Il Giornale fa alcune considerazioni sul patrimonio e sulla situazione economica di MJ prima della morte

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2010 22:18
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17/03/2010 01:57
 
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mj1958, 16/03/2010 23.47:

Sul soprannome rimane ancora ignorante però Giordano.




si infatti è la prima cosa che ho pensato...

17/03/2010 03:42
 
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Questo articolo è basato sul nulla.
Non esiste infatti alcun collegamento tra il contratto da 250 milioni stipulato ieri dagli esecutori testamentari, e la situazione finanziaria di Michael Jackson quando era in vita.

Se oggi Michael fosse vivo, debiti o non debiti, quel contratto con la Sony non esisterebbe. Così come non esisterebbero le impennate dei suoi dischi nelle classifiche mondiali. I milioni di nuovi fan pronti ad acquistare gadget, borse, guanti, bambole e decine di nuove cianfrusaglie dedicate al "compianto Re del Pop". Non esisterebbe un documentario ("This is it") trasmesso per due settimane in ogni angolo del pianeta e distribuito nei negozi in tre versioni differenti. E, soprattutto, non esisterebbero inediti di Michael Jackson dal valore stratosferico di 250 milioni di dollari.

Insomma: personalmente non so se Michael fosse davvero strangolato dai debiti o meno. Nessuno di noi può saperlo con con sicurezza. Ma una cosa è certa: questo articolo non ci toglie il dubbio.
17/03/2010 07:32
 
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Io ho lasciato un commento, fatelo anche voi! [SM=g27811]

Di tutte le cose che farai la gente ricorderà solo le peggiori e se non le hai mai fatte le creerà dal nulla!
Michael Jackson

I love you more

La morte, per chi muore, è la fine di tutto; per chi resta è l'inizio del ricordo.
17/03/2010 10:47
 
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Posto l'articolo uscito oggi su "Il Giornale", sempre di Giordano e un pò più completo per quanto riguarda le spiegazioni sullo stato patrimoniale, pur non togliendo alcuni dubbi, come fatto notare da ladythriller e Compix83. Certo se non fosse morto tutto questo meccanismo non si sarebbe messo in moto.

Le ultime righe mi hanno commossa.


Jacko (daje!) continua a far soldi
Dalla Sony altri 200 milioni
di Paolo Giordano

Milano-Scusate, si erano sbagliati. Non è vero, come hanno scritto per mesi quasi tutti i giornali del mondo, che Michael Jackson sia praticamente morto sul lastrico e ingozzato di debiti. Magari lui e i suoi non erano oculati e parsimoniosi come Rockefeller. Forse qualcuna delle società a lui riconducibili non era proprio in attivo. E molti furbetti del quartierino si sono abbeverati oltremodo alla sua corte dei miracoli. Però, vivo o morto, Michael Jackson è un impero sul quale continua a splendere il sole anche in tempi grami come questi. Lo dimostra l’accordo che i suoi esecutori testamentari John Branca e John McClain, hanno firmato con i capoccioni della Sony Music. Duecentocinquanta milioni di dollari per sette anni di pubblicazioni inedite, dischi, film e persino videogiochi. Durata complessiva: sette anni. In poche parole, ai suoi eredi finiranno duecento milioni di dollari tondi tondi, salvo (favorevoli) imprevisti. Se il patrimonio di Jacko fosse alla canna del gas, non sarebbe stato possibile stipulare un contratto che i soliti esagerati hanno definito «il più lucroso della storia della musica». Non è vero perché, pur variando durata e contenuti, altri artisti come Madonna oppure U2 hanno guadagnato di più. Dettagli. In ogni caso, se la Sony ha detto sì vuol dire che in archivio c’è ancora tanto materiale inedito e che sul repertorio edito resistono margini enormi di guadagno. Perciò quelle sul crac economico della popstar erano le solite voci allarmiste, una tiritera che fa comodo ai più svogliati ma che i fatti smentiscono appena si analizzano con più attenzione. Quando è morto, era formalmente indebitato per quattrocento milioni di dollari. Ma, tra proprietà e diritti d’autore, il suo patrimonio arrivava a quasi seicento milioni. Fate voi.

Intanto i dettagli.
Già a novembre uscirà il primo cd di canzoni inedite, poi seguiranno a valanga ripubblicazioni di vecchi dischi intasate di rarità (si comincia con Off the wall, disco del 1979 che già Michael Jackson voleva masterizzare), dvd di concerti o di dietro le quinte e persino un videogame del quale il cantante, ahilui, dovrebbe essere il protagonista. Insomma, un’industria sullo stile di quella dell’Elvis post mortem e di tutti gli altri eroi della musica leggera che spesso hanno paradossalmente prodotto più nuove canzoni da morti che da vivi. Già che ci siamo, un pensierino deve andare alla famiglia di Michael Jackson, specialmente papà e fratelli, che con tutto questo bendidio andranno a nozze, spendendo un’adeguata dose di retorica ogniqualvolta celebreranno il caro estinto. E chissà quanto a lui piacerebbe. Zero, probabilmente. A otto mesi dalla sua scomparsa, il fatturato dell’azienda è stato di novanta milioni di dollari, spicciolo più spicciolo meno. In tre settimane a luglio, sono state vendute oltre nove milioni di copie dei suoi dischi, roba che nessuno è ormai più in grado di superare neanche da vivo. In totale le copie sono diventate finora quasi quaranta milioni, di cui oltre otto solo negli Stati Uniti e oltre ventinove nel resto del mondo. Perciò Michael Jackson si è rivelato l’artista più venduto del 2009. E, a occhio e croce, il suo catalogo sarà tra i più comprati per i prossimi venti anni, esattamente come è accaduto ai Beatles e a Elvis.
Oltre a questo punto fermo, che già da solo legittimerebbe un accordo faraonico tra la Michael Jackson Family Trust e la Sony, c’è tutto il materiale inedito. Poco prima di morire, lui aveva chiamato Andrea Bocelli (che non rispose alla telefonata) per chiedergli la collaborazione su di un disco di arie liriche che sarà quindi pubblicato prima o poi in qualche forma. E poi ci sono - almeno a dar retta alle indiscrezioni - circa un centinaio di brani inediti accatastati nell’archivio. Nessun artista, oggi, gode di un patrimonio così goloso per i fans e per le case discografiche. Inizierà quindi lo sgocciolìo di brani inediti. Qualcuno dignitoso. Molti inascoltabili o inutili. Si discute sempre dell’opportunità di questo mercimonio che, oltre a fare soldi, serve solo, se va bene, a riempire i chiaroscuri di un artista, quelli che di solito sono i più misteriosi e quindi più affascinanti. Michael Jackson ha trascorso anni nell’ombra artistica, concentrato più su magagne processuali o psicopatologiche. Ma ha continuato a lavorare, a registrare, a fare progetti come se fosse stato ancora un ragazzino sconosciuto. E forse questo entusiasmo così candido e commovente sarebbe da solo il testamento migliore, altro che diluvio di pubblicazioni un tanto al chilo.
[Modificato da (Miss Piggy) 17/03/2010 16:31]
17/03/2010 13:04
 
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Re:
meryna81, 16/03/2010 23.32:

A me tutte queste notizie fanno piangere...mi fa piacere che i giornalisti inizino a capire chi fosse Michael, mi fa piacere anche la notizia di oggi (il contratto multimilionario stipulato con la Sony)ma...è tardi!
Michael non c'è più e io non posso essere felice se anche lui non può esserlo...non ha senso.
Queste notizie, per quanto belle, mi lasciano un dolore nel cuore...




sono proprio d'accordo... [SM=g27813]
17/03/2010 13:09
 
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mah...secondo me poteva pensarci prima quando era in vita invece di scrivere il falso...cmq è un passo avanti....
17/03/2010 13:13
 
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finalmente si sono messi una mano sulla coscienza... direi che era ora...
17/03/2010 13:21
 
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cmq i giornalisti mi fanno tenerezza fino ad un certo punto...anche se si dovessero inginocchiare e chiedere perdono al mondo intero non li perdonerei mai!!!!!ce l hanno massacrato, umiliato, affermato il falso e quindi non provo un minimo di pietà x loro tanto non cambieranno mai
17/03/2010 15:34
 
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grazie Miss Piggy

Paolo Giordano si dimostra come al solito un giornalista che scava a fondo, lo stesso non si può dire del Corriere che oggi pubblica un trafiletto con le solite cose (parla pure dei debiti blabla che in realtà abbiamo appurato che non ha mai avuto, ma tant'è).
Vi consiglio di scrivere in risposta al suo articolo nel blog, il link è nel primo post, perchè si stanno sbizzarrendo anche i detrattori di MJ su quel link quindi andiamo a difenderlo e facciamoci sentire!





17/03/2010 15:43
 
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discutibile articolo da "Leggo" (soprattutto la parte finale) che non si rende conto che MJ valeva oro anche da vivo.

e di questa storia ci hanno frantumato le balle sinceramente, visto che da vivo è stato l'artista di maggior successo di tutti i tempi, ma aimè fa comodo non sottolinearlo, vero? [SM=g27829]

Inoltre la devono finire di paragonare il post mortem mastodontico di MJ con quella di altri artisti perchè non è mai successo nulla del genere per nessuno di quelli citati dall'articolo qui sotto, ma anche qui per pigrizia o per comodità "non facciamolo sapere al grande pubblico", non sia mai che si debba una volta per tutte dire che Michael Jackson è il più grande fenomeno musical-mediatico della storia dell'umanità e che tutti gli altri spariscono al suo confronto. Meglio tacere su questo, vero vecchi nostalgici che non vi rendete conto che da Elvis la storia è continuata (in misura maggiore)? [SM=g27818]

Visto che dall'immagine non si legge bene vi copio incollo l'articolo subito dopo la foto



Mercoledì 17 Marzo 2010

di Fabio Maccheroni


Non riposerà in pace. Nei prossimi sette anni la Sony pubblicherà almeno dieci album di Michael Jackson che, per chi fosse appena rientrato da un viaggio sulla luna, è morto nel giugno scorso. Tutto questo grazie a un accordo firmato dagli esecutori testamentari dei beni della popstar con la multinazionale che frutterà alla famiglia di Jacko almeno 200 milioni di dollari. La pioggia di dollari comincerà a calare dal prossimo novembre, quando uscirà il primo dei tre “inediti” che Jackson avrebbe lasciato in cassaforte. Ma il bottino comprende anche l’ok per videogiochi, film e la riedizione di Off the wall, il quinto album di Jackson uscito nel 1979 che l’artista avrebbe voluto riproporre. Insomma, niente di nuovo nel panorama mondiale, se non la conferma che la crisi dell’industria discografica ha trasformato i manager delle major in una sorta di becchini in cerca di fortuna fra i cimiteri dello star system.
Con la scomparsa di Jacko, la Sony ha venduto circa 31 milioni di dischi. A questo c’è da aggiungere l’introito per il film This is it, i gadget e tutto quello che dei signori in giacca e cravatta (come definiva John Lennon i mercanti del rock) riescono a trasformare in dollari.
Sarebbe interessante, infatti, spulciare fra le carte dei discografici per capire quanto è entrato in cassa con le riedizioni di vecchio materiale di Elvis Presley, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain, John Lennon, George Harrison, Freddie Mercury, Steve Ray Vaughan e tutto l’esercito di “indimenticabili” che, dopo la marcia funebre, hanno fatto scattare la maratona del dollaro facile, senza rischio, ma non sempre senza inganno. Fondi di magazzino, provini, scarti: sul mercato dei cari estinti è successo di tutto, perfino tristi sovraincisioni. Ricordiamo un cd di un Hendrix ancora in pantaloncini corti, in timido sottofondo, rimixato e riportato in primo piano: stendiamo un velo pietoso sul risultato. Auguriamo naturalmente miglior fortuna all’operazione-Jackson, sapendo chiaramente che quarant’anni dopo è più facile rendere dignitoso un prodotto musicale.
Tuttavia sembra stravagante l’idea che Jacko, in piena crisi di risultati da vivo, abbia messo da parte materiale degno di nota per ingrassare gli eredi. Aspettiamo ansiosi la voce dei cd. Meglio: aspettiamo.
[Modificato da ValentinaMJ 17/03/2010 15:55]





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