eccomi ragazze, scusatemi daveero tanto, ma come ho già detto sono stata parecchio impegnata. ecco, ora posto la mia ultima fatica...è abbastanza lungo, spero di non annoiarvi e, soprattutto, che vi piaccia!!
Capitolo 12
Lauren
Eccoci arrivati al giorno della gara. Erano veramente volate queste due settimane! E che settimane! Ero passata dalla tristezza all’euforia in un batter d’occhio, e tutto questo per un solo motivo, anzi, per una sola persona, Michael. Il sentimento che era nato tra di noi era fortissimo, ed era scoppiato così in fretta che io stessa me ne meravigliavo. Ma preferivo non farmi troppe domande, e vivere queste sensazioni così forti, decise e profonde che per me erano assolutamente nuove. La coreografia era finita, ed era veramente meravigliosa! Ogni sera, alla fine dell’allenamento, Michael rimaneva a guardarmi provare il singolo, mentre alle volte saltava su agitando le braccia con un sorriso a 32 denti dicendomi che aveva avuto un’illuminazione e aggiungeva un passaggio, un movimento di braccia che scandiva il tempo della musica in maniera perfetta. Ero veramente stupita da lui; non aveva ancora voluto dirmi che lavoro faceva per paura di annoiarmi, diceva lui, ma io ero sicura che avesse a che fare con la danza o la musica,perché era veramente un genio! Aveva un senso del ritmo perfetto, riusciva a sentire dettagli della musica per me impercettibili. Quindi o lo faceva per lavoro o era una dote naturale, o forse tutte e due insieme. Non avevo mai voluto insistere, dicendomi che tanto un giorno me l’avrebbe detto lui.
Oggi dovevo essere al palazzetto alle 3, perché anche se gareggiavo, comunque ero tra le allenatrici e dovevamo finire di organizzare. La gara iniziava alle 4.30 ma io, essendo la più grande, avrei gareggiato alla fine. Alla gara avrebbe partecipato anche un’altra piccola società di una città vicino a LA.
Mi preparai per andare all’asilo, sarei uscita un po’ prima, mettendo però già sul letto tutto l’occorrente per la gara. Arrivata la mia giornata si svolse normalmente, l’unica novità fu il messaggio che mi arrivò da parte di Michael; ci eravamo scambiati i numeri la sera prima dopo l’allenamento.
‘ in bocca al lupo bimba, arriverò intorno alle 5. Non vedo l’ora di vederti con il tuo bellissimo vestito, sono molto curioso…’.
Curioso…dire che era curioso era un eufemismo, moriva dalla voglia di vederlo! Ero riuscita a tenerglielo nascosto, anche se avevo dovuto lottare parecchio e usare tutte le mie armi di seduzione per distrarlo dall’argomento vestito, distrazioni che non avevano tardato ad arrivare, con mia immensa soddisfazione.
- Lu, ora devo proprio andare! –
- certo Lau,vai, in bocca al lupo!!-
-crepi!- e uscii diretta alla macchina per tornare a casa.
