I'll Be There - Fan Fiction (in corso). Rating: verde

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, 2, 3, [4]
lisalovemichael
00domenica 8 maggio 2011 01:31
Cara Alice, ke belli i capitoli 8 e 9!!! [SM=g27822]
Chissà come si metterà per la questione delle foto assassine!La tua protagonista regge un pesante fardello!E' un dilemma:dire o non dire?
Lascia che ti faccia i miei complimenti per due cose in particolare che mi hanno colpito di più nella tua narrazione: la scorrazzata con sombrero, spiritosissima ( e quella sarebbe stata tipica di Michael! [SM=g27811] ) e la tenerezza con cui la ragazza sistema i riccioli di Michael, una volta dismesso il cappello..In realtà sono pochi righi ma così densi di dolcezza..Si è proprio percepita la vicinanza tra i due..
Brava, Aly! Leggerò presto il resto!(fa anche rima)..
Un bacino! [SM=x47938]
invernizzilaura
00venerdì 8 luglio 2011 00:18
Lisa, è un onore leggere i tuoi commenti, spero avrai tempo per metterti alla pari anche con gli altri capitoli. Grazie per la tua presenza costante, so che sei molto impegnata e non è certamente semplice teneri alla pari. Sapere che tieni alla mia storia e che la stai seguendo mi riempie di gioia.
Un bacio [SM=x47938]

Ragazze, eccomi di ritorno dopo una prolungatissima assenza.
Spero che il prossimo capitolo non vi deluda, l'avevo iniziato appena cocluso il precedente e vederlo completo mi solleva molto.
Mi rendo conto che, essendo passato molto tempo, avreste potuto stufarvi di aspettare e forse non avrete più la stessa impazienza di leggere; io però non ho mai smesso di credere in questa ff e di dedicarmici con tutta l'anima.
Non vi intrattengo oltre, buona lettura e via alle critiche!!


Capitolo 15

Richiusi l'acqua della doccia e mi avvolsi nell'asciugamano, strizzai i capelli ancora gocciolanti e li lasciai scivolare bagnati sulle spalle, mentre cercavo una salvietta più piccola, nella quale li avrei raccolti.
Sulle piastrelle si era accumulato un leggero strato di vapor acqueo che le rendeva ancora più lucide e dava vita a piccole goccioline tondeggianti e trasparenti che si rincorrevano fluendo dall'alto verso il basso ricamando così il bianco marmo. Dopo essermi asciugata i capelli frugai nei cassettoni dell'armadio, in cerca di qualche indumento adatto, fra tutti quelli che Michael mi aveva preparato.
Dapprima udii dei passi provenire dal corridoio, supposi fosse Michael, poi sentii bussare la porta e, con grande sorpresa, appresi che non era lui, bensì Charlotte.
Ancora in accappatoio, le aprii: aveva un viso solare, un tantino in carne e segnato dall'età, simile alle madri che nei racconti di un tempo venivano ampiamente descritte tanto da accrescere il loro ruolo fino a renderle indispensabili per tutto ciò che riguardava le vicende umane, i moti dell'anima, le relazioni fra gli uni e gli altri.
Lei, dal canto suo, si dimostrava affidabile, gentile, riservata; un ricordo appartenente al passato intercalato nel presente, un vissuto che in realtà era ancora tutto da vivere e da scoprire.
Mi diede il buon giorno sorridendo, poi mi chiese se sapessi dov'era Michael, affermando che l'aveva cercato ormai dappertutto.
- Credo che sia nel suo studio - di solito quando voleva riconciliarsi con la sua musica liberandosi la mente si rifugiava lì - proprio ieri mi aveva detto che oggi avrebbe ripreso a scrivere qualche abbozzo giacché si sentiva ispirato.
- Lì non sono andata a vedere. Ciò che dici è positivo: era da molto che non lo vedevo più comporre... spero che la sua forza di volontà non lo abbandoni mai. - s'incupì il viso della donna: lo sguardo fece un tuffo nel vuoto, sfuggente, svelto, come se avesse rimembrato un ricordo del quale io non dovevo e non potevo prenderne parte o venirne a conoscenza.
- Lei.. conosce da tanto tempo Michael? - le domandai, presa da una frenetica volontà di sapere di più e, nel contempo, di dare un seguito al nostro colloquio, che sentivo già troncato a mezzo.
- Sì – sorrise sommessamente, e gli occhi le brillarono inondati da un profondo affetto materno – è da quando era ancora bambino che lo conosco: all'epoca lavoravo presso la famiglia Jackson come educatrice, poi sono stata licenziata e non ho più rivisto Michael per qualche anno finché non mi ha assunta qui a Neverland. Per me è come un secondo figlio, tutti desidererebbero averne uno come lui..
Nei suoi confronti, dopo averla ascoltata, mi sentii terribilmente a disagio e piccola. Ero ai margini del mondo che riguardava Michael, l'ultima arrivata, ed in cuor mio sapevo già da tempo che era così. A poco a poco, parlandoci, confidandoci, ebbi la presunzione di cominciare a credere di conoscerlo meglio di chiunque altro, di essere in grado di stargli a fianco e sostenerlo, per il semplice desiderio di vederlo sorridere di una gioia priva di nebbie o lati oscuri, di vederlo completamente felice, come non lo era mai stato. Mi sbagliavo. Charlotte indubbiamente lo conosceva da molto più tempo rispetto a me e, pur non svolgendo uno dei ruoli principali nella vita di Michael, era stata comunque una presenza rilevante e duratura, e così lo era lei come lo erano tanti altri arrivati a far parte del suo mondo molti anni prima, più di quanto non lo fossi mai stata io.
Quelle congetture, forse inutili, erano come spine che mi attanagliavano il cuore, terremoti che mi privavano di ogni sicurezza facendo tremare e mettendo in discussione tutto ciò che fino a qualche momento prima era stabile, sicuro, accertato dalle stesse parole di Michael, il quale spesso mi ripeteva che si sentiva fortunato ad avermi conosciuta e dava ai nostri momenti insieme un'importanza inestimabile. Questa sua affermazione avrebbe dovuto liberarmi da ogni dubbio, ma ero troppo insicura, prima di tutto di me stessa, perchè non dessi peso ai vortici che mi invadevano la mente risucchiando in loro ogni certezza, rendendola vana.
- Ha ragione, è un uomo perfetto.. non ho mai incontrato nessuno come lui e credo che non sia facile trovare qualcuno che possa avere la sua stessa nobiltà d'animo.
Charlotte si congedò dopo avermi ringraziata ed aver ribadito che sarebbe andata a cercarlo, questa volta nel suo studio, come le avevo indicato, ma non prima di avermi dato ragione, lasciandomi riflettere ancora sull'incompletezza della mia ultima dizione, sulla perfezione che vedevo in lui ma della quale il motivo non mi era ancora chiaro. Lame taglienti mi trafiggevano il cuore. Il figlio perfetto, l'uomo perfetto. La continua ricerca della causa, della cagione per cui si pensano o si affermano certe cose, era una peculiarità dalla quale ero incapace di dividermi. La necessità di andare sempre a fondo, all'origine, fosse un pregio od un difetto, questo cambiava d'istante in istante, di situazione in situazione: talvolta è inutile farsi troppe domande, talora un quesito ha già la risposta dentro sé. Lui era perfetto e basta. In quel caso, non c'era altro da aggiungere.
Nel frattempo, mentre tenevo la mente impegnata in fiumi di considerazioni, ipotesi, teorie, mi sedetti sul bordo laterale del letto e, fra uno sguardo vuoto e l'altro, fissanti l'inesistente, la mia attenzione venne attratta d'improvviso dai fiori alla finestra.
Erano semplici fiori, ma in essi vedevo qualcosa di particolare, mi attiravano, per la loro delicatezza, o per il fatto che era stato Michael a sceglierli per me.

Neverland, Studio

Michael era assorto nel contemplare i fogli bianchi che si aprivano a ventaglio davanti a se, macchiati solo da poche righe che formavano alcune rime fra loro e che in un futuro prossimo, avrebbero fatto parte di canzoni e ritmi destinati all'immortalità.
In lui vigeva una grande concentrazione, rivolta interamente a quei minuti abbozzamenti impregnati della sua essenza, delle sue virtù, del suo genio. La musica era il piccolo universo nel quale si rifugiava quando aveva il bisogno di percepire se stesso in armonia con il mondo, per fantasticare, evadere dalla monotonia di tutti i giorni e viaggiare in mondi immaginari e segreti, con la sicurezza di trovare solo luoghi fantastici e la consapevolezza di dover tornare, ma conservando dentro se quegli ameni ricordi che gli coloravano di gioia l'esistenza.
Osservava sognante i fogli bianchi mentre il sole si rifletteva sui suoi lineamenti armoniosi ed aggraziati; era comodamente seduto sulla sua sedia d'ufficio imbottita con morbidi cuscini e ci si appoggiava con la schiena abbandonandosi dolcemente a quel silenzio esteriore.
Sorrideva mentre appoggiava il viso su una mano, si avvicinò preso da un momento di ispirazione alla scrivania ed impugnò la penna stilografica sfilandole delicatamente il cappuccio, che infilò sul retro, il sorriso si ampliò schiudendo leggermente le labbra sottili e lasciando intravedere i suoi denti bianchissimi. Spostò il suo baricentro in avanti appoggiandosi con un gomito alla scrivania e iniziò a scrivere. L'inchiostro nero ancora fresco scintillava lucido sul foglio seguendo la pressione della mano veloce di Michael, che lasciava sul foglio tratti più e meno calcati e spessi in alternanza, come se stesse eseguendo già una promettente danza.
Il petto era attraversato dal ritmo che guidava la sua mano leggera; diceva che l'ispirazione giungeva dal cielo e lui non aspettava altro che trovare il momento giusto per assimilarla e trasmettere agli altri quei preziosi doni che la musica gli porgeva con il solo scopo di rendere partecipi le anime che l'avessero ascoltato all'immensa gioia che ne traeva.
E gli stessi passi svelti ed alacri che avevo sentito io anzitempo raggiunsero anche lui sull'uscio dello studio, finché la maniglia non si inclinò e senza dargli il tempo di accorgersene, ecco che Chaerlotte era già di fronte a lui, ansante, poiché aveva corso.
Cosa lei dovesse dirgli lui già lo sapeva ed attendeva da giorni, senza crearsi troppe aspettative o speranze: sapeva bene che qualunque cosa fosse stata decisa dalla Corte di Los Angeles, non sarebbe stata giovevole per lui.
- Michael, è arrivata la lettera che aspettavi.
- Grazie, Charlotte. - pose con estremo riguardo la busta sigillata da cera lacca sulla scrivania.
- Mi dispiace per ciò che sta accadendo. - si vergognò un poco per quella frase così breve e misera poiché avrebbe voluto esporre più dettagliatamente il suo rammarico nei confronti della situazione e la sua completa disponibilità nei confronti di Michael, ma, portandogli una lettera con notizie di un certo carico, si sentiva sin troppo imbarazzata, nonostante la confidenza che era cresciuta fra loro, nel corso degli anni.
- Lo so, tu per me sei sempre stata come una seconda madre.. - si scambiarono uno sguardo di reciproco affetto, e lei si tranquillizzò un poco, notando, grazie a quelle parole, che Michael aveva compreso a pieno ciò che era rimasto celato nel suo animo da quella breve frase, poi se ne andò, assecondando l'aria implorante di Michael, che pregava di restare solo.
Osservò la busta come fosse un oracolo, consapevole che non avrebbe letto nulla di buono, poi l'aprì con frenesia timorosa e lesse celermente quelle righe tanto rivelatrici quanto amare e crude.


