Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 » | Pagina successiva

UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 13:29
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
21/05/2010 18:34
 
Quota
Post: 365
Registrato il: 21/07/2009
Sesso: Femminile
Number Ones Fan
OFFLINE
Ho cominciato a scrivere questa fan-fiction parecchi mesi fa e, alcune di coloro che frequentano questo forum la conoscono, anche se nel frattempo l'ho modificata ed ancora non è finita.
Comunque, vorrei intanto postarne qualche capitolo e, se vi piacerà continuerò a postarla.

Intanto ecco com'è iniziato.

]PARTE PRIMA (Prologo – L’incontro a Roma)

CAPITOLO 1°

Il mio primo incontro con Michael Jackson, risale all’epoca del Dangerous Tour, a Roma, nel Luglio del 1992.

Tramite amici di mio padre che lavora tuttora nello spettacolo, siamo stati invitati ad una cena molto esclusiva dove, pare, sarebbe intervenuto anche lui, la Super-star indiscussa del pianeta, il grande MJ.

Per l'occasione ho indossato un abito blu notte molto morbido, in lycra e seta, tenuto su da due grandi fasce legate dietro al collo, con una scollatura al punto giusto, ma niente di volgare, spalle nude, coperte all’occorrenza, da una bellissima stola di pashmina, colore a gradazione dall’azzurro oltremare al celeste polvere. Scarpe blu decoltè di raso, molto classiche, con il tacco di cinque centimetri, non di più, perché sono già abbastanza alta di mio.

Premetto che in quel periodo non ero una fan di Michael, anzi per dirla tutta, di lui conoscevo pochissimo, sia dal punto di vista artistico che personale, tranne ovviamente le sue hits e i suoi video di indiscusso valore, che mi era capitato di ascoltare in radio e/o di vedere in programmi musicali.
Oltre a questo, non sapevo proprio nient’altro di lui, innanzitutto perché ormai, a trentadue anni i miei gusti musicali, di origine beat, rock, e canta-autorale erano ben definiti, e tra questi Michael Jackson non ci rientrava affatto, e secondo poi, non ero e non sono tutt’ora, quel tipo di persona a cui piace leggere giornali scandalistici per sapere tutto sui Vip nostrani o internazionali.

Partecipare, a quella cena con mio padre, non mi entusiasmava affatto. Ritenevo infatti, sbagliandomi, che sarebbe stata la solita cosa noiosa, piena di attricette alle prime armi, aspiranti modelle, e tutta una pletora di gente più o meno qualificata, che gravitava nel mondo dello spettacolo, sempre a caccia spasmodica di un incontro fortunato, che avrebbe potuto dare una svolta alla loro ben misera ed insignificante carriera, ammesso che ne avessero una. Ci sarebbe stato anche qualche personaggio famoso e sicuramente qualche pezzo da novanta, di quelli che contano veramente nello show-buisinness, circondato da uno stuolo di tira-piedi e lecca-terga, che pur di emergere sarebbero capaci di vendere, al miglio offerente, non solo se stessi, ma anche le loro mammine adorate con tutto il parentado prossimo.
Si sarebbe parlato del nulla, ed ancora una volta sarebbe trionfata la vacuità assoluta, l’ipocrisia mascherata da sorrisi a trentadue denti, da strette di mano accompagnati da baci e abbracci, per essere sostituiti immediatamente dopo da pettegolezzi più o meno piccanti su tutti, presenti ed assenti compresi.

Mio padre però, ci teneva particolarmente a quell’invito, poiché per lui, era sicuramente un’occasione di incontrare persone con cui poter parlare di lavoro, quindi ho accettato di accompagnarlo, nonostante le mie riserve mentali, di buon grado.

Il luogo in cui si sarebbe tenuto questo party, era una magnifica villa, situata appena fuori dalla capitale, affittata per l’occasione, dove mio padre ed io siamo arrivati verso le 21,30. Il “padrone di casa”, anzi, per meglio dire l’organizzatore di questo evento, amico di vecchia data di papà, ci ha ricevuti con grandi sorrisi, e offrendoci subito qualcosa da bere, ha cominciato a presentarci agli altri invitati, non molti, per la precisione.

Nel salone intanto, dei camerieri in giacca bianca, giravano tra gli ospiti con vassoi di antipastini, tipo tartine dall’aspetto variegato ma dal sapore identico tra loro, che senza tanti complimenti, sono state prese d’assalto più o meno da tutti, poiché erano ormai le dieci passate, e dato che di Michael Jackson non si era vista nemmeno l'ombra, l'appetito cominciava a farsi sentire.

