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La Gelmini, ministro dell istruzione, fu espulsa dal consiglio comunale di Desenzano sul Garda da Forza Italia manifesta incapacità ed improduttività

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    angelico
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    00 06/10/2010 11:57
    Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000......
    Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000

    Versione stampabile
    Una Stella incapace e improduttiva di nome Gelmini e pure Maria
    Gio, 15/10/2009 - 18:50
    autore:
    Doriana Goracci
    Risorse web:
    La Gelmini Tagliata: Nel mese di marzo dell’anno 2000 una signora, presidente del consiglio comunale del Comune di Desenzano sul Garda per Forza Italia, fu espulsa dal consiglio, su mozione del suo partito, con la seguente motivazione

    [Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000]:

    *”manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa“. * Questo consigliere comunale si chiamava

    Maria Stella Gelmini
    - attuale Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica.

    Amministrano e spalmano Cultura…come fosse Merda d’artista in Onda. Inoltrate e non inzozzatevi troppo.

    Aggiungo solo la Canzone Arrabbiata che cantava nel 1973 una Donna, Anna Melato

    Doriana Goracci

    roma.indymedia.org/taxonomy/term/9574

    servizionline.onde.net/eGov/Atti2.mac/input?cOrgano=Consiglio&cOdg=2&cNumero=33&cDataD=2000-03-31&&cCdst=APP&cNrprt=20561&cUfficio=Affari%20Generali/Segreteria&cSettore=SEGRETERIA%20GENERALE...

    camm: stiamo messi bene!
    [Modificato da angelico 06/10/2010 12:00]

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    Alejean
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    00 06/10/2010 12:12
    Qui sono d'accordo con te.. E' il peggior "ministro" che Berlusconi abbia potuto nominare.. Si dovrebbe solo VERGOGNARE per tutte quelle persone che a causa sua devono stare a casa! A CASA CI DEVE ANDARE LEIII!

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    little michy 1
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    00 06/10/2010 12:42
    Ma ci rendiamo conto da chi siamo governati!!! stiamo allo scatafascio più completo
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    visentindenis
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    00 06/10/2010 12:52
    re sei grande
    Oh semplicemente a casa ci devono andare ogni giorno decine di migliaia di lavoratori che lavorano nelle piccole medie imprese, che non vengono più riassunti a causa di un costo del lavoro mostruoso.
    Un cuneo fiscale che non permette a chi lavora in un azienda produttiva di guadagnare il giusto frutto del proprio sudore.
    Spiegatemi come fà la germania con 80 milioni di abitanti ad avere 350 mila insegnanti(in europa la scuola pubblica tedesca e considerata notevolmente superiore alla nostra),mentre nel caso italiano se non erro 947000 insegnanti(non bidelli o personale amministrativo...solo insegnanti)non bastano mai.
    A nessun viene in mente che forse il problema e rendere più produttivo il sistema scuola,magari alleger.Forse qualche povero cristo che si confronta con la lotta libera del mercato riuscirà ad avere un posto di lavoro ,RIUSCIRA' A CONSUMARE e magari risolveremo veramente i problemi di un mercato interno (non solo ma anche per questi problemi)e peren..depresso.
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    lisalovemichael
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    Invincible Fan
    00 06/10/2010 15:18
    Anzitutto grazie Angelico per le innumerevoli opere di bene che, informando tutti, svolgi ogni giorno, o quasi..
    I danni che sta combinando la Gelmini al sistema scuola sono sotto gli occhi di tutti! Chissà perchè queste notizie non mi stupiscono affatto, rovistando chissà cos'altro viene fuori, su di lei e su altri benemeriti!!!
    La scuola italiana era, fino ad un paio di anni fa, una delle migliori in Europa, parlo naturalmente della scuola pubblica!
    Adesso si assiste ad una regressione, non solo per i tagli ma anche dal punto di vista dell'evoluzione e del miglioramento: ragazzi disabili che non hanno la possibilità di frequentare regolarmente in quanto mancano gli insegnanti di sostegno e gli assistenti psicofisici, genitori che non riescono a tenere a tempo pieno i figli a scuola perchè i dirigenti non riescono a far fronte alle spese, e che devono provvedere a tutto, persino a comprare i gessi e la carta per le fotocopie!Ho sentito che ci sono degli istituti comprensivi che hanno difficoltà a pagare le bollette dell'elettricità!
    Sono tutti problemi che la scuola ha sempre avuto, li ricordo io da piccola, con la differenza che adesso questi problemi, non solo sono peggiorati, ma si innestano in un contesto nuovo (extracomunitari,disabilità)che il Governo sta cercando di ignorare solo per fare cassa! Intanto va tutto a rotoli, anche quel pò che in tanti anni eravamo riusciti a conquistarci con fatica, e molti insegnanti si ritrovano a casa senza lavoro, dopo magari essere appena passati di ruolo! E' scandaloso!
    Ora non ho ben capito cosa vuoi intendere,Visentindenis, ma se alludi al fatto che in Italia ci sono troppi insegnanti e che la Gelmini ha operato per te una buona scelta, beh, credo che tu sbagli, non si può inoltre paragonare la Germania all'Italia, scolasticamente parlando, anche perchè, inevitabilmente, verrebbero fuori discorsi sulla scuola privata (in Germania pullula!)e sui servizi (come quelli degli asili nido) che il Governo tedesco offre alle madri lavoratrici, mentre nella nostra Italietta latitano del tutto! E questo, credimi, incide moltissimo sul numero degli insegnanti!


