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(StreetWalker )
00martedì 14 agosto 2012 11:59
Sono dolci ogni giorno che passa.
chiarajackie
00martedì 14 agosto 2012 21:39
Buona lettura!!


Capitolo sedicesimo

Clara salì in macchina indossando i suoi pantaloni più nuovi e una camicetta ritoccata qua e là da lei stessa così abilmente da nascondere ogni segno del tempo. Joan fece da autista ma in una veste insolita per lui, maglietta e jeans. Seduta sul sedile posteriore mentre l’auto si avviava all’uscita, Clara era impegnata a rimirare la sua borsetta appena scartata regalatale da uno dei suoi “alunni” . Partirono così alla volta della città. Michael l’aveva salutata al cancello con un grande bacio augurandole di divertirsi.
Appiccicata al finestrino osservava scorrere il paesaggio naturale di Santa Barbara. Joan ogni tanto le chiedeva se andava tutto bene e in realtà non si aspettava nessuna risposta, era pienamente d’accordo con lo stupore che le rendeva la mente troppo occupata per rispondere.
“Eccoci a destinazione” annunciò aprendole lo sportello.
Erano nel parcheggio di un negozio la cui definizione di “grande” era soggettiva. Per lei andava bene il termine, forse perché non aveva mai messo piede in uno .Le porte scorrevoli si aprivano e chiudevano in una velocità che fece indugiare Clara ad entrare, ma dopo aver visto l’esempio della sua guida si avventurò. Il negozio era organizzato su due piani collegati da scale mobili e ascensori.
“Allora Clara, dove desideri andare? alla boutique, alla gioielleria….”
“In quel negozio di fiori!” disse avendone avvistato uno che le aveva catturato l’interesse da subito. Joan la seguì impettito. Se qualcuno avesse fatto caso a loro potevano crederli davvero padre e figlia. Al bancone stava una signora anziana, con un paio di occhialetti da lettura posati sull’arcuato naso. Li accolse con un saluto stridulo ma molto caloroso. Clara ricambiò e si avvicinò ad una composizione di girasoli. Li annusò un po’.” Niente male” pensò.
“Vuole una mano?” chiese la donna andandole alle spalle.
“No…anzi, forse sì.” guardò Joan che acconsentì .
“Vorrei dei fiori che esprimano la mia gratitudine verso una persona. Ma non saprei quali.”
La commessa la guardava diretta come se avesse voluto cavar dalla sua testa i pensieri. “Per chi sono cara?” le disse alla fine.
“Mi dispiace-si sentì in un momento di insicurezza-non posso dirle il nome.”
Una risata scosse il gracile corpo della signora che fece ridacchiare anche Joan. Riprese il controllo.
“Oh ma io non voglio certo sapere il nome, intendevo, cosa è per lei, padre ,amico ,marito..”
Clara che si convinse di aver fatto una figuraccia- era così ovvio ciò che intendeva!-ora era completamente disorientata. Ma alla vista degli occhi miti puntati ai suoi si rilassò.
“é…il mio ,diciamo più che amico!” scherzò sperando che non usasse il termine giusto considerandolo anche quello da lasciare alla privacy.
“Capisco ,allora ci vuole qualcosa di speciale. Scommetto che il tuo fidanzato è speciale.”
La parola “fidanzato” la attraversò. Le suonava così strana ,anche se era le verità dei fatti infondo. “Sì, è molto speciale.” aggiunse mentre la commessa si guardava intorno pensando. Poi ebbe l’illuminazione e prese da un vaso esposto un grazioso mazzo già pronto. .
“Questi dovrebbero andare.” Glieli porse. Clara li osservò incantata.
“Non c’è niente di meglio per ringraziare qualcuno .”
“Vengono molto?” chiese aspettandosi la triste verità.
“No cara ,no. ”fu la risposta che ebbe un suono meraviglioso alle orecchie di Clara a dispetto del reale.
“Se volete potete tornare a prenderli quando avrete finito le compere.” propose gentilmente. Era un’ottima idea, non voleva di certo presentarsi con i fiori tutti appassiti!
Così, uscì tutta fiera di sé ripetendo a Joan se avrebbe gradito.
“Ma certo! A lui piacciono i fiori.”
“Scommetto che ne riceverà fino alla nausea.” sospirò poi.
“Ma a Neverland c’è spazio. –rise lui-E poi, perché tu no?”
“E per di più sono i vostri soldi”
“Ma sentito? Potevamo farci quello che volevamo.”
Clara si sentì subito meglio. Era incredibile come Joan riuscisse ad infondere quiete solo con semplici parole, aveva quel suo modo pacato che avrebbe reso mansueto persino un leone ipotizzò .Stettero via tutta la giornata. Osservarono vetrine, fecero la spesa, si fermarono a rifocillarsi in un piccolo ristoro. Tornarono a Neverland al tramonto. Dalla macchina, entrando nel cancello secondario si scorgeva alle spalle della tenuta.
“Michael, Michael siamo tornati!” gridò Clara eccitata all’idea della faccia che avrebbe fatto vedendo i fiori. Nessuno rispose. Joan intanto scaricava i sacchi della spesa. Ad un certo punto udì una melodia e seguendole si ritrovò davanti lo studio. Aprì un po’ la porta e vedendolo sorrise tenendo ben nascosti il mazzo. Michael era completamente assorto nel suonare e ogni tanto canticchiare parole a caso. Non voleva disturbare. Prima o poi si sarebbe accorto di lei. Voltandosi le indirizzò un sorriso inaspettato invitandola ,facendo segno con la testa, ad entrare. Si fermò. Clara camminò verso il piano con il regalo dietro la schiena in attesa del momento opportuno.
“Allora come è andata?”
“Benissimo. Mai visto un negozio così grande!” sostenne e non riuscendo più a trattenersi mostrò il pensiero.
“Questi sono per te. Mi sono permessa di farti un dono. “
La bocca di Michael si allargò fino a mostrare tutti i denti. Li prese e ne assaporò il profumo. “Non ce n’era bisogno. Se faccio tutto questo tu sai che è per amore ,ma li accetto molto volentieri.”
Clara posò una mano sul piano e Michael gliela prese. “Li metterò in camera mia. Vieni”
Li infilò in un vasetto da cui tolse dei fiori finti che posò sul comodino.
“Prendi la bottiglia d’acqua sulla specchiera . Li annaffierò di persona.”
Clara obbedì. Quando afferrò la bottiglia le cadde l’occhio su qualcosa di “strano”. Si accigliò per indagare meglio. Quando stette sul punto di prendere in mano una di quelle stranezze Michael le andò accanto e spinse il tutto nel cassetto sottostante la tavola.
“Lascia perdere. Roba passata. Dovrei buttarla. “
Clara scosse il capo in segno di incomprensione.
“Te l’ho detto ,lascia perdere. “
“A cosa servono esattamente. Non ho capito.” Insistette.
“A sentimenti che non sento più” tagliò corto lui.
Clara lo guardò supplichevole. Non sapeva ancora tutto ,lo sentiva.
“Un giorno magari te ne parlerò. C’è tempo. Ormai non servono più” cominciava a sentirsi in disagio, ma Clara volle affrontare il mistero anche se significava, magari prendersi grida in faccia o anche se questo le sarebbe costato caro.
“Come io mi sono fidata di te, tu ora devi di me. Non mi scandalizzerò. Ti prego Michael.”
“Ma io mi fido di te.” Si portò una mano alla guancia. Uno schiaffo se lo era meritato lui questa volta.
“Stiamo pari.” Tento di ironizzare ma Clara era irremovibile.
“Bè, sarò breve” ”ma coinciso!” completò lei risoluta.
Così le raccontò dell’uso che faceva di quei farmaci cercando di andare al finale che in poche parole era: “Non ne ho più bisogno perché, a dirla tutta mi sento bene ora . Ho capito che il passato non si cancella, ma si può provare ad allietare con il presente e so che posso sempre contare sulla mia “maestrina. ”.” Mentre le diceva ciò sperò davvero di poter considerare tutto acqua passata.
Clara ascoltava compassionevole e finito il racconto gli si lanciò al collo. “oh Michael!” urlò come se avesse liberato il cuore da un peso portato per chissà quanto tempo.
Michael con le mani le percorse i fianchi fino ad arrivare alle spalle stringendola in un’ abbraccio appassionato. “Come potrei se devo volare con te. “ calò il silenzio. Clara si sentiva in uno stato di beatitudine in quella stretta così dolce ma forte.
“Ora vieni. Voglio che tu sia la prima ad ascoltare una mia nuova canzone. Ammetto che il riuscire ad allietare il passato è una cosa a cui ho pensato ora. Ma ormai la canzone è fatta e…lascerò che lo rimpianga.”
Clara alzò le spalle:” Può capitare a chiunque di guardarsi alle spalle e provare dolore ,ma secondo me ad un certo punto ….vabbè ,lo hai già detto.”
Michael dopo aver dato acqua ai fiori, si riposizionò al piano e suonò la nuova canzone a Clara.
“Ho intenzione di aggiungerci un coro di bambini.” disse al termine dell’esecuzione.
“Oh è dolcissima! Sì, penso che ci starebbe bene!” concordò Clara.
“La intitolerò “Childhood””
“Michael?”
“Qualcosa a tuo parere non andava?” provò ad indovinare lui pronto a prendere un suo consiglio.
“Potremmo ricantare…”I just can’t stop loving you”?”chiese con prudenza.
“Vieni qui!” la fece sedere accanto a sé e la casa si animò. Joan canticchiava allegramente preparando per la cena seguendo le loro voci che essendo aumentate e avendo dimenticato incuranti la porta aperta risuonavano per le stanze .