Tra una presentazione e l'altra, mio padre mi aveva fatto conoscere un ragazzo di circa trentacinque anni, un gran bel tipo davvero, occhi verde smeraldo, capelli neri, alto minimo un metro e ottantacinque, con un gran bel fisico atletico, di nome Paolo, che oltretutto era anche molto simpatico.
Abbiamo socializzato subito e dopo un po’, cominciavo a ricredermi sull’andamento della serata, che nonostante le mie cupe previsioni, non si stava rivelando poi così tanto noiosa.

La conversazione con Paolo era talmente piacevole e divertente che non mi ero resa conto che nel frattempo si erano fatte oltre le 23, e dell’ospite d’onore, come da copione, nessuna notizia.

A mezzanotte passata, finalmente abbiamo sentito voci concitate provenire dal giardino della villa, e guardando dalle finestre del salone, ho visto tre limousine nere ferme, con parecchie persone già fuori dalle auto che si dirigevano verso la macchina centrale.

In un primo momento, sono solo riuscita ad intravedere uno sportello che si apriva, non riuscendo infatti a distinguere altro, visto che intorno a quella macchina ci saranno stati almeno una decina di “armadi a quattro ante” che mi impedivano ogni visuale.

Intanto la maggior parte degli invitati, entrati in fibrillazione per l’arrivo della star, mentre si dirigevano correndo verso l’esterno, dicevano:

"Eccolo è Michael"………. "E' arrivato Michael finalmente"……….."Arriva Michael Jackson"……………….., e via così.

In tutto questo trambusto, ho sentito una mano posarsi sulla mia spalla, mi sono girata, mentre Paolo mi stava dicendo:

"Vieni con me, che poi a tavola ci sediamo vicini".

L’ho seguito verso l'entrata della villa, dove si stavano dirigendo più o meno tutti, lui si va a piazzare proprio vicino al “padrone di casa!”, e tra me ho pensato:

“Boh, sarà forse parente del nostro anfitrione”.

Cercando anch'io di farmi largo, mi sono fermata dietro di lui, un po' distanziata, perché mai avrei voluto apparire come una di quelle esaltate che sbavano per vedere un personaggio famoso.

Finalmente, MJ percorre il viale che lo separa dalla sua auto all’entrata dove tutti noi eravamo assiepati per dargli il benvenuto, sempre circondato da un nugolo di body-guard, tutti neri, alti all’incirca due metri e grossi da far paura, lui invece così magro e minuto e certamente più basso di loro, quasi si perde tra quei colossi, ma l'attenzione di ognuno è tutta su di lui.

E’ vestito in stile militare, pantaloni neri, giacca nera decorata da fregi dorati lasciata aperta su una camicia bianca, capelli ricci, legati indietro ma con qualche ciocca lasciata sciolta davanti al viso, cappello nero e gli immancabili occhiali da sole, anche di notte.

Una persona del suo seguito gli fa strada verso il “padrone di casa” e Michael, con una voce delicata e quasi sussurrando, lo saluta stringendogli la mano, mentre noto che Paolo sta traducendo tutto. In quel preciso istante capisco, che Paolo è lì per fare da interprete tra MJ e gli altri, quindi realizzo, non senza un leggero disagio che se a tavola starò vicina a lui, sarò molto probabilmente anche vicina al “mitico” Jackson. Sinceramente, non so se essere contenta o no, di questa opportunità.

Comunque Michael nel frattempo entra in casa, accompagnato da uno scrosciante applauso unito ad ovazioni, a cui lui risponde ringraziando con cenni della testa e salutando timidamente con la mano.

Io resto sempre dietro Paolo, che mentre mi passa vicino mi fa un sorriso e un cenno con la testa come per dire: "Seguimi".

Entriamo nella sala da pranzo apparecchiata con vasellame fine e prezioso, e il padrone di casa indica all’ ospite d’onore, la sedia a capotavola, vicino alla sua, Paolo si siede alla destra di Michael, ed io a mia volta, alla destra del mio amico, poiché lui stesso mi aveva indicato il posto con lo sguardo.

Non appena seduti, MJ annuncia subito che si è portato dietro il suo cuoco personale perché deve seguire una dieta particolare. Paolo traduce e a me viene da ridacchiare mentre commento a bassa voce:

"E ti pareva?".


Michael, che fino al quel momento non mi aveva degnata di uno sguardo, si accorge della mia risatella, un po' idiota, lo ammetto, e mi guarda anche lui con un'aria tra divertita e perplessa, e chiede a Paolo qualcosa. Il mio amico si gira verso di me e finalmente mi presenta all’inavvicinabile pop-star, dicendo:

“No, lei non è mia moglie, è una mia amica che è venuta in compagnia di suo padre, che è quel signore imponente, seduto a fianco della signora con i capelli rossi.”

Mentre Paolo sta procedendo nella presentazione, osservo MJ molto attentamente, per la prima volta da quando è arrivato, sfoderando verso di lui un largo sorriso che ricambia, anche se a me pare leggermente imbarazzato, accompagnato da un cenno di saluto con la mano, poi si toglie finalmente gli occhiali.

