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chiarajackie
00domenica 11 novembre 2012 19:05
Grazie ancora! [SM=x3072554] Benvenuta Jade! sono felice che ti piaccia la mia FF! [SM=x47984] [SM=x3072554] [SM=x3072554] a tutte.

Buona lettura!!


Capitolo trentanovesimo

South Africa

Nella stanza a loro destinata, Michael dava una grande importanza ad un tappeto a prima vista comunissimo che copriva un ’intero lato Clara invece cercava con non poca difficoltà di stringersi in vita uno strano laccio come completamento del suo vestire. La piccola Elizabeth intento dormiva incurante di tutto su una specie di lettino che sembrava fatto apposta per lei. Qualcuno bussò.
“ Scusate il disturbo, sono venuto per farvi strada.” Si presentò un tipo alquanto singolare dal colorito olivastro e un reverenziale rispetto. Clara seppe subito a chi associarlo e sorrise al pensiero appoggiata da Michael che aveva ben interpretato.
“ Noi se non ti dispiace restiamo qui.” propose inaspettatamente Clara irrigidendosi.
“Impossibile. Devi venire.” la incitò Michael tirandola per un braccio.
“V-vi aspetto.” farfugliò il (forse) funzionario strisciandosi fuori.
Michael alzò le spalle perplesso e tornò su Clara. “Spiegami cosa c’è che non va?”
“Bè- iniziò la moglie cercando appigli ovunque- mi sembra giusto che io resti qui con lei. Sai, non vorrei che si svegli.”
“ Ma se non ha fatto altro che dormire! Non credo che sarà drammatico e… non credo che si svegli!” osservò indagando lo stato della figlia rivolgendole poi uno sguardo da padre affettuoso.
“ Sì lo so ma…”
“Qual ‘è il problema?” tagliò corto Michael deciso a tirarle fuori la verità. Era quella stessa Clara che lo aveva spronato tante volte e si mostrava sempre all’altezza?
“ Ok mi arrendo.- fece gesto di resa- il fatto è che non penso affatto di essere in grado di trovarmi davanti così a qualcuno di tale spessore. Non è necessario e poi, non avrei voce in capitolo minimamente!” Alla fine della confessione cercò nei suoi occhi un po’ di comprensione ;Michael era irremovibile. “ Davvero riesci ad avere questi pensieri così sciocchi?”
Clara sorrise ed annuì vergognandosene un po’.
“ Senti, uno è necessario perché tu SEI all’altezza, secondo, sarai capace di avere la parola, perché ci riesci benissimo. Terzo, anche tu sei una persona importante.” Detto questo la avvicinò di più a sé e le diede un tenero e veloce bacio.
Clara si convinse all’ istante ,lusingata al contempo. Un sonoro piagnucolio ruppe il silenzio costringendo la mamma a sollevare la bambina e a farli finalmente uscire.
Michael si scusò con l’imbarazzato inviato che a giudicare dall’aria doveva aver scoperto un ‘ altro lato della vita.
Attraversarono un lungo, elegante, modesto corridoio girando la testa a destra e sinistra rapiti dai quadri, mobili e suppellettili che lo decoravano.
Si fermarono davanti ad una stanza più grande rispetto a quelle che si scorgevano ai lati del corridoio. Di luce ce n’era a volontà e sembrava che Dio vi avesse posto il suo sigillo. Rimasero soli con al cospetto di un’ uomo che Clara realizzò aver visto qualche volta in alcuni libri della biblioteca di Michael e unì questa reminiscenza alle parole che aveva spese il marito verso questa figura. Coincidevano già all’apparenza. Subito strinse calorosamente la mano di Michael con fare molto fraterno. Clara non sapeva se porgere un lieve inchino o un semplice” salve” o…cos’altro? Nell’ indecisione, colta dall’ attento coniuge, fu lui a presentarla insieme alla figlia che ora sembrava rapita dalla figura che si trovò nel suo raggio di veduta.
“ Lei è Clara, mia moglie e l’altra è nostra figlia Elizabeth.”annunciò Michael dando spessore alle parole.
“Oh, davvero, molto lieto di conoscervi. “ rispose con una stretta di mano a Clara che tornò alla sua più profonda naturalezza e un’ altra simpatica a Liz che ricambiò a modo suo costringendolo poi a focalizzare la sua attenzione per lungo tempo su di lei. Michael fece intendere a Clara un “visto?” sollevando le sopracciglia e stringendo le labbra. Clara soffocò una lieve risata.
“Vi prego non datemi del voi.” chiarì dopo aver posto fine al diletto di Elizabeth.
“Sono molto felice di averti qui- disse a Michael mettendogli una mano sulla spalla- la tua idea è stata più che gradita e sono molto entusiasta di ciò. D’ altronde dovevo aspettarmi qualcosa di grande da un grande.” lanciò un ‘occhiata di approvazione a Clara che annuì.
“ Ancora non c’è niente di concreto ma stavo pensando di realizzare il tutto prima del nuovo millennio.- spiegò – e come già sa…i, vorrei coinvolgere alcuni miei amici del campo.”
Il presidente assentiva ad ogni frase. Clara altalenava lo sguardo dal marito ad il famoso Mandela e notò una grande affinità tra i due.
Dopo la chiacchierata lavorativa gli ospiti furono fatti accomodare intorno ad un tavolo dove era in attesa una fumante tazza di tè aromatizzato e qualche tipica leccornia.
“Servitevi pure. “ esortò il padrone di casa anticipandoli come per assicurarsi che lo facciano veramente.
Clara, che tuttavia aveva una certa fame -erano ore che per il viaggio e le attenzioni per la figlia non si era goduta nulla-si fece avanti. La seguì convinto Michael. Il tutto fece un’ immenso piacere all’ospitante che provava una certa simpatia nei confronti di Clara e non esitò a dirglielo. “ Stimi molto tuo marito. Non è così?” chiese allora con una punta di saggezza nel formulare le domanda.
Rimasta con la tazza a mezz’aria, la diretta interessata ,non aspettandosi di dover entrare in simili discorsi diede un ‘occhiata con volto paonazzo al marito che le sorrise malizioso.
“ O bè, sì, ovviamente. “ disse in un sussurro.
“ Certo. Bè, io penso che neanche tu stessa sai quantificarla e il rispetto e l’amore che provi sono davvero grandi, fidati. ” continuò lui facendola involontariamente arrossire tanto che dovette voltarsi in direzione della figlia avvolta in un lenzuolo e stesa su una poltroncina accanto.
“ è incredibile.” confermò Michael giocherellando con la sua tazzina sapendo di potersi confidare con l’uomo che riceveva tutta la sua ammirazione.
“ O lo immagino.”
“E si da sempre molto da fare per…tutti.” aggiunse con sempre più buona malizia.
“ Che Dio vi benedica allora! Anche se credo che lo abbia già fatto.” disse umilmente indirizzando lo sguardo alla bambina.
Nel tardo pomeriggio, quando ormai il sole cocente trovava appagamento nel tramonto, Clara e Michael nella più totale indiscrezione seguirono il buon presidente nel giardino che circondava la villa estasiati da ciò che gli si apriva alla vista.
“Allora Clara, ti piace il giardinaggio?” chiese passando in una specie di serra con alcune piante del posto.
“Sì ,ma non sono molto brava.”
“Io dico il contrario.”
“No Michael, non lo sono.” insistette lei. “Ricordi quella volta che ti raccontai di come avevo riempito ingordamente tutte quelle belle piante che Joan aveva comprato sotto tua ordinazione per decorare il perimetro della fontana? Fu un disastro e Joan era in uno stato di “rabbia repressa” credo.”
Michael lasciò sfuggire una gran risata che contagiò anche l’amico. E sembrò aver capito persino Liz.
“O Dio, scusa Clara ora ricordo. E poi l’hai detto con una faccia! M’immagino Joan e te e..” non riuscì a concludere scosso dalle risa.
“ Ridi ridi. Era un vero disastro!” replicò tutto sommato felice delle reazioni scaturite.
“ Bè, non tutto è perfetto!” fece presente l’altro divertito.“ Cosa ti piace fare in particolare?” domandò recuperando la serietà.
“Tante cose.” disse piano con fare tutt’altro che esuberante.
Due funzionari del presidente, compreso quello per primo incontrato, si avvicinarono modesti a Michael accompagnai come fan dai suoi addetti per ottenere gli autografi. Mentre era impegnato a firmare con tanto di dediche, Clara fu portata a riflettere ancora una volta.
“ Non capisco come si possa giungere a certe conclusioni su di lui.” le rivelò Mandela con gli occhi fissi sul marito.
“Già. Ma forse adesso hanno capito .”sospirò Clara speranzosa.” Anche perché, per quanto riguarda me, ha fatto tanto. Molto. Ora non sto a spiegare tutto, ma è così. È stato padre, fratello, benefattore, ora marito, e… tutto.” Nel suo parlare c’era un tremolio che la portò quasi a commuoversi .
“Grazie.” soggiunse la voce di Michael che si portò le braccia dietro la schiena ciondolando con i piedi.
“ è-è la verità.” cercò di riprendersi .
La serata andò avanti con una cena in cui erano riuniti l’intero clan di Mandela, domestici compresi.
Solo più tardi, nella camera che li alloggiava , messa a dormire la figlia, Michael potè stringere in un abbraccio Clara. I loro corpi ormai troppo vicini per farsi indietro cedettero alla bellezza della notte e dell’atmosfera che si respirava. Neanche Liz, come se potesse conoscere, li disturbò mai. Restarono avvolti l’uno dall’altro e con dolce sussurrò spesero parole d’amore che restavano quel giorno ancora da sciogliere. Michael pianse dentro di sé la gioia di poter vivere, con Clara al suo fianco, ogni viaggio come stare a casa.
Foxy1975
00lunedì 12 novembre 2012 12:49
Michael é uno stinco di santo! Lo dice anche Mandela!!!! ;)

Grazie Chiara!

Foxy
(StreetWalker )
00lunedì 12 novembre 2012 14:06
Ha ragione Mandela
chiarajackie
00venerdì 16 novembre 2012 19:15
Ciao a tutte!! Già, io stimo all'infinito Mandela. é un altro mito per me [SM=g27828] L'aparthaid,la mia tesina delle medie [SM=g27819] [SM=g27823] chi se la scorda più! Comunque,informo in anticipo che non potrò postare per...non so neanche io quando, visto lo spettacolo di Natale che incombe e la scuola che si accinge alla fine di un trimestre riuscirò a postere...umm... [SM=x47980]
Intanto:
Buona lettura!!


