Earth Song - Fan Fiction (in corso). Rating: verde

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ChiccaMJ
00lunedì 22 novembre 2010 23:56
Stefààààààà viogliamo che lo fai diventare rosso sto bollino! un bel rosso tipo questo -----> [SM=x47975]

a noi il verde non ci piaceeeeeeee! [SM=x47954]



ok...ok....sono calma... [SM=x47961]
ChiccaMJ
00giovedì 25 novembre 2010 09:45
Steeeeefy....quando posti??? [SM=x47983]
ludo.94
00giovedì 25 novembre 2010 14:23
Re:
Stefy B.85, 22/11/2010 23.11:

Ahaha ragazze mi fate troppo ridere!!! [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954]

Chicca sei fenomenale! [SM=x47932]

L'ometto deve prendere confidenza con l'irriverenza della Susy, che invece si adatta subito alle situazioni... del resto lo fa per lavoro... ma non posso dirvi altro... [SM=g27832] [SM=g27829] [SM=g27828]




oddioo!!! no non ce la faccioo!! sto morendo dalla curiosità!! [SM=x47926] oook ludo,stai calma.... [SM=g27825] vabbè vorrà dire che aspetterò.... [SM=g27823]
ahhaha chicca ormai lo so che sei pazza..ehehehhe l'ho capito st'estate guarda un pò...il ferrero!!! hahahahahahhaha [SM=x47954] [SM=x47954]
Stefy B.85
00sabato 27 novembre 2010 04:18
Oh, non sono sparita, sono qui. Stanotte ero proprio ispirata. Spero che riuscite a leggerlo tra le righe di questo capitolo, mooooooolto lungo questa volta. Buona lettura!

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CAPITOLO 19 - L’essenza di te

Il sole cominciò solerte il suo lavoro quotidiano e un timido raggio filtrava dal vetro della finestra dove quella notte era avvenuto qualcosa di magico. Susanne che era abituata a svegliarsi presto la mattina aprì gli occhi cercando di ricordare dove fosse, il luogo non le era ancora familiare, ma appena girò lo sguardo e vide Michael lì accanto che dormiva ricordò immediatamente tutto e un sorriso le illuminò il volto. Michael sembrava un bambino mentre dormiva, era girato su un fianco, verso di lei, le mani giunte sotto la sua testa e i capelli che gli cadevano sullo zigomo, quasi a volerlo proteggere dal ciò che lo circondava. Susanne lo fissò per qualche istante, sapeva bene chi fosse, sapeva alcune cose di lui, perchè lui non era un uomo qualsiasi, lui era una star, forse la più grande star mai esistita sul pianeta Terra, ma in quel momento a lei sembrava soltanto un tenero cucciolo che spaventato aveva cercato conforto e che ora dormiva tranquillo, al sicuro. Non sapeva dire ancora cosa provasse per lui, aveva paura di innamorarsene e in fin dei conti per mesi era stato uno sconosciuto dietro ad un schermo. A lei sembrava di conoscerlo, ma ora che non c’era più la distanza ad abbattere l’imbarazzo, ora che non c’erano più i travestimenti a nascondere la sua vera identità, ora che si trovavano lì faccia a faccia le cose erano cambiate. Era tutto vero quello che lui le aveva detto? Sembrava che dovessero ricominciare tutto daccapo, Susanne cominciò a riflettere mentre ancora i suoi occhi erano puntati verso il viso di Michael, ma non lo stava guardando, a poco a poco che i suoi pensieri si facevano più intensi il suo sguardo si perse nel vuoto.
D’un tratto la mente si bloccò e lei guardò fuori dalla finestra, il sole stava sorgendo e non sapendo che altro fare si distese nuovamente accanto a Michael, nella sua stessa posizione, lo guardò ancora per qualche attimo e poi chiuse gli occhi. Non stava dormendo, non sarebbe riuscita a prendere di nuovo sonno, ma voleva godere di quel momento accanto a lui, chiunque egli fosse, la sua presenza, il tepore delle coperte e l’alba che prepotentemente si faceva avanti le davano un senso di pace che le mancava da molto tempo.
Ogni tanto apriva gli occhi, nel timore di non accorgersi se lui se ne fosse andato. Ad un certo punto vide che gli occhi di Michael la stavano guardando.
Lui accennò un sorriso che lei dopo qualche attimo di esitazione ricambiò.

Istintivamente, senza nemmeno pensarci lei gli diede un bacio a stampo, breve, fulmineo, un piccolo bacio innocente, puro e casto, come lo si darebbe ad un amico molto caro o al proprio figlio o genitore. Il sorriso di Michael si tramutò in uno sguardo tra il sorpreso e il preoccupato.

- Che c’è? - chiese lei.
- Che cos’era quello? - chiese lui.
- Un bacio di ringraziamento. - rispose Susanne, apparentemente ignara di quello che aveva fatto, era un gesto che le era venuto spontaneo, non c’era malizia.
- Ringraziamento per cosa? -
- Per questo momento così bello. Mi sento bene in questo momento e volevo ringraziarti. - Tutto qui. Ho pensato che una parte di merito fosse tua. -

Michael era sorpreso da quel gesto e quelle parole. Lei era così vera e sembrava non aver paura di lui.

