In My Dream (in corso). Rating: verde

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lisalovemichael
00domenica 24 ottobre 2010 00:45
Posto il terzo capitolo, scusate
per il ritardo e per l'eccessiva lunghezza, spero vi piaccia..

III Capitolo


Quella sera ci riunimmo tutti per l’ultima cena propiziatoria.
Poi io espressi la volontà di rincasare presto e fui accompagnata a casa. L’indomani ci attendeva il volo per Berlino e volevo affrontare tutto rilassata e rinfrancata da una buona dormita.
Una volta in casa accesi le luci. Appena il tempo di riprendermi dal contrasto tra penombra e luce che notai subito qualcosa di indefinito volare per la stanza. Mi guardai attorno meravigliata.
C’erano decine di coccinelle attaccate al soffitto, alcune volavano con lentezza da un angolo all’altro,era inspiegabile perché avevo chiuso tutte le finestre prima di uscire.
Una coccinella si posò sulla mia mano.

La lasciai scivolare tra le dita, indisturbata, mentre mi accinsi ad avanzare verso la finestra.
Non avevo fatto per niente caso al cielo di quella sera.
La luna piena, nettamente tondeggiante, rendeva luminosissima e la volta celeste , limpida nel suo buio bluette.
Schiusi le imposte e sporsi fuori la mano con la coccinella. Quella rimase ancora qualche momento a gironzolare tra le mie dita, poi all’improvviso volò via, perdendosi in quella lucente oscurità.
Mi affacciai dal davanzale, affondai il viso nell’aria colma di umori e brillantezza, socchiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla lieve brezza, come una creatura piccina, simile ad una coccinella anche io librai le ali della mia anima..
In quel momento mi sentii tranquilla ed in piena grazia, ancora una volta sentii che stavo per vivere qualcosa di speciale e da questo pensiero trassi un profondo sollievo.

Partimmo alle otto del mattino, giungemmo all’Aereoporto di Berlino dopo circa due ore.
Segui Marco ovunque mi conduceva, aveva la tabella di marcia, tutta la giornata era calcolata in base ai vari impegni, interviste, incontri. trascorsi una giornata davvero faticosa, strette di mano, molte facce, un interprete che mi seguiva in tutte le mie conversazioni e poi una imbarazzante colazione con le personalità nei pressi di Alexander Platz.
A sera ero sfinita, tornai nella mia stanza d’albergo molto smarrita, provata da tutta quell’improbabile maratona. Ora che mi trovavo finalmente sola potevo concentrarmi su quello che sarebbe avvenuto l’indomani…Ma che stranezza!.. Non riuscivo a pensare che alle coccinelle e cresceva la febbre allo spasimo per l’incontro con Michael Jackson…
Mi addormentai con la mente affollata da favolosi pensieri e lo sognai, circondato da un’ aura di brillante primavera e intorno a lui, centinaia di coccinelle in volo. Fu un bel sogno!
Al mattino mi svegliai felice, ero davvero entusiasta!
Prima di uscire per recarmi alla premiazione, quel mattino mi soffermai a lungo davanti allo specchio, ero confusa ed agitata, Marco bussò più volte alla porta ma io non avevo il coraggio di uscire..Poi mi rifeci il trucco dopo aver pianto e lisciai con i palmi la mia gonna sulle gambe perché avesse un aspetto più ordinato. Fissai un’ultima volta la mia immagine nel riflesso. Oltre all’evidente aria di stralunata confusione e smarrimento,non potevo non avvedermi del mio sorriso,appena accennato, incubato tra i mille timori e la mia devastante timidezza. Tuttavia presente, esistente, già affacciatosi da un po’ di tempo a scaldarmi il cuore. Qualcosa mi permetteva di stare bene, di entrare nella luce. Con questo spirito decisi di aprire la porta e…


Ritornai in hotel nel pomeriggio, sensazionalmente sorpresa ed agitata.
Marco volle fermarsi nella haule dell’albergo per brindare insieme a me per il premio.
Dopo aver ordinato dello Champagne alla reception, decidemmo di accomodarci là vicino, intanto il cameriere ci versava da bere nelle flutes. C’era uno schermo davanti a noi, notiziari tedeschi, incomprensibili…Brindammo, eravamo felici entrambi.
Sorseggiavo lo spumante quando mi accorsi che in tv stavano scorrendo immagini di Michael Jackson. Io e Marco ne fummo rapiti, smettemmo di bere, rimanendo alquanto perplessi.
In quelle immagini Michael stava sporgendo fuori da un balcone di un hotel, qui a Berlino, suo figlio minore,un bambino di pochi mesi.. Stava lì, sorridente, intento a ciondolare suo figlio oltre il balcone…
Serrai gli occhi rabbrividendo. –Mio Dio…Ma è caduto? – chiesi.
- No, per fortuna! Ma tu lasceresti penzolare tuo figlio in questo modo?.. Tu dimmi quale padre farebbe una cosa del genere!.. Certo che vai su di giri quando hai troppi soldi in tasca!– Marco sbottò seccato. Iniziò a commentare tutto ciò che stava guardando, senza risparmiare battute.
- Vuoi chiudere il becco?- lo azzittii di colpo.
- Ma come? Non pare anche a te che sia tutto matto? Mi hai persino chiesto se il bambino fosse caduto e non hai voluto guardare!..-
- Io soffro di vertigini! Vedere scene come queste mi fa star male! Ma tra questo e dire che lui non sia un buon padre e che sia matto ce ne corre!..- spiegai le mie ragioni – In fondo lo ha tenuto fuori solo qualche momento, sì, avrebbe dovuto rifletterci un po’ su prima, ma loro…Non fanno altro che riempirci i tg!!-
Marco mi fissò stranito: -C’era qualcosa nel vino?-
- Piantala! Non sto scherzando! Non vedi che ogni volta che si parla di lui si va avanti con luoghi comuni? Credi davvero che avrebbe lasciato cadere suo figlio? Andiamo…E’ridicolo!-
- Ho capito, non vuoi che ti crolli un mito! Stasera ti tocca anche incontrarlo!..- rispose sghignazzando.
Quel che aveva detto di Michael, ahimè, temevo fosse opinione generale, ulteriormente rafforzata da questo ultimo scoop. Ma questa situazione creatasi intorno a lui mi feriva. Mi sentivo emotivamente ed inspiegabilmente coinvolta, come se gli fossi stata vicina da sempre, se lo conoscessi da una vita.
Terminai in fretta il mio Champagne, mi alzai avvertendo di colpo un forte calore al viso, ero astemia… - Me ne torno in camera mia, ci vediamo stasera!- salutai Marco e mi allontanai.
Una volta chiuso il mondo fuori dalla porta della mia camera, mi lasciai scivolare sul sofà, stringendo a me il mio piccolo Bamby d’oro, attendendo, in compagnia dei miei pensieri, che le ore trascorressero tranquille fino a sera, quando avrei dovuto iniziare a prepararmi a quel meraviglioso sogno ad occhi aperti.
Ed intanto ancora una volta non ero in grado di spiegare razionalmente a me stessa la ragione per cui un possibile ed ormai certo incontro con Michael Jackson, con questo artista che non mi aveva mai particolarmente interessato prima, così distante dal resto del mondo di cui facevo parte, mi procurasse un tale stato di confusa eccitazione: quel dolce soffio continuava ad attrarre le mie intenzioni, a stimolare ogni corda della mia anima permettendole di vibrare come mai era accaduto.
Intanto il mio curatore d’immagine aveva appena lasciato la mia stanza, dopo aver lavorato sodo inseguendo l’arduo obiettivo di trasformare un brutto anatroccolo in una raggiante principessa all’altezza del suo primo ballo a corte.
D’avanti allo specchio non riuscivo a credere ai miei occhi… Quale metamorfosi…
Ma ero davvero io? Faticavo a riconoscermi dentro quell’astrusa bardatura, il trucco, il parrucco e tutto il resto. Ma mi piacevo, non ero mai stata tanto graziosa in vita mia! Paragonando quell’incredibile avventura al mio consueto stile di vita, ci trovavo abbastanza da ridere…Sapevo che presto l’incanto sarebbe svanito ed io sarei ritornata la Cenerentola di tutti i giorni.
Respirai profondamente, sfiorai il prezioso tessuto del mio vestito, indossai il mio raffinato soprabito..
Era tutta da vivere, intensamente, in ogni suo brivido quella magia!
Uscii dalla mia stanza e trovai Marco ad attendermi in corridoio. Anche lui stentò a riconoscermi:
-Wow! Lisa, sei uno schianto!-. Mi porse il suo braccio e ci dirigemmo fuori dall’hotel, verso la berlina pronta all’ingresso.
-Ecco, ci siamo..- Pensai. Ed intanto stavo realizzando il fine di ogni mia azione. Mi trovavo sull’orlo della mia più completa disfatta, passeggiavo sullo strapiombo della mia più eccessiva timidezza e tutto questo solo per Lui, per Michael…
Nel tragitto in automobile, ad un certo punto, Marco mi fece un cenno con la mano:- Vedi là, in quell’hotel? Tra poco si terrà la convention a cui parteciperanno tutti i managers coinvolti nelle varie premiazioni..- Mi fissò con uno sguardo che mi parve immediatamente volesse sottintendere altro.
– Non capisco..- rimasi perplessa.
-Lisa, lo so, dovevo dirtelo prima ma tu eri capace di non farne più niente…-
-Cosa devi dirmi, avanti!- ribattei nervosamente.
Avevo già intuito ciò che stava nascondendomi. Rilassò le spalle, scosse il capo e tutto di filato cominciò: - Noi managers non siamo stati invitati all’evento, dobbiamo svolgere il nostro lavoro di pubbliche relazioni e stasera c’è un’altra conferenza stampa, capisci?-
-Mi stai dicendo forse che…-
-Dovrai andare da sola, cosiccome anche gli altri premiati.. Forza, Lisa, devi farcela! Sono sicuro che ce la farai, devi solo mantenere la calma!- Cercò di rincuorarmi frettolosamente mentre si accingeva a chiedere all’autista di fermare l’automobile per permettergli di scendere e raggiungere la convention.
Prima di richiudere lo sportello mi spiò dicendomi:-Stai benissimo! Coraggio!- Lasciandomi al mio destino, da sola.
-Vuole che riparta signorina?- mi chiese l’autista.
All’improvviso sentii che le forze accumulate in vista di quella sera stavano per abbandonarmi.
Ma era troppo tardi per lasciare il campo… Troppo tardi!
-Vada pure, grazie.-
Era necessario gettare in un angolo tutti i timori…”Michael, Michael…” Continuavo a ripetere dentro me…