Capitolo quarantesimo

Il sole brillava alto nel cielo limpido quando Clara, Michael e la piccola Liz si ritrovarono a Monaco. L’ inverno restava solo un ricordo per la grande città europea che pullulava di gente proveniente da tutte le parti del mondo. La notizia della nascita della loro primogenita si era inevitabilmente sparsa e una ancor più maturata curiosità era nata intorno alla persona di Michael. Clara non sembrava turbata e rispondeva a tanti saluti e frasi sconnesse con il solito volto ridente che mai l’aveva abbandonata. Tuttavia, né lei né Michael da qualche mese erano più del parere di poter tranquillamente soprassedere a quel senso ,che man mano riaffiorò ,di trasparenza. Ora però veniva ad assumere un significato più profondo che aveva radici in un particolare tipo di cuore. Quello di genitore. Michael non approvava tutto quell’ interesse mediatico (soprattutto)che circondava una creatura non ancora in grado di difendersi o controbattere. Ne aveva discusso con Clara giorni passati dopo che Joan aveva dato loro notizia dell’ accaduto.
“A questo punto non credo di essere più tanto tranquillo.” aveva confessato alla moglie che seduta nel vano di una finestra teneva lo sguardo preoccupato sul volto innocente della figlia.
“Sono del tuo parere- confermò Clara, poi sorrise- non si parla di persone adulte ma di una bambina che nonostante tutte le ribellioni verso di noi, non può nulla verso gli estranei.” concluse tornando cupa.
“ Vedo che mi hai capito.” disse sollevato Michael appoggiato al tavolo con la testa sulle mani sovrapposte. Si fece pensieroso.
“ Ma non possiamo lasciare che per questa cavolata conduca un ‘infanzia di clausura. Neverland è grande ma, vorrei che ancora venisse con noi quando può.” sostenne Clara.
“Certo. Non la lascerei sola per nulla al mondo.”
“Eh!” fece ironica alludendo subito intesa dal marito che scosse il capo con un mezzo sorriso. Riprese però l’aria pensierosa.
“Allora, cosa proponi.” disse Clara ansiosa di sapere una soluzione, che non arrivò.
Nella stanza fece capolino una consistente quantità di abiti ,lenzuola e asciugamani, molto in stile principessina ,per Liz appena arrivati . Michael spalancò gli occhi raddrizzandosi un po’ mentre Clara cercava di scorgere chi vi si nascondeva dietro.
“Perdonate il mio arrivo. Dove posso poggiare questi acquisti?” chiese Joan visibilmente in difficoltà.
Michael rise così di gusto nell’osservare finalmente da dietro Joan entrato che contagiò entrambe le presenti.
“Da qua. Appoggiamoli lì sopra.” suggerì Michael non ancora ripresosi.
“Eri proprio buffo! Una figura possente come la tua coperta a perfezione da quei pan…”Michael si fermò e indagò la situazione come illuminatosi.
Joan che ora sorrideva in accordo si fermò per cercare di capire. Clara compresa.
“So cosa si può fare!” dichiarò Michael entusiasta afferrando per le spalle Joan stupito. “Potremmo nascondere la sua identità!” disse raggiante.
Clara cercò di decifrare dentro di sé quello che aveva appena sentito. Trasse poi la sua ipotesi. “V-vuoi coprirla con tutta quella roba!” e strinse d’impulso la figlia spaventata.
Michael le si avvicinò sorridendo. “Ma no , cosa vai a pensare. Io intendevo farle indossare qualcosa che le copra il viso.” aggiunse sedendosi accanto per accarezzare la bambina.
Gli occhi della moglie si acquietarono e si dette della sciocca. Valutò l’idea per poi trarre le sue conclusioni. “ Esagerato forse? Però…-sospirò- non vedo altro modo. È una buona idea. Tu cosa ne pensi Elizabeth?” La figlia sembrò quasi accondiscendente.
“Dopo tutto, per lei sarà divertente penso. Un frequente carnevale.” disse Michael ,quasi come un autoconvincimento.
“Certo certo. Lo facciamo perché le vogliamo bene no?” lo rassicurò prendendogli una mano.
Gli occhi di Michael le si mostrarono nuovamente con quella scintilla di fiducia rinnovata. Passò con lo sguardo da l’una all’altra e scambiando la sovrapposizione delle due mani unitesi la attirò a sé per baciarla. Non lo voleva mostrare ma qualcosa lo aveva commosso in tutto quel pensare. Lo rivelò solo alla fine.
“ Farò di tutto perché non vi si coinvolga negli impicci. Per ora ricordatelo tu Clara!”
“Sì, ma fa che valga anche per te.” replicò la moglie alzandosi.

A quasi un’ anno dalla sua nascita Elizabeth si ritrovò ad affrontare il suo secondo viaggio. A scanso equivoci sarebbe rimasta con Clara ,che con cuor di madre decise, in albergo , a Monaco. Michael dovette intanto tornare ancora una volta in Sud Africa per annunciare pubblicamente il suo nuovo spettacolo e dar via agli ultimi preparativi. Tornato a Monaco non perse occasione di restare accanto a loro il maggior tempo possibile. Ci fu una sera in cui, a pochi giorni dall’evento ,decisero ,di par proprio, di fare una piccola visita alla città lasciando Elizabeth dormire sotto l’occhio vigile e paterno di Joan.
“ Bello il cielo di Monaco.” osservò Clara estasiata dallo scintillio che si vedeva.
“ Già.” disse piano Michael con sguardo assente.
“ O no. Qualcosa non va?” chiese sistemandosi dopo di lui sul cofano della macchina che li aveva accompagnati.
“No, davvero! Forse sono solo un po’ stanco. Sai, i preparativi, tutto ciò un po’ ti…”
Un bacio gli arrivò sulla guancia, piccolo e veloce, senza pretesa di essere ricambiato in nessun modo. Michael allungò il braccio fino a raggiungerle la spalla opposta e la accostò a lui. Clara chiuse gli occhi abbandonando la testa su di lui.
“Dimenticavo di dirti che ti vorrei dietro le quinte. Non potrei fare nulla sennò. Porta anche Liz , Joan vi accompagnerà.” riprese Michael provando più quiete al pensiero di averla vicino per la prima volta durante una sua esibizione.
“ Mi farebbe molto piacere. Sono sicura che lo farà anche a Liz. Se lo vuoi tu.” Michael le mise il suo cappello che si era appena tolto ,in testa.
“ Poi, finite le due tappe, ce ne torneremo a Neverland con nostra figlia e comincerò a registrare di nuovo.” decise travolto da uno sprazzo di entusiasmo. Clara ormai non ascoltava più. La prese dopo non ricordava quanto tempo tra le braccia e la condusse in macchina ripartendo verso l’albergo .


Tu che da sempre sei così
che dal mio sogno sei arrivato qui
tu che già sei se ci penso un po'
semplicemente tutto quel che ho
e non m'importa quel che sarà
finché mi accendi la realtà
io esisto solo se se tu mi ami.

_se tu mi ami_A.Minetti
P.S.: Mi son permessa di aggiungere questa strofa di una a mio avviso delle più belle canzoni inglesi tradotte in italiano. [SM=x47984] [SM=g27838]
Foxy1975
00sabato 17 novembre 2012 10:35
Chiara, bel capitolo di passaggio..mi sa che ne dovranno accadere ala neo famiglia Jackson..purtroppo non conosco la canzone..da quale canzone inglese é tradotta?!

Grazie

Foxy
(StreetWalker )
00sabato 17 novembre 2012 12:22
Un capitolo di passaggio ci avvisa che nel prossimo alla neo famiglia aspetterà tante avventure
chiarajackie
00domenica 16 dicembre 2012 19:16
Scusa il ritardo della risposta Foxy: la canzone originale è "Without you" ed è cantata da Celin Dion.
Ed ora,visto che mi attendono due giorni libera dagli impegni scolastici,sono pronta ad un nuovo capitolo. [SM=g27823] Anche se avrei un certo saggio che mi aspetta alla porta [SM=g27820] [SM=g27828] (ora BASTA sennò parlo troppo anche quando non lo faccio a voce [SM=g2927028] ) [SM=g27838]
Buona lettura!!




