Questo è un po' corto, ma serve a proseguire la storia. Enjoy!
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Capitolo XII - Segni di speranza
Lucas aveva aspettato per un’ora fuori dalla porta della stanza 125 dopo che era andato a prendersi un caffè, non sapendo che Michael in realtà era già andato via.
Alla fine bussò alla porta per dire a Michael che lui sarebbe tornato in albergo, ma non ci fu nessuna risposta. Così, aprì la porta e vide che Michael non c’era più, si avvicinò a Susanne, la guardò con gli occhi di nuovo pieni di lacrime.
- A presto. Non ti lascio sola. - sussurrò.
Uscì dalla stanza e ricacciò indietro le lacrime che gli annebbiavano la vista e si avviò verso l’uscita dell’ospedale. Prima di aprire la porta però, si fermò un istante e tornò indietro alla reception.
- Mi scusi signorina, ha visto per caso un uomo alto, magro, con i baffi e gli occhiali uscire da qui? -
- Non saprei, qui entra ed esce parecchia gente. -
- Aveva una camicia rossa e dei pantaloni neri, se la può aiutare a ricordare. -
- Adesso che mi ci fa pensare, sì, è passato un uomo che corrisponde alla sua descrizione, circa un’ora fa. - sorrise l’infermiera.
- La ringrazio. -
Lucas non sapeva cosa pensare, perchè Michael era andato via senza dirgli niente? Perchè aveva abbandonato Susanne così presto? C’erano mille domande che gli frullavano in testa e i dubbi che nutriva verso Michael si andavano alimentando, era un personaggio strano ai suoi occhi, molto ambiguo ed estremamente misterioso. Non sembrava cattivo, ma si sa, l’apparenza inganna e Lucas non era un tipo che si fidava troppo.
Mentre cercava risposte alle sue domande tornò all’albergo.
- Signor Anderson, c’è un messaggio per lei. - disse la receptionist.
- Ah, grazie. -
“Caro Lucas,
sono dovuto andare via per il bene di Susanne, non posso spiegarti esattamente cosa è successo, ma sappi che farei qualsiasi cosa per lei, anche allontanarmi se necessario ed è proprio quello che ho dovuto fare così in fretta. Mi dispiace non poter spiegare, ma ti chiedo solo di fidarti di me. Stalle vicino.
Dietro a questo biglietto c’è il mio numero di telefono, in caso servisse qualcosa o in caso ci fossero notizie urgenti.
Con affetto.
Michael”
Lucas era ancora più confuso dopo questo messaggio da parte di Michael. Come poteva essere sparito per il bene di Susanne, cosa voleva dire? Era forse un criminale ricercato dalla polizia e lo avevano trovato? Che stava succedendo? Sapeva che sarebbe stato inutile chiamarlo e chiedergli spiegazioni. Mise il biglietto in tasca e tornò nella sua stanza.
Michael era da poco tornato a Neverland con Karen. L’espressione sul suo viso diceva tutto, non era molto bravo a nascondere le proprie emozioni, ma Karen voleva cercare di confortarlo un po’.
- Michael, che cosa è successo in ospedale? - chiese lei dolcemente.
- Sono stato uno stupido, ho tolto gli occhiali e i baffi per avvicinarmi a Susanne, per stare vicino a lei senza trucchi, senza inganni, anche se lei non poteva vedermi e così un’infermiera è entrata nella stanza senza che me ne accorgessi e mi ha riconosciuto. Ecco spiegati i giornalisti fuori dall’ospedale. - disse lui con un filo di voce.
- E l’altro ragazzo? Come si chiama? Lucas? Dov’era? -
- Non lo so, quando sono uscito non l’ho visto, magari si era allontanato un attimo. Ma perchè sono stato così stupido? Ero lì con lei finalmente e ho rovinato tutto. - non aveva la forza nemmeno per piangere, ma la voce era strozzata dal magone che aveva in gola.
- Michael, non ti abbattere così, vedrai che tutto si risolverà, i miei trucchi non sono esauriti e tu potrai tornare a trovarla presto. Hai fatto bene ad andartene via subito, altrimenti sarebbe stato molto peggio. - Karen gli cinse le spalle con un braccio e gli teneva la mano sinistra.
- Lo so. Quei parassiti farebbero di tutto per uno scoop. Io vorrei solo essere lasciato in pace. -
- Credo anche che tu debba delle spiegazioni a Lucas, in fondo lui ti ha dato fiducia senza sapere niente di te, ma la fiducia non per tutti è istintiva e temo che possa essere pericoloso per te se lui improvvisamente cambiasse idea sul tuo conto. -
- Hai ragione Karen, ma volevo che Susanne fosse la prima a sapere la mia vera identità, capisci? Era una cosa tra me e lei, poi purtroppo è successo l’incidente e tutto è cambiato. -
- Lo capisco Michael. Spetta a te decidere. Io comunque resto a tua disposizione lo sai. -
- Grazie Karen, sei un’amica. -
- Ti voglio bene Michael. -
- Io di più.-
Un lungo abbraccio seguì la fine di quella conversazione e Karen scese in cucina a chiacchierare con lo staff di Neverland e a mangiare qualcosa.
