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Ricordi sbiaditi. Terminata: 22 capitoli. Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2013 18:44
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07/03/2010 20:21
 
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Capitolo 10

Assurdo pensarci, assurdo parlarne, ma paradossale è soprattutto averlo vissuto. Eccomi qui, a fatica sono riuscita a raccontare gli eventi che mi hanno portata fino a qui. In questo stato di smarrimento in cui non so dove andare, cosa fare, neanche che tipo di pensieri ascoltare e quali invece cacciare dalla mia mente il più veloce possibile. Ma adesso so. Ora ho capito. Finalmente di sbiadito nella mia vita non c’è più nulla ed è questo forse che più di tutto mi mette addosso un’agitazione incontrollabile. Ogni volta che penso a lui adesso mi tremano le gambe, provate a immaginare cosa sento quando invece gli sono accanto.
Fa paura, fa male, ancora non riesco a credere che sia potuto accadere veramente.
Vorrei poter riuscire a farvi capire come mi sento, davvero. Ma come posso farlo se nemmeno io so cosa provo?
Dovrei lasciarmi andare, dovrei prendere tutto come se nulla fosse accaduto e andare avanti per la mia strada.
Il fatto è che ora, forse per la prima vera volta in vita mia, sono confusa.
È come se mi fossi persa per tutto questo tempo qualcosa che aspettavo si avverasse invece dal principio della mia esistenza. Trovare qualcuno da amare e che ti sappia amare almeno con la tua stessa intensità, quell’amore che non ha bisogno di parole, di gesti plateali né di cure particolari, quell’amore che necessita solo dell’amore. Nutrirsi esclusivamente l’uno dell’altra, eliminare tutto il resto, estraniarsi dalla realtà e rifugiarsi in quel luogo senza spazio né tempo dove gli innamorati viaggiano a vele spiegate nel luogo che tutti cercano di raggiungere durante la loro vita. Quel posto chiamato semplicemente felicità. Innamorati? Ma perché parlo di innamorati adesso, io e Michael non siamo…innamorati.

Vorrei svegliarmi e stavolta dimenticare tutto, cancellare ogni cosa e ricominciare da capo, ma so che eliminerei anche i momenti più belli, quelli di cui vi parlavo prima, quando la felicità sembra più vicina che mai.
No, non è una buona idea. Forse è meglio così. È ora che finalmente prenda una decisione e la smetta di fargli e farmi del male in questo modo. So che soffre, lo vedo lo sento da come mi guarda, da come la sua voce vellutata cambia quando il pensiero di me e Daniel gli sfiora la mente. Non dovrei cedere quando si avvicina troppo pericolosamente alla mia bocca, non dovrei riempirmi i polmoni col suo profumo e trascendere da tutto con un solo respiro. Ma non ci riesco, quando guardo i suoi occhi e mi perdo nella profondità nocciola di quelle pupille piene di luce, mi si stringe il cuore. L’odore dei suoi capelli e la loro morbidezza a contatto con le mie dita, adoro quando mi stringe tra le sue braccia e riesce a farmi pensare solo a lui. Vorrei poter resistere. Vi giuro che ci provo. Ma provate voi a resistere a quelle labbra, a non sciogliervi davanti a quel sorriso che oscurebbe il sole se ne avesse la possibilità. Sono pronta a scommettere qualsiasi cosa che nessuno ci riuscirebbe. Io almeno so di non poterlo fare, ma so anche che devo farlo. Sono debole davanti a lui. La donna forte e intraprendente che credevo di essere stata in grado di diventare vacilla di fronte al suo cuore. Magari mi sono creata qualcosa nella mente che non corrispondeva alla realtà, ho sopravvalutato persino me stessa.
Mi do la colpa di tutto, sono pronta a prendermi ogni responsabilità laddove il destino non ha giocato beffardo le sue carte al nostro posto. Ci ha messo lo zampino qualcosa di molto più infido e nascosto. Si ok, dare la colpa al destino, al caso, anche questo è forse un segno della mia debolezza.
Ma vorrei davvero avere qualcuno da rimproverare, qualcuno da incolpare per tutto questo dolore, per l’angoscia del dubbio, del silenzio…
Michael. Potrei provare a dare la colpa perfino a lui, sapeva in che condizioni io fossi, sapeva che il mio cuore era intrappolato in un amore già finito ma ancora non dimenticato. Eppure, lui era lì.
Perché non ha provato a dirmi la verità?
Ma soprattutto perché non ha provato a staccarsi da me, sarebbe stato tutto più facile.
Lui e il suo bisogno incondizionato di amare, il modo in cui riesce ad attrarre l’attenzione delle persone, il modo in cui parla, in cui si muove, il magnetismo innato di cui è dotato…no, non e sua la colpa per tutto questo.

