Buonasera a tutti, spero stiate bene!!!! [SM=x47938] io non tanto, raffreddore epocale...però almeno sto a casa e scrivo
Capitolo 15
New York è un miracolo che mi sorprende ogni giorno di più. Non si vedono cupole, giardini o fontane. È tutta costruita su parallelepipedi rigidi e uguali. Un mare grigio si espande senza nulla che possa sembrare irregolare, senza un minimo accenno di verde. Quando lo sguardo si posa verso l'orizzonte si percepiscono solo angoli retti e forme geometriche. Eppure tutto ha dentro di sé un non so cosa di magico. Di giorno il sole che brilla su quella miriade di vetri li fa brillare come stelle e di notte infatti sembra che il cielo sia sceso su New York.
In autunno soprattutto è immersa in un atmosfera unica. Il cielo pallido, l'aria appena appena fresca, gli alberi quasi spogli ormai tinti di rosso che costeggiano gli enormi marciapiedi. Ma nella settimana della moda, è in quel periodo che prende vita ogni vezzo e ogni vizio che di solito sfuggono sotto la velocità instancabile di cui la città è impregnata in tutto il resto dell'anno.
Si vedono limousine girare per le vie principali ad ogni ora, i locali pullulano di ospiti speciali e novità. Ovviamente immancabile è la presenza di giornalisti e fotografi provenienti da tutto il mondo. Sono convinti di trovare scoop succulenti persino a delle sfilate, ma si sa, quando la notizia non c'è si fa presto anche ad inventarla.
Soprattutto oggi che il loro bersaglio preferito è qui a New York per presentare il suo nuovo album al Virgin Mega Store. Le voci che firmerà autografi anche a chi non è riuscito ad entrare hanno già fatto chilometri e pare proprio che i fans abbiano bloccato la strada in cui si trova il celebre negozio di dischi.
Mentre guardo il traffico impazzito dalla finestra dell'hotel mi preparo per l'ultima giornata di lavoro tra modelle, vestiti e flash impazienti. Decido di raccogliere i capelli, è un look decisamente più adatto per lavorare. Nel momento in cui stavo per passare l'ultimo strato di mascara qualcuno bussa alla porta chiedendo della signorina Jones.
Sospiro spazientita non ho proprio voglia di fare tardi, in questi giorni ho già avuto le mie belle distrazioni. Inoltre quando sono nervosa, beh lo sapete ormai, tendo ad eccedere con le reazioni.
Un singolare ometto dall'aria buffa se ne sta in piedi davanti alla porta con delle meravigliose orchidee in mano.
-Signorina Jones, queste sono per lei.-
dice con uno strano accento del sud e porgendomi i fiori con sorriso compiaciuto.
Orchidee.
I miei fiori preferiti in assoluto. Non sono una di quelle ragazze che si scioglie per un fiore o un paio di cioccolatini, ma le orchidee...le orchidee hanno un potere ammaliatore unico nel suo genere, almeno su di me.
Il loro profumo, lo stelo lungo e sottile e quel rosso magenta che colora i suoi petali ,insomma è un fiore straordinario.
-Grazie...ma chi li manda?-
chiedo mentre nel frattempo mi perdo già in quel profumo.
-Non lo so signorina, io consegno solamente.-
Annuisco, prendo dalla borsa sulla poltrona la mancia per il fattorino che se ne va salutando e ringraziando educatamente.
Tra le verdi lunghe foglie intravedo un bigliettino e con il cuore pieno di gioia lo prendo immediatamente, chiunque li abbia mandati non poteva farmi più felice di così.
“La primavera non ha un fiore più bello...di te.”
Una calligrafia che riconosco subito, alcune lettere sono in corsivo altre in stampatello, una particolarità, un segno inconfondibile che rimandano a un nome solo. Dietro il biglietto infatti compare in bella vista l'unico nome che avrei voluto leggere: Micheal.
Ve lo confesso in questo momento apprezzerei anche mille rose, cioccolatini e le frasi più sdolcinate che possano esistere.
***
È il turno di Christian Dior.
Non riesco a trattenere una risata ogni volta che sento questo nome.
Sophie aveva la bizzarra abitudine di usare “Christian Dior” come imprecazione o esclamazione di stupore, insomma era troppo divertente.
-Sophie fotograferò Michael Jackson!-
-Oh Christian Dior!-
Mi faceva morire dalle risate ogni volta, per fortuna le è durata poco. Non vi dico cosa ha detto quando ha scoperto che ci eravamo baciati.
-Hai visto sembra che dopo Debbie sia tornato con Lisa.-
-Lo sapevo, ma hai visto che cozza era quella donna, molto meglio la Presley.-
-Si infatti, ma poi pare non abbia mai smesso di amarla sai?-
-Ah si?-
-Si che carino, la ama ancora. Leggi questo articolo.-
Due modelle che leggono una rivista di gossip, non dovrei ascoltarle ma è inevitabile visto l'argomento.