    "...You're just another part of me..."


    "Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza!" O.W.
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    tagea
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    00 06/10/2010 15:26
    Stendiamo un velo pietoso! Sta andando tutto a rotoli. Si è voluto prolungare l'obbligatorietà della scuola ma solo alle elementari ti passano i libri.Mio figlio fa la prima media e proprio ieri ho firmato un avviso in cui si chiede ai genitori degli alunni di collaborare economicamente per l'acquisto del materiale didattico con un contributo di 12 euro per ciascun alunno.
    L'acquisto dei libri è stato molto oneroso, anche perchè sono stati pochi quelli reperibili di seconda mano,in quanto per accontentare le case editrici quasi ogni anno si cambiano i testi .
    Dulcis in fundo: ve le ricordate quelle belle cartine geografiche grandi che erano appese ai muri delle nostre classi? Ebbene mio figlio sta raccogliendo i soldi per poterla comprare .In pratica gli alunni devono comprare ciò che prima era assolutamente naturale trovare nella scuola! Ho detto tutto!

    Di tutte le cose che farai la gente ricorderà solo le peggiori e se non le hai mai fatte le creerà dal nulla!
    Michael Jackson

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    mimma58
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    00 06/10/2010 15:51
    Tgea,ma cosi non mi sembra più scuola pubblica!Io in parte sono d'accordo con Lisa,in Italia ci sono troppi sprechi,troppe cose che non funzionano.Infatti non si può paragonare L'Italia alla Germania,ci vive mio nipote, quindi mi temgo informata!Non funziona solo la scuola,ma anche la sanità pubblica,la raccolta differenziata,ecc.Colpa di alcuni politici,ma anche nostra,non facciamo molto per cambiarlo,accettiamo passivamente quello che succede!
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    angelico
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    00 06/10/2010 16:18
    Puglia, pubblicità in classe
    per comprare banchi e sedie
    La provincia di Barletta, Andria e Trani mette a disposizione di sponsor privati le suppellettili delle sue scuole: 69 euro per apporre il proprio marchio sugli arredi

    BARLETTA - Pubblicità a scuola per diminuire l'impegno finanziario a carico dell'ente. Lo ha deciso la neocostituita Provincia di Barletta, Andria e Trani che al costo di 69,80 euro (Iva esclusa) ha messo a disposizione di sponsor privati le suppellettili delle sue scuole. In cambio del denaro le aziende potranno pubblicizzare la propria attività su una placca sistemata sugli arredi. Il bando è stato pubblicato sul sito della Provincia e scade il prossimo 30 novembre.

    "E' una idea che abbiamo valutato dal punto di vista tecnico-giuridico e l'abbiamo ritenuta fattibile. Esistevano tutte le condizioni perché questo potesse avvenire". Lo afferma l'assessore provinciale Bat all'Istruzione, Pompeo Camero, che ha avuto l'idea di cercare gli sponsor per le 53 scuole secondarie della provincia. Camero è rappresentante della lista di centrodestra La Puglia prima di tutti.

    "Ci è sembrato opportuno in una fase in cui stavamo valutando un po' tutte le richieste che ci erano arrivate da parte dei dirigenti scolastici i quali, nel frattempo, avevano i nuovi dati relativi alle iscrizioni delle prime classi. Sono state queste a mandarci un po' fuori programmazione. Così, ci siamo dovuti inventare qualcosa e attraverso il pubblico incanto siamo arrivati a definire il costo di banchi e sedie".