P.S: BUON FERRAGOSTO!
(StreetWalker )
00martedì 14 agosto 2012 23:49
Romantica Clara che gli regala i fiori non come le mogli che aveva nella realtà. Buon Ferragosto a te
chiarajackie
00giovedì 16 agosto 2012 21:38
Buona lettura!!!

Capitolo diciassettesimo

29 Agosto

Clara si alzò di buon mattino e trovando la casa vuota sgattaiolò in cucina. Dopo aver controllato che non vi fosse nessuno fuori chiuse la porta e non appena si voltò rimase quasi spaventata quando vide davanti a sé una figura aggirarsi nella penombra. Era Joan. Tirò allora un sospiro di sollievo . Lo invitò a parlare a bassa voce.
“La torta è pronta??” Lui annuì soddisfatto.
“I soldi che ti ho dato sono bastati vero?” Annuì di nuovo.

Clara si era ritrovata con un suo modesto gruzzoletto qualche giorno avanti. I suoi “alunni” si erano presentati con un piccolo segno di gratitudine offertole da tutti unanimemente e furono vani i tentativi di rifiuto. Una volta che li ebbe tra le mani non le sembrava reale e cominciò a ipotizzare cosa farsene. Da una parte il suo orgoglio di donna la spingeva a perdersi in sottigliezze di vanità, poi però riflettendo, scoprì che il modo più saggio ,in quel momento, per spenderli era farci qualcosa in occasione del compleanno di Michael.

“I bambini verranno?”
“Ho avuto il consenso”
“Il personale ha accettato?” Joan annuì fiero di essere riuscito a coinvolgerli lui stesso.
“Allora è fatta! Dì alle cuoche di preparare qualcosa per la serata.” E detto questo uscì fiduciosa della sua organizzazione.
“Buon giorno Clara! Anche oggi mattutina!” Lo vide e sussultò come una bambina colta a rubare la cioccolata.
“Buongiorno” rispose cercando di essere il più disinvolta possibile.
“Ehi, hai la faccia di chi ha rubato?” osservò ironico scendendo in camicia da notte ancora assonnato.
Clara si irrigidì assumendo un’espressione vaga. “è la mia faccia appena sveglia.” trascinò in un faticoso sorriso.
Michael le girò intorno con un buffo fare indagatore. Clara restò immobile.
“oooooook,”le andò faccia a faccia (l’aria misteriosa cominciava a divertirlo) e cercò di leggerle qualcosa “nello specchio dell’anima”.
“Vado a vestirmi per la colazione” disse non potendo più trattenersi e scomparve con goffa naturalezza disopra.
Michael scosse la testa e si avviò in cucina per prendere l’acqua da dare al dono di Clara come era ormai solito fare ogni mattina. Joan, stava borbottando qualcosa tra sé e sé mentre puliva a colpi decisi un lavello. Udendo dei passi disse: ”Il pasticcere è stato molto cortese. Pensa a persino titubato ad accettare i soldi per qualcosa al suo titolare!”
Michael trattenne una risata e arretrò senza creare il minimo rumore.
Aveva ricevuto molte telefonate nel corso della giornata. Clara pensò che sicuramente ne soffriva per il fatto che dentro quella casa benchè tutti ne fossero a conoscenza non gli era giunto neanche un augurio. Quel pomeriggio i bambini erano completamente immersi nella lezione con Clara saltando il momento del gioco. Michael allora si era rintanato per tutto il tempo nello studio a cui ogni tanto Clara gettava occhiate di rimorso. Ma, ogni volta che era tentata a far saltare quella messa in scena si ricordava che era questione di minuti .Quando finalmente l’ora designata scoccò, delegò Matthew in” missione distrazione.”
“Quando Joan verrà, solo quando verrà lui, potrai raggiungerci” fu la richiesta quasi a preghiera che porse al ragazzino. Infilatisi poi tutti nel salone ripassarono con lei le disposizioni.
“Allora, dove vi sistemerete voi bambini?”
“Ben accucciati dietro il tavolo” dissero piano in coro divertiti e in fermento all’idea di quel che li aspettava.
“Voi?” si rivolse al personale.
“Addossati al muro” assicurò Joan parlando anche per gli altri.
“Perfetto, io porterò la torta appena Joan sarà entrato con Michael.” concluse Clara.
Una manina si alzò. “e se dovessi andare in bagno nel frattempo che ce ne dovremo stare zitti?”
Esplose una risata generale. Clara ricercò il controllo e agitando le braccia per far tornare la calma assicurò “Non accadrà. Poi ,non ci vorrà molto” e l’impensierito si sentì sollevato chiedendosi il perché c’era tanta ilarità nella sua seria domanda.
“ora vado, mi raccomando a tutti.” Corse in cucina e Joan, spegnendo la luce, verso il festeggiato .
Sembrava davvero che in quella stanza non vi fosse anima ,persino quando vi si aggiunse a fatica Matthew .La voce di Michael e Joan si faceva sempre più distinta.
“Mi devo preoccupare?”
“Di cosa?”
Michael si lasciò tranquillamente trasportare nella situazione che in parte aveva intuito.
Attesero in mezzo alla stanza qualche secondo finchè Michael non si ritrovò accanto il volto di Clara sorridente illuminato dalle fiammelle delle candeline. Ricambiò al sorriso e senza perdere tempo si chinò e soffiò tenendo gli occhi fissi sul grazioso volto di Clara pensando a chissà quante belle cose. Il buio li riavvolse e fu una buona occasione per dare un discreto bacio a Clara.
La luce fu riaccesa e si levarono gli auguri da chi spuntava fuori all’improvviso e chi applaudiva.
“Scommetto che è tutta opera tua.” le sussurrò.
“Volevo fare qualcosa di speciale… nei miei limiti ovviamente.”
Joan era sul punto di piangere. Mai visto tanto felice il suo “datore”.
Ci fu un chiacchierare festoso e un viavai incontrollabile. Furono inutili i tentativi delle cuoche a lasciar tagliare loro la torta. Clara si appartò poi un momento ad ammirare il suo lavoro ben riuscito. Michael le si avvicinò travolto dalla gioia.
“Dai Clara! Non puoi startene proprio tu così in disparte. Vieni da noi.”
Bè, non si sa quanti avrebbero tollerato di vedere la torta regalata con tanto amore finire in faccia a qualcuno o magari a se stesso, di sicuro c’è che Clara non sarebbe rientrata in quella categoria. Anzi la cosa la divertì molto e si unì alla battaglia coinvolgendo anche Joan che a differenza degli altri adulti, era rimasto a godersi lo spettacolo. Si divertì così tanto che poteva volerne ordinare un’altra per continuare.
A fine festa ,le mura erano imbrattate in ogni dove e Clara assicurò le domestiche che avrebbe provveduto lei a ripulire e cominciò con l’aiutare i bambini a togliersi la panna e le altre cose appiccicose di dosso. Michael la fornì di una grande quantità di asciugamani.
“Credo che ad averne più bisogno siamo noi due.”
Clara si guardò e in effetti era abbastanza impiastricciata.

“è stato il più bel compleanno della mia vita.” ammise mentre si separavano per andare a dormire.
Clara che intanto si districava dai capelli un po’ di panna, con difficoltà, provò ancor più piacere di quanto ne aveva già accumulato. Prese tra le mani una ciocca e se la portò agli occhi. Fece sfuggire un gemito alla vista di quell’intrico appiccicoso. Michael le andò incontro. Le prese la fezza bionda e con infinita pazienza le separò i capelli tirando via la panna. Fece la stessa cosa, come meglio potè con il resto. Vederlo concentrato in quella impresa fu di un incanto senza precedenti. Ogni tanto la guardava per accertarsi che non le stesse facendo del male.
“Ora dovrebbe essere più facile pulirli.” commentò lui andandole dietro per poter giudicare il suo lavoro.
“Vuoi anche tu una mano?”
“No ,non sono messi tanto male.” li tastò.
“Non come i miei!” concordò.
“Mi dispiace per la torta, ma è stato divertente no?” disse ad un tratto ripensando al fatto che aveva speso i suoi soldi per farla realizzare.
“Hai visto Joan come si è divertito?” fu la gioiosa reazione di Clara.
Michael si rincuorò. ”Dimmi, sembrava anche a te ringiovanito?”
Clara rise annuendo e inaspettatamente si sentì avvolta in un abbraccio.
“Non smetterò mai di ringraziare Dio per avermi fatto conoscere una persona come te.” fu la frase che penetrò nel profondo di Clara. Si staccò un po’ e pose le mani sul suo petto per guardarlo negli occhi.
“Potrei dire la stessa cosa. Ho trovato un angelo che mi ha portato nel suo regno.”
“Addirittura un angelo!” esclamò Michael lusingato.
“Sì, un angelo al gusto di panna e cioccolato”
“AhAh, spiritosa.”





(StreetWalker )
00giovedì 16 agosto 2012 21:55
Michael ha avuto un bel compleanno dalla sua amata.
chiarajackie
00sabato 18 agosto 2012 18:03

Buona lettura!!

