Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 

WATCH ME FLY (in corso). Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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31/10/2012 18:19
 
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Sisì si è capito! [SM=g27823] Grazie ancora zia Foxy! [SM=g27838]
ed ora:
Buona lettura!!


Capitolo trentasettesimo

1998
Due forse furono gli impegni relativamente importanti che tennero per alcuni giorni Michael lontano da Clara e la cosa fu molto consolante per lei che sentiva più che mai la sua presenza costante con il fruttuoso supporto di Joan. Da quando Michael seppe che a dover nascere sarebbe stata una bambina aveva cominciato a far mille concitate previsioni sul futuro della LORO bambina che davano all’avvento del sacro. Clara potè vivere il periodo dell’attesa in serenità come auspicato sin dal principio e Michael si congratulò con se stesso per il successo. In questo volare tra le idee più colorate il pensiero del Michael umanitarista si posò su un progetto ipotizzato da tempo. Clara lo trovava spesso chiuso nel suo studio in balia delle sue idee.
“Si può sapere cosa fai?” gli chiese finalmente un giorno avvicinandosi allo schienale della sedia con semplice curiosità.
“Ho in mente una cosa!!”esclamò voltandosi. Si alzò e offrì da sedersi alla moglie con fare premuroso.
“Così comincio a sentirmi una vecchietta. Forse anche megera.” sentenziò Clara.
Michael le lanciò un’occhiata sorpresa. “Ah, non è così?” domandò ironico dandole poi un bacio.
Si posizionò sulla scrivania e puntando le mani al tavolo si sporse un po’ verso di lei. “Ascolta attentamente. Innanzitutto sei la prima a cui lo espongo. Vorrei il tuo pare ,sincero mi raccomando, alla fine.”
Clara fece decisa sì con la testa.
“Hai presente quando ti parlavo di lei?” accennò al suo grembo con la testa.
“Oh bè, praticamente fino ad un minuto fa!” rise la moglie.
“Cosa vuoi dire allora? Ad ogni modo, pensare alla vita della nostra mi ha portato a farlo anche di quella di qualcun altro. Insomma, ho deciso di organizzare degli spettacoli a scopo di raccolta fondi.- una scintilla gli attraversò gli occhi e sorrise-un grandioso spettacolo!”
“é un’idea fantastica!” non potè trattenersi dal reputare Clara coinvolta nella sua espressione entusiasta.
“E non finisce qui. Ho intenzione- le penetrò fiducioso così profondamente nello sguardo che fu costretta inspiegabilmente a ritrarsi un po’-di stipulare un accordo con Mandela ,in Africa, personalmente e, perciò…” Nelle ultime parole assunse un tono speranzoso.
“Dovrai partire.” disse con naturalezza Clara.
“Sì ,ma vorrei che tu e…- fece un semi sospiro senza concludere la frase- Cosa ne pensi?” tagliò corto.
“Te l’ho già detto e così resta. Sei così bravo a fare queste cose, lo sai, io non trovo nulla di scoordinato o impossibile. Neanche ignobile se proprio vogliamo precisare.” affermò con tutta franchezza e ammirazione.
“Mi piacerebbe fare questa cosa coinvolgendo anche altri personaggi dal mio settore.” continuò fermandosi a cercare qualche nome da fornirle.
“Uno fra tutti è…CLARA!” Scivolò giù dal tavolo così in fretta che una pila di fogli accumulati chissà da quanto finirono sparsi a terra. Alla vista delle allarmanti contrazioni arrivò a sentirsi impotente e impreparato a tal punto che dovette gridare il nome di Joan perché avvertisse, bando a tutto, un’ambulanza. Joan non dava segni di sconvolgimento e provvide all’ordine con lodevole maestria e saggezza. Nonostante Clara si ripetesse di esser forte le era regina la paura.
“Cerca di calmarti. Joan ha chiamato.” e la mano di Michael si chiuse avvolgendole convulsamente la sua tremante; in risposta ebbe un’altrettanta salda stretta. “Ecco, brava.” Le accarezzò la fronte mostrando una dolce pacatezza che infondeva al contempo sicurezza.
Non impiegarono molto a raggiungere l’ospedale che avrebbe portato a termine il miracolo. Alla vista di Michael prese vita un vociare da parte di medici e pazienti. Lo stupore crebbe quando si svelò il motivo di tale arrivo. Clara fu subito fatta sistemare su di una carrozzella e prima che un’infermiera potesse condurla nella stanza destinata ,notando il marito al centro dell’attenzione del personale medico, gli rivolse una sincera raccomandazione.” Michael?”
Le si avvicinò :” Sono qui!”
“Non voglio trattamenti speciali, se vi fossero.” disse semplicemente quando ormai tutto le apparve confuso e insopportabile. Non capì quale risposta avesse dato Michael ; qualunque essa sia stata, non l’avrebbe tradita. Dopo aver svolto le dovute formalità si precipitò da lei per starle accanto.
