Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 13:29
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22/05/2010 00:04
 
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PARTE PRIMA (Prologo – L’incontro a Roma)

CAPITOLO 3°

Arriviamo in hotel, la limousine entra nel garage e da lì saliamo accompagnati da alcune guardie del corpo nella sua suite, che mi appare meravigliosa.

Appena entriamo lui dice qualcosa a quell'armadio di prima, e quello scompare in un altra stanza. Dopo qualche secondo in cui entrambi siamo rimasti in silenzio, in tutto l'appartamento risuona l'ouverture dei Carmina Burana, io lo guardo negli occhi e lui guarda nei miei molto intensamente, mi prende la mano e dolcemente mi attira a sé abbracciandomi stretta, ricambio il suo abbraccio e lo bacio sulla guancia, lui fa lo stesso con me.
Divincolandosi poi dolcemente dal mio abbraccio mi indica il divano e mi dice di sedermi chiedendomi se ho voglia di bere qualcosa, gli rispondo che vorrei come al solito una Vodka, me la prepara e dopo avermi porto il bicchiere mi dice di scusarlo un momento ed esce dalla stanza.

Lo vedo scomparire dietro ad una porta, e trovandomi da sola comincio a guardarmi intorno, anche se il salotto è illuminato da una luce soffusa, riesco ad intravedere un mucchio di oggetti; cartelloni arrotolati, peluche, pupazzi, foto sparse su un tavolo insieme ad una pila di cd e musicassette, oltre ad un numero indefinito di cose di ogni genere e sorta, che immagino siano i regali dei suoi fan; vedo anche dei disegni in bianco e nero e a colori che lo ritraggono in differenti pose, in un angolo c’è un cartellone semi-aperto in cui si legge “Michael, We Love You” decorato con cuori, fiori e stelle colorati di porporina dorata, rossa e argentata.

Mentre osservo il tutto sento come un brusio arrivare dall’esterno, non mi rendo conto sul primo momento di cosa sia, perché decisamente la musica sovrasta questo strano rumore, ma prestando maggiore attenzione mi accorgo che esso proviene dalla strada, istintivamente vado verso una finestra per guardare che cosa possa essere, ma fortunatamente mi fermo in tempo per capire che sicuramente, quello che sento sono le voci dei fan, che stazionano sotto le finestre dell’albergo nell’attesa di poter vedere il loro idolo.
Mi ritraggo immediatamente, allontanandomi da lì, con la paura che qualcuno abbia potuto vedere la mia ombra, e mentre mi siedo rifletto sul mio comportamento, dandomi mentalmente della paranoica, ma sicuramente dopo aver visto tutte le misure di sicurezza di cui Michael si circonda e dopo aver sentito tutti i suoi discorsi, penso che per diventare paranoici, in una situazione del genere, basta pochissimo.

Le mie elucubrazioni vengono finalmente interrotte dal suo ritorno, sentendo la porta aprirsi infatti, mi giro verso di lui e resto in contemplazione a guardarlo.
Si è tolto la giacca, ora indossa sopra i pantaloni neri, una camicia bianca lunga di seta, lasciata sbottonata sopra una t-shirt anch’essa bianca con scollo a V, si è sciolto i capelli che ricadono morbidi e ricci sulle spalle, credo che si sia anche dato un ritocco al trucco, perché la pelle del viso mi sembra ancora più chiara, è semplicemente stupendo, bellissimo e affascinante ed io lo fisso mentre si avvicina al divano su cui sono seduta, con occhi assolutamente ammirati, senza riuscire a distogliere lo sguardo da tanta bellezza, visibilmente turbata.

Lui accorgendosi del mio turbamento mi chiede sorridendo:

“Che succede, perché mi guardi così?”

Sentendomi come una bambina colta a rubare la marmellata dalla dispensa, abbasso gli occhi e istintivamente rispondo in italiano:

“Mamma mia, non mi ero accorta di quanto fossi bello.”

Lui mi osserva con uno sguardo interrogativo e mi dice:

“Ho capito solo mamma mia, che cos’hai detto?”

Mentalmente mi dico: “E me lo chiedi pure? Ma non l’hai capito da come ti guardavo?”

Poi rivolgendomi a lui:

“Ho detto che questo tuo look, mi piace molto.”

