..Eccoci per le news...
Capitolo 35
Jenny mi aveva obbligato a restare nascosto di sopra, come se fossi io l’amante, e Scott fosse suo marito..c’era un errore, sarei stato io suo marito! E quello era stato solo il suo amante! Dannazione!Ero agitato come un leone in gabbia, e andavo su e giù per il ballatoio davanti alla camera da letto, in accappatoio, augurandomi che mi sentissero.. sentendo io le loro voci di sotto, non potevo immaginare cosa si stessero dicendo, e non mi ero accorto, con i capelli umidi addosso, che stavo prendendo freddo..
Mi strinsi nella vestaglia e lo guardai
Jenny “ La finisci di piombare qui?!”
Scott “ Ciao..sono contento di vederti..”
Jenny “ Io no..adesso per favore, ho da fare..”
Scott “ Non mi offri un te?!Ho dei soldi per Dylan..”
Sorrise, ed era sincero, come se fosse orgoglioso di avere dei soldi per Dylan..
Lo feci entrare, vide la tavola
Scott “ Chi c’é?”
Jenny “ Nessuno..”
Jenny “ Stavi facendo colazione con qualcuno..”
Jenny “ E’ andato via..”
Scott guardò verso l’alto
Scott “ Oppure..é in camera!”
Con uno scatto corse alle scale, io capii e lo seguii subito, salimmo e..Scott irruppe in camera da letto...ero esasperata, dietro di lui..
Sentii il trambusto per le scale, poi..la porta si aprì..e un uomo alto come me, e magro comparì sulla soglia, ero in piedi davanti alla specchiera, in accappatoio, e mi ero girato appena era entrato...mi guardò sgomento..sgomento di trovare un uomo in camera della sua ex, sgomento di trovarci me..
Scott “ Porco diavolo..”
Ma non si rivolgeva a me, non si rivolse a me, parlava ad alta voce, con Jenny, che era dietro di lui, e che lo tirò via per un braccio
Jenny “ Come ti sei permesso?! Vieni via!”
Tornarono di sotto e io rimasi come un idiota..non mi ero mai trovato in una circostanza come questa, ho avuto a che fare con donne sposate, ma mai con i loro mariti..l’ho sempre fatta franca, sotto il loro naso..ed era abbastanza ridicolo essere scoperti in camera da letto, era ovvio che aveva visto la tavola imbandita e aveva fatto due più due, perché Jenny lo aveva fatto entrare?!
Lo spintonai giù per le scale, lo strattonai
Jenny “ Dammi i soldi per Dylan!”
Tirò fuori dalla tasca della giacca di pelle, cento sterline spiegazzate e me le diede
Jenny “ Dove li hai presi?!!”
Scott “ ..Era..era..davvero..lui..lassù?!”
Jenny “ Lo hai visto, no?!”
Scott “..E’ stato così breve..”
Jenny “ Dove hai preso questi soldi..non sono delle scommesse, vero?!”
Scott “ Ho fatto un lavoro extra nel week end..stai con lui? Vai a letto con lui?!!”
Jenny “ Non sono affari tuoi..”
Scott “ Era in accappatoio..”
Jenny “ Vai via Scott..”
Scott “ E Dylan vi vede?! Lo fate mentre é in casa?!”
Jenny “ Sei pazzo?! No..Dylan é al sicuro..”
Scott “ E chi me lo dice?! Non é la prima volta che succede, comincia sempre con la madre per poi passare al figlio..”
Ero fuori di me, piena d’adrenalina, e gli colpii il viso con la mano, senza pensare che poteva benissimo rispondermi, e farmi male...ma Scott restò di sasso, si toccò la guancia e balbettò qualcosa..
Jenny “ Va via..!”
Dopo qualche esitazione andò via.
Sentii di nuovo i passi per le scale, poi bussare alla porta, era Jenny...io mi ero rivestito, con i capelli ancora umidi, mi voltai a guardarla, e non ero di buon umore
Jenny “ Mi dispiace..”
Michael “ E’ il minimo che ti dispiace..”
Jenny “ Quando ho capito che voleva salire, era troppo tardi!”
Michael “ Perché lo hai fatto entrare?!”
Jenny “ Mi ha detto di avere dei soldi per Dylan..”
Michael “Ed era vero?!”
Jenny “ Si..era vero..come stai?!”
Mi si avvicinò e mi spostò i capelli dalla fronte
Michael “ Non lo so, mi sento..questa storia mi ha fatto agitare..”
Jenny “ Non hai un bell’aspetto..sei sudato in viso..stai bene?!”
Micael “ Grazie tante! Forse sono rimasto troppo in accappatoio!”
Jenny “ Mi spiace..”
Sospirai ed abbassai la testa
Michael “ Anche a me..”
Jenny “ La colazione é ancora in tavola..”
Michael “ Non ho più molta fame..e..devo andare, ho degli appuntamenti in centro stamattina..”
Jenny “ Vuoi punirmi?!”
Le carezzai il viso, ed il suo era così liscio e fresco
Michael “ No, no davvero..devo andare..ma forse..”
Jenny “ Cosa..”
Michael “ Posso ripassare da te più tardi, prima che vai al lavoro..”
Jenny “Me lo prometti?”
E i suoi occhi mi sorrisero, come facevo a dirle di no?!!
Michael “ Diciamo..ahm..che farò del mio meglio..”
E la baciai, e sentii le sue labbra umide e morbide contro le mie, che invece erano incredibilmente secche e disidratate
Michael “ Ahmm..scusa..ho qualcosa che non va..”
Jenny “ Scusa di che cosa?!Non ti ho fatto nemmeno finire mangiare..”
Mi baciò lei e fu dolcissima
Michael “ Ora devo andare tesoro..più tardi però..ne voglio ancora..”
Le sorrisi
Ed uscii dalla casa di Jenny in una mattinata plumbea e appiccicosa che non prometteva il sole.
Ero ancora frastornata ed incredula per quello che era successo...povero Michael, colto in accappatoio ed in quel modo..avrei preferito che Scott gli rivolgesse la parola, lo insultasse persino, ma non che lo guardasse e basta, facendolo sentire un numero da circo.
Mangiai le mie frittelle fredde, senza salse, asciutte, ed ogni boccone mi scendeva nello stomaco come un sasso avvolto in un filo di lana..ma non ci badavo, pensavo allo svolgersi degli eventi di quella mattina, troppo veloce e senza preavviso perché potessi farci qualcosa.
Un attimo dopo ero in bagno a vomitare...erano finalmente arrivate, le nausee mattutine, ero entrata nel primo mese di gravidanza.
Cercai di combinare qualcosa in quella mattinata così strana, cercando di riprendermi dal mio malessere e costringendomi ad uscire per delle commissioni sotto la pioggia.
Passai da mia madre intorno all’ora di pranzo, e commentai con lei il mio fidanzamento lampo avvenuto sotto i suoi occhi, non mangiai nulla però, ancora con lo stomaco scombussolato.
Rientrai a casa dopo le 16 passate, e mi sentii stanca, avevamo dormito poco, e tutta quella pioggia mi aveva stordito, così misi su il bollitore e cominciai a fare un bucato..non avevo nessuna voglia di andare al lavoro, avrei voluto starmene sotto alle coperte con Michael, e dormire fino a tardi l’indomani...mentre fantasticavo mettendo il detersivo nel cestello della lavatrice, il campanello di casa suonò...restai sospesa, non aspettavo nessuno..che fosse tornato Scott?! O che fosse già tornato Michael?!..Lasciai la bacinella con la biancheria in terra e corsi ad aprire, senza chiedere chi fosse..
Michael era in piedi sul pianerottolo, con l’impermeabile bagnato, i capelli umidi, tremante e una faccia stravolta
Jenny “ Michael, vieni dentro!”
Tremava tra le mie braccia, lo accompagnai dentro, prendendolo per le spalle, chiusi la porta
Michael “ Non voglio andare a casa..volevo..vederti..”
Gli toccai il viso, era bollente
Jenny “ Ma tu scotti!”
Restava inerme davanti a me, d’impulso, gli sfilai l’impermeabile e presi dalla cassapanca dell’ingresso un plaid di lana, ce lo avvolsi
Jenny “ Michael, hai la febbre alta! Ma che pazzia venire qui! Devi andare subito a casa!”
Michael “ Volevo..vederti..”
Jenny “ Amore..”
Guardai fuori dalla finestra dell’ingresso, la sua auto lo aspettava fuori
Jenny “ Andiamo..ti porto a casa..”
Michael “ No, fammi salire, tienimi con te..ti prego..non voglio passare la notte da solo..mi sento morire..”
Si accasciò con la testa sulla mia spalla, e io lo abbracciai
Jenny “ Ascolta..io non posso fare molto per curarti..a casa vedrai un dottore..lascia che ti porti a casa..andiamo?!”
Michael “ Ma resterai con me?”
Mi fissò, con i gli occhi lucidi,e il viso sbattuto
Jenny “ Te lo prometto..”
Mi abbracciò di nuovo, poi mi infilai la giacca e presi l’ombrello
Jenny “ Aspettami qui..”
Restò in piedi da solo a fatica,tremante, appena mi allontanai da lui, andai a spegnere il fuoco sotto il bollitore, ma lasciai il mio bucato così, mezzo fuori e mezzo dentro la lavabiancheria, uscimmo insieme, stretti sotto l’ombrello aperto e corremmo alla macchina.
La casa di Michael era molto vicina a casa mia e il tragitto non fu troppo lungo, anche se c’era traffico per via della pioggia..Michael mi aveva farfugliato qualcosa a proposito di un sopralluogo all’Arena 02 e al fatto che, una volta uscito dalla sua auto, aveva improvvisamente sentito un brivido di freddo e poi di caldo e aveva temuto di svenire..di fatto, gli colava il naso, e tremava, tremava a tal punto che ci avevo messo un po’ a capire che il ticchettio che sentivo nel silenzio dell’auto, erano i suoi denti che battevano
...aveva preso un bel raffreddore, e mi ero così tanto raccomandata!
Biasimatemi, ma non me la sentivo di tenerlo a casa mia, e di curarlo da me, e se gli fosse venuta una laringite e le cose si fossero complicate per la sua voce?! Avevo un grande talento tra le mani, e non potevo rischiare di rovinargli la carriera per egoismo..la cosa giusta da fare era riportarlo a casa, dove avrebbe ricevuto le cure più adatte e dove sarebbe stato con i suoi bambini..e naturalmente, restare con lui.
In macchina mandai un messaggio al mio collega del turno di quella notte, avvisando che avevo ancora la mia emergenza familiare, e che sarei mancata, che poi avrei chiamato il capo della Security per avvisarlo.
Pioveva ancora quando arrivammo alla villa, ed erano quasi le 17, l’autista ci scortò con l’ombrello fino alla porta, sulla quale ci aspettava Carver, piuttosto in pensiero, vedendo Michael avvolto in una coperta e stretto a me per camminare, entrammo in casa e fortunatamente i bambini non accorsero, presi dalla lezione di francese, non potevano nemmeno immaginare che Michael fosse già rientrato quel pomeriggio.
Portammo Michael di sopra, io e Carver, che non mi disse nulla, ma capì che volevo essere d’aiuto e non d’intralcio..lo portammo in camera e lo facemmo sedere sul letto, Carver lo avrebbe messo sotto le coperte anche con le scarpe ai piedi
Jenny “ Posso aiutarlo io a spogliarsi..ho la confidenza per farlo..lei, chiami un medico.. credo abbia la febbre molto alta..”
Sebbene fossi cosciente che dare ordini all’assistente personale di Michael non fosse una buona idea, Carver capì le mie intenzioni e mi lasciò senza replicare, e andò a chiamare subito il medico..
Michael sembrava ubriaco
Michael Cosa fai?”
Jenny “ Ti tolgo le scarpe..”
Michael “ Ho tanta sete..”
Jenny “ Prima mettiti a letto, poi ti porto da bere..”
Michael “ Si..mamma..”
Non ero sicura se delirasse o scherzasse
Jenny “ Ti sei preso un bel colpo di freddo..incosciente!”
Lui mugolò con il naso chiuso
Michael “ Mi fa male la testa..”
Ero riuscita ad aprire la morsa delle sue braccia, che tenevano serrata la coperta intorno al corpo, e con qualche difficoltà, lo avevo spogliato...potevo constatare la sua magrezza, ora che non ero accecata dalla passione, e vidi le sue gambe macchiate, martoriate dai lividi e traumi vari e piene di segni
Michael “ Non guardarmi le gambe..”
Distolsi lo sguardo
Jenny “ Cosa ti é successo?”
Michael “..Tante cose..troppe..”
Si mise sotto il soffice piumino d’oca che ricopriva il letto, sprofondò tra i cuscini.
Su un mobile bar in bella vista, bicchieri e super alcolici e una brocca termica con dell’acqua, riempii un bicchiere e glielo portai, lo bevve in un fiato e me ne chiese ancora, sembrava morisse di sete...dopo aver bevuto si quietò un po’, gli restai accanto
Michael “ Resti?”
Jenny “ Si, tutta la notte..”
Michael “ Grazie..significa molto..per me..”
Jenny “ ..Voglio restare Michael..non riuscirei a lavorare sapendoti qui da solo in questo stato..”
Michael “ Dov’è il dottore?”
Lo tranquillizzai
Jenny “ Sta arrivando..”
Sono abituato ad avere qualche linea di febbre, a causa del mio sistema immunitario, che non mi da pace, ma in quel caso, mi ero preso una febbre da cavallo...mi era bastato uscire dall’auto e prendere qualche goccia di pioggia, un colpo di vento, per sentirmi male...o forse..a dire tutta la verità, le mie performance con Jenny cominciavano a costarmi...mi ero dimenticato di avere 50 anni,e mi sembrava di vivere una seconda giovinezza.
Non avevo portato con me Doc Murray, il mio medico personale, non credendo che ne avrei avuto bisogno, così Carver chiamò John Branca per fargli trovare un bravo medico a Londra che fosse anche discreto, qualcuno che non andasse a spifferare ai giornali della mia presenza a Londra e del mio raffreddore.
John e Thome Thome avevano perfettamente capito che, dietro alle mie fughe improvvise, alle sparizioni notturne, alle telefonate chilometriche in macchina, c’era una donna, ma si erano guardati bene dal chiedermi o dirmi qualcosa, l’importante per loro, era che io stessi buono e mandassi giù ogni boccone amaro, perciò, andava bene a tutti.
Il medico sembrava un uomo serio, e per nulla sorpreso di chi fosse il suo paziente misterioso.. forse per la flemma inglese, perché in altre situazioni, mi ero trovato davanti a persone sorprese e piuttosto divertite...si limitò a presentarsi, a stringermi la mano, e poi a visitarmi..quando il dottore entrò nella mia stanza, Jenny, che mi era stata accanto fino a quel momento, si alzò dal letto per andarsene, ma la chiamai, per farla restare..sarebbe diventata mia moglie, ed era ridicolo avere dei segreti..altri segreti..con lei...
Ero nudo come un verme, eccetto per gli slip, e non fu difficile per il medico constatare che ero in uno stato di deperimento fisico, sentivo i suoi occhi addosso, e cercavo di non curarmene...poi mentre tenevo il termometro sotto il braccio, sospirai, e chiesi se poteva darmi un calmante per il forte mal di testa che avevo, tirò fuori dalla sua borsa un flacone tintinnante di pillole, il cui suono mi rinvigorì per un istante, rovesciò due pasticche candide in una mano e me le porse...chiesi timidamente cosa fossero, e lui candidamente mi rispose..aspirina. Avrei preso solo quelle.
Come se fosse implicito che Jenny fosse lì per occuparsi di me, il dottore le lasciò istruzioni.. dovevo mangiare, e bere molto e, dormire, mi sarei rimesso in sesto in un paio di giorni..ma non avevamo un paio di giorni, venerdì ci saremmo sposati!
Il medico non disse una parola durante tutta la visita, ma da come guardava Michael, non feci fatica ad immaginare cosa pensasse, alla fine, rassicurò Michael e lo salutò, poi alzandosi dal letto e recuperando la sua borsa venne direttamente da me, come se desse per scontato che mi occupavo io di Michael...dovevo nutrirlo, con pasti nutrienti e leggeri, idratarlo costantemente, tenerlo a letto, al caldo, almeno per una notte...aveva solo bisogno di riposo, e di mangiare come si deve, lo ringraziai e lo accompagnai alla porta,
Michael si era già rinfilato sotto il piumone
Michael “ Posso avere un pigiama? E una maglietta..per favore..”
La sua voce nasale e chiusa, bassa, mi aveva intenerito, e anche la sua aria sofferente, non ché il suo naso rosso
Jenny “ Dov’è il tuo..armadio?!”
Michael “ Guarda nella borsa..”
Mi disse girandosi su un fianco
Ero incredula, non aveva disfatto i bagagli, nessuno lo aveva fatto per lui..ma non dissi nulla, non mi sembrava il momento...rimediai il pigiama e la maglietta, e lo aiutai ad indossarli...tremava come una foglia fuori dalle coperte, perciò ci sbrigammo..mi sembrava di rivivere quando facevo la stessa cosa per Dylan malato..ma con una tenerezza diversa...
Jenny “ Provi a dormire?”
Gli carezzai il viso ancora caldo
Michael “ Tu dove vai?”
Lo sospirò in un soffio
Jenny “ C’é tanto spazio, mi metterò su uno dei divani..”
Mi fissò con i suoi occhi parlanti
Michael “ Ti voglio qui..”
Jenny “ Non é una buona idea..potrei svegliarti..”
Michael “ Per favore..”
Restai a guardarlo lusingata, e tanto, tanto innamorata
Jenny “ D’accordo..però..adesso qualcuno dovrà parlare ai bambini..tornerò presto, con la cena..”
Mugolò e si nascose sotto le coperte
Jenny “ Hai sentito il dottore..adesso cerca di dormire..”
Gli baciai l’orecchio e la tempia e restai con il viso accanto al suo per qualche istante,per fargli sentire che ero lì per lui, che l’amavo.
Dopo avergli riferito le raccomandazioni del medico, Carver m’informò che i bambini avevano terminato la lezione di francese e stavano bevendo un succo di frutta in cucina,
li raggiunsi, e furono piuttosto sorpresi di vedermi...Prince si coprì in viso di macchie violacee, Paris esclamò il mio nome, Blanket sorrise con i suoi dentini da latte
Paris “ Cosa ci fai qui?!”
Jenny “ Ho accompagnato a casa il vostro papà..”
Prince “ Papà é a casa? Così presto?!”
Jenny “ Si é preso una brutta influenza..”
Paris “ Voglio vederlo! Voglio andare da lui!”
Jenny “ Non puoi adesso sta dormendo..e temo, sia contagioso...aspettate almeno fino a domani..”
Prince “ E’ molto grave?!”
Jenny “ Niente che un buon sonno non possa aggiustare..é molto stanco..si é un po’ lasciato andare ultimamente..”
Prince e Paris si guardarono, come se sapessero perfettamente quello a cui alludevo
Paris “ Voglio papà..”
Jenny “ Lo so tesoro,ma non vuoi che stia bene?!Lasciamolo riposare..”
Poi cominciai a dare un’occhiata al frigorifero, per vedere cosa potevo preparare a Michael per cena
Prince “ Che fai?!”
Jenny “ Voglio preparare la cena a vostro padre..”
Paris “ Ma c’é la cuoca..”
Jenny “ Lo so..ma voglio fare qualcosa di speciale per lui, che nessuna cuoca saprebbe fare..”
Paris incrociò le braccia
Paris “ Perché tu puoi vederlo e noi no?!”
Prince le tirò la treccia per intimarle di tacere, e lei giustamente, s’infastidì
Jenny “ Perché..voi siete più piccoli, più esposti ad un contagio..e poi..perché me lo ha chiesto lui..”
Paris non ebbe da replicare, tornò al suo posto
Prince “ Possiamo fare qualcosa?!”
Jenny “ Beh..sono sicura che un biglietto di pronta guarigione gli farebbe molto piacere..”
Mi misi subito all’opera, con l’ausilio della cuoca, che intanto preparava la cena per i bambini...preparai a Michael un ottimo brodo di pollo, in base alla ricetta di mia nonna, assolutamente essenziale per nutrirlo e non appesantirlo, poi del riso in bianco e degli spinaci bolliti, e un budino alla crema..salii le scale con il vassoio in mano, bussai alla sua porta, ma non ricevetti risposta, così entrai.
Foxy