Lo so. Lo so perfettamente i tabloid inventano storie tutti i giorni. Non immaginano neanche lontanamente quale sia la realtà.
Però non sarebbe così assurdo se provasse ancora qualcosa per Lisa Marie...
Ma che dico, sono gli stessi giornali che spacciavano per vere notizie come quella della camera iperbarica o dello sbiancamento. Assurdo. Non starò al loro gioco.
-Niki hai letto i giornali?-
-No Sophie non mi interessa certa roba.-
-Si ma...parlano di Mike, dicono che ci sono delle foto con la ex moglie.-
Inizio ad innervosirmi non tanto per l'insistenza con cui la cosa mi viene detta o per la notizia in sé ma perchè so che ormai sono riusciti inevitabilmente a mettermi la così detta pulce nell'orecchio.
-Sophie mi hai chiamata per questo?
-Beh si, volevo sapere se andava tutto bene.-
-Si va tutto bene. Ora devo lavorare. Ci sentiamo.-
Chiudo la conversazione senza smettere di pensare a tutte quelle maledette voci. Ora capisco quanto può far male una bugia sbandierata ai quattro venti che fa il giro del mondo in così poco tempo. Non sono abituata ad avvenimenti di questo tipo. Una delle cose che mi fa più arrabbiare è non essere creduta o essere presa in giro.
Meglio che continui a lavorare, non voglio che una stupidaggine mi rovini la giornata, era iniziata così bene.
Saluto tutti,metto in ordine le mie cose, sono stanca ma so che Michael stasera mi aspetta in Hotel perciò racimolo le ultime forze e un sorriso al pensiero mi attraversa il viso.
È tanto che non ci vediamo. È stata una fortuna trovarci tutti e due a New York nello stesso giorno, non vedo l'ora di vederlo e azzerare tutte quelle stupide dicerie.
-Niki vieni con noi?-
In uno di quei locali pieni di cretini? No grazie. Mi è bastata l'ultima volta.
-Ho già un impegno! Ma divertitevi anche per me.-
-Impegno? Dai come si chiama? Fai venire anche lui.-
Eh si ce lo vedo proprio.
-No non gli piacciono i posti troppo affollati, grazie lo stesso.-
Diciamo che più che altro ovunque vada diventa poi un posto affollato. Decisamente preferisco il nostro appuntamento in privato.
Se ne vanno sorridendo avendo capito che avevamo già ben altri programmi e io del resto non vedo l'ora che diventino realtà.
Entro nella mia camera, la prima cosa che voglio fare è cambiarmi.
Mi chiudo la porta alle spalle con il rumore del traffico ancora nelle tempie.
Faccio ancora qualche passo e lo vedo nella penombra della stanza, accendo la luce e appare davanti ai miei occhi con uno dei suoi sorrisi più belli.
Indica le orchidee, avvicinandosi e inspira il loro profumo.
-Ma che bel pensiero, qualcuno deve volerti proprio bene.-
Sento il bisogno quasi doloroso di sentirlo vicino, di stringerlo, di sapere che è lì, reale. Gli corro incontro e il tempo pare azzerarsi e ricominciare da dove ci eravamo lasciati.
I sorrisi si chiudono solo quando le nostre labbra si incontrano, morbide, fredde quasi inconsistenti. A poco a poco trovano il calore e la dolcezza inebriandosi di un nettare al limite del reale. Dio quanto mi è mancato! Due settimane appena e mi sembra il periodo più infinito della mia vita.
Stretti, guancia contro guancia rimaniamo così per un po'.
-Niki-
La sua voce che sussurra il mio nome mi risveglia dal sogno in cui le sue braccia mi portano ogni volta.
Mugugno qualcosa senza senso respirando ancora un po' del suo profumo.
-Tesoro, hey che succede?-
Mi accarezza i capelli e sorride divertito.
-Niente voglio restare così, stringimi.-
Mi stringe ancora di più respira tra i miei capelli e sento il calore del suo copro invadere il mio.
Non si muove, così vicino sento il battito del suo cuore che mi culla lentamente, facendomi trovare la serenità che avevo perso nel pomeriggio e di cui avevo bisogno.
-Michael.-
-Si.-
-Devo farmi la doccia.-
Scoppia a ridere e ci stacchiamo da quell'unione perfetta.
Sento il corpo raffreddarsi a contatto con l'aria quando si separa da me per le risate che lo fanno letteralmente piegare.
-Direi proprio di si.-
Spalanco la bocca.
-Cosa?- Vuoi dire che puzzo?-
Continua a ridere e la sua risata contagiosa fa sorridere anche me, cerco però di mantenere un'espressione seria, offesa.
