Eccomi, scusate di nuovo per l'attesa...che spero abbia aumentato la suspance....Ehehehe^^
Cmq, il capitolo inizia di nuovo con il punto di vista di Mike...(parte in corsivo) e poi riprende da dove li avevamo lasciati nella "puntata" precedente....:p
Spero vi piaccia, secondo me questo, ed anche il prossimo, sono molto divertenti....Buona lettura...
Capitolo 6
L'uscita (parte 1)
Ero felice di averla incontrata. Alex mi aveva in qualche modo sconvolto, dal primo istante che l’avevo vista. Non sapevo darmi una spiegazione, ma sentivo che era così. Sentivo in lei un animo affine al mio, come se avessimo le stesse paure e gli stessi desideri. Solo che non sapevo nulla di lei. Anche se eravamo stati per un po’ a parlare, non mi aveva raccontato nulla di sé stessa. Nulla per poterla conoscere. Eppure mi sentivo sicuro con lei, mi sentivo leggero e spensierato. Potevo essere me stesso. Quando l’avevo portata in camera, e messa a letto, ero rimasto un po’ a guardarla dormire. Non riuscivo a togliere lo sguardo dal suo viso. Parlando con lei, più volte, avevo notato nei suoi occhi un velo di sofferenza, un dolore profondo che evidentemente aveva cercato di sopprimere, di soffocare dentro. Ma gli occhi, lo so, sono lo specchio dell’anima. E io l’avevo percepito. La guardavo dormire, e stavolta vedevo serenità sul suo viso. Mi rendeva felice sapere che stava dormendo tranquilla, e che era al sicuro.
Ero sceso poi al piano di sotto, dove alloggiava parte del mio staff. Avevo bisogno di parlare con Karen. Lei avrebbe saputo ascoltarmi, anche se era molto tardi. Arrivai alla sua porta e bussai appena. Speravo fosse ancora sveglia!
- Karen, sei sveglia? – sussurravo contro la porta, sperando che mi sentisse.
Niente. Silenzio. Provai ancora, stavolta un pochino più forte.
- Karen? – Nulla.
Pazienza. Stavo rinunciando, quando sentii scattare la serratura. E la porta si aprì.
- Mike? Che hai? Stai male? – Forse non era del tutto sveglia, ops.
- No, no … sto bene. Dormivi? – Che domanda stupida.
- Uh oh, beh non proprio. Dai entra. –
Scivolai silenziosamente nel suo appartamento. Effettivamente non potevamo continuare a fare conversazione alle 4 e 30 della notte, lì nel corridoio dell’hotel.
- Che è successo? – Mi chiese lei appena fui entrato.
- Niente di grave. Ho … conosciuto una ragazza … -
- Una ragazza? Mike, non ti seguo … - mi guardava sospettosa.
- Si. Ma è una storia un po’ complicata, siediti che ti racconto. –
Ci accomodammo sul divanetto, lei si raggomitolò sotto il suo plaid preferito e io, totalmente imbarazzato, cominciai a raccontarle tutto, dal principio.
- E adesso l’ho messa a dormire.- ero agitato, tenevo molto al pensiero di Karen, di lei mi fidavo. Mi stavo contorcendo le mani per l’ansia.
- Mike … sei incredibile! – mi sorrideva, questo era un buon segno.
- Cos’è, hai avuto un colpo di fulmine? – ammiccava maliziosa.
- Ma che dici K? – ero diventato paonazzo, sicuro.
Mi sentivo il viso in fiamme. E se avesse avuto ragione? In fin dei conti non mi era mai, MAI, capitata una cosa del genere, quindi tutto poteva essere. E sinceramente la cosa non mi dispiaceva affatto. Ma non era il momento per dirlo.
- Io non so, ma sicuramente questa ragazza mi ha colpito. –
- si Mike, questo lo avevo notato. – precisò lei sorridendo.
- Sono felice Mike, hai proprio bisogno di stringere dei legami. Io lo so, ti conosco da tanto tempo ormai. E ti giuro, che non è facile vederti emozionato come ora. –
- Lei non ha un posto dove andare … -
- che vuoi dire? –
- Non so, è quello che ho capito, ti ho detto la storia dello stadio, no? Ha dormito li … ha detto di non avere più una famiglia … Che devo fare secondo te? –
- Beh, Mike. Chiedile se vuole restare. Sii te stesso. Se tra voi c’è davvero questo legame che tu dici, si aprirà con te, dalle un po’ di tempo.-
- grazie K. Sei fantastica. Cosa farei senza di te? –
- Ehhh… usciresti sempre spettinato e con le borse sotto gli occhi … -
- Ma io non ho le borse sotto gli occhi!? –
- ah no? Vedrai domattina, se non ti muovi adesso, ad andare a letto! Fila in camera tua! – Sembrava una mammina premurosa con me.