- Sono io che ti devo ringraziare Susanne. Era molto tempo che non riuscivo a dormire così profondamente. Mi sento benissimo questa mattina e so che non sarebbe stato così se non mi avessi trattenuto questa notte. -

Susanne gli sorrise.

- Non ho fatto niente, semplicemente so come può essere difficile affrontare certe notti da soli e ho fatto quello che sentivo giusto fare. Non c’è niente di male a dormire nello stesso letto a prescindere dal sentimento che lega due persone. -

A quelle parole Michael sentì una fitta al cuore... era quello che pensava anche lui, ma per questo pensiero innocente qualcuno era riuscito ad accusarlo del peggiore dei crimini e fargli passare momenti terrificanti. La sua espressione si fece cupa, i suoi occhi diventarono tristi.

- Ho detto qualcosa che non va? - Susanne notò il cambio del suo stato d’animo.
- No, non preoccuparti, è solo che la penso come te e mi sembra strano trovare qualcuno che condivida questa idea. -
- Senti, è ancora molto presto, ti dispiace se restiamo qui a chiacchierare ancora un po? -
- No, niente affatto. -
- Sai, tu sei la star più famosa su questo pianeta, ma io non so un bel niente di te. Conosco le tue canzoni più famose, soprattuto perchè il mio fratellino non fa altro che ascoltarle, ho sentito varie storie sul tuo conto, ma non ci ho mai dato peso e onestamente quello che scrivono quei giornalisti da strapazzo non mi è mai parso credibile. Chi è Michael Jackson? -

A Michael non pareva possibile che qualcuno non sapesse chi fosse, o lo sapesse in modo così approsimativo. Non perchè si sentiva grande e famoso, ma perchè era abituato ad essere circondato da persone che urlavano il suo nome, gli riportavano aneddoti, gli chiedevano cose personali e non si capacitava del fatto che esistevano persone che non vivevano tutto questo, questa sensazione lo riempì di gioia. Lei lo voleva conoscere per mezzo delle sue stesse parole, per mezzo di quei racconti che solo lui poteva trasmettere senza fraintendimenti o bugie.

- Michael Jackson è una star, tu a chi sei interessata? A lui o a Michael, quello che ti sta di fronte adesso? -
- Ad essere sincera a tutte e due, ma di più al Michael che mi sta guardando in questo momento. -
- Bene, speravo di sentirtelo dire. Alziamoci. -
- Ma... non dovevamo chiacchierare ancora un po’ ? -
- No, se tu vuoi conoscermi devi entrare nel mio mondo. -
- D’accordo. -

Si alzarono dal letto e Michael uscì dalla stanza. All’improvviso tornò indietro, affacciandosi solo con la testa alla porta.

- Mi cambio e ti aspetto di sotto. -
- Ok, sarò pronta in un batter d’occhio. -

Si vestirono, ognuno nella propria stanza e si incontrarono poco dopo nel salotto.

- Bene, vieni con me. - le disse lui.
- Dove andiamo? -
- Ssshhht, è un segreto, seguimi. -
- Ok. -

Lui le prese la mano e si avviarono fuori, nell’immensa tenuta di Neverland. Lui aveva intenzione di farle visitare quel luogo magico, il luogo che più di tutti racchiudeva la sua essenza, Neverland era parte di Michael e Michael era parte di Neverland. La loro era una simbiosi perfetta.

- Hai già visto il mio albero magico, ora voglio mostrarti il resto. -

La condusse oltre l’albero, verso le giostre.

- Aspettami qui. -

Le lasciò la mano e si diresse verso un piccolo capanno. Attivò la corrente che animava di luci e colori quell’angolo fiabesco del Ranch.

- Prego madame, scelga su quale giostra vuole salire per prima. - Michael fece un inchino verso di lei togliendosi per un attimo il cappello nero.

Susanne sorrise divertita, lui era così divertente e dolce.

- Mmmh... sceglierò la giostra con i cavalli! -
- E cavalli siano, salga in sella signorina. Siamo in partenza per le praterie sconfinate. -

Michael attivò la giostra e con un rapido movimento salì anche lui e si mise sul cavallo accanto a quello di Susanne.

- Ahaha! Non facevo queste cose da quando ero bambina! Avevo dimenticato quanto fosse divertente. - disse lei.
- Lo so, molti dimenticano queste cose crescendo. Io no, io mi ci aggrappo disperatamente al bambino che c’è in me, non voglio perderlo. -

Susanne era colpita da tutto questo e cominciò a capire che tipo di persona fosse Michael Jackson.
La giostra si fermò ed entrambi scesero.