    Riguardo alla fattibilità dell'iniziativa, Camero precisa che "è una idea compatibile con la pubblica amministrazione in una visione moderna della stessa. Sicuramente non ci saranno controindicazioni". "Piuttosto - insiste - non deve passare in secondo piano l'attenzione che noi tutti dobbiamo alla scuola. Dovremmo rimetterla al centro degli interessi della nostra società. La scuola non è un incidente di percorso per le famiglie e deve poterle coinvolgere in modo diretto. E quale occasione migliore di potersi sponsorizzare un banco? Ma in questa fase ci rivolgiamo alle aziende".

    "Sono un padre anche io e spero di lasciare il segno alle nuove generazioni. Rispetto a loro - conclude - mi ritengo fortunato perché mi sono collocato bene e ho avuto una scuola accettabile. Qui c'è il rischio serissimo che il piano dell'offerta formativa possa degradare proprio perché i soldi sono sempre di meno in tutta la filiera della pubblica amministrazione, quindi nella pubblica istruzione".
    (05 ottobre 2010)

    www.repubblica.it/scuola/2010/10/05/news/puglia_pubblicit_in_classe_per_comprare_banchi_e_sedie-7752837/index.html?re...

    bari.repubblica.it/cronaca/2010/10/05/news/la_pubblicit_entra_in_classe_per_comprare_banchi_e_sedie-7754644/index.html?re...
    [Modificato da angelico 06/10/2010 16:19]

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    Miles75
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    Number Ones Fan
    00 06/10/2010 16:20
    Incredibile... e poi vengono a parlarci di meritocrazia! E questa qui l'hanno fatta Ministro dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca.
    Grazie alle sue capacità le università hanno bloccato i corsi, le scuole (pubbliche) sono alla canna del gas, la didattica è stata enormemente impoverita, le ore di lezione di tecnica, di geografia, di italiano, di latino, di lingua straniera ridotte.
    Per non parlare della NON-edilizia scolastica.
    Credo che questo dovrebbe bastare, ma evidentemente per alcuni non è così:


    visentindenis, 06/10/2010 1:

    2.52
    Oh semplicemente a casa ci devono andare ogni giorno decine di migliaia di lavoratori che lavorano nelle piccole medie imprese, che non vengono più riassunti a causa di un costo del lavoro mostruoso.
    Un cuneo fiscale che non permette a chi lavora in un azienda produttiva di guadagnare il giusto frutto del proprio sudore.
    Spiegatemi come fà la germania con 80 milioni di abitanti ad avere 350 mila insegnanti(in europa la scuola pubblica tedesca e considerata notevolmente superiore alla nostra),mentre nel caso italiano se non erro 947000 insegnanti(non bidelli o personale amministrativo...solo insegnanti) non bastano mai.
    .




    Innanzitutto, della crisi economica gli insegnanti non si sono mai disinteressati. La crisi economica e occupazionale preoccupa e deve preoccupare tutti; anche se io personalmente mi auguro che crescano i consumi culturali più che quelli legati alla produzione di oggetti francamente non necessari e fatti credere tali da una pubblicità martellante, oltre che inquinanti. Ma è solo un'opinione personale.

    Secondo punto: che gli studenti tedeschi siano più preparati dei nostri è vero solo in parte. Sono più preparati in alcune materie, come quelle scientifiche, ma meno in altre che non rientrano nelle verifiche internazionali promosse dall'OCSE. Inoltre il gap degli studenti italiani rispetto ai tedeschi riguarda solo alcune regioni d'Italia, di solito del Mezzogiorno, e non altre. Per esempio, gli studenti trentini e friulani sono tra i migliori dell'ocse nella risoluzione di problemi matematici e nelle scienze. Solo che questi dati non vengono mai divulgati.

    Non esiste nessun test internazionale che misuri le capacità relazionali, le capacità critiche e di argomentazione, la capacità di saper interpretare un'opera d'arte e collocarla nel suo contesto storico, le competenze nella scrittura, la conoscenza della propria storia nazionale... In alcune di queste capacità gli italiani primeggiano, e infatti sono molto apprezzati nelle università straniere. Lo so perché conosco alcuni figli di miei colleghi che studiano o lavorano all'estero.

    Forse gli studenti italiani sono anche migliori nel sapersi relazionare con i disabili (ma a nessuna prova internazionale interessa testarlo), visto che in Italia i bambini disabili frequentano la scuola con i loro coetani normodotati (per me, una grande conquista civile). Infatti in Germania non esistono gli insegnanti di sostegno, semplicemetne perché chi si occupa dei bambini/ragazzi diversam. abili lavora per il ministero della salute in strutture riservate a questo tipo di utenza. pertanto non risulta a carico del MInistero dell'istruzione.