Capitolo diciottesimo

L’inverno in California non si direbbe molto diverso dal periodo estivo, infatti non lo è, ma quell’inverno cominciava a far freddo. Nevicava. Sì nevicava, ma non nelle strade o per le sconfinate distese ,a ricoprirsi era un cuore. Clara se ne stava pensierosa a fissare l’orizzonte. Ogni tanto si dondolava un po’ avanti e indietro pigramente poggiando la testa ora nella catena su cui stringeva il pugno di destra, ora di sinistra. In lontananza scorse, entrare dal solito cancello l’auto di Michael. Gli sarebbe corsa volentieri incontro per salutarlo e chiedergli della giornata, ma, suo malgrado, non ebbe forza di farlo. Cacciò un altro sospirò.
“Auguri!” disse una voce alle sue spalle con risentimento.
“Michael.” Voltandosi di scatto incontrò il suo volto che mostrava un sorriso tirato.
“Tieni, questo è per te.” e protese una scatolina che aveva custodito in una mano. Clara la sfiorò come per convincersi che esisteva davvero.
“Avanti prendila” la esortò infilandosi sul seggiolino accanto.
La cominciò a scartare con cura e appena la aprì non potè che rimanere a bocca aperta. Le apparve una collana in oro con un ciondolo che riproduceva in modo pregiato l’idea di una goccia d’acqua azzurra.
“Ho pensato che si sarebbe intonata alla perfezione con i tuoi occhi.”
“è magnifica!” esclamò lei accostandola al collo.
“Avrei voluto stare con te oggi, organizzare qualcosa di più festoso, ma tu vedi come sono occupato. “ disse mesto.
Clara gli sorrise:” Non desidero niente di più. Non essere rammaricato per queste frivolezze. Già che sei qui per me è veramente tanto. Il regalo è bellissimo, ma non dovevi scomodarti.”
“è un tuo desiderio e io ho fatto in modo che divenisse realtà.” le spiegò toccato da ciò che aveva udito.
“Io a volte dovrei frenare la mia linguaccia. Non si addice ad una donna matura.” scherzò ma convinta di doverlo fare davvero.
“Ma infondo non mi hai chiesto niente. è stata una mia iniziativa.”
“Comunque grazie.” e la ripose rimirandola più volte prima di chiuderla.
“Sei triste?” chiese accorto Michael.
“Ma perché dovrei?” si apprestò a rispondere Clara con un’espressione che tradiva la verità.
“Prima mi sembravi turbata da qualcosa. Ed è così. “ Da quando era arrivato non aveva smesso di decifrare il suo comportamento inconsueto.
Clara fu come punta nell’anima . La neve che ricopriva il suo cuore era leggera, ma le pesava come una montagna di pietre. Perché non gettarla via con lui? E con questo pensiero si decise a parlare.
“Quando te ne andrai?”
Michael la guardò intenerito. ”Tra qualche mese.”
“Due anni pensi ti basteranno?” le costava fatica ogni singola quantità che esternava.
“Certo, solo due anni….”basteranno”.”
L’espressione del volto di Clara cambiò. Si faceva via via più rilassata.
“Allora ,considerando il problema del fuso orario, sarà difficile telefonarci.” parlando prese a massaggiarsi il mento con l’indice stringendo gli occhi alla ricerca di una soluzione.
“Ma non scriverci!” osservò Clara che intanto si era ,a sua insaputa, fatta più serena.
“Stavo per dirtelo io!” le fece presente felice di averle giovato. “e senti come. -abbassò la voce quasi le stesse confidando un segreto di estrema importanza-io cambierò albergo un sacco di volte, perciò cambierò indirizzo spesso. Quindi ,io ti invierò lettere di ”partenza” con l’indirizzo alle quali seguiranno le altre.”
Il cuore di Clara fu finalmente libero ,a tal punto che la spinse ad abbracciare Michael con una foga che per poco non lo spinse giù dall’altalena.
“Ti scriverò ogni volta che potrò. Non farò trascorrere neanche una settimana. Poi ,ti farò avere tanto materiale. “ le disse ricercando la stabilità.
“Lo farò anche io sempre. Ma non ogni giorno, non vorrei sembrare…appiccicosa.”
La fece sedere su di lui. “Non lo sarai, mi farà piacere.”
Clara riaprì la scatolina e si riaccostò il gioiello, Michael le prese le due estremità e glielo allacciò canticchiando. Si accorse che alcune parole erano pronunciate con maggior timbro, lasciandole capire che erano rivolte a lei. Alcune non le giunsero chiare all’orecchio, ma quelle che capiva portavano tutte ad un messaggio ben percepibile:”you are not alone”.
Gli impegni assorbirono il tempo a disposizione di Michael con una voracità che pose Clara in uno stato di compassione. Tuttavia, Michael dal canto suo cercava sempre di non mostrarsi troppo stanco agli occhi della sua “maestrina”. Si faceva sentire divertito persino quando, lontano da lei, era in un momento di sconforto. Clara mandava giù i giorni come uno sciroppo amaro(un conto è immaginarlo, un conto scontrarsi con la realtà), ma doveva sopportare ,lo aveva in qualche modo promesso. Si dedicava ai bambini con tutta se stessa ,sostituendo il ruolo di guida al divertimento che normalmente ricopriva Michael e riuscì dopo insistenti richieste a dare una mano in casa. Joan le colmava il vuoto come meglio poteva, mostrandole il più possibile il suo carattere paterno. “Non si può far perdere la felicità acquistata dopo anni ad una donna così” aveva spiegato Michael a Joan.
Una sera tornò a casa incappucciato . Clara e Joan lo osservarono stralunati.
“Michael, sei tu?”
Lui ridacchiò un po’ e si sfilò il cappuccio.
Non ricevendo commenti ma solo occhi allampanati, sistemò la giacca su di una sedia e si mise in posa.
“Allora, come sto?”
Clara gli girò intorno seriosa ,poi diede il responso. “Passabile.” Si limitò a dire con altezzosità, storcendo un po’ la bocca.
“Solo?”
“No, ti stanno benissimo!” esclamò mettendo fine alla sua messa in scena.
“Anche perchè , io non ero neanche molto convinto. Mi hanno abbindolato loro.” disse suscitando ilarità tra i presenti.
“Bello ridere delle cose altrui vero?” continuò con la solita nota di ironia.
“Scusaci, ma mi diverte anche accostarti, con questo taglio ,a quel comico di qualche tempo fa. ”rise Clara
“Chaplin?” e gli occhi di Michael si illuminarono. Lei annuì.
“Allora grazie. Sai? In un’altra casa, non molto distante da qui ,ho molte cose su di lui. Un giorno ci andremo.”
“Domani sarai fuori?”
“Sì, devo cominciare a girare un’altro video. Qualche giorno ci vorrà.”
“Per quale canzone?”
Si sedettero su un divano.
“You are not alone.”
“O che bello! “
Michael si incupì. “Già”
“Che c’è?”
Intanto Joan arrivava con due tazze di thè che posò sul tavolinetto e con lo stesso silenzio con cui era entrato ,uscì.
“Non sarò solo davvero.” confessò.
“Ovviamente.”
“No Clara, non hai capito. -prese la tazza ,bevve un sorso e riponendola dopo aver esitato disse in un soffio-c’è Lisa.”
“Bè, partecipa al filmato. Non sono più gelosa. ”e gli sorrise con tanto affetto che sentì di non poter aggiungere altro.
“Sì, nulla di che.”- tagliò corto lui-solite scene.”
“Mi odia?” azzardò Clara temendo la risposta.
“Niente affatto. Ha capito che non può.”
“Non vedo l’ora di vedere cosa farà.” disse bevendo il suo.
Michael si sentì uno stupido .
(StreetWalker )
00sabato 18 agosto 2012 20:10
Fa male a non essere gelosa perché farà di tutto per portarglielo via. Posta il prossimo la situazione è molto grave
chiarajackie
00lunedì 20 agosto 2012 17:45
Buona lettura!!