Capitolo quarantunesimo

“Quanta gente!” disse Clara fra sé affacciandosi al palco e scorgendo il grande piazzale ancora vuoto. Indietreggiò apprezzando sempre più tutto quello che le capitava alla vista finchè non si imbatté in qualcosa che la costrinse a fermarsi. Si voltò spaventata all’ idea che qualcuno l’avesse notata salire quando il grande costrutto doveva essere invece lasciato libero e prima ancora che potesse ben vedere alle sue spalle aveva già fornito una lista di scuse.
“Finalmente ti ho trovata!” esclamò Michael soprassedendo a tutte quelle parole che non ebbe capito.
“A, sei tu Michael.” disse tirando un sospiro di sollievo.
“ Allora, cosa ne pensi?” le chiese mentre se ne tornavano in camerino.
“Penso che non vedo l’ora che tutto inizi.” rispose con un sorriso mentre osservava un tizio che si occupava di “non-si-capisce-cosa”- non ebbe chiaro il ruolo-giocare con Liz in un modo che all’apparenza nessuno si sarebbe aspettato da una tale persona. Arrivò a portarsela persino sulla schiena.
“Comincia a prender posto qualcuno.” annunciò una voce che faceva la spoletta su e giù con l’agilità di un grillo.
“ Dovrai andare a prepararti allora.” suggerì Clara tesa come se fosse toccato a lei esibirsi.
In quel momento subentrarono nella stanza alcuni addetti al trucco e alla sartoria. Clara si sedette ad una rispettosa distanza e stette in contemplazione. Michael ogni tanto buttava lo sguardo sul riflesso della moglie allo specchio e in qualche modo si sentiva sereno e al massimo dell’energia. Elizabeth smise di imporre diletto al suo nuovo amico e fu rapita dalla curiosità per tutto quel movimento attorno al padre che adesso ammirava con i suoi grandi e limpidi occhi. Ad opera compiuta Michael si voltò verso Clara e si atteggiò in modo da ricevere un giudizio. Fece un giro su se stesso per poi rilassare le spalle in attesa. Clara applaudì seguita dalla figlia allettata da tanto entusiasmo.
“Se non fossi così immacolato ti abbraccerei!” sostenne ironica nascondendo però la veridicità del suo intento.
Il sorriso sulle labbra di Michael si spense:” Come hai detto scusa? Spero che tu stia proprio scherzando anche se non dovresti comunque dire così.”
“Bè, sarebbe un vero peccato se si rovinasse, devi salire su un palco di fronte a…non so quante persone.”
“ O certo e non oso immaginare quello che potrà causare un abbraccio… tuo.” le sorrise così sinceramente che avrebbe potuto ritrovarsi gli occhi lucidi.
“O ,io credevo che…”non riuscì a finire la frase che una vigorosa stretta la fasciò in vita e lei non potè più resistere a fare altrettanto.
“Prima o poi mi sarei sottoposto di mia spontanea volontà a stropicciarmi i vestiti.” rise Michael prendendole il viso con entrambe le mani.
In un istante Michael aveva già raggiunto lo scenario lasciando Clara e Liz nell’ombra, sì, proprio nella sua ombra ,erano così vicine che da un momento all’altro avrebbero potuto benissimo andargli incontro.
Dopo la prima esultata esibizione Clara lo ritrovò davanti .
“ Ti sono piaciuto?” le chiese con un’espressione soddisfatta.
“ Eccome! Sei anche riuscito a far star buona Liz!-esordì Clara con ammirazione sincera-Poi, mi meraviglia vedere tanta gente volerti così bene. Lo si legge nei loro occhi lontano un miglio.” concluse gettando un’altra occhiata fuori. Ripose poi lo sguardo su Michael ma lo trovò immerso in una succinta conversazione circondato da un consistente numero di persone.
“Andiamo Liz, spostiamoci. C’è troppa gente qui e…comincia a far caldo.” Si allontanò in direzione di un tavolinetto accanto al camerino ,sul quale una bottiglia d’acqua sembrava attendere proprio lei.
“Bene, ora ne berrò un po’. Non mi dovrei permettere perché magari è di Michael, a lui serve più che a me, però-la prese e rese partecipe della riflessione anche Liz mostrandogliela-non ce la faccio più.”
Sedutasi poi lì vide più volte Michael entrare ed uscire senza che si accorgesse di loro con a corteo l’indaffarata e dedita truccatrice. Ancora alcuni minuti e arrivò il momento di rientrare in scena. A questo punto Clara si alzò decisa ad augurargli la buona fortuna quando un boato echeggiante dall’esterno le segnalò che era troppo tardi ormai e le fece uno strano effetto.
Si riavvicinò al palco:” Mi raccomando Liz, adesso ascolta attentamente anche tu. Papà canterà una delle sue canzoni più belle, a mio parere.” Raccomandò con tutto il cuore alla figlia che forse aveva davvero capito il concetto.
Era una tale gioia per Clara ascoltare quelle parole dette con così tanta convinzione che avrebbe potuto riassumere in sé tutte le sensazioni del pubblico astante. Era affascinata e gli occhi presero ad accendersi di un vivido amore infinito. Pensò alle parole che le aveva detto una volta che suonavano più o meno: ”Fare musica è fare l’amore.” Emanava amore in effetti, sotto tutti gli aspetti. Sorrise.
“State bene?” chiese una voce che la riportò alla realtà.
“D-dite a me?”
La persona in questione non era altri che la truccatrice che cominciò a guardarsi intorno. “Solo a lei”
Finalmente Clara realizzò:” O, sc-scusami. Comunque, sì, sto bene grazie. Stiamo bene” assertì con una profonda gratitudine.
“ Meno male. Michael si preoccupava tanto che invece…”
“M-Michael?” ripetè Clara sorpresa. Sorpresa dal sapere che con tutto il da fare la degnava di attenzione.
“Sì, si preoccupava perché ti vedeva un po’ strana. Temeva non vi sentiste bene. Non riusciva però davvero a rivolgervi parola. Tuttavia ho dovuto calmarlo in ogni modo.”
“Ma allora devo dirgli che non c’è nulla che non va! Caldo ad un certo punto ne avevo ma perché non sono abituata a stare tra la folla e il rumore. Liz sembra non farsene un problema e allora ci sto anche io. Deve stare tranquillo. Appena rientra che possa o no glielo dirò.” disse decisa.
“ Bè ,sta ritornando. ”la avvertì la donna.
“Michael!” si affrettò Clara a chiamare appena venne incontro; passò di lungo.
“Michael” sussurrò ora cercando chiarimenti negli occhi di Karen; ora ricordava il nome.
“Non saprei che dirti.” fece però questa con la sua stessa aria dilemmatica.
“Corsero entrambe alla sua stanza ma trovarono la porta chiusa e un vociare indistinguibile all’interno.
“ Ti giuro che non so cosa sta succedendo.” ribadì Karen con pentimento nei confronti dell’inquieta Clara che teneva più saldamente Liz tra le braccia infondendo un po’ di quello stato alla bambina poco prima ridente.
La porta si aprì e dovettero allontanarsi. Michael uscì, nel volto non c’erano più gli strani segni di poco fa. Sembrava di nuovo pronto. Le rivolse un breve sorriso che sparì non appena voltò la testa la cui scia si sgretolò ingiustamente nella mente di Clara che non trovava pace. Fortunatamente mancava una sola esibizione. Si trattava di dover cantare “You are not alone”, poi gli avrebbe parlato. O se lo avrebbe fatto!
Sul palco non dava a vedere nulla di strano, ma era Michael. cercò di allontanare almeno per la durata della canzone i pensieri e si rimise all’ascolto.
“ Clara, scusa. -Posso darti del tu vero?-Potrei tenere io se vuoi adesso la bambina.” fu l’accettata proposta di Karen.
“ Bella canzone vero?”
Clara annuì assente. Teneva gli occhi su Michael con un’attenzione incredibile.

Tutto si concluse al meglio. Le luci calarono mentre le grida e gli elogi si alzavano.
Ne bel mezzo di tanto clamore, sul palco si ammassò un consistente gruppo di persone che in poco travolse Clara senza permetterle di capire.
“Clara! Hai visto?” Karen era tornata da lei con il viso sconvolto.
“Cosa è accaduto?- chiese cominciando a preoccuparsi – perché Michael non è qui?!” adesso alzò la voce tremante. Non volle risposte. Si voltò e con un rapido scatto si ritrovò avvolta dal buio. Portò le mani alla bocca e una lacrima scese dagli occhi nella gola.
Le passò davanti un gruppo di uomini che sostenevano il corpo abbandonato di Michael e d’impulso li bloccò afferrando per le spalle uno di essi.
“Qualcuno mi spiega cosa succede?” implorò con la disperazione negli occhi e la paura nel cuore che le tremava.
“Svelti!” ordinò un altro e ripresero il passo più velocemente lasciandola nel suo dolore.
“Aspettate, ovunque andiate vengo anche io!” gridò correndogli incontro.
“Clara!-la voce di Karen la fece voltare un’istante- lascia pure a me Liz.”
Con un gesto del capo Clara mostrò la sua riconoscenza .
“Vorrei salire dove farete salire Michael.” disse e fu fortunata perché la “buon anima” con cui parlò la fece andare al suo posto. Si sistemò sul sedile davanti al marito e stette per tutto il tempo ad imporsi di stare calma e ad informarsi sull’accaduto. Era terribile vederlo così, temeva in uno shock . capì nella confusione dei pensieri che centrava un incidente sul palco durante la penultima canzone ”Earth song”. Come aveva potuto non averlo notato? “Karen” pensò; l’aveva distratta ma non poteva fargliene una colpa. Si rilassò al pensiero di quella donna rivelatasi tanto gentile. Un’altra lacrima le bastò per tornare alla dura realtà.
L’auto si fermò e Michael fu trasportato all’interno dell’ospedale. Clara non lo perse mai nonostante il gruppo che lo aveva circondato tendeva a formare un guscio su di lui.
Fu portato in una stanza, visitato mentre nel corridoio Clara se ne stava a mani conserte osservata dai presenti con occhi compassionevoli.
Il tempo non sembrava voler far aprire quella porta, finchè un medico non uscì dando il responso prima di chiunque a Clara che si era lanciata al suo cospetto. Poté allora entrare.
Michael era adagiato sul lettino e non appena la vide tentò di drizzarsi un po’ ma senza successo ottenendo come risultato solo una smorfia.
“Allora non ti chiedo come ti senti.” cercò di ridere Clara. Il sorriso le morì subito sulle labbra.
“Sei voluta venire a tutti i costi vero?”
Clara annuì avvicinandosi di più. “Non potevo mica lasciarti.”
“ Non doveva finire così!” disse Michael amareggiato.
“Però è andata bene.”
“Poteva andare anche meglio se non fossi…se non FOSSE successo.” Assunse un tono irato che lo portò ad un’altra smorfia girando la testa dall’altra parte.
Clara gli pose una mano sulla fronte sedendosi. Michael cambiò espressione e la guardò.
“Scusami, è che certe cose mi fanno un po’…”
“Lo so.” disse Clara con estrema tranquillità .
“Te… ti sei divertita almeno?” disse alzando il braccio dalla sua parte prendendole la mano che stava distribuendo materne carezze alla sua fronte.
“Moltissimo. Anche Liz. Dovevi vedere il suo sguardo!”
“A proposito, dov’è?”
“L’ho lasciata con Karen, è stata così gentile.”
“So sceglierle bene le donne io!” disse con aria di superiorità dando a vedere di essere un vero intenditore.
Clara gli lanciò uno sguardo di finto rimprovero .
“Volevo dire…le truccatrici!” si corresse con aria da diplomatico.
“ So che ti sei anche preoccupato per noi.- riprese Clara seriamente- Quando non dovevi magari. Grazie.”
“ Nessun disturbo”
Clara si sentì sollevata vedendo che tutto sommato era in vena di fare il simpatico.
“ Davvero, non volevo che vi annoiavate e mi sembravi stanc…”
“Credevi nel MIO star male e poi invece sei tu a…” si fermò per non riaprire la ferita ma anche perché la voce le si sgretolò inesorabilmente aumentando la presa alla mano che la teneva avvolta.
“Clara...” sussurrò Michael aggrottando la fronte, colpito e forse commosso quando gli occhi si fecero lucidi.
“ Scusami Michael, non vorrei piangere è solo che, stavolta non ci riesco. Perchè tu sei sempre buono con tutti e non è giusto che…” si perse nelle copiose lacrime che la trascinarono in un piccolo ma deciso sfogo.
“Se potessi ti bacerei, ma credo che la mia schiena ora sia un po’ gelosa.” Riuscì a strapparle un sorriso suo malgrado. “ Avanti Clara, vedrai che passerà presto. Ci sono dei farmaci a posta sai?” la assicurò cercando di completare la sua cura dell’animo della moglie.
“Sì, sicuramente.” La porta si aprì e Michael invitò Clara ad andare a riposare, ora lo avrebbe fatto anche lui dopo la prima fase di cura che lo aspettava.
“ Cercate un alloggio per lei” ordinò Michael ad uno dei dottori sopraggiunti.
“Certo. Lo faremo.” In poco tempo Clara fu accompagnata nella stanza vuota accanto che l’avrebbe ospitata almeno quella sera.
“Avrebbe”, perché la notte, non appena Michael fu solo la trascorse nella sua camera. Sembrava dormire beatamente, così ,dopo aver rivolto un pensiero a Karen e Liz e aver dato un bacio sulla fronte del marito come di solito avveniva al contrario, si addormentò esausta vicino al lettino.


Foxy1975
00lunedì 17 dicembre 2012 17:51
Non ci speravo più! Hai postato!..Grazie Chiara!..Si percepisce la frenesia del dietro le quinte..anche se io le signore Jackson le immaginavo servite e riverite e non abbandonate alla truccatrice! Ahahahahah : )...E Michael si é fatto male..mi é venuto un brivido quando ha parlato dei 'farmaci adatti'..staremo a vedere..ma perché Clara non dorme in camera con lui? Ne avrebbe ben diritto!

Grazie

Foxy
(StreetWalker )
00lunedì 17 dicembre 2012 22:28
Preoccupa la frase ci sono dei farmaci adatti a curalo. Posta il prossimo per saperlo e sapere se guarirà
chiarajackie
00giovedì 27 dicembre 2012 18:17
Ciao a tutte!Foxy cara la speranza è l'ultima a morire infatti! [SM=x3072554] Spero che il Natale sia stato lieto e sereno per tutti. vi faccio gli auguri(anche se in ritardo). e ora,tra un pandoro e i vari dolci e piatti ancora da digerire, vi 'servo'(tanto per restare in tema [SM=g27828] ) un altro capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
Buona lettura!!