L’incontro


Intorno al teatro, il caos.
Entrammo dall’ingresso secondario ma anche lì assistemmo ad un vero e proprio assalto.
C’erano fans di Michael Jackson ovunque! Urlavano, cantavano, attendevano di vederlo, incuranti del freddo e della pioggia che era cominciata a scendere, erano lì dal giorno prima.
I fotografi con i loro continui flash illuminavano a giorno l’ingresso del teatro. Intorno a me l’atmosfera era davvero elettrizzante, mi resi conto di vivere in quel momento un’esperienza che sarebbe rimasta indelebile nella mia vita. Insieme alle altre personalità premiate in mattinata fummo accompagnati in platea, ci furono assegnati i posti in seconda fila centrale. Mi accomodai accanto al celebre stilista giapponese incontrato alcune ore prima, durante la premiazione.
In platea correva voce che Michael fosse già nel suo camerino da qualche tempo.
Credetti di trovarmi altrove, in quel momento. Non mi sembrava vero che lui fosse là, così vicino, e che da lì a poco avrei potuto ammirarlo dal vivo, su quel palco. Tutto questo non stava accadendo proprio a me, davvero a me! Ero emozionatissima, in preda alla più libera euforia che tuttavia cercavo di non lasciar troppo trasparire dalle mie espressioni.
Ma sentivo che i miei occhi di bambina mi stavano tradendo.
Poi, le luci in sala si abbassarono, di colpo si accesero quelle sul palcoscenico, gli applausi scrosciarono, la diretta iniziò ed entrarono i due conduttori che diedero avvio alla serata.
Lungo tutto il tempo non si fece che anticipare l’eccezionale arrivo di Michael Jackson sulla scena, avrebbe ritirato il premio come Migliore Artista Pop del Millennio!
“Accidenti” esclamai tra me e me “La motivazione del premio è da brivido!”.
Fremevo, avevo davanti agli occhi proprio il centro del palcoscenico, immaginavo cosa sarebbe accaduto tra poco lassù. La mia “calma agitata” cresceva inesorabilmente, arrossava le mie tempie, bruciava come una febbre… Desideravo ardentemente vederlo, ascoltarlo, nient’altro.
Le ore trascorsero lente, quasi a prolungare il mio tormento.
Ad un certo punto fu annunciato il suo nome, entrò un importante personaggio sportivo, avrebbe dovuto premiare Michael. Ma prima fu messa in onda una clip introduttiva: era una canzone di Michael, “What More Can I Give”..Il video lo riprendeva durante l’incisione del brano, cantato con altri celebri artisti. Michael aveva scritto quella canzone in onore delle vittime dell’attentato alle Twin Towers, nella speranza che non accadesse più niente del genere nel mondo.
Non avevo mai ascoltato quel brano prima d’ora, non avevo mai ascoltato molto della sua musica ed ora me ne rammaricavo. Ne compresi il significato e quelle parole mi giunsero direttamente al cuore, per la loro intensità, la loro autenticità ed in tutta la loro semplicità.
“Una persona capace di parlare al cuore della gente con parole tanto semplici ed allo stesso tempo così colme di luce, non può essere la stessa persona che i media ci hanno dipinto per anni.” Pensai.
Finalmente il suo nome fu annunciato e mi parve di sentire l’emozione librarsi dal cuore di tutti i presenti, dalla loro pelle, e inondare lo spazio, facendo rumore…
Gli applausi esplosero copiosi sulle note di “Thriller”, l’atmosfera tutta intorno si accese di palpabile magia e tutti potemmo vederlo fare il suo regale ingresso in palcoscenico.
Rimasi abbagliata, il respiro si arrestò come il battito stesso del mio cuore: era lui, era davvero Michael Jackson!
Raggiunse il centro del palco quasi danzando, leggero, leggiadro, aveva un’espressione talmente intensa, uno sguardo così traboccante di luce, da permettere a chiunque di poter leggere i suoi sentimenti e le sue emozioni in quel momento.
Tutti lo accolsero applaudendolo con visibile apprezzamento e ammirazione… Là al centro apparve come circondato da un’aurea luminosissima, qualcosa di molto speciale ed indefinibile avvolgeva la sua figura, fummo investiti da un incredibile abbaglio. Come se non si trattasse neppure di lui, tanto risultava incredibile vederlo.. Per un momento pensai che non fosse vero, che stessi sognando, quella gente stava probabilmente assistendo ad un altro spettacolo e che era concesso solo a me di vederlo..
Nei volti delle persone traspariva chiaramente un senso di doveroso rispetto, quasi intendessero, con il loro sguardo, inchinarsi a tanta regalità e splendore per offrirle umile omaggio.
Eravamo al buio e di colpo vedemmo la luce, sentimmo il profumo, conoscemmo che volto aveva la grandezza!