Capitolo diciannovesimo

“Pensi che arriverà per la cena?” chiese Clara a Joan guardando l’orologio a pendolo che scandiva pigramente i minuti seduta sulla sedia a dondolo.
Ormai era una settimana che mancava da Neverland e le poche volte in cui riusciva a contattarlo al massimo riuscivano a dirsi un ”come stai”. Avrebbe tanto voluto seguirlo, ma non per il “capriccio” di voler cambiare aria, solamente per stare con lui. Poi ,prese a ripetersi che davvero non temeva per la presenza di Lisa al suo fianco quasi come un tentativo di autoconvinzione che ancora non c’era. Si abbandonava spesso in pensieri che le attanagliavano lo stomaco e le facevano strizzare gli occhi conducendola a credere che aveva troppa fantasia.
“Ma sì vedrai.- si avvicinò alla finestra e sorrise- o meglio, ora vedi.”
Clara si avvicinò ai vetri e dopo aver salutato con la mano ,gli fece incontro alla porta. Gli sarebbe saltata al collo, ma si trattenne nel farlo quando scorse un’ombra sul suo viso. Lo seguì con lo sguardo finchè non salì alle camere.
“Joan, ma cosa?” Sperava che lui le sapesse svelare cosa lo oscurava tanto, ma ebbe in risposta solo un leggero scuotimento del capo.
Allora si decise a contare sul suo spirito e lo raggiunse.
Bussò alla porta .“Michael, posso entrare?”
“Non ora Clara.” e parlò con un tono strano, forse era stanco ;e questo pensiero le fece intuire che era meglio non insistere.
Nella notte, non riuscendo a prendere sonno decise di andare nel terrazzino della sua stanza ad ammirare la pace e lo splendore intorno a sé. Si appoggiò alla linghiera con le braccia conserte, lasciò che il vento le facesse ondeggiare i capelli davanti la faccia e respirò a pieno.
“Clara!” si udì all’improvviso sotto di lei. Era Michael e le faceva segno di stare zitta perché la avrebbe raggiunta.
“Perdonami per prima.” Le piombò alle spalle arrestando una leggera corsa.
Quando lo ebbe accanto trattenne l’attenzione sul profilo del suo volto in cui luci e ombre, create dal contrasto con la fioca luce interna e il buio scintillante fuori, si abbracciavano. Il bianco degli occhi risaltava come la luna nel cielo e il nero dell’iride pareva il riflesso che poteva avere il mondo su di essa.
“Adesso mi spiegheresti se c’è qualcosa che non va?” provò con cautela a chiedergli.
“Non volevo, ti giuro che non volevo. Ho fatto una scenata per niente.” Batté un pugno sulla linghiera che vibrò.
“Una scenata?” si allarmò Clara.
“Colpa di quelli là, pensano solo ai soldi! Vedrai ,sarà una cosa incredibile, devi farlo, poi lei è l’unica che può.” disse alzando un pò la voce amareggiato.
Clara non ci stava capendo più nulla, sentiva solo che tutto ciò cominciava a spaventarla.
“Io non lo avrei mai fatto, io se potessi ,lo brucerei!” continuava guardando con disgusto davanti a sé. Ma ben presto , voltandosi verso di lei, forse scorgendovi l’ingenuità da cui traspariva ansia con cui doveva pesare quelle parole appartenenti ad una verità sconosciutale, rilassò il viso.
“Scusa ancora. Mi sono lasciato andare.”
“O, ma io voglio sapere cosa c’è ,se tu puoi ,ti prego..” lo supplicò indirizzandogli degli occhi preoccupati.
“Non credo sarebbe saggio, non voglio farti pensare una cosa per un’altra.”
“Michael ti prego, qualunque cosa sia. Cercherò di capire,so che sei sincero e lo sarai anche adesso.” Tentò di spiegargli accorata.
Michael allora rimase colpito dall’ultima affermazione e si decise a raccontare senza negarsi un po’ di insicurezza, non voleva farle del male.
“Nel nuovo video dovrò come già sai, essere in compagnia di Lisa. Io avrei voluto farlo diversamente ma mi hanno convinto che sarebbe divenuto più accattivante in un certo modo e io….rifiutai questo modo. Inutilmente. Loro vogliono che così sia e…così è. Ora ,quando lo vedrai, non so cosa penserai di me.”
Restò in silenzio stringendo le mani all’appoggio ferroso spiando il cielo.
“Tu e Lisa farete gli innamorati. È così vero?” fu l’inaspettata intuizione di Clara che gli si accostò ancora più vicino a prima vista per nulla delusa ,solo rispettosa del suo silenzio.
“Ma non è molto esplicito, nulla di che.”
“Neanche un bacio?” disse unendo ai fianchi le mani sporgendosi verso di lui a mò di rimprovero.
“Ma no! Neanche mezzo. “le assicurò.
“Bene.”
“è orribile Clara!-tornò al suo viso-io non voglio che la gente sappia altre bugie. Lisa non la amo, non è lei.”
Le prese le spalle facendola irrigidire. Era davvero spaventato per il futuro.
“Michael-disse in un sospiro- spiegherai.”
“No Clara, c’è chi riuscirebbe a non credermi.”
“Lascia allora che la pensino così. Tanto, noi lo sappiamo che le cose stanno diversamente.” E nel dire questo c’era un’espressione che voleva puntualizzare: ”dico bene?”
Michael le sorrise. “Grazie Clara! Io ero spaventato solo al pensiero della tua reazione che avrei capito benissimo. E niente più.”
“Ma…io so che la vita non è facile Michael, ma, c’è sempre una luce per tutti. La gente parla, ma ciò che conta è quello che hai nella tua coscienza, vedrai che prima o poi, tutti verranno a capo della verità sacro santa. C’è chi lo farà troppo tardi ma-sorrise-meglio tardi che mai no?”
“Amen!” disse alla fine Michael con gli occhi colmi di gioia sfiorandole le labbra con il respiro. Clara chiuse gli occhi e le sentì posarsi sulle sue dolcemente per farsi poi via via più avare mentre tratteneva con forza crescente il viso tra le mani.
Ad un certo punto Clara lo allontanò delicatamente consigliandogli di andare a riposare.
“Vorrei che tu ti riposassi ora tranquillo.”
“Lo farò.”
Stava per tornare dentro quando Clara lo fermò.
“Scommetto che è un video stupendo.”
“Forse. “si rincamminò
“Lisa che dice?”
“Lisa è andata dai suoi figli Clara! Ha detto che…bè ,si è ripresa la rivincita, anche se avrebbe preferito di più” rise. “Però basta Lisa, non voglio più sentirla nominare.” Le fece l’occhiolino.
E dopo la visione del videoclip, è strabiliante la non curanza che ebbe Clara nei confronti di Lisa ma gli occhi dolci e sempre più innamorati che volgeva a Michael. Cosa diceva il mondo? Clara non lo sapeva e non che la cosa le interessasse molto. Ad ogni video che si susseguiva nel tempo dava un giudizio sempre più carico di vero apprezzamento. Michael dal canto suo cercava di fare del suo meglio soprattutto per Clara che doveva essere ricambiata della fiducia che riponeva in lui.
Ma Lisa... si era davvero rassegnata?


(StreetWalker )
00lunedì 20 agosto 2012 21:10
Non devono abbassare la guardia perché Lisa li vuole fare separare.
BloodOnTheDanceFloor12898
00lunedì 20 agosto 2012 21:13
Mi piace motlo la tua FF, l'ho seguita sin dall'inizio, però nn avevo ancora un account, mi è piaciuta già dall'inizio! continua, e se hai tempo vedi cosa ne pensi della mia (Sogno o son Desto) ciao e aspetto il prossimo! :-)
chiarajackie
00martedì 21 agosto 2012 17:02
Grazie Blood..(scusa ma non ricordo se mi dicesti il nome). Grazie del complimento.
BloodOnTheDanceFloor12898
00martedì 21 agosto 2012 17:13
prego, cmq mi chiamo Ally
chiarajackie
00mercoledì 22 agosto 2012 11:48

Buona lettura!!