Capitolo quarantaduesimo

Ad occhi semi aperti lasciò che l’immagine diventasse via via più nitida. Tutto quello che riusciva a vedere era soltanto un’indistinta chiazza dorata come il riflesso del sole nell’acqua. Ma questa non faceva male perché ben presto si delineò il volto di una donna, leggermente velato da qualche ciocca, che non esitò a sorridere.
“ S-sei tu.” disse Michael in tono ancora un po’ assonnato girando poi con lo sguardo la stanza aggrottando la fronte.
“ A-allora, hai dormito bene?” chiese Clara e non potè far a meno di notare la sua espressione pensosa e assente. “ Credo di sì. Non mi è mai sembrato di vederti sveglio anche se mi addormentavo di continuo.” concluse con una risatina contenuta.
Michael la fissò senza mutare il suo stato che indicava smarrimento o forse confusione. “ Anche io credo di sì.” rispose ripensando alla domanda precedente.
Clara sembrò sul punto di tirare un sospiro di sollievo , soprattutto perché finalmente aveva abbandonato quella strana aria. “Quasi dimenticavo!-esclamò allontanandosi verso la porta- devo avvertire i dottori che ti sei svegliato.” Uscì quasi correndo, felice di poter dare il “buon” responso controllando l’ora come le era stato raccomandato.
Finalmente nella mente di Michael si ripropose la situazione che stava vivendo e portandosi una mano agli occhi li massaggiò; sembrava vinto. Clara rientrò seguita dai dottori che gentilmente la invitarono ad uscire per la visita mattutina. Seduta senza perdere mai di vista la stanza ripensò agli occhi di Michael. Erano stati come un peso per il suo spirito che portava speranza alla situazione. Lo rivedeva ancora scrutare il posto e il suo viso quasi come se non ricordasse nemmeno di lei. Al pensiero si serrò le tempie strizzando gli occhi con le ciglia imperlate.
“Clara finalmente ti ho trovata!”
Clara si voltò di scatto e si sentì rassicurata accorgendosi di Karen che appariva preoccupata e ancor di più dopo averla vista.
“ Non puoi capire quante storie mi hanno fatto quelli laggiù della sicurezza!” cominciò amareggiata indicando le scale. ”Ma non mi riconoscono più!? Bah, comunque, spero che mi darai buone notizie!”
“ Non saprei cosa dirti. A me sembrava di sì, ma…comunque oggi è un male comune non riconoscere più le persone?” sorrise Clara cercando di alleggerire la situazione e convincendosi che magari era vero per quanto assurdo.
“ Cosa intendi dire?” chiese Karen sedendosi accanto.
“ No ,niente .-tagliò corto portando lo sguardo alle sue spalle alla ricerca.
“ Liz è disotto con la signorina Dracy. Mi sono permessa di chiamare una tata. È bravissima con i bambini e l’avevo già consigliata a Michael e mi era sembrato soddisfatto anche se per il momento preferiva non chiamarne nessuna perché sapeva che c’eri tu e…in qualche modo anche lui. Ma in questo momento penso proprio che lei serva. Io supervisiono!” Fiera di sé le fece l’occhiolino.
“G-grazie, è stato molto gentile da parte tua. Spero che sia davvero…”
“ Fidati. Poi, ripeto, la approvata Michael! Non mi sarei mai permessa di fare di testa mia.” ribadì con meno esuberanza.
“Certo. Vado a vederla anche io allora. Vieni?” Clara si alzò e nel contempo la porta fu riaperta.
“ Dobbiamo tenerlo un altro po’ sotto controllo” fu tutto ciò che le dissero. La voce del medico che parlò mostrava sicurezza. Almeno così doveva essere.
“Come ti senti? Ma che ti hanno detto?” furono le domande che a fatica rilassate porse a Michael.
“ Stai tranquilla, va tutto bene. È come ti ho detto ieri. Mi tengono un altro po’ in controllo e basta. Già sto meglio però!” disse con una sporca pacatezza ,senza luce in lui. Eppure veniva da credergli in tutto e per tutto.
“Lo sono. Lo sono eccome.” sussurrò quasi tra sé e sé.
“ E io lo spero.” disse Michael di rimando accorgendosi però che nei suoi occhi non c’era davvero.
“Sai?-cambiò argomento Clara mutando anche lei- Karen ha compiuto un gesto molto carino nei nostri confronti. Devo ammettere che mi ha fatto piacere. Ha affidato Liz ad una tata, si chiama Darcy. Dice che te ne aveva parlato. È brava. Andrò a conoscerla, dovrebbe essere disotto.”
“Sono venute qui?!” domandò Michael sorpreso.
“ Sì. Dovrebbero essere tutti al primo piano. Anzi ,vado a chiamarla e se ti fa piacere le dico di venire.” E dicendo così si accinse ad andare ad avvertire Karen.
“ No, non importa…” fu invece la debole risposta che le arrivò prendendola per un polso.
Clara lo guardò allibita.
“ Voglio andare io stesso!” disse secco e improvvisamente fece per scendere dal letto.
“Ma come…non puoi!” replicò Clara con tono un po’ troppo severo rispetto a quello che voleva.
“Sto bene adesso. Voglio vedere Liz e le altre. Posso fare da me.” Si agitò con tale foga da far rabbrividire la moglie che trattenne la mano tesa almeno ad aiutarlo a mezz’aria.
“ Devo avvertire qualcuno.” si disse tra sé e sè prima di lasciarlo uscire.
“ Non sono impazzito.” puntualizzò Michael credendo di leggerle il pensiero.
“ Non lo penso affatto.” precisò Clara colpita nel profondo da tale insinuazione.
“ Lasciami passare allora. Vedi che cammino bene? Perciò posso arrivare disotto benissimo!” spiegò agitato ad un soffio dal viso.
Clara cedette e smise di essere d’intralcio. “ Vai pure.” non le restò che dire.

“Michael!” gridò Karen che nel vederlo scendere nelle vesti di paziente e soprattutto lì, le fece una strana impressione.
“Non cominciare anche tu.” si affrettò a dirle passando oltre verso Liz che Dracy stava portando via con loro.
Elizabeth alla vista del padre allungò le braccia e questo la sollevò tornando ad essere il Michael che Clara conosceva e rimase dietro di lui assistendo alla scena.
“ E non voglio che mia figlia venga portata in giro così imprudentemente.” Parlò con tale fermezza che i medici accorsi si ritrassero un po’ lasciando perdere il tentativo di riportarlo in camera. “ Ne terremo conto.” Si rivolse ancora alla tata abbozzando tuttavia un mezzo inchino di gratitudine dandole ad intendere di potersi congedare.
Karen fulminò la donna con un’occhiata di rimprovero poi salutò.

Qualche pratica di rito e Michael venne dimesso quello stesso giorno .
“ Torniamo a Neverland!” disse Michael salendo nell’auto .
Clara doveva ammettere che non le dispiaceva affatto tornare a Neverland, infondo era casa.
“ Non posso credere che quella donna abbia portato in giro Liz così spudoratamente!” riprese come continuando ad alta voce il filo dei suoi pensieri.
“ Ma infondo ha solamente portato Liz con sé per farsi conoscere.”
“ E Karen. Almeno lei poteva avvisarsene.”
“Ma cosa ne sapeva della trovata per proteggerla! Glielo hai detto?” domandò Clara scoprendo un po’ il viso della figlia evitando di dover guardare il marito che non accennava a ritrovare la calma.
“Sì, mi sembra di sì. Anzi, ne sono sicuro!” Diede un pugno alla pelle del cuscino. “ Sembra lo abbia fatto apposta!” finì in un bisbigliare deluso accostandosi al finestrino con lo sguardo fisso in un punto.
“ E perché dovrebbe?” Clara strinse tra la sua mano il pugno e parlò con tanta pacatezza nella sua voce che Michael le rivolse un breve sorriso: tornò al suo punto.
“Perché ? Tante volte me lo chiedo. Perché?”

Neverland ranch ore: 7 p.m.
“ Joan!” Clara si precipitò verso la casa.
Joan fece altrettanto fino a giungere sull’uscio incredulo.
Michael li raggiunse dopo essersi dato per vinto che non poteva correre .“ Sei felice di rivederci?”
Joan annuì ancora frastornato.
“Ehm… saresti disposto a farci entrare?” chiese Michael atteggiandosi a braccia conserte.
“ Ops, scusate ma io credevo che voi aveste ancora…”
“ Dì la verità, c’è un party privato qua dentro e non vuoi che io veda. “ Ipotizzò Michael avvicinando il viso in cerca della verità negli occhi del paziente beffeggiato.
Clara intanto se la rideva sotto i baffi liberando una mano dal corpicino della figlia e portandosela alla bocca.
“Assolutamente” fece Joan prendendo la cosa sul serio ponendosi una mano sul cuore -solennemente-e anche lui scherzava.
“Sei stato tutto questo tempo solo soletto?” domandò Clara prendendosi a cuore la situazione.
“ C’erano gli animali”
“ E c’erano gli altri del ranch” aggiunse Michael in una semi domanda sperando che davvero ci fossero stati ad animarlo.
“ Certo! Ah ,e quasi dimenticavo. -Joan fece uno sforzo di memoria mentre faceva strada all’interno- È venuto anche tuo padre con una donna. Ti cercavano ma se ne sono andati appena questa ha ricevuto una telefonata.”
“ Cosa? E che volevano?” Inveì Michael che non sapeva darsi un motivo plausibile alla visita in sua assenza.
“ I-io non ricordo bene. È stato un’attimo e..”
“Joan!!!” lo prese serrandogli le braccia con impazienza.
Clara si portò la figlia -spaventata dal gridare del papà-più vicino.
“ M-mi dispiace tanto Michael, era furtivo direi. Però, però ha detto, mi sembra, sì,voleva sapere di Liz e quando la donna ha messo giù la chiamata, ho sentito nominare ancora il nome di…”
“Liz!? Cosa c’entra Elizabeth ora? Parlava di mia figlia? Liz lei?” gli occhi di Michael si fecero inquieti.
“ Suppongo di sì. Mia nipote ha detto…”
Michael lasciò la presa, convinto di essere finito in qualche faccenda sporca. “Scusa Joan.” disse mesto.
“ Finalmente hai finito!” lo rimproverò Clara che stava avviandosi al piano superiore.
“ Mi dispiace. Ma hai sentito? Che ti dicevo? Qualcosa mi si sta torcendo contro.” Le si avvicinò per accarezzare e cercare di far pace con Elizabeth che tutto sommato se ne ristava beata e sorrise al tocco della mano paterna.
“ Mi vuoi dire che pensi qualcosa di male riguardo tuo padre? Ma a me sembrava..”
“Tu non lo conosci ancora bene Clara. Non è cambiato e non so se lo farà. Si diverte ora a torturare dinuovo la mia vita e cosa peggiore, credo che voglia usare Liz. “ fece una smorfia di disgusto.
“ Davvero arriverebbe a tanto?”
“ Sì, credo di sì. Se non lo ha già fatto.”
“è una cosa…spregevole!” disse Clara amareggiata.
Salirono in camera di Elizabeth trascinandosi la paura di quello che non si conosce ancora nel cuore.
“ Mi dispiace per oggi.” Sospirò Michael veramente dispiaciuto.
“ Non ha importanza. Ne sono successe così tante, tutte insieme. “ disse Clara comprensiva, con l’animo che le doleva dalla pena.
“ Troppe. Quello che conta per adesso è che veniate lasciate in pace da tutto almeno voi. “ le passò le braccia intorno alla vita e le diede un bacio sulla nuca avvicinandola a sé. Si ritrovarono con il viso ad un soffio l’uno dall’altro e Clara non riuscì a tenersi dentro una lacrima che le bagnò le ciglia.
“ Non serve piangere. Sono sicuro che ne verremo a capo e risolveremo .”le fece forza con una forza che si ritirava sempre più da lui.
“ Sì, è vero! A che serve piangere! Finchè stiamo insieme ce la sapremo cavare no?” e negli occhi umidi di Clara brillava anche un po’ di speranza.
Michael annuì mostrandosi il più convinto possibile.; le sorresse il viso e fece incontrare le loro labbra come fosse stato un altro modo di farsi coraggio a vicenda.
(StreetWalker )
00giovedì 27 dicembre 2012 22:01
Menomale si è ripreso e adesso ci si mette quell'essere spregevole di Joe a portarli via Liz. Posta il prossimo per sapere come faranno a risolvere la situazione
Foxy1975
00domenica 30 dicembre 2012 15:27
Mi sembra la stessa atmosfera che c'é prima di un temporale, quano il cielo é gonfio e grigio.. Michael é nervoso e suscettibile..sto aspettando che succeda il fattaccio..ti prego posta il seguito..