Michael continua a fissarmi, forse non del tutto convinto della mia risposta, ma anch’io ora lo fisso, sostenendo il suo sguardo, mentre avverto un’intera colonia di farfalle nel mio stomaco che svolazzano felici da su a giù.

Sono completamente ammaliata da lui, e talmente persa nei suoi occhi così intensi e luminosi, che non riesco nemmeno più a pensare. Poi finalmente questo lunghissimo attimo di deliquio, viene interrotto dal vociare dei fan che reclamano a gran voce un’apparizione di Michael.

Lui infatti, indicando con la mano, la direzione da cui provengono quelli voci, mi dice:

“Li senti? Ora se non mi affaccio, sono capaci di continuare tutta la notte, e qualcuno potrebbe chiamare la polizia per far smettere questo chiasso, ma io non voglio che questo succeda.”

Mi viene da sorridere per cui replico:

“Mi sembra che tu non abbia alternative. Se pensi che vedendoti, poi la smetteranno di far rumore, ti devi affacciare sicuramente. Anche perché è già molto tardi, e qualcuno la polizia potrebbe averla già chiamata.”

Lui mi guarda sorridendo e mi chiede con un tono dolcissimo, che quasi mi commuove:

“Non ti dispiace se lo faccio?”

Gli rispondo sorridendogli e rispondendogli con altrettanta dolcezza:

“Assolutamente no!”

Allora lui si dirige verso la finestra, scosta la tenda, e già i suoi fan, da sotto intravedendo solo un’ombra, cominciano a chiamarlo a gran voce, all’apertura della finestra cominciano a gridare come forsennati e quando finalmente apre anche se non del tutto la persiana, le urla diventano incontenibili. Lo osservo, mentre li saluta con la mano gettando loro dei baci che vengono accolti da applausi e grida insieme a ripetuti: “Michael, I Love You”……..”Michael sei bellissimo…..” etc., etc.

Nel gustarmi questa scena, rimanendo sempre ferma immobile al mio posto, a cui mai avrei pensato di assistere, né da spettatrice esterna, ma ancor meno in compagnia del diretto interessato, penso a quanto tutto questo per un artista sia esaltante, perché anch’io, che sto solo osservando tutto ciò, per empatia, mi sento afferrare da una forte emozione che mi fa traboccare il cuore di gioia, quindi posso solo immaginare che cosa possa significare per lui, assistere ogni volta a questa sorta di venerazione che i suoi fan gli tributano adoranti. Capisco che per una star del suo livello, dover rinunciare a tutto questo possa risultare molto difficile, anzi impossibile, anche se il prezzo da pagare, a volte è decisamente troppo alto.

Dopo qualche minuto di saluti, Michael finalmente richiude la finestra, gesto questo, accompagnato da alte grida di irriducibili che vorrebbero vederlo affacciato più a lungo, ma dopo un po’ fortunatamente, come egli stesso aveva giustamente ipotizzato, il clamore si acquieta per scomparire, a breve, del tutto.

Finito quindi, questa sorta di rito, che più o meno si ripete in tutte le città dove si tengono i suoi concerti, Michael ritorna sui suoi passi e venendosi a sedere vicino a me mi confessa:

“Sai mi dispiace talmente tanto vederli lì, sapendo che stanno in piedi ad aspettarmi per ore che anche quando sono stanco morto, e non ho nemmeno la forza di alzare un braccio, cerco sempre di affacciarmi per salutarli, perché mi sembra una cattiveria nei loro riguardi, non farlo.”

Lo guardo sorridendo, perché penso che questa sua generosità di comportamento che dimostra nei riguardi dei suoi fan, sia davvero straordinaria e gli esterno il mio pensiero aggiungendo anche che comunque per lui deve essere senz’altro esaltante sentire che tante persone lo amano, perché anch’io pur non c’entrando niente, ho trovato questa cosa particolarmente inebriante.

Lui mi risponde che sicuramente lo è, e che questa è una delle cose che apprezza maggiormente nel suo lavoro, sentire il calore e l’amore del pubblico e mi dice inoltre che ne ha talmente bisogno che vorrebbe che tutti lo amassero per la sua musica e per la sua arte. Aggiunge inoltre, che quando sa che qualcuno non è un suo fan, come me per esempio, per lui è un motivo di dispiacere, perché il suo sogno è di piacere a tutti, ma sa anche che questo non è possibile, quindi si deve accontentare di quasi tutti.

