Eccomi ragazze! Non so quando potrò postare ancora, perciò ne approfitto e vi metto tutto il 2!
Scusate se la storia è un pò 'lenta'..piano piano prenderà forma, voi abbiate pazienza..spero non rimarrete deluse!
And now..enjoy!
CAPITOLO 2
Santa Barbara (CA). Mason beach Inn Hotel.
Non so a quanti sia capitato, ma io non sono mai entrata in una suite nella mia vita. E devo dire che per oggi i cambiamenti sono stati parecchio..come dire..'radicali'..
Qui c'è ogni genere di comfort: televisione, wireless, internet, cesti di frutta fresca su ogni tavolo, una fantastica terrazza con vista oceano (non ho mai visto il pacifico), e un lungomare in cui potrebbero comparire Pamela Anderson e tutto il team di Baywatch da un momento all'altro, per quanto mi riguarda.
Non sono abituata a tutto ciò, soprattutto se penso che solo 24 ore fa mi trovavo nel mio trilocale in compensato nel villaggio di Yeoville a Johannesburg.
Due realtà completamente opposte direi.
Mi sento fortunata, sento di avere fra le mani una fantastica occasione. Guadagnerò bene e questo mi permetterà di trovare un bel posticino per me e Saty dove iniziare una nuova vita. Con il tempo mi abbandonerà questo senso di smarrimento che provo, accompagnato dalla solita strana sensazione.
Non so descriverla, mi sento osservata anche se so benissimo che non è così.
Sono solo paranoie da jet lag, lo so.
Mio figlio è più furbo di me, si è addormentato profondamente..dovrei seguire il suo esempio..
Mi metto giù anch'io. Non ho sonno. Che cavolo, ma possibile?!
Forse se accendo un pò di musica. Ma si, accendo l'ipod e metto in modalità selezione casuale...
I was wandering in the rain ----------------------------------mi stavo facendo delle domande sotto la pioggia
Mask of life, feelin' insane ------------------------------------una maschera di vita. misentivo pazzo
Swift and sudden fall from grace --------------------------una improvvisa e rapida caduta dalla grazia
Sunny days seem far away ----------------------------------i giorni soleggiati sembrano lontani
Kremlin's shadow belittlin' me -----------------------------l'ombra del Cremlino mi sminuisce
Stalin's tomb won't let me be -------------------------------la tomba di Stalin non mi da pace
On and on and on it came -----------------------------------continuava e continuava ad arrivare
Wish the rain would just let me be------------------------vorrei che la pioggia mi lasciasse in pace
How does it feel --------------------------------------------------come ci si sente
when you're alone and you're cold inside-------------e sei freddo dentro?
Like a stranger in Moscow ----------------------------------come uno straniero a Mosca
Like a stranger in Moscow
We're takin' danger ----------------------------------------------stiamo rischiando baby
We're takin' danger baby
Like a stranger in Moscow
I'm livin' lonely -----------------------------------------------------vivo nella solitudine
I'm livin' lonely baby
A stranger in Moscow ------------------------------------------come uno straniero a mosca
Mai parole più azzeccate per descrivere come mi sento in questo momento.
Morfeo verrà a prendermi tra poco. Ora si.
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LOS OLIVOS, California- NEVERLAND VALLEY RANCH. Aug 14, 2003
Le giornate scorrono veloci qui a Neverland. Le cose da fare sono moltissime e con l'aiuto di John e kelly -sono davvero adorabili- riusciamo sempre in un paio d'ore a sistemare le gabbie -il lavoro più noioso- così che il tempo rimanente lo trascorriamo nel modo che più preferisco: giochiamo e comunichiamo con gli animali.
Oggi ho familiarizzato con Gipsy e Melville, due grandi pachidermi indiani. A differenza del genere africano a cui sono abituata, questi sono più bassi e con le orecchie più piccole ed il dorso buffamente ricurvo verso il basso..tutto questo conferisce loro un aspetto più paffuto e 'aerodinamico'
!
Dopo averli lavati -con una canna che assomiglia più ad un idrante dei pompieri- e nutriti - 3 cocomeri e un casco di banane ciascuno- ho appurato che forse Melville ha una cotta per me: ogni volta che mi allontano il poverino mi rincorre e con la possente proboscide mi trattiene per la vita facendomi ondeggiare a destra e a sinistra, ma molto molto dolcemente. Io non sono sicuramente la classica graziosa ragazza filiforme e slanciata, ho tutto ciò che una donna deve avere nel posto giusto, intendiamoci, ma sono piuttosto piccola di statura e muscolosa, quindi non sono una piuma. Ciononostante quel gigante gentile riesce a sollevarmi da terra con una facilità estrema.