Foxy
chiarajackie
00giovedì 17 gennaio 2013 18:13
E dopo tanto,riesco a postare.
Buona lettura!!


Capitolo quarantatreesimo

Mentre l’alba andava sfumando il buio della notte imponendosi con decisione, Michael si chiedeva quali potessero essere le vere intenzioni che viaggiavano come ombre dove i suoi occhi e la sua mente non arrivavano. Chiuse piano la porta e scese. Joan lo guardò recarsi nel suo studio con fare di chi per tutta la notte ha pensato incessantemente ad una faccenda in sospeso ed ora non può più trattenersi, giunto il giorno, deve a tutti i costi concludere. Ma la situazione non era per niente in sospeso, era tutta da vedere e ciò rendeva Michael nervoso.
“ Buongiorno Joan!” Clara apparve sulla scalinata avvolta nella sua vestaglia azzurrina. “Michael è sceso?” chiese mostrando nella voce un po’ di apprensione: temeva per lui.
“Sì, è andato adesso verso lo studio.” le disse Joan lasciando uscire un sospiro.
Senza troppo riflettere Clara si avviò. La porta era aperta e una luce cristallina entrava libera dalle vetrate illuminando festosamente la stanza. Tutto taceva. Michael era seduto con il telefono in mano.
“ Chiamerai tuo padre?” chiese entrando.
“ Non credo. “ le rispose guardandola con la coda dell’occhio mentre riagganciava il telefono, afflitto.
“ Ma sarebbe bene se tu…”
“ Non ci riesco. Non più. Vuoi sapere una cosa?” la guardò in tralice. “ Ho paura. Adesso come non mai di parlargli. “
Istintivamente la mano di Clara si posò sulla sua spalla. Michael vi posò sopra la sua in segno di riconoscenza. Un denso silenzio pervase la stanza.
All’ improvviso una chiamata.
Michael stette un po’ ad ascoltare il suono stridulo del telefono e, solo dopo un attento riflettere che all’esterno sembrava tradursi in uno stato di apatia allungò il braccio per rispondere.
Clara notò le sue labbra distendersi in un sorriso di sollievo. Chi era?
“ Ciao Elizabeth!”esclamò volgendo lo sguardo al cielo soffermandovisi con gli occhi semi-chiusi per proteggerli dal bagliore del sole, tanto bello per quanto violento delle volte.
Una breve conversazione comune del tipo” Come stai,…” fu l’unica in cui Clara udì partecipare la voce di Michael. Seguì un lungo tacere: ascoltava. Essendo dietro di lui tutto ciò che percepì fu la pronuncia di qualcosa con tono di disgusto. Volse poi lo sguardo in sua direzione , gli occhi scintillavano e un confuso sentimento colpì il cuore di Clara; con occhi bramosi di sapere ricambiò finchè non li ebbe più puntati.
“No, anzi, hai fatto benissimo…non so…” la telefonata si concluse. Allontanò la cornetta lentamente soppesandola.
“C’è una notizia vero?” La domanda di Clara lasciava trasparire ,una tal, seppur coscientemente vana speranza per una risposta positiva da indurre Michael a deviare. Non poteva però mentirle, non a lei.
Clara era lì difronte con un sorriso spento, tenuto su miserabilmente.“ Prometti soltanto che qualunque cosa tu mi stia per dire, non sarà una parte ma tutta la faccenda.” supplicò.
“ Fino a questo punto non avrei voluto valutarlo. Liz è ora il suo obiettivo, è certo e schifosamente chiaro! Tu riesci a concepire una cosa del genere? Perché io, no.” le parole gli morirono in bocca.
“ Intendi dire che tuo padre si sta concentrando sulla nostra Liz? Ma , come faceva a saperlo, cioè, Elizabeth…Taylor vero? Come faceva a saperlo.” chiese Clara spaesata.
Michael scattò in piedi e sentì che ripensandoci la calma lo stava abbandonando cedendo il posto ad una rabbia dal sapore amaro. Tremavano le parole e tremavano i pensieri. “ Ha venduto nostra figlia ai media. Le sue immagini, in quell’ospedale che spero di non rivedere più sono in circolazione.” spiegò riluttante con il sangue che pulsava nelle tempie.
Appena ebbe finito Clara sporse lievemente il busto in avanti e serrò le sue spalle assumendo una posa che faceva pensare stesse per inginocchiarsi. La mente le si popolò di mille immagini e un mal di testa nel seguire quella matassa ingarbugliata.
“Esigerò di vederlo al più presto. Quel…quel…” e nell’istante in cui qualcosa che sapeva di turpiloquio era in agguato alle sue labbra, sorrise a Clara.
“ E così, ha di nuovo giocato con noi…con me.”
“Ci sarà pure un modo di rimediare?” chiese speranzosa e del tutto impreparata all’argomento.
Michael le scrutò con attenzione lo sguardo finchè non sentì una voce interna, un ricordo, rise sommessamente verso il pavimento. Si strinse nelle spalle e si concentrò di nuovo su Clara. . “ Ormai è accaduto. E Elizabeth inoltre mi ha detto che non sono chissà quali immagini…ma, non soprassiederò alla questione con mio padre. “

“Ti ho già parlato del nuovo album che mi attende?” disse improvvisamente verso sera, cullando la figlia così ben agiata da poter dormire sogni tranquilli anche tra le grida. Michael sembrava essersi davvero liberato da quell’ inquietudine che lo aveva ingabbiato nel suo buio che stringe un nodo alla gola. Memore di una vecchia chiacchierata con Clara aveva semplicemente ripensato che, in fondo, una bambina in fasce, in braccio ad una tata,“ No, di sicuro non è rilevante.” si ripetè mentalmente. Eppure un ombra esisteva ancora nel profondo. Innanzitutto avrebbe riaffrontato l’argomento con Joe, poi, avrebbe protetto a costo di tutto , persino di arrivare a sembrare un folle, sua figlia. E la cosa divenne nel suo animo una sensazione paranoica tanto che nella notte, nel silenzio che racchiude ogni uomo in sé del sonno, il tormento arrivava, vorticava. Un nome ne era padrone: Joe. Lui era suo padre, conosceva suo figlio e sapeva come continuare a giocare con la sua vita. Tutto questo faceva rumore, il silenzio faceva rumore ; risveglia. Si voltò verso Clara che dormiva profondamente e sembrava e sembrava rassicurata oramai. Le parole di Michael , semplici come a lei piacevano, le erano state di conforto. Anche se non aveva fatto altro che ripagarla con quello che lei stessa in un certo senso aveva dato a lui. Si chiese se era stato alla sua altezza ; se aveva rinfrancato un cuore e non evitato la faccenda. Ma il comportamento della moglie aveva risposto da sé. Ben vigile suo malgrado cercò di rimandare i pensieri all’indomani combattendo con le ombre. Aprì il cassetto del non-so-cosa-sia che un giorno aveva ribattezzato così Clara nel notare che era , a prima vista semplicemente un cassetto e vi frugò dentro nell’oscurità della stanza. Sfiorò qualcosa che lo fece pensare, qualcosa che ora non poteva aiutarlo. Non doveva. Diede uno sguardo a Clara, ascoltò il suo respiro regolare e spostò la mano e stavolta toccò un pezzo di carta. Semplice carta bianca. Lo prese e rimase sdraiato a pensare. “ho bisogno di luce.” pensò come chi sa che dietro la porta c’è qualcuno in agguato. Badando a non creare il ben che minimo rumore violento , spiò dapprima nella culla l’innocenza e si fermò un’istante a contemplarla incrociando le mani ad una sponda desiderando che il suo viso fosse sempre luminoso.
Quando Clara incontrò Joan nel frenetico via vai mattutino del ranch subito chiese dove fosse Michael.
“ è nel suo studio” fu un’altra volta la risposta che la fece correre senza pensare.
“ è solo vero?” chiese alzando un po’ il tono, imboccato il percorso. Non c’ era un pericolo perché dovesse lanciarsi a quel modo, ma sentiva il bisogno di essere sicura che non avesse una certa visita o qualche idea avventata. Forse non era da lui, ma tuttavia temeva di scoprire un Michael ancora sconosciuto a lei. Ancora. Mano a mano che si avvicinava alla stanza, un soave e familiare suono si faceva avanti. Sembrava accoglierla. Si soffermò sulla porta e ascoltò, affascinata. Ad un tratto una voce si levò. Non pronunciava nulla di comprensibile ma a Clara parve voler dire molte cose. La melodia si arrestò poi improvvisamente con un rimbombante rumore. Clara arretrò un po’ pronta ad entrare. Prima che lei potesse la maniglia andò giù e si trovò di fronte Michael avvolto nella sua vestaglia. I raggi che al solito entravano indisturbati andavano a colpire qua e là i più disparati oggetti .
“Buongiorno Clara!” le disse con un sorriso radioso portandosi un pugno ad un fianco.
“ Mi chiedevo dove fossi così ho chiesto a Joan. Avevo l’impressione di trovarti in riunione con qualcuno, così, ho aspettato. Credevo stessi facendo sentire a qualcuno un nuovo pezzo… “
Michael scosse il capo. “ Ti piace?” chiese tralasciando il discorso che suonava alle sue orecchie buffo.
“ Sì, è bellissima. Da quel po’ che ho sentito ho notato che non hai trovato le parole. Ma sai- rise lievemente- ci sono cose che ti lasciano senza parole e forse questa è una di quelle. Al termine di quella sgorgante considerazione appassionata il viso di Clara finì tra le ciocche dei capelli e mostrò un timido sorriso. Attese da Michael una reazione. E la reazione ci fu , non esattamente come se la immaginava Clara: “ Lo penso anche io, “Speechless” sì, come te. E sai una cosa. Ad un tratto ho anche le parole per la canzone.” Aveva il viso tra le sue mani e ora lentamente le faceva scivolare via lasciandole mille carezze.
Joan giunse alle loro spalle: “ Scusate, ma qualcuno vi cercava.” E tra le braccia una scalpitante bimba appena sveglia smaniava dalla voglia di essere presa da uno dei presenti. Michael la sollevò posandole un bacio sulla fronte e la alzò un po’ al di sopra della sua testa facendo passare Clara dalla sua parte per mostrarle il viso ora ridente, illuminato.
Foxy1975
00giovedì 17 gennaio 2013 19:39

BENTORNATA! Era ora!!
Mille spunti per questo capitolo! Dove ci porterai Chiara?! Posta presto e non farci aspettare troppo! Grazie!!