- Adesso, cosa vuoi provare? -

Susanne intravide la pista dei go-kart. Le erano sempre piaciute quelle piccole automobili, da bambina in Italia voleva sempre farci un giro quando andava al mare con mamma e papà.

- Ti va un giro di pista? -
- Sicura? Non vorrei umiliarti doppiandoti! - Michael la prendeva in giro facendo per finta lo sbruffone.
- Ah, adesso ci diamo anche delle arie, ma chi si crede di essere? -
- Ah, nessuno! Solo il più grande campione di go-kart di Neverland! -
- Vedremo! -

I due si posizionarono all’interno delle proprie vetture, pronti a scattare non appena il semaforo si fosse spento.
3...2...1.... ecco, il semaforo si era spento e Michael partì a tutta velocità riuscendo ad andare subito in testa. Ma Susanne non mollava, gli era alle costole e aspettava solo il momento giusto per sorpassarlo.
Michael conosceva a memoria quella pista, quanti giri si era fatto in compagnia di Mac o anche da solo durante le sue notti insonni. Susanne gli stava attaccata e all’improvviso intravide lo spazio necessario per un sorpasso in curva. Si infilò tra la vettura di Michael e il cordolo della pista e riuscì a sorpassarlo.
Alzò un braccio trionfante, mancavano solo due giri alla fine della gara. Ma la sua felicità durò poco, Michael non era intenzionato a perdere. All’ultimo giro la sorpassò e tagliò il traguardo. Entrambe le braccia di lui erano alzate al cielo in segno di vittoria mentre le macchina lentamente si fermava sul rettilineo.

- La tua è stata solo fortuna! - gridò lei mentre la sua macchinina si avvicinava rallentando a quella di Michael.

Lui rise di gusto mentre scendeva dalla macchina, le piaceva il suo modo di scherzare sempre. La aiutò a scendere e senza mollare la presa dalla sua mano la guidò verso una delle golf-car parcheggiate a bordo pista.
Susanne salì e lui accese la golf-car, era diretto allo zoo.
Lei non fece alcuna domanda, si limitava a guardare il paesaggio intorno a lei, le colline di Figueroa Mountain si estendevano per chilometri e chilometri, erano circondati da un mare d’erba e non c’era anima viva. Pensò che quello fosse un luogo meraviglioso, ma pensò anche che doveva essere terribilmente triste non poterlo condividere con nessuno.

Un grande cancello di ferro si parò davanti a loro, la scritta “NEVERLAND ZOO” era enorme e Michael parcheggiò la golf-car davanti al muro di cinta che racchiudeva i recinti degli animali.

Susanne adorava gli animali, questo Michael lo sapeva, ma provava disgusto a vedere creature selvagge strappate alla loro libertà, al loro diritto di vivere la vita come madre natura aveva stabilito. Ma non ce l’aveva con Michael, sentiva e sapeva che anche lui adorava la natura e gli animali.

Appena entrati un lama nel recinto alla loro destra si avvicinò immediatamente.

- Susanne, ti presento Louie! - disse Michael accarezzandolo dolcemente.
- Ciao Louie! - anche lei cominciò ad accarezzarlo e il lama sembrava gradire quelle attenzioni.
- Sai, lui era in un circo, l’ho comprato, era molto magro e gli facevano fare continuamente dei trucchetti. Mi hanno colpito i suoi occhi, è davvero un animale dolcissimo e meraviglioso. Non è vero Louie? - Michael gli diede un bacio sul muso.
- Povero piccolo. - ogni minuto che passava Susanne comprendeva sempre di più l’essenza di Michael.

Un barrito interruppe quel momento. Era Gipsy che aveva visto Michael da lontano. Aprì le sue enormi orecchie e con un trotto leggero si avvicinò al bordo del recinto.

- Suppongo che lei sia Gipsy, la mia paziente! - disse Susanne sorridendo alla vista di quel maestoso pachiderma.
- Esatto, è proprio lei e grazie a te, come vedi è in ottima forma. -
- Sono contenta di essere stata d’aiuto, gli elefanti sono creature molto particolari, sono dotati di una sensibilità unica e sono capaci di amare, anche meglio degli esseri umani. -

Michael rimase in silenzio, certo che Susanne avrebbe continuato a parlare degli elefanti e infatti dopo qualche attimo lei riprese a parlare.

- Una volta, quando ancora ero in Italia e studiavo per diventare veterinaria vidi un documentario su National Geographic dove parlavano delle migrazioni degli elefanti. Lungo il cammino qualche membro del branco non ce la faceva e moriva, il gruppo rimaneva ogni volta sconcertato da quelle perdite e ognuno salutava il compagno caduto prima di riprendere il cammino. Si mettevano in fila indiana, toccavano l’amico inerme con la proboscide e proseguivano. Al ritorno dalla migrazione, il branco ripercorreva esattamente lo stesso percorso per dare un altro saluto ai compagni caduti durante l'estenuante viaggio. Ricordo che piansi moltissimo nel vedere quelle immagini. -

Michael aveva gli occhi lucidi, a fatica tratteneva le lacrime che minacciavano di rigargli il viso. Susanne si voltò a guardarlo e vide i suoi occhi gonfi. D’istinto, come solo lei sapeva fare, in un gesto del tutto naturale ed innocente lo abbracciò. Lei non era una persona espansiva, generalmente non aveva contatti fisici con le persone, solo con i genitori in occasioni particolari o con i suoi migliori amici che si contavano sulle dita di una mano. Ma in Michael vedeva tutto quel bisogno di affetto che andava in qualche modo colmato e non riusciva a trattenersi.
L’abbracciò fu interrotto dalla proboscide di Gipsy che cercava nelle tasche della camicia di Michael qualche leccornia da rubare.