Capitolo ventesimo

Settembre 1995

Quando tutti i bambini furono dentro e il pulmann che li accompagnava si ritirò, una macchina simile a quella di Michael ma un po’ più piccola puntava al cancello ,diretta. Clara osservava la vettura accigliata scorgendovi un po’ di familiarità che non sapeva però spiegarsi. Di chi poteva trattarsi ,Michael non poteva aver fissato un appuntamento sapendo di non essere presente.
“Non ci credo!” disse Joan apparendo di fianco a Clara e la schiera di bambini che era ammutolita aspettandosi chissà cosa.
Clara spostò lo sguardo attonito su di lui che andò incontro al misterioso ospite con fare precipitoso.
“Chi è secondo te Clara?” chiese uno dei bambini ansioso di sapere.
“Vorrei tanto scoprirlo anche io.” gli rispose con aria sconsolata dandogli delle pacche sulla testa.
L’auto entrò scortata da un visibilmente vinto Joan. Si fermò alla meglio e dal sedile posteriore uscì una gamba che finiva con un’elegante mocassino femminile. Lo sportello si chiuse e da sotto un cappello ampio si mostrò un volto che fece rabbrividire la povera Clara.
“Ciao dolcezza!” fu il saluto semi-gentile che ricevette da…….Lisa a cui seguì un passare in rassegna tutti i presenti con il suo solito cipiglio.
Dopo qualche attimo di sorpresa Clara riuscì a parlare: “Lisa ,come mai qui?” Poteva davvero essere cambiata, perciò mise da parte quello strano effetto che le produceva e le sorrise.
“Vedo che anche oggi sei in compagnia.- osservò ,mentre la piccola comitiva si sistemava nel solito spazio riservato alle lezioni- Michael mi ha detto di quanto amore metti nell’aiutarli.”
“Michael ha detto questo?” Clara si sentì lusingata.
“Certo. Spende tante belle parole su di te che mi ha fatto ricredere e oggi ho deciso di venire per porgerti le mie scuse.”
“O, bè anche io ho fatto la mia bella figura.” rise Clara sollevata dalla buona atmosfera che si stava creando.
“Non biasimarti cara. Comunque, vorrei chiederti un piccolo favore.” La sua espressione sembrava la prova di un vero e proprio mutamento di idee.
“Se posso ,perché no.”
“Vedi, come saprai, io ho dei figli, ebbene vorrei che per alcuni giorni tu aiutassi anche loro. Hanno dei problemi con i compiti e ti sarei grata se li accettassi.”
“Sì , non vedo motivi per negarglielo.” fu l’umile risposta di Clara.
Sul volto di Lisa si accese una scintilla e metà bocca si alzò in un mezzo sorriso ,beffardo.
“Potresti cominciare oggi? Sono in macchina. Te li chiamo.”
E dalla macchina scesero dei ragazzini visibilmente annoiati dal lungo tempo trascorsovi. Clara si concentrò su uno in particolare ,aveva qualcosa che la fece pensare.
“Eccoli qua, attenta però, sono dei ribelli.” E dicendo così, Lisa posò le mani sulle spalle del ragazzino come per evidenziarlo più degli altri.
Clara realizzò e si portò una mano alla bocca. “Il cappello!” esclamò.
Lisa esultò dentro ma abilmente non fece trasparire nulla :“Cosa scusa?”
Clara lo indicò: ”Quel cappello, è è come..”
“è un regalo di Michael. Oh, ma- lo guardò meglio-ora che ci penso ,è identico a quello che gli regalasti.”
“Lo è!” Clara non sapeva più cosa pensare né tantomeno come reagire.
“Ma tu guarda. Glielo ha regalato perché non sapeva cosa farsene, ne ha così tanti! Com’è stato buono! Lo perdonerai vero? Infondo ha fatto del bene ad un bambino.”
Clara non aveva dubbi sul fatto che non c’era nulla di male, ma quello ,non era un cappello qualsiasi .Era il cappello che gli aveva regalato e che lui avrebbe custodito con cura.
“Come…non ci credo.” farfugliò.
“Purtroppo è così cara. Mi duole molto. “ e si pose una mano al cuore.
“Clara ,Lisa!” Michael si dirigeva verso di loro con passo veloce, come se presagisse un uragano in vista.
Appena lo vide Clara avrebbe tanto voluto chiedergli spiegazione, ma ci sono certe situazioni capaci di stringerti il cuore fino a farti perdere la ragione ,l’unica soluzione fu scappare. Corse senza meta per Neverland ,sparendo sul retro, forse.
“Lisa! cosa è successo a Clara?” Questa alzò le spalle.
“Lisa cosa le hai detto?” la aggredì a piena voce.
“Calmati, non ho fatto niente. Ha fatto tutto da sola.”
Lo sguardo di Michael cadde poi sul capo del ragazzino e capì.
“Il mio cappello! Ecco dov’era!” disse con una smorfia di disgusto verso la faccenda.
Lisa era interdetta e come un aquila lo vide fuggire alla ricerca di Clara.
“Tornate dentro ragazzi.” Disse ai figli.
“Ma cosa è accaduto?”
“Dammi il cappello. Comunque niente, tranquilli.”
Il copricapo le fu restituito con sdegno.” Cosa hai combinato mamma? e poi, a che mi serviva questa pagliacciata.” e si ritirò bofonchiando con i fratelli.
Michael percorse Neverland a grandi passi. Clara era introvabile. Cercò in casa con l’aiuto di Joan, ma neanche l’ombra.
“è passata di là, sembrava un fulmine.” fu la testimonianza di uno dei piccoli alunni.
“Qualcosa non va?” fece un altro.
Michael li tranquillizzò e si disse spiacente di dover interrompere quel pomeriggio, poi per non destare curiosità, spiegò che la maestra non si sentiva al meglio. Cosa in un certo senso vera.
Tutti in religioso silenzio obbedirono e scortati da Joan si apprestarono per andarsene.
“Domani potremmo tornare?”
Michael sorrise. “Credo di sì. Vi farò avvisare.”
Riprese la disperata ricerca. Si arrestò improvvisamente arrivato al laghetto e gettò un’occhiata oltre. La casa! Si affrettò a raggiungerla passando tra l’acqua e sperando che fosse davvero lì. La porta era accostata.La spalancò e la vide accucciata ,con le gambe strette a sè tra le braccia. la testa affondata tra esse e un susseguirsi di singhiozzi e parole perse tra le lacrime. La luce che filtrava dai vetri della finestra la illuminavano creando un contrasto con il suo stato d’animo.
BloodOnTheDanceFloor12898
00mercoledì 22 agosto 2012 13:59
bello!! il prossimo!!:-)
(StreetWalker )
00mercoledì 22 agosto 2012 14:02
Fai in modo che Lisa sparisca perché fa soffrire Clara. Posta il prossimo
chiarajackie
00giovedì 23 agosto 2012 13:07
Buona lettura!!

Capitolo ventunesimo

Le si avvicinò lentamente scivolandole poi ,seduto, vicino prese ad accarezzarle il capo con fare così pentito che poteva dar a dimostrare davvero ciò che si era inventata Lisa. Clara, benchè calmatasi, non diede importanza alla sua presenza e se ne restò immutata.
“Non avrai davvero creduto alle sue parole?” iniziò Michael cercando di poter guardarla in viso.
“Il fatto è che ,le ha dette con tanta convinzione ,con quel tono che non sai mai se ti apprezza o si sta prendendo gioco di te. Hanno fatto male lo stesso.” mugolò lei posando il mento sulle mani giunte.
“Io comunque ti do la mia parola che non mi sono mai sognato di regalare via il tuo dono prezioso. Sennò, tutto quello che ti dissi, a cosa è servito?” abbozzò un sorriso.

“Mi scusi, mi permette?”
Lisa si ritrovò davanti Joan, molto più determinato di lei. Non le era mai stato in simpatia quell’omaccione ai suoi occhi terribile. Forse, perché, sapeva che nonostante la bontà, era una presenza in grado di tenerle testa.
“Potrei parlarle da semplice domestico a signora, un momento?”
“Avanti.” disse apparentemente imperturbabile.
“Mi sembra chiaro che la qui presente signora, madre per lo più, non riesca a far trovare pace ad una coppia innamorata. Che insegnamento vuole dare ai suoi figli? Non sempre possiamo ottenere ciò che vogliamo e questo lo saprà anche lei. Suvvia signora, si metta l’anima in pace una buona volta. Preferisce essere accanto ad un uomo che sa non ricambiare il suo amore? Per cosa ,per un suo capriccio? Io non ci capirò molto in questo campo ,ma so che, come si suol dire,”al cuor non si comanda” e lei non può comandare quello di Mich…il signor Jackson.” Joan aveva parlato così diretto e serio che finito il discorso,si stupì.
Lisa resto dapprima sulle sue ,poi, qualcosa in lei cambiò. Un suono di clacson proveniente dalla sua macchina la spinse ad affrettare la sua partenza.
Sorrise ,di un sorriso nuovo sulle sue labbra, dolce si arriverebbe a dire. Prese le mani di Joan.
“Mi dispiace, davvero. Grazie, io, mi sto vergognando di me stessa. Ha ragione, ho dei figli a cui insegnare le buone maniere e i sani principi-si voltò in loro direzione e li vide bisticciare in macchina-ne hanno serio bisogno. Sono stata una…vipera”
Joan provò un briciolo di tenerezza, in fondo, era anche lei un essere umano che commetteva i suoi errori ,ma nei suoi occhi ,rabboniti, vide un’altra Lisa.
“Chiederei davvero scusa a Clara ,ma…non posso, dopo tutto quello che le ho fatto. Lasci solo questo messaggio da parte mia: Auguro ogni bene a Michael e Clara. Non stiano più a pensare a me.” Gli restituì il cappello.
“Grazie Joan. Sono…felice che Michael si sia circondato di persone come voi.”
“Lisa, Lisa aspetta!” Clara affrettò il passo in sua direzione con Michael al seguito.
“Clara io…”farfugliò.
“Abbiamo sentito le ultime parole, se i tuoi bambini vorranno davvero seguire le mie lezioni, ne sarò lieta.”
Lisa scosse la testa. ”No grazie ,hanno già chi ci pensa ,e ,non vede l’ora che vadano a lavorare.” Rise contagiando anche Clara.
“Penso che alla fine però, anche loro cambino.”
“Lo spero” sospirò.
Clara la abbracciò con così tanto affetto che Lisa completò la sua trasformazione contraccambiando come fanno due buone amiche. Scioltasi, si avvicinò a Michael a testa bassa.
“Dai lisa, non fare il cane bastonato. “scherzò lui.
“Chiedo scusa anche a te Michael. Sono stata una vera e propria serpe. Stavo pensando-gli puntò gli occhi nei suoi-io credo che tu possa rigirare il video con Clara. “
Michael sorrise. “Non voglio invadere la sua privacy.”
“Ma prima o poi…”continuò Lisa con fare quasi di preghiera.
“Hai ragione ,ma vorrei che accadesse nel modo più naturale e sincero.” le spiegò.
Gli occhi di Lisa si inumidirono:” Trattala bene mi raccomando, lei ti merita. Non farla soffrire più Michael.”
E così, Lisa Marie se ne andò ,lanciando sguardi di umile invidia al quadretto che lasciava.
“Joan, ma esattamente ,come hai fatto?” chiese Michael mentre rientravano. Il” semplice domestico” ammise di non saperlo dire neanche lui: ”forse, ero stanco di questa odiosa situazione.”
“O, i bambini, li ho abbandonati! Povere creature.” si allarmò Clara dandosi una pacca sulla fronte.
“Joan li ha fatti tornare a casa. Domani torneranno.” la placò Michael.
Clara allora si abbandonò rincuorata sul divano e reclinò la testa sullo schienale.
“Dopo domani mi vedrai in televisione?” fece lui sedendosi.
“Cosa farai di bello?”
“Aprirò gli mtv awards .E, scusa, secondo te cosa farò.” disse ironico avendo ricevuto una domanda ovvia.
Clara sorrise, girò la testa in sua direzione e aprendo un solo occhio disse:” ovviamente uno spettacolo di marionette”
Le arrivò un cuscino in faccia che la fece scattare in piedi e riprendersi la rivincita con una bella cuscinata da parte sua.
“Ok,ok,mi arrendo.” disse Michael dopo essersi parato dall’ultimo colpo.
Agli mtv music awards colse l’occasione per chiarire la storia del video e frenò, con acuta dialettica, ogni male lingua. Clara ,non smetteva mai di compiacersi per il suo piccolo discorso. La quiete era tornata e allietò ancor di più i giorni che portavano alla partenza per la tournè. Successero molte cose, in quel periodo, nuovi video, nuove glorie e il nuovo album che Clara ascoltava senza stancarsi mai e spesso, riceveva qualche dimostrazione live canticchiando insieme. La sua canzone preferita? Non sapeva cosa rispondere, era una più bella e intensa dell’altra. Michael le mostrò anche le immagini delle imponenti statue fatte erigere per la presentazione del nuovo lavoro e lei pensò che nessuna poteva sostituirsi a lui. Ci risero su. Poi, cominciava ad essere sempre meno presente, ma non smetteva di farsi sentire ,il suo cuore volava sempre dalla sua amata.