Lo guardo dritto negli occhi, mentre lui fa la stessa cosa con me, e ne resto fulminata. Devo ammettere che sono bellissimi; scuri, vellutati, intensi, espressivi e dolcissimi, illuminati dal suo sorriso meraviglioso, aperto e solare.
Resto a guardarlo fisso per parecchi secondi con un'espressione incantata, e non riesco nemmeno a capire cosa mi stia dicendo.

Paolo pronto traduce e mi fa:

"Ti ha chiesto se prima eri al suo concerto.”

Io che non sapevo nemmeno che quella sera si fosse tenuto il suo concerto, non essendo molto brava per natura a mentire, gli rispondo di no, ma per non sembrare sgarbata aggiungo che non mi era stato possibile per impegni di lavoro che mi avevano trattenuta fino a tardi in ufficio.

Michael, ovviamente, a questa mia risposta, vuole sapere che lavoro faccio ed io rispondo: "Sono commercialista, e questo è il peggior periodo dell’anno, perché è il mese delle dichiarazioni dei redditi."

Lui fa un cenno d'assenso con la testa e dice che il mio è un lavoro interessante.

Rispondo, senza alcun imbarazzo, che il suo è un lavoro interessante, perché lui è un artista, e in quanto tale riesce a trasmettere attraverso la sua musica delle sensazioni ed emozioni che il mio lavoro non mi potrà mai permettere di comunicare. Aggiungo, ridendo, che anzi lui è molto amato proprio per il suo lavoro, mentre il mio è odiato quasi da tutti, soprattutto quando devo comunicare ai clienti quanti soldi devono pagare di tasse.

A quel punto ride di nuovo, e mi dà ragione ed io sento che pezzetto per pezzetto mi sto letteralmente squagliando sulla sedia, perché mai avrei creduto di trovarmi di fronte ad un uomo così gentile, estremamente timido e riservato.

Si comincia a mangiare, ma io in preda ad una leggera inspiegabile agitazione, che la presenza di Michael mi incute, non riesco ad assaggiare niente e noto che anche lui spilucca a malapena nel piatto che il suo cuoco gli ha preparato.

Mentre cerco di seguire la conversazione che si tiene alla mia sinistra, mi accorgo, che mentre MJ parla con il “padrone di casa”, nel girarsi per ascoltare la traduzione, rivolge spesso lo sguardo verso di me sempre accompagnato da un dolcissimo sorriso.
Durante la cena, mentre si parla del più e del meno, più volte Michael si rivolge a me per chiedermi, sempre con la massima gentilezza ed educazione, qualcosa o per ascoltare qualche mio breve intervento a proposito di argomenti che conosco, e comunque per tutta la durata del pasto, non posso fare a meno di continuare a guardarlo, i miei occhi sono attirati da lui come una calamita e riesco a distoglierli dalla sua persona solo per brevi momenti e quando incrociano i suoi.

Finalmente, il nostro anfitrione, ci invita a passare nel salone dove verranno serviti il caffè con i liquori.

Io mi alzo e cerco di restare il più possibile attaccata al mio amico, visto che rappresenta l'unica mia garanzia per poter stare il più vicino possibile a Michael, che devo ammettere mi ha letteralmente affascinata. Mentre ci avviamo nell’altra sala, però quasi tutti gli altri ospiti lo circondano per potergli parlare, o farsi fare un autografo, o chiedergli una foto assieme, a questo punto però intervengono immediatamente tutti gli uomini della sicurezza, che non avevano schiodato nemmeno per un nano-secondo, accerchiandolo per proteggerlo dalla folla.

Michael si mostra estremamente gentile con tutti, ma ogni tanto vedo che gira gli occhi intorno. Anch'io ormai, che mi sono fermata a debita distanza, assolutamente ipnotizzata dal suo carisma, lo fisso, distogliendo lo sguardo solo quando incrocio il suo.

Ad un certo punto, vedo che lui parla all’orecchio di una sua guardia del corpo che mi sembra stia guardando verso la mia direzione, la quale, dopo aver fatto un leggero cenno con la testa, si allontana dal gruppo.

Nell’istante successivo, sento toccarmi leggermente un braccio, mi giro e mi ritrovo di fronte ad un bestione di 150 Kg. circa, con un'aria, che a me sembra minacciosissima, e dentro di me penso:

"Oddio, e mo’ questo che vuole?"

L’armadio invece, con un ghigno che dovrebbe essere un sorriso mi dice:

"Mr. Jackson, vorrebbe sapere se può accompagnarti a casa con la sua macchina, se per te non è un problema.”

[Modificato da malabi 23/05/2010 21:18]


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 » | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:57. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com