- Ok, vado. A proposito, domani vorrei andare un po’ in giro. Ci pensi tu? –
- Si certo, come sempre. -
Karen aveva terminato di “lavorare” su Michael. Era davvero irriconoscibile. E lo trovavo anche piuttosto buffo, considerando che non ce lo vedevo proprio, conciato così. Gli aveva applicato una barba posticcia davvero orribile, soprattutto agli occhi di una che detesta la barba in generale, corredata da baffi applicati su di un finto naso, posizionato ad arte e perfettamente camuffato dal trucco. Gli aveva imbottito un po’ gli abiti, per farlo apparire più in carne. Insomma, aveva l’aria da intellettualoide filantropo. Non sembrava più, nemmeno lontanamente, il ballerino prodigio che in realtà era.
- Oh, Michael! Sei orribile … - scoppiai a ridere.
Il travestimento funzionava alla perfezione, era assolutamente irriconoscibile, ed era così strano parlarci e vederlo con quell’aspetto.
Lui, intanto, se la rideva, e come! Karen osservava soddisfatta la sua opera. Su di me era stato sufficiente farmi apparire diversa, tanto nessuno mi conosceva, era semplicemente per sicurezza. Su Michael aveva fatto un vero e proprio capolavoro.
- Ok, ragazzi! Siete pronti! – si batté le mani per congratularsi con se stessa.
- Karen, sei eccezionale, grazie! –
Mi aggiunsi anche io al ringraziamento di Michael, per me era anche stata un’esperienza unica. Farmi sistemare dalla truccatrice personale di Michael Jackson!!
Scendemmo nella hall dell’albergo, con cautela, per evitare di essere notati. Anche se travestiti, nei pressi dell’hotel era meglio evitare rischi. Sgusciammo fuori, passando dal retro. L’ingresso ovviamente era bloccato da decine e decine di fan, in caccia di autografi.
- Mi dispiace lasciarli lì ad aspettare, così tante ore. Ma ho bisogno di un po’ di tempo per me, ogni tanto.
Stasera cercherò di accontentarne qualcuno. Adoro l’affetto che mi danno, tutto questo supporto. –
Eravamo appena usciti, nel retro del palazzo, area riservata solo ai dipendenti. Ad aspettarci c’era un’auto diversa. Non saremmo andati in Limousine, ovviamente.
Salimmo su quest’auto, ugualmente lussuosa ma decisamente più anonima e meno vistosa.
Le bodyguard stesse, avevo notato, si erano vestite in modo più informale. Una volta arrivati in centro, avrebbero dovuto fingere di passeggiare anche loro, e di non conoscerci. Non si doveva notare che ci tenevano d’occhio.
Durante il tragitto in auto Michael era decisamente impaziente, continuava a fissare fuori dal finestrino e a tamburellare sul vetro con le dita. Io mi sentivo piuttosto strana così travestita, anche se trovavo divertente il mio nuovo look. E ancora più divertente quello di Michael.
- Sai, potresti anche decidere di vestirti cosi più spesso! –
Ok, lo stavo prendendo un po’ in giro, ma era troppo buffo conciato così. Per chi non lo sapeva non ci sarebbe stato niente di strano, era davvero perfettamente truccato, ma io non resistevo a rimanere seria, sapendo quale fosse la faccia reale che stava là, sotto tutto quel trucco!
- Si, in effetti, ci stavo proprio pensando … la barba è fantastica, non mi fa sembrare più saggio? –
- La barba è orribile, Michael. Però si, devo dire che ti dona. Sembri saggio, maturo direi! –
Sapeva che lo prendevo in giro e si divertiva a stare al gioco. I travestimenti lo facevano impazzire di gioia. Era anche un bravo attore. Ma c’era qualcosa che non sapesse fare??
Quando arrivammo a destinazione, Michael scese per primo, mi prese per mano e mi trascinò impaziente, fuori dalla macchina.
- Andiamo, su!! Non c’è tempo da perdere!!-
- Calma, arrivo! – risposi in fretta, mentre cercavo di non inciamparmi sui piedi scendendo.
Lui si guardava attorno, indeciso su dove andare, quale direzione prendere.
Prima di decidere, si girò verso di me.
- Ok, dove vuoi andare? - a me lo chiedeva?
- Non ne ho la minima idea, non conosco nemmeno la città, non ci sono mai stata prima! –
- Bene, allora potremmo cominciare da … - ancora un paio di giri su se stesso, scrutando le strade
– da qui! -
Prese a tirarmi dietro di sé, camminava a passo svelto, quasi correva. Facevo fatica a stare al suo passo.