- Gipsy smettila, mi fai solletico! - disse lui ridendo.
- Ahahah! Che buffa che è! - disse Susanne staccandosi da Michael.
- Credo che abbia fame, il guardiano sarà qui tra poco a dar loro da mangiare. -

Michael le prese di nuovo la mano e la condusse alle scuderie. Aveva 10 cavalli, tutti di razza americana, c’erano Quarter Horse, Paint e Appaloosa, erano tutti in ottima salute e un paio nitrirono quando Michael entrò nel corridoio della scuderia.

- Buongiorno ragazzi! State bene? - disse lui accarezzando tutti i morbidi musi che si affacciavano sul corridoio.
- Michael, questi cavalli sono splendidi, io adoro i cavalli, sono così nobili, così eleganti e sensibili. Ma tu, tu... sai cavalcare? -
- Certo, è una cosa che faccio spesso quando i miei impegni me lo permettono, è una sensazione meravigliosa galoppare liberi con il vento che ti sfiora... è quasi come volare. -

Michael aveva descritto la sensazione che Susanne aveva provato all’età di nove anni la prima volta che salì su un cavallo.

- Ma come fai? Come ci riesci? - chiese lei.
- A fare cosa? -
- A descrivere ogni sensazione, ogni emozione, come se fossero le mie. -

Michael sorrise imbarazzato.

- Non lo so. - rispose infine.

Susanne ebbe di nuovo l’istinto di abbracciarlo, ma non voleva metterlo in imbarazzo più di quanto non lo fosse già.

- Ti va di fare un giro? - chiese lui.
- E me lo chiedi? Certo! -

Sellarono due cavalli e si avviarono lungo il sentiero sul retro dello zoo. A tratti il sentiero era costeggiato da grandi alberi dalla chioma lussureggiante. Ad un certò punto Michael deviò e uscì dal sentiero.

- Sei pronta? -
- Per cosa? -

Michael aveva un sorriso frubetto che non le piaceva affatto.
All’improvviso si piegò in avanti, la mano destra che reggeva le redini si allungò fino a metà del collo del cavallo e con uno schiocco della lingua fece partire l’animale al galoppo in mezzo ad un prato sconfinato.
Susanne aveva intuito quel gesto, conosceva bene i movimenti usati per andare a cavallo e nonostante lui fosse partito all’improvviso lei non ci mise molto per impartire lo stesso comando alla puledra che montava.
Si ritrovarono a galoppare a tutta velocità. Michael urlava di gioia e di eccitazione e Susanne sentiva l’adrenalina che cominciava a scorrere impetuosamente nelle vene. Era da tempo che non cavalcava così. Il suo lavoro non glielo aveva più permesso.
La puledra di Susanne evidentemente era rimasta indispettita dal gesto improvviso che il cavallo di Michael aveva compiuto e affrettò sempre di più il passo, le sue falcate si fecero sempre più ampie dando sfogo alla potenza muscolare di quello splendido animale. Susanne non ci mise molto a superare Michael e il suo destriero e quando giunse in prossimità di un piccolo boschetto tirò le redini e usò la voce per frenare quella corsa entusiasmante.

- Uooooooh. - era il comando usato per fermare il cavallo.
- Uooooooh. - disse Michael poco dopo fermandosi a sua volta.

Susanne scese da cavallo e tolse sella e bosal alla puledra, lasciandola libera di pascolare. Michael fece altrettanto.

- Michael, è stato meraviglioso, era un sacco di tempo che non cavalcavo in questo modo! - disse Susanne sentendosi improvvisamente di nuovo ragazzina.
- Sono contento che ti sia divertita. Ma non è finita qui! Vieni con me presto! -

Michael le afferrò la mano e cominciò a correre in mezzo all’erba alta.

- Michael ma dove andiamo? -
- E’ una sorpresa, è dietro a quel boschetto. Presto, vieni! -

Susanne correva mano nella mano con Michael. Raggiunsero il boschetto e lo oltrepassarono, lì dietro c’era un piccolo capanno.

- Aspettami qui! -
- Ok. -

Michael entrò nel capanno, era lì che teneva l’occorrente per le battaglie con i fucili ad acqua. Ne prese uno e lo caricò nel lavandino che c’era lì accanto. Susanne attendeva ignara fuori.
All’improvviso Michael uscì, aveva un braccio nascosto dietro la schiena e di nuovo quel sorriso furbetto sul viso.