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Sorrise ed il suo sorriso gli illuminò il volto di infinita dolcezza.
Indossava una particolare elegante giacca scura avvitata in vita, trapuntata di lamè, dall’apertura dei polsini si intravedeva la fodera rossa.. Il suo look era degno di lui!
Tirò fuori gli occhiali da vista per leggere il suo discorso e curiosamente tutti si avvidero di quanto fosse emozionato, perché non riuscì subito ad indossarli ed intanto invocò “Gesù!”, in evidente imbarazzo, dopo ricacciò qualche ciocca dei suoi lucenti capelli corvini intorno al suo viso, e iniziò a parlare. Un religioso silenzio permise che la sua avvolgente voce permeasse ogni granulo di spazio, che il suo messaggio da subito così sentito, toccante, sincero e giusto giungesse fin nel profondo del cuore di ciascuno di noi.
Ascoltai parola per parola tutto ciò che accoratamente disse.
La sua fu una preghiera, la più nobile esortazione alla speranza che io avessi mai udito pronunciare da un uomo…Un uomo il quale, nonostante la sua fama, il suo glorioso genio, laddove certamente qualsiasi altro personaggio sarebbe scivolato nella più banale e remunerativa retorica, nel pronunciare concetti così semplici eppure tanto importanti, si commosse, sospirò affannato da un dolore ben nascosto, sottilmente insinuatosi nel suo sguardo, nel valore delle sue parole.
Capii immediatamente che Michael credeva veramente in ciò che diceva, che era genuina la sua sofferenza, sincera la sua fede nel domani e nelle mani dei bambini, chiamati a cambiare le sorti tanto avverse di questo mondo.
La sua voce tremò ma presto riprese decisione, il tono dapprima accorato, subito scosso da fermezza mista ad estrema dolcezza… Una lacrima scese sul mio viso…
Tutti si alzarono ad applaudirlo, a lungo.
Michael era visibilmente commosso, stringeva a sé il suo Bamby, giocherellando in un groviglio di mani ed occhiali. Si guardava intorno meravigliato, quasi sorpreso, come se non si aspettasse tanto favore, anzi, per un attimo sembrò defilarsi ma fu subito ricondotto al centro della scena, dove era giusto che stesse. Era quello il suo posto, al centro. Al centro del palcoscenico, del cuore di tutti noi.
Al centro del mio cuore!
La diretta terminò sulle note di “We are the world” e Michael, ancora stupito ma felice in volto, fu assalito dalla platea che lo raggiunse sul palco, insieme ai fotografi pronti ad immortalare il tutto nelle foto di rito. Noi, in seconda fila, fummo invitati sul palco in un secondo momento, per una fugace presentazione.
Michael aveva per tutti un sorriso, un gesto gentile e delicato, anche se parlava appena.
Io, insieme agli altri premiati, saremmo stati presentati a Michael a momenti, dall’assistente che si occupava di noi.
Ero combattuta.
I miei occhi fissavano lui, tra la gente, davanti agli obiettivi, sul palco e subito dopo cercavano l’uscita più vicina. Il mio cuore però mi spingeva verso un’unica direzione, quella meravigliosa di Michael.
Le mie infinite, scalpitanti emozioni vagavano selvagge dentro me, sconcertando la mia mente, la mia anima, la mia pancia. Avvertivo brividi per tutto il corpo ed ero cosciente di stare diventando gradualmente paonazza in viso. In preda a tale stato mi accinsi a salire i pochi gradini del proscenio, che mi separavano da lui. In pochi attimi mi trovai alle spalle di due giornalisti che lo stavano velocemente intervistando. Ero ad un passo da lui.
Potei vederlo ancora più vicino. Era raggiante, era bellissimo! Muoveva le sue labbra morbidamente, sbatteva le ciglia in maniera talmente delicata…La sua voce così calda si avvertiva appena, emanava l’essenza stessa della dolcezza, tutto il miele presente sulla Terra era sbocciato da lui, fiore dei fiori!
Qualcuno, che poi capii essere l’addetta alle pubbliche relazioni, si avvicinò a me salutandomi. La salutai anche io, confusamente, presto sarebbe toccato a me…
I giornalisti mi tolsero la visuale su di lui. Nascosi per un istante il mio sguardo nel vuoto, per liberarmi in qualche modo dall’agitazione che mi stava divorando. Intanto udivo il tono pacato della sua voce, mentre rispondeva alle domande.
Quando rialzai gli occhi, solo un momento era trascorso.
Fui investita di colpo dal suo sguardo, come l’onda del mattino sfiora inevitabilmente la risacca.
I giornalisti si congedarono da lui e mi fecero spazio.
Mi trovai davanti a Michael Jackson!
Furono interminabili attimi di frastornante, inspiegabile emozione.
Non riuscii a proferire parola. Sorrisi.
L’assistente mi presentò:- Mister Jackson… Lei è Lisa…-Michael le fece un cenno con la mano, annuendo. Quella interruppe la sua presentazione. Mentre io non potevo non fissarlo con occhi ingenuamente sognanti, Michael allontanò più volte lo sguardo per poi tornare su di me, con occhi timidi ma incredibilmente intensi, tanto da accrescere a dismisura il mio notevole imbarazzo. In quel preciso istante mi parlò: - Lo so, lei è la scrittrice di libri per bambini…- disse con voce vellutata e sussurrando appena, rivolgendosi con le parole all’assistente ma con lo sguardo a me. Presi coraggio e gli porsi la mano, riuscendo a dirgli le poche parole che avevo preparato per l’occasione. Lui mi guardò ancora una volta quasi di sfuggita, prese la mia mano tra le sue, appena sfiorandola, quasi temesse di farmi del male, e mi sorrise…Ed il suo sorriso brillò sul suo viso, specchiandosi nel mio e mi ritrovai davanti al Sole, al suo dolce tepore…
Sussurrò qualcosa che suonava di candito ma non riuscii a sentirlo, c’era molta confusione ed il tono della sua voce era talmente felpato…Rimanemmo così per qualche altro istante…La sua mano sulla mia, la sua pelle a contatto con la mia, i suoi occhi profondi nei miei, senza più segreti…
Di colpo si guardò intorno ed, interrompendo quel magico momento d’estasi, abbandonò la mia mano.
Trasalii repentinamente, come bruscamente svegliatami da un fantastico sogno. Lui si girò verso la sua destra per allontanarsi, la folla lo inghiottì di nuovo, intanto l’assistente mi ringraziò salutandomi ancora una volta.
Guardai davanti a me: l’uomo che un attimo prima mi aveva così tanto sconvolto, era già svanito, portando via con sé il mio cuore!
Con una felicità soltanto un po’ scalfita dalla delusione per la brevità dell’incontro, mi voltai, decisa a scalzare la folla che andava in senso opposto al mio, per lasciare il palcoscenico.
Poi, però… Notai sui volti delle persone davanti a me larghi sorrisi ed espressioni di stupore.
Qualcuno sfiorò il mio braccio.
Mi girai di scatto, era Michael! Con mia enorme meraviglia, lui era di nuovo di fronte a me, con il suo splendido sorriso e il suo sconvolgente sguardo.
-Temevo di averti persa…- sussurrò teneramente, porgendomi un fiore, una rosa bianca.
Guardai la rosa, incredula e trepidante di gioia. Avrei voluto abbracciarlo e piangere, piangere per ciò che lui mi stava donando, perché mi conosceva, perché mi stava permettendo di vivere una favola! Un sogno incantato e mai sperato che avrei voluto non avesse mai fine!
Ed avrei desiderato di essere sola con lui, in quel momento, sola…
Trattenendo a stento le lacrime:-Per me?- raccolsi la sua magnifica rosa e, felice, tentai di trovare le parole per ringraziarlo:- Grazie…dal profondo del cuore…-
Un altro stupendo sorriso conquistò il suo volto ed il mio, mi salutò scuotendo lievemente il capo e si allontanò.
Rimasi lì, esterrefatta da quel gesto colmo d’affetto e di attenzione nei miei confronti…Ma com’era stato possibile? Guardai la rosa, impietrita per l’emozione… E poi ancora tra la folla e di tanto in tanto avevo l’impressione che i suoi occhi mi cercassero tra la gente.














BEAT IT 81
00domenica 24 ottobre 2010 23:25
Oh mamma!!!! Lisa il capitolo il capitolo è stupendo!!!!! Un'emozione unica e tranquilla, io adoro i capitoli lunghi !!!! ;-)))))))) . Continua così !!!!! Baci
Girl In The Mirror.95
00domenica 24 ottobre 2010 23:39
I miei occhi ed il mio sorriso brillano alla sola idea che questo commento sia uno tra i primi: ho atteso molto questo capitolo, ma il vero rammarico è che ora non mi sovvengano parole. Il turbinio di emozioni e sensazioni che regna in me in questo momento è indescrivibile, un'onda di terreno, fuoco, acqua e vento mi ha sconvolta interiormente, in modo delicato e piacevole.
Ho vissuto. Ti giuro che fatico a trovare le parole che abbiano il valore che io stia cercando, ma non ho idea di come possa trasmetterti la bellezza e la trepida freschezza di questo tuo capitolo: ha una natura magica, e non è stata solo la presenza di Michael a conferirgliela.
Tengo a ringraziarti di cuore, Lisa, perché le tue parole hanno scosso le corde della mia anima, inaspettatamente le hanno fatte vibrare, cariche di elettricità, che mi hanno poi condotto all'emozione, benchè queste non mi abbiano, purtroppo, portato ad un mio risveglio, che tu ben sai sto attendendo.
Speciale. Spero solo che le parole mi trovino, fra qualche tempo.


Viki
Anto (girl on the line)
00lunedì 25 ottobre 2010 17:35

Lisa...
Ma cosa hai scritto?? [SM=g27819] [SM=g27819]
Prima di tutto perdonami per aver letto solo adesso il tuo nuovo capitolo,mannaggia a me non mi ero ancora accorta che tu avessi postato [SM=x47926]
Ehm,credo di poter quotare pienamente il commento della mia Sis Viki,ho letteralmente vissuto ogni attimo,sentito le sensazioni della protagonista sulla mia pelle,la frenesia,l'agitazione,l'emozione e poi per ultimo,ma non perchè tale,l'amore [SM=x47928]
Non ti scusare più per l'eccessiva lunghezza,come hai avuto modo di capire,a noi i capitoli piacciono belli corposi!! [SM=g27824]
Che altro dirti???Sei magnifica,complimenti e la tua storia non è da meno [SM=g27817]
Alla prossima!!
invernizzilaura
00martedì 26 ottobre 2010 21:36
Lisa, arrivo solo ora a leggere il tuo nuovo capitolo, perdonami, non avevo visto la seconda pagina [SM=x47926] mi piacciono tanto i capitoli lunghi, scrivi magnificamente, la scelta di mettere il video è stata ottima, mentre ascoltavo la sua voce e leggevo la tua descrizione mi sembrava di essere lì tra il pubblico, [SM=x47984] e non esiste cosa più emozionante ke sentirsi coinvolti dalla lettura così profondamente. Aspetterò il nuovo capitolo, sono curiosa di vedere cosa succederà dopo [SM=g27823]
Un bacio [SM=x47938]
Alice
lisalovemichael
00mercoledì 27 ottobre 2010 09:11
Grazie mille ragazze..I vostri commenti mi permetteranno di fare sempre più del mio meglio..Grazie ancora, siete squisite!! [SM=x47938]
Alejean
00venerdì 29 ottobre 2010 19:54
Che emozioneee davvero.. Questo capitolo è un turbinio di emozioni.. Hai descritto tutto così bene e dettagliatamente che mi sono addentrata nella parte [SM=g27828] [SM=x47926] [SM=g27836]
Hai descritto tutto divinamente! Brava! [SM=g27831]
Ma il pezzo in cui sentivo che il mio cuore era sempre più in gola era quando Lisa stava salendo i gradini ad un passo da lui.. E' stato un crescendo di emozione che alla fine ho sentito la tua stessa "febbre"..
Aspetto con ansia il prossimo capitolo! [SM=g27838] [SM=x47928]
mimma58
00venerdì 29 ottobre 2010 20:13
[SM=x47928] Lisa che capitolo!Hai ragione Ale ,mentre leggevo immaginavo tutto!Ho provato anche tante sensazioni. [SM=g27836]
lisalovemichael
00domenica 7 novembre 2010 19:23
Ciao ragazze, ringraziandovi ancora tutte di cuore per la vostra gentilezza e la vostra pazienza nel leggere la mia storiella, posto il quarto capitolo..Mi auguro che ci piaccia e scusate di nuovo per il ritardo e per il fatto che lo interromperò sul più bello..Ma sarebbe venuto davvero troppo lungo!.. [SM=g27822]


IV Capitolo


La folla inghiottì Michael che presto lasciò il teatro accompagnato dal suo stuolo di bodyguards ed assistenti. Io rimasi lì, immobile e stordita, al centro del palcoscenico, laddove qualche momento prima mi aveva raggiunto. Una folata di vento mi aveva improvvisamente stravolta, senza che potessi prepararmi in alcun modo a tale sconvolgimento…La dolce brezza, dotata della stessa morbidezza del suo sguardo, si era soffermata su di me, portando con sé il più soave dei profumi, accarezzandomi, aveva calato la sua essenza nella mia anima, come la Luna invade con i suoi raggi un campo al buio, nel silenzio della notte, illuminandola, rubandola..
Avvertii che una parte di me lo stava seguendo, non solo perché io lo volevo ma perché lui se ne era inconsapevolmente appropriato.
Rigirai la rosa tra le dita, la portai al viso per sentirne il dolce profumo.
In seguito venni condotta fuori dal teatro. C’era una serata di gala ad attendermi. Ancora molto confusa, dopo un percorso in macchina, attraversata la città, fui accompagnata all’interno di un prestigioso e rinascimentale palazzo, fino ad una sala da ballo molto vasta, adibita come location per la cena. L’arioso ed affrescato ambiente dava su un terrazzo molto ampio anch’esso, coperto per le rigide temperature invernali, da lucenti vetrate. Fuori uno splendido giardino d’inverno arricchito da bellissime fontane era illuminato a giorno dalla Luna e dalla luce dei lumi naturali, posti ai margini. Era una meravigliosa visione notturna.