Dicendo questo però scoppia a ridere e mi abbraccia.

Mi sento un po’ punta sul vivo, per cui pur ricambiando il suo abbraccio ribatto:

“Ma chi ti ha detto che non ti apprezzo? Ho solo detto che non ho visto i tuoi concerti, ma ciò non significa che non mi piaccia la tua musica, certo non conosco tutto quello che hai prodotto, ma le tue canzoni mi piacciono molto, hai una bellissima voce, mi piace anche molto vederti ballare, e i tuoi video sono eccezionali, sicuramente al di sopra di tutti quelli in circolazione, che non si avvicinano nemmeno lontanamente a quelli che tu hai realizzato. No davvero mi dispiace che tu pensi che io non ti apprezzi, perché non è così.”

Lui capendo che sono davvero dispiaciuta per quello che mi ha detto, ringraziandomi per i complimenti, mi abbraccia forte e mi dice che stava solo scherzando, e che comunque per farmi perdonare dovrò andare a vedere un suo concerto.

Gli ribatto che lo farò sicuramente, ma che non mi vedrà mai in prima fila a strapparmi i capelli o in preda ad una crisi isterica solo perché quando canta I Just Cant Stop Loving You, inavvertitamente poserà lo sguardo su di me.

Mi risponde ridendo, che io non ho bisogno di mettermi in prima fila, ma che per me ci sarà sempre un posto nel back-stage, dove potrò seguirlo comodamente seduta, basta però che io ci vada, perché lui a questo tiene molto.

Detto questo mi abbraccia stretta e poi prendendo il mio viso tra le sue mani comincia a baciarmi molto dolcemente, prima sulle guance fino ad arrivare alle labbra.

Mentre rispondo ai suoi baci, abbracciandolo anch’io, cerco di memorizzare questi attimi nella mente, perché so con certezza matematica, che domani penserò di aver sognato, quindi assaporo centimetro per centimetro la sua bocca, morbida, carnosa e calda. Ha un buonissimo sapore, dolciastro e fresco, mentre penso che il mio sapore, al contrario del suo, saprà sicuramente di alcol e fumo. Dentro di me mi maledico per non aver masticato una gomma americana, che di solito porto sempre con me.
Sono decisamente imbarazzata, anzi mi sento del tutto imbranata, come se fossi ritornata alla mia adolescenza a quando ho dato, a 13 anni, il primo bacio ad un ragazzino mio coetaneo, perché non so cosa fare, non oso muovermi e aspetto che sia lui a fare la mossa successiva, per paura di rovinare tutto e soprattutto non sapendo fin dove lui si voglia spingere.
Improvvisamente, come se mi avesse letto nel pensiero, lui mette una mano dietro la mia nuca, e comincia a baciarmi con maggior trasporto, del tutto ricambiata da me, e così a lungo, da rimanere entrambi quasi senza fiato.

Non so quanto tempo dopo, ci stacchiamo leggermente, guardandoci negli occhi intensamente, lui mi sorride ed io faccio altrettanto, sempre in religioso silenzio, perché davvero non so cosa dire. Il mio cervello in questo momento è completamente in stand-bay e l’unica cosa che riesco a percepire è il battito tumultuoso del mio cuore che credo possa essere sentito anche da lui.

E’ Mike che per primo rompe il silenzio e, con la sua voce flautata, mi fa una domanda che mi lascia completamente di stucco:

“Senti, lo so che è tardi, ma io dopo un concerto non riesco quasi mai a dormire, ti andrebbe di restare qui con me a guardare qualche vecchio film in cassetta o dei cartoni animati? Mi farebbe veramente piacere se tu potessi restare.”