A fine turno verso le 13 mi piace pranzare con i ragazzi e ne approfitto per chiedere delle loro vite, dei percorsi che li hanno portati fin lì e perchè no, racconto della mia Africa, incalzata dalle loro domande. Racconto di quando il sole spariva sull'orlo della distesa pianeggiante dell'arida savana ricamandone i confini con toni caldi, dorati e rosso acceso, andando a morire là dietro come se quello fosse stato davvero il suo giaciglio. I tramonti sono una di quelle cose che non scorderò mai.
Con una certa nonchalance mi guardo spesso attorno come a voler scorgere chissà quale presenza, senza tener conto che l'area in cui mi trovo non è che una piccola parte dell'immensa proprietà, e che, soprattutto, non è una zona di passaggio.
Chiedo anche informazioni sugli altri membri dello staff, piccoli pettegolezzi fra colleghi -ormai c'è confidenza, soprattutto con Kelly- e cerco anche di capire il perchè della mia assunzione così repentina. Mi spiegano che molte persone -fra i tanti il veterinario dello zoo, appunto- si sono licenziate qualche mese fa a causa di una pioggia di scandali piombati su Mr. Jackson nel mese di febbraio.
Proprio in quel periodo -mi spiegano- è avvenuta la messa in onda di un documentario intitolato 'Living with MJ' in cui un giornalista inglese intervista Mr. Jackson per un periodo di 8 mesi sugli argomenti più personali... Ne è uscito un filmato di 90 minuti editato in maniera arbitraria, per niente aderente alle registrazioni effetive, che ha fonito un'immagine negativa, secondo Kelly addirittura deviata, del nostro datore di lavoro. E così molti hanno pensato che essere alle dipendenze di un pazzo non avrebbe certo giovato ai loro curricola.
Sono dispiaciuta ed incuriosita.
NELLA TESTA DI MICHAEL
Non ce la faccio più. Ogni volta che cerco di fidarmi di qualcuno vengo tradito.
Ogni volta che cerco di aprirmi agli altri le mie aspettative vengono puntualmente disattese. No ora basta. Non mi fiderò mai più di nessuno.
A questo mondo non mi restano che loro. I miei figli.
*Ho creduto a Martin Bashir invitandolo ad entrare nella mia vita e in quella della mia famiglia perchè avevo bisogno che la verità venisse a galla.
Martin Bashir ha carpito la mia fiducia facendomi credere che sarebbe stato un onesto e garbato ritratto della mia vita... Sono molto sorpreso che un giornalista professionista comprometta la sua integrità trattandomi in questo modo.
Oggi mi sento più tradito che mai; che qualcuno, al quale ho dato la possibilità di conoscere i miei figli, il mio staff e me stesso aprendogli il cuore e dicendo la verità, possa aver sacrificato la fede che avevo riposto in lui per produrre un così terribile e poco realistico documentario.
Tutti quelli che mi conoscono sanno la verità, che i miei figli vengono prima di tutto nella mia vita e che mai farei del male ad alcun bambino.
...
Dall'Inghilterra la gente mi ha inviato moltissime mail dicendomi quanto fosse stato poco corretto il documentario proposto da Bashir.
Il loro amore e il loro supporto mi hanno veramente toccato nel profondo.*
L'unica cosa che posso fare ora per arginare almeno in parte i danni causati dall'arrivismo e dall'avidità è cercare qualcuno disposto a produrre un'altra versione, quella vera stavolta, di tutto il materiale raccolto l'anno scorso da Bashir.
In qualche modo la verità deve venire a galla.
Non posso sopportare l'idea che Prince o Paris o il piccolo Blanket (anche se, buon'anima, è ancora troppo piccino) possano accendere la tv o andare su internet e sentirsi dire che il loro padre è un deviato, un pervertito, un automa che rifiuta il suo aspetto, la sua razza, un mitomane che ama stare in compagnia dei minorenni fra sfarzi e lussi irriguardosi verso la povertà. Io non sono niente di tutto questo.
Io so cosa è la povertà. Io non ho avuto l'adolescenza di quel damerino che ostenta un'inglese perfetto per far vedere che ha cultura. Io non ho avuto la possibilità di studiare a Oxford facendomi pagare tutto da papino.
Il mio percorso è stato un altro. E mi ha portato Dio solo sa quante soddisfazioni.
Ma giuro, giuro su quello che ho di più caro, che se oggi posso permettermi un certo tenore di vita è solo perchè me lo sono guadagnato lavorando duramente.
E per guadagnare non ho mai calpestato la dignità di nessuno. Io.
* tratto da un reale comunicato scritto da michael.
Ore 14:00 pm.