Neverland, giardino

Sulle mie gote vellutate si adagiava il sole dorato, la brezza leggera mi accarezzava interamente la pelle cosicchè potessi sentire il suo flebile calore stemprato dalla frescura di quel magico luogo.
Mi sedetti sulla verde distesa di prato abbracciandomi le ginocchia e ripiegando il busto su di esse.
Intorno a me non c'era nient'altro che la soave armonia della natura e mi abbandonai a quei suoni sommessi e divini, mentre il mio sguardo si perdeva nel rosso carminio del tessuto dei miei fusoux.
L'attendere Michael, sola in quell'immensità, non mi allietava, né avevo alcuna voglia di passare un'intera mattinata senza di lui. Ma sapevo quanto il suo lavoro lo impegnasse e non avrei voluto interferire nei suoi impegni. Mi mancava. Mi mancava già, benché mi trovassi nella sua stessa casa e l'avessi visto la sera prima. Sì, era stata noiosa quella mattinata: il sole splendeva luminoso in mezzo al cielo celeste striato da alcune nuvolette soffici, ma quella luce poteva di gran lunga invidiare la bellezza di Michael, fatta di sorrisi, dolcezza, innocenza. Ogni momento passato con lui era stato intriso di magia e complicità, che si concretizzavano nei nostri gesti, nei nostri sguardi; mentre, quando lui non c'era, rimaneva un vuoto incolmabile, palpabile, desolato. Ci sono situazioni in cui si è circondati da molte persone e non bisognerebbe fare altro che compiacersene. Ma, a volte, fra quei molti si desidererebbe stare, per sentirsi davvero se stessi e completi, soltanto con uno di loro, il quale, quando è assente, manca irrimediabilmente e a quel punto nessuno può sostituirlo o prendere il suo posto e tutti coloro che ti stanno intorno diventano un cerchio che gira su stesso di figure trasparenti che ti fanno cadere nel loro abisso, in balia di tante voci che argomentano fra di loro e non ti vedono o non ti considerano come tu vorresti che facessero. Michael era l'unica persona fra le tante che mi vedeva per ciò che ero, l'unico che aveva capito tutto di me sin dal principio, ed io ero l'unica che considerava lui come il vero Michael, solo Michael.
Assisa sull'erba, ero avvolta da miriadi di suoni, profumi e colori. Chiusi gli occhi infondendomi nel silenzio e nella quiete che il brillante verde delle piante e il celeste cristallino del cielo racchiudevano fra i loro elementi, come in un abbraccio che mi cullava e mi trasportava con sé.
Mi parve di udire lo strimpellio del pianoforte, lontano, sommesso, guidato e dettato dal lieve scivolare delle dita affusolate di Michael sui lucidi tasti neri e bianchi, che scandivano un ritmo nuovo ed armonioso, dettato dai battiti del suo cuore che giungevano sino ai miei attraverso quel silenzio che ci divideva e ci teneva lontani, ma nello stesso tempo ci univa nel canto delle nostre anime.
Pensavo, perdendomi nel verde-giallognolo delle foglie e degli steli che spiccavano più lunghi e robusti in mezzo agli altri, ai molti viaggi che mi avevano portata in innumerevoli luoghi, a volte sola, a volte con qualcuno di caro, per mia volontà o poiché era l'unica scelta plausibile.
Come per molto tempo avevo affrontato diverse realtà, così la mia mente proseguiva nel suo itinere. Si considerano i viaggi come una continuo moto che conduca alla ricerca e alla scoperta di se stessi, quando invece per trovare il nostro “io” non basterebbe che fermarsi un attimo e guardare dentro sè, nella pace più imperturbabile. Ora, dopo tanto vagare, mi trovavo lì, sola come in tante altre occasioni, ma con un'insita consapevolezza di volerci rimanere, non per affetti non corrisposti ed appartenenti alla vasta categoria delle possibili speranze ed aspettative, ma poiché la speranza di trovare qualcuno dal quale ero amata e potevo amare si era concretizzata in un soffio di vento.
Passarono altri interminabili minuti di silenzio e, mentre osservavo, ora nel silenzio più totale, il cielo turchese, cresceva sempre più la convinzione che Neverland non era affatto il luogo in cui mi sarei dovuta trovare in quel momento: la medesima convinzione che tante volte Michael aveva placato e dissolto con la sua dolcezza. Era un posto fantastico, nel quale avrei voluto rimanere eternamente, ma non era ciò che la vita e la realtà mi avevano proposto: era una parentesi che non sarei stata in grado di richiudere.
- Perdonami, non mi sono accorto che fosse passato così tanto tempo! - aveva già finito la frase prima che io facessi in tempo a girarmi, e lui era già ad un passo da me.
- Figurati, non c'è problema.. e poi qui sei a casa tua.
- Sì, ma questo non è un buon motivo per trascurarti... sei l'ultima persona al mondo che lo meriterebbe... - gli feci segno con la mano di sedersi accanto a me e lo seguii con lo sguardo mentre lui si dirigeva al mio fianco fino a quando si stese completamente sorreggendosi la testa con la mano.
- Ma cosa dici, Michael? Mi stai parlando come se mi avessi fatto un torto irreparabile – mi sdraiai anch'io per raggiungere il suo sguardo e per non sentirmi eccessivamente più alta: cosa che mi metteva a disagio parecchio.
- Voglio soltanto che tu non ti senta mai sola qui.. posso immaginare cosa voglia dire abitare da sola - abbassò lo sguardo per spostare velocemente con un dito una ciocca di capelli sfiorandosi la fronte, come volesse nascondere a fatica un fardello che era più grande di lui, e che non poteva più tenersi dentro.
- Ohi, ma cosa succede?
- Perché?
- Ormai, a tuo malgrado, ti conosco. Ti conosco sin troppo bene per poter credere che sia tutto a posto. Non si tratta né di me né della musica che sei restato a scrivere fino a qualche minuto fa, non è vero? Non ce la faccio a vederti in queste condizioni, Michael..
- Hai ragione.. ma tu in parte lo sai già e mi vergogno da morire..
- Ti stai riferendo a..
- Sì, a quello.. - non servirono ulteriori parole perché capissi; il cuore mi si frantumava nel petto mentre le lacrime iniziavano a rigargli le gote. Il suo dolore poteva finalmente trovare sfogo dopo il tanto essere nascosto e represso, ma vederlo in quelle condizioni mi feriva profondamente, più di quanto avessi mai immaginato di soffrire per un amico o per lui.
- Michael.. Michael, non..
- Mi è stata spedita una lettera oggi, dovrò decidere se portare avanti il processo, oppure risolvere la faccenda in altro modo. Ma ho già preso la mia decisione: che dicano pure tutto quello che vogliono, io in ogni caso sarò colpevole, non servirà a niente il processo, se non a peggiorare le cose.
- Ciò vuol dire che non tenterai neanche di difenderti? Tu sei innocente, ed è questo che conta. Io lo so come sei Michael, conosco il tuo cuore, il tuo altruismo, io credo in te, che senso avrebbe non fare neanche un tentativo, affinché la verità venga a galla?
- Oh, tu hai ragione, ma io non sono forte come lo sei tu, a volte arrivo al punto di domandarmi chi sono veramente, non sono più sicuro di nulla, le calunnie sono talmente ben montate che a stento non ci credo io stesso. Non voglio e non posso presentarmi davanti ad una corte che ha già espresso il suo verdetto sin da quando ha saputo che il caso riguardava Michael Jackson.
- No invece, hai ragione tu, perdonami, sono...
- Sei un angelo, e ringrazio il cielo per averti destinata a me, non avrei mai potuto avere una fortuna più grande per questo.
- Non avrei dovuto dire quel che ho detto, non sono qui per dirti cosa tu debba fare o no, devi prendere tu le tue decisioni, ma non voglio sentirti dire che dubiti di te stesso. Tu non sei come ti descrivono. Guardami. Sei l'uomo più dolce ed amorevole che io abbia mai incontrato, e sono convinta che, in fondo, anche tu lo sappia, e che non ti odi così tanto perché ti senti disprezzato da coloro che non ti conoscono. Il mio unico desiderio è vederti sorridere.
- Io sto bene solo quando sono con te, quando ci sei tu mi sento un uomo migliore. È molto importante per me la tua presenza; mi stai vicina anche ora, che sono odiato da tutti più che mai. -
- Forse perché non mi è mai importato tanto ciò che pensano gli altri e poiché so che ora nulla sarebbe lo stesso nella mia vita senza te. Ma ci sono questioni che si preferisce affrontare da soli, non è vero? È giusto che sia così.. in ogni caso, io sarò sempre dalla tua parte.
- No, basta solitudine, è l'ultima cosa che voglio; ora ho bisogno di te. Ti prego, non lasciarmi.
- Se non lo vuoi, non lo farò, Michael, staremo sempre insieme, io e te, qualunque cosa accada, te lo giuro. Ti voglio infinitamente bene.
- Ed io ti adoro.
Baciò le mie mani stringendole fra le sue e mi avvolse fra le sue braccia, tanto forte da poter sentire il suo respiro, spezzato dal pianto, sul mio collo; lo strinsi sempre più forte a me nell'intento di trasmettergli l'affetto che gli era sempre mancato, affinché colmassi quel vuoto che gli aveva pervaso il cuore fino a che non ci incontrassimo e ci completassimo l'una nella dolce balia dell'altro. Come la metà di una mela che ritrova la sua parte complementare: da soli non si è niente, insieme si è uno solo. Ed è ciò che eravamo io e lui; non avevamo bisogno d'altro che d'affetto e di quel forte legame che si era creato sin dal primo istante in cui i nostri sguardi si erano incrociati.
Mi disse che in quel momento era privo di ogni sicurezza ma che il mio assenso a restare a Neverland lo aveva tranquillizzato non di poco e, sebbene ciò non mi sembrasse nulla di speciale giacchè non mi richiedeva alcuno sforzo, affermò che per lui la mia presenza era fondamentale mostrandomi ancora una volta la sua genuinità e naturalezza nel trovare unicità e motivo di gioia anche nei più piccoli gesti.
- Hey, ma che fai? Piangi? - sfiorò delicatamente il mio mento affinché potesse ancora guardarmi negli occhi, ora lucidi ed intrisi di lacrime, simili ai suoi, languidi.
- Michael, io..
- Piangi per me?
- La tua dolcezza è infinita e sai che sto male a vederti afflitto... come potrei ignorare ciò che ti stanno facendo? Dal momento che tu sei il mio Angelo, il mio migliore amico, non posso fare a meno di sentire la mia anima infrangersi quando la tua viene colpita, il mio cuore sanguina quando qualcuno ti lede e quel che è peggio è che so di non poter far niente per evitare che ciò accada. Io non ce la faccio a veder scorrere lacrime sul tuo viso sapendo di non potertele asciugare: è ingiusto..
- Oh, piccola, neanch'io vorrei mai vederti triste e certamente non ti permetto di esserlo per me. Se non posso più proteggere me stesso, lascia che protegga te. Posso ancora farlo e non lascerò mai che qualcuno me lo impedisca facendoti del male. Potessimo crearcelo noi il mondo che desideriamo! Vorrei portarti con me via da ogni genere di problemi e complicanze, se solo potessi, per vivere finalmente in libertà da tutto e tutti, lo sai bene! Lo farei..
- Ma che bisogno c'è di scappare, Michael? - mi guardò con aria interrogativa, non comprendendo il motivo della mia domanda utile come pretesto nel tentativo di diradare momentaneamente le lacrime dal suo volto - Io credo che se vogliamo possiamo crearcelo proprio ora quel mondo tanto cercato. La tua fantasia può farlo, se davvero lo vogliamo. Cantami una canzone, Michael, ciò che vuoi, ti prego.. - ci pensò un attimo, un po' imbarazzato dalla mia richiesta, ma rialzando lo sguardo, che si era momentaneamente spostato verso l'erba lucida, rincontrò il mio e non ebbe più esitazioni: intonò con voce fremente qualche frase, che al mio udito divenne subito musica.