Ci addentrammo in una via molto affollata e piena di luci al neon, scritte luminose, schermi video giganti. Il tutto creava un’atmosfera psichedelica. I video, numerosissimi su ogni palazzo, trasmettevano, guarda caso, immagini di Michael Jackson.
Avevo il cuore in gola, eravamo completamente accerchiati da persone. La strada era affollata, nell’ora di punta, il via vai frenetico era come un fiume in piena. Persone che si incontravano, si scontravano, si allontanavano. Erano ovunque, erano dappertutto. Eppure nessuno si curava di noi. Di Lui. Gente che parlava al telefono, gente che rideva, chi faceva conversazione passeggiando, chi invece camminava a testa bassa, di passo svelto, passo lento, chi era fermo, chi guardava le vetrine, chi comprava un panino. Caos. Puro e semplice caos cittadino.
Il travestimento funzionava. Alla grande. Nemmeno una persona si era voltata verso di noi. Eravamo parte di quella grande folla. Soli, piccoli, immersi nel mondo che non si accorgeva di noi.
Michael ostentava una sicurezza tale, nei suoi passi, che mi dava ancora di più la conferma, di quanto non avesse mai, nemmeno lontanamente, dubitato della riuscita del suo piano. E del lavoro di Karen. Era davvero come se non fossi per mano a Michael Jackson. Anzi, in quel momento NON ero per mano a Michael Jackson. Stavo passeggiando, per una via del centro, affollata, semplicemente con il mio amico Michael. Solo Michael. E lui era felice.
Si bloccò di fronte ad un negozio enorme, dalle vetrine colorate a festa, luminose e sgargianti. Eravamo davanti all’ingresso di Toys’R’us. *(grande catena di negozi per giocattoli) n.d.a.* E Michael aveva la solita espressione soddisfatta e impaziente.
- Dai, entriamo! – Mi guardava e gongolava con la testa, sorridendo, come solo lui sapeva fare.
Il mio entusiasmo era frenato, mi sentivo un po’ cresciuta per entrare in negozio di giocattoli. Ma in realtà morivo dalla voglia di entrare.
Inspirai profondamente, come pronta a fare un tuffo nel vuoto.
- dai, ti seguo! – Manco a dirlo, mi aveva già afferrato di la manica della giacca, per fare prima, e mi stava trascinando dentro.
Il negozio era enorme, gigantesco. Si susseguivano scaffali e scaffali di giochi, pupazzi, bambole e altro ancora. Penso che se fossi stata da sola avrei avuto bisogno di una mappa per poi ritrovare l’uscita. Anche se in fondo, chi aveva voglia di lasciare un paradiso simile.
Mentre riflettevo con gli occhi sgranati per la meraviglia, mi voltai per dire a Michael quando fossi emozionata di trovarmi lì, con lui.
- Michael, sai .. Michael? Michael? – Sparito.
Scomparso. Ero sola. Come accidenti aveva fatto a sparire così, non mi ero nemmeno accorta che avesse mollato la presa sulla mia giacca. Iniziai a camminare, accelerando il passo, per andare al centro di quella fila di corridoi, sperando di scorgerlo da qualche parte.
- Ecco, persa come si perdono i bambini piccoli. E ora? Che faccio? –
Non ebbi nemmeno il tempo di finire di preoccuparmi che, dalla parte opposta del corridoio, nel quale mi trovavo, vidi qualcosa. Qualcuno, sopra a qualcosa!?
- Alex!!!!!!!! Ahahahaha, è bellissimo! –
ma che … ? cosa … ? Me lo vidi arrivare, saltellando come un pazzo, su uno di quei palloni giganti, per rimbalzare. Era matto. Stava scorrazzando su e giù per i corridoi, saltellando qua e là. E voleva che lo imitassi.
- Tieni, Alex. Provalo, avantiiii …. – mi aveva portato uno di quei “cosi” anche a me. E pretendeva che ci salissi sopra! Mi vergognavo, ma allo stesso tempo, morivo dalla voglia di farlo anche io.
- Oh, ma non so se sono capace! –
- Capace? E che ci vuole! Siediti su e poi salta, come faccio io. – e si mise a girarmi in torno come un ranocchio. E vederlo così travestito pensai proprio alla storia del ranocchio. Lì sotto, si nascondeva un principe, bellissimo. Ma in quel momento, ero l’unica a saperlo.
Risi piano, pensando a questa cosa, ma Michael se ne accorse.
- Cosa ridi? Sono buffo? – Oh, quanto eri lontano dalla verità.
- Ehm, si un po’. – Piccola bugia, ma infondo era la situazione ad essere buffa.
Bene, qui vi lascio moooolto in sospeso...ma è solo la prima parte di questa loro uscita...e vi confesso che vi lascio anche sul più bello...eh si..strategie di mercato....
cmq...a voi la parola!!!