1996

Ben presto, il tempo di salutarsi per lungo tempo giunse.
“La vedo così io. Rafforzerà il nostro amore.” disse Clara al momento della partenza sulla porta.
“é così. Allora, ricapitoliamo ,ti scriverò e tu…saprai come poi. Ricordi no?” Clara annuì.
“Scrivere mi conforterà!”
“Anche a me. Poi, quando avrò più tempo ti chiamerò” le prese le mani tra le sue.
Clara lo fissò accorata, poi lo abbracciò forte. “ preferisco comunque che tu mi scriva. Fai buon viaggio Michael. Abbi cura di te.”
Michael deglutì stringendola a sé.” Ora sei la padrona di casa. Mi raccomando ,se qualcosa non va ,non esitare a scrivermelo.”
Facendo tesoro delle sue parole gli spostò un po’ di capelli, ormai ricresciuti dal volto e si scambiarono un bacio pieno d’amore che entrambi volle assaporare al meglio per mantenerlo indelebile sulle loro bocche.
“Ti amo.” gli sussurrò al momento di doversi dividere. Michael le sorrise e scomparve nel buio. Clara giunse le mani davanti il petto. Joan le arrivò alle spalle dando ad intendere che lui era lì ,sempre pronto per lei.


BloodOnTheDanceFloor12898
00giovedì 23 agosto 2012 13:22
bello! meno male che lisa ha capito qual'era il suo posto! peccato che si devono allontanare... continua è bella!
(StreetWalker )
00giovedì 23 agosto 2012 13:50
Finalmente Lisa ha capito di andarsene peccato che loro non si vedranno per tanti mesi. Posta il prossimo
chiarajackie
00venerdì 24 agosto 2012 17:10
Buona lettura!!


Capitolo ventiduesimo

PRAGA HOTEL ore:02.00

Michael era seduto sul letto e finalmente, con un po’ di ritardo, che Clara avrebbe di sicuro capito, prese in mano la lettera chiusa con cura e tutta profumata. È sempre la solita! Si disse con un dolce pensiero. La aprì e iniziò a leggere:

Dear Michael,
prima di tutto, come è andato il viaggio e….il primo concerto?(So che anche se ti arrivasse prima la leggerai a lavoro concluso).:) Qui va tutto bene ,Joan è un tesoro, bè lo è sempre ,ma ora si comporta con vero riguardo. Vedessi come è buffo. Ieri stavo per combinare un disastro….vabbè lasciamo stare i particolari e lui ha voluto rimettere tutto a posto di persona. A volte penso che sia davvero un papà. Con i piccoli tutto al meglio. Gli manchi di già ,metà tempo delle lezioni siamo stati a parlare di te. Non credo di avergli dato risposte molto precise, di concerti non ci capisco molto. Ah, abbiamo fatto una specie di gita nello zoo(potevamo vero?) e gli ho dato delucidazioni su quegli animali. Joan ci seguiva con lo sguardo da lontano, voleva dar a dimostrare che non era vero. Io dico, come poteva negare l’evidenza? Poi, devo darti una notizia :da domani mi sono imposta di prendere lezioni di cucina. Quando tornerai vorrei essere io a cucinarti qualcosa. Ora, mentre ti scrivo ,stavo riascoltando il tuo nuovo album e provavo ad immaginarti. Per passare il restante tempo sto tenendo un corso di uncinetto. Voglio migliorarmi. Ho visto un libro davvero interessante in biblioteca che con semplici parole ti da tante nozioni. Mentre sono occupata a cucire, mi diletto ancora a canticchiare le tue canzoni. Le conosco a memoria! Anche questo è un modo che mi fa sentir meno la tua lontananza. Domani andrò con Joan a fare delle spese qui intorno. Non vorrei far spendere i soldi per le mie richieste ma vorrei procurarmi dei nuovi fili per realizzare qualcosa per voi. Ho detto abbastanza ti pare? Scusa ma mi sono fatta prendere dalla foga di raccontarti. Mi manchi Michael, inutile negarlo, manchi anche a Joan(si vede sai?). Però sono felice e aspetterò con pazienza. Tu come stai? Sei stanco? Vedi di riposare Michael! Ora ti saluto, non voglio trattenerti ancora per molto. Fai il bravo mi raccomando.:)
Ti amo Michael!
P.s.: Ho spruzzato sul foglio un po’ di lavanda. Buon profumo vero? Ah ,com’è la città?
Your little teacher
Clara


Michael ripiegò il foglio e lo ripose nella busta dopo aver riassaporato quel delizioso aroma. Si diresse allo scrittoio e presa carta e penna ,gettò un’ occhiata al cappello immacolato sorridendo e iniziò a scrivere.

NEVERLAND RANCH–camera di Clara

My dear Clara,
Spero che non tardi ad arrivarti la mia lettera perché ,ebbene sì, ho dovuto leggerla con un po’ di ritardo la tua. Il viaggio è andato bene e ne dovrò di già affrontare un altro. Partirò nella notte. Non penarti per me. Non sono poi così stanco. Vorrei tanto vedere la faccia di Joan in apprensione per tutti voi. Buffo vero? Scommetto che nonostante tu non sappia molto di concerti, avrai fatto tesoro di quello che ti spiegai io e lo avrai esposto alla grande ai bambini. Poi, non vedo l’ora di assaggiare le tue bontà culinarie. Diventerai una chef imbattibile. Ne sono sicuro. Poi tra le pentole mi dirai “Watch me fly!”. AHAH, no tranquilla non ti sto prendendo in giro,anzi, dovrai dirmi così. Ci conto e! Allora, per quanto riguarda Praga, purtroppo non ho potuto goderne molto. Comunque mi piace. Dal mio albergo si vede molta natura e di notte molte stelle. La città è un po’ caotica, non esco per questo. Il pubblico è molto caloroso, il concerto è andato bene. Poi ti porterò un frammento dello spettacolo registrato. Anche a me manchi Clara, vorrei tanto essere rimasto con te, ma vedrai, il tempo passerà in fretta. Che onore! Canti le mie canzoni anche mentre cuci! Sono lusingato mademoiselle. Fai la brava anche tu mi raccomando. Ti bacio my “little teacher”.
Ti amo anche io Clara. Very much.
P.S.: Sul retro c’è la nuova via. Il profumo era buonissimo ,ora tutte le mie cose ne hanno l’odore.
Michael



Clara si strinse la lettera al cuore e così si addormentò. Era la seconda volta in tutta la giornata che la leggeva e le sembrava di averlo lì vicino. Nello scorrere le parole il suo viso aveva assunto mille espressioni diverse ,concludendo con un bacio al “sacro foglio”. Nell’indomani avrebbe subito risposto.
BloodOnTheDanceFloor12898
00venerdì 24 agosto 2012 21:26
Che romantici! Mi piace! Non vedo l'ora del prossimo!
(StreetWalker )
00venerdì 24 agosto 2012 22:52
Romantici. Posta il prossimo
chiarajackie
00sabato 25 agosto 2012 15:51
Buona lettura!!

Capitolo ventitreesimo

Dear Michael,
Finalmente, ho dei gomitoli nuovi. Vedessi che bei colori! La prima lezione di cucina ti confesso che non è stata per niente un successo ,credo di aver fatto dannare un bel po’ le povere cuoche. Ahah,spiritoso,ok se ne esco vincitrice dalla gara con le pentole ,te lo dirò volentieri “watch me fly”.Spero che domani mi permettano di rimettere piede in cucina! Oggi niente lezioni perciò ho anche dato una mano a Joan e li sono andata bene per fortuna. mi ha dato un mucchio di sani consigli riguardo le faccende domestiche e ,anche di vita. Fa una altro buon viaggio. Non mi dilungo di più.
Ti amo Michael!
P.S.: un saluto anche da parte di Joan.
Your “little teacher “
Clara



Dear Clara,
come prima volta credo che ti avranno perdonata ,purtroppo sono un po’ gelose della cucina. Vedrai che diventerai bravissima!! Il paesaggio che ora scorgo dalla camera del nuovo hotel ti sarebbe piaciuto molto. Ne sono sicuro. E, lo so, Joan è un uomo con i fiocchi. È una dispensa di consigli. Domani, dopo una breve apparizione pubblica ;) si ripartirà con un altro spettacolo. Ora ti saluto maestrina. Fai la brava.
Ti amo!
Michael



Dicembre 1996
Dear Clara,
eccomi qui presente a scriverti dopo l’ennesimo concerto da una camera d’albergo. Sarò sincero, comincio ad essere quasi esausto, ma non ti preoccupare, non ci bado. Tu sei la mia medicina buona. Sono felice che in cucina stai migliorando e le cuoche riversino su te più fiducia. Quest’oggi ho fatto visita ad un orfanatrofio, mi son sentito molto Santa Claus. Da quanto non mettevo piede in uno. Era un posto carino e c’era molto amore. Almeno così hanno mostrato ai miei occhi. Ho felicemente autografato e donato. Con che occhi mi guardavano quelle testoline! Uscito di lì mi sono sentito quasi purificato nello spirito…. Ops, ci risiamo, ho un compito da assolvere. Se potessi sentire ora quel che succede qua sotto! C’è una mare in tempesta. Ecco un altro motivo per cui mi impongo di continuare al meglio. Un’ultima cosa, ti avevo descritto la città sull’ultima lettera, ma non ho avuto commenti da parte tua. Non ti è piaciuta? Non è poi tanto male dai! Vista la foto? Dobbiamo ammettere che però il tempo sta volando ,sembra ieri che ti salutai. Attendo come sempre tue notizie . Fai la brava.
Ti amo my”little teacher”
Michael