Vi dicevo una volta che l’unico uomo che fosse riuscito ad entrare nel più profondo del mio cuore era stato Daniel, beh si, lo confermo. Lo avevo conosciuto per caso, circa sei anni fa, quando New York, Michael e Vogue erano lontani anni luce dal centro del mio piccolo mondo.
Posso anche aggiungere però che nessuno è mai riuscito a strapparmelo e farlo suo portandoselo via insieme a tutta la mia felicità.
Nessuno eccetto Michael.
E’ per questo che sono confusa, ho scelto Daniel, ho scelto l’uomo che amavo da una vita, che amo da una vita…dovrei dire. Ed così. O forse mi sono costretta a convincermi che sia così.
Magari ho scelto solo la via più facile.
I sentimenti quando sono troppo forti, quando perdono il senso di avere un nome e lasciano spazio solo all’emozione, mi mettono una paura incredibile. L’amore diventa talmente grande da divenire più imponente di me, del mio amore per me stessa e quando si ama così si finisce sempre per soffrire. Io sono stanca di soffrire.
Nella mia vita volevo solo un po’ di serenità, arrivare dove sono arrivata e stare lontano da mio padre il più possibile. Tutto questo brancolare nel buoi non era compreso.
La vita è così, no? Succedono cose inaspettate, a volte piacevoli a volte no è banale quanto retorico e inutile dirlo. Supera la fantasia….direi che se è per questo l’abbiamo superata da un pezzo.


Dopo quella sera a casa di Michael sono andata via senza dire una sola parola. L'ho lasciato lì. Da solo. E vi giuro che il suo sguardo in quel momento mi ha uccisa almeno mille volte in un solo secondo. Il giorno dopo, con una notte insonne alle spalle e migliaia di fazzoletti pieni di lacrime ai piedi del mio letto mi sono resa conto che non era giusto, non potevo lasciarlo così, dovevamo parlare.
Arrivata a Neverland credevo che Bill, il capo della sicurezza, non mi avrebbe fatta entrare o che si sarebbe inventato una scusa del tipo: "Il signor Jackson non vuole essere disturbato". Ma così non accadde.
Salii le scale mentre dal piano superiore una musica lenta e nostalgica di una pianoforte accompagnava il procedere dei miei passi.
Michael era seduto di spalle, indossava una camicia rossa sulla quale i ricci sciolti cadevano disordinati.
Mi avvicinai in silenzio, ma appena mi vide smise di suonare.

-Scusa non volevo disturbarti.- dissi distrattamente con ancora nella mente le dolci note di quella meravigliosa melodia.

-Figurati...Sono contento che tu sia qui.-

Parlammo di quella sera al locale, di Sophie e di tutto il resto.
Rimanemmo per un pò in silenzio, imbarazzati, come se il tempo avesse già parlato per noi.
Non c'è stato bisogno di dire o fare niente di particolare, sapevo già tutto ciò che avrebbe voluto dirmi ed era lo stesso per lui.

-Sophie l'hai conciata proprio per bene.-

Adoro quando riesce ad ironizzare sulle cose e far passare tutta la tensione con un sorriso.

-La prossima volta me la prendo con te.-

Michael si alzò e andò chiudere lo spartito sul pianoforte, mentre fuori iniziò a piovere. Quella pioggia, il ticchettio delicato delle goccioline sui vetri della finestra, ci riportò entrambi a quella sera. Non so bene come, ma quel particolare perse subito di interesse quando Michael si avvicinò e bloccò i ricordi con i un bacio.

Dopo quegli ultimi avvenimenti, sono stata per un po’ lontana da lui, lontana dalla magia di quel parco e lontana, volontariamente, da tutta quella storia. In quel lasso di tempo però mi sono resa conto che in realtà era stato Daniel a mancarmi fino a perdere il fiato era stato nuovamente lui.
Non so realmente cosa sia. Amore, possessività, malinconia per ciò che eravamo un tempo. Credo sia un mix di tutte queste cose. Eppure mi capita spesso di pensare anche a Mike, mi mancano le nostre risate, mi manca da morire ogni singolo attimo passato insieme a lui. Vorrei che la scelta di stare con Daniel non escludesse il poter continuare ad avere la mia amicizia con Michael. Se non fosse per ciò che mi provoca quando mi guarda, se non smuovesse in me un sentimento del tutto incontrollabile, lo lascerei fare, lo lascerei esplodere, ma se Daniel non ci fosse. È per questo che è meglio che per un po’ adesso io gli stia lontano.
Ma ancora più di difficile ora sarà trovare il coraggio e soprattutto le parole per dirglielo.
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