale è finita bene
27/10/2012 15:29
 
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Mi spiego subito Foxy. Innanzi tutto ti posso rivelare che Michael non nasconde nulla, perché ciò che ha dovuto affrontare nel capitolo è semplicemente una riapertura di quello del ‘93. Ancora nulla in confronto a ciò che poi sarà davvero IL processo per antonomasia. Aspetta aspetta…
Poi, per quanto riguarda l’ effettiva quasi non coerenza con la realtà, ora sto parlando degli anni che vanno dalla fine del ’97 e il 98. In questi due anni (nella realtà)Michael attendeva la nascita di uno dei due figli e perciò si era concesso, diciamo, un periodo sabbatico (che io ho riportato fantasticheggiando su ciò che potrebbe esser avvenuto per non creare un'elenco di semplici fatti ma una storia quasi realistica) dedicandosi,in questo caso solo alla moglie in dolce attesa. Ancora i… vabbè, non vi anticipo nulla dei prossimi. [SM=g27819]
Comunque non so se mi sono spiegata bene perchè ho tutto nella testolina e,vedrete "strada facendo" [SM=x47981]

27/10/2012 17:23
 
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Chiara , tranquilla, va benissimo! Attendo fiduciosa le tue perle...non so se si é capito che mi piace come scrivi!

Bacetto

zia Foxy ;)
31/10/2012 18:19
 
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Sisì si è capito! [SM=g27823] Grazie ancora zia Foxy! [SM=g27838]
ed ora:
Buona lettura!!