Dear Michael,
oh no, la città è bellissima, avevo semplicemente dimenticato di scrivertelo. Già, anche questo anno sta per volare via. Pensare che verrà Natale senza te mi fa sospirare, ma non dispero, tu, infondo, stai facendo del bene. In tutti i sensi. Le lezioni stanno andando bene. Oggi sono state molto particolari. Somigliavamo tutti a degli scout tanto marciavamo rigorosi e compatti per Neverland. Volevo trovare qualche foglia caduta e ogni sorta di bellezza naturale dell’inverno. I bambini si sono persino messi a cantare inni alla marcia. Eravamo, per renderti l’idea, un misto tra “le giovani marmotte” e “i bimbi sperduti “. Abbiamo trovato un bel po’ di cose tra le quali una stranezza. Allora, mentre sbirciavo il terreno che costeggiava la giostrina, ho visto ,tra l’erba ,un sasso che ad occhio e croce considerai raro per lo meno alla mia conoscenza di essi. Lo giudicai incantevole e mi decisi a prenderlo. Quando andai a sollevarlo, mi ritrovai zuppa dalla testa ai piedi. Dopo aver scatenato una risata generale, durata per molto a cui non potei escludermi ,rientrai e Joan mi chiese cosa era successo. Conclusione? Non era un sasso, bensì un…non so cosa che chiudeva una perdita d’acqua nei congegni per l’irrigazione automatica. L’acqua era fredda, fuori era freddo, risultato. Un bel raffreddore. Mi è sembrato giusto astenermi dalle lezioni fino al nuovo anno ormai. Joan mi sta continuamente al seguito. Avrebbe voluto che restassi un po’ a letto, ma non ci riesco. Poi già sto meglio. Tu sei la miglior medicina per me. La più dolce e fruttuosa caro Michael. Ora ti lascio, devo andare a far rifornimento di ehm…fazzoletti. Dai Michael, tifo per te! A presto.
P.s.: um..così avrai rimediato anche stavolta qualche bacetto o regalino e? nono ,non faccio la gelosa ,ormai son maturata ed ho capito che non è sempre producente esserlo.
Ti amo Michael!


Your “raffreddata little teacher”
Clara


Dear Clara,
Passato completamente il raffreddore ? Oggi ti dico solo una cosa. Avrai una piccola sorpresa il giorno di Natale. Ti rovino subito dicendoti che...no, non torno ancora purtroppo ,ma quasi diciamo. Buon compleanno intanto, e…goditi il regalino che troverai sempre nella busta.


Clara, posò la lettera e guardò meglio. Le sue mani afferrarono una piccola scatolina. Un anello apparve ai suoi occhi era semplice ma prezioso. Su di un minuscolo foglietto era scritto: ”Alla mia Clara con amore Michael.” lo girò e lesse ancora: ne ho uno anche io ,ma non lo esibirò in pubblico ovviamente. Però è sempre con me. Clara, indossò il piccolo gioiello reso ancor più prezioso dalle belle parole che lo accompagnavano e mosse davanti a sé le dita.
“Come i veri fidanzati!” disse lasciandosi attraversare la mente dal dolce pensiero.
BloodOnTheDanceFloor12898
00sabato 25 agosto 2012 16:26
Bello!
chiarajackie
00sabato 25 agosto 2012 16:28
Re:
BloodOnTheDanceFloor12898, 25/08/2012 16.26:

Bello!




Ciao Ally. grazie
(StreetWalker )
00sabato 25 agosto 2012 19:49
Dolce e bello
Breaking News 777
00lunedì 27 agosto 2012 00:12
ciao leggo la tua ff da un po'. E' davvero bella! [SM=g27811] aspetto il prossimo capitolo [SM=g2927029]
chiarajackie
00lunedì 27 agosto 2012 17:13
Buona lettura!!


Capitolo ventiquattresimo

Posizionatasi ai piedi dell’albero ben addobbato Clara attendeva come ormai di rito lo scoccare della mezzanotte. Il grande orologio a cucù avrebbe tirato fuori una slitta e un po’ di neve artificiale sul minuscolo paesaggio che lo decorava all’esterno accompagnando il tutto con un’allegra melodia natalizia. Solo allora sarebbe cominciato ufficialmente il momento di aprire i regali con Michael a capo dell’operazione. Questa volta ,lui non c’era, ma Clara si era decisa a spartire di persona i soli due pacchetti che se ne stavano sotto l’abete pazienti. L’ora giunse ,malgrado lei, dopo un’attesa troppo silenziosa per quella circostanza.
“Joan ,vieni!”
Entrò con uno strano sorriso che Clara intuì nascondere ”un sacco da vuotare”. Portava con sé un telefono.
“Dai, posalo e accomodati.” lo invitò spolverando illogicamente la poltrona con una mano e sistemandovi un cuscino ad arte.
“Clara c’è qualcuno che ti cerca.” le disse il buon domestico porgendole il telefono.
“Me? Michael mi ha detto di fare da brava padrona ma non credevo così tanto da meritarmi chiacchierate con persone da lui conosciute.” replicò avvicinandolo piano all’orecchio come per poter scorgere prima ancora di rispondere qualche rumore rassicurante di là della cornetta.
“ Each time the wind blows/I hear your voice so/I call your name... “
Clara strinse la presa e spalancò la bocca riuscendo solo a dire con il cuore in gola: ”Michael ,sei tu davvero?”
“Sicuro !” fu la risposta che le arrivò come una carezza.
“Oh Michael, che gioia poterti sentire! Non mi smentisco dicendoti questo perché una lettera è una lettera, su carta le parole restano, ma, parlarti, è diverso.” cominciò a dire concitata.
“Sono d’accordo. Non vedevo l’ora di farti questa sorpresa!”
“Non potevi farne di migliori. Ma dove sei ora?”
“In albergo. Al caldo dal freddo pungente che c’è qua fuori. ”
“Da solo?” gli chiese aggrottando la fronte con una smorfia.
“No, certo che no.”
“A, meno male. Con chi passi il Natale?”
“Ma con te ovviamente. Sì, teoricamente ora sono solo, ma con te sul cuore non di certo.”
Clara si sentì sollevata e sul viso le si ristampò un sorriso. “Ne sono felice.”
“Come state voi?” Michael si avvicinò alla finestra e guardò sotto. La strada era affollata di gente che camminava tra le luminarie pronte ad accendersi e auto . Nessuno sembrava stavolta badare a lui. Era un bene? Ci stava pensando da un bel po’. Si soffermò poi su una coppia di giovani che camminavano allegramente con tale spensieratezza e aria di festa che due bambini accanto non sembravano avere nulla di diverso. Posò una mano sul vetro e sorrise allietato.
“Pronto, Michael, ci sei?”
La voce di Clara lo riportò alla realtà. ”Scusa è che ,stavo guardando una cosa.”
“Ti dicevo che noi tutto bene. Anche io ti sento vicino sempre. Ah, grazie dell’anello.”
Lui guardò il suo per un po’ e un pensiero gli sfiorò la mente. Dalla sua espressione si doveva trattare di un bel pensiero.
“Clara, cosa hai pensato appena lo hai visto?” proseguì.
“Cosa ho pensato?-rise- bè, che ora siamo davvero fidanzati.”
“Allora ho compiuto la missione.” e lasciando un’ultima occhiata alla strada da cui la coppia era sparita, fece ricadere la tenda completamente e percorse a grandi passi la stanza . Indossò il cappello spingendolo bene in testa. ”Passate un felice Natale mi raccomando.”
“Cerca di farlo anche tu. “
“Aspetta! Prima di lasciarti, sarei curioso di sapere cosa hai regalato a Joan.” le disse a voce bassa.
Clara si coprì la bocca verso il telefono: ”Gli ho fatto un bel paio di pantofole. Così ogni tanto potrà rilassarsi. Porta sempre quelle scarpe serie!”
Michael scosse la testa: ”Sei incredibile! Però è vero”
“Muoio dalla curiosità di vedere la sua faccia quando le avrà tra le mani.”
“SSST, se è lì non dire più nulla. Per scrivermi come sempre aspetta la mia lettera ok? Buon Natale Clara. Fai gli auguri anche a Joan. Ancora non mi pare vero di averti potuto chiamare.”
“Va bene. Anche a te.” allentò la presa, non aveva la minima idea di quanta forza vi avesse messo ,solo ora la mano le doleva.
“I love you Clara!” le sussurrò.
Clara, che aveva dimenticato anche di essere dov’era, cercò Joan che si era dileguato dalla stanza.
“Scusa Clara, ma non mi sembrava il caso di stare ad ascoltare.” si appoggiò ad un bracciolo e le diede il suo pacco.
“Una camicia da notte ? Ma Joan, non dovevi!”
“Ah, sciocchezze Clara ,è il minimo che possa fare per una ragazza come te.” E se non avesse dato ascolto al suo contegno avrebbe applaudito alla riuscita del suo acquisto. Glielo leggeva chiaramente in volto. Ne era quasi commossa.
“Ora vai con il mio.”
“Queste le hai fatte tu.” disse con sincera ammirazione testando con le sue possenti mani la morbida lana blu. Le provò e dopo aver spinto il piede ad entrare, dopo una prima ombra che attraversò Clara, calzarono.
“Allora? Come ti vanno?” Non era facile porre una domanda così decisiva.
Joan le si inchinò e la ringraziò.
Clara batté le mani. ”Meno male.”
“Ora se non ti dispiace proporrei di andare a riposare. Sai, io sono vecchio e…”
“Piantala Joan-gli disse divertita- non lo sei. Però la tua proposta è saggia.” si stiracchiò avviandosi di sopra.
“Ah-si fermò sulle scale-domani ho deciso di preparare da sola il pranzo. Non sarà come quelli degli anni passati ma ,ci accontenteremo no?”
“Ci accontenteremo sì.” le assicurò Joan.
E con grande stupore i progressi di Clara erano notevoli. Joan stava cominciando a pensare ad una cosa che le sembrava più che fattibile, ma chissà…
(StreetWalker )
00lunedì 27 agosto 2012 21:15
Che dirti sei brava e loro sono romantici. Posta il prossimo
chiarajackie
00martedì 28 agosto 2012 20:40
Grazie ragazze,streetwalker tu mi lusinghi. Cerco di fare del mio meglio mettendoci il cuore. A proposito spero di non deludervi con questo nuovo capitolo che forse non rispecchia ciò che vi aspettavate.