:)

Foxy
(StreetWalker )
00giovedì 17 gennaio 2013 22:35
Maledetto Joe ha venduto le foto della loro figlia. Posta al più presto perchè Michael gli dirà ciò che si merita
chiarajackie
00lunedì 11 marzo 2013 17:14
Ciao a tutti...scusate l'attesa...prolungata.
Buona lettura!!


Capitolo quarantaquattresimo

“ Clara devi venire assolutamente! Devi sentire qua !” gridò improvvisamente Michael affacciandosi appena alla porta.
Clara non esitò e volò da lui ritrovandosi davanti al piano invitata con un cenno della mano a stare ferma e attenta. Michael prese allora a muovere con decisione le dita sulla tastiera che faceva librare in alto le dolci note della melodia che Clara aveva già avuto occasione di ascoltare; questa volta accompagnate dalla voce. E se Michael cantava era solo e soltanto per lei adesso. Era chiaro, era evidente. Nel profondo immenso della sua anima entrava ogni singola parola , ogni singola nota. Dopo il suono dell’ultima Clara esibì un piccolo applauso ; incrociò poi le braccia sulla coda dello strumento sfoggiando un ‘ espressione entusiasta. Gli occhi le brillavano.
“ Niente male, vero?!” chiese Michael fiero di sé dando un’occhiata esaminatrice a quel che aveva scritto sugli spartiti. Alzando poi lo sguardo apprese il motivo della mancata risposta. “Ehi, adesso io ho trovato delle parole e tu ne sei senza?” osservò sarcasticamente.
A questo punto Clara si lasciò percuotere da una sonora risata.
“ EH giusto, le hai date a me. “ continuò con lo stesso tono ma cosciente di dire il vero.
“Ho paura di essere banale con i commenti. Direi sempre le stesse cose, d’altronde però è quello che penso.” confessò Clara allegramente.
“Ma tanto ti si è letto in faccia!”
“Prendi in giro?” domandò sporgendosi con il busto poggiando le braccia sul piano come se da un momento all’altro avrebbe messo in mostra una buffa linguaccia.
Michael si tirò indietro ad occhi sbarrati per poi rilassarsi in un sorriso che lo seguì fino a quando toccò con le labbra quelle di Clara.
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“Michael, ha telefonato tuo padre.- irruppe Joan con l’ espressione di chi è sicuro di aver sbagliato -ancora una volta- momento.
Clara e Michael si voltarono e si sarebbe ben potuto ritenere di averli visti tornare sulla terra dopo la visita di chissà quale luogo del cielo equiparabile al paradiso. E venne a Joan l’impulso di rimpiangere la sua irruzione.
“Allora Joan! Cosa ti ha detto?” gli chiese Michael sorpreso e divertito al contempo per quello che evinceva chiaramente dall’ espressione .
“H-ha riferito che verrà questa sera stessa, verso l’ora di cena, perché se- fece una pausa per recuperare alla memoria quello che doveva ricordare- se c’è un problema è da affrontare come veri uomini, faccia a faccia.” Si accorse di aver persino faticato nel pronunciare quelle parole proferite poco prima in modo ben diverso che fu felice di non saper riproporre.
“Pensa che abbia paura? E poi, lo avrei certamente fatto venire qui io se solo avesse risposto di persona quando gli ho telefonato.”
“ Ma non credo che ti volesse ritenere un…codardo “ osservò Clara cercando conferma in Joan.
“ Dannazione Clara, possibile che tu ti ostini a prendere le sue difese? Ricordi cosa ha fatto? “ gridò Michael seccato da tutto : non voleva perdere tutto.
Clara si drizzò e sentì di bruciare. “ Lo so benissimo! IO NON LO STO DIFENDENDO!”
“ADESSO MI SIETE TUTTI CONTRO? “ inveì chiudendo con noncuranza la tastiera del piano provocando un rumore sordo.
In un attimo fu solo. C’era solo lui e la voglia di far affrettare il tempo, di desiderare di averlo davanti, di dirgli di smetterla. Così banalmente ma era un ‘ inizio. Se voleva distruggere la sua nuova famiglia non c’ era riuscito. Sì, così avrebbe detto…no, non era così, non più, c’era riuscito, forse sì. Si accostò alla vetrata e immaginò come poteva sentirsi Clara. Il telefono iniziò a squillare.
“ Non adesso, rimando a più tardi.” chiuse la breve conversazione intento a raggiungere Clara.
La trovò con Liz che sedevano curiosamente in un angolo dello sconfinato verde del ranch, tra l’erba. Arrivò fino alle sue spalle portando le braccia dietro la schiena. Una candida aura sembrava avvolgerle. Clara notò la sua ombra a terra ; non vi badò. Liz invece stava già festeggiando quell’arrivo lasciando cadere dalle mani impiastricciate di terra alcuni fiorellini. Non potendo negare alla figlia tale piacere lasciò crollare il muro fatto di rete. Michael si sistemò anch’ esso a terra per poi sollevare Liz così desiderosa di pavoneggiarsi tanto da finire a crogiolarsi semplicemente tra le braccia del papà.
“ Vuoi che mandi a casa i giardinieri e assumere te?” domandò ironico alla moglie accorgendosi delle sue mani altrettanto sporche.
Clara non potè evitare di sorridere guardandosi i palmi aperti.
“ Che stavate facendo?” continuò curioso .
“ Quello che hai appena detto. Solo che non volendo togliere il lavoro a nessuno ci siamo accontentate di pochi semi. “ replicò con tono che tradiva il suo stato, come credeva.
“ E così avete fatto un’esperienza nuova, è così?! Brava Liz.” si complimentò dando un bacio a quest’ultima.
“ L’ho letto in uno dei libri su in biblioteca. Bisogna cominciare ad imparare dai sensi. E io ho attuato l’ insegnamento. “ spiegò Clara.
“ Dimenticavo che tu eri la mia : Little teacher.”
“ Michael! Sai? Non credo più di amare tanto questo soprannome.”
“ E perché? A me piace tanto.”
“ Se a te piace, allora anche a me.” rivelò Clara pulendosi . Quando riposò gli occhi su di lui la risata fu immediata. “ Ecco, ci ha pensato Liz a darti la punizione che ti saresti meritato prima!” sentenziò vittoriosa.
La sua camicia era diventata a motivi marroni e verdi. Michael scosse il capo e osservò allibito la figlia che continuava ad usarla come asciugamano. “ E va bene. Vedi? voi due cospirate contro di me!”
Clara strinse i pugni ai fianchi. “ Ebbene-sospirò- è vero!” sorrise.
Il frusciare delle foglie catturò l’attenzione di Michael così come quella di Liz; non si udiva nulla se non quel mormorare della natura che suonava di magico alle loro orecchie formando un delizioso connubio con lo scorrere quieto dell’acqua. La mente di Michael fu condotta a riflettere, pensare. Cosa era successo? Cosa stava succedendo? Quel padre a cui lui stesso era portato a riconoscere tante cose ma anche a rimproverarne diverse il suo sbaglio forse più grande, più riprovevole. E poco fa? Cosa era riuscito a dire a quella dolce anima, che aveva al suo fianco e non passava giorno che non rivolgesse un ringraziamento a Dio per lei e tutto ciò che parlava di loro, con il quale stava condividendo il volo della vita, quando il silenzio arrivava?
“ Michael…” la voce di Clara lo rilasciò alla realtà. La guardò in attesa.
“ Prima, mi dispiace che tu abbia frainteso. O forse…lo stavo davvero difendendo. Perdonami ho questa mania di…non so neanche cosa.” disse enfatizzando con un sorriso per contenere il lieve tremolio delle labbra tanto era il pentimento. Trattenne poi lo sguardo fisso su Liz – che pareva non cessare di scrutare il cielo dalla sua comoda posizione nel carrozzino- rimuginando dentro senza accorgersi subito di Michael in ginocchio davanti a lei. Rialzò la testa solo quando sentì il tocco delle mani sulle sue spalle.
“ è banale forse ma vederti sparire dalla mia vita a quel modo come te ne eri andata, è stato insopportabile. Potrai difenderlo, potrai non condividere le mie idee…io, io però…non potrei mai non vederti o…sentirti, o non riesco nemmeno a continuare.” disse visibilmente provato da quel flusso di parole sgorgate dal suo cuore un po’ come un suono potente che , fuoriuscendo, fa vibrare le labbra.
Clara non seppe cosa dire. Sorrise mesta; intenerita; rasserenata. Gli sollevò le mani portandosele sulle gambe. Avvicinò il viso al viso di Michael e si fermò così. “Non lo avrei mai fatto.” assicurò in un sussurro.
“ Michael. l’ auto è pronta!” avvertì Joan facendo capolino dall’uscio. Michael accennò un “sì” con la testa.
“Scusami adesso, a questa sera!”
“ Ricordati di stare tranquillo, sai, per dopo.”
“ Lo sarò.” asserì convinto , per lo meno così apparve. Non appena si avviò in direzione del giardino opposto Clara lo richiamò.
“La camicia!” Lo vide darsi un’ occhiata addosso e reclinare la testa.
“ Pazienza!- risolse con noncuranza- tanto avrò su la giacca.”
Clara scosse il capo.
“A!” tornò indietro in loro direzione. Posò in tutta fretta due baci sulle loro guance; tornò sui suoi passi.
“ Ora vai!” lo esortò Clara esasperata, sorridendo.
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Nella grande biblioteca Clara passeggiava tra gli scaffali in critica lettura del libro sul quale stava ormai riversando tanto interesse finché qualcuno bussò.
“ Clara, Clara! Mi dispiace disturbarti ma è urgente!” spiegò Joan trepidante e alquanto allarmato.
Presa da torbidi presentimenti Clara si precipitò ad aprire : Elizabeth? Michael? Sentì il viso avvampare.
“il padre di Michael, il signor Jackson è qui! Cercò di contenere il tono di voce .
Senza badare al segno Clara chiuse il libro e lo posò sgraziatamente sul tavolo. Afferrò con voga la ringhiera della scala e sporse il busto per controllare. Sentiva il necessario bisogno di rinfrescare la memoria dell’immagine di quell’ uomo.
“Lo ho fatto accomodare nella stanza degli ospiti. Mi sembrava sconveniente farlo restare impalato ad attendere.” giustificò Joan dando ad intendere la sua poca simpatia per Joe.
Clara si decise a scendere mostrandosi il più possibile rilassata ; cosa che non era proprio più. Averlo lì, senza la presenza di Michael per di più significava improvvisamente dover puntare in alto senza ali…pensò.
Raggiunta la sala si arrestò sulla porta, nella penombra. Il signor Jackson la vide e lei non potè far altro che avanzare.
“Ciao Clara, allora, come stai?” le chiese con estrema calma tendente all’ indifferenza e una certa austerità.
“Io abbastanza bene grazie. E lei...come si sente?” chiese a sua volta alludendo chiaramente allo stato del suo animo.
Joe sorrise sinistro. “Non ho nulla di cui lamentarmi. Nonostante la mia età.” puntualizzò.
Già a questo punto Clara si ritrovò totalmente vuota di domande e stratagemmi per, a suo modo, tirar fuori una confessione e delle scuse. Avrebbe chiesto troppo aggiungendo anche, delle spiegazioni?
“ Ti senti bene?” Joe si piegò un po’ in avanti puntando i gomiti alle ginocchia con occhio esaminatore.
“Io- affermò Clara decisa e ironica- non ho nulla di cui lamentarmi!” Si sedette sulla poltrona opposta.
Joseph sembrò stupirsi di una tale risposta ritenuta sfrontata. “ ma tu guarda, vengo per parlare con mio figlio e lui è fuori.” continuò tuttavia.
“Lei è venuto in anticipo” ribatté Clara stavolta meno audacemente.
“ Io sostengo che…per venire da voi, essendo suo padre, non credo di dover dare l’ orario preciso. Dico bene?”
Era incredibile come le parole pronunciate non avessero pietà per delle risposte.
“E, dov’è la mia nipotina?”
“In camera, penso si sia addormentata.”
“ è un buon padre mio figlio?”
Clara sentiva di poter impazzire per quelle domande dal sapore di insinuazioni.
“ Sì, lo è.” rispose trovando dolcezza nel riportare alla memoria piccoli gesti di grande affetto tra un padre e una figlia.
“Bene, sono felice che lo sia.” disse annuendo ripetutamente quasi autoconvincendosi di ciò.
---
“Michael!” Joan lo accolse parlando a bassa voce.
“Joan accidenti ,alla tua età correre così non è un bene.” osservò Michael.
Joan sorrise involontariamente.
“ Dove sono Clara e Liz?”
“ Clara è di là con tuo padre.”
“ Mio padre?!” sussultò spalancando gli occhi.
“Sì, stavo cercando di dirtelo…”precisò.
Michael se lo lasciò alle spalle e con passo spedito soggiunse nella sala dove li trovò ognuno chiuso in sé. l’aria era tesa anche se lesse a prima vista il desiderio di Clara di riaprire un dialogo conclusosi in modo sbagliato. Appena questa lo notò rilassò la postura e si scambiarono un sorriso finchè non proruppe la voce di Joe. “Bentornato finalmente!”
“ Grazie ma sei tu ad essere in anticipo.” rispose Michael sistemandosi accanto alla moglie togliendo la giacca e mostrando la camicia ormai pezzata.
“Cosa significa?” volle sapere Joe con distacco.
“Diciamo: solo una piccola manifestazione d’affetto.”
Clara concordò posandosi una mano sulle labbra per non ridere.
“E tu, sei uscito così!” insistette il signor Jackson.
“ Certo. Comunque, avevo questa- mosse la giacca- Ma ora non voglio più dilungarmi in altre cose. cosa hai da dire? Perché se qui c’è qualcuno che si deve vergognare sei tu.” disse diretto e per niente in vena di ironizzare o quant’altro.
Joe sembrò irrigidirsi ancora di più. “ Solo che dovresti prestare più attenzione nel selezionare le tate.”e dalle sue labbra prese forma un sorriso sbeffeggiante.
Clara si accorse di come gli occhi di Michael avessero preso tutto d’un tratto un espressione simile alla reazione ad una fitta e pertanto si affrettò a prendere lei la parola.” Avevamo urgente bisogno e non pensavamo certo che..” fu invitata con un cenno a non proseguire: non ne valeva la pena.
“ Non ci servono giustificazioni Clara.” “ Ne serviranno molte a lui.”
Evidentemente Joseph stava perdendo il controllo della faccenda e d conseguenza il suo.
“Ti ho fatto prima una domanda-proseguì Michael – e attendo ancora una risposta.”
“ E va bene, ho sbagliato, mi dispiace. Ecco, mi dispiace ma ricordate che questa volta è andata bene solo perché ero io- fece una pausa-vedete non so cosa mi sia preso” confessò con un colorito teatrale.
Michael abbassò gli occhi al pavimento poggiando i gomiti sulle gambe colte da un tremolio nervoso; giunse le mani. Clara passò dall’uno all’altro dei presenti .
“ Ok, finiamola qui...papà, per adesso . Non ho mai capito il tuo spirito pungente e ora, non voglio più sentirlo.” disse sprezzante con un filo di voce.
“ Benissimo, a questo punto, io me ne andrei. Tornerò con tua madre a vedere Liz. Forse se c’è lei mi lascerete vederla.”
“ Lei può vederla!- chiarì Clara ricevendo poi consenso con la testa da Michael che bisbigliava tra sé e sé- ora però sta dormendo e, forse dovremmo far passare l’ episodio” disse infine con diplomazia.
Michael la guardò rapido con la coda dell’ occhio, accondiscendente.
Il signor Jackson dal canto suo fu d’accordo e appena percettibile lasciò un debole saluto e si fece accompagnare fuori dal “domestico”.
Rimasti soli Clara afferrò piano il braccio di Michael. cercò il suo viso tra qualche ciocca finchè non scorse una lacrima rigare, quasi timorosa di farlo, una guancia e sentì una grande stretta al cuore. Tuttavia, quando Michael rialzò la testa non ve ne era solo una lieve traccia.
“Vado a dare un’ occhiata a Liz” fece Clara evitando di sottolineare a cosa aveva assistito. Uscì, imboccò la scalinata e dietro fu raggiunta. Sentendosi seguita si girò; lo vide dapprima fare il vago ed esitare per poi andarle incontro.
“Vengo con te- disse allegramente allargando le braccia- “Ehi! Posso vero? Non guardarmi così, con quegli occhioni tristi…Clara!”
“ Ma non è vero.”
La superò speditamente in tono un po’ giocoso. E lei non potè che accodarglisi cancellando la tristezza nei suoi “occhioni”, espressione che la fece sorridere.
“Cosa canti?”
“Questa? È nuova.”
“Ora però fai silenzio”
Michael si coprì la bocca rendendosi conto della sua noncuranza obbedendole. Si ricredette presto. “ Non serve!” Sollevò Liz dalla culla e si trattenne sulla sua espressione.” Sei molto furba a sfuggire agli obiettivi!” esclamò ironico” continua così allora.”
Con l’ animo pieno di una grande tenerezza e stringendosi nelle spalle Clara percepì il “drama” celato in quell’ironia colma d’amore; nonostante lo sentisse come archiviato.
Quando Neverland tacque e il cielo si fece buio e costellato, una fioca voce si destò. “ Michael!” chiamò Clara tirandosi su dal letto. Forse doveva essere sovrappensiero e così pregò che- “che assurdita!”-non stesse di nuovo piangendo.
“Michael, va tutto bene?”
Si limitò ad annuirle.
“Davvero?”
Un altro movimento di testa.
Raccolse il coraggio e a gola serrata da un nodo insopportabile si avviò alla scoperta del vero stato attraversando il letto e posizionandosi vicino.
“Cosa c’è?!” domandò dolcemente Michael.
“Tu dovresti dirmelo anche se…penso di aver capito.” ammise crucciata.
Un abbraccio la avvolse saldamente con grazia. Il viso di Michael sprofondò tra i suoi capelli. Quando si distaccò aggiunse una carezza alla guancia. “Niente di esternabile, solo una sensazione.”
Clara da apprensiva si fece comprensiva e non si spinse oltre.
“ Posso ribadire quello che pensavo, ovvero: Mai con i miei figli , se Dio è con me, farò certi errori…”continuò acceso di speranza.
“ Lo so.” assicurò Clara mostrando fede viva ed incoraggiante per quelle parole.
Michael tralasciò il discorso chiuso troppo melodiosamente per accusare aggiunte e la attirò lentamente a sé come se nel pugno avesse non un polso bensì un fragile essere. Di volta in volta aumentò la presa sull’esile corpo che umilmente e fiduciosamente si concesse accolto da un altro rassicurante, via via più tiepido. Le labbra a tratti si cercavano a tratti si incontravano; un susseguirsi di dolci attimi racchiusi in uno solo in cui l’abbraccio della notte avvolgeva Michael a Clara e viceversa.
“Prometti che non dovrò più vederti piangere…e…e se dovrò, fa che io possa esserti di consolazione.” bisbigliò Clara sistemandosi su un lato.
Michael le prese il viso tra le mani sorridendole.” Anche io lo vorrei. Non avere paura se ti dico che non c’è niente, non ne hai motivo, e tu lo sai quando devi…”
“Lo so.”
(StreetWalker )
00lunedì 11 marzo 2013 18:01
Faccia di bronzo Joe presentarsi così a casa di Michael e Clara
chiarajackie
00martedì 2 aprile 2013 20:28
Buona lettura!!