Capitolo trentasettesimo

1998
Due forse furono gli impegni relativamente importanti che tennero per alcuni giorni Michael lontano da Clara e la cosa fu molto consolante per lei che sentiva più che mai la sua presenza costante con il fruttuoso supporto di Joan. Da quando Michael seppe che a dover nascere sarebbe stata una bambina aveva cominciato a far mille concitate previsioni sul futuro della LORO bambina che davano all’avvento del sacro. Clara potè vivere il periodo dell’attesa in serenità come auspicato sin dal principio e Michael si congratulò con se stesso per il successo. In questo volare tra le idee più colorate il pensiero del Michael umanitarista si posò su un progetto ipotizzato da tempo. Clara lo trovava spesso chiuso nel suo studio in balia delle sue idee.
“Si può sapere cosa fai?” gli chiese finalmente un giorno avvicinandosi allo schienale della sedia con semplice curiosità.
“Ho in mente una cosa!!”esclamò voltandosi. Si alzò e offrì da sedersi alla moglie con fare premuroso.
“Così comincio a sentirmi una vecchietta. Forse anche megera.” sentenziò Clara.
Michael le lanciò un’occhiata sorpresa. “Ah, non è così?” domandò ironico dandole poi un bacio.
Si posizionò sulla scrivania e puntando le mani al tavolo si sporse un po’ verso di lei. “Ascolta attentamente. Innanzitutto sei la prima a cui lo espongo. Vorrei il tuo pare ,sincero mi raccomando, alla fine.”
Clara fece decisa sì con la testa.
“Hai presente quando ti parlavo di lei?” accennò al suo grembo con la testa.
“Oh bè, praticamente fino ad un minuto fa!” rise la moglie.
“Cosa vuoi dire allora? Ad ogni modo, pensare alla vita della nostra mi ha portato a farlo anche di quella di qualcun altro. Insomma, ho deciso di organizzare degli spettacoli a scopo di raccolta fondi.- una scintilla gli attraversò gli occhi e sorrise-un grandioso spettacolo!”
“é un’idea fantastica!” non potè trattenersi dal reputare Clara coinvolta nella sua espressione entusiasta.
“E non finisce qui. Ho intenzione- le penetrò fiducioso così profondamente nello sguardo che fu costretta inspiegabilmente a ritrarsi un po’-di stipulare un accordo con Mandela ,in Africa, personalmente e, perciò…” Nelle ultime parole assunse un tono speranzoso.
“Dovrai partire.” disse con naturalezza Clara.
“Sì ,ma vorrei che tu e…- fece un semi sospiro senza concludere la frase- Cosa ne pensi?” tagliò corto.
“Te l’ho già detto e così resta. Sei così bravo a fare queste cose, lo sai, io non trovo nulla di scoordinato o impossibile. Neanche ignobile se proprio vogliamo precisare.” affermò con tutta franchezza e ammirazione.
“Mi piacerebbe fare questa cosa coinvolgendo anche altri personaggi dal mio settore.” continuò fermandosi a cercare qualche nome da fornirle.
“Uno fra tutti è…CLARA!” Scivolò giù dal tavolo così in fretta che una pila di fogli accumulati chissà da quanto finirono sparsi a terra. Alla vista delle allarmanti contrazioni arrivò a sentirsi impotente e impreparato a tal punto che dovette gridare il nome di Joan perché avvertisse, bando a tutto, un’ambulanza. Joan non dava segni di sconvolgimento e provvide all’ordine con lodevole maestria e saggezza. Nonostante Clara si ripetesse di esser forte le era regina la paura.
“Cerca di calmarti. Joan ha chiamato.” e la mano di Michael si chiuse avvolgendole convulsamente la sua tremante; in risposta ebbe un’altrettanta salda stretta. “Ecco, brava.” Le accarezzò la fronte mostrando una dolce pacatezza che infondeva al contempo sicurezza.
Non impiegarono molto a raggiungere l’ospedale che avrebbe portato a termine il miracolo. Alla vista di Michael prese vita un vociare da parte di medici e pazienti. Lo stupore crebbe quando si svelò il motivo di tale arrivo. Clara fu subito fatta sistemare su di una carrozzella e prima che un’infermiera potesse condurla nella stanza destinata ,notando il marito al centro dell’attenzione del personale medico, gli rivolse una sincera raccomandazione.” Michael?”
Le si avvicinò :” Sono qui!”
“Non voglio trattamenti speciali, se vi fossero.” disse semplicemente quando ormai tutto le apparve confuso e insopportabile. Non capì quale risposta avesse dato Michael ; qualunque essa sia stata, non l’avrebbe tradita. Dopo aver svolto le dovute formalità si precipitò da lei per starle accanto.
Joan rimasto fuori ogni tanto si avvicinava alla porta sempre pronto ad intervenire, nello strano caso in cui vi sarebbe stata la necessità. Il tempo che trascorse sembrava interminabile tanto che Joan cominciava ad essere nervoso. Si prese la testa tra le mani sedendosi pesantemente su di una sedia lì davanti. In quell’istante si alzò improvviso un grido di esultanza ;non lo udì.
Michael prese tra le braccia la sua bambina provato quasi quanto la moglie e pervaso da una felicità indescrivibile. La guardò piangere e più le lacrime le bagnavano le guance arrossate ,più l’amore cresceva in lui. Si concentrò allora sulla figlia che si dimenava fragile come la mano che aveva stretto ore indietro.
“Congratulazioni!” si espressero i medici forse coinvolti nella vicenda più che mai. “Come la chiamerete?”
Michael e Clara si scambiarono uno sguardo d’intesa. All’unisono si espressero:”Elizabeth!”
“Bene ,bel nome! Ora vi lasciamo soli” disse infine uno aprendo la porta facendo intendere anche agli altri.
“JOAN!! Ci siamo dimenticati di lui!” esclamò Clara intenerita dalla robusta corporatura addormentata sulla sedia che si trovò davanti.
Michael scosse il capo:” Come ha fatto ad addormentarsi?”
“Troppe emozioni!” scherzò tendendo le braccia verso la bambina.
“Giusto! Scusa…” farfugliò il neo papà che se la cullava già beato.
Appena Clara la ebbe a sé fu attraversata da una sensazione nuova ,insolita. Non era come badare ad un branco di vivaci ragazzini che con lei avevano un legame molto amichevole, era come se avesse acquisito in una volta sola tutte quelle doti che spettano ad una madre.
“ Io l’ho sempre detto e lo ripeto che l’attesa non è mai vana.”
“A questo proposito credo che Joan abbia atteso abbastanza!” sorridendole si avviò alla porta facendole cenno di stare bene attenta. Clara scosse il capo tirandosi un po’ su.
“SONO PADRE!!” gridò un’altra volta in preda all’euforia riaffiorata.
Joan sobbalzò e si rimise in piedi con uno scatto. Clara che una volta avrebbe riso di gusto si limitò ad agitare la testa salutando Joan invitandolo a farsi avanti. Michael dal canto suo ricordando il luogo e la circostanza rise tra sé.
“Avanti Joan, hai l’onore di prenderla !”annunciò festosa Clara.
Lo stralunato e commosso alzò le braccia arretrando. “I-io non credo di.”
“Avanti Joan! Non è difficile. Sii rilassato, non immagini che bello averla tra le braccia.”
“M-mai io non…”
“Joan! Ti ordino di farlo! Vuoi essere licenziato!?” fece allora Michael cercando il supporto alla trovata dalla moglie. Voleva davvero che anche il suo fedele amico (ormai era più di un domestico)condividesse a pieno la gioia.
Finalmente obbedì.
“Visto, non era difficile! Allora Clara, possiamo tenerlo ancora?” chiese sorridendo voltandosi verso la moglie che si era però assopita.
“Signor Jackson?” una dottoressa si introdusse nella stanza sfilando dalla presa di Joan la piccola. Michael aggrottò la fronte. ”Dobbiamo svolgere dei normali controlli.” disse quella capendo di dover dare spiegazioni.
“E, quanto ci vorrà?” domandò preoccupato.
“Bè si tratta di tenere lei e sua moglie qui qualche giorno.” Fece ovviando la risposta.
Michael stava per controbattere senza neanche sapere come quando fu bloccato da Clara che lo trattenne per un polso. Gli fece capire di aver fiducia e…aspettare. “Prima di prendere il volo tutti i piccoli devono aver pazienza” aggiunse solamente con un filo di voce.
“E va bene.” sospirò.

