Ecco, fategli leggere questo:
"Abortion Papers"
Jackson non è il primo artista ad esplorare il tema controverso dell'aborto in una canzone. E' emerso anche nel lavoro di Neil Young, di Madonna, di Sinead O'Connor e Lauryn Hill, tra gli altri. In "Abortion Papers" Jackson si avvicina alla materia con attenzione (e in modo ambiguo): piuttosto che presentare un punto di vista politico dogmatico lo personalizza attraverso la storia di una ragazza conflittuale cresciuta in una famiglia profondamente religiosa e con un padre che che la ammonisce con la Bibbia. Nelle sue note per il brano Jackson ha scritto: "Devo farlo in un modo che non offenda le ragazze che hanno abortito e che non crei sensi di colpa, per cui deve essere fatto con cura... ci devo pensare molto". Jackson narra la traccia con una voce forte, appassionata. Ironia della sorte, il principale inconveniente della traccia è la sua orecchiabilità. Ci si sente un po' strani a voler ballare e cantare una canzone sull'aborto, ma questo è esattamente ciò che la traccia che crea dipendenza ispira. Onore a Jackson per il tentativo di affrontare un tema delicato in modo riflessivo, anche se sembra che anche lui non fosse del tutto sicuro di come sarebbe sembrata agli ascoltatori.
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