If you call out loud
Will it get inside?
Through the heart of your surrender
To your alibis
And you can say the words
Like you understand
But, the power's in believing
So give yourself a chance
'Cause you can
Climb the highest mountain
Swim the deepest see
All you need is the will to want it
And a little self-estreem
So keep the faith
Don't let nobody turn you 'round
You gotta know when it's good to go
to get your dreams up off the ground.


Si interruppe, dopo che la sua voce sonora ebbe finito di esibirsi tanto divinamente: sorrise arrossendo sulle gote, mentre un ricciolo gli ricadeva morbido sulla fronte. Era un incanto guardarlo.
- A quanto pare ha funzionato.
- Cosa?
- Volevo cancellare le lacrime dal tuo viso e per ora ho ottenuto un buon risultato.
- Più che ottimo direi.. eccellente.
- È proprio quello che avrei voluto sentirti dire, poiché in questo compito non posso permettermi di commettere errori.
- Tranquilla, non puoi sbagliare: la tua sola presenza mi dà forza e speranza. Anche se dovesse andare nel peggiore dei modi, con te non potrò mai abbassarmi tanto da vedere la fine, perché sono convinto del fatto che non me lo permetteresti mai.
- Ma tu ci hai mai pensato? - gli domandai con un certo turbamento.
- Dopo che erano iniziate le accuse ho pensato al peggio. Ma ora non ho più motivo di pensarci. È tanto logorante quanto inutile.
- Devi fare in modo che l'inutilità di questi pensieri prevalga.
Non capì il motivo di quella mia affermazione e probabilmente gli rimase completamente oscura credendo che fosse uno dei miei modi per infondergli coraggio e la recepì come tale. In realtà non ebbi voglia di dare ulteriori spiegazioni, non vedendo ombre dubbiose nei suoi occhi, i quali avevano un'espressività incommensurabile. Nel momento in cui i suoi tormenti si fossero rivelati inutili, ciò avrebbe escluso imprescindibilmente l'esistenza di cause tormentanti ed, eliminate queste, non sarebbe restato niente di logorante: l'inesistenza del male avrebbe reso inutile le angosce dovute ad esso. Se, invece, avessero perseverato motivi dolorosi, sarebbe stato più complesso dividersi dall'idea che pensare al peggio sarebbe stato inutile.
Entrambi giacevamo ancora stesi sull'erba fresca, mentre fra noi era calato il silenzio. Il sole irradiava le nostre membra perfettamente delineate, Michael osservava il cielo turchese, ma io stentavo a non guardarlo con la coda dell'occhio, attratta dalla sua bellezza e dal perfetto profilo che delineava i suoi lineamenti. Restammo assorti in quella quiete finché lui non espresse un pensiero.
- Quando sono solo mi sembra di vivere in un film in bianco e nero, un mondo vuoto, crudele, tanto da sembrare finto, o soltanto il frutto dell'immaginazione di un individuo particolarmente audace da essere immune a qualsiasi sofferenza. Non vi è un cammino, una strada certa e sicura.
- Vaghi in una nebbia silenziosa che non ti appartiene, ma la senti parte di te, poiché sino ad allora non hai conosciuto altro che quella. - mi guardò sorpreso, ammirato, il suo animo tremava stupefatto dal nostro agire e pensare allo stesso modo, dall'immediatezza e la prontezza con cui avevo concluso una riflessone che credeva essere esclusivamente sua, incomprensibile ad altri. Annuì fissandomi intensamente, in segno di reciproca intesa. Mentre parlavo, avevo fissato un gruppo di margherite, che si alzavano fra lunghi steli, composte e vicine, quasi avessero paura di perdersi, mentre mi domandavo se Michael potesse intendere a pieno quella frase con cui avevo concluso il suo discorso. All'inizio avevo indugiato un poco, per paura di sbagliare con lui, o con me stessa, ma non ebbi più dubbi nel momento in cui i suoi occhi richiamarono i miei.
- Poi miracolosamente appari tu, che dai colore e gioia alle mie giornate rendendole fantastiche; dipingi con infinite tonalità quel foglio che prima era grigio, riempiendo i nostri momenti di fantasia e amenità con colori caldi e vitali: possiamo sognare. Quando invece ci si rattrista insieme, allora tracci una sfumatura blu cielo per riportare pace e tranquillità.
- Ed io ritrovo in te un'anima che assomiglia tanto alla mia, sono tanto simili quanto diverse per potersi compensare a vicenda o comprendersi all'istante o trovare nell'altro quei pregi e quei valori che diamo per scontati perché risiedono già in noi stessi, e vedendoli in coloro che amiamo possiamo riconoscerli ed apprezzarli maggiormente scoprendone altri ancora. A volte penso che tu sia la mia salvezza..
- Davvero? Credevo che tu fossi la mia, non l'inverso..
- Forse siamo l'uno la salvezza dell'altro, non credi? - la mia voce bassa e flebile, che aleggiava nell'aria rimanendo tuttavia percepibile soltanto a noi due come fossimo chiusi in una bolla cristallina, dava profondità alle mie parole e lui le ascoltava con immensa attenzione, i nostri sguardi si attiravano e si cercavano come calamite, ci sentivamo l'uno assorbito interamente dall'altra, parte di quel mondo fantastico, osservati e osservanti vicendevolmente, immersi nel nostro universo come se fosse quello l'unica cosa tangibile ed esistente al mondo. Era uno scoprire progressivamente le nostre anime facendole vicine e rendendole inscindibili, le nostre aure si fondevano in un unica entità: la gioia di stare insieme.
- Sì è così.. è così.. - mi sorrideva, il suo viso aveva la bellezza di un arcobaleno dopo la tempesta, delicato, lieto, libero dai mali che nonostante tutto esistevano e sarebbero persistiti a lungo. Bello più del sole, aveva raggiunto uno stato di pace e quiete con se stesso e con me, nel nostro piccolo mondo in cui tutto viveva e tutto esisteva.
Con lui accanto percepivo quell'affetto che non ricevevo da tempo, mi sentivo a casa, come non mi ero mai sentita prima con nessun altro, poiché mi dava sicurezza e vedeva con chiarezza la mia anima senza costruzioni inutili e fasulle, come io ero riuscita a conoscere lui in quanto uomo.
Girl In The Mirror.95
00domenica 10 luglio 2011 15:29
Aly, tesoro, finalmente riesco a commentare questo tuo ultimo capitolo! Mi è piaciuto davvero molto, sai? E con mio sommo piacere mi è stato necessario rileggerlo, prima di scriverti, siccome le emozioni che un testo ti suscita devono essere fresche e pimpanti nel cuore, nel momento in cui ne parli.
Beh, che dire se non che questi due hanno bisogno reciprocamente l'uno dell'altra. L'amicizia che li unisce ha un che di davvero speciale! Premetto che non è automatico in tutte le storie che sia così...ma credo di leggere un certo interesse di lei nei confronti di Michael! Fa spesso riferimento e caso alla sua bellezza...lei, a quanto sembra che dica lui fino ad ora, sembra essere solamente un'amica e un punto di riferimenti, serenità e affetto. Ma cosa c'è nel suo cuore che ancora non ci ha detto?
Aspetto il seguito, tesoro..ti mando un bacio!!