Arrivata mi feci una doccia veloce, mi infilai la tuta della società e presi tutto l’occorrente. Sandy era una vera maga nell’arte del make up e dell’hairstile, ci avrebbe pensato lei a rendermi presentabile. Alle 3 ero in palazzetto; erano arrivate anche le altre, e quindi incominciammo subito a preparare tutto per la gara. Perfetto, erano le 4.30 ed era tutto pronto, atlete comprese! Incominciarono i prova pista della prima categoria, formata dalle bambine più piccole. Il palazzetto era abbastanza pieno, ma Michael non era ancora arrivato. Stai tranquilla Lau, ha detto che arriverà per le 5! Continuavo a ripetermi…le bimbe incominciarono a provare le loro difficoltà, avevano 5 minuti di tempo, e io cercavo di dare una mano a tutte, correggendo dove sbagliavano, aiutata da Katie e le altre. Mancava poco alle 5…
Michael
Quando arrivai nel parcheggio del palazzetto potevo sentire chiaramente la musica che proveniva dal suo interno. Ero un po’ in ritardo…i preparativi per questa mia uscita erano stati più lunghi del previsto. Brian se n’era fregato altamente di tutte le mie rassicurazioni; era sicuro che avessi bisogno di maggiore protezione, perché il palazzetto sarebbe stato affollato, e qualcuno avrebbe potuto riconoscermi. Alla fine mi ero arreso, perché tanto sapevo che l’avrebbe avuta vinta lui, come sempre… il piano era che Brian entrasse con me, insieme a Jack; si sarebbero tenuti a debita distanza, per non dare nell’occhio, mentre fuori c’erano altri tre uomini in borghese pronti ad intervenire per qualunque problema. Odiavo tutto questo, ma sapevo che se non li avessi assecondati potevo dire addio alla gara…incredibile, ero un uomo adulto e vaccinato, potevo prendere le mie decisioni da solo! Ma questo non sembrava importare molto… Entrai e fortunatamente il mio posto era stato lasciato libero…pensai subito allo zampino di Lau… Vidi Brian e Jack entrare, e andare a sedersi in posti non sospetti, guardandosi intorno. Per cercare di farmi passare l’irritazione che mi prendeva sempre con questi loro comportamenti mi guardai un po’ intorno cercando Lau; si stava esibendo una bambina che avrà avuto 7 anni, era molto carina e aggraziata, e dal suo faccino avrei giurato che si stesse anche divertendo. Bello, proprio questo doveva essere lo spirito dello sport, crescere in forma divertendosi. Brava Lau, stai facendo un magnifico lavoro. Ad un certo punto entrarono tutte insieme 4 o 5 atlete e incominciarono a provare i loro salti; doveva essere finita la categoria precedente, ma Lau dov’era? Proprio in quell’istante sentii la sua voce cristallina provenire dall’angolo della pista. Mi girai in quella direzione e la vidi che dava indicazioni ad una bambina. Com’era bella, non si era ancora preparata per la gara, voleva proprio farmi aspettare fino in ultimo! Era così concentrata in quello che stava facendo, aveva un’espressione molto professionale, proprio da allenatrice, ma le sue parole avevano sempre quel timbro dolce che metteva le bimbe a loro agio. Finito il prova pista la vidi guardare verso le tribune mordicchiandosi il labbro inferiore con i denti bianchissimi, e quando finalmente i nostri occhi si incontrarono, quel velo di ansia che attanagliava i suoi si sciolse, liberandoli in tutto il loro splendore. Mi sorrise e mi salutò con la mano, facendomi il cenno di raggiungerla. Non me lo feci ripetere due volte, bisognoso del contatto del suo corpo contro il mio.
-ciao bimba! Allora sei carica?-
-ora che sei arrivato si!-
-scusa, ero un po’ in ritardo, la cosa che dovevo sbrigare è stata più lunga del previsto…comunque, quando tocca a te? Voglio vederti con il vestito!-
- ecco il mio curiosone! Sei proprio come i bambini!- disse, alzandosi in punta di piedi e posandomi un lieve e dolcissimo bacio sulle labbra. – non manca tanto, ci sono ancora due categorie prima della mia, questa e un’altra. Nella nostra siamo in 4…-
- 4? Chi altro c’è oltre a te?-
- ci sono altre tre ragazze dell’altra società, non le ho mai viste pattinare…vedremo…- ripose a occhi bassi continuando a mordicchiarsi il labbro un po’ preoccupata.
- ehi bimba, guardami- dissi alzandole il mento e fissando i miei occhi nei suoi – tu sei bravissima, lo sai vero? Non devi aver paura, un po’ di agitazione è normale, succede anche a me…comunque, quello che voglio dire è che l’agitazione fa bene, devi concentrarla nel tuo corpo e sfruttarla al meglio, capito? Sei bravissima, e ti sei impegnata tanto per questa gara. I giudici rimarranno affascinati dalla tua potenza e grazia, proprio come è successo con me quando ti ho visto la prima volta. Mi hai letteralmente conquistato, solo con i movimenti del tuo corpo. Non devi mai dubitare di te stessa, mai.- i suoi occhi ad ogni mia parola si facevano sempre più lucidi, fino a quando una lacrima di gratitudine sfuggì.