Al centro del salone, curato per l’occasione nei minimi dettagli, era stata posta un’enorme tavola rotonda, subito dopo la pista da ballo e l’orchestra e alle spalle del tavolo d’onore, tutte le altre tavole, in un tripudio di fiori e luci quasi artefatte, antiche, provenienti dai lampadari barocchi al soffitto.
La musica vibrava nell’aria, l’atmosfera era assai gradevole, molto chic e soft.
Chiacchierai con alcuni degli invitati, presto si aggiunsero a noi due membri accreditati della stampa, i quali iniziarono con il loro solito tam tam di domande.
-Che sorpresa, non sapevo che anche la stampa fosse stata invitata al buffet..- ribattei ad una delle loro domande.
-Piacevolmente colpita?- rispose uno di loro.
-Solo sorpresa..- In realtà avrei voluto liberarmene, non avevo alcuna intenzione di essere intervistata perché in piano stato emozionale. D’altronde non mi andava giù l’idea che qualcuno potesse notarlo, tantomeno un acuto giornalista gossipparo.
Colsi uno sguardo complice, volutamente ed apparentemente casuale tra i due giornalisti dopo aver guardato la mia rosa. Dal canto mio, cercai di ostentare una certa tranquillità, ma sentivo che stavano per chiedermelo.
-Scusi Miss, lei e Mister Jackson siete amici?- E subito dopo l’altro incalzò:-Vi conoscevate già prima di questa serata?-
Ebbi la vaga impressione che il gesto di Michael nei miei confronti non era poi tanto passato inosservato. Trovare la risposta giusta non era affatto facile; avrebbero di certo manipolato o strumentalizzato ogni mia affermazione a loro piacimento, erano giornalisti, non vicini di casa.
-No…Non avevo mai avuto l’onore di conoscerlo prima d’ora..-
Uno di loro manifestò il proprio scetticismo sbuffando in un leggero riso ed accennando con la mano alla rosa. Lo fissai con fermezza: -Solo un gesto gentile..- Sentii di chiarire, invano… Loro continuarono a lanciarsi occhiate sarcastiche.
Il loro insistente indugiare su quel particolare invase con prepotenza il mio stato di grazia, turbandomi. Tutta quella situazione stava soffocandomi. Mi congedai dal gruppo con una scusa ed attraversai il vasto salone, fra la gente che chiacchierava amabilmente sottovoce mentre le luci, lentamente, stavano soffondendosi e l’orchestra introduceva, attraverso la raffinata voce di una jazzista, le canzoni di Nat King Cole.
Desideravo raggiungere il terrazzo per starmene un po’ in disparte, soltanto un momento.
Ma un elegante signore di mezza età, in smoking, dall’aspetto distinto e sicuro di sé, arrestò il mio passo con cortese abilità. Si presentò e mi porse dello champagne. Era il Mister Jacobs, della Starlight Pictures, celebre casa cinematografica americana. Mi riferì di un progetto da realizzare su soggetto del mio ultimo libro.. Mi parve di sentire il nome di Marco, in tutto il suo complicato e poco trasparente discorso.. A lui questo tizio aveva già anticipato qualcosa. Non capii molto in quel momento, nella mia mente non c’era posto per tutto questo.
-Si goda la serata, avremo modo di discuterne.. I miei ossequi, Lady…- E con estrema disinvoltura accennò ad un saluto accompagnato da un breve inchino.
Annuii confusamente, annegando con lo sguardo nello champagne.
Rimasi lì, al centro della sala, frastornata dalle notevoli novità, ancora da quel colpo, dolcissimo, fortissimo, di brezza. Dove mi trovavo? Cosa mai facevo lì? Perché ero da sola? E soprattutto.. Avrei rivisto Michael? Dov’era lui, in quell’istante?
Nel mio cuore era rimasta una fiamma accesa talmente viva da non distinguerne il senso, protratto nel dolore per la sua assenza o nell’Amore, che in quei pochi momenti in sua presenza avevo sentito sconvolgermi l’anima intera.
Amore.. Perchè avevo pensato proprio a questo sentimento ricordando lui?
Non ebbi il tempo per rifletterci su. I bisbigli degli invitati assunsero toni più elevati, l’orchestra suonò con maggior ritmo, poco distante, da uno degli ingressi laterali adiacenti al giardino alcuni bodyguards fecero il loro ingresso.
I reporter presenti sfrecciarono in quella direzione, taluni scansandomi, seppure cortesemente.
Sorrisi.
Sentii il mio volto illuminarsi di magia come riflesso della luce dalla quale di colpo il mio cuore fu attraversato quando, nuovamente, lo vidi! Era lì, ancora una volta a pochi passi da me, riuscivo a vedere il suo viso nella penombra, abbagliata dalla pioggia di flash fotografici. Tutti noi lo applaudimmo. Lui sorrideva! E mi induceva a sorridere a mia volta.
Lo seguii con lo sguardo. Salutò tutti con un cenno della mano, il suo sorriso si aprì a tutta una serie di sfaccettature, dalla soggezione alla sorpresa.
Si soffermò a parlare con gli organizzatori. Di tanto in tanto annuiva serrando le labbra, delimitate da piccole, deliziose fossette, lasciando scrollare delicatamente il capo in avanti: un movimento che implicava quasi una timida danza della sua chioma scura, con una leggiadrìa mai ravvisata in altri.
Una straordinaria gentilezza albergava sul suo volto, in ogni suo impercettibile gesto o movimento. Impercettibile per il resto del mondo ma così cristallino per me!
Fu accompagnato alla tavola principale accanto all’orchestra, che salutò, musicista per musicista.
-Pare si fermi solo per poco...- Ascoltai qualcuno accanto a me, di sfuggita.
-No, Michael, non andare..- Pregai tra me e me, provando angoscia al solo pensiero.
Qualcuno chiese ai fotografi di smettere con i loro scatti, tutti i presenti furono invitati ad accomodarsi e pare che Michael avesse deciso in quel momento di rimanere più a lungo del previsto. Uno degli assistenti di sala mi chiese di seguirlo, ma durante il breve tragitto non fu difficile per me capire dove mi avrebbe condotta.
Mi ritrovai accanto allo stilista giapponese, al giornalista inglese ed a tutti gli altri premiati con il Bamby. Ai miei antipodi, all’altro capo della tavola, a qualche metro da me, c’era Michael!
Sarei dovuta sedermi alla sua tavola!
Respirai a fatica, la mia salivazione era azzerata!
Mio Dio, come avrei potuto cavarmela?
Cercai di darmi un certo contegno, seppure con estrema difficoltà.
Michael salutò nuovamente tutti noi, accanto a lui, pronunciò parole di ringraziamento e di felicità per trovarsi lì con noi, in quella magnifica serata che non avrebbe certo dimenticato.
Di sicuro non l’avrei dimenticata neppure io!
Ne nacque un nuovo, spontaneo applauso a cui si unì quello di tutti i presenti. Michael portò le dita alle labbra, e spedì dal suo cuore un bacio per tutti.
Poi sedette e tornò a parlare con uno degli organizzatori, di fianco a lui.
Il mio vicino iniziò a conversare con me. Ed io con lui.
Ma con gli occhi e con il cuore ero proiettata fissa davanti a me, su Michael. La mia attenzione era completamente catalizzata su di lui malgrado i miei tentativi di non darlo a vedere.
Avevo posato la sua, la mia rosa bianca sul tavolo. La osservai. Con le dita ne sfiorai i teneri petali. Ed avvertii una strana sensazione. Buio e silenzio intorno, luce solo su di noi, una dolce musica dal suo volto, penetrare dal suo animo al mio: un nastro colore del cielo avvinse legando il mio cuore al suo, al di là di tutto il resto, in un legame sottile, invisibile se non ai nostri stessi occhi, ma soave come la più intensa delle melodie.
La persona accanto a me tornò a parlarmi ma io, soltanto parzialmente, interruppi la mia parentesi di sogno.
Tornai con lo sguardo a cercare Michael.
Mi avvidi che non era più seduto al tavolo. Lo cercai intorno, con apprensione, mi girai, mi voltai dall’altra parte, ma niente… Era come svanito nel nulla.
Fissai il vuoto, caddi rinsaccandomi e posando i gomiti sul tavolo. Lasciai andare un sospiro.. Mi chiedevo se fosse ritornato o se quella fugace apparizione avesse avuto valore di solo commiato da noi tutti. La serata iniziò, i musicisti continuarono a suonare, la gente a divertirsi piacevolmente ed io a chiacchierare distrattamente con le persone accanto a me.
Ma lui non c’era e la luce se ne accorse ed i profumi e le note sprigionate dal pianoforte.
La cena volgeva al termine. Rimestavo sbadatamente la mia creme brulé ai mirtilli quando un giornalista colse l’occasione per sedersi al posto accanto al mio.. Ero l’unica seduta al tavolo, gli altri ballavano tutti…
Il giornalista mi invitò dapprima a ballare ma nel rifiutare feci un gesto inconsulto rovesciando la creme brulé sul tavolo! –Che disastro, no!!!- Esclamai, avevo sporcato la preziosa tovaglia ad una serata di gala internazionale.. Solo io potevo combinare un disastro simile.. Che sciocca!!!Menomale che Michael era andato via, che figura avrei fatto?!
Ma il giornalista, incurante del mio stato di agitazione, cominciò a pormi poche innocenti domande sul mio lavoro, in seguito la sua intervista prese tutta un’altra piega. Mi chiese anche lui se conoscessi Michael e cosa ne pensassi del suo stravagante stile di vita, volle sapere che opinione mi ero formata riguardo all’incidente del balcone.
-Mi scusi, ho combinato un pasticcio qui, vede? Devo avvisare la manutenzione, mi scusi ancora..- Mi alzai in fretta pe evitare altre spiacevoli domande. Non aveva avuto parole positive per Michael ed ancora una volta tutto questo mi feriva profondamente, lo trovai ingiusto, gratuitamente crudele. Tornai al mio tavolo solo quando il giornalista andò via e con lui tutti gli altri. Il loro intervento al galà era terminato e tutto il gruppo stampa aveva abbandonato la sala. Chiesi ad un cameriere di ovviare all’impiastro che avevo provocato, lui guardò la macchia e disse che non si poteva far nulla, la coprì con il mio tovagliolo, ma era troppo estesa e si vedeva ancora molto. Mi trovavo in enorme imbarazzo per questo. Tornai a sedere, cercai di godermi la musica e di far finta di niente.
I miei occhi si posarono nuovamente sulla rosa. La presi tra le mani, ne annusai il profumo, riflettendo, cercando di capire la ragione dell’accanimento nei confronti di Michael, semmai ce ne fosse stata una. Era uno di quei momenti, quelli, in cui ero solita estraniarmi dal mondo circostante ed anche se sapevo che non sarei dovuta ricadere nei miei abissi di silenzi e stasi proprio in quella serata così importante, tuttavia quei pensieri mi conducevano lontano da lì.
Io non mi accorsi di nulla, il mio sguardo era smarrito nel vuoto. Non mi accorsi del vocìo insistente provenire dall’esterno, non mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando a me, stava sedendo accanto a me…
(la poesia in questo video è straordinaria ed esprime bene il senso..)