Viki

{marti}
00venerdì 12 agosto 2011 15:17
Ciao Alice, è la prima volta che commento la tua storia perchè mi sono appena iscritta, l'ho sempre seguita "di nascosto" e devo dire che mi piace moltissimo! Tra Alice e Michael c'è una bellissima amicizia, piena di fiducia e affetto incondizionato, sono proprio belli insieme... ma anche a me sembra di leggere tra le righe qualcosa di più profondo da parte di lei [SM=g27836] ... Mah, vedremo [SM=g27832]
Comunque, ancora complimenti e sono curiosa di leggere il nuovo capitolo!
Bacio [SM=g27838]
Martina.
MJ's twins 7097
00mercoledì 31 agosto 2011 19:28
...ma Alice...sono Lory.
Oggi ho trovato nel forum la tua ff...l'ho praticamente letta tutta d'un fiato!!! Ho passato il pomeriggio così, devo veramente farti tantissimi complimenti, non solo per l'inventiva della storia in se stessa ma anche per il modo in cui scrivi.
Sei giovanissima e, credimi, sono pochi a saper scrivere, sopratutto di fantasia, brava, brava, brava, bravissima! [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=g27811]
Continua così, aspetto con ansia il seguito anche se dovessi aspettare un anno (la scuola comunque è importante)!!!! [SM=x47928]


Uploaded with ImageShack.us
...inconsapevolmente e maledettamente bello....
...con il ricciolino (adooooroooo!!!!!!) [SM=g27836] [SM=g27836]
invernizzilaura
00mercoledì 12 ottobre 2011 23:06
Mie carissime lettrici, eccomi di nuovo qui, grata a voi più che mai per il vostro sostegno ed i vostri commenti che sempre mi spingono ad andare avanti nella creazione di questa storia. Nonostante gli impegni, ho trovato sempre il tempo per continuare a scrivere e vedo che, nonostante la mia lentezza, non mi avete abbandonata, avete continuato a leggere, non mi avete lasciata sola fra quella moltitudine di righe e parole che, senza il vostro interesse e la vostra attenzione, non avrebbero più avuto alcun senso.
Voi siete per me delle amiche, prima di ogni altra cosa; quindi vorrei concludere dicendo che vi voglio immensamente bene, ad ognuna di voi, prima di passare ai ringraziamenti individuali, ai quali ora dò il via.

Girl In The Mirror.95, 10/07/2011 15.29:

Aly, tesoro, finalmente riesco a commentare questo tuo ultimo capitolo! Mi è piaciuto davvero molto, sai? E con mio sommo piacere mi è stato necessario rileggerlo, prima di scriverti, siccome le emozioni che un testo ti suscita devono essere fresche e pimpanti nel cuore, nel momento in cui ne parli.
Beh, che dire se non che questi due hanno bisogno reciprocamente l'uno dell'altra. L'amicizia che li unisce ha un che di davvero speciale! Premetto che non è automatico in tutte le storie che sia così...ma credo di leggere un certo interesse di lei nei confronti di Michael! Fa spesso riferimento e caso alla sua bellezza...lei, a quanto sembra che dica lui fino ad ora, sembra essere solamente un'amica e un punto di riferimenti, serenità e affetto. Ma cosa c'è nel suo cuore che ancora non ci ha detto?
Aspetto il seguito, tesoro..ti mando un bacio!!


Viki




Viky, mia cara, come farei senza di te? [SM=x47984] Le tue parole mi lusingano sempre e sono onorata di ricevere tali lodi da parte tua e di aver trovato una persona tanto dolce e premurosa, come tu sei.
Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo e spero che il prossimo sia all'altezza delle tue aspettative. Dici che Alice ne sottolinea la bellezza, ma il nuovo capitolo riserverà alcune sorprese che potranno in parte rispondere alle tue domande. Ora non anticipo altro, vi dico soltanto che è quasi pronto.
Un abbraccio, Viky, grazie per la tua presenza costante, ti voglio bene! [SM=x47938]

{marti}, 12/08/2011 15.17:

Ciao Alice, è la prima volta che commento la tua storia perchè mi sono appena iscritta, l'ho sempre seguita "di nascosto" e devo dire che mi piace moltissimo! Tra Alice e Michael c'è una bellissima amicizia, piena di fiducia e affetto incondizionato, sono proprio belli insieme... ma anche a me sembra di leggere tra le righe qualcosa di più profondo da parte di lei [SM=g27836] ... Mah, vedremo [SM=g27832]
Comunque, ancora complimenti e sono curiosa di leggere il nuovo capitolo!
Bacio [SM=g27838]
Martina.



Marti, che bello rincontrarti qui! [SM=g27835] Mi sorprende sapere che hai sempre seguito la mia storia, ciò mi lascia presupporre che i miei scritti ti siano graditi, dato che non hai mai smesso di leggerli, e ciò mi riempie di gioia e di speranza, per i capitoli futuri, perchè possano soddisfare le tue aspettative come quelli passati. Spero di riuscire a comunicare sempre nel miglior modo possibile le mie emozioni e ciò che provo da quando stendo le prime bozze fino alla stesura finale dei vari episodi.
Un abbraccio, Marti [SM=x47938]

MJ's twins 7097, 31/08/2011 19.28:

...ma Alice...sono Lory.
Oggi ho trovato nel forum la tua ff...l'ho praticamente letta tutta d'un fiato!!! Ho passato il pomeriggio così, devo veramente farti tantissimi complimenti, non solo per l'inventiva della storia in se stessa ma anche per il modo in cui scrivi.
Sei giovanissima e, credimi, sono pochi a saper scrivere, sopratutto di fantasia, brava, brava, brava, bravissima! [SM=x47932] [SM=x47932] [SM=g27811]
Continua così, aspetto con ansia il seguito anche se dovessi aspettare un anno (la scuola comunque è importante)!!!! [SM=x47928]


Uploaded with ImageShack.us
...inconsapevolmente e maledettamente bello....
...con il ricciolino (adooooroooo!!!!!!) [SM=g27836] [SM=g27836]



Lory, wow, cosa dovrei aggiungere di fronte a tanta bellezza? "Inconsapevolmente e maledettamente bello", per usare le tue parole.
Abbiamo un altra new entry nella ff che ha già provveduto a farmi arrossire esageratamente a forza di elogi anche se non credo di meritarli pienamente [SM=x47984]: si può sempre migliorare, ed è ciò che intendo fare.
Un abbraccio anche a te, Lory [SM=x47938]

Vorrei concludere confermando che fra poco il prossimo capitolo giungerà a termire e potrà essere pubblicato, ma ciò che più mi preme di dirvi è che la situazione processuale che si sta svolgendo per Michael è un fatto che sta mettendo in gioco ancora una volta la sua persona, la sua dignità, la sua privacy ed il rispetto che, secondo me, sta venendo meno. Negli ultimi tempi tale fatto ha rallentato anche la stesura del capitolo della fan fiction, poichè non avrei potuto scrivere con l'angoscia che risucchiava nel suo vortice la mia ispirazione. Gli ultimi sviluppi mi hanno colpita maggiormente soprattutto per ciò che è stato reso pubblico e mostrato davanti a tutti, scavacando ancora una volta quella che era la volontà di Michael. Non ha mai avuto pace durante la vita, ma ora che non è più qui, dico io, portategli rispetto! Ok all'informazione, va bene essere aggiornati sui fatti (chi non vorrebbe vedere i colpevoli scontare la giusta punizione?) ma neanche in questo modo. Ci sono cose che a noi, spettatori comuni, non dovrebbe essere consentito di vedere, proprio perchè come noi stiamo ricevendo un certo tipo di documentazioni, così anche io resto del mondo le può reperire al fine di strumentalizzarle.
Vi invito a rimanere unite come lo siamo state fin ora, per Michael, perchè ottenga giustizia e venga dimostrata la realtà dei fatti.