Joan rimasto fuori ogni tanto si avvicinava alla porta sempre pronto ad intervenire, nello strano caso in cui vi sarebbe stata la necessità. Il tempo che trascorse sembrava interminabile tanto che Joan cominciava ad essere nervoso. Si prese la testa tra le mani sedendosi pesantemente su di una sedia lì davanti. In quell’istante si alzò improvviso un grido di esultanza ;non lo udì.
Michael prese tra le braccia la sua bambina provato quasi quanto la moglie e pervaso da una felicità indescrivibile. La guardò piangere e più le lacrime le bagnavano le guance arrossate ,più l’amore cresceva in lui. Si concentrò allora sulla figlia che si dimenava fragile come la mano che aveva stretto ore indietro.
“Congratulazioni!” si espressero i medici forse coinvolti nella vicenda più che mai. “Come la chiamerete?”
Michael e Clara si scambiarono uno sguardo d’intesa. All’unisono si espressero:”Elizabeth!”
“Bene ,bel nome! Ora vi lasciamo soli” disse infine uno aprendo la porta facendo intendere anche agli altri.
“JOAN!! Ci siamo dimenticati di lui!” esclamò Clara intenerita dalla robusta corporatura addormentata sulla sedia che si trovò davanti.
Michael scosse il capo:” Come ha fatto ad addormentarsi?”
“Troppe emozioni!” scherzò tendendo le braccia verso la bambina.
“Giusto! Scusa…” farfugliò il neo papà che se la cullava già beato.
Appena Clara la ebbe a sé fu attraversata da una sensazione nuova ,insolita. Non era come badare ad un branco di vivaci ragazzini che con lei avevano un legame molto amichevole, era come se avesse acquisito in una volta sola tutte quelle doti che spettano ad una madre.
“ Io l’ho sempre detto e lo ripeto che l’attesa non è mai vana.”
“A questo proposito credo che Joan abbia atteso abbastanza!” sorridendole si avviò alla porta facendole cenno di stare bene attenta. Clara scosse il capo tirandosi un po’ su.
“SONO PADRE!!” gridò un’altra volta in preda all’euforia riaffiorata.
Joan sobbalzò e si rimise in piedi con uno scatto. Clara che una volta avrebbe riso di gusto si limitò ad agitare la testa salutando Joan invitandolo a farsi avanti. Michael dal canto suo ricordando il luogo e la circostanza rise tra sé.
“Avanti Joan, hai l’onore di prenderla !”annunciò festosa Clara.
Lo stralunato e commosso alzò le braccia arretrando. “I-io non credo di.”
“Avanti Joan! Non è difficile. Sii rilassato, non immagini che bello averla tra le braccia.”
“M-mai io non…”
“Joan! Ti ordino di farlo! Vuoi essere licenziato!?” fece allora Michael cercando il supporto alla trovata dalla moglie. Voleva davvero che anche il suo fedele amico (ormai era più di un domestico)condividesse a pieno la gioia.
Finalmente obbedì.
“Visto, non era difficile! Allora Clara, possiamo tenerlo ancora?” chiese sorridendo voltandosi verso la moglie che si era però assopita.
“Signor Jackson?” una dottoressa si introdusse nella stanza sfilando dalla presa di Joan la piccola. Michael aggrottò la fronte. ”Dobbiamo svolgere dei normali controlli.” disse quella capendo di dover dare spiegazioni.
“E, quanto ci vorrà?” domandò preoccupato.
“Bè si tratta di tenere lei e sua moglie qui qualche giorno.” Fece ovviando la risposta.
Michael stava per controbattere senza neanche sapere come quando fu bloccato da Clara che lo trattenne per un polso. Gli fece capire di aver fiducia e…aspettare. “Prima di prendere il volo tutti i piccoli devono aver pazienza” aggiunse solamente con un filo di voce.
“E va bene.” sospirò.

Nella sera Michael tornò in camera della moglie un po’ rabbuiato. E lei non tardò ad accorgersene. ”Cosa è successo?”
“Incredibile, non vogliono farmi interagire direttamente con mia figlia!”
“Hai sentito ,devono fare dei controlli, ciò avrà voluto dire che dovrai attenerti come gli altri papà alle regole. Pensi che io non vorrei averla qui?”
“Se tu mi avessi lasciato…”
“Non voglio Michael! Non va bene. “ disse invitandolo ad accomodarsi a bordo letto.
“Lo so.”
“Cercherai di essere paziente e non inveire contro i medici?” e con gli occhi speranzosi lo supplicò.
Le regalò un bacio sulla fronte accarezzandole le spalle. Aveva promesso.
“ Resterò qui finchè non verrete dimesse. Joan è libero di andare, ma non vuole.” riprese cambiando tono mentre nonostante rinunciasse il sonno lo vinceva piano piano.
“Oh Michael!” lo abbracciò infinitamente grata e pienamente convinta delle sue doti di padre.


Buon fine settimana!!(in anticipo) [SM=g27838]
[Modificato da chiarajackie 31/10/2012 18:21]
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