Sono letteralmente sconcertata, e sulle prime penso di aver capito male, quindi per essere ben certa di non aver frainteso ripeto quello che mi aveva chiesto e alla sua risposta affermativa, mentalmente mi chiedo se stia parlando sul serio o se abbia voglia di prendermi in giro.
La prima cosa che mi viene in mente è che, forse, mi ha fatto questa proposta solo per vedere quale sia la mia reazione o semplicemente per stupirmi con una richiesta strana, visto che lui è Michael Jackson e di certo non ci si può aspettare da lui un comportamento che rientri nella “normalità”.
Lui si accorge della mia faccia allibita e dato che sono rimasta a guardarlo con un’espressione che definire esterrefatta è poco, poiché lo fisso da un bel po’ con gli occhi sgranati dalla sorpresa, aggiunge ridendo:

“Immagino che tu stia pensando che la mia richiesta sia strana, ma come ti ho detto, dopo un concerto ho bisogno di rilassarmi, senza pensare a niente, e guardare un film o un cartone è l’unico modo per allentare la tensione, poi se vicino ho una persona con la quale sto bene, per me è davvero il massimo.
Se per te però è troppo tardi e vuoi tornare a casa lo capisco, e anche se un po’ mi dispiace che tu vada via, basta che tu me lo dica che ti faccio subito accompagnare con la mia auto.”

Dopo questa spiegazione che trovo ancora più paradossale, capisco che sta parlando sul serio. Tra me penso che la situazione si sta facendo sempre più comica, però cerco di cancellare dalla mia faccia l’espressione di sbigottimento che fino ad ora ho avuto, soprattutto per non dargli l’impressione di quella che aveva accettato il suo invito perché si aspettava ben altro da questa serata e, a dirla tutta non so nemmeno io cosa mi aspettassi veramente da questa serata, quindi sorridendo, non trovando altre parole, rispondo:

“Se ti fa piacere resto volentieri a farti compagnia.”

Michael a questa mia risposta si accende d’entusiasmo e mi chiede che cosa mi piacerebbe vedere. Senza pensarci rispondo che preferisco senz’altro dei cartoons, possibilmente della Disney che sono indiscutibilmente i miei preferiti.

Sempre più entusiasta mi dice che anche lui li adora quindi si dirige verso una pila di cassette posta vicino al televisore e ne sceglie una, poi si siede sul divano vicino a me, accende la tele e fa partire il video registratore.

Le immagini che cominciano a scorrere sullo schermo sono quelle di un cartone che ha per protagonista Paperino, che peraltro è il personaggio che insieme a Pippo preferisco in assoluto, e sorridendo mi rivolgo a Michael per dirgli che approvo la scelta, e senza più pensare alla stranezza della situazione, mi dispongo a gustarmi il divertimento, che dopo poche sequenze arriva, accolto dalle risate di cuore di Mike ed anche dalle mie, sebbene un po’ più trattenute.
Entrambi ogni tanto ci lasciamo andare a commenti, lui in inglese ed io in italiano, su quello che stiamo vedendo, e quando la risata di Michael si fa fragorosa ed argentina non posso fare a meno di guardarlo e pensare che sembra davvero un bambino per come si sta divertendo e anch’io vengo contagiata dal suo modo di ridere e gli vado dietro, a volte solo sentendo la sua risata.
Sembrerà impossibile ma mi sto divertendo moltissimo e tutto sommato sono contenta che mi abbia proposto questo intermezzo perché sto perfettamente a mio agio e tutto l’imbarazzo e la preoccupazione di prima sono ormai scomparsi.

Quando la prima cassetta finisce, Michael mi chiede se ho voglia di mangiare qualcosa, mentre ne mette su una seconda, perché a lui è venuta un po’ di fame e, senza aspettare la mia risposta si dirige verso il mobile bar per prendere delle patatine fritte, dei pop-corn e qualche lattina di coca-cola, che depone sul tavolino basso davanti al divano.
Sgranocchiando e bevendo ci gustiamo la seconda cassetta, dove appare anche Pippo, sempre ridendo come matti.
Nei passaggi più divertenti, spesso mi tocca il braccio e indicando verso il televisore mi dice:

“Look,…………ihihihihih………..look it…….”

E incredibile, ogni tanto tra me penso che se lo raccontassi nessuno ci crederebbe, ed io stessa fatico a rendermene conto, sono seduta, nella suite di lusso della star più famosa al mondo, a guardare con lui delle cassette di cartoni animati, divertendoci come bambini.

[Modificato da malabi 23/05/2010 21:24]


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