Un bacio a tutte, a presto [SM=x47938]
Aly
{marti}
00mercoledì 12 ottobre 2011 23:37
Re:

Marti, che bello rincontrarti qui! [SM=g27835] Mi sorprende sapere che hai sempre seguito la mia storia, ciò mi lascia presupporre che i miei scritti ti siano graditi, dato che non hai mai smesso di leggerli, e ciò mi riempie di gioia e di speranza, per i capitoli futuri, perchè possano soddisfare le tue aspettative come quelli passati. Spero di riuscire a comunicare sempre nel miglior modo possibile le mie emozioni e ciò che provo da quando stendo le prime bozze fino alla stesura finale dei vari episodi.
Un abbraccio, Marti [SM=x47938]




Vorrei concludere confermando che fra poco il prossimo capitolo giungerà a termire e potrà essere pubblicato, ma ciò che più mi preme di dirvi è che la situazione processuale che si sta svolgendo per Michael è un fatto che sta mettendo in gioco ancora una volta la sua persona, la sua dignità, la sua privacy ed il rispetto che, secondo me, sta venendo meno. Negli ultimi tempi tale fatto ha rallentato anche la stesura del capitolo della fan fiction, poichè non avrei potuto scrivere con l'angoscia che risucchiava nel suo vortice la mia ispirazione. Gli ultimi sviluppi mi hanno colpita maggiormente soprattutto per ciò che è stato reso pubblico e mostrato davanti a tutti, scavacando ancora una volta quella che era la volontà di Michael. Non ha mai avuto pace durante la vita, ma ora che non è più qui, dico io, portategli rispetto! Ok all'informazione, va bene essere aggiornati sui fatti (chi non vorrebbe vedere i colpevoli scontare la giusta punizione?) ma neanche in questo modo. Ci sono cose che a noi, spettatori comuni, non dovrebbe essere consentito di vedere, proprio perchè come noi stiamo ricevendo un certo tipo di documentazioni, così anche io resto del mondo le può reperire al fine di strumentalizzarle.
Vi invito a rimanere unite come lo siamo state fin ora, per Michael, perchè ottenga giustizia e venga dimostrata la realtà dei fatti.

Un bacio a tutte, a presto [SM=x47938]
Aly



Sono sicura che le mie aspettative continueranno ad essere soddisfatte, come sempre [SM=g27822]
Ma a pensarci bene.. quali aspettative?! Io mi rimetto semplicemente all'evolversi della storia.. e visto che la trama di questo racconto mi sta piacendo sempre di più, qualsiasi cosa accada la considero "parte del gioco" e la accetto per quello che è [SM=g27823]

A comunicare le tue emozioni ci riesci non bene, di più! Anche troppo bene! Scrivi magnificamente e non credo di avere mai incontrato una ragazza della tua età che abbia questa splendida capacità di comunicare!

Per il resto... non credo che spendere ulteriori parole serva a molto, chiunque stia soffrendo in questo momento per capirsi non ha bisogno di parole... è un periodo difficile, quindi se non te la senti di scrivere non voglio che ti senta obbligata a farlo solo perchè c'è una FF in corso e delle persone che aspettano il nuovo capitolo! Assolutamente.. tranquilla!

Un bacione e a presto! [SM=g27838]

invernizzilaura
00sabato 5 novembre 2011 22:44
@Marti [SM=x47938] Grazie di tutto. Già, a volte le parole non bastano.

Buona sera a tutte! Eccomi di ritorno da un lungo periodo d'assenza da questo topic, finalmente con il nuovo capitolo. Spero non rimaniate deluse: ho voluto chiarire alcuni apetti che fino ad ora erano rimasti ambigui od irrisolti; io stessa ho fatto impiegato molto tempo per trovare la forza d'animo necessaria ad esporre alcune questioni, che, tuttavia, è giunto il momento di affrontare.
Non voglio anticiparvi null'altro, vi lascio alla lettura.
A voi il giudizio.

Capitolo 16

Le lacrime scorrevano copiose affannandosi sul mio viso per poi ricadere ed inumidire la fodera bianca del cuscino, il cuore accelerava battendo nel mio petto come un tamburo esausto, la membrana sfondata e lacerata dai colpi.
“Alice, Alice, ascoltami! Dannazione!”
“Io non ho più niente da dirti, non ti sei interessato a me quando ancora dovevo crescere, anzi, dovevi crescermi! Tu non ci sei mai stato ed ora ti ripresenti pretendendo che io ti dia ascolto?”
“Non ti permetto di parlarmi in questo modo, io ci sono sempre stato, eri tu che non mi accettavi, che mi hai sempre disprezzato ingiustamente!”
“Quindi non ti sei ancora reso conto di nulla di ciò che mi hai fatto? Dopo vent'anni, fingi ancora di non capire? Tu non hai mai avuto alcuna importanza nella mia vita e puoi scordarti di tornare ora a farmi patire ulteriori sofferenze come hai fatto quando ero ancora una bambina, che invece di risponderti come avresti meritato, restava in silenzio. Ho dovuto soccombere per tanti di quegli anni che mi sembrano un'eternità, ma ora posso difendermi e non ho alcuna intenzione di farmi mettere i piedi in testa da una persona odiosa, quale sei tu!”
“Io non ti permetto di rivolgerti a me in questo modo! Senza di me non saresti nulla; ricordati che sono stato io a passarti il mantenimento, a sfamarti.”
“E credi che io ti compatisca per questo o addirittura ti debba dei ringraziamenti? Era tuo dovere crescermi, come ha fatto la mamma, lei, che aveva molte meno possibilità di te non si è mai lamentata nonostante le fatiche, i sacrifici, mentre tu pensavi soltanto a te stesso o a non so cosa. Sai, effettivamente non ho ancora capito cos'è che occupava e occupa la tua mente, rendendoti inqualificabilmente subdolo! Ringrazio il cielo per non averti avuto come genitore, altrimenti non so come sarei diventata! Hai sempre considerato il lato economico prima della felicità delle tue figlie e continui tutt'ora a farlo. Non è con il denaro che si acquistano la fiducia e l'affetto.”
“Adesso basta! Non ti permettere più!”
“Permettermi di fare cosa? Di mostrarti la realtà? Di parlarti di tutto il dolore che tu mi hai arrecato e che mi fatto patire? Ma, è vero, tu non sai cosa io stia dicendo perché non hai la minima idea di cosa voglia dire essere trattati come tu hai trattato me. Non lo comprenderai mai perché non hai sensibilità e sei soltanto capace ad odiare e farti odiare.”
“Ho detto basta! Non sei stata altro che un peso, un fardello, una buona a nulla dalla quale non sono mai riuscito ad essere lasciato in pace!” Il suo braccio si alzò con un impeto animalesco contro di me, sentii le sue dita frustarmi una guancia, aspettando poi di sentire un netto bruciore sulla pelle che immaginavo scalfita ed arrossata, ma non percepii nulla: ero stata sfiorata o, forse, neanche toccata.
Diventavo sempre più piccola, mentre le sue dimensioni aumentavano terribilmente, la sua voce roca e grave mi penetrava nei timpani assordandomi, mentre pronunciava frasi sminuzzate in frammenti incomprensibili, e confuse.

La testa era in procinto di scoppiarmi, prigioniera di quell'incubo. La nebbia che offuscava tutto attorno a me si diradò e mi ritrovai seduta sul letto lacrimante e tremante, svegliata dall'urlo che emisi, sentendone appena l'eco rimbombarmi nelle tempie.
Era stato un incubo, era.. era mio padre.
Perché quell'immagine non era ancora stata cancellata dai miei ricordi, come lui era uscito nettamente dalla mia vita?
Era un incubo insensato, no, non poteva perseguitarmi ancora, come era successo sino a quindici anni prima. Ora la sua persona era stata annientata, polverizzata, inesistente, ed invece continuava a tornare, come un fantasma che riemerge da un passato buio e spento, del quale lui era stato il primo artefice.
Mi ripromisi di non parlare più con nessuno di quell'uomo, il quale non era degno di esser chiamato “padre” dopo che l'ebbi allontanato definitivamente da me e da mia sorella: era un capitolo chiuso, che non aveva motivo di essere riaperto, appartenente al passato.
Per un attimo sfilarono susseguendosi fra i miei pensieri i più crudi momenti della mia infanzia, che era stati protagonisti di un periodo orribile, che non ero in grado di capire come potesse essere felice e spensierato per gli altri individui.
La piaga inferta da quei ricordi lasciò la sua cicatrice, rendendomi diversa da come sarei stata se non avessi vissuto quei dolori, impegnata nel tentativo di recuperare la gioia di essere piccola, di essere figlia.
Ero pallida in viso, le braccia, magre, mi tremavano come se avessero dovuto cedere da un momento all'altro mentre sostenevano il peso del mio corpo, scaricato su di esse, che affondavano fra le lenzuola ai miei fianchi.
Mi ridistesi, ancora confusa, mentre il mio cuore si dava voce attraverso i battiti, che si acquietavano dopo il risveglio improvviso, riportandomi alla calma.
Mio padre David non aveva alcun ritegno nei miei confronti già da quando avevo poco più di cinque anni, rendendo la mia vita una prigione dalla quale non sapevo come uscire. Quell'anno volevo iniziare a frequentare corsi di danza classica, ma lui non me lo permise, sostenendo che era uno sport per persone deboli e praticato solo da chi non aveva nulla da fare, finché non convinsi mia madre, che sosteneva le mie stesse idee, a farmi assistere a qualche lezione all'insaputa di David.
Dopo due anni, compresi che non potevo vivere senza quello sport, così iniziai a frequentare corsi regolarmente, tentando a volte di far cambiare opinione a mio padre, ma ogni qual volta avessi tentato di accennare il discorso, mi minacciava, mi spaventava a morte, tanto che passavo giornate intere chiusa nella mia stanza a guardare fisso fuori dalla finestra senza rivolgere la parola a nessuno, se non a mia madre, con la quale tentavo di non sembrare tanto afflitta quanto invece ero. Infatti lei non sapeva nulla del comportamento di mio padre nei miei confronti, sapeva soltanto che non approvava il fatto che io praticassi danza classica, ma tutto il resto glie lo tenni nascosto per non farla soffrire, come invece soffrivo io.
Fortunatamente mio padre non lo vedevo spesso: il lavoro di giornalista lo teneva spesso lontano da casa per parecchi giorni o settimane, concedendo a me un respiro di libertà nei momenti in cui non c'era.
Dopo qualche mese, venne a sapere che frequentavo i corsi di danza, così mi proibì di frequentarli, per almeno un anno. All'età di nove anni, vidi i miei genitori separarsi, poiché non riuscii a tenere nascosto a lungo il disagio agli occhi di mia madre, la quale, dopo anni consumati in un infelice matrimonio, prese la decisione di divorziare.
La mia unica sorellina aveva circa un anno quando ciò avvenne – sembrava infatti che nell'ultimo periodo le cose fossero migliorate fra loro – ed, appena un mese prima del divorzio mio padre mi sorprese danzare in camera, notando la mia bravura e la mia dedizione, le quali poi sarebbero diventate la mia rovina. Egli infatti non perse tempo per sfruttare l'occasione e dopo essersi messo in contatto con persone influenti nel mondo dello spettacolo di sua conoscenza, mi permise di frequentare un corso privato di danza con la migliore insegnante del Teatro alla Scala di Milano.
Tutto ciò non lo fece certamente per la mia felicità, ma per il guadagno che ne avrebbe tratto se io fossi sfondata nel mondo della danza.
Ebbene, all'età di dieci anni dovetti sostenere le prime interviste, le conferenze stampa, qualche apparizione in televisione, fortunatamente non seguite da un grande pubblico, data la particolarità dello sport.
Diventò un inferno per me, la mia più grande passione stava riempendo a fiotti le tasche di David, che quando mi vedeva non faceva altro che dirmi che avrei potuto fare di meglio e che non mi importava niente di lui, poiché, se così fosse stato, avrei ottenuto un pubblico più vasto e quindi più soldi.
Non gli è mai importato niente di me, quando mia madre ha chiesto il divorzio lui ha fatto di tutto per togliere me e mia sorella dalla sua custodia per tenerci con se e per fare di mia sorella ciò che aveva fatto di me. I giudici hanno sempre affermato che noi figlie dovevamo rimare con la madre, giacché non ci sarebbe stato motivo di effettuare una modifica sulla custodia delle figlie, assegnata sin dal principio a mia mamma.
Quell'uomo, se padre si poteva chiamare, ha rovinato la vita a me, mia sorella, mia madre, ottenendo in un modo o nell'altro tutto ciò che voleva per sè: vedere me e mia sorella un weekend ogni due settimane, il dimezzamento del mantenimento che ci doveva passare ogni mese, facendo esclusivamente i propri interessi.