Lui non aveva appetito e andò nella sala prove a cercare un po’ di conforto nella sua amica più cara e fidata, l’unica che sapeva non l’avrebbe mai tradito: la musica.
Accese l’impianto stereo e un concerto di musica classica cominciò a riempire l’aria. Michael cominciò rilassarsi e finalmente trovo la forza di piangere e sfogarsi.
Il giorno dopo Lucas tornò in ospedale a trovare l’amica, la situazione non era cambiata, ma Lucas sembrava meno arrabbiato. Sapeva che doveva starle vicino ed avere quelle emozioni negative dentro di sè non sarebbe stato un bene per lei.
- Susanne, non so se tu puoi sentirmi, ma volevo dirti che Michael è dovuto andare via, non so bene per quale ragione, ma mi ha chiesto di starti vicino e di fidarmi di lui. Io non so cosa fare, è tutto così strano, lui è strano e misterioso, ma sembra che ti voglia bene e questo mi confonde le idee moltissimo. Se solo tu potessi dirmi qualcosa in proposito. -
Lucas teneva la mano di Susanne tra le sue e sentì un leggero movimento da parte della ragazza.
- Susanne!!! Sei sveglia? Puoi sentirmi? - il ragazzo era emozionato e sperava che lei si stesse svegliando.
Un altro leggero movimento del dito indice di Susanne lo fece esultare di gioia, ma per ora Susanne non riusciva ancora a svegliarsi.
- Susanne, che gioia sentirti muovere il dito, vuol dire che puoi sentirmi! - Lucas era così agitato che non capiva più niente.
Non seguirono altri movimenti da parte di Susanne e lui decise che forse l’amica aveva bisogno di riposare ed uscì dalla stanza.
Aveva portato con sè il suo computer portatile e lo accese per avvisare i genitori di Susanne di questo suo piccolo progresso. Mentre scriveva si ricordò che Michael gli aveva lasciato il suo numero di telefono nel caso in cui ci fossero state novità. Decise di chiamarlo una volta terminata la mail che stava scrivendo.
Dopo essersi sfogato in sala prove Michael andò in camera sua. Il suo telefono prese a squillare, ma lui non aveva voglia di rispondere. Era ancora distrutto da quanto era accaduto e temeva fossero i suoi collaboratori che gli dicevano che il lavoro doveva proseguire, che doveva presentarsi in studio al più presto e altre seccature del genere. Era sdraiato sul suo letto e fissava il soffitto immaginando il risveglio di Susanne e in quel momento il cuore gli balzò in gola, poteva essere Lucas che aveva delle novità. Con un movimento troppo frettoloso e goffo rotolò verso il comodino dove era appoggiato il telefono, rischiando di cadere e rispose.
- Pronto? - la voce gli tremava dall’agitazione.
- Pronto Michael? Sono Bruce, volevo sapere se ti eri liberato dall’impegno che avevi e potevi passare in studio, abbiamo veramente bisogno di te per andare avanti adesso. Mi dispiace, ma non possiamo rimandare oltre. -
Michael era così deluso da quanto aveva appena sentito e quasi aveva voglia di mettere giù il telefono immediatamente.
- Sì Bruce, capisco, oggi pomeriggio verrò in studio. - improvvisamente la voce di Michael si era fatta cupa e triste.
- Ma stai bene amico? Ti sento un po’ giù. -
- Sì, non ti preoccupare, sono solo un po’ stanco. A più tardi. -
- Ok, a dopo. Contiamo su di te! -
Michael tornò a sprofondare nel materasso del letto, braccia e gambe aperte e sguardo di nuovo fisso sul soffitto. Il telefono squillò di nuovo.
“Cavolo ma è proprio un incubo oggi. Chi cavolo sarà adesso? Devo rispondere...” pensò un po’ seccato.
- Pronto? - il tono era leggermente irritato ma non troppo.
- Michael? Sono Lucas. -
Michael balzò a sedere sul letto, rimbalzando sul materasso e fortunatamente si ricordò di camuffare la voce.
- Lucas, che bello sentirti, spero che tu abbia buone notizie. - disse infine.
- Sì Michael, Susanne sta facendo progressi, oggi ha mosso due volte il dito indice. Ero così contento che ho pensato di chiamarti. -
- Wow! E’ proprio un’ottima notizia, purtroppo non so quando potrò tornare a trovarla e... - Michael si interruppe improvvisamente, non sapeva se dire a Lucas la verità o no.
- E? - lo invitò a proseguire Lucas.
- E... spero che si risvegli presto. Ecco tutto. -
- Lo speriamo tutti Michael. Ci sentiamo. - Lucas mise giù il telefono.
“Stupido, stupido Michael, dovevi dirgli qualcosa, Karen ha ragione e tu lo sai.” pensò tra sè e sè. “La prossima volta glielo dirò” si ripromise.