- Michael? Cosa nascondi lì dietro? Non mi piace quel sorrisetto... Michael! Rispondi! Michael! - lui si avvicinava inesorabile.

Susanne non fece in tempo a pronunciare di nuovo il suo nome che Michael cominciò a spruzzarle acqua addosso con il suo fucile.

- Maledetto! Se ti prendo! - Susanne partì all’inseguimento di Michael che rideva e continuava a girarsi mentre correva nel tentativo di bagnare Susanne il più possibile.
- E’ inutile che scappi, ti sto raggiungendo. Arrenditi! -
- Mai! Ahahahah! -

Il continuo girarsi di Michael per bagnare Susanne gli faceva perdere terreno e lei ormai lo aveva raggiunto. Lo afferrò per la camicia, poi inciampò e cadde, facendolo cadere a sua volta. Si ritrovarono a terra, Susanne era sopra di lui che non smetteva di ridere e ansimare dalla fatica. Lei era a cavalcioni su di lui e respirando a fatica lo guardava negli occhi cercando qualcosa da dirgli. Ma non trovava nessuna parola adatta a quel momento. In pochi minuti aveva capito chi era Michael. Un uomo meraviglioso e tutto da scoprire.
Gli sguardi si fecero seri, le risa cessarono improvvisamente.
Michael le accarezzò il viso, mentre deglutiva e cercava di normalizzare il respiro. Susanne appoggiò una mano sul suo petto e si chinò su di lui.
Le labbra di lei si dischiusero mentre gli occhi si chiudevano. Michael era rapito da quell’immagine del suo viso, così bella, così dolce, così vera. Chiuse gli occhi e rimase in attesa di quel contatto che tanto aveva sperato di ricevere.
Finalmente le labbra di Susanne si posarono sulle sue, era un bacio dolce, puro, un bacio tenero di due persone che si conoscono da poco ma sembrano essere state insieme tutta una vita. Un bacio che avrebbe cambiato per sempre il loro destino.


manu 62
00sabato 27 novembre 2010 06:53
Un capitolo meraviglioso Stefy.Il tuo Michael è...Michael!
dirtydiana66
00sabato 27 novembre 2010 09:28
grazie del capitolo, ha ragione Manu ,ci hai fatto vedere
il vero Michael...
Stefy B.85
00sabato 27 novembre 2010 11:26
Re:
dirtydiana66, 27/11/2010 9.28:

grazie del capitolo, ha ragione Manu ,ci hai fatto vedere
il vero Michael...



manu 62, 27/11/2010 6.53:

Un capitolo meraviglioso Stefy.Il tuo Michael è...Michael!



Troppo buone ragazze, grazie. [SM=g27821] [SM=g27821] [SM=g27821]

In fondo non ci vuole un genio a capire Michael, basta guardarlo con gli occhi di un bambino e vedere semplicemente quello che è: una persona meravigliosa, ma soprattutto un essere umano dotato di una sensibilità particolare rispetto ad altri, ma pur sempre un essere umano.

ludo.94
00sabato 27 novembre 2010 15:06
Dolcissimo capitolo Stefy! troppo bello quando corrono spensierati con i cavalli nei prati di Neverland! descrivi tutto benissimo!![SM=g27821]
il finale è meraviglioso! e sei riuscita perfettamente a rispecchiare Michael come lo vedo io...almeno al di fuori del lavoro! [SM=g27823] magari avesse avuto una persona come Susanne al suo fianco [SM=g27819]
un bacio fino al prossimo capitolo!! [SM=x47938]
Wendy_81
00sabato 27 novembre 2010 23:50
Complimenti Stefy, bellissima FF e bellissimo capitolo...ritrovare Michael, quello vero, è un'emozione unica..
BEAT IT 81
00domenica 28 novembre 2010 22:42
Stefy bellissimo capitolo, la parte della cavalcata poi è stupenda....Grande, continua così !!!!!! Baci
Stefy B.85
00lunedì 29 novembre 2010 03:57
Ragazzeeee, non l'ho revisionato e devo scappare a letto vista l'ora e visto che mi devo alzare tra 4 ore, ma avevo l'ispirazione e non potevo farmela scappare! Scusate gli eventuali errori. Buona lettura!