Io e mia madre quindi impedimmo che mio padre usasse mia sorella Elena, proteggendola, perché ancora piccola, dalle sue intenzioni meschine e, soprattutto, le vietammo di intraprendere la mia stessa disciplina, trasformatasi ormai in una vera e propria professione.
Non potrò mai dimenticare il timbro di voce di David: roco, minaccioso, livido; non ne avevo mai sentiti di simili, ma mi bastava chiudere gli occhi per sentirlo risuonare dentro me, come se lui mi fosse stato ancora difronte. Soffrendo, non ebbi mai la temerità di reggere a lungo un contrasto con lui; ero tanto piccola e spaventata che provavo persino dolore e sensi di colpa all'idea di poter scalfire il suo ego, di indebolire la sua onnipotenza. Sì, era così che lo vedevo: capace di tutto e, ogniqualvolta lo vedessi, avevano il sopravvento le tenaglie ingovernabili ed opprimenti del panico su di me, che mi impedivano ogni sorta di reazione.
Bastava una goccia che facesse traboccare il vaso per far sì che la stampa ed i tabloid mi fossero addosso, insistenti più di prima, e quella goccia cadde piombando inaspettatamente sulla liscia sfera di cristallo che, per quanto mi facesse sentire prigioniera di me stessa, mi difendeva dal resto del mondo. Un nonnulla, un'insignificante dichiarazione sul mio stato di salute fece scatenare l'uragano di fotografi e giornalisti per i quali rappresentavo un ottimo bersaglio, persino per mio padre, che fu il primo a scrivere un articolo rovinoso su di me. Ed io lo seppi anni dopo, poiché aveva firmato la sua subdola relazione sotto falso nome.
Passarono quindici anni e, finché non andai a vivere a Los Angeles, i giornalisti Italiani mi pedinavano saltuariamente, facendo della mia privacy uno scoop da copertina, zeppa di informazioni false, o per meglio dire, di assurde fantasie generate dalla mente di coloro che come primo scopo nella vita aspiravano a diventare popolari sfruttando il nome altrui. Sì, perché io non ero l'unica sua vittima: avrei persino dovuto sostenere che lui fosse stato clemente con me, dato che ero stata conosciuta come una ballerina non eccessivamente famosa ma tanto da essere tampinata dai giornalisti soltanto in Italia, mentre aveva letteralmente mandato in rovina la reputazione di molte altre persone rendendole note e famose in tutto il mondo a causa di scandali infondati e generati soltanto dalla sua fantasia assetata di ricchezza.
Divenuta maggiorenne, non rividi mai più mio padre, lo cancellai completamente dalla mia vita, nonostante la sua insistenza nel tenersi in contatto con me, per approfittarsi ancora della mia carriera, nella quale lui mi aveva spinta. Quel periodo di fuga dai giornalisti fortunatamente si era concluso in Italia: negli Stati Uniti ero una cittadina qualunque, una qualunque Alice dalle origini italiane.
Non avrei mai potuto dimenticare le minacce, le pressioni psicologiche e gli schiaffi di David: mi sentivo sola ed in dovere di proteggere mia sorella da tali brutture, non volevo che la mamma si preoccupasse per me: lei sapeva tutto, lei aveva fatto l'impossibile per noi, ma preferivo mostrarmi felice e sorridente per alleviare il suo dolore, già immenso ed insostenibile, rispondendole, quando mi chiedeva cosa ci fosse che non andava, che andava tutto bene, sebbene lei sapesse che non era così.
Ormai era passato molto tempo, ma quei ricordi sarebbero rimasti indelebili nel mio passato e la paura di quei momenti mi avrebbe accompagnata per tutta la vita.