    In Italia, e solo in Italia, gli insegnanti di religione cattolica sono dipendenti del MIUR. Scelti dall'autorità religiosa, ma pagati dallo stato. E per una curiosa casualità, sono gli unici a risultare aumentati di numero da quando il ministro Gelmini è in carica, noonstante il taglio del tempo scuola in tutti gli ordini e i gradi dell'istruzione. In tutte le altre classi di concorso (=materie) il numero dei docenti è sensibilmente calato.

    L'Italia è un paese molto articolato dal punto di vista geografico: le numerose aree di montagna e le isole molto più numerose che in Germania fanno sì che ci sia bisogno di più scuole. Ciò determina più classi e quindi più insegnanti. laddove il ministro, anche intelligentemente, ha tentato di ridurre il numero delle sedi scolastiche per ridurre la spesa pubblica, non solo gli insegnanti si sono levati a protestare, ma soprattutto le famiglie, che vogliono sempre la scuola sotto casa. Quindi non diamo la colpa sempre solo agli insegnanti.

    I dati precisi non li conosco, ma credo che siano chiari i motivi per cui in Italia ci sono più insegnanti che in Germania. Se vogliamo rimediare, eliminiamo le isole e le montagne, i disabili (o mettiamoli nelle scuole separate come in Germania) e l'insegnamento della religione.
    [Modificato da Miles75 06/10/2010 16:22]
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    angelico
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    00 06/10/2010 16:21
    Le biblioteche senza libri
    "Uno sponsor o si muore"
    Aumentano gli iscritti ma sono quasi bloccati gli acquisti a causa dei tagli: è il paradosso dei luoghi pubblici della lettura in Italia. "Cerchiamo donatori e sponsor" . Nel 2011 i budget verranno ridotti anche del 35%. E si dovrà ridurre anche l'orario
    di MICHELE SMARGIASSI

    BOLOGNA - La signora poggiò timida sul bancone una copia di Acciaio di Silvia Avallone: "L'ho già letto, posso regalarvelo? Così lo legge qualcun altro... ". In quel momento Monica Grilli, bibliotecaria di Villa Spada a Bologna, capì cos'è una biblioteca nel cuore di un lettore.

    "Da otto mesi non acquistavamo un solo libro, noi che di solito stavamo sulle cinquanta novità a settimana. I lettori erano in crisi d'astinenza. Allora qualcuno ha cominciato a comprarli e a donarceli". Per colpa di un pasticcio burocratico (un appalto slittato), Bologna sta sperimentando quel che potrebbe accadere fra poche settimane in tutta Italia, quando la mannaia dei tagli ai bilanci degli enti locali cadrà pesantemente sulle biblioteche di pubblica lettura, le più popolari e frequentate, quelle comunali e di quartiere, le 5265 bibliotechine senza spocchia che saziano quotidianamente, come drogherie all'angolo, la fame di pagine di alcuni milioni di italiani. "Siamo felici di accettare donazioni", è il cartello-appello apparso sulla porta della biblioteca Delfini di Modena.

    Non è da oggi che le biblioteche soffrono. Le forbici della crisi dei bilanci comunali (che coprono l'80% degli acquisti di libri "pubblici") tagliano nel vivo da almeno tre anni. In Lombardia, per esempio, dove i lettori continuano ad aumentare (+19% in tre anni) l'inversione di tendenza è iniziata nel 2008, quando per la prima volta in dieci anni i fondi destinati alla pubblica lettura sono diminuiti, da 138 a 132 milioni di euro. Finora però c'è stato spazio per economie strutturali, si è rimediato tagliando qualche attività collaterale, o disdicendo qualche abbonamento alle riviste meno popolari. Ma adesso le previsioni sono nere. "Dovunque è la stessa storia", ammette sconfortata Chiara Silla dalla Regione Toscana, "i bibliotecari mi chiamano allarmati: l'assessore mi ha avvertito, sarà dura quest'anno...". L'Aib (Associazione Italiana Biblioteche) paventa tagli tra il 15 e il 35 per cento nei bilanci 2011, che si sommeranno a quelli del 7-10% già patiti l'anno scorso. "Le piccole economie non basteranno più. Bisognerà scegliere fra la riduzione dell'orario o la riduzione degli acquisti".