Nella sera Michael tornò in camera della moglie un po’ rabbuiato. E lei non tardò ad accorgersene. ”Cosa è successo?”
“Incredibile, non vogliono farmi interagire direttamente con mia figlia!”
“Hai sentito ,devono fare dei controlli, ciò avrà voluto dire che dovrai attenerti come gli altri papà alle regole. Pensi che io non vorrei averla qui?”
“Se tu mi avessi lasciato…”
“Non voglio Michael! Non va bene. “ disse invitandolo ad accomodarsi a bordo letto.
“Lo so.”
“Cercherai di essere paziente e non inveire contro i medici?” e con gli occhi speranzosi lo supplicò.
Le regalò un bacio sulla fronte accarezzandole le spalle. Aveva promesso.
“ Resterò qui finchè non verrete dimesse. Joan è libero di andare, ma non vuole.” riprese cambiando tono mentre nonostante rinunciasse il sonno lo vinceva piano piano.
“Oh Michael!” lo abbracciò infinitamente grata e pienamente convinta delle sue doti di padre.


Buon fine settimana!!(in anticipo) [SM=g27838]
[Modificato da chiarajackie 31/10/2012 18:21]
31/10/2012 19:09
 
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Congratulazioni saranno dei genitori fantastici. Posta il prossimo così sappiamo come proseguirà questa loro splendida favola. [SM=x3072554] [SM=x3072554] [SM=x3072554] [SM=g27836]


01/11/2012 17:50
 
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“Incredibile, non vogliono farmi interagire direttamente con mia figlia!”
“Hai sentito ,devono fare dei controlli, ciò avrà voluto dire che dovrai attenerti come gli altri papà alle regole. Pensi che io non vorrei averla qui?”
“Se tu mi avessi lasciato…”
“Non voglio Michael! Non va bene. “ disse invitandolo ad accomodarsi a bordo letto.
“Lo so.”
“Cercherai di essere paziente e non inveire contro i medici?” e con gli occhi speranzosi lo supplicò.
Le regalò un bacio sulla fronte accarezzandole le spalle. Aveva promesso.
“ Resterò qui finchè non verrete dimesse. Joan è libero di andare, ma non vuole.” riprese cambiando tono mentre nonostante rinunciasse il sonno lo vinceva piano piano.
“Oh Michael!” lo abbracciò infinitamente grata e pienamente convinta delle sue doti di padre.


Brava Chiara...ma qualche dettaglio sulla bambina?!! Com'é?! ;)

Grazie
Foxy
05/11/2012 18:05
 
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Re:
Buona lettura!!

Capitolo trentottesimo

Nella camera immersa nella penombra due occhi azzurri non riuscirono più a guardare il viso su di loro che sorrideva. Sorriso che apparve beato anche sul rotondo visetto .Una mano accarezzava piano i primi capelli lievemente ondulati che davano tutta l’impressione di voler sfociare in un raggiante dorato. Due pugni si rilassarono e uno di questi lasciò la presa di una ciocca scura che trovò finalmente libertà.
“Michael, sei ancora qui?” La porta si aprì un po’ e una mano apparve poggiandosi al suo interno. Scorgendo la figura di Michael Clara entrò. Pose le mani sulle sue spalle e si sporse a vedere.
“Hai mai visto niente di più divino?” chiese Michael retoricamente adagiando con cautela la figli nella culla.
“ Stavo notando stamattina, quando l’hai potuta riprendere in braccio come sembriate empatici voi due. Ancora non si potrebbe parlare neanche di questo, tuttavia mi ha fatto questo effetto.”
“O davvero? Sarà un bene?” sorrise lui ipotizzando la veridicità della cosa e scuotendo poi la testa per la tenera osservazione.
“Io consiglio di andare anche noi subito a riposare! Domani si torna a casa.” suggerì Clara accentuando la parola “subito” con un buffo tono altezzoso.
E quella fu la prima vera notte da genitori che vissero. Ben due volte furono svegliati da innocenti lamenti e Clara si scontrò con la conseguenza comportata dal termine “madre”. La prima volta prese in mano Michael l’impresa di dilettare la bambina e il successo fu assicurato, soprattutto quando muovendosi con lei aveva iniziato a canticchiare qualche ninna nanna di sua conoscenza. Clara lo ammirava da sotto le coperte con fare indagatore. Nessun corso sarebbe valso quanto l’esperienza appresa osservando l’attento e ingegnoso papà.
“ Mi piacerebbe vedere questa scena su un grande palco.” se ne venne improvvisamente fuori trattenendo a fatica una risata.
“ Ridi pure!” rispose lui voltandosi totalmente di schiena per poi ridersela tra i baffi.
Non mancò poi il turno di Clara che cercando di imitare il marito la riportò alla calma e cosa che dovette capire da sola ,la sfamò. Michael la fissava compiaciuto e pensò tra sé che non poteva assolutamente partire senza di loro.
Il mattino seguente Clara e Michael nonostante la notte trascorsa mostravano di avere ancora energia e una felicità immensa.
“Andiamo Clara!”
L’aereo era lì ad attenderli e condurli nuovi in una vecchia vita. Joan teneva saldamente a sé la piccola Liz (così Michael aveva preso a chiamarla tanto che prima di una logica spiegazione Clara pensò avesse dimenticato il nome effettivo).
Dopo ore di viaggio effettuato anche in macchina, e a questo puntò i due poterono tirare un sospiro di sollievo rivolto alla figlia, Neverland era ancora il loro nido.
Cominciava ad esser buio quando Michael prese a sé la figlia agitando la testa a destra e sinistra in apprensione. Come chi ha un grande tesoro da nascondere. Ed effettivamente era così.
Clara nell’aiutare Joan con i bagagli gli rivolse un’occhiata comprensiva.
“Non mi fiderei più nemmeno delle mura.” ammise Michael portandola nella ex-camera della moglie e adagiandola sul grande letto.
“Non preoccuparti, sarà al sicuro, almeno per ora.” concluse fiduciosa Clara sedendosi accanto alla figlia che ora la scrutava. “Chissà cosa le passa per la mente?” Rise appena.
“Verrete anche voi con me. Non voglio lasciarvi qui.” Dichiarò, tutto d’un tratto, baldanzoso Michael.
“Stai già pensando a quella cosa?” chiese Clara.
“Sì, perché davvero mi piacerebbe che voi veniste! Poi, sei rimasta sola così a lungo che vorrei non accadesse più ,mai più. Dovessi trovare i modi più assurdi per portare la nostra bambina con noi!” nel parlare non si lasciò sfuggire segni di sincera commozione scaturita dalle sue stesse parole.
Clara pose la sua mano su quella del marito che ora le era seduto difronte. “ Ho capito. Mi bastava che nominassi lei. Di me, cosa importa quel che è stato.” E c’era una dolcezza nei suoi occhi capace di infondere fiducia nell’animo di Michael quasi come una preghiera.
La strinse in un abbraccio che sicuramente non sfuggì alla vista inconsapevole della piccola Liz.
“Ehm…Michael, io vado a dare una mano a Joan, tu, resta pure con lei.”
Rimasto solo con due occhi addosso che osservano come chi osserva una meraviglia, Michael cercò qualcosa intorno che potesse rendere piacevole quel momento.
“ Spero con tutto il cuore che un giorno tu diventi come la tua mamma.” cominciò allora inginocchiandosi a terra per permetterle di impugnare la solita ciocca avvistata.
“Di carattere intendo ,la bellezza non importa, anche se lo sarai.” Sorrise all’idea.
“No credi anche tu che sia deliziosa? Sai? Prima di te mi ha aiutato a tenere molti bambini e forse ancora ,quando sarai più grande li conoscerai bene e ci giocherai, con loro starai bene…e anche noi.”
Questi dialoghi Michael teneva a lungo con la figlia e alcune volte vi era coinvolta anche Clara. Il tempo che trascorsero a Neverland fu più breve del previsto, poiché ,il progetto fu accolto con straordinaria rapidità. Michael fu invitato da Mandela stesso per un soggiorno di alcuni giorni prima di svolgere l’evento.
“Di già!” esclamò con sorpresa Clara dopo aver saputo del viaggio ormai prossimo in una circostanza un po’ particolare. Michael ,uscito da una delle tante riunioni che si susseguirono in quegli ultimi giorni offrì il proprio aiuto a Clara, intenta a fare il consueto bagnetto alla piccola. Distratta dalla notizia inaspettata si ritrovò bagnata dagli innumerevoli schizzi del continuo sgambettare tra l’acqua.
“Forse è felice!” osservò Michael sentendosi però un po’ in colpa.
Clara puntò i pugni ai fianchi e guardò con un ilare sguardo di sfida entrambi.
“Comincio a pensare che voi due siate già in accordo contro di me!”
Michael assunse un espressione vana:” Forse è così”.
“Comunque ,sarà un vero onore seguirti. E, non preoccuparti, noi saremo inesistenti.”
“Oh no, invece vorrei che una persona come quella che dovrò incontrare sapesse di voi!” disse seguendo con lo sguardo i gesti dediti di Clara che era di nuovo tutta presa dal suo lavoretto con dei bei risvolti alle maniche che per qualche motivo gli toccò le corde dello spirito facendogli sussurrare:”Speechless”
05/11/2012 18:32
 
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cara chiarajackson
è la prima volta che commento la tua storia ....da quando l'hai iniziata a ha scrivere l'ho sempre letta...è magnifica ...sei veramente brava complimenti...
05/11/2012 20:19
 
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La mia richiesta é stata esaudita..la bimba é bionda con gli occhi azzurri...come Paris..ma si chiama Elizabeth! Cara Chiara, hai saputo imprigionare tra le righe la dolcezza di Michael e i suoi intenti nei confronti della sua prole...FANTASTICO!Brava!

“Sì, perché davvero mi piacerebbe che voi veniste! Poi, sei rimasta sola così a lungo che vorrei non accadesse più ,mai più. Dovessi trovare i modi più assurdi per portare la nostra bambina con noi!” nel parlare non si lasciò sfuggire segni di sincera commozione scaturita dalle sue stesse parole.
Clara pose la sua mano su quella del marito che ora le era seduto difronte. “ Ho capito. Mi bastava che nominassi lei. Di me, cosa importa quel che è stato.” E c’era una dolcezza nei suoi occhi capace di infondere fiducia nell’animo di Michael quasi come una preghiera.

Mi sono sciolta!!!
E di nuovo...

“ Spero con tutto il cuore che un giorno tu diventi come la tua mamma.” cominciò allora inginocchiandosi a terra per permetterle di impugnare la solita ciocca avvistata.
“Di carattere intendo ,la bellezza non importa, anche se lo sarai.” Sorrise all’idea.

Credo che tu sia una ragazza molto sebnsibile se sai esprimere con tanta delicatezza i sentimenti..

Grazie Chiara

Foxy
05/11/2012 23:18
 
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Un altro capolavoro ricco della tua sensibilità
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