Era molto presto, il sole stava sorgendo e colorava di rosa l'immensa distesa celeste ed il copriletto, prima bianco come neve, irradiando anche il mio viso impallidito ed i capelli scuri e mossi, con il suo bagliore.
Contemplavo il silenzio impenetrabile che regnava nella stanza, e le volte in cui l'avevo fatto in precedenza erano innumerevoli. Mi piaceva restare in quella quiete, mentre osservavo i bagliori cangianti del sole sorgente di primo mattino, in un cielo terso e limpido, portatore di ogni bene.
Pensai a mia madre, a mia sorella, alla mia famiglia: l'ultima volta che le avevo viste stavano vivendo un periodo sereno; mi sentivo in parte responsabile di ciò che avevamo dovuto subire a causa di mio padre, provavo quel senso di colpa immotivato che solo le figlie possono provare, porgendosi milioni di interrogativi accompagnati da altrettanti “se” e “ma”, che alla fine non erano mai serviti a nulla.
Era da una settimana che mi trovavo a Neverland e, nonostante fossi io la dirigente, era opportuno che avvertissi la mia collega, non che amica, della mia temporanea assenza dal lavoro e, dato il vizio di fare sempre tutto all'ultimo momento, ciò mi mise un po' di irrequietudine: ero sempre la stessa, non avevo mai un momento di completa calma, c'era sempre qualcosa a cui pensare.
Ero in procinto di premere il pulsante con la cornetta verde del cellulare, quando mi arrestai rendendomi conto che probabilmente Molly stesse dormendo alle sei di mattina.
Indossai quindi la lunga vestaglia color panna che giaceva in bella posa sul cuscino della sedia accanto al letto, vezzeggiante in tutte le superbe ed insieme armoniose pieghe che formava.
Il raso, una volta indossato l'indumento, mi accarezzava morbidamente la pelle e scendeva disinvolto sino ai piedi: lo cinsi in vita con la fascia dello stesso tessuto e colore con un ampio fiocco.
Facendo attenzione a non infrangere il silenzio, misi le pantofole da camera e sgattaiolai di soppiatto in soggiorno, irradiato da raggi fortissimi che si scagliavano contro le finiture dei mobili bordati in foglia d'oro, espandendo maggiormente il loro chiarore.
Nell'angolo di fianco alla televisione vidi Beth intenta a rassettare la stanza lavando il pavimento che luccicava con il parquet chiaro; si voltò prontamente.
Mi salutò con un raggiante “Buongiorno signorina Alice, cosa posso fare per lei?”; io le risposi con il medesimo augurio e la pregai di darmi del tu, dato che il “lei” mi aveva sempre dato una sensazione di distacco e di estraneità; poi le chiesi come mai fosse già in piedi a quell'ora, dato che Michael non aveva mai dato orari precisi alle sue domestiche.
- Oggi Charlotte ha preso un permesso per la mattinata perché doveva sbrigare alcune faccende in famiglia, quindi oggi la sostituisco e avrei voluto che fosse già pronta la colazione per quando vi sareste svegliati tu e Michael, ma mi hai preceduta.
- Bèh, questo è un buon motivo perché io ti aiuti e tu non faccia tutto da sola.
- Ma no, ma figurati, ce la faccio benissimo, non c'è bisogno che ti affatichi.
- Ma io non mi affatico, ti prego, lascia che ti aiuti!
Mentre collaboravo insieme a Beth in cucina nei preparativi della colazione ebbi l'occasione di conoscerla meglio e mi raccontò di aver incontrato Michael grazie ad un'amica delle scuole elementari che, non a caso, era proprio Charlotte. Loro due si erano tenute in contatto per molto tempo dopo aver raggiunto il diploma della classe quinta, che, a differenza di oggi, era un vero e proprio esame, così, in un pomeriggio d'autunno Charlotte invitò la famiglia di Michael e Beth a casa propria, per festeggiare il suo compleanno. Da allora le due donne divennero nuovamente compagne, non più sui banchi di scuola, ma nell'aiutare Michael, dato che egli, avendo visto che Beth era in cerca di lavoro, la assunse.
Passarono alcune mezz'ore finché Michael non si presentò sull'ingresso della cucina, inizialmente sorpreso nel vedermi lì mentre stavo scegliendo i cucchiaini da caffè per la colazione, già pronta sulla tavola apparecchiata in soggiorno; e si disegnò un sorriso sul suo splendido viso.
- Buon giorno! Come siamo indaffarate questa mattina! - mi voltai stupefatta, non avendo realizzato che fosse sopraggiunto; gli risposi con uno squillante:
- Buongiorno Michael, anche tu mattiniero oggi! - ed il suo volto raggiante mi sciolse completamente così che io cadessi nel suo profondo sguardo con il mio, non potendo fare a meno di sorridere insieme. Lui venne travolto dall'intenso abisso dei miei occhi e si perse completamente in essi, ma io, sconvolta dalla sua bellezza perfetta e sconsiderata sino a sembrare inopportuna o irreale, tanto da appartenere ad un angelo venuto dai cieli, non me ne accorsi e credetti che la mia risposta gli fosse giunta chiara come io l'avevo pronunziata, ma la percepì in sordina, sotto forma di eco, tentando poi di ricostruire il discorso da sé, facendo lo sforzo immane di ricordarsi la mia breve esclamazione fàtica, avendola sentita in lontananza a causa della sua disattenzione o, per meglio dire, concentrazione su qualcosa di sconosciuto a me, tanto privo di un motivo per cui egli stesso non riusciva a giustificare, che lo distraeva.
- Hai visto che bella giornata che è oggi?- rivolsi poi lo sguardo a Beth, senza lasciare che Michael uscisse del tutto dal mio campo visivo continuando ad osservarlo con la coda dell'occhio e assunsi un'aria di ilare scoraggiamento, lasciando cadere lungo i fianchi le braccia, che prima avevo impegnate nella scelta dei cucchiaini da disporre in tavola, alludendo alla sorpresa andata in fumo.
- Io e Beth volevamo farti una sorpresa preparandoti una colazione speciale in soggiorno, ma ci hai precedute di qualche istante. Se attendi un minuto sarà tutto pronto, spero non ti dispiaccia! - Sembrò pensarci un po' su e io non feci a meno di chiedermi se il mio proposito non l'avesse turbato o non gli fosse gradito per qualche ragione; in realtà stava ancora ripetendosi nella mente ciò che avevo detto per coglierne in nesso sfuggitogli a causa della distrazione, anche per lui, inspiegabile ed immotivata. Passò un frazione di secondo finché mi rispose, pur avendo io già contratto la mandibola per domandargli il motivo del suo apparente disappunto e vedendolo quasi bloccato, come se gli si fossero magicamente immobilizzate le corde vocali. Poi lui riprese a guardarmi nella mia interezza: ai suoi occhi tornai ad essere come gli ero sempre apparsa e l'incanto svanì, mentre entrambi tentavamo di convincerci che fosse dovuto alla lietezza momentanea di rivedersi e di avere di fonte una giornata da trascorrere insieme, come quelle passate.
- Grazie, è molto gentile da parte vostra! - Distesi le labbra in un morbido sorriso, inclinando leggermente la testa a destra in gesto di assenso e lui continuò: - Avete avuto un'ottima idea, spero non vi siate affaticate più del dovuto! - e mi rimandò un'occhiata, come se quell'ultima interiezione fosse rivolta più a me che a Beth – Dopo però facciamo colazione tutti insieme, non sarebbe giusto che impieghiate le vostre energie per me senza giovare del vostro lavoro!
- Sicuramente, saremo con te, entrambe! Hai dormito bene questa notte? - chiesi indagando nel suo sguardo in cerca del motivo del precedente smarrimento.
- Sì, abbastanza, grazie, nonostante abbia avuto molto caldo. - giustificò così il suo sguardo perso, consapevole che l'avevo notato anch'io.