www.youtube.com/watch?v=quap0Nll8iI


Di colpo la mia concentrazione fu sfiorata dal suo sguardo, penetrato fin nel profondo del mio inconscio, i suoi occhi fecero capolino in avanti, cercando di spiare nei miei..







Michael era rientrato nel plauso generale, creando il consueto caos tra gli ospiti, avanzando verso di me, si era perfino seduto accanto a me ed io? Non mi ero avveduta di niente!
Riemersi rapidamente, spalancando gli occhi e tenendomi il petto per l’improvvisa straordinaria emozione.. Lui, avendo notato che ero assorta, cercò di attirare la mia attenzione nel modo più dolce e sorprendente! Come avrebbe fatto un bambino.
Alzò il palmo della mano come per scusarsi. Ruotai il mio corpo sulla sedia nella sua direzione perché comprendesse la mia totale disposizione nei suoi confronti.
Lo guardai negli occhi con incommensurabile meraviglia!
Non sono mai stata capace di definire quegli interminabili istanti di silenzio tra noi e gli stati d’animo che provai.
Tutto si dipinse della più favolosa magia!
Come se il mio cuore avesse richiamato il suo, nel silenzio, tra la gente, oltre le distanze.. E lui avesse davvero compreso quel richiamo!...Drizzai la schiena, percorsa da una miriade di caldi brividi, il mio respiro divenne subito irregolare, il mio cuore sommerso in un’implosione di emozioni senza inizio né fine.
Mi sorrise.
E all’improvviso mille minuscole fate in volo profumarono l’aria, danzando sulla superficie dei petali più morbidi del cuore di un fiore. Intorno luce, musica, magia, trilli brillanti..
Lacrime impalpabili, più evanescenti dell’aria stessa si affacciarono ai miei occhi e lì rimasero, taciturne, attonite…Si addormentarono in quell’istante sulle mie palpebre e sul suo sorriso…



BEAT IT 81
00domenica 7 novembre 2010 22:01
Oh mamma che sogno!!!!!! Bravissima Lisa!!!!!!!!!! La tua Ff è sempre più dolce, bella e romantica da morire, n sogno, davvero un sogno, la parte finale poi.....Continua così!!! Baci Sara
mimma58
00domenica 7 novembre 2010 22:22
Lisa,che dirti mi piace tantissimo!Piena di romanticismo...Lisa voglio sognare ancora!Aspetto un tuo nuovo capitolo!
Girl In The Mirror.95
00domenica 7 novembre 2010 23:38
Come se il mio cuore avesse richiamato il suo, nel silenzio, tra la gente, oltre le distanze.. E lui avesse davvero compreso quel richiamo!...Drizzai la schiena, percorsa da una miriade di caldi brividi, il mio respiro divenne subito irregolare, il mio cuore sommerso in un’implosione di emozioni senza inizio né fine.
Mi sorrise.
E all’improvviso mille minuscole fate in volo profumarono l’aria, danzando sulla superficie dei petali più morbidi del cuore di un fiore. Intorno luce, musica, magia, trilli brillanti..
Lacrime impalpabili, più evanescenti dell’aria stessa si affacciarono ai miei occhi e lì rimasero, taciturne, attonite…Si addormentarono in quell’istante sulle mie palpebre e sul suo sorriso…



Ho rivisto i copiosi momenti di quella speranza che talvolta si fa viva nella mia anima, qui, in questa descrizione.
I miraggi di un segno del suo potermi sentire, ascoltare, capire. Il cuore batte all'impazzata nell'incontrare con gli occhi l'ennesimo barlume luminoso del quale l'anima si nutre, con la fiducia di poter essere ascoltata.
Fra queste righe leggo il desiderio di ognuno di conoscere la destinazione del nostro Amore per Lui. Il futuro di ogni bacio verso il cielo. Le emozioni sono tante e ci sommergono. La sola idea che l'essere uditi da Lui sia possibile rende magica della sua presenza ogni cosa che ci circonda. E quando ne abbiamo la palpabile certezza, riaffiorano ricche le lacrime, gelide di solitudine, calde di conforto. Al semplice ricordo di un suo sorriso.
Lisa, un capitolo meraviglioso, hai i miei complimenti dal profondo del cuore, ancora una volta. La mia riconoscenza cresce, lo sai, ti ringrazio per questa tua sublime storia.
Ti abbraccio davvero forte,


Viki
lisalovemichael
00domenica 7 novembre 2010 23:44
Sono commossa.. Ed oggi è anche il 500°.. [SM=x47964]
Grazie ragazze, siete le mie ragazze...Sono davvero contenta che vi sia piaciuto..Molto contenta! Ed ogni vostra parola mi sprona a continuare..Grazie ancora!
Vorrei dirvi di più ma sono in forte imbarazzo.. [SM=x47984]
Anto (girl on the line)
00martedì 9 novembre 2010 01:17
Lisa perdonami,ho letto solo adesso il nuovo capitolo..
Che dirti??Questa storia mi piace sempre di più,bello il modo in cui sta evolvendo e il tuo modo di descrivere le situazioni la rende unica! Adesso sono curiosissima per il seguito,non vedo l'ora di leggerlo!!
Un bacio [SM=g27838] [SM=g27817]

P.S:quella poesia che hai postato è magnifica,descrive esattamente i miei stati d'animo legati a Michael..E' come se quelle parole parlassero di me..Grazie per averla postata e per avermela fatta conoscere [SM=g27819]
In quel punto della narrazione ci stava a pennello [SM=g27817]
Alejean
00sabato 13 novembre 2010 20:44
Sorellina,scarico il capitolo sul mio pc così leggo il nuovo capitolo con calma a casa,perchè a lavoro non mi concentro e "sogno" bene!
Lunedì commento.. Anche se leggendo i post di chi lo ha già letto... mmmm... Chissà cos'hai scritto! [SM=x47928] [SM=x47928]
invernizzilaura
00domenica 14 novembre 2010 22:11
Lisa, mi hai commossa!! [SM=g27821] L'ultimo pezzo è il sogno ad occhi aperti ke mi insegue quotidianamente, il desiderio di ritrovarmelo davanti, ma è irrealizzabile.. con le tue parole hai espresso ciò ke avrei provato anke io, la poesia è molto bella, grazie x averla postata, quelle parole si addicono a quello ke provo x Michael, descrivono perfettamente la situazione..
Un grande abbraccio, spero ke posterai presto il prossimo capitolo [SM=x47938]
Aly
lisalovemichael
00martedì 16 novembre 2010 12:14
Grazie ragazze, siete molto dolci... [SM=x47938] [SM=x47938] [SM=x47938]
Spero di postare prestissimo!!!
Grazie mille ancora una volta..Siete preziose!!! [SM=g27822]
ely jackson95
00giovedì 18 novembre 2010 16:09
io come sempre arrivo in ritardo! ma devo dirti ke è bellissima!! mi hai fatto sognare!!! complimeti!!
lisalovemichael
00martedì 23 novembre 2010 17:51
Ciao Ragazze!!
perdonate il ritardo, questo capitolo mi ha preso molte energie, poi capirete perchè..Semplicemente non volevo lasciare nulla al caso..
E' un capitolo un pò lungo ma molto musicale, spero tanto che vi piaccia..Io sono caduta più volte in trance mentre lo scrivevo..Sognare Michael mi fa sempre quest'effetto...