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CAPITOLO 20 - L'eterna lotta

Può un bacio racchiudere mille emozioni così diverse e contrastanti? Susanne non si era resa conto di quello che aveva appena fatto. Le erano passati per la mente così tanti pensieri in quel momento che non riusciva nemmeno più a capire dove si trovasse. Perchè lo aveva baciato? Perchè aveva accelerato così le cose? Sembrava quasi di averle forzate, era troppo presto, non lo conosceva anche se lui era un personaggio pubblico per il mondo, non lo era per lei, sempre troppo presa dal lavoro per badare al mondo dorato dello spettacolo. Quelle poche cose che sapeva le aveva sentire di sfuggita in TV o in radio, oppure gliele raccontava Jason. Lei conosceva Michael principalmente attraverso gli occhi di suo fratello, il quale lo vedeva come un amico, un fratello maggiore. Jason voleva bene a Michael anche se non lo conosceva, sapeva che era una persona dolce, buona e gentile, la sua ammirazione andava oltre la musica e il ballo, Jason aveva cercato di approfondire anche il lato umano della sua pop star preferite e tutto quello che aveva scoperto era che Michael Jackson era una persona buona e questo aveva trasmesso a Susanne ogni volta che le parlava di lui.
Cosa stava accadendo in quel momento? Perchè l’istinto l’aveva portata ad agire in quel modo? Cos’è che aveva scatenato quel sentimento di estrema comprensione nei confronti di quell’uomo? Il bisogno di affetto di Michael era tangibile, talmente tangibile che lei riusciva a vederlo, nei suoi occhi, nei suoi mezzi sorrisi e nelle sue parole. Tipica sindrome da crocerossina, vedeva un cucciolo smarrito e non poteva fare a meno di salvarlo, convinta che ci sarebbe riuscita. Ogni volta ci ricascava, ma non sempre andava bene e il fallimento era una cosa che Susanne non era capace di accettare. Cercò di schiarirsi la mente, mentre staccava le labbra da quelle di Michael. Per un attimo restarono a pochi millimetri di distanza, con gli occhi chiusi e i cuori che battevano all’impazzata, un po’ per la corsa ma soprattutto per l’emozione che quel contatto così intimo e delicato aveva scatenato all’improvviso.



- Scusami. - Susanne si allontanò da lui distogliendo lo sguardo, non sapeva che altro dire, le sembrava di aver violato una proprietà privata.
- Scusarti? Perchè? E’ stato bello. - disse lui guardandola e sorridendo.
- Non dovevo, non era il momento. -
- Certo che lo era, lo è sempre quando è l’istinto a guidarci. -
- No Michael, l’istinto a volte si sbaglia e io sento che non era il momento. Non ci conosciamo abbastanza. - Susanne era poco convinta di quelle parole, ma la ferita della sua ultima storia era ancora aperta, nonostante fosse passato ormai tanto tempo. Non voleva ricadere nello sconforto un’altra volta e i mille dubbi che aveva anche quando non sapeva che la persona con cui scambiava le e-mail era Michael Jackson erano sempre lì. Due vite caotiche, impegni di ogni tipo, viaggi, mai un momento per se stessi, mai un attimo di tranquillità. Ora che sapeva che non era soltanto un semplice ballerino, ma era la star più famosa del pianeta peggiorava le cose.

- Susanne, ma che ti prende? -

Lei non rispose, si alzò lasciando Michael disteso in mezzo al prato, girò le spalle e cominciò a camminare verso la puledra che stava pascolando poco lontano.

Michael non capiva, era stato un momento bellissimo, non sentiva quell’emozione da un po’ e il fatto che lei gliel’avesse risvegliata così violentemente lo lasciò interdetto. La storia con Lisa negli ultimi tempi si trascinava a fatica, tra tira e molla continui e i momenti come quelli erano un lontano ricordo per lui.
Si alzò in piedi e prese a camminare dietro Susanne. Lei aveva raggiunto la cavalla e la stava sellando. Michael affrettò il passo e dopo poco fu dietro di lei.

- Susanne, mi dici che ti prende per piacere? Cosa ho fatto di sbagliato? - il dubbio che fosse colpa sua lo tormentava, di solito era lui la causa della sua stessa infelicità e non passava giorno che non si maledicesse per questo. Mantenere dei rapporti non era il suo forte, ma del resto aveva poca esperienza in questo campo.
- Niente Michael, ora non mi va di parlarne. Scusami. Possiamo tornare alla casa? -
- D’accordo. - non gli sembrava il caso di forzare la mano.

Si diresse verso il suo cavallo e lo sellò, entrambi montarono a cavallo e tornarono in silenzio alla stalla. Svestirono i cavalli e li lasciarono tornare alla quiete del loro recinto.

- Vado a farmi una doccia se non ti dispiace. - disse lei.

Michael annuì con la testa, non trovando le parole adatte per risponderle. Gli faceva male vederla così e non sapere il motivo. Fino a poco prima ridevano felici in mezzo ad un prato e ora era stato tutto cancellato. Poteva un bacio essere sbagliato? Poteva un gesto d’amore di quel tipo infondere tanta tristezza? Michael non riusciva a darsi una risposta convincente. Era deciso a far tornare il sorriso a Susanne.

Era ormai ora di pranzo e gli chef avevano preparato per l’ospite speciale delle lasagne vegetariane. Susanne si presentò puntuale per sedersi a tavola con Michael.