-No dai scherzo.-
-Troppo tardi Michael Joseph Jackson adesso sono fatti tuoi!-
Gli salto letteralmente addosso facendogli il solletico. Michael continua a ridere e perde l'equilibrio. Ci ritroviamo sul tappeto senza nemmeno sapere come.
Quando si tratta di giocare in questo modo ha una velocità incredibile, mi ritrovo infatti sotto di lui senza riuscire a liberarmi e inizia a farmi il solletico per vendicarsi.
-Aaaaaah ok ok mi arrendo.-
Mi afferra per i polsi e li porta sopra la mia testa, si avvicina alle mie labbra.
-Non ci provare, non te lo meriti.-
Sorride guardandomi negli occhi, i respiri si fanno più lenti dopo la lotta di prima.
-Sicura?-
Lo sussurra talmente piano che intuisco il senso. Il cuore inizia a battere più forte ed ho quasi paura che da un momento all'altro possa uscire fuori.
La mia bocca senza che me ne renda conto cerca di avvicinarsi alla sua che dispettosamente si allontana di qualche centimetro.
Gli scosto allora una ciocca di capelli dal viso, scoprendo l'orecchio e sussurro una frase che ha l'effetto che cercavo.
Arrossisce a quella parola che dalla sua bocca non avrebbe mai trovato il coraggio per uscire.
Mi ha provocato, ha voluto giocare non cedendo alla mia richiesta di avere un bacio, la donna ammaliatrice che è in me è stata punta nell'orgoglio.
Sento di aver fatto centro e infatti finalmente le nostre labbra si uniscono.
La sua mano scende sulla spalla per poi stringere la mia gamba contro il suo fianco senza mai staccare la bocca dalla mia.
-Michael.-
Con un percettibile verso fa capire di aver sentito che stavo chiamando il suo nome.
-Michael doccia!-
Si mette a ridere. Quando parlo così si diverte a prendermi in giro. Come quella volta nel giardino di Neverland, mentre guardavamo il film, ricordate? “Michael pipì”
Prima che mi ricordassi di tutto, quando ancora c'era Daniel e avevo al collo la sua collana. A proposito, non so nemmeno dove l'ho lasciata. Mi dispiace per come è andata a finire tra noi.
-Tanto tra un po' la dovrai rifare.-
Cosa? Da quando risponde in questo modo. Avrà voluto insinuare qualcosa?
Quest'uomo mi sorprende ogni giorno di più e in positivo. Se continua così addio doccia, sia adesso che dopo. Dubito che tra qualche ora mi vada ancora di mettermi sotto l'acqua ed asciugarmi poi i capelli. No decisamente no.
C'è solo un problema...non voglio che si fermi, voglio stare qui su un tappeto e toccare di nuovo il cielo con un dito.
Va bene si ora vado. Promesso che vado.
Sembro una bambina che non si vuole svegliare per andare a scuola. “Altri 5 minuti”.
Trovo la lucidità pensando che l'attesa è parte del piacere stesso e aumentarla non rende che la cosa molto più invitante. Come se non lo fosse già abbastanza...
Ok basta.
Mi alzo lentamente sotto lo sguardo stupito di Michael che implora un altro bacio, ma stavolta sono io ad allontanarmi.
-Michael doccia te l'ho detto.-
Lascia cadere la testa verso il basso sospirando. Si sdraia sul tappetto con le braccia distese verso l'esterno.
-Va bene, aspetto qui.-
Finalmente mi libero del vestito che mi ha imprigionato per quasi tutto il giorno, sento una sensazione di sollievo e mi sciolgo i capelli che ricadono disordinati sulle spalle. Ogni movimento, ogni gesto è quasi fatto di scatto, non nascondo che sto andando di fretta. Non vi pare strano che in questo momento preferirei stare su un tappeto piuttosto che nella doccia. Sto diventando pazza vero? O magari già lo sono. Beh la follia allora mi piace da impazzire.
L'acqua calda si conferma ancora un volta una grande alleata quando durante la giornata accumulo tensione.
Libero la mente da qualsiasi cosa.
“Love never felt so good” intono una canzone senza rendermene conto.
Quando me ne accorgo non riesco a frenare una risata.
Continuo a divagare pensando a tutto e a niente.
Prendo l'asciugamano e quando apro la porta vedo Michael in piedi che mi guarda divertito. Si avvicina. Mi cinge la vita con le braccia.
-Baby, Love never felt so good.-
canta a bassa voce avvicinandosi al mio orecchio.
Niente avrebbe potuto esprimere meglio ciò che sento in questo istante se non una sua canzone.
Niente avrebbe potuto incarnare meglio tutto ciò di cui ho bisogno se non lui.