Mi appresto a liberarmi degli stivaloni infangati che uso normalmente per lavorare perchè devo andare a recuperare Satya.
Ho trovato un asilo molto carino nei pressi di Santa Ynez, una località che dista circa 5 miglia da Neverland.
In funzione dell'asilo e della vicinanza con il posto di lavoro anche il nostro appartamentino è a Santa Ynez. E' un bel posticino, piccolo ma accogliente.
Saty non sembra molto entusiasta dei nuovi rapporti stretti con i coetanei, è un bimbo molto timido e schivo, abituato come la sua mamma ad avere pochi rapporti con il mondo umano. Spero che questo lato di lui si modifichi presto, perchè non vorrei che a causa della sua chiusura pasasse un'infanzia di solitudine, come la mia. Per facilitare un pò le cose ogni giorno lo porto un pò al mare dove è pieno di ragazzini.
A circa mezzoretta da casa c'è Refugio State Beach, una piccola località protetta da una lieve insenatura, lontana dalle passerelle mondane di Malibu, sita una decina di miglia a sud. Nuotiamo e parliamo.
Il mio inglese sta migliorando. Riesco a seguire perfettamente la cnn delle 19. Anche Saty impara, molto più in fretta di me.
Sono contenta perchè ora conosce 3 lingue molto bene.
Ore 17:00 pm.
Ci apprestiamo a rientrare a casa quando mi suona il cellulare. E' Kelly - vieni subito, c'è un'emergenza-
Riattacco e volo a casa. Fra mille ringraziamenti affido Saty a Pedra, la mia dirimpettaia portoricana dalle forme generose e dal sorriso contagioso. E' sempre stata carina ed ospitale con noi, fin da quando ci siamo trasferiti. Lo fa entrare in casa carezzandogli la testa amorevolmente, le schiocco un bacio sulla guancia e volo alla volta di Neverland.
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Oltrepassato il gran cancello principale mi si parano davanti Kelly e una donna che non conosco, incedono velocemente nella mia direzione.
Hanno uno sguardo scuro, costernato. Quasi correndo per il lungo sentiero illuminato, tirata per un braccio da kelly, vengo informata della situazione.
La donna che ci segue dice di chiamarsi Grace ed ha uno sguado terribilmente preoccupato.
Giungiamo ad un grande spiazzo rivestito da sassolini grigi e color salmone. Non mi ero mai spinta così vicina all'abitazione.
Un enorme orologio ci sovrasta. Sono le 17:30 e i ritocchi della campana celata dai cespugli rieccheggia rimbombandomi nei timpani.
Un gruppetto di una decina di persone forma un cerchio al cui centro si trova una bambina di circa 5 anni piegata sulle ginocchia. Piange rumorosamente.
E' Paris Jackson.
Avvicinandomi maggiormente noto una piccola figura sul selciato.
E' Ariel, un cucciolo di labrador color crema. Avrà si e no quattro mesi, non di più. Giace privo di sensi.
-Vieni tesoro, è arrivato il dottore, lasciamolo lavorare- Grace si avvicina e solleva da terra la piccola con le guance tumefatte da pianto.
- Ti prego, salvala, sta male e non so cos'ha. Ti prego per favore aiutala.- Mi supplica con uno sguardo annebbiato dalle lacrime.
Immediatamente mi chino sulla bestiola e controllo subito se respira. Il battito è debole e irregolare. Mi faccio subito portare un lenzuolino che fungerà da mini-barella e trasportiamo in cucciolo nell'infermeria che si trova in una dependance poco distante. Dopo una piccola ecografia capisco che la situazione è abbastanza grave: Ariel ha ingoiato qualcosa che si è incastrato nell'esofago e comprime la trachea rendendo la respirazione difficoltosa.
Le faccio l'anestesia e procedo chirurgicamente. John mi aiuta con i ferri mentre Kelly e Jane tengono monitorati i parametri vitali.
Ore 19:00 pm. Ariel è fuori pericolo.
Tolgo i guanti di lattice e, indossando ancora mascherina e camice verde, mi dirigo nell'atrio della costruzione in mattoni rossi.
La piccola Paris è seduta sulle ginocchia di Grace - la sua tata, a quanto mi sembra- e appena mi vede balza in piedi correndomi incontro. Ha occhi grandi e verdi.
- La tua piccola peste è fuori pericolo. aveva ingoiato una pallina, di quelle dure in gomma che rimbalzano! L'abbiamo operata ed ora sta bene. Dovrà riposare però-
Alla mia comunicazione c'è un'esplosione di giubilo generale, la piccola mi corre incontro e mi abbraccia da sopra in camicione che porto, è felicissima - Grazie, grazie, grazie sei il dottore dei cani più bravo del mondo!!!! Posso andare a vederla?-
- Si, però fai attenzione è ancora molto debole, non farla muovere troppo..-
Grace emette un lungo sospiro di sollievo e mi rivolge un sorriso estremamente eloquente.