- Mi dispiace per prima. Non volevo essere scortese, ma... -
- Shhht, non ne parliamo più, pensa a gustarti questa delizia italiana. - la zittì lui. Non voleva tornare sull’argomento. Non voleva che niente turbasse Susanne.
- Sai, stamattina mi sono divertita molto in verità. E’ stato bello passare quei momenti con te. -
- Anch’io sono stato bene. - un sorriso illuminò il volto di Michael, era felice di sentirle dire quelle parole.
- Era molto tempo che non facevo qualcosa di divertente. Sono così presa dal lavoro che a volte penso che la mia esistenza sia stata destinata solo a quello. -
- Ti capisco. -

Era vero, avevano scoperto una cosa in comune, l’estrema dedizione al lavoro, il bisogno di sentirsi realizzati tramite qualcosa che sentivano di dover fare. Michael non poteva stare senza musica, Susanne non poteva stare senza gli animali da salvare. Ma come conciliare tutto questo? Susanne non si dava pace, non riusciva nella sua mente a trovare la più piccola soluzione a questo problema e questo la bloccava. Soffocava quello che stava iniziando a provare per lui, troppo presa dalla paura di stare male. Il suo cervello le diceva che era meglio non andare troppo in fretta, ma il suo cuore stava ancora galoppando verso di lui in mezzo a quel prato sconfinato.

Finirono di pranzare.

- Ti dispiace se vado un po’ a riposare? Quei giorni di ospedale e le corse di stamattina mi hanno un po’ stancata. - disse lei.
- No, tranquilla. Ci vediamo dopo? - chiese lui titubante, sperando di non ricevere una risposta negativa.
- Certo. - lei gli fece un sorriso che lui ricambiò immediatamente.

Era così bella quando sorrideva, gli occhi le si illuminavano e il volto splendeva.
Michael non era dispiaciuto del fatto che lei si fosse ritirata nella sua stanza, aveva il tempo di prepararle una sorpresa per quella sera. Corse nella sua stanza e aprì il suo gigantesco armadio guardaroba. Prese a setacciare tutte le sue giacche in cerca di una giacca in particolare. La trovò e la mise sul letto. Poi aprì un cassetto dove c’era una piccola scatola blu di velluto. La aprì e posò il contenuto luccicante sul letto accanto alla giacca. Mancavano solo un paio di pantaloni neri e dei calzini bianchi. Di sicuro quelli non gli mancavano.
Si infilò nella doccia, l’odore dei cavalli rimaneva impresso sin dalla prima carezza che si faceva loro e per quanto a lui piacesse sentirlo sulla pelle non era quello il momento.
Quando uscì si vestì con gli indumenti che aveva preparato sul letto. Infilò i suoi mocassini neri, posò il fedora nero sulla testa e si diresse nella sua sala magica.
Non aveva bisogno di fare delle prove, sapeva quella coreografia a memoria, l’aveva inventata lui ed erano anni che la eseguiva. Voleva però preparare la sala in modo da rendere lo spettacolo unico. Si mise al computer per regolare le luci che avrebbero dovuto illuminare la stanza.
All’inizio il buio, poi un fascio di luce bianca ad illuminargli i piedi, e poi via con le luci intermittenti a ritmo di musica. Era così che si doveva svolgere e programmò le luci in modo tale da sincronizzarle con la musica.
Era tutto pronto, voleva vederla di nuovo sorridere. Voleva baciarla di nuovo. Avrebbe fatto di tutto per poter sentire di nuovo il sapore delle sue labbra, così dolci, così morbide.

Susanne si addormentò nella sua stanza. Era quasi ora di cena quando si svegliò e preoccupata di aver dormito troppo si vestì di corsa per raggiungere Michael in sala da pranzo, nella sua casa. Indossò una camicia nera abbastanza attillata, un paio di jeans e le sue scarpe da maschiaccio. Si arruffò i capelli corti, cercando di dar loro un senso con un leggero tocco di gel. Niente trucco in viso, non era abituata ad usare il make-up, non aveva senso per lei stando sempre in mezzo ai boschi. Si sitemò la collanina che aveva al collo, il ciondolo che vi era appeso era un dente di lupo. Apparteneva al primo lupo che aveva soccorso, ma che non era riuscita a salvare. Era stato ferito dai bracconieri con un colpo di fucile all’addome. Lei e Lucas li stavano seguendo da parecchi mesi e nonostante il tempestivo intervento dei due, non riuscirono a fermare l’emorragia del povero animale. Il canino del povero lupo si era spezzato all’altezza della radice dopo che il colpo di fucile l’aveva fatto stramazzare a terra facendogli sbattere il muso contro una roccia. Susanne lo raccolse, non voleva dimenticare quell’episodio. Nascose il dente nella camicetta, non voleva che Michael lo vedesse per non essere costretta a raccontare quel doloroso ricordo.
Uscì dalla casa degli ospiti per raggiungere Michael a cena, ma quando entrò in sala da pranzo lui non c’era e la tavola non era ancora apparecchiata. Così andò in cucina e chiese alla cuoca dove fosse Michael.