Buona lettura!!

Capitolo venticinquesimo

Nella penombra della suite Michael ,impegnato a scrivere un’altra lettera alla sua Clara , staccava ad intervalli diversi la penna dal foglio e sorridendo per poi rincupirsi, rifletteva. Erano giorni che nella sua testa vagava un pensiero che spesso si ritrovava a scacciare con disprezzo per un altro che si aggiungeva. Si guardò attorno e la vide dovunque. In ogni minima cosa. Nei regali delle fan (soprattutto quelli fatti a mano), nei suoi oggetti e nelle cose che neanche gli appartenevano. Era sempre lì. La cosa lo aveva sin dall’inizio consolato ,ma ora, la sua presenza cominciava a mancargli. Pensò che forse, chissà ,si sarebbe divertita a viaggiare con lui, ma anche stancata. E poi, c’era la sua privacy. Sul foglio prese incautamente a mettere per iscritto un’ipotetica proposta.
Vorrei che tu accettassi di seguirmi ,ma non è una cosa facile. Come vorrei che tu potessi. Se fosse possibile ,io ti giuro che troverò anche il tempo di stare con te. Ti prego Clara dimmi sì. Poi ,proprio in questi mesi, ho preso una pausa dai concerti ,anche se non sarò del tutto inattivo.
Posò greve la stilo che non riusciva più a scrivere e si coprì con le mani gli occhi premendo le dita sulla testa. Nessuno poteva dire se stava piangendo o no, fatto sta che una delle belle debolezze dell’umanità lo aveva vinto.
La lettera partì l’indomani e non appena se ne separò, ricordò. “La proposta!”
Una delle sue guardie ,giunte per annunciare la riuscita della spedizione, si fermò sulla porta. ”Qualcosa non va signore?”
Michael ,intento a confermarsi che il suo “delirio” non era stato cancellato, ordinò di essere lasciato solo e a porta chiusa tirò un cuscino.
“Cosa ho fatto?” si ripeteva senza darsi pace spaventato dalla risposta, dalla reazione, dalle conseguenze. Sarebbe stata una cosa bellissima è pur vero….. per un altro. Non volle metter piede fuori per tutta la giornata.

“Clara, eccoti la lettera. È abbastanza sgualcita .Ha fatto chilometri a piedi?” sorrise Joan.
Clara si sedette sulle scale e la lesse. Non sapeva il motivo ma era ansiosa di aprirla. La scorse veloce, finchè non si soffermò sul post scrittum che presentava una calligrafia molto irregolare. Un leggero tremito le percorse le mani e un’espressione stupita le fece alzare gli occhi verso Joan.
“M-Michael vuole-sorrise-che io vada da lui. Vuole questo!” gridò con la voce spezzata.
“Ma Clara ,non è una saggia idea. Non è da lui.” ma le sue parole non pesarono. Clara era occupata a rileggere e far svolazzare qua e là la sua immaginazione.
“Devo rispondere subito. Non so neanche se dalla felicità riuscirò a farlo. Ma certo che accetto Michael. Che mi importa del resto!” La sua gioia accese la casa e Joan non se la sentì di porsi domande ulteriori.
“Lo so che non sarà uno scherzo, sono pronta a rischiare. Se tu lo vuoi lo voglio anche io. Naturally! Grazie Michael, anche per aver capito che non devi preoccuparti della mia…-si avvicinò la penna alla bocca e stette un po’ a pensare -..privacy!” Effettuò un ultimo controllo poi si fermò.
“Come farò con i bambini?- L’entusiasmo sembrò vacillare-non voglio abbandonarli.”
Joan bussò alla porta. “Posso?”
“Certo certo.”
“Non sei più felice?” le chiese
“Si, lo sono. Il fatto è che, ho i bambini e…”
“Per un po’ potranno farne a meno. Non mi sembra che abbiano più bisogno di tanto aiuto. L’ora di lezione è sempre più quella del gioco. O sbaglio?”
“Non sbagli. Ma…”
Joan le diede delle pacche sulla spalla. ”Allora ,puoi andare con la coscienza a posto!” e mostrò la sua solita pacatezza che rincuora e da sicurezza.
“Tu dici?”
Le annuì” A disdire penserò io. Inventerò qualcosa. Tu vai cara se è questo che vuoi. Perchè, per Michael vali più di tutta la sua vita a questo punto.”
Clara si drizzò sulla sedia, convinta e concluse la lettera firmando.

Nella medesima suite in cui si era svolto il piccolo misfatto Michael non si dava pace e restò anche il giorno seguente barricato dentro. Almeno, fino alla nuova lettera. La sfilò lentamente con fare tremolante. Chiuse gli occhi e solo dopo una lunga attesa la esplorò. Nonostante l’ansia non si stupì della bella scoperta. Si calmò e sorrise anche se forse era giusto piangere dal pasticcio.
“E va bene potrà venire.” si disse rassegnato a se stesso.

I preparativi non furono lunghi per Clara che con ardore giovanile e spirito di avventura ,mostratosi evidenziato in lei si apprestò febbricitante al lungo viaggio. Si sarebbe spostata in aereo per poi proseguire in macchina nella più totale segretezza. Joan l’avrebbe accompagnata durante il volo. Niente aereo privato, avrebbe dato troppo nell’occhio.
“Pronta?” Joan al suo fianco la teneva sotto braccio per non farla perdere nel caotico aereoporto.
Clara osservava quasi spaesata il gran viavai di persone che si apprestavano a salire o scendere. C’erano coppie, studenti ,persone in giacca e cravatta che imponevano un certo rispetto. Per il viaggio aveva indossato i suoi pantaloni migliori e la sua adorata camicia ritoccata sotto un leggero cappottino.
“Pronta!” esclamò decisa.
“ecco, quello è il nostro volo.” e indicò il punto in cui dovevano dirigersi.
“Sono così emozionata! Potrei svenire!” disse tenendo saldamente la sua valigia.
“Ti capisco, ma…ora potresti lasciare la valigia per i controlli?”
Saliti a bordo e trovate le loro postazioni Clara non fece altro che guardare dal finestrino la terra rimpicciolirsi sotto di loro.
“Agitata?” chiese Joan.
Non rispose come era solita fare quando contemplava totalmente immersa. Joan capì da solo che non lo era.
Dopo alcune ore, il buio li avvolse e Clara si assopì .
“Arrivata, sei arrivata!”
Clara si svegliò di colpo e sbirciò fuori. La luce che filtrava le impediva di vedere.
“Vieni, qua fuori dovrebbe esserci l’auto che ti aspetta.” e la invitò a seguirlo.
Si accodarono alla grande fila e quando furono all’aria aperta Clara respirò a pieni polmoni. L’aereo era atterrato in un modesto spiazzale circondato dalla natura. Il freddo le pizzicò il naso facendola starnutire e stringersi nel suo cappotto. Era all’incirca, tardo pomeriggio. Si infilò in una piccola vettura e Joan la aiutò a riporre nel portabagagli la valigia.
“Fate tante belle esperienze Clara e sappi che appena lo vorrai, Michael ha assicurato che non farai altro che chiamarmi e chiedermi di tornare a casa.” le sorrise dal finestrino abbassato.
“Grazie ,ma non credo servirà. Fai buon viaggio Joan.”
Lui fece un piccolo inchino e salutò ancora.
Non ci volle molto a raggiungere la suite di Michael in cui alloggiava da quando aveva preso una pausa dal tour. Davanti alla porta non c’era nessuno e dovette affrontare la prima dura esperienza di “vita sotto controllo” come aveva sentito una volta definirla da lui. Fu condotta di fretta all’interno scortata dall’autista che aveva tutto tranne la grazia di Joan. Questo bussò gettando occhiate scrupolose a destra e a sinistra. Clara cercava di tenere le distanze, ma le fu difficile, appena si distaccò le afferrò un braccio quasi a farle male.Poi,la porta si aprì e divenne inutile fermarla.
Breaking News 777
00martedì 28 agosto 2012 22:37
Brava! [SM=g2927025] mi piace sempre di piu!!
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