V Capitolo


In quell’istante il mondo intorno a me sembrò polverizzarsi all’improvviso.
Tutta me stessa era racchiusa come in una piccolissima bolla d’aria sospesa tra le sue lunghe ciglia nere, delizioso sipario di ogni meraviglia custodita dai suoi immensi occhi scuri.
-L’ho spaventata, mi dispiace..- mi parlò, stava parlando proprio con me..
Sorrideva abbassando lo sguardo, di tanto in tanto scostava con un lieve cenno della mano qualche morbida ciocca, di quella chioma brillantemente nera, calata dalle tempie fino al centro del volto.
-No!- risposi di colpo scuotendo il capo e spalancando gli occhi.
Alla mia repentina risposta, i suoi occhi rimasero spersi e bassi, il suo sorriso, ad un tratto, parve quasi irrigidirsi sul suo viso.
Ebbi l’impressione, fin da quei primi momenti, che lui, in qualche modo, stava percependo tutto il mio imbarazzo; era come se il mio atteggiamento, anche se poco evidente, senza volerlo, sottolineasse che esistesse una distanza tra me e lui e tra lui ed il resto del mondo. Lo stava avvertendo…
Per un momento calò il silenzio tra noi, non sapevo cosa fosse meglio dire in quella circostanza. Detestavo l’idea di dover parlare solo per circostanza, lui non era persona da convenevoli, da frasi fatte per l’occasione e se con altri avrei potuto sforzarmi di aderire a queste etichette, con lui non ci sarei mai potuta riuscire. No, io avrei voluto solo parlargli attraverso il battito del mio cuore…
Poi, di colpo, rise. Una risatina vibrata, gustosa, garbata.
Notò l’enorme pastrocchio sulla tovaglia da tavola.
-Mi spiace… E’ inguardabile…Combino sempre disastri!- Ero imbarazzatissima, che razza di figura!
-No!!- Continuò a ridere compiaciuto e, osservando il mio disagio, mi sfiorò il braccio, poco sopra il polso, per tranquillizzarmi. Un tocco carico di tepore la cui lieve pressione sentii sulle mie vene.
Intanto faceva spallucce scherzando divertito.
Tanto che fui contagiata anch’io e ne ridemmo insieme, incrociando i nostri sguardi.
-E’ vero che lei è una maestra?- mi domandò, avanzando con il busto verso di me, con chiaro desiderio di sapere.
-Sì..- risposi -Ma ultimamente…- Guardai ed indicai intorno a me –Ho preso un periodo di aspettativa, sa…Per la promozione del libro..-
-Già…Le promozioni..- La sua espressione si congelò, come era accaduto qualche momento prima.
-Le manca molto il suo lavoro?- mi chiese subito dopo.
Michael aveva una voce dolcissima, il suo tono era leggermente basso e questo le conferiva, con il suo caldo timbro, un’incredibile morbidezza, un soave senso di tepore… Come se una soffice coperta avvolgesse lo spazio tra noi ed io ne venissi teneramente protetta. Non avevo ancora udito cento delle sue parole e già mi rendevo conto che non avrei mai potuto più fare a meno di ascoltarlo.
Annuìi serrando le labbra, in realtà lui aveva colto pienamente il centro delle mie angosce. Ero profondamente amareggiata di non poter insegnare.
Michael mi fissò per un lungo istante.
In tutta la sua gentile leggerezza stava inoltrandosi nei miei sentimenti. Lo sentii bussare ed entrare in tutta la sua grazia, con tutta la sua comprensione e la sua sconfinata delicatezza.
Fui presa da un forte desiderio di parlargli, così, spontaneamente.
Espressi i miei stati d’animo, sfogai il mio rammarico come si è portati a fare con un amico di vecchia data:- Mi manca il mio lavoro..Il contatto con i bambini, voglio dire..Non è semplice mettere da parte qualcosa d’importante per lasciare spazio ad altro di ugualmente importante.-
Michael annuiva, mi ascoltava assorto, proseguendo a magnetizzare la mia attenzione.
-Prima non avevo tutto quello che possiedo adesso, ma ero felice lo stesso, mi bastava fare qualcosa per loro, anche una piccola cosa.. Sbucciare un’arancia, allacciare una scarpa, leggere con loro una storia..Mi sembra una vita fa..-
Dal suo viso traspariva la mia stessa amarezza, forse anche per qualche ragione di cui non ero a conoscenza, nonostante tutto non lesinava mai un sorriso, nemmeno in tali circostanze.
Non sapevo niente di lui, eppure ero riuscita ad aprire il mio cuore senza particolari resistenze.
-Sono certo che lei è la migliore maestra del mondo!-
Che enorme emozione provai quando me lo disse.
Pronunciò quelle parole con la dolcezza tipica di un bambino, uno qualunque dei miei.
Abbassai gli occhi, stavo per commuovermi.
-Lo penso davvero..Sa, ho letto tutte le sue storie ai miei figli…-
Ritornai su di lui, incredula.
Aveva letto le mie favolette ai suoi bambini?! Lui! Avevo capito bene?! Non riuscivo a crederci, ma poi ebbi modo di riflettere. Perché no? In fondo i miei libri erano stati distribuiti anche negli USA e molti genitori li avevano acquistati e letto il contenuto ai loro piccoli. Perché mai lui non avrebbe dovuto? Era un padre come gli altri, sebbene avesse un nome altisonante ed il mondo proprio non se ne facesse una ragione.
-Mi dica…Sono piaciute ai suoi bambini?- gli chiesi incuriosita.
-Siii!!! Certo!!!!- La sua fu decisamente un’affermazione convinta – Sono storie fantastiche, piacciono molto anche a me!-
“Wow!!!” esultai tra me e me.
-Ne sono felice! Il suo parere conta molto per me!-
A questa mia ultima risposta si fece serio e mi chiese esplicitamente perché.
Sapevo che avrei rischiato di andare troppo oltre manifestandogli le mie sensazioni ma volli, ancora una volta, aprirmi senza riserve ed a scanso di equivoci.
-Beh…- per un attimo rimasi interdetta, poi trovai il coraggio – Non so come spiegarle…Posso parlarle francamente?- Fece cenno di sì, mentre colsi un filo di tensione attraversargli il volto, pendeva dalle mie labbra. In un certo senso capii che la risposta che avrei dato contava molto per lui e coinvolgeva anche me…
-Tengo sempre conto delle impressioni che provengono dalle persone come lei, per mia sfortuna non ne ho conosciute molte. Mi hanno molto colpita le sue parole, durante la premiazione, e pensare che non la conosco affatto…Eppure avverto la sua sensibilità, è talmente limpida, la vedo…- Sospirai, rimanendo bloccata all’apice del mio lungo sospiro –La prego non mi faccia andare oltre..- Mi sottrassi al suo sguardo, compresi di essere arrossita.
-Capisco…- disse sottovoce.
Sorridemmo.
Ero certa che Michael avesse compreso il motivo del mio rossore, la ragione profonda del mio discorso. Non era mai stato facile per me esternare i miei sentimenti, dimostrarli, che si trattasse di ammirazione, armoniosa complicità, stima… Anche questa volta, soprattutto questa volta, ero stata risucchiata dal mio solito vortice emotivo.
Lui aveva capito benissimo tutto questo e me ne avvidi subito dalla sua espressione.
Prese le mie mani nelle sue e le accarezzò.
Annegai nei suoi occhi lasciandomi dolcemente trasportare dalla danza del caldo velluto che le sue mani ondeggiavano sulla mia pelle, fortemente avvinta.
Le luci che illuminarono la sala ruotarono intorno all’orchestra, velandosi, calando dalla brillantezza dei toni chiari alla pacatezza di quelli rosei, tipici della penombra.
La musica mutò.
Le spazzole jazz sulla batteria crearono un’atmosfera talmente vellutata e complice, serenamente romantica.
Michael osservò i musicisti senza lasciare le mie mani. Riconobbe il brano e mi guardò meravigliato:- “Fly me to the moon”!..-
Annuii lentamente, mi persi a guardare il suo sorriso, lampante anche nei suoi occhi.
L’istante seguente mi chiese: -Vuole ballare con me?-
Come rifiutare? Avrei desiderato subito dirgli di sì, un infinito “siiiiiiii”…
Ma feci confluire tutte le mie ansie, i miei timori ed il mio disagio in un’unica affermazione:- Io non so ballare.. Le pesterei i piedi..-
Si alzò sospirando e sorridendo: - Correrò il rischio!-
Mi invitò ad alzarmi a mia volta ed a seguirlo al centro della pista.
Così feci, senza ribattere altro.
Non ne avevo alcuna intenzione, tutto quello che volevo in quel momento era che lui mi conducesse…Dove, come, perché, non aveva senso chiederselo.
Avanzammo verso il centro della sala mano nella mano, mentre tutti gli altri si fermarono a guardarci. Michael si rese conto di avere tutti gli occhi puntati addosso ma piuttosto si preoccupò di tranquillizzare me, stringendomi la mano con maggiore prensione, penetrando con il suo sguardo rassicurante nel mio, spaurito ed emozionato, cercando di distogliere il mio pensiero dalla considerazione dell’opinione altrui.
E vi riuscì, in un battibaleno mi ritrovai a volare, insieme a lui, galleggiando in un alone di pura estasi, estranei, lontani da tutto ciò che stava intorno a noi.
Ero immobile, indecisa sul dafarsi. Michael si avvicinò a me, tanto vicino! Cinse la mia vita con il suo braccio, distolse il suo sguardo appena incrociato il mio. Capii che anche lui era molto imbarazzato, malgrado riuscisse benissimo a dissimulare.
Quando lasciò scivolare il suo braccio sul mio fianco fui colta da una sensazionale ebbrezza, ero sconvolta! Mi chiesi se tutto questo stava realmente accadendo a me.
Lui era lì, a pochi centimetri, potevo avvertire il calore della sua mano nella mia, la morbidezza della sua pelle a contatto con la mia, percepire il suo respiro, leggerissimo, perdermi nel mistero di quel cielo stellato di cui erano dipinti i suoi occhi sinceri, tremare per l’incanto racchiuso in ogni suo sorriso. Era lì davanti a me, era vero, era lui.. E voleva ballare con me..
Il suo viso si avvicinò tanto da collidere quasi con il mio e solo alla fine virare verso il mio orecchio, in un movimento straordinariamente sensuale, mentre le sue mani scivolarono entrambe sui miei fianchi: - Seguimi… Lascia che la musica penetri dentro di te… Lasciati andare.. –sussurrò…