    Scelta straziante. Gli orari di apertura sono già ovunque ridotti all'osso, di più non si può. A Bologna la bellissima Salaborsa, che già aveva anticipato tra le proteste la chiusura alle 19, forse chiuderà alle 18 e tutti i lunedì, mentre della invocata apertura domenicale non si parla più. Angelo Guglielmi, critico letterario, uomo di libri ma anche amministratore di libri (ex assessore a Bologna, appunto), non ha il minimo dubbio: "Se proprio devo scegliere tra chiudere un'ora prima e acquistare un libro in meno, scelgo la seconda. Le biblioteche di quartiere sono le vere biblioteche, dove va la gente che lavora, sono il maggiore investimento in cultura che possa fare una comunità. Non servirebbe a niente riempirle di libri nuovi e poi chiuderle a metà pomeriggio".

    Ma anche calare la scure sugli acquisti è rischioso. Dopo il rinnovo, la biblioteca San Giorgio di Pistoia ha visto più che quintuplicare i prestiti, da 23 a 150 mila: sarebbero stati gli stessi senza l'afflusso di "sangue fresco"? Per Silla, "tagliare le novità è una scelta suicida. Le biblioteche mangiano libri freschi, se glieli togli muoiono di fame". Per una biblioteca, un "buco" anche solo di un anno nell'aggiornamento del catalogo è una perdita di memoria: il vuoto non si recupera più. Rischiamo di avere, tra qualche anno, un sistema bibliotecario malato di Alzheimer. I bibliotecari reagiscono come possono. Centralizzano gli acquisti per ottenere sconti dagli editori (così in Lombardia sono stati compensati i minori stanziamenti 2009), coordinano i cataloghi fra biblioteche vicine, e ricorrono sempre più spesso al prestito inter-bibliotecario, che però rende le biblioteche a "scaffale aperto" più simili alle vecchie biblioteche a catalogo.

    Nonostante questo, i numeri della crisi sono impietosi: sugli scaffali delle 83 biblioteche del Vicentino, riferisce il direttore della Bertoliana di Vicenza Giorgio Lotto, sono arrivati nell'ultimo semestre il 15 per cento di titoli in meno rispetto all'anno precedente. "Stiamo rischiando grosso", s'allarma Mauro Guerrini, presidente dell'Associazione italiana biblioteche, "non è solo un problema di aggiornamento culturale, ma di democrazia. Le biblioteche sono i luoghi della socialità, dell'integrazione, della ridistribuzione del sapere. In un piccolo centro sono spesso l'unica risorsa contro il digital divide, in una città offrono un punto d'incontro fra generazioni e culture. Strozzarne la vitalità danneggia tutta la società, non è solo un fastidio per i lettori. Guai a superare la soglia critica".

    Proprio in questi giorni il governo, attraverso il Centro per il libro e la lettura, lancia con enfasi la campagna Ottobre, piovono libri. Ma nelle biblioteche di questo stesso Stato sta arrivando la siccità. Impossibile sapere come andrà a finire: ogni comune, ogni assessore farà le sue scelte. In gran parte del meridione biblioteche squattrinate confidano solo sui finanziamenti regionali, ridotti a zero quasi ovunque: in Calabria il bilancio pluriennale 2010-2012 non prevede stanziamenti per le biblioteche, e solo un'insurrezione dell'Aib ha evitato che in Sicilia le forbici riducessero i fondi per i libri a meno di un terzo. Ma perfino in Toscana sta succedendo qualcosa di inusitato: l'iniziativa Un milione di libri, pensata dalla Regione come promozione della lettura, rischia di essere sostitutiva e non aggiuntiva dei capitoli di spesa ordinaria delle singole biblioteche.

    Sponsor privati, per i libri, è difficile trovarne. Un bel marchio sull'inaugurazione di una mostra si fa notare, su un libro della biblioteca no. Oppure sì? Silla lancia una proposta disperata: "Siamo disposti a infilare in ogni volume un segnalibro che dica 'stai leggendo questo libro grazie a... '. Tutto pur di evitare il black-out". Funzionerà? Una lunga tradizione di indifferenza verso gli strumenti del sapere scritto induce pessimismo. I bibliotecari continuano a raccontarsi, ghignando malinconicamente, la frase che pare sia davvero uscita di bocca a un alto amministratore pubblico, messo di fronte al grido di dolore delle biblioteche: "Chiedono ancora libri? Ma non glieli abbiamo già comprati l'anno scorso? Cos'è, li hanno già letti tutti?".
    (06 ottobre 2010)

    www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/10/06/news/biblioteche_senza_libri-...

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