Senza dirci niente ci scambiammo un lungo bacio appassionato, dove lei mi trasmise tutta la sua riconoscenza e io cercai di infonderle tutto il coraggio di cui aveva bisogno. Sarebbe stata grande, lo sapevo. Ci allontanammo con il fiato corto e il cuore che batteva a mille, come succedeva sempre dopo i nostri baci
- ora devo andare Michael, le ragazze hanno bisogno di me. Ti avvertirò quando sarò pronta, così potrai vedermi finalmente vestita.-
- ok piccola, non vedo l’ora- e dopo un altro rapido bacio tornai al mio posto, mentre lei si dirigeva dalle altre atlete.
Passò circa un’altra ora, quando finalmente vidi una ragazza che si avvicinava, un po’ indecisa verso di me.
- scusa, per caso sei tu Michael?- al mio cenno affermativo continuò con un po’ più di decisione – io sono Katie; Lau è pronta e mi ha chiesto di venire ad avvisarti-
Katie, ricordavo quel nome, era una delle sue 4 amiche con cui aveva trascorso la sua infanzia. Era una bella ragazza, aveva i capelli biondi cortissimi e due grandi occhi color nocciola. La ringraziai, e insieme ci avviammo verso gli spogliatoi. Mi girai verso Brian che si era alzato pronto a seguirci; gli rivolsi un cenno di diniego, facendogli capire che non ce n’era bisogno e che era tutto a posto.
Dopo poco arrivammo nello spogliatoio e Katie, con una risatina, mi spinse dentro dicendomi di reggermi forte. La scena che mi si parò davanti fu una delle più incredibili e belle che io avessi mai visto, e la conserverò sempre con me, indelebile nella mia mente. Lau indossava un meraviglioso vestito color blu petrolio, che le stringeva con una fascia di una tonalità un po’ più scura il seno, e invece scendeva morbido ed elegante fino a formare il gonnellino di pattinaggio che arrivava parecchio sopra le ginocchia mostrando le sue bellissime gambe toniche. Dalla fascia partivano due spalline e quella destra segnava l’inizio di una manica a tre quarti un po’ più larga alla fine. Che io riuscissi a distogliere lo sguardo dal suo corpo era la dimostrazione della bellezza inaudita del suo viso; aveva un trucco molto leggero dello stesso colore del vestito che metteva in straordinario risalto i suoi enorme occhi verdi. I suoi lunghi capelli erano raccolti in un’acconciatura alta, dalla quale ricadevano delle piccole ciocche di capelli arricciati che formavano dei morbidi boccoli.
-sei sei…- non riuscivo a trovare le parole per descrivere quanto mi piacesse…- sei veramente bellissima…una visione paradisiaca- alle mie parole arrossì violentemente
- G-grazie Michael- balbettò imbarazzata. Sentii chiudersi la porta alle nostre spalle, eravamo soli. La abbracciai strettissima e la bacia con tutta la passione di cui ero capace, per assaporare ogni centimetro della sua bocca deliziosa e delle sue labbra piene che sapevano di ciliegie per il lucidalabbra. Quando ci staccammo, sentii che il piccolo pacchetto comprato a New York per Lau, dal quale non mi separavo mai, scalpitava per essere donato, ma quando stavo per infilare la mano nelle tasca interna della mia giacca, sentimmo che una voce chiamava
- possono provare la pista le atlete Brown, Anderson, Fawcett e Barrie-
-caspita, sono io questa- disse agitata precipitandosi verso la pista
- Barrie?- le urlai dietro – come lo scrittore di Peter Pan? James M. Barrie?-
- esatto, proprio come lui!- e mandandomi un bacio entrò in pista.