Capitolo quarantacinquesimo

“Pronto? Sono Clara ,potrei parlare con il signor Jackson?”
“ Non è qui. Oggi non è venuto in studio.” le informò la voce dall’altro capo della cornetta.
Clara rimase un po’ in silenzio a riflettere: eppure doveva essere lì, lo aveva detto la sera scorsa.
“ Pronto, è ancora lì?”
Clara si riscosse e ringraziando agganciò.
“ Joan, dove ha detto sarebbe andato oggi Michael?” chiese per ricevere conferma al suo ricordo fermando l’abituale andirivieni con cui le era passato accanto più volte.
“Allo studio di registrazione.” Rispose sicuro di aver ben capito.
“ è quello che ho sentito anche io. Che peccato volevo dargli la bella notizia e invece…”disse sconsolata portando una mano al ventre ormai molto più tondeggiante dei giorni indietro.
“ A questo punto non saprei, non ho sentito altro.”
“ Tranquillo Joan-sospirò- lo informerò al ritorno.” Tutto l’entusiasmo di pochi minuti fa si era sciolto fino a morire da solo traboccando insensatamente dal cuore. Abbandonò la testa su di una mano poggiando il gomito al tavolo mentre con l’altra prese a cullare avanti e indietro la figlia nella carrozzina. O così lei credeva. Aveva la mente persa altrove e non si accorse che Liz sedeva alle sue spalle su di un seggiolone intenta ad afferrare tutto quello che le era davanti. Il rumore di un piccolo sonaglino la portò ad accorgersi della realtà.
“ O Liz perdonami. Il fatto è che, forse non dovrei ma mi preoccupo per tuo padre. Che abbia avuto un contrattempo?”
La figlia la guardava come incuriosita e Clara continuava. “ è imprevedibile…”
“ Clara se vuoi venire il pranzo è pronto.” avvertì Joan.
“ Grazie ma non ho proprio fame adesso” ammise sentendosi inspiegabilmente serrata, parlando con voce atona.
Joan parve sorpreso: poteva ben giurare di sentire quel rifiuto per la prima volta. Voce compresa.
Si era fatta pallida in viso e un’espressione spenta la trasformò del tutto, riversò di nuovo la concentrazione su Liz.
“Ei Clara, va tutto bene?” le chiese allora preoccupato.
Come risposta ebbe due occhi lucidi che lo guardavano pietosamente capaci di rendere impotenti di fare qualsiasi cosa; contrita si lasciò andare ad un muto pianto intimo abbracciata alla vita di Joan che un po’ a disagio si sciolse in un abbraccio consolatorio fino a che non percepì più un contatto.
“ Cosa c’è Clara. Non puoi tenerti tutto per te, ti senti male?” concluse pregando di sbagliarsi con quella supposizione. Non ricevendo segnali le alzò il mento.
“ Clara!” chiamò giurando di essere sul punto di svenire anche lui. “ Clara c-che cosa…”