Non esiste entità che possa ostacolare l'amore e il desiderio di donare amore al prossimo. Quando il mondo è avvolto da nebbia ed oscurità e come folate di vento esse cancellano i sorrisi cristallini, la luce del sole ed il chiarore delle stelle; la speranza e la fede non muoiono: bisogna solo avere la pazienza e la dedizione adeguata a far sì di essere da loro trovato. Ciò non ci viene permesso da agenti esterni, ma siamo noi i primi artefici del nostro destino.
Michael, nonostante fosse afflitto e trascinasse un fardello ingente, che gli gravava nell'animo oltre misura, a causa del processo imminente, non smise mai di amare: in lui viveva sempre il pensiero rivolto a chi aveva meno di lui, a chi come o più di lui soffriva.
A fine colazione, quando Beth si congedò ritornando alle sue faccende, Michael ed io rimanemmo soli in soggiorno, i suoi ricci perfetti gli accarezzavano le gote ricadendo sulle spalle, corvini e ribelli come solevano essere.
Michael mi guardò indugiando, con le sue pupille nere e profonde, aspettando che Beth percorresse il corridoio e che il suo passo cadenzato si dissolvesse in lontananza. Passammo circa un'ora a parlarci, confidarci segreti, mentre vedevo i suoi occhi illuminarsi di una luce nuova e vitale che richiamò alla memoria la stessa luminosità che avevo scorto nei suoi occhi la prima volta che ci incontrammo. Sia per me sia per lui quel giorno aveva segnato un nuovo inizio, saremmo rimasti uniti nel bene e nel male, fino alla fine. Aveva un candido sorriso disegnato sulle labbra che abbassava ogni mia difesa e, ogniqualvolta sorridesse, non saprei dire chi fra i due era il più felice. Fra un discorso e l'altro, finimmo per parlare di alcune bravate che lui con i suoi fratelli combinava a casa e scoppiammo in fragorose risate.
- Oh mio Dio, Aly, era da tanto che non mi divertivo così tanto! Sia benedetto il giorno in cui ci siamo incontrati!
- Ci stavo appunto pensando: quel giorno il tuo viso era radioso come lo è ora e come meriti che sia sempre. Nessuno più di te è degno di sorridere, Michael, sei un angelo.. Il tuo animo è dolce e sensibile e nonostante tutto, non ti sei lasciato indurire dalle circostanze.
- Trovi sempre il lato positivo delle cose, tu! Nel pomeriggio in cui ci siamo conosciuti, sono stato completamente rapito da te, dal tuo sguardo vispo e dolce. Mi è bastata un'occhiata per capire che tu sei diversa da tutto e da tutti, non capita tutti i giorni di trovare una persona come te. Tu sei l'unica di cui mi fido, Aly, e vorrei mostrarti una cosa. Vieni. - appoggiò le mani sul bordo del tavolo per alzarsi; io feci la stessa cosa e lo seguii. Procedemmo lungo il corridoio che portava all'entrata principale, uscimmo poi nel giardino e attraversammo la distesa verde ghermita di margherite candide entro cui brillavano i pistilli dorati; intorno a noi aleggiava un profumo di rose.
- Michael, che meraviglia! È una giornata splendida, ma dove mi stai portando?
- Adesso vedrai, Aly.. è un progetto che vorrei portare a termine da anni, ma non ho mai avuto l'occasione di realizzarlo: era uno dei miei sogni più grandi, ma con gli ultimi sviluppi della situazione credo che sia possibile far sì che si avveri. Vorrei un tuo consiglio, un tuo parere; dall'altra parte continuo a pensare che farei bene a non dare ascolto ai tabloid e, sotto questo aspetto, continuare per la mia strada.
- Michael, qualunque sia questo tuo desiderio..
- Adesso lo vedrai..
- hai tutto il diritto di compierlo, poiché qui sei a casa tua e non deve interessare agli altri cosa tu faccia qui, né possono pretendere di avere il completo controllo della tua vita ignorando la tua privacy. È giusto che tu viva liberamente, come qualsiasi altro uomo al mondo. Per giunta, sei la persona più sensibile ed umana che io abbia mai conosciuto. - lo guardavo mentre stringevo la sua mano nella mia, che era delicata come quella di un bambino e che desideravo tener lontana da ogni male, nonostante io non potessi far nulla per Michael, e ciò mi distruggeva.
- No, per gli altri io sono un bersaglio da colpire, una fonte di guadagno da sfruttare al massimo, un oggetto da vendere con il quale ricavare soldi e fama e..
- E per me invece sei l'uomo che sa donare amore incondizionatamente a chiunque gli si presenti, sei una benedizione per coloro che hanno avuto la fortuna di averti incontrato, Michael, sei.. un angelo, per me. Lo capisci? Tu non sei come i reporter ti descrivono, non sei come essi vogliono farti diventare.
- Sì, ma questo lo sappiamo soltanto tu ed io. Agli occhi del resto del mondo io appaio come il Michael Jackson che vive per diventare famoso, che cambia il colore della pelle e non lo ammette, che si circonda di giocattoli per raggirare i bambini! So di non essere così e siamo venuti qui perché io te lo dimostri.
- Io non ho bisogno di alcuna dimostrazione per ritenere fermamente che tu sei innocente. Io ti credo, punto e basta. - mi si gettò al collo e mi strinse a se mentre sentivo le sue braccia avvolgermi la schiena ed i fianchi, come se in quel momento non avesse avuto altro che me. Ed io lo strinsi con la stessa tenerezza. Eravamo certi di poterci fidare l'uno dell'altra, pur non avendone avuto alcuna prova, ed in quel momento riuscì ad emettere soltanto qualche sillaba distinta, sopraffatta dalle emozioni che ci univano.
- Grazie Aly... Grazie. La tua amicizia vale più di qualsiasi giudizio da parte della legge, più di ogni ricchezza.
- Potrei dirti la stessa cosa, Michael – i miei occhi, languidi, non trattennero le lacrime che da qualche secondo mi stavano inumidendo le palpebre, e scesero come rivoli sulle mie guance, mentre ero consapevole che a Michael stesse succedendo la medesima cosa, poiché sentii fluire una goccia dal suo viso fino alla mia spalla, sulla quale la minuta soluzione salina finì il suo corso. Michael lasciò i miei fianchi con una dolce carezza sul viso, asciugando con i polpastrelli le mie lacrime, facendo scorrere quelli lentamente sulla mia pelle rosea, mentre ci univamo in un ultimo sorriso.
Continuammo poi il nostro percorso nel giardino della tenuta, scambiandoci parole affettuose che risuonavano composte entro la nicchia formata dalle chiome degli alberi, silenziose e protettive, dalle quali nulla poteva fuoriuscire.
Michael poi pose fine a quella magica atmosfera creatasi fra di noi, senza lasciare che la melodia sottile e pacata abbandonasse la sua voce.
- Eccoci arrivati..questa è l'ala di Neverland che avevo fatto edificare per ospitare i bambini bisognosi, in sostituzione delle stanze che avevi già visto. Ora non so neanche se serviranno a me, in futuro. - Di fronte a noi si imponeva una graziosa taverna, già dipinta interamente d'ocra sulla facciata principale, il rosa e l'azzurro erano i colori che dominavano i muri sui lati. Attraverso la porta a vetri, bordata da stipiti di legno di castagno lungo i quali si snodavano due edere di rose rampicanti che si congiungevano sulla tettuccio a cupola sopra l'ingresso, si intravedeva una grande stanza dotata di tutto l'arredamento necessario, ma tanto statica ed artificiale da sembrare esageratamente più ampia di quanto in realtà non fosse. E senza riflettere un minuto di più, iniziai:
- Come questa struttura si impone affianco alla tua dimora, così anche il tuo amore e le tue intenzioni di aiuto nei confronti dei bambini bisognosi potranno perseverare ed avverarsi. Non esiste uomo al mondo che abbia un cuore più grande del tuo e certamente non saranno dei giornalisti o dei giudici ad impedirti di amare. L'aiutare gli altri risiede nella tua indole: non puoi reprimerla, non ce la faresti.. ed io rimarrò sempre al tuo fianco, Michael, qualsiasi decisione tu prenda, qualsiasi cosa accada.
- Ora infatti ho proprio bisogno del tuo appoggio, di un tuo consiglio: questa volta sono io ad aver bisogno.. secondo te farei bene a continuare il mio progetto, ospitando bambini, organizzando feste per loro, facendoli sentire a casa, protetti, facendoli vivere in un immenso parco giochi nel quale si sentiranno parte di fantastiche fiabe, dando loro affetto e leggendo una favola prima che si addormentino? O è forse sbagliato? Io vorrei tanto poterlo fare, non sai quanto..
- Forse lo so o non lo saprò mai, ma prima ti ho detto che sarei rimasta sempre al tuo fianco ed io non intendo smentirmi. Hai tutto il mio appoggio affinché questo tuo, nostro grande sogno si avveri: non potevi dirmi cosa più bella oggi. Tu sei l'uomo più dolce al mondo e lo dimostri continuamente, sorprendendomi quando meno me l'aspetto.
- Davvero pensi tutto ciò? - gli occhi gli si erano illuminati e luccicavano di un'intensa luce nel cercare la conferma della veridicità delle mie parole dal tanto che esse lo avevano riempito di una gioia insperata. Non potendo fare a meno di essere interamente contagiata dalla frenesia del suo sorriso disarmante, gli risposi radiosa:
- Certo che lo penso e... da dove cominciamo? Possiamo entrare a vedere l'interno?- a quel punto mi cinse i fianchi sollevandomi da terra e facendo un giro completo su stesso, mentre io, a quel gesto inaspettato, mi sorressi sulle sue spalle congiungendo le mani dietro al suo collo, sentendomi parte del suo mondo mentre una fresca brezza accarezzava i nostri volti ed i nostri corpi e in tutta la tenuta risuonavano i cinguettii di passeri e fringuelli.
- Ogni minuto che trascorro insieme a te, mi rendo conto di quanto tu riesca a sorprendermi in continuazione. - dichiarò compiaciuto - Entriamo subito! - aggiunse, mentre doveva ancora posarmi a terra - Ma quindi tu mi vorresti aiutare?
- Se tu me lo permetterai, lo farò volentieri!
- Ti adoro! Non avrei mai sperato che l'avresti voluto fare, perché nessuno di tutti gli altri l'avrebbe mai fatto..
- Ma io non sono “gli altri”. - ribattei mentre i nostri sguardi si cercavano rincorrendosi perdendosi infine completamente l'uno nell'altro.
- Lo vedo. È per questo che penso che tu sia unica. - Le sue pupille tradivano l'ardore della voglia di riprendere a vivere alimentata dal desiderio inestinguibile di portare amore nei cuori dei bisognosi e, quella volta, sapeva e contava sul fatto di avermi accanto.
Mi prese per mano conducendomi con sé all'interno di quell'immensa sorta di depandance adibita a parco giochi più che ad una abitazione vera e propria: già arredata, ogni stanza aveva pareti di colori diversi e sgargianti, vi erano giocattoli, tavoli su cui disegnare, tappeti, divani ed ogni sorta di spunti di divertimento immaginabili. Mancava soltanto una cosa, che avrebbe colmato quelle stanze tanto sgargianti quanto vuote e tristi: i bambini.
Il sogno di Michael era quello di veder splendere ancora una volta la sua dimora della luce che risplende negli gli occhi dei piccoli, creature delicate, innocenti ed indifese, proprio coloro che, a volte, si trovavano a vivere in situazioni disagevoli, a sostenere cause e problemi più grandi di loro mentre l'età dei divertimenti e della spensieratezza scorre via veloce soffocata e rimpiazzata da malinconici sguardi e, quando si accorgono di ciò, è troppo tardi: sono già adulti.
Per Michael, e non solo per lui, l'infanzia era stata un periodo mai esistito e sostituito dal lavoro; pertanto non voleva permettere che gli sbagli degli adulti ricadessero di nuovo sulle future generazioni, e non lo volevo nemmeno io.

Nota dell'autrice: alcuni passaggi del capitolo, sui quali mi sono parecchio dilungata, hanno preso spunto da fatti autobiografici utilizzati per caratterizzare meglio la protagonista, ma larghissimamente rielaborati e modificati per esigenze narrative.
Girl In The Mirror.95
00sabato 5 novembre 2011 23:37
Aly, tesoro, bentornata! Non ho mai smesso di aspettarti..ho molta fede in te e in questa splendida storia.
Come sempre, in questo capitolo, hai dato prova delle tue abilità di scrittrice e, non di meno, di tutto l'amore che provi per Michael. Sono contenta che tu abbia evidenziato con attenzione non solo il suo lato strettamente umano, ma anche umanitario, generoso e altruista. Come hai detto anche tu, i giornalisti che se ne sono interessati non sono mai stati abbastanza..e non oso immaginare quanto questo potesse ferirlo. E' frustrante il fatto che preferiscano la sporca e umiliante menzogna alla chiara e semplice verità. Avrebbe potuto giovargli, ma..è evidente che non era questo che interessava il pubblico!
Ad ogni modo, Aly, sono proprio contenta che tu sia tornata. So che la scuola riempie di impegni fino alle orecchie..non dimenticare che anch'io sono una liceale; siamo sulla stessa barca, insomma! Non preoccuparti per le attese future. Ne è valsa la pena questa volta, di aspettare, e sono certa che sarà lo stesso anche le prossime.
Un abbraccio, tesoro..ti voglio sempre bene, eh!!


Viki

P.S. Intensissimo lo stralcio di passato della protagonista..davvero brava!

{marti}
00domenica 20 novembre 2011 00:03
Ciao Ali! Bentornata!

Che capitolone intenso, mamma mia... soprattutto nella prima parte.
E' stata una scoperta venire a conoscenza del passato di Alice,
un'infanzia dolorosa e difficile, innegabilmente analoga a quella di Michael.

Tra di loro continua ad esserci una magnifica amicizia, Alice da a Michael tutto il supporto e l'affetto di cui lui ha bisogno, c'è molta affinità tra loro ed è una cosa che mi piace sempre di più [SM=g27836] ...
Mi chiedo se ora i trascorsi di Alice si interporrano tra i due in qualche modo...

Bravissima come sempre! E non ti preoccupare per le assenze, gli impegni ci sono e sono tanti, lo so, ma noi da qui non ci muoviamo!
Un bacio e a presto! [SM=g27838] [SM=g27838]
MJ's twins 7097
00domenica 11 dicembre 2011 20:04
Alice....bellissimo questo capitolo, molto intenso,l'ho letto tutto d'un fiato, l'ho divorato....
Quì possiamo finalmente conoscere l'animo sofferente di Alice e capirlo, un dolore immenso......
Brava, mi ha rapita il passo dove Michael prende in braccio Alice all'improvviso.....un sogno!!!.......un sogno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come descrivi i sorrisi di Michael......e i suoi sguardi......mamma mia...che bellooooo......!
BRAVA!
Lory
[SM=x47928] [SM=x47928] [SM=x47928] [SM=x47932]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:46.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com