Stupito da quella piacevole coincidenza e troppo agitato per tornare al mio posto, decisi di rimanere lì tra le atlete, abbassandomi un po’ di più il cappello per sicurezza. Individuai in lontananza Katie che era sul bordo della pista e guardava attentamente Lau. Mi avvicinai a lei, rimanendo in silenzio.
- ciao- disse, accorgendosi della mia presenza.
- ciao- risposi- come sta andando Lau? -
- alla grande direi, fin ora le sta venendo tutto. Si preannuncia una gara bellissima! Le altre le ho guardate, sono molto brave, ma nessuno batte la mia sorellina!- aveva una voce molto piacevole, allegra, che ti ispirava simpatia.
- sai, è molto bello quello che tu e la tua famiglia avete fatto per lei…- volevo farle capire tutta la mia riconoscenza per questo gesto di amore incondizionato che avevano mostrato nei suoi confronti.
- quindi Lau ti ha raccontato tutto? Si, è stato un duro colpo per lei la perdita dei suoi genitori…per parecchi mesi non ha parlato, mangiato, temevamo di doverla portare da uno specialista, ma per fortuna tutto l’amore di cui aveva bisogno siamo riuscite a darglielo noi, e pian piano è tornata quella di sempre solo…che ormai era cresciuta, e nessuno potrà restituirle quella parte della sua infanzia…-
A interrompere il flusso di questi tristi ricordi arrivò il provvido suono di un fischietto che segnava il termine del prova pista. Lau uscì e, individuandoci, corse subito da noi stringendo un braccio intorno alla mia vita.
- ehi bimba, com’è andata?- le chiesi passando il mio braccio intorno alle sue spalle per avvicinarla di più a me
- bè dai, abbastanza bene, speriamo che l’agitazione non mi giochi brutti scherzi…sono l’ultima ad entrare.- cercava di non mostrarsi agitata, ma dal suo sguardo capivo che era preoccupata.
Per fortuna arrivò la frizzante voce di Katie.
- ultima? Perfetto, allora adesso noi tre andiamo a farci un bel giretto così non vedi le esibizioni delle altre e non ti fai venire degli strani dubbi.-
Furba la ragazza! Uscemmo dalla porta sul retro e ci sedemmo su una piccola panchina all’ombra. Feci sedere Lau sulle mie gambe, con la scusa di non farle rovinare il vestito, ma la verità era che volevo stesse il più possibile vicina a me…Katie era veramente uno spasso! Incominciò a raccontarci una figuraccia che aveva fatto il giorno prima al centro commerciale con un ragazzo che, sue testuali parole, era un figo da paura. Accompagnava il suo racconto con gesti enormi e facce buffe che non facevano altro che rendere tutto il racconto ancora più comico. Quando terminò, eravamo tutti e tre con gli addominali e le guance doloranti per il gran ridere.
- ok ragazzi, vi lascio un po’ da soli…Lau, fai la brava mi raccomando. Non manca tanto al tuo singolo…- e tornò dentro.
Era giunto il momento, dovevo darglielo adesso. Allontanai un po’ da me Lau per riuscire a prendere il piccolo pacchettino.
- Lau, sei stupenda, ma manca ancora qualcosa…- e detto questo aprii il pacchettino alle sue spalle e, senza farle vedere il ciondolo, le chiusi la collana intorno al suo collo color avorio.
Rimase in silenzio guardandolo, e visto che era girata non riuscivo a vedere il suo viso.
- M-Michael i-io n-non so cosa…- incominciò a dire voltandosi, ma la zittii posandole un dito sulle labbra.
- ora sei perfetta. E questo colore ti dona veramente tanto- le sussurrai. I suoi occhi erano così belli, imbarazzati ma pieni di …riconoscenza? Gratitudine? O forse amore…uno sguardo così potente e penetrante che mi lasciò stordito. Mi diede un piccolo bacio affettuoso sulle labbra prima di sprofondare tra le mie braccia che prontamente l’abbracciarono stringendola al mio petto.