- Credo sia nella sala da ballo signorina Thomas. -
- Grazie. -

Susanne si diresse verso quella porta scura e bussò. Nessuno rispose. Poi vide che c’era un biglietto attaccato alla porta.

“Apri la porta e siediti sulla sedia alla tua destra. Michael”

Susanne aprì la porta, era tutto buio. Vide a malapena la sedia alla sua destra e si sedette.
Questa volta non c’era il pubblico acclamante ad aspettare il suo Re, c’era solo lei ad assistere a quello spettacolo privato.



Le prime note suonarono e la luce si accese sui piedi di Michael, per poi spostarsi ad illuminare il suo corpo immobile, fermo in quella classica posa che tutto il mondo conosceva.
Il suo corpo si muoveva come se fosse tutt’uno con la musica, la sua voce riempiva la stanza facendo vibrare le corde dell’anima di Susanne che guardava incredula quello spettacolo di pura arte. Quella canzone la riportava indietro nel tempo, quando era ancora una studentessa e ogni tanto usciva con le amiche per andare a ballare. Quante volte la sua amica Chiara le aveva chiesto di imparare le coreografie di Michael per stupire gli altri in discoteca? Ma Susanne si vergognava e si sentiva incapace anche solo di muovere un passo di danza.
La performance continuava e Michael dava dimostrazione di tutta la sua perfezione in quei movimenti sinuosi e precisi, non alzò mai lo sguardo verso Susanne, il viso era costantemente coperto dal cappello nero. Quando la musica finì Michael rimase immobile al centro della stanza, cercando di riprendere fiato. Il silenziò calò improvvisamente in quel posto magico.

- Non ho parole... è stato... è stato semplicemente meraviglioso. Grazie Michael. -

A quelle parole Michael si tolse il cappello e fece un inchino.

- Grazie a te di aver voluto assistere. - rispose lui con un’umiltà che Susanne non credeva potesse appartenere ad un’artista di quel calibro.

Lui si avvicinò a Susanne e le prese la mano.

- Ti prego, non andare via dopo cena. - nei suoi occhi si leggeva una profonda malinconia e una paura fanciullesca, come quelle che hanno i bambini quando devono dormire da soli nella loro stanza e fuori imperversa un temporale.

Susanne era rapita da quegli occhi, era rapita dalla dolcezza di quell’uomo, era rapita dall’eleganza e dalla gentilezza che emanava. Sentiva che stava perdendo il controllo della mente e il cuore si faceva largo tra quel groviglio di pensieri che si susseguivano frenetici ogni volta che incrociava il suo sguardo e sentiva il battito accelerare.
Non rispose ma si limitò a sorridergli. Questo a Michael bastava. Le lasciò la mano.

- Mi è venuta fame, andiamo a mangiare qualcosa, ti va? - disse poi.
- Con piacere. -
dirtydiana66
00lunedì 29 novembre 2010 12:37
che Paura!!! pensavo in una lite invece è andata a buon fine spero ....Susanne buttati.... di Lui ti puoi fidare.

aspetto il prossimo sono curiosa cosa succederà.........


manu 62
00lunedì 29 novembre 2010 13:09
Ha ragione Flora!Buttati Susanne...e quando ti ricapiterà più???!!!
ludo.94
00lunedì 29 novembre 2010 14:59
bellooooooooo!! mamma mia sono sempre più curiosa!! [SM=g27828] quanto è dolce lui!!! [SM=x47928]
susanne lasciati andareeeee!!! [SM=g27827]
bella anche la prima foto!! e quel video... [SM=g27836]
un bacio!!! [SM=x47938]
Stefy B.85
00lunedì 29 novembre 2010 20:20
Re:
ludo.94, 29/11/2010 14.59:


bella anche la prima foto!! e quel video... [SM=g27836]
un bacio!!! [SM=x47938]



Ahahahaha, aspettavo un commento sulla foto! Ovviamente è un fotomontaggio... siccome non trovavo una faccia "compatibile" con la foto di Michael dove bacia Lisa mi sono fatta una foto facendo finta di baciare Michael e mi ci sono appiccicata sopra! [SM=x47958] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] Poi gli ho allungato un po' i capelli perchè altrimenti non combaciava con il Michael della storia...

Siete un pochino invidiose eh??? [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954]

Per il video, no comment... [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=x47963] [SM=x47962]

Bacione!!! Se riesco stasera scrivo... ma non garantisco. [SM=g27829]


angelaserre
00lunedì 29 novembre 2010 21:31
bellissimi cap,mi stai facendo sognare continua pleause.
BEAT IT 81
00martedì 30 novembre 2010 17:11
Stefy!!! Troppo bello questo capitolo.......Susanne buttati !!!!!! Sono curiosa di vedere cosa succederà ora ;-))))) . Continua così !!!! Bacione Sara
ludo.94
00domenica 19 dicembre 2010 19:01
Stefy! tutto bene?? mi manca la tua storiaa!!
un bacio spero di rileggerti presto!! [SM=g27823]
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