Restituisco l'espressione rilassata ed abbozzo un sorriso slacciando uno dei lembi che tengono ancorata la mascherina chirurgica al mio viso.
Sposto lo sguardo oltre la tata e mi accorgo di una presenza alle sue spalle. Una presenza che probabilmente era sempre stata lì fin dal mio arrivo di un'ora e mezza prima, ma di cui mi accorgo solo ora.
Si alza in piedi posandomi uno sguardo che non so decifrare, date le lenti scure che porta.
Camicia nera aperta sul petto. Maglietta bianca sotto. Pantaloni neri con la riga davanti. Stivaletti neri, pitonati suppongo.
Completamente paralizzata mi rendo conto che sta succedendo veramente e credo che anche lui si accorga della mia difficoltà perchè abbozza un sorriso avvicinandosi.
- Grazie per essere venuta così in fretta anche fuori dall'orario di lavoro. La sua tempestività è stata fondamentale. Se Ariel non.... bè ecco.. non so come avremmo potuto consolare mia figlia..lei adora i suoi cuccioli..- Il tono è fermo e gentile, sembra vento che soffia nei bicchieri.
Come ho detto sono completamente paralizzata e il mio sistema nervoso non pare voler rispondere alla quantità di adrenalina che ho in circolo. Sto facendo la figura della cretina, mi sembra di vedermi dall'esterno. Riesco solo ad abbozzare la frase più idiota che posso tirare fuori.
- Anche a me p-piacciono molto gli animali- . No. Ma dico. CI RENDIAMO CONTO?!?!?!?!?!? Ma per quale diavolo di motivo mi sto comportando come una CRETINA?? Avessi 10 anni...ma ne ho 30! 30 capito!?!
- Bè è una buona cosa questa.. - ribatte lui in tono ironico. Eccerto, in tono ironico, perchè per caso esistono veterinari a cui non piacciono gli animali o che comunque, anche fosse, lo dichiarano apertamente davanti al datore di lavoro!?!?! che banalità mioddio!
Il silenzio che si crea, corredato dalla mia faccia da ebete, ha il peso di un airbus 4454 direttamente sullo stomaco.
- Lei è nuova dottoressa, vero? E' la stessa persona che ho visto sul vialetto una decina di giorni fa?- Cerca di spezzare la mia agonia imbarazzata.
- S-si c-credo che ero io..- uau che atto di coraggio! bella risposta ad una domanda così complicata eh? brava Andrea, brava!
- Oh allora non le ho ancora dato il mio benvenuto..mi spiace non averlo fatto prima, ma sono spesso fuori casa..- si rabbuia
- Sono Michael!- mi tende la mano e sorride.
- Mi chiamo Andrea..Andrea Ferrari- mi esce una voce da oltretomba, come a vergognarmi di quel nome.. faccio per stringergli la mano ma è piena di quella polverina bianca e appiccicosa che rilasciano i guanti di lattice. Completamente viola in volto gliela mostro e con uno sguardo eloquente gli faccio capire che non è il caso di imbrattare anche lui..
Sorride e fa un cenno di assenso con il capo.
- Che bel nome..particolare direi! - ancora con un mezzo sorriso, accortosi evidentemente che si tratta di un nome che normalmente non si accosterebbe ad una donna - Lei è la benvenuta qui, spero che si troverà bene fra noi!-
- Si, ho già fatto la conoscenza di molti colleghi e sono tutte persone carinissime..- sono finalmente riuscita ad articolare una frase!
- Mi fa molto molto piacere e....- Paris e Grace seguite da Kelly escono dalla saletta nella quale la piccola Ariel convalescente sta riposando.
- Papà papà Ariel sta bene!-
- Lo so amore, te l'avevo detto di non disperare!- La prende in braccio e le stampa un super bacio sulla guancia
- mi sono spaventata tanto...-
- lo so, ma ora è passato. Hai ringraziato la dottoressa per essere corsa qui?-
- Si.. Grazie dottoressa, sei la più brava del mondo!-
Arrossisco e non posso fare più che un sorriso, un sorriso di sollievo, per tutto.
Allontanandosi con la bambina in braccio e seguito da uno stuolo di persone trova lo spazio per voltarsi un'ultima volta
- Arrivederci Miss Ferrari, buona serata e grazie ancora!-
E' stato gentile e accogliente.
Mi ha dato del lei.
Mi ha trattato con garbo e rispetto nonostante la mia estrema goffaggine.
Credo che a casa mi prenderò a schiaffi.
baci!