La adagiò sul letto aiutato da un agente della sicurezza.
“ Ritiene di dover avvertire subito il medico di Michael?” gli chiese Joan anche se la risposta era apparentemente scontata. Compose il numero in fretta e agitato com’era si meravigliò di essere riuscito a dare giuste indicazioni.
“Sarà qui il prima possibile.” Assicurò a Clara ancora incosciente. “ E spero tanto anche Michael.” aggiunse ad alta voce a sé stesso.
“ Signor Joan la bambina stava piangendo, mi sono permessa di pensare da me al suo pranzo.” Una donna dall’aspetto vissuto degli addetti alla cucina soggiunse fermandosi all’arco. Piuttosto brusco - dimenticando la sua solita galanteria-Joan dette il consenso.
Il medico personale era appena sceso nel ranch quando si vide venir incontro affannosamente, da un suo lato, Joan.
“ Deve sbrigarsi, prima mi dice cos’ha meglio è.”
“ Sicuramente.” asserì con sufficienza il dottore.
“ Questa mattina era risultata in ottima salute?”
“Sì.”
“Sa ,non c’è da fidarsi di certi inconvenienti nel suo caso.” Spiegò cercando di condurre a ragionamento e alla calma.
“ In che senso non c’è da fidarsi?!” volle sapere Joan tutt’altro che tranquillizzato.
“ Bè, dico così perché ora come ora è un soggetto delicato.” puntualizzò. Invitò Joan a restare fuori dalla camera e esplicitamente a ritrovare la calma. L’ inquieto con un grande sforzo di volontà non poté che obbedire.

Più tardi, appena Michael mise piede in casa percepì un’aria tesa.
“ Salve signor Jackson.” Salutò la cuoca impegnata ad allattare Liz con materna maestria senza nascondere un certo disagio.
Michael la guardò interrogativo; accorgendosi dell’indugiare su di lei la donna dovette suo malgrado delineare la situazione.
“ La signora Clara non si è sentita bene ed ora è in camera con il vostro medico.” disse d’un fiato.
“ Cosa?!” gli occhi di Michael si spalancarono increduli, si lanciò in una corsa verso la camera . Il corrimano della scalinata vibrava sotto il suo tocco che scorreva veloce.
“Michael!” esclamò Joan quasi esultante.
“ Devo vedere Clara. DEVE farmi vedere Clara.” Esigé alterato.
“Sì, penso tu possa entrare. “ Ancora prima di tale affermazione Michael era già dentro.
Senza dirle niente le andò vicino scrutandola in volto con apprensione e nonostante lei ora sorridesse non ricambiò. Le strinse una mano tra le sue fredde e tremanti. La sbalordì e nello stesso tempo intenerì.
“ Non si preoccupi signor Jackson, tutto a posto: fortunatamente figlio e mamma stanno bene.”” Ha subito un lieve calo di pressione e magari per l’aggiunta di qualche emozione rilevante, ha avuto una temporanea perdita di coscienza.” sentenziò il dottore riprendendo l’occorrente delle visite.
“Io ora vado. Mi raccomando lei, come ho detto al signore qua fuori, stia pure tranquilla arrivederci dunque.”
“ Arrivederci-salutò Clara- e grazie!”
Joan fece per entrare quando si ritrovò la porta chiusa in faccia. “ Stia pure calmo davvero ora. È tutto a posto.” assicurò il dottore fiero di un nuovo successo a casa Jackson.

“ Clara mi dispiace.” disse come una confessione faticata Michael pentito.
Per nulla turbata raccolse quelle semplici parole e le iniziò a cancellare con una domanda: “ Per quale motivo?”
“ ti sto lasciando troppo troppo spesso sola. Ho tanto da fare, ma non credere che mi dimentichi nel mio fare di te, di voi. Non mi dimentico di nessuno se voglio bene e …amo.”
Accucciatosi lì accanto le parlava con il cuore nelle mani, le stesse che si stavano a poco a poco scaldando coprendo la sua.
“ Lo so, io non mi sento sola.” disse sorridendogli dolcemente.
Le posò un bacio sulla fronte.
“ Però, quando a parlato di : “qualche emozione” a cosa si riferiva? Cioè, ne hai avuta qualcuna…forte?” volle sapere parlando in modo pacato e curioso.
Clara fece per pensarci su quando le riaffiorò alla mente la telefonata. Decise,-per quanto sciocca potesse sembrare- di parlargliene. Così, raccontò del suo tentativo di contattarlo ma della sua “emozione” nel venire a conoscenza che non era dove aveva detto, non parlò.
“ No, non ci sono più andato infatti. A-avrei dovuto però sì, ma non ho potuto.”
“Perché?!” chiese strabuzzando gli occhi mostrando tutto il suo viso. Qualcosa non andava: presagio certificato.
“ Non devi allarmarti per quel che sto per dirti, me lo prometti?”
“ Bè, si. Sì certo!” disse convinta, o almeno provò ad esserlo. “ Ma ammetto che questa premessa un po’ mi spaventa, però dimmi.”
“ Diciamo che ho dovuto risolvere una faccenda…in modo serio.”
Sembrava aver cercato in lui il modo migliore per spiegarle pesando le parole.
“ Del tipo?”
“ Accidenti Clara io tento di farti stare in pace e tu, scavi nel fondo?” osservò Michael con forzata ironia.
“ Lo sarei di più se mi spiegassi questa cosa. Ormai mi hai, diciamo pure incuriosita.” ribatté.
Michael sorrise mesto. “ E va bene. Sono stato in tribunale.”
Clara perse ogni parola.
“ Sì, ma in tribunale ho solamente dovuto chiudere una volta per tutte una faccenda riguardante dei concerti andati a monte.”
“ Ho-ho capito…Meno male che hai concluso allora!” concluse gaiamente.
Michael la guardò allibito. “ Non-non sei turbata?”
“ lo sarei se non avessi concluso. Se avessi potuto consigliarti, a quel punto magari avrei trovato degli sbagli in quello che hai deciso di fare. ma non avendo saputo nulla e adesso vedendoti qua, vuol dire che hai vinto bene! È così vero?”
“ S-sì, ho vinto bene.” concordò scoprendo che aveva ascoltato a qualcosa che aveva del tenero e fiducioso.
“ Se avessi saputo prima che eri lì però, forse non avrei versato lacrime addosso al povero Joan!” gli rivelò. E di tale rivelazione sembrò non esserne cosciente; era più un’istintiva risposta al suo attuale essere rasserenata.
“ Hai pianto? Io ho fatto questo?” Michael aggrottò la fronte.
Come ridestata Clara si maledisse di averne parlato.” O no, non è colpa tua! Io forse ero…non so. Infondo, è pur vero che dire non eri lì poteva implicare qualsiasi buon motivo. Ma sai, avevo una notizia che tenevo dentro…e sì, una grande emozione di cui dovevo metterti subito al corrente.” concluse felice di essere caduta alla fine su un terreno diverso.
“ Oh Clara…” la strinse forte a sé per le spalle. Clara affogò volentieri e gli accarezzò i capelli lisci pur nel loro istinto di ribelli. Era così tanto accogliente quella spalla su cui se ne stava con la testa…
Intanto Michael andò a riflettere sull’ultima frase da lei pronunciata. Dolcemente allora si scostò. “ Quale notizia volevi darmi?”
“ Una notizia che sarà musica per le tue orecchie da quel che mi dici ultimamente.” esclamò allegramente. “ Joan mi ha accompagnato alla visita questa mattina. Ebbene, so il sesso di nostro figlio.”
“è un maschietto?!” si tirò su trattenendosi dal gridarlo ma non nell’espressione.
Clara annuì. “ ma volevo annunciartelo io.” Sbuffò.
“ Ti sei tradita da sola. Hai detto nostro figlio!” puntualizzò prendendosi bonariamente gioco di lei.
“ Ma…aaah! “scalpitò e gli diede una lieve spintarella sul petto.
“ Ehi, ti sei tradita da sola!”
“ Elizabeth!” esordì improvvisamente.
Michael accennò una lieve risata. “ La ragazza sa cosa vuole e la ottiene già. Aveva fame e zac, una della cucina ha provveduto.” Raccontò con fare teatrale.
Clara rise. “ Allora ciò significa che più cresce più ti somiglia.”
“ Può darsi.” “ Bene, tu resta qui.” le consigliò sfiorandole con un leggero tocco il ventre fissandola negli occhi. “ Vuoi, non so, vedere una film, magari un cartone?”
“Dì piuttosto che lo vuoi tu!” Smascherato!
Michael si portò un dito alla nuca vinto.
E così, Michael si ritrovò sul letto accoccolato in calzini in un angolo con Liz mentre Clara ogni tanto analizzava piacevolmente i suoi tratti e i suoi gesti. In quel momento era immobile spettatore ma c’era comunque di che percepire.
“Michael?” lo chiamò titubante per non disturbare troppo in un bisbiglio; si voltò e credette di aver capito.
“ Vuoi che cambi?” Sembrava deluso.
“ Voglio che tu non lo faccia mai perché non lo sei e…spero mai lo sarai.”
“ Allora va bene.” disse rasserenato tornando alla visione del cartone animato.
Con la coda dell’occhio però non la perse subito e le sorrise. Non era visto, eppure lo fece.
BloodOnTheDanceFloor12898
00martedì 2 aprile 2013 21:47
Brava chiarajackie!!! Aspettavo con ansia... anzi con enorme ansia che tu postassi!! [SM=x3027012] [SM=x3027012] [SM=g2927039]
Foxy1975
00mercoledì 3 aprile 2013 18:55
Brava chiarajackie, mi sembrano sempre due ragazzini..dolcissimi! Ben tornata!

Foxy
(StreetWalker )
00mercoledì 3 aprile 2013 21:44
Sono una bella coppia
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