www.youtube.com/watch?v=2QtUiOd5pLM&feature=related


Abbassai le palpebre, perduta, rapita dalla sua voce, da quel profumo!
Raggiunsi la completa estasi dei sensi…
Tornò con il suo braccio destro sulla mia vita, con l’altro a condurmi in quella fascinosa danza. Era sinuoso il suo corpo, vicino al mio, si muoveva incarnando quella canzone lunare, meravigliosa.
Ed, incredibilmente, riuscì a far danzare anche me, era così semplice seguirlo in quel volo di luce, la cosa più naturale del mondo! Mi piaceva ballare con lui, mi trasportava laddove avevo sempre desiderato trovarmi, laddove tutto poteva accadere, nel dorato mondo dei sogni.

“Fill my heart with song
And let me sing forever more..
Fly me to the moon
And let me play among the stars..
..In other words
Hold my hand
In other words
Darling, kiss me…”


Talvolta, nella danza, si allontanava, tendevamo le braccia, intrecciando solo le estremità delle nostre dita. Poi, di colpo, nuovamente ci ritrovavamo vicini, come prima, il suo viso, quasi sfiorava il mio, i suoi capelli solleticavano le mie tempie, il mio collo; dopo mi stringeva a sé, molto delicatamente, portandomi a ruotare su me stessa, intorno a lui che mi conduceva in quel magico pulviscolo di stelle come la ballerina in tutù danzante in una scatola musicale.
E tutto questo senza mai lasciarci con gli occhi.
Lo sentivo canticchiare, mormorare quelle parole melodiose e nello stesso tempo avvertivo la gioia attraversare le stanze della mia anima, spalancandone le porte con il solo soffio di un suo sorriso.
Lì, in quel momento, nel profondo del mio cuore, capii di essermi perdutamente innamorata di lui.
Quando la musica terminò rimanemmo in silenzio, le nostre mani congiunte, mentre tutti gli altri ci applaudivano. Lo feci anch’io, lo applaudii, lasciandogli, a malincuore, la mano.
-No…Ti prego, non è un’esibizione..”-mi disse sottovoce accostando la sua bocca al mio orecchio e tenendo ferme le mie mani tra le sue.
Per un momento rimasi basita, avevo sbagliato di nuovo. Ma mi sforzai di sorridere per non dare l’impressione di essere stata turbata dalle parole che mi aveva appena detto. Ci facemmo strada tra gli ospiti, fummo richiamati dagli organizzatori, cercavano Michael. Non avrei voluto seguirlo ma lui continuò ad avanzare verso di loro invitandomi a fare altrettanto, accompagnandomi ed allargando il suo braccio intorno alla mia schiena. Un attimo prima di incontrare quei signori mi disse, mantendendo il sorriso e spostando leggermente lo sguardo verso di me: - Scusa, prima, inavvertitamente, ti ho dato del tu..-
-Il tu va più che bene!-
-Ci diamo del tu, allora..-mi sorrise soddisfatto.
Annuii contentissima.
Parlammo con quelle persone a lungo, Michael scherzava con loro con estremo garbo mentre io, timida e taciturna, combattevo contro me stessa nel tentativo di trovare qualcos’altro da fissare nella sala che non fosse lui. Mi sforzai moltissimo, non volevo nuocergli, evitare di attirare altri pettegolezzi su di lui era la mia priorità in quel momento. Ma la mia mente era ammaliata dalla sua voce, i miei sensi storditi dal suo profumo, ero stravolta dalla sua stessa presenza lì, accanto a me.
Pensai di allontanarmi, era giusto così.
Interruppi la loro discussione con molto tatto:-Perdonatemi, vogliate scusarmi, vorrei prendere un po’ d’aria in terrazzo…- Motivazione diplomatica per togliermi di mezzo. Prima di allontanarmi guardai Michael e lo ringraziai per il ballo che mi aveva concesso, gli sorrisi dolcemente, sperando in cuor mio che non finisse tutto lì. Ma ebbi l’impressione che a lui fosse del tutto indifferente.
Mi voltai e raggiunsi il terrazzo.
Non c’era nessuno.
Il cameriere chiuse l’uscio alle mie spalle ed io rimasi da sola, sotto l’ampia vetrata che schiudeva un cielo blunotte, trapunto di stelle luminosissime, al chiaro di Luna.
Era una limpida e gelida notte di autunno tedesco.
Davanti a me gli splendidi e geometrici giardini d’inverno e le brillanti fontane che sprigionavano ghirigori d’acqua nell’aria fredda della sera. Respirai profondamente il profumo dei gelsomini nei vasi posti ai margini del terrazzo. Le porte laterali aprivano un passaggio sul giardino, avrei voluto visitarlo ma la temperatura era proibitiva. Mi avvicinai alla vetrata per osservare più da vicino quel meraviglioso scenario.
Il mio respiro lasciò un alone sul vetro, offuscandolo. Mi venne spontaneo compiere un gesto che facevo fin da bambina e con il dito scrissi il mio nome sulla nuvoletta di vapore.
Cancellai con il palmo della mano e ricreai una nuvola più ampia, appannando ancora il vetro.
Vi tracciai un cuore quando nello stesso istante sobbalzai: all’improvviso qualcuno alle mie spalle, mi coprì gli occhi, in silenzio.




Inerte e sorpresa, non dissi nulla. Avrei riconosciuto tra mille il ritmo del suo tenue respiro accarezzare il mio collo, laddove i suoi setosi capelli frusciavano, solleticandomene delle zone.
Volli stare al gioco, in fondo era divertente.
Posai le mie mani sulle sue, immobili a sbarrarmi la vista sulle cose terrene preannunciandone altre più meravigliose. Le studiai con cura, attraversandone con le dita ogni minimo muscolo e tendine, ogni unghia, fino alle sottili ossa sporgenti dei suoi sensuali polsi, avvolti nelle maniche aperte della sua giacca. E mentre le mie mani esploravano deliziate, le sue sospingevano piano contro le mie, creando un sottile, particolare tepore sulla mia pelle.
Mi voltai verso di lui: - Michael!..-. Il mio cuore andava all’impazzata, vibrando fortissimo in ogni parte del mio corpo. Lui mi aveva ancora una volta cercata, sorridemmo.
-Cosa fai qui? Uhhh!!! Fa molto freddo! – mi chiese con tono curioso, stringendo le spalle, infreddolito.
- Volevo guardare fuori… Il giardino, la Luna… - indicai con stupore la splendida notte ricoprire, come una coltre cucita dal riflesso lunare, ogni pianta, ogni sentiero, ogni fontana.
- E’ fantastico! – osservò estasiato, dopo tornò a fissarmi con maggior meraviglia.
- Andiamo fuori a vedere! Usciamo da lì, vieni!! – mi chiese afferrandomi la mano e dirigendosi verso l’ingresso laterale –Dai, Fairy..- mi esortò – Svolazziamo un po’ in giardino..-
- Fa molto freddo, Michael! Non mi sembra una serata adatta per.. – Opposi resistenza mentre continuava a trascinarmi per la mano.
- Già, tu sei troppo scoperta..- Si levò la giacca e le offerse a me, lui stesso coprì le mie spalle nude.
- No, Michael, non devi farlo..Ti ammalerai! –
Non mi ascoltò, rimase in camicia e sistemò la sua giacca su di me, guardandomi premurosamente negli occhi.
Quell’indumento, pregno del suo odore, trasmise alla mia pelle tutto il calore del suo corpo lasciato nel tessuto.
-Andiamo –Era eccitatissimo.
Lo seguii quasi rincorrendolo, si diresse verso il giardino con lo stesso entusiasmo di un bambino quando scopre qualcosa di nuovo per la prima volta. Il freddo ci impose di camminare speditamente per impedire che serpeggiasse lungo le nostre schiene. Per un tratto ci rincorremmo tra le siepi, ridendo e chiamandoci, giocando come vecchi amici. Talvolta Michael si avvicinava a me e strofinava le mie braccia vigorosamente per scaldarmi, anche se era lui a tremare per il freddo.
La maestosa fontana di marmo bianco zampillava l’acqua in spruzzi che, come fuochi d’artificio, scintillavano nella notte.




-E’ bellissima, Fatina! Credi che riusciremo a vedere dei folletti, credi siano già svegli a quest’ora?- mi domandò, desideroso di sapere che volo potesse prendere la mia, la sua fantasia.
-A Mezzanotte in punto sono volati via dalle loro dimore, dalle fragili cortecce delle gemme d’inverno, in viaggio verso le costellazioni in cerca di luce nuova.. Sono rimasti solo i piccini in questo luogo, per custodirlo, danzando sull’acqua.. Li vedi? Luccicano sulla superficie..-
- Sapevo di non sbagliare su di te, è come se ti conoscessi da sempre, attraverso le tue storie, Fairy!..-. Mi strinse la mano..- Vieni, sediamoci lì… - indicando una panca di pietra.
Le finestre accese del palazzo erano distanti, quasi avvolte nella bruma.
Sedemmo vicinissimi, i nostri fianchi aderirono.
Mi strinse a sé, era talmente infreddolito…
Le parole che poco prima mi aveva rivolto, il suo atteggiamento così candido, le sue maniere delicatissime, quell’immediato, invisibile legame che aveva creato con me, mi suscitarono una commovente tenerezza. Provai quasi compassione mista ad ammirazione, un indefinibile sentimento verso di lui, non sapevo spiegarmi perché.
Il mio cuore si sciolse irrimediabilmente…
-Guarda, Lisa, la Luna..- Mi chiamò per nome, per la prima volta.
Scorsi nei suoi occhi il vivido bagliore lunare.
Michael batteva i denti per il freddo. Scostai la sua giacca dalla mia spalla e gli ricoprii la sua. Ci accucciammo entrambi nello stesso indumento, rimanemmo lì seduti per interminabili minuti fitti di intensi sguardi. Dopo decidemmo di rientrare ciascuno per conto proprio, perché nessuno potesse equivocare né sciupare quegli incantevoli momenti trascorsi insieme ed il ricordo che ne avremmo serbato. Michael mi confessò che avrebbe lasciato il party appena rientrato. Il tempo di raggiungere il terrazzo e non ci saremmo più rivisti.
Questa volta percorremmo il sentiero entrambi con molta lentezza. Non riuscivo a dire nulla, ero come bloccata. Non una parola anche da parte sua.
Giungemmo in terrazzo, mi soffermai accanto alla vetrata, gli riconsegnai la giacca e lo ringraziai per tutto…Mi tremò la voce…E le mani, quando lui le prese nuovamente tra le sue. Mi parve che non volesse lasciarmi, che non volesse andar via, ma non disse niente.. Niente!
Mi salutò, d’un tratto, molto formalmente. Mi voltò le spalle e si diresse verso la sala, risistemandosi la lucente spilla sul colletto della giacca.
-Mio Dio, fa che mi guardi!- pregai tra me e me, non accettavo l’idea di non rivederlo più.
Nulla, Michael andava spedito verso l’ingresso, allorchè si arrestò, di colpo, con la mano ferma sulla maniglia. Allora non mi lasciai sfuggire quella mia ultima possibilità.
-Michael… - Lo chiamai con tutta la mia speranza. Rividi il suo meraviglioso volto sorridente venirmi incontro, era raggiante! Tornò a prendermi la mano: - Lisa! Vuoi.. Te la senti di diventare mia amica?- Credo che non aspettasse altro che chiedermelo..
-Sì… Michael.. Sarebbe il dono più prezioso per me!- Ero commossa.
- Non sarà facile.. Ma il tuo cuore è pulito.. Sento che posso fidarmi di te!-
Abbassò lo sguardo aggiungendo:-Ma se credi che non sia possibile.. Io capirei..-
-Michael, io sono qui, pronta…Non aver paura!-
Sorrise compiaciuto ed imbarazzato.
-Ci rivedremo molto presto!- mi disse, sfiorandomi appena la guancia con un gesto colmo di dolcezza. Poi si allontanò deciso, lo vidi di nuovo inghiottito dalla folla, tra lustrini e mille convenevoli.
Era andato via ed io mi sentii subito persa senza di lui.
Ma non sola. Non ero più sola.
Il giardino sonnecchiava placidamente, il gorgoglio dell’acqua suonava melodie che cullavano i miei pensieri più freschi. Tutt’intorno avvertivo ancora intatti i resti della sua polvere magica, sparsi ovunque, specie nel mio cuore. Non mi sentivo più sola, nella mia vita ora c’era Michael!
















Girl In The Mirror.95
00martedì 23 novembre 2010 21:03
Lisy cara, che meraviglia.
Questo capitolo è pura poesia, come ogni altro scritto da te fino ad ora. Le tue parole scintillano di una rara magia. Le persone sentono sempre il bisogno di conoscere l’origine di ogni cosa, ma per quanto riguarda me, appena incontro il tuo turbinio incantato, non mi domando sulla nascita di nulla. Sei capace di far perdere la cognizione del tempo e dello spazio a chiunque legga: è meraviglioso che tu possieda il segreto di una bacchetta così magica.
Nel personaggio della tua storia ho visto una goccia, o forse un oceano, di te. Della persona che sei. Bisogna sognare, il cavallo della fantasia è un destriero che va sbrigliato.
Ti ringrazio per questo capitolo, è stato davvero incantevole, soave e magico. Degno di una persona pura e sensibile come te.
Ti abbraccio forte, un bacione [SM=x47938]

Viki
lisalovemichael
00martedì 23 novembre 2010 22:05
Piccola Vic..Con quali parole posso ringraziarti?
Una c'è e ti appartiene, ti calza a pennello: Meraviglia!
Un abbraccio forte!!! [SM=x47938]
BEAT IT 81
00mercoledì 24 novembre 2010 09:20
Lisa!!!!! Oh mamma, questo capitolo è pura magia, il pezzo del giardino è stupendo!!!! Grandiosa, davvero grandiosa. Continua così!!!! Baci Sara
invernizzilaura
00mercoledì 24 novembre 2010 22:23
Lisa, è splendido, pura melodia!Questa volta mi sono davvero persa fra le righe, mi sembrava di essere presente fra quei dolci sguardi e delicate carezze; tutto ciò mi ha trasmesso le profonde sensazioni che hai perfettamente descritto.
Ora aspetto di poter leggere il prossimo capitolo anche se sò già sarà straordianrio
Un abbraccio, Alice
lisalovemichael
00giovedì 25 novembre 2010 15:48
Sara, Alice, grazie mille, siete gentilissime, un grosso bacio da parte mia ad entrambe! [SM=x47938] [SM=x47938]
Per qualche settimana non potrò postare, mi spiace..Però ne approfitterò per andare avanti con la ff, così appena avrò nuovamente la possibilità di collegarmi non vi farò attendere..
Ancora grazie!!!
BEAT IT 81
00venerdì 26 novembre 2010 13:55
Re:
lisalovemichael, 25/11/2010 15.48:

Sara, Alice, grazie mille, siete gentilissime, un grosso bacio da parte mia ad entrambe! [SM=x47938] [SM=x47938]
Per qualche settimana non potrò postare, mi spiace..Però ne approfitterò per andare avanti con la ff, così appena avrò nuovamente la possibilità di collegarmi non vi farò attendere..
Ancora grazie!!!




Lisa, [SM=x47938] anche a te!!! Tranquilla se x un po' nn riuscirai a postare, aspettiamo. Bacio
BEAT IT 81
00venerdì 26 novembre 2010 13:55
Re:
lisalovemichael, 25/11/2010 15.48:

Sara, Alice, grazie mille, siete gentilissime, un grosso bacio da parte mia ad entrambe! [SM=x47938] [SM=x47938]
Per qualche settimana non potrò postare, mi spiace..Però ne approfitterò per andare avanti con la ff, così appena avrò nuovamente la possibilità di collegarmi non vi farò attendere..
Ancora grazie!!!




Lisa, [SM=x47938] anche a te!!! Tranquilla se x un po' nn riuscirai a postare, aspettiamo. Bacio
Alejean
00lunedì 6 dicembre 2010 16:12
Sorellona,scusami se non ho letto prima,ma sai che sono stata poco bene.. Che dire.. Le ragazze dei precedenti post hanno detto tutto ciò che penso! E' davvero POESIA la tua FF dalla prima all'ultima parola! Mi hai fatto sognare e commuovere.. [SM=x47964] Come avrei voluto che Michael avesse avuto davvero una donna che lo amassi! Anche se rosicherei un pò se fossi tu eh, [SM=g27827] ma almeno sarebbe stato in ottime mani! Immagino come SOGNI quando scrivi! Ecco perchè ogni volta che vengo da te non esci mai dal tuo studio.. E te credo! Sei in una favola! [SM=g27836]
E' bellissima e dolcissima questa storia! Spero ritorni presto! Mi manchi! [SM=x47964] Mi raccomando scrivi tanto così ne posterai due di capitoli! [SM=g27828]
Sei bravissimaaaaa.. Come sempre! [SM=g27838] [SM=x47928]
dangerous woman
00mercoledì 8 dicembre 2010 08:38
Re:
wow!! sei veramente brava!! continua!Aspetto il prossimo capitolo


lisalovemichael
00lunedì 13 dicembre 2010 00:48
Grazie sorellina! [SM=x47938] Un bacino da Ilaria..

Ester..Anche tu quì? Sono contentissima!!
Ma grazie, ti sei sciroppata tutti e cinque i capitoli in una volta sola? Meriti una medaglia!!!
Grazie, sei gentilissima, una carissima amica, lo sai che ti stimo tanto ma i miei sogni non batteranno mai i tuoi,che sono fantastici!!!
Ti abbraccio!!! [SM=x47938]
Alejean
00venerdì 24 dicembre 2010 18:10
Io sto aspettando ancora il nuovo capitolo eh!
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