- ragazzi, è ora…oh, scusate…- era Katie, che ora aveva uno sguardo colpevole per aver interrotto il nostro momento intimo
- Katie, non preoccuparti, arrivo subito- disse Lau, ancora visibilmente emozionata, e la raggiunse rapida trascinandomi dietro di se per la mano.
- in pista, Lauren Barrie-
- in bocca al lupo bimba!-
Lauren
Avevo il cuore che batteva a mille, ma non era tanto per la gara, ma quanto per quel piccolo pegno d’amore che Michael mi aveva donato. Entrai in pista ancora molto scombussolata, ma quando la musica partì, la magia mi travolse, annientando tutte le mie preoccupazioni. I movimenti nascevano spontanei dal mio corpo, e mi vedevo scorrere davanti agli occhi tutte le ore di allenamento con Michael per realizzare questa coreografia; coreografia in cui misi corpo e anima per renderla al meglio e, soprattutto, per rendere Michael orgoglioso di me. I salti mi venivano con una semplicità che lasciava stupita anche me stessa, e anche le trottole; il segreto era solo uno…quanto più veloce giravo, tanto più ferma ero all’interno. Fin ora stava venendo tutto alla grande, e mi stavo preparando per fare la trottola ad angelo esterna cambio-piede interna. Il filo esterno venne alla perfezione, ma quando cambiai per entrare in interno, ebbi un’impercettibile perdita di asse, che mi fece fare meno giri del previsto. Cercai di lasciarmi questo piccola imprecisione alle spalle e continuai la coreografia. Quando la musica terminò per un attimo sentii un gran silenzio, ma poi gli applausi e i fischi di tutti i presenti mi travolsero. Aprii lentamente gli occhi e mi girai verso Michael e Katie: stavano saltellando come due matti, la bracci all’aria urlando a squarcia gola.
Uscii e li abbracciai forte insieme.
- Bimba, sei stata magnifica! Era magia, potenza, grazia,musica! Eri perfetta!-
- Perfetta? Di più! Non ci sono aggettivi per descriverti!-
E continuarono così per un pezzo. Arrivarono tutte le mie atlete a complimentarsi con me. In quel momento provai una serie di sensazioni conflittuali. Sapevo di aver fatto del mio meglio, avevo dato il massimo, ed ero felice per questo, ma allo stesso tempo provavo una punta di delusione. Mi bruciava quella imprecisione nella trottola, avevo programmato di girare molto più a lungo, ma non ero riuscita. Le ragazze continuavano a complimentarsi con me, ma quel senso di irritazione per quella trottola venuta male continuava a tormentarmi. Sono una persona abbastanza perfezionista…non so se si è notato…
Sentivo lo sguardo di Michael addosso, che mi scrutava silenzioso. Quando finalmente si decise a chiedermi cosa c’era che non andava, gli spiegai il piccolo conflitto interiore che mi stava assillando. Mentre parlavo, potei scorgere distintamente il suo sguardo farsi inizialmente stupito e sorpreso, ma poi mi guardò come se lui avesse veramente capito come mi sentivo, come se lui avesse vissuto un’ esperienza simile… mentre parlavo, sentii tirarmi lievemente il vestito e, abbassando lo sguardo, vidi una piccola bambina che non avevo mai visto, probabilmente ero dell’altra società
- ciao- disse con voce squillante, - non mi conosci, e io non conosco te, ma volevo dirti che sei stata veramente bravissima- e detto questo se ne andò. Per la prima volta in quella giornata provai soddisfazione per quello che avevo fatto, perché sapevo che i bambini sono sempre sinceri, e quella bimba non aveva nessun motivo di mentirmi. Guardai Michael, che aveva ancora lo stesso sguardo di chi la sa lunga…un giorno avrebbe dovuto raccontarmi tutto…
Michael
Ci stavamo dirigendo tutti in un piccolo bar non tanto lontano dal palazzetto per festeggiare. Infatti Lau, per sua grande sorpresa, ma invece per la certezza di tutti, era arrivata prima! Ne ero sicuro…avevo avvertito Brian del programma per la serata: saremmo andati in quel piccolo bar per festeggiare, e poi sarei stato, su invito di Lau, a casa sua. Brian era parecchio sollevato, perché la giornata era quasi finita e nessuno mi aveva riconosciuto, quindi non trovò nessuna obiezione ma, anzi, fece anche tornare gli altri ragazzi a casa, dicendo che ormai il pericolo era passato…
Quella sera al bar feci anche la conoscenza delle 3 sorelle di Katie. Sandy era la più grande, aveva superato la trentina ed era sposata; Anna aveva pochi anni più di Katie, che aveva la stessa età di Lau, e si era da poco laureata in medicina; Katie invece aveva da poco finito gli studi di economia. Lea era la “piccola” di casa; studiava ancora per seguire le orme del padre nel campo della pubblicità. Erano tutte ragazze molto gentili, simpatiche, intelligenti e alla mano, e capii subito come Lau si era potuta così affezionare a loro. Terminata quella piacevole cena, salii in macchina con Lau e insieme raggiungemmo la sua casetta accogliente. Mi era mancata tanto…
- Mike, io vado a farmi una doccia, faccio il prima possibile.- io, come la volta precedente, mi sedetti sul divano, togliendomi il cappello e appoggiandolo sul tavolino, guardandomi attorno per scoprire ancora più dettagli della sua vita. Prima del previsto sentii la porta aprirsi di scatto e un urlo, seguito da una corsa frenetica di Lau che si buttò tra le mie braccia mezza svestita
- che schifo, che schifo- continuava a ripetere
- ehi bimba, che è successo??- sembrava veramente terrorizzata!
- là, in bagno, nella doccia, c’è…-
- che cosa c’è?- la incalzai preoccupato
- c’è…un millepiedi!- rimasi sbalordito dalla sua risposta. Un millepiedi? Tutto qui? E io che mi immaginavo un killer assassino nella doccia con un coltello pronta ad ucciderla! Non riuscii a trattenere una risata
- non è divertente!- mi rimproverò arrabbiata – se tu avessi subito il mio trauma non rideresti così! Sai quanto può essere piacevole per una bambina fare la doccia e sentirsi piombare dall’alto un millepiedi sulla schiena mentre sei nuda!?-
- ma no dai scusami bimba, è che non me l’aspettavo!- ghignavo ancora troppo per essere credibile…- dai, andiamo insieme a togliere questo coinquilino fastidioso. Ma quanto era buffa??? Si nascondeva dietro di me, come se pensasse che il povero millepiedi potesse aggredirla da un momento all’altro. Entrammo in bagno e lei, con mano tremante,mi indicò il povero colpevole animaletto, ignaro del tumulto che aveva creato con la sua presenza. Presi della carta igienica e lo feci salire
- non ucciderlo!- gridò
- certo che non lo uccido bimba! Non ha fatto niente di male! È solo finito nel posto sbagliato al momento sbagliato…ecco dai, apri la finestra- e lo lasciai zampettare spaventato da tutto quel trambusto giù per il muro della casa.
Lauren
- ecco, è tutto finito- disse, con ancora quel sorrisetto sghembo che mi faceva sentire terribilmente ridicola…lo ringraziai e, non senza qualche difficoltà, lo feci uscire per farmi la mia doccia in santa pace, lontana da animaletti viscidi che zampettavano ovunque…amavo gli animali, ma i millepiedi!
Terminata la doccia decisi di infilarmi già il pigiama, tanto ormai mi aveva vista mezzo svestita! Mi asciugai in fretta i capelli e corsi da lui. Lo trovai spaparanzato sul divano, e gli saltai letteralmente tra le braccia. Lui mi abbracciò, annusandomi i capelli appena lavati, poi mi allontanò un po’ da se per ammirare il mio abbigliamento; alzò un sopraciglio –carina- disse. Non mi convinceva molto…
- no davvero, mi piace vederti in pigiama, io stesso adoro starci tutto il giorno…allora, sei stata aggredita da qualche altro killer??- chiese ironico e ancora visibilmente divertito per la mia uscita di prima…
- ti ho già detto che non è divertente…- risposi facendo il broncio
- lo sai che non posso resistere al tuo faccino imbronciato…proprio non ci riesci a fare l’arrabbiata…-
- davvero ti piaccio quando faccio il broncio?- chiesi lanciandogli occhiate maliziose, e avvicinandomi mooolto lentamente e pericolosamente alle sue labbra, mentre con le mani dietro cercavo un cuscino…
- oh si bimba…- le nostre labbra si intrecciarono in un lungo bacio, e ormai il mio piano diabolico stava andando in frantumi, quando riuscii a ritrovare un po’ di lucidità e mi allontanai dalle sue labbra, tenendo ben stretto il cuscino dietro di me
- allora prenditi questo!- e con tutta la forza che avevo, ben poca, gli tirai addosso il cuscino. Quella che si scatenò fu la battaglia di cuscini più violenta di tutti i tempi, e quando finì, furono i cuscini stessi ad insistere perché fosse ripresa, come vecchi compagni di scuola che sapevano che non si sarebbero incontrati mai più. Naturalmente avevo vinto io, non so se avesse fatto apposta, ma non mi importava più di tanto. Lo guardai, era bellissimo, gli occhi illuminati dalla felicità. Notai però un piccolo particolare che mi lasciò turbata. Vicino all’attaccatura dell’orecchio destro, si era come… spostata la barba…ma questo non aveva senso, a meno che la barba non fosse finta…
Michael
Mi irrigidii di colpo, fissando il suo sguardo sbalordito che mi guardava l’attaccatura della barba…
- M-mike…?- disse, indicandomi l’orecchio destro…maledizione. Alzai di scatto le mani per coprirmi, ma non riuscii a distogliere lo sguardo… e adesso? Cosa potevo dirle? Ehi ciao Lau, sai, per tutto questo tempo ti ho mentito, io in realtà sono Michael Jackson. Sai, non ho voluto dirti niente per non farti soffrire. No, non reggeva, e lei non si meritava tutto questo. In che guaio mi ero cacciato???
- Mike, cosa vuol dire?- si stava insospettendo, lo vedevo, stava perdendo tutta la sua fiducia in me, le avevo mentito, e avrebbe sofferto. Davanti a me vidi nascere due possibili strade: avrei potuto scappare, adesso, e uscire dalla sua vita per sempre. Ma era inutile prendersi in giro, ero troppo egoista per andarmene, avevo bisogno di lei; oppure avrei potuto dirle chi in realtà ero, ma avrebbe sofferto comunque, perché se avesse accettato la mia identità, non avrebbe potuto vivere una vita normale al mio fianco, perché la mia vita è tutto tranne che normale; se invece non l’avesse accettata, ci saremmo dovuti separare per sempre, ma avrebbe sofferto perché sapevo che lei era ugualmente coinvolta con i sentimenti. La mia attesa la stava esasperando, perciò si alzò in piedi e mi spostò con la forza le mani dal viso, staccandomi la barda…vidi i suoi occhi spalancarsi di colpo dallo stupore, e anche la bocca si aprì, come si avesse voluto parlare non trovasse le parole giuste, allontanandosi da me ma continuando a fissarmi. Lentamente e ormai rassegnato mi slegai i capelli raccogliendoli poi al solito modo, con una ciocca che mi ricadeva davanti, e mi tolsi anche le sopraciglia finte, rimanendo così nudo da ogni camuffamento, sotto il suo sguardo. Ti prego, di qualcosa! Ma niente, aveva ancora quell’espressione di totale smarrimento sul viso. Basta, non potevo più reggere il suo sguardo, perciò mi alzai di scatto, dovevo andarmene da lì
- M- Michael…- mi sentii afferrare delicatamente il braccio, ma quando mi voltai e vidi che i suoi occhi si riempivano di lacrime non potei più reggere. Sgusciai facilmente dalla sua presa, lei non oppose resistenza, e fuggii da quella